#coro di morti
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popolodipekino · 3 months ago
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velleità
Coro di morti nello studio di Federico Ruysch Sola nel mondo eterna, a cui si volve Ogni creata cosa, In te, morte, si posa Nostra ignuda natura; Lieta no, ma sicura Dall’antico dolor. da grande voglio fare il gatto l'atomo: rimanere nel mio stato fondamentale (come un abbraccio, ma più stabile) senza aspettative né cure né pensieri, finché una fortuita interazione fornisca eventualmente energia; allora passare ad uno stato eccitato per poi riemettere l'energia e tornare alla base. e così via: felicità a momenti e futuro indeterminato, ma certissimo. da Giornale intimo di una fanciulla instabile, anonimo sec. xx
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pettirosso1959 · 3 months ago
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Si può provare orrore per una data?
No. Altrimenti dovremmo provare orrore per l'intero calendario.
Oggi è un anno da quella che i nazisti islamici di Gaza hanno chiamato عملية طوفان الأقصى, Operazione Alluvione di AlAqsa.
Operazione: considerano "operazione militare" stuprare donne e uomini, sventrare donne incinte, estrarre il nascituro e metterlo nel forno, massacrare a mani nude bambini terrorizzati, riempire di chiodi il pube di ragazzine facendole morire dissanguate, portare in trionfo corpi di donne seminude insanguinati, per offrirli agli sputi del pubblico in un gran festeggiamento popolare. E tutto il resto dell'orrore che piano piano sta venendo a galla.
L'orrore non è la data del 7 ottobre. L'orrore è quella gente, la loro ideologia religiosa che mette al primo posto dei suoi "valori" l'uccisione degli ebrei, come prescritto dal Corano, "farli vivere nel terrore".
L'orrore è la massa disumana di Gaza che ha avuto 18 anni di tempo per potersi riscattare da quell'ossessione.
Il 22 agosto del 2005 furono deportati dalla striscia di Gaza gli ultimi degli 8600 ebrei presenti, nell'ennesima illusione che ciò potesse servire a costruire una convivenza di pacifica separazione.
Ma questi 18 anni sono stati un incubo continuo per l'intero sud di Israele. E nessuno dei vari governi che si sono succeduti ha preso atto dell'unica cosa che era fin troppo chiara già dall'agosto 2005, quando i selvaggi di quella regione distrussero le serre e tutte le strutture agricole che Israele gli aveva lasciato in dono, per trasformare quell'area in un poligono di lancio per missili.
Chiedete agli abitanti di Sderot, di Ashkelon, di Ashdod, di Be'er Sheva, di Netivot ecc.
Quante tonnellate di missili si sono accumulati! Per non parlare degli oggetti incendiari che sono stati inviati, dei danni al patrimonio boschivo, agli allevamenti e alla fauna selvatica. Per non parlare della vita da incubo scandita da continui allarmi e corse al rifugio! Per non parlare dei morti.
Il 7 ottobre 2023 era nell'aria già il 22 agosto 2005.
Oggi circa 1.500 israeliani insieme alle famiglie dei rapiti e degli atleti olimpici hanno percorso in bicicletta il tratto dal parcheggio bruciato di Takuma fino al sito del festival Nova.
Un'iniziativa che definirei sinistramente petalosa.
Oggi la gente di Gaza dovrebbe essere bombardata di musica tekno assordante a tutto volume e senza sosta, intervallata solo dagli urli di orrore delle vittime, estratti dai video che loro stessi hanno postato su internet per vantarsi, dagli urli di gioia delle loro mamme, dalle loro benedizioni di risposta all'annuncio vittorioso dei loro figli urlanti: "MAMMA, HO UCCISO UN SACCO DI EBREI!" "ALLAH TI BENEDICA, FIGLIOLO!"
La gente di Gaza meriterebbe questo, senza sosta, notte e giorno, sempre più forte, da far tremare la terra. Per disperazione dovrebbe desiderare la sordità, la morte.
Ma non accadrà nulla di tutto ciò. Israele continuerà a farsi colpire, dal nemico, continuerà a farsi bacchettare in coro dal mondo che odia gli ebrei, con l'Europa in prima fila, grande esperta in campi di sterminio per ebrei e oggi guidata dalla figlia di un nazista.
Sembra che qualcuno sia in attesa dell'esito delle elezioni americane di novembre, nella speranza che quelle pongano fine al supporto di zio Sam al terrorismo islamico, agli infiniti doni al suo sponsor principale dell'area, il regime degli ayatollah.
Inoltre, a Washington stanno facendo di tutto per incrinare quell'equilibrio fragilissimo di rapporti Israele-Russia, che vede la Russia, legata dall'alleanza con Damasco ereditata dall'URSS, e legata ai numerosi cittadini israeliani di origine russa.
Ma nessuno ci assicura che a novembre l'Asse del Male di stampo DEM verrà sconfitto. Nessuno ci assicura che Trump non venga ucciso, una volta eletto, né che sia messo in condizioni di poter tenere fede alla proprie promesse.
L'ebreo che non conta solo sulle proprie forze è un ebreo morto. Israele questo non lo dimentica.
Fulvio Del Deo, 7 ottobre 2024
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silenziodorato · 1 year ago
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Vabbè amo fai l'infermiera è chiaro che devi sostenere certe cose. Grazie davvero per le tue fonti attendibili ma ancora non vedo la tua fonte riguardo il "non sono aumentati i malori improvvisi".
Nelle fonti che ti ho mandato ci sono i dati che non vengono divulgati perché scatenerebbero la terza guerra mondiale.
Fuori dal coro è uno dei pochi che dice le cose come stanno per esempio ma non viene preso sul serio. La verità l'avete sotto gli occhi ma capisco che avete paura di riconoscere che potreste morire a breve. Sai come si dice? Finché non tocca a te o a qualcuno che ami allora non importa ed è quello che state a fare voi. A voi non muore nessuno e quindi tutte le morti non sono causate dal vaccino. Ma se accadesse a voi fidate che la musica cambierebbe.
E non solo i morti ma i milioni e milioni di danneggiati.
NON TUTTI SI SONO VACCINATI PERCHÉ VOLEVANO MA PERCHÉ ALTRIMENTI AVREBBERO PERSO IL LAVORO COME IL SOTTOSCRITTO.
Avete obbligato qualcosa che non era sicuro e che ha un bugiardino pieno di effetti collaterali. Hai presente quella polmonite cinese che sta girando e colpisce i bambini? Ecco. È contenuto negli effetti collaterali del vaccino COVID.
Ora ti spiego il discorso dei 20 anni. Tu studi un vaccino mRNA (RNA messaggero) per 20 anni e ok. Arriva il sarscovid e nel giro di un anno riescono ad adattare quel vaccino studiato da anni per un virus completamente nuovo che veniva "curato" con Tachipirina e vigile attesa. È questa terapia che ha ammazzato milioni di persone. Io ho preso il COVID alla prima ondata ed era così mortale che con le vitamine è passato nel giro di un cazzo. Sono ancora vivo esattamente come molti altri che vi piace definire no vax. Intanto chi crepa sono quelli da una dose in su. E finitela di dire "io ne ho 4 e sono ancora vivo" perché lo siete ora. Malattie fulminanti, tumori, malori, problemi cardiaci ecc... Tutti vaccinati.
Pensa te che chi si è vaccinato e ha contratto il covid ha un rischio tre volte maggiore di avere ictus e infarti ma scommetto che hai la tua fonte scientifica pure per smentire questo.
A me fa rabbia che non vi rendiate conto di quanti malori improvvisi ci sono QUOTIDIANAMENTE!! Alla guida, bambini che muoiono durante l'ora di ginnastica, una ragazza è morta due giorni dopo essersi laureata a 22 anni "senza motivo". Ma come fate a negare una cosa del genere???? Tu che vuoi fare l'infermiera poi perché non ti ribelli? Perché non racconti quanti giovani arrivano in ospedale con problemi perché molti tuoi colleghi lo dicono! Molti raccontano di non aver mai visto tanti giovani malati o andare direttamente in obitorio.
Mi dispiace ma non ti meriti una risposta, davvero mi dispiace perché ti vedo molto convinto e spero che riuscirai a vedere la realtà.
Ps. Gli infermieri salvano le vite "amo" ❤️
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unfilodaria · 1 year ago
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Spostare una massa come la mia fa dire al cuore “ma chi crede di essere?”, alle gambe “ma dove vuole andare?”, ai polmoni “ma se l’è dimenticato che stiamo ad un quarto di efficienza per il non uso?”, e la panza traballa e il corpo sbuffa e perde acqua come una vecchia carretta a vapore, alla fine dei suoi giorni.
E tutti in coro “ma ci vuole morti?”
“No, amici miei, vi vorrei vivi ed efficienti perché c’è ancora tanto da fare… e tu, sì proprio tu, non ridere, che se non ci credi manco tu è la fine”
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joseandrestabarnia · 7 days ago
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La basílica de Santa María del Santo Spirito es una de las iglesias principales de Florencia. Está situada en el barrio de Oltrarno, frente a la plaza del mismo nombre. El interior de la construcción es uno de los mejores ejemplos de la arquitectura del Renacimiento.
Origen La actual iglesia fue construida sobre las ruinas de un convento agustino del siglo XIII y que en 1371 fue destruido por un incendio. Filippo Brunelleschi comenzó los diseños del nuevo edificio a principios de 1444. Después de su muerte en 1446, el trabajo fue continuado por sus seguidores Antonio Manetti, Giovanni da Gaiole, y Salvi d'Andrea; el último fue también responsable de la construcción de la cúpula. A diferencia de la Basílica de San Lorenzo, donde las ideas de Brunelleschi fueron frustradas, aquí se llevaron a cabo con cierto grado de fidelidad, al menos en el plano del piso y sobre el nivel de las arcadas. El plano de cruz latina está diseñada para maximizar la legibilidad de la cuadrícula. El contraste entre la nave y el transepto, que causó tantas dificultades en San Lorenzo, aquí fue evitada. Los lados de la capilla, en forma de nichos del mismo tamaño (cuarenta en total), corren a lo largo de todo el perímetro. La fachada de Brunelleschi nunca fue realizada y se dejó en blanco. El año 1489 se construyó una sacristía a la izquierda del edificio y se abrió una puerta en una capilla para hacer la conexión a la iglesia. Diseñada por Simone del Pollaiolo, tiene una planta octogonal. En 1601 se agregó un baldaquino barroco sobre el altar, de Giovanni Battista Caccini y Gherardo Silvani, hecho de mármol policromado. La iglesia permaneció sin decoraciones hasta el siglo XVIII, cuando los muros fueron enyesados. La fachada interior es de Salvi d'Andrea, y aún tiene el vidrio de ventana original, con el Pentecostés diseñado por Pietro Perugino. El campanario (1503) fue diseñado por Baccio d'Agnolo. El exterior de la iglesia fue restaurado entre los años 1977 y 1978.
Fresco La iglesia cuenta con 40 capillas laterales (dos de las cuales dieron paso a puertas), las que contienen una notable cantidad de obras de arte. La más importante es la Capilla Bini-Capponi, que alberga la obra titulada Santa Mónica establece la orden de San Agustín pintada por Francesco Botticini. En las capillas del transepto hay frescos de Filippino Lippi. También en el transepto hay un coro desde el cual los marqueses de Frescobaldi podían participar en los rituales sin ser vistos por la multitud. La sacristía, a la cual se accedía a través de una entrada realizada en lo que había sido la sexta capilla de la izquierda y precedida por un vestíbulo monumental de Simone del Pollaiolo, fue diseñada por Giuliano da Sangallo el año 1489, y tiene una planta octogonal.
El crucifijo de Miguel Ángel (no dejan hacer fotografías) Miguel Ángel fue huésped del convento cuando tenía diecisiete años de edad, después de la muerte de Lorenzo de Médici, su protector. Aquí pudo hacer estudios anatómicos de los cadáveres provenientes del hospital del convento; a cambio de esto, esculpió un crucifijo de madera, que fue colocado sobre el altar mayor. Actualmente se encuentra ubicado en la sacristía.
Los claustros y el Cenacolo El convento tiene dos claustros, llamados Chiostro dei Morti (Claustro de los Muertos) y Chiostro Grande (Claustro Grande). El primero toma su nombre del gran número de sepulcros que decoran sus muros, y fue construido alrededor del 1600 por Alfonso Parigi. El otro fue construido entre los años 1564 y 1569 por Bartolomeo Ammannati con un estilo clásico. En el antiguo convento también sobrevive el gran salón de comedor (Cenacolo di Santo Spirito), con un fresco que retrata La Crucifixión sobre un fragmento de La Última Cena, ambos atribuidos a Andrea Orcagna. Es uno de los raros ejemplos del arte gótico tardío que puede ser visto todavía en Florencia. El salón también ostenta una colección de esculturas de los siglos XI al XV, incluyendo dos bajorrelieves de Donatello, un altorrelieve de Jacopo della Quercia y dos esculturas de mármol de Tino di Camaino.
Información de Wikipedia, fotografías de mi autoría.
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alephsblog · 3 months ago
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Sorgono quindi spontanee due provocatorie domande: dov'erano i soldati Onu in questi decenni? E perché sembra essere Israele, adesso, l'unico a far rispettare la risoluzione 1701, seppure coi suoi metodi spicci?
Non è una critica ai 10mila militari Unifil, fra i quali i nostri 1.200 italiani. La missione Onu ha avuto 334 morti in Libano in questi 46 anni (sette italiani). È quindi comprensibile che le regole d'ingaggio, decise a New York, non prevedessero di opporsi ai miliziani Hezbollah quando, presumibilmente di notte, scavavano e installavano i razzi iraniani a ridosso d'Israele. Quieto vivere, quieta non movere (cit. Andreotti). In fondo, c'è differenza fra peace keeping e peace enforcing (imposizione della pace).
Ma davanti a una violazione così patente della risoluzione Onu, c'è da chiedersi se la sua lunga e costosa missione di pace abbia fatto qualcosa di utile, o se sia stata platealmente presa per il naso da Iran e Hezbollah.
Così adesso, all'abituale e un po' stucchevole coro contro gli israeliani che dovrebbero fermarsi subito, loro potrebbero rispondere con una canzone dei Carpenters: "We've only just begun", abbiamo appena cominciato.
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antennaweb · 6 months ago
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giancarlonicoli · 1 year ago
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12 ott 2023 20:01
“IO STO CON ISRAELE CON I SE E CON I MA. PERCHÉ NON VOGLIO CHE I SUOI SBAGLI E LA SUA CECITÀ POSSANO PORTARLO A MACCHIARE QUELLO DI BUONO CHE HA FINORA RAPPRESENTATO” - L’EX AMBASCIATORE IN IRAQ, MARCO CARNELOS: “IL MANTRA CHE HAMAS È L’AGGRESSORE E ISRAELE È L’AGGREDITO NON REGGE AL VAGLIO DELLA STORIA E CHI SI FERMA AL 7 OTTOBRE 2023, OVVERO QUASI TUTTI MEDIA E GOVERNI OCCIDENTALI, MOSTRA UN’AMNESIA ANTEROGRADA - CHI AFFERMA DI STARE “CON ISRAELE SENZA SE E SENZA MA” IGNORA IL PASSATO E LE RADICI DEL CONFLITTO E FINISCE CON IL LEGITTIMARE L’IMPUNITÀ DI ALCUNE AZIONI SBAGLIATE CHE ALCUNI GOVERNI ISRAELIANI HANNO COMPIUTO IN PASSATO E CONTINUANO A COMPIERE NELLA TOLLERANZA E IMPUNITÀ, COMPLICI, GARANTITE DAI PAESI OCCIDENTALI, STATI UNITI IN PRIMIS…”
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
per la prima volta accolgo con forte riluttanza la tua sollecitazione ad unire la mia voce al coro di quelle che da sabato 7 ottobre scorso stanno commentando i tragici eventi in Medio Oriente.
Lo faccio ammonendo che la mia sarà una lunga requisitoria poco adatta a quest’epoca contraddistinta da menti deboli, riflessi pavloviani, devastanti ipersemplificazioni, e letture brevi, anzi brevissime, e dove le emozioni hanno ormai definitivamente preso il sopravvento sulla razionalità.
Una requisitoria che è e vuole essere un vero e proprio pugno nello stomaco per destarci da una sorta di condizione catatonica dove stiamo tutti precipitando. Dal momento che me l’hai chiesta, se mi pubblicherai integralmente te ne sarò grato, l’auspicio, o forse l’illusione, è che qualcuno che fa politica ed informazione nel nostro Paese possa farne almeno tesoro.
Il motivo della mia riluttanza è dovuto al fatto che sfortunatamente (o fortunatamente, dipende dai punti di vista!) non mi trovo in Israele, sono Italia. Se fossi stato in Israele mi sarei trovato molto più libero e sereno, pur nell’estrema tragicità del momento, di esprimere la mia opinione senza correre il rischio di essere iscritto in qualche lista di proscrizione.
Aggiungo, doverosamente, che di una simile libertà non avrei potuto godere a Gaza, e non solo perché quest’ultima – di fatto – è la più grande prigione a cielo aperto presente nel nostro pianeta, ma anche perché i detenuti di questa stessa prigione non me lo avrebbero permesso.
Israele è una democrazia, con pregi e i difetti di tutte le democrazie, quest’ultimi, in verità, si sono piuttosto accentuati da diversi anni a questa parte, stanno purtroppo minando le fondamenta democratiche di Israele, che sono un’eccezione meravigliosa in una regione afflitta dall’autoritarismo.
Gaza è una prigione sotto un regime autoritario ispirato da alcuni precetti islamici e dalla distorsione di alcuni di questi a fini politici. Ma è una prigione in cui guardie (Israele) e detenuti (Hamas e chi li circonda) sono avviluppati in un gioco macabro di cui fanno le spese le rispettive popolazioni civili, in una contabilità tradizionalmente ben diversa tra loro, ma che questa volta sta riservando delle dolorosissime sorprese a quella israeliana, credo si sia ormai superata la soglia dei 1300 morti. Non ho idea di quella palestinese sepolta sotto le macerie.
La riluttanza è dovuta perché – nella migliore delle ipotesi – quello che dirò mi esporrà all’accusa di antisemitismo da una parte, e a quella di essere un sostenitore di politiche neocoloniali e di apartheid dall’altra; e questo rischio già di per sé sintetizza tutta l’assurdità della situazione per chiunque si occupi – come ho fatto per anni in una mia precedente vita – del conflitto israelo-palestinese.
Come è possibile, infatti, che una persona possa essere accusata di razzismo da coloro che lo praticano e lo subiscono allo stesso tempo, e a parti invertite? Ebbene, in Medio Oriente, e soprattutto con il pluriennale conflitto israelo-palestinese, è possibile!
Aggiungo un’altra premessa, nella mia adolescenza, negli anni 70’ del secolo scorso, quando il conflitto era già deflagrato con il terrorismo anche nelle strade europee, grazie alle esortazioni di mia madre che intratteneva rapporti di lavoro con lui, ho trascorso molti pomeriggi ad ascoltare i racconti raccapriccianti di un sopravvissuto di Mauthausen. Si chiamava Daniele Disegni e faceva il rappresentante di commercio.
Assistevo anche ad accalorate, ma all’epoca civili, discussioni tra lui ed un socio di mia madre sul conflitto israelo-palestinese, in sintesi, il sacrosanto diritto di Israele ad esistere in pace e sicurezza, e l’altrettanto sacrosanto diritto palestinese all’autodeterminazione, ovvero avere un proprio Stato sovrano ed indipendente nei territori della Cisgiordania e di Gaza con Gerusalemme Est come capitale.
Successivamente ho provato rammarico per averlo perso di vista. Da adulto sono finito a fare il diplomatico e ad occuparmi in larga parte della mia esperienza professionale anche del conflitto israelo-palestinese come Inviato Speciale e, naturalmente, la mia visione e comprensione del problema ha inevitabilmente subito dei cambiamenti che possono derivare solo dalla conoscenza dei fatti, quella vera, e dall’esperienza sul campo.
Caro Dago,
per provare a far capire meglio il dilemma in cui mi ritrovo, e soprattutto la “gabbia mentale” in cui chi in Occidente tenta di spiegare la complessità dei nostri tempi si va ad infrangere, mi avvalgo di una dichiarazione attribuita al Prof. Andrea Zhok professore di Filosofia Morale presso l’Università degli Studi di Milano che cito testualmente:
“Il dibattito pubblico italiano (ok, diciamo pure occidentale) mi ricorda il protagonista del film "Memento" di Nolan. È costitutivamente affetto da amnesia anterograda, dunque, a ciclo continuo, quanto è accaduto ieri svanisce dalla propria memoria senza lasciare traccia. Si ritrova perciò in un eterno presente scervellato, vittima di emozioni violente, sconcerti, indignazioni, desideri di vendetta per i lutti di cui è stato vittima. Passa così da un'azione spregiudicata all'altra, travolto dal desiderio di pacificare gli sdegni da cui è travolto. Fino al giorno in cui scoprirà di essere stato già sempre lui stesso l'assassino.”
Mi rendo conto che quella di Zhok è un’espressione forte ma fotografa alla perfezione il periodo che stiamo vivendo; a differenza di Zhok, tuttavia, io non direi che l’Occidente è stato sempre l’assassino ma, più prudentemente, che lo è stato spesso.  La dichiarazione di Zhok offre l’assist per introdurre alcune puntualizzazioni essenziali nell’animato dibattitto di questi giorni.
Il primo è che il conflitto israelo-palestinese non (dico non) è iniziato il 7 ottobre 2023, come quello russo-ucraino non (dico non) è iniziato il 22 febbraio 2022. Mentre per il secondo dobbiamo andare indietro almeno al 2004 per il primo dobbiamo ritornare al secolo scorso, 1967.
Il secondo è un ammonimento sul tentativo di far passare quanto sta accadendo tra Israele e Gaza come una ripetizione del mantra che ci accompagna dall’inizio del conflitto in Ucraina, ovvero c’è un aggressore ed un aggredito. Hamas è l’aggressore e Israele è l’aggredito. Ebbene questa equazione non regge al vaglio della storia e chi si ferma al 7 ottobre 2023, ovvero quasi tutti media e Governi occidentali, conferma in pieno la diagnosi circa l’amnesia anterograda evocata dal Prof. Zhok.
Il terzo punto concerne il ben più complesso tema esemplificato dal ricorrente slogan “Con Israele senza se e senza ma”. Dietro questo slogan, altamente comprensibile in un momento in cui intere famiglie di civili israeliani sono state massacrate senza pietà in quelli che non sono altro che atti efferati di terrorismo che, oltre ad essere inaccettabili finiscono anche con il danneggiare una causa legittima come quella palestinese, vi è tuttavia una rimozione; e questa, a sua volta, danneggia Israele.
Chi afferma di stare “con Israele senza se e senza ma” ignora il passato e le radici del conflitto e finisce con il legittimare l’impunità di alcune azioni sbagliate che Israele (alcuni suoi Governi beninteso) hanno compiuto in passato e continuano a compiere nella tolleranza e impunità, complici, garantite dai Paesi occidentali, Stati Uniti in primis.
Sottoporre un popolo per quasi 60 anni ad un’Occupazione vessatoria caratterizzata da umiliazioni quotidiane alle quali si aggiungono distruzioni e sottrazioni arbitrarie di terreni agricoli, confisca o demolizioni di case, posti di blocco a singhiozzo e il letale grilletto facile di alcuni soldati e coloni che resta sempre impunito, non è altro che una forma di sistematico incitamento all’odio verso generazioni di palestinesi già cresciuti in cattività.
Paradossalmente, gli ideologi fanatici di Hamas potrebbero tranquillamente smettere di fare il loro lavoro di indottrinamento all’odio verso le nuove generazioni palestinesi, il trattamento che queste subiscono e a cui assistono a Gaza e nella Cisgiordania è già più sufficiente per forgiare nuove generazioni di terroristi.
Il clima di intimidazione che regna nei Paesi occidentali verso coloro che tentano di spiegare le cause di questo conflitto ponendo l’attenzione anche sui danni causati dall’Occupazione è tale che immediatamente scatta l’ignobile accusa di antisemitismo. L’intento è quello di tacitare le ragioni profonde del conflitto perché non le si vuole affrontare, né a Gerusalemme né a Washington e nemmeno, ormai, a Bruxelles e nelle principali capitali europee.
Per risolvere un problema, occorre capirlo, approfondendone anche le cause di fondo per trovare le opportune soluzioni. Rimuoverne le cause implica l’assenza di soluzioni e/o l’adozione di soluzioni sbagliate, entrambe finiscono con il perpetuare ed esacerbare il problema…e gli animi.
Inoltre, spiegare le cause, sovente complesse, di un problema non equivale a giustificare le efferatezze di cui le parti in causa in quello stesso problema possono macchiarsi.
Nelle mie pluriennali interazioni con i miei colleghi israeliani vi è stata sempre una costante. Si lamentavano - correttamente direi - dell’infausta circostanza in cui Israele era sempre additata da anni nei consessi ONU per i crimini commessi ai danni dei Palestinesi, mentre veniva mantenuto un ipocrita silenzio verso altri ben più gravi crimini compiuti da altri Paesi.
La mia risposta è stata sempre quella che a Israele per anni all’ONU era tuttavia sempre stata concessa, e lo è tuttora, anche una sorta di impunità verso diversi crimini e violazioni delle norme internazionali di cui si era macchiata con il sistematico ricorso al veto in Consiglio di Sicurezza da parte degli Stati Uniti.
Questa impunità – sulla quale i governi e i media occidentali mantengono un silenzio assordante – provoca danni e risentimenti, suscita rancore nei Palestinesi che spesso, purtroppo, sfocia in efferatezza terroristica dovuta all’esasperazione.
Se Ursula von der Leyen denuncia giustamente come crimine di guerra la decisione russa di aver interrotto le forniture elettriche, idriche ed energetiche all’Ucraina, perché se ne resta in silenzio quando Israele fa la stessa cosa a Gaza, che peraltro non può reperirle altrove perché è sigillata a causa del blocco israeliano e dove vivono 2 milioni di persone di cui la metà minori?
Perché in ogni intervista effettuata in questi giorni a esponenti palestinesi dai grandi networks televisivi internazionali (CNN, BBC, etc.) viene chiesto loro di condannare subito le efferatezze terroristiche di Hamas ma ad esponenti israeliani non viene mai chiesto di rendere conto delle loro politiche che hanno contribuito ad incendiare nuovamente la regione e di condannarle?
Quando nel 2018 si svolsero una serie di manifestazioni pacifiche palestinesi lungo la barriera che separava Gaza da Israele, i soldati israeliani appostati dietro una serie di collinette si divertirono a cecchinare a sangue freddo i manifestanti inclusi gli operatori sanitari. Ne uccisero almeno 60, per caso qualcuno all’epoca ha visto la bandiera palestinese proiettata sulla facciata di Palazzo Berlaymont a Bruxelles o di Palazzo Chigi a Roma?
È mai possibile che la coscienza selettiva dell’Europa, così orgogliosa dei propri valori, sia scesa così in basso. È mai possibile che la politica estera dell’Unione e dei suoi principali stati membri in Medio Oriente si sia ridotta alla mera proiezione della bandiera di Israele sulle facciate dei palazzi governativi senza poi essere più in grado di proporre alcuna soluzione politica? E se dovesse trovare il coraggio di farla la sottoporrebbe comunque al vaglio preventivo degli Stati Uniti?
Caro Dago,
io sto con Israele, con i se e con i ma! È così deve essere per ammonire Israele quando sbaglia nel suo stesso interesse. Con l’impunità il paese rischia di diventare il principale nemico di sé stesso, rischia di perdere lucidità, di coltivare un eccesso di arroganza e sicurezza che può rivelarsi pericoloso, come drammaticamente testimoniato il 7 ottobre scorso.
Israele sta devastando Gaza con il dichiarato intento di demolire le infrastrutture terroristiche di Hamas. Quella che appare invece sembra una vendetta scatenata dall’orrore che ha subito. Ovvero far pagare ai Palestinesi quello che hanno fatto ed esercitare una fortissima azione deterrente affinché non si azzardino a farlo di nuovo.
Purtroppo, non è la prima volta che accade, episodi simili si sono verificati e metodi simili sono stati adottati nei conflitti di Gaza ni conflitti del 2008 e del 2014 e non sono serviti a nulla. Nel 2023, Hamas, in una striscia di Gaza sigillata, ha dimostrato una ferocia e una capacità militare addirittura superiore rispetto al passato. La deterrenza di Israele nei suoi confronti non ha funzionato. Temo che continuerà a non funzionare.
Io sto con Israele con i se e con i ma perché mi ritengo un vero amico di Israele, che lo esorta e lo critica quando sbaglia perché merita di essere criticato affinché non faccia ulteriori sbagli che finiscono con il danneggiarlo.
Io sto con Israele e gli riconosco il diritto all’esistenza in pace e sicurezza, anzi gli riconosco addirittura il diritto all’esistenza come Stato ebraico se questo può lenire il suo senso di insicurezza. Nel 2006 convinsi l’allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi a fare una dichiarazione formale in tale senso, all’epoca fu il primo Paese occidentale a farlo.
Io sto con Israele con i se e con i ma perché non voglio che i suoi sbagli e la sua cecità possano portarlo a macchiare tutto quello di buono che ha finora rappresentato e che un branco di fanatici religiosi di estrema destra sta sistematicamente tentando distruggere nel vergognoso, omertoso, assordante, silenzio delle democrazie occidentali.
Roma, 12 Ottobre 2023                                                               
Marco Carnelos
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lamilanomagazine · 2 years ago
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"Le Iene presentano: Inside" questa sera in prima serata su Italia 1
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"Le Iene presentano: Inside" questa sera in prima serata su Italia 1. Domani, domenica 16 aprile, in prime-time su Italia 1, il quinto appuntamento stagionale con “Le Iene presentano: Inside” è “L’anima nera della Chiesa”. L’inchiesta di Gaetano Pecoraro e Riccardo Festinese narra di scandali finanziari, morti sospette e rapimenti, storture difficilmente conciliabili con la dottrina della Chiesa Cattolica, con un approfondimento particolare sui peccati che hanno provocato uno degli scandali più profondi che hanno investito la cristianità negli ultimi anni e che hanno dato luogo al primo processo della storia per i presunti abusi sessuali, avvenuti all’interno delle mura Vaticane, tra i chierichetti del Papa. Sul banco degli imputati, nel 2019, con un rinvio a giudizio, erano finiti un seminarista diventato poi sacerdote, Don Gabriele Martinelli e un monsignore, Don Enrico Radice, rettore del preseminario all’epoca dei fatti. Le accuse erano pesantissime: violenze sessuali, abusi, favoreggiamenti, tutti avvenuti nel preseminario San Pio X, l’istituto frequentato da giovanissimi il cui scopo è orientare le vocazioni di chi lo frequenta. Al primo fu imputato di aver compiuto le presunte violenze, al secondo di averle coperte. La trasmissione di Italia 1 ha cominciato a raccontare la terribile e delicata vicenda il 12 novembre 2017, ponendo il primo tassello di questa inchiesta grazie alla sconvolgente testimonianza di Kamil Jarzembowski, il ragazzo che per primo denunciò pubblicamente, dando così via a un tam-tam mediatico mondiale e a due procedimenti giudiziari non ancora del tutto conclusi. Kamil aveva deciso di raccontare alle telecamere de Le Iene la propria versione, sostenendo di essere stato testimone oculare di violenze sessuali che il suo compagno di stanza, Marco (nome di fantasia, ndr.) da ragazzino, avrebbe subìto. Ad aggiungersi al coro accusatorio arrivò anche la testimonianza di Marco stesso che, esattamente come Kamil, aveva puntato il dito contro il seminarista Martinelli. Poi ci fu anche quella di Lucio (nome di fantasia, ndr.), infine quella di Carlo (nome di fantasia, ndr.): le accuse erano sempre le stesse e tutte nei confronti di Don Gabriele Martinelli e di Don Enrico Radice. Nella puntata di stasera Gaetano Pecoraro riavvolge il nastro e ripercorre l’intera vicenda mostrando elementi nuovi e mai emersi fino a oggi. Dalle dichiarazioni inedite degli ex chierichetti del Papa alle interviste a tutti i principali protagonisti che, in questi anni, avrebbero, direttamente o indirettamente, delle responsabilità per quanto accaduto.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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true-trauma · 2 years ago
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L’inchiesta di “Fuori dal coro” su Fedez.
Si dice che quando una persona indichi la luna nella massa, l’intelligente guardi verso gli astri, e lo stolto guardi il dito, magari accusandolo di star disturbando la quiete pubblica.
In qualche articolo precedente scrivevo che quando si va a Sanremo si deve essere pronti a scontrarsi con le più feroci e spesso surreali critiche, che non toccano quasi mai temi realmente seri, ma si riducono a sollevare polemiche pretestuose e da indegni indignati. Non è qualcosa che riguarda certo l’ultimo Sanremo: la musica lì è solo un contorno (ahimè, a prescindere dalla bellezza o dalla qualità delle canzoni). Un programma simil-talent meta-musicale, in cui, per dirla con Big Fish, “la musica ha meno importanza del vestito di Valeria Marini”. Fish può parlare con cognizione di causa essendo stato a Sanremo più volte, di cui la prima finanche la volta più eclatante.
Cambiano i presentatori, i vertici Rai, passano gli anni, e cambiano i vestiti; non è più Raffaella Carrà, ma Amadeus, non è più il 2001, ma il 2023, e a far discutere è il vestito della Chiara Ferragni, che prende quasi il posto della musica e di qualsiasi di battito serio e studiato sui brani in gara. Gli artisti col dito indicano la loro musica, e la stampa si lascia trasportare su commenti e critiche insensate.
Ma facciamo un passo avanti e ammettiamo anche che tutto ciò che si vede a Sanremo sia di altissimo livello, e si chiede scusa a partire da ora a tutti quei grandi nomi che han reso Sanremo Sanremo, dai cantanti, ai presentatori, ai direttori artistici, e chi lavora dietro le quinte. Ammettiamo anche che, tanto per fare un esempio, Chiara Ferragni abbia fatto un grandissimo monologo di grande impatto sociale, o che le canzoni siano tutte dei grandissimi classici e che, ipoteticamente, non ci sarebbe assolutamente nulla di cui lamentarsi dell’astronave Ariston. Tutto ciò che ne deriverebbe sarebbero solo considerazioni e analisi di determinati testi, di determinate canzoni, senza dunque scivolare nella solita cieca (e sorda) critica. Anche perché, cosa si vuole criticare a qualcosa di perfetto?
Tuttavia, Sanremo è uno status symbol in Italia, ed è una delle più grandi vetrine che permette alla musica nostrana di arrivare all’estero, e genera un audience stratosferico, bel al di là delle cinque sere del festival: specie di questi tempi si commentano gli ipotetici (ripeto: gli *ipotetici!*) Partecipanti dai quattro ai sei mesi prima della kermesse, poi ci si scaglia contro questo o quel cantante per i testi pregressi, o per le sue idee socio-politiche, e poi gli scandali delle esibizioni e dei testi, e ancora per le settimane e i mesi successivi per tutti i soliti magna-magna del caso che zompano fuori. Della musica, quindi, rimane poco e nulla: qualche nota, qualche rima, forse qualche messaggio profondo, e poi più niente.
Adesso immaginate di essere degli “artisti moderni”, e la vostra comunicazione si basa sull’uso massiccio dei social media, e dunque, volutamente, si cerca quantomeno di diventare virali, in un mondo in cui sono diventati virali anche i video delle morti di George Floyd e di Mango, o di Matteo Salvini che, improvvisandosi uomo ragno di quartiere appena uscito dalla sagra della salsiccia, bussa random. Immaginatevi di voler anche diventare virali a tutti i costi. Quale migliore occasione di Sanremo e sfruttarla come vetrina? A questo punto, le strade sono due: o fai come Blanco e spacchi tutto (quasi letteralmente parlando), peraltro rompendo una scenografia fatta coi fiori nella città dei fiori (un genio!), o fai come Rosa Chemical e Fedez, che si limonano in eurovisione, facendo leva su quella grande fetta di popolazione altamente bigotta.
Si intenda, nulla di rivoluzionario: il classico, il solito gesto sanremese smuovi-acque in grado di far parlare di sé anche se contenutisticamente parlando incredibilmente povero.
Morale della favola: il Codacons ti vede e, come spesso accade, si attacca alla fuffa, e presenta un esposto per venirti contro, qualunque cosa tu abbia detto o fatto, spesso senza criterio alcuno.
Si diceva della luna e del dito. Fedez quest’anno si è preso il palco e la scena sanremese forse anche più della moglie, forse anche più delle canzoni presentate sul palco dell’Ariston. Si è parlato spessissimo di lui, nonostante fosse stato invitato solo come ospite della crociera (oltre che come ospite degli Articolo 31 per il loro medley), dove ha presentato un freestyle prodotto da Salmo in cui si è tolto tanti sassolini dalla scarpa. E tra le cose che han suscitato più clamore ci sono state le sue parole sul vice-ministro Galeazzo Bignami, attaccato con coraggio, presentato con una foto in cui era vestito da nazista ad una festa di Carnevale. La foto è stata poi strappata a fine esibizione dallo stesso Fedez, che, stando a quanto dichiarato, non ha comunicato il contenuto del testo ad alcun organizzatore del festival.
Neanche il tempo di smarcarsi da tutto ciò, che a raffica arrivano prima il grido di “Giorgia legalizzala!” Urlato con J-Ax dal palco mentre cantavano sulle note di Maria Maria, e subito dopo il limone con Rosa Chemical.
Tutto questo ha contribuito ad alimentare certamente e non placare tutte le voci su di lui, e lo ha portato sulla bocca di tutti (su quella di Rosa Chemical sicuro) con tanta furbizia e scaltrezza.
Ovviamente non sono rimasti in silenzio neanche tutti quei giornali politicamente schierati. Lo dicevamo prima: dinanzi a Sanremo è impossibile restare indifferenti. E allora veniamo alle ultime. Facciamo finta di essere, e non un nome a caso, Mario Giordano, personaggio simbolo del decadimento del giornalismo italiano, da anni prezzolato di Silvio Berlusconi e di conseguenza delle destre attualmente al governo. Giordano che si ritrova dinanzi uno dei personaggi più esposti degli ultimi anni (Fedez) in uno dei contesti più seguiti di sempre (Sanremo) che offre molteplici spunti di riflessione di cui dibattere, al di là del livello delle esibizioni, di cui non proferisco parola.
Si potrebbe parlare del viceministro Bignami, e del preoccupante ritorno delle squadriglie fasciste (vedi i fatti di Firenze, avesse un esponente del governo preso anche solo per sbaglio una netta posizione di condanna nei confronti di quel vile, meschino e preoccupante gesto); si potrebbe avviare un dibattito serio (come se ci fosse posto per la serietà nel programma di Mario Giordano) sulla legalizzazione della cannabis, peraltro invocata dagli Articolo 31 e Fedez sul palco dell’Ariston, tema liquidato da Fratelli D’Italia col solito commento italiota che vuole la cannabis al pari di cocaina ed eroina, ovvero “non legalizzeremo mai le droghe”. Si potevano sollevare tantissime tematiche, ma a quanto pare, a Fuori dal coro si preferisce parlare della presunta omosessualità di Federico.
Eppure, il servizio non è andato in onda. Ma come mai? Andiamo per gradi.
Fedez sono giorni, praticamente da subito dopo Sanremo, che non posta alcunché sui propri social, né compare nei post della moglie, scatenando un circolo di commenti che vanno dall’incazzato (ora contro Fedez per il basio con Rosa Chemical, ora contro Chiara Ferragni per la sua pesantezza) al divertito (“stiamo per chiamare Chi l’ha visto?”). Il suo silenzio è stato interrotto solo da qualche storia, la più rumorosa delle quali è arrivata in un pomeriggio. Telefono alla mano e schermo dinanzi, il rapper riprende quella che pare essere un’intervista in cui si ritrova a rispondere della sua omosessualità: “non sono gay, ma se lo fossi non avrei alcun problema a dirlo”. E parte poi un monologo in cui attacca ferocemente il programma di Giordano, definendolo un programma di disinformazione. Tematica, quella del giornalismo, che Fedez ha sempre trattato in musica, nelle interviste e sui social, dimostrando di avere a cuore la causa del giornalismo. Ed è sempre su Instagram story che affida altre domande e altre considerazioni: perché parlare dell’omosessualità di Fedez anziché affrontare tutte le altre, tipo la presenza di Bignami all’interno dell’attuale governo, nonostante quell’ignobile fotografia? Forse perché Giordano non può fare bastian contrario? Per finire, Fedez, ironicamente, chiede ai giornalisti di Fuori dal coro di condurre un’altra inchiesta: “sapere se Mario Giordano ha ancora i testicoli attaccati allo scroto”. Apriti cielo.
Non è la prima volta che Giordano si ritrova a essere vittima di scherno da parte di qualcuno di importante: già un po’ di tempo fa, Lilli Gruber, rivendicando la sua distanza professionale dal burattino di Rete 4, cosa peraltro sacrosanta e ragionevole, si ritrovò a imitare la sua voce, difetto fisico di cui spesso si parla sui social. Ma ora che a farlo è Fedez, personaggio sicuramente più controverso e più potente mediaticamente parlando, le critiche sono state accesissime, il più delle quali vertevano a mettere in mostra la contraddittorietà di Fedez, “accesso paladino delle libertà e dei diritti che si diverte a perculare una persona per un suo difetto fisico”, effettivamente unico punto criticabile delle sue storie di quel pomeriggio. Buttati al cesso gli altri due minuti in cui espone il suo (condivisibilissimo) punto di vista sul giornalismo italiano, sciacallo e frivolo, che concentra le proprie energie per portare avanti “inchieste” su argomenti inutili (vedi omosessualità presunta di Fedez).
Tanto che Fedez lo chiede: “vi ha dato fastidio che ho mostrato i vostri amici fascistelli?”. Ma ormai la frittata era fatta.
Le critiche non si sono certo arrestate. Sui profili social di Fuori dal coro subito dopo è comparso un post: “tranquillo Fedez, non parleremo di te, ma di argomenti più importanti”. E non mancano certo anche i commenti gaudenti dei boomer che seguono Rete 4, che fanno a gara a destra e a manca ad additare Fedez di ogni male del mondo.
“Curnuto e mazziato”, si direbbe a Napoli. “Oltre al danno la beffa”. Il tutto, per aver leggermente esagerato con le parole. Tu ti baci scherzosamente con un uomo, tuo amico ancora prima che collega, ti contattano per condurre “un’inchiesta del cazzo” e ti dicono anche che ti sei inventato tutto. Meraviglioso.
E non è servito neanche postare una storia in cui, forte e chiaro, è udibile la voce della giornalista che dice che le domande andranno in onda a Fuori dal coro. Delle due l’una: o a Fuori dal coro piace fare scherzetti per farsi pubblicità (peraltro servendosi di una persona visibilmente scossa e sotto pressione), o han fatto una inversione a “u” dopo essersi resi conto di aver fatto una “figura di merda” (si ringrazia Fede per questa citazione che resterà negli annali). O, ancora, la giornalista (sarà davvero una giornalista?) Si è servita del nome del programma in maniera impropria.
E se il livello artistico-culturale, come dicono in molti, è ai minimi storici, anche nel mondo giornalistico non si scherza mica. Quello di Fedez è l’esempio più plastico, se si considera il periodo storico che si sta vivendo, con un serio e preoccupante allarme di una terza guerra mondiale peraltro nel cuore del vecchio continente. E se proprio si fosse voluto così ardentemente voluto parlare di Fedez, si sarebbero potute affrontare centinaia di altre questioni diverse che ha sollevato, anche dal palco dell’Ariston recentemente.
Per citare ancora una volta l’intro di questo articolo, potremmo dire che: quando un Fedez mira col dito le (“vere”) questioni del paese, i giornalisti italiani si scandalizzano per un bacio e gli danno anche del fr0c10. Del resto, per citare
Alfonso Signorini
, oggi a fare i giornalisti ci pensano anche i giornalai. E verrebbe da dire persino “solo quelli”.
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clacclo · 8 days ago
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Commento a caldo: ho visto concerti... non so se peggiori o migliori, non l'ho capito!
Lui è un coglione autoreferenziale che si sopravvaluta (non ha più voce ma si ostina a non cambiare arrangiamenti e, cosa per me incredibile, non ha lasciato spazio al pubblico per cantare in coro mentre risparmiava la voce, per dire la cosa più fastidiosa del concerto, oltre alla acustica pessima che ha peggiorato la situazione) e che si vanta di aver avuto amici famosi (e più bravi di lui, aggiungo io), ma solo se sono morti e strappano l'applauso, così da brillare della luce riflessa di chi non può smentire; il pubblico ha la maturità emotiva di un sedicenne; i testi, da metà degli anni '80 in poi, sono melensi e banali (cuore-amore), spesso ripetitivi e dal significato occulto (leggi: senza senso); musicalmente e come messa in scena, veramente niente male, è il motivo per cui non riesco a bocciare il concerto con convinzione perché, alla fine, Venditti era la cosa più negativa ma anche quella che mi ha sorpreso meno. In realtà, mi ha sorpreso il fatto che abbia fatto solo Bomba o non bomba al pianoforte, rimasto inutilmente in mezzo al palco per tutto il concerto.
Diciamo che un lavoro migliore sulla sua voce, che si sentiva a stento e non si capiva neanche quando ha presentato la band (ma si sentiva bene quando sproloquiava senza musica... Autotune regolato male? 🤔), avrebbe portato ad una maggiore partecipazione del pubblico (già è difficile cantare con qualcuno quando non senti le parole, io non sentivo nemmeno il pubblico, sovrastato dall'età avanzata e dalla musica...). Anche qui, da un lato preferisco ascoltare la performance sul palco (e sono stato molto soddisfatto), dall'altro è mancato l'aspetto della partecipazione collettiva. Faccio un esempio lampante: Roma capoccia e Grazie Roma, ultimi brano del concerto, erano cantati da tutto il pubblico (ovviamente, essendo a Roma) ma la musica copriva il coro, che si percepiva in sottofondo come in un disco dal vivo, anziché essere il protagonista principale. Si potrebbe dire che il suo egocentrismo ha avuto il sopravvento sullo spettacolo e sul rapporto con il pubblico, ma da Venditti me lo potevo aspettare...
@clacclo
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In attesa di tornare sedicenne con Antonello Venditti.
@clacclo
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silenziodorato · 1 year ago
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Volete le fonti attendibili come tutti noi ma non salteranno MAI fuori che i malori improvvisi in netto aumento sono dovuti al vaccino perché si scatenerebbe il disastro da parte di chi si è inoculato. I vaccinati non fanno altro che smentire ogni nostra supposizione o teoria perché hanno paura di riconoscere che abbiamo ragione e che potrebbero essere i prossimi sulle epigrafi. Ci sta.
Comunque a quello che mi ha dato del ritardato ricambio il complimento. Dire novax solo perché ho scelto di non farmi inoculare qualcosa che è stato pronto in pochi mesi significa semplicemente che non mi sono fidato di QUESTO vaccino ma ho fatto benissimo tutti gli altri compreso antinfluenzale. Capra.
E molti sono esattamente nella mia situazione, non ci hanno visto chiaro durante la "pandemia" e vedere virologi e presunti esperti dire uno il contrario dell'altro in tv non ha fatto che alimentare i nostri dubbi.
I siti comunque dove puoi trovare fonti attendibili sono: pickline, disinformazione.it, guarda fuori dal coro che almeno loro la verità non hanno paura di dirla, la Dottoressa Barbara Balanzoni che nonostante sia stata radiata per il suo coraggio lei continua a dire la verità, vedi Montagner che aveva detto che sarebbero morti molti vaccinati, il paragone, la verità, ecc.. le fonti ci sono ma avete bisogno di credere solo a quelli che condividono il vostro stesso pensiero per non aver paura.
In ogni caso i vaccini ad mRNA saranno stati studiati da 20 anni ma preparare un vaccino in neanche un anno contro qualcosa che neanche si sapeva bene come agiva o si diffondeva è assurdo.
E hanno cambiato parecchie versioni sul magico vaccino. Prima immunizzava e poi no, prima era sicuro e poi rischi miocarditi o pericardite o addirittura di rimanerci secco, prima non contagiavi e ora contagi, prima non prendevi il covid e poi si, prima non finivi in ospedale e poi basta vedere che molti in terapia intensiva o con danni da vaccino sono proprio i cretini che ci hanno creduto. Se invece di curare con Tachipirina e vigile attesa avessero CURATO non sarebbe servito il vaccino ammazzatutti. Io non so cosa hai visto tu in ospedale mentre facevi il tuo tirocinio ma di certo il covid non era mortale. Dimostrami che non c'è un aumento di malori improvvisi e decessi e dammi tu le fonti attendibili se sostieni che io non stia ragionando correttamente.
Caro anonimo, buonasera.
Mi hai scritto un messaggio davvero lungo, perciò, cerco di rispondere.
La prima cosa che dici è che le fonti attendibili e scientifiche che ti ho richiesto non le hai e non ci sono “perché si scatenerebbe il disastro da parte di chi si è inoculato.” Ora, io tralascio volontariamente l’assurdità di questa affermazione perché chi si è vaccinato ha scelto di farlo e, inoltre, ti ripeto per la millesima volta che non ci sono questi malori e questi effetti indesiderati di cui parli. Vorrei direttamente passare alla parte in cui citi “disinformazione.it” e “pickline”, ma hey aspetta non avevi detto che non hai fonti perché si scatenerebbe un disastro? E questi siti cosa sono? Te lo dico io, fonti.
Disinformazione.it non ne parlo perché manco serve sprecarci parole
Pickline (anche qui boh) ha degli articoli sulle vaccinazioni covid. In un articolo risalente al 17 settembre 2023 viene detto in breve che due milioni di euro sono stati sprecati perché il covid cambia nel tempo e dunque certe dosi non erano più funzionali: che questo sia vero o no, se io ho del cibo scaduto lo butto anche se l’ho pagato, non è che lo mangio lo stesso e mi faccio venire un’intossicazione alimentare perché non posso sprecare soldi. Poi c’è un articolo del 31 ottobre 2023 sulle morti improvvise che dice che due giovani di 13 e 22 sono morti improvvisamente e c’è scritto che i cittadini si chiedono se “esiste un legame tra le morti improvvise, i danni al cuore, le pericarditi silenti, fattori genetici, malattie infettive pregresse e non, Covid incluso, eventuali vaccini effettuati”. Va bene, ci sono le parole “covid” e “vaccini” ma, se hai mai fatto una comprensione del testo più o meno verso le elementari, potrai vedere anche tu che questa è una domanda NON risposta da nessun medico o scienziato e SENZA basi scientifiche. Più o meno è come fare un articolo dicendo “molti cittadini si chiedono se gli unicorni esistano.” Eh, sono felice che se lo chiedano, ma la risposta? Non c’è, fine. E non c’è perché Non. Ci. Sono. Basi. Scientifiche. Non. Ci. Sono. Dati. Oggettivi. E. reali.
Altro articolo, il 5 agosto 2023, tornando indietro. Parla delle “morti sospette” dopo il vaccino del Covid e l’accesso ai dati su queste morti. In pratica sto articolo vuole dire che il ministero ha dei dati che non vuole fornire sulle morti avvenute entro 14 giorni dal vaccino e secondo questi no vax (perché questo sono) praticamente il ministero non fornisce questi dati perché le morti sono dovute al vaccino. Ovviamente, come tutti gli articoli dei no vax, è tutto infondato e basato sul nulla, proprio come l’unicorno di cui parlavo prima. A volte bisognerebbe ripassare il metodo scientifico. O forse no perché spoiler: non siete e non siamo tutti scienziati, anche se dopo il covid ha iniziato ad andare di moda.
Poi citi gente che è inutile commentare, insulti l’anonimo che ti ha insultato quindi sostanzialmente lo ripaghi con la stessa moneta, successivamente dici di non essere novax dopo avere detto TUTTE le argomentazioni dei novax, avere inoltrato articoli basati sull’aria fritta e su robe novax, e dopo avere detto testuali parole: “In ogni caso i vaccini ad mRNA saranno stati studiati da 20 anni ma preparare un vaccino in neanche un anno contro qualcosa che neanche si sapeva bene come agiva o si diffondeva è assurdo.”
Su questa mi ci voglio soffermare, non solo perché è letteralmente la frase standard dei novax, ma anche perché fa morire dal ridere la contraddizione interna che c’è. Praticamente dici che i vaccini a mRNA saranno pure studiati da 20 anni ma il vaccino è stato preparato in un anno. Prontoo? Parlo con le tue sinapsi? Ci siete? Se una cosa è studiata da 20 anni, ossia 240 mesi, non è preparata in un anno, ma come te lo devi dire? Can we try in english? Ad ogni modo, ti invito NUOVAMENTE a dirmi cos’è l’mRNA, perché continui a parlare “di roba che c’è dentro al vaccino” eppure non mi sai spiegare cosa c’è. Sei contro a una cosa che non sai cos’è sostanzialmente e ti arrabbi che noi che sappiamo cosa c’è perché lo studiamo siamo pro.
Le versioni sul vaccino non sono cambiate, l’idea di base è sempre stata quella, mio caro anonimo, fare un vaccino ad mRNA. Il virus è ciò che cambia, perché ci sono tante varianti, dunque bisogna starci dietro. Al giorno d’oggi il Covid è così, come dite voi “una semplice influenza” proprio grazie al vaccino, ma se avessi un minimo di conoscenza scientifica e non leggessi novax.sonocontroilvaccinosenzamotivo.it lo sapresti.
E ora delle VERE FONTI ATTENDIBILI
https://www.istat.it/it/files//2022/03/Report_ISS_ISTAT_2022_tab3.pdf dove puoi vedere grafici e statistiche dell’Istat sulle vaccinazioni che hanno diminuito i decessi (conoscendoti, non credi manco all’Istat, è sicuramente un complotto)
https://www.salute.gov.it/portale/vaccinazioni/archivioFakeNewsVaccinazioni.jsp
https://www.salute.gov.it/portale/vaccinazioni/archivioFakeNewsVaccinazioni.jsp
Infine parliamo di te, che mi hai scritto nel messaggio che pubblicherò dopo questo che mi sono ammutolita perché non so cosa dire, che mi hai fornito fonti e sono sparita. Eccomi, caro anonimo, ci metto la faccia e ci metto le conoscenze scientifiche, tu cosa ci hai messo?
Ps. Quando parli di “noi”, inevitabilmente parli dei novax, di cui fai parte, pur dicendo di non farne parte. Almeno accetta la parte in cui hai scelto di essere.
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acquaconlimone · 2 years ago
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Ieri a Roma Damiano dei Maneskin davanti a 70.000 persone ha gridato "Fanculo Putin, fanculo i dittatori".
Naturalmente i soliti leoni hanno scritto ma perché non lo va a dire A Mosca?
Ma che cosa c'entra, ieri era lì lo ha detto lì e 70.000 persone gli hanno risposto in coro.
Ora Damiano non è Churchill ma ha detto una cosa che mi trova d'accordissimo,
Fanculo Putin,
Fanculo i dittatori,
Fanculo ai leader europei (Draghi compreso) che stanno dialogando con Erdogan, no a uno come Erdogan lo dovete mandare a fanculo altroché storie,
Fanculo a chi sta speculano sui prezzi del carburante e delle materie prime,
Fanculo a chi ha ridotto il pianeta ad una discarica,
Fanculo a dopo quasi tre anni siamo ancora qui con i vaccini e la variante Omicron,
Fanculo a chi paga le persone 3 euro all'ora andando in tv a piangere perché non trova nessuno e poi viene smascherato,
Fanculo al silenzio calato sulle morti sul lavoro, ieri è morto un'altra persona schiacciata da una lastra di marmo,
Fanculo a Briatore, la sua pizza e l'arroganza con cui la pubblicizza,
Fanculo a come è stato gestita fino ad ora l'acqua pubblica, abbiamo delle condutture colabrodo, perdiamo migliaia di litri tutti i giorni, lo sappiamo da decenni e non si fa niente però io devo stare attento a fare la doccia,
Fanculo agli Stati Uniti, avete un pover'uomo come presidente il quale ieri si è sbagliato a leggere un foglio sul quale gli avevano scritto il discorso,ebbasta non ce la fa più è inutile tenerlo mandartelo in pensione e metteteci il vice fino alle elezioni,
Fanculo a voi amici romani, avete una città ridotta ad una latrina, avete i cinghiali che girano per le strade ma voi nulla, niente come se fosse normale ecchecazz,
Fanculo a noi italiani che crediamo che Letta, Conte, Salvini o la Meloni riusciranno a salvare la situazione.... ma quando mai, proprio gli asini che volano,
Fanculo a me che la domenica mattina scrivo sta cose però è liberatorio ogni tanto mandare a Fanculo qualcuno.
Buongiorno 🌞
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conte-olaf · 1 year ago
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Brucia ancora. Grazie a tutte/i "noi"
💥31dicembre: 5000 persone di picco, 7000 persone di passaggio complessivo, hanno nuovamente abbracciato la fabbrica.
💥Il tutto con un meteo avverso, l’influenza peggiore degli ultimi 15 anni e in una serata – quella del 31 dicembre – densa di eventi in contemporanea.
💥Il movimento solidale attorno alla fabbrica non conosce calendario: che ci licenziate a luglio o capodanno, scegliamo ancora di non cadere.
Si tratta dell’ennesimo evento di questa lotta. Diamo dei numeri di inizio anno:
📢 Numeri della vertenza Gkn
👉🏼906 giorni di assemblea permanente
👉🏼5 manifestazioni a Campi e Firenze in due anni e mezzo.
Complessivamente oltre 100.000 persone coinvolte
👉🏼2 scioperi generali territoriali e 1 di categoria: 18 ore di sciopero (Cgil, Cisl, Uil, Fiom Cgil, Usb, Cobas confederazione lavoro privato)
👉🏼4 articoli 28 per condotta antisindacale vinti in 5 anni dalla Fiom Cgil
👉🏼1 manifestazione in convergenza a Bologna “per questo, per altro, per tutto”, con tanti movimenti tra cui il No Passante, 30.000 persone
👉🏼1 manifestazione in convergenza a Napoli, con il movimento delle/dei disoccupati, 15.000 persone
👉🏼17.000 firme raccolte a favore dell’intervento pubblico e dell’ammortizzatore sociale legato alla reindustrializzazione nel dicembre 2022
👉🏼175.000 euro raccolti in crowdfunding in 47 giorni
👉🏼527.000 euro di azioni complessivamente prenotate per l'azionariato popolare
👉🏼Fondazione di una Società Operaia di Mutuo Soccorso, Insorgiamo, basata sull’articolo 11 dello Statuto dei Lavoratori
Fondazione della Cassa di Mutuo soccorso in convenzione con Mag
👉🏼2 progetti industriali presentati, uno a marzo e uno a dicembre 2022
👉🏼2 documentari
👉🏼2 libri
👉🏼1 spettacolo teatrale
👉🏼1 Festival della Letteratura Working class, praticamente unico, 3500 persone coinvolte
👉🏼Saremo coro, raduno internazionale di cori partigiani
👉🏼5 concerti evento di fronte alla fabbrica, almeno 15.000 persone complessivamente coinvolte
👉🏼 Abbiamo perso il conto della quantità di eventi di convergenza culturale
👉🏼 Abbiamo perso il conto dei presidi, iniziative di lotta, sul territorio tra cui 30 ore a Palazzo Vecchio e 6 giorni sulla Torre di San Niccolò
👉🏼4 Insorgiamo tour, un numero incalcolabile di chilometri percorsi
👉🏼 Insorgiamo tour internazionale: Lipsia, Berlino, Colonia, Barcellona, Amsterdam, Parigi, Londra, Manchester
👉🏼 Invio di squadre di solidarietà attiva per l’alluvione in Romagna
👉🏼 Oltre 1000 volontarie/i organizzati per l’alluvione a Campi
👉🏼 3 riconoscimenti da associazioni giornalistiche
Nel frattempo nel mondo due ondate pandemiche, oltre 200.000 morti nel conflitto tra Ucraina e Russia, il devastante massacro in Palestina, 2 record annuali di emissioni di Co2 derivanti da combustibili fossili e ancora femminicidi, morti sul lavoro, altre aziende in crisi
👺Numeri dell’azienda
2 procedure di licenziamento avviate
Non vengono consegnate le buste paga dal dicembre 2022
Non presentato alcun reale piano industriale almeno dal 2020 in poi
6 direttori cambiati in 4 anni
3 liquidatori in 2 anni e mezzo
80 posti di lavoro bruciati negli appalti
240 posti di lavoro bruciati sul territorio
Milioni di euro di perdite accumulate per la propria totale miopia
⚠️ Numeri delle istituzioni
Due anni di cassa integrazione, probabilmente circa 7 milioni di euro, regalati dallo Stato all’azienda senza mai ottenere alcun reale rilancio industriale
Dal luglio 2021 30 incontri o tavoli istituzionali senza nessun risultato
#insorgiamo https://www.instagram.com/reel/C1jyqRsO8Rz/?igsh=MTYydG5hN3NuN2dkZQ==
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Corteo di mezzanotte
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scogito · 3 years ago
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Il video qui proposto è andato in onda martedì sera, durante la trasmissione Fuori dal coro. I medici ospedalieri denunciano che ossigeno troppo forte, caschi e intubazioni precoci danneggiano gli ammalati di Covid-19, trattandosi di soggetti che a causa del virus sviluppavano problemi di tipo vascolare. I dottori denunciano che tali protocolli erano accettabili all'inizio, quando la malattia era sconosciuta, ma non a distanza di due anni. Nell'incipit del servizio le testimonianze di pazienti che i nosocomi avrebbero voluto sottoporre a trattamenti con casco o a TI senza che vi fossero situazioni emergenziali, tanto che rientrati a casa, dopo averli rifiutati, si sarebbero ritrovati con buoni livelli di saturazione. Il servizio risulta introvabile e pare che sia stato eliminato anche dalla puntata completa.
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Questo si collega a ciò che è stato detto in Camera dei deputati ("Li abbiamo ammazzati, gli abbiamo bruciato i polmoni ecc").
Cose dette e urlate, ma ovviamente accusate di falsità, e come al solito guai a nominare i morti perché gnognévvvero.
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aitan · 3 years ago
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Diceva Bernardo di Chartres e ripeteva Isaac Newton “che noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.”(«Dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes, ut possimus plura eis et remotiora videre, non utique proprii visus acumine, aut eminentia corporis, sed quia in altum subvehimur et extollimur magnitudine gigantea», Giovanni di Salisbury, XII secolo).
Vorrei crederci, ma a volte ho l’impressione che avesse ragione Aldous Huxley nel ritenere che il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia sia la lezione più importante che la storia ci insegna. («That men do not learn very much from the lessons of history is the most important of all the lessons that history has to teach.»)
E voi da che parte state, dalla parte di Bernard, Isaac e Giovanni o dalla parte di Aldous?
Insomma, per voi ha senso celebrare una giornata della memoria commuovendosi per ciò che stato e non muovendosi davanti a ciò che è?
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E ve lo chiedo un paio di giorni prima che i discorsi si ammucchino, si accatastino, si ammonticchino, si accavallino, si affastellino e si sovrappongano in un brulichio indistinto e noioso in cui si perdono, come in un deserto, le poche voci fuori dal coro.
Prima che ci mettiamo a piangere i morti del ‘900 senza svestirci della nostra indifferenza di fronte ai morti e alle discriminazioni del 2022. I morti sul lavoro, i morti di lavoro, i morti senza lavoro e i morti in cerca di lavoro e dignità lontano dalla loro terra.
Non certo per svilire la Shoah, ma per darle un senso che trascenda dai muri di quei Lager.
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