#morti per lavoro
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aitan · 4 months ago
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In questo Paese in cui va tutto bene muoiono di lavoro tre lavoratori al giorno. Siamo i primi in Europa.
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kon-igi · 30 days ago
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ORA RIESCO A PARLARNE. FORSE.
Venerdì ho portato Cthulhu a fare una radiografia alla zampa posteriore perché zoppicava.
Credevo fosse un legamento rotto o un'artrosi, in fondo ha 12 anni.
Il veterinario mi fissa con sguardo triste e scuote la testa, indicando la radiografia sullo schermo.
Non c'è bisogno che mi spieghi cosa sto vedendo... ne ho visti un sacco, pure negli esseri umani, e li so riconoscere fin troppo bene.
Osteosarcoma.
Ti aspetto Lunedì - mi dice - la porti qua a metà mattina.
Otto capisce che qualcosa non va e non si stacca da lei per tutto il fine settimana.
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Non credo di aver mai provato un dolore così profondo e così forte... e soprattutto di aver mai pianto così tanto.
Un tempo scrissi di avere la speranza che un giorno, quando fosse toccato ai miei cani, avrei trovato la stessa forza che auguravo a una tamblera che doveva salutare il suo.
Ecco, oggi è il primo giorno che sono tornato a lavoro...
E non ho dovuto salutare Cthulhu, perché sapevo che da lunedì sera, una volta recuperata dal veterinario, lei avrebbe avuto bisogno di me, nel pieno delle mie forze... per l'antidolorifico, per l'antibiotico, per pulire i drenaggi e per uscire in cortile a fare i bisogni...
Perché è tutto più difficile senza una zampa.
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L'ho pulita, disinfettata, tenuta in braccio, consolata e ho pure dormito (si fa per dire) sul pavimento accanto a lei.
Lei e Otto 13.000 anni fa sono morti per salvarmi dall'attacco di un orso feroce e prima che se ne andassero ho promesso che mi sarei preso cura di loro in ogni vita a venire, per sempre.
Sono i compagni di questa avventura che si chiama vita e anche se so che a un certo punto dovrò andare avanti senza di loro, da quel giorno li ricorderò per sempre e li ringrazierò di avermi reso una persona migliore.
Da oggi Cthulhu sta meglio e, come potete vedere, sta recuperando la lista delle sue priorità
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... compreso mettere all'ultimo posto il saltellare in cortile su tre zampe quando può starsene a poltrire davanti al camino!
Un cuore per la mia cagnolona ❤️
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finestradifronte · 4 months ago
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Solstizio
Si dice che oggi si debba lasciare andare e esprimere intenti. E così sia. Voglio lasciare andare la morte dei miei genitori, la mia cara amica Rita, di mio cuginone Claudio della mia figlia di cuore (in affido mi sa di brutto) Debora. Tutte morti precoci o precocissime per malattie lunghe e devastanti o improvvise e brutali che li hanno strappati a me uno dopo l'altro. Lascio andare non certo il loro ricordo, ma il dolore sordo e profondo che ti lascia vuota, esausta e soprattutto che ti toglie anche solo la capacità di immaginare che possa esserci ancora un futuro. Lascio andare la paura costante e feroce che ancora la malattia possa portarmi via i miei cari. Una paura che mi porta a pensare che ammalarmi io e morire prima possa essere l'unico modo per sfuggire a questo incubo. L'unico sollievo immaginabile.
Voglio andare e stare in un tempo di possibilità. Riuscire a guardare la luce che c'è. Un tempo lento e di qualità. Voglio essere assertiva nei miei sì e soprattutto nei miei no e nei vaffa.
Se riesco a scriverlo e se riuscirò a farlo, in tutta sincerità penso non possa essere certo grazie al Solstizio che nel mistero dell'Universo e nelle sue leggi spero abbia cose più importanti da governare...ma nei pensieri nelle lacrime e nel duro lavoro con la psicologa che mi ha acceso un lumino in fondo al tunnel, che mi ha aiutato a dire l'indicibile e che tuttora mi da una mano a gestire i miei pericolosi sguardi rivolti indietro.
#ah lascio andare pure la tinta ai capelli
#consiglio non richiesto: in certe situazioni quando la m. in cui siete supera un certo limite e assume certi connotati lasciate andare famigliari e soprattutto amici che pur animati dalle migliori intenzioni non capendo un caxxo di certe implicazioni vi possono inconsapevolmente (non con la vicinanza che è sempre oro ma soprattutto con certe affermazioni e considerazioni) spingere ancora più giù. A volte ci vuole uno bravo.
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falcemartello · 30 days ago
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(Solo per chi "mastica" matematica)
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Fallisce la svedese Northvolt, produceva batterie per veicoli elettrici.
Quelli responsabili del “successone” Northvolt vogliono che noi paghiamo loro un esercito. Cosa potrà mai andare storto? Per chi non fosse al corrente: Northvolt, fondata nel 2016, aveva raccolto finanziamenti per circa 15 miliardi di dollari con l'obiettivo di creare una filiera europea indipendente per le batterie, riducendo la dipendenza dai produttori asiatici. Tuttavia, nel novembre 2024, l'azienda ha dichiarato bancarotta negli Stati Uniti, avvalendosi del Chapter 11, una norma fallimentare che permette di continuare le operazioni mentre si cerca un accordo con i creditori. Con debiti per 5,8 miliardi di dollari e solo 30 milioni di liquidità in cassa, Northvolt ha dovuto affrontare una situazione critica, segnata da licenziamenti massicci (1.600 dipendenti, circa un quinto della forza lavoro globale), chiusura di siti e problemi operativi, come l'incapacità di aumentare la produzione su larga scala nella sua principale fabbrica di Skellefteå, in Svezia. Tra i fattori che hanno contribuito al fallimento ci sono stati: - **Problemi tecnici e operativi**: la produzione non ha mai raggiunto i livelli previsti, con la fabbrica di Skellefteå che operava a meno dell'1% della capacità teorica. - **Incidenti e sicurezza**: si sono verificati incidenti gravi, tra cui esplosioni e morti sul lavoro, che hanno danneggiato la reputazione dell'azienda. - **Competizione asiatica**: i costi di produzione europei, appesantiti da normative complesse e burocrazia, non sono riusciti a competere con quelli dei giganti asiatici come CATL, che stanno espandendo la loro presenza in Europa. - **Errori strategici**: l'azienda ha puntato su un'espansione ambiziosa senza consolidare una base operativa solida, portando a perdite nette di 1,2 miliardi di dollari nel 2023. Questo caso evidenzia le difficoltà dell'Europa nel costruire un'industria delle batterie competitiva, nonostante gli sforzi politici e i sussidi pubblici, come i 902 milioni di euro stanziati dalla Germania per una gigafactory a Heide. Il fallimento di Northvolt ha anche sollevato preoccupazioni sul rischio di una crescente dipendenza dalla Cina, che domina il mercato globale delle batterie e sta costruendo impianti in Europa, come quello di CATL in Germania e Ungheria. Va notato che non tutte le "mega fabbriche" di batterie europee hanno fallito. Ad esempio, progetti come quello di Automotive Cells Company (ACC) in Francia, con la partecipazione di Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies, stanno proseguendo, anche se con ritardi e difficoltà simili legate a costi e competizione. Tuttavia, il caso Northvolt rappresenta un campanello d'allarme per l'Europa, che deve affrontare sfide strutturali, normative e competitive per raggiungere l'autonomia strategica nel settore delle batterie.
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mucillo · 4 months ago
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Morti sul lavoro
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Cadono come foglie, ma l’autunno non c’entra, assumono pose innaturali quei corpi inanimati. Corpi di esseri umani che volano giù da impalcature ma non hanno le ali, spinti dal dio denaro di gentaglia senza umanità e rispetto. Corpi che gemono o urlano per i dolori strazianti e senza difesa.
Non muoiono di lavoro, ma li uccide il lavoro,
Quel lavoro brutale, senza regole che piega, che costringe, a un vivere che non da sicurezza, che somiglia a una tortura mascherata che toglie una vita al giorno e rimane solo una striscia nei telegiornali.
Com’è difficile vivere lavorando, superare giornate estenuanti piene di speranza,sudare per pane e salario, per dare un futuro dignitoso, mentre a loro spese c'è chi si ingrassa con la maschera del benefattore e sfruttando chi si espone ogni giorno alla morte per mangiare.
Brutta razza i padroni, brutta razza chi li dà loro la facoltà di far scendere la ghigliottina su persone che loro considerano solo un numero sul cartellino...timbrato all'entrata e forse ....forse anche all'uscita.
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noneun · 4 months ago
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Sarò distratto io...
ma dopo le critiche di Elena Cecchettin alla condanna dell'assassino di sua sorella, i giornali si sono affrettati a riportare il comunicato di ieri della Camera Penale Veneziana:
Non possiamo non evidenziare come le parole della Signora Elena Cecchettin sviliscano la funzione difensiva criticando le tesi sostenute dall’Avv. Caruso (...) appare un fuor d’opera farlo sui social, senza neppure avere contezza delle basi giuridiche sottese alle decisioni.
Ma non ho trovato nessun articolo che riportasse gli elogi dell'altro ieri dell'Unione delle Camere Penali Italiane alle parole di Gino Cecchettin e le successive aspre critiche a Matteo Salvini:
Davvero lezioni di grande civiltà che segnano la insuperabile distanza con la società politica e con i nostri governanti, impegnati, come sempre, a diffondere sguaiati e rabbiosi spot per la solita propaganda populista da bassifondi. Così, il ministro Salvini, perdendo una ghiotta occasione per tacere, si lancia in spericolati auspici di “lavori forzati” per l’imputato Turetta perché la sua detenzione non gravi economicamente sulla collettività. Forse il Ministro Salvini non conosce affatto le convenzioni internazionali vincolanti per l’Italia, fra tutte la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, comunemente nota come Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), sottoscritta proprio a Roma il 4 novembre 1950 e che all’art. 4 stabilisce che “Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio”, così come analogamente statuito dall’art. 5 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, adottata con il Trattato di Lisbona del 1 dicembre 2009. Forse le conosce e allora, cosa ben più grave, intenzionalmente le calpesta e con esse calpesta la Costituzione e quei principi che rappresentano un baluardo di civiltà e soprattutto impediscono che la nostra società precipiti verso la barbarie. Nell’un caso e nell’altro, in ogni caso, il Ministro dimostra una netta e incolmabile distanza con i valori di civiltà che hanno espresso i familiari stretti della povera Cecchettin, nonché l’assoluta urgenza di un accelerato corso di alfabetizzazione costituzionale a cui magari invitare gli altri noti esponenti del governo e del Parlamento, purtroppo non pochi, che, da una parte e dall’altra, ostendono una clamorosa ignoranza, oltre che il vilipendio della Costituzione e della Repubblica italiana. Se invece, il Ministro Salvini intendeva denunziare il fallimento economico – per noi anche sociale – del sistema penitenziario italiano che costa a tutti i cittadini più di 3 miliardi di euro l’anno, incapace di svolgere adeguata attività di risocializzazione e di reinserimento sociale, inutile alla prevenzione della recidiva giunta oramai al 70% di ricaduta nei reati, senza rispetto alcuno per la dignità dei detenuti e di coloro che svolgono la loro attività lavorativa, foriero del più alto numero di morti “in e di” carcere mai registrato prima d’ora, allora si attivi per una sessione parlamentare per discutere pubblicamente delle condizioni attuali delle carceri italiane, consentendo, così, ad un Parlamento, troppo muto, di intraprendere un percorso illuminato di riforme. In entrambi i casi, potrà contare sul contributo della comunità di penalisti che si spende continuamente per il superamento delle condizioni di inciviltà in cui si trova il mondo delle carceri italiane.
Mi sembra un filino più rilevante che un ministro mostri una clamorosa ignoranza in materia giuridica e costituzionale.
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pettirosso1959 · 1 month ago
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CITO:
<< ….Ho l'impressione che quasi nessuno dei commentatori conosca bene l'inglese ed abbia visto TUTTI i 40 minuti ma solo spezzoni, in particolare la fine. L'incontro è cominciato anche tranquillo e Trump stesso era accondiscendente. Purtroppo Zelenski ha sbagliato quasi tutto: è del tutto evidente che non si è reso conto di DOVE era e con CHI, proprio dal punto di vista Storico. Sei alla Casa Bianca e stai parlando con l'uomo più potente del Mondo che ti sta offrendo la possibilità di chiudere una guerra che non puoi, concretamente, portare avanti, non dico vincere, semplicemente perchè non hai più uomini e non ti daranno più altri soldi e armi. Invece continui a chiedere soldi, armi e addirittura di entrare nella NATO ben sapendo che è proceduralmente impossibile e che è un punto cruciale per Putin. Il peggio è stato quando ha balenato (lui!) la minaccia che la guerra arrivi sulle spiagge degli USA. Lì Trump, giustamente, si è incazzato. Da quel punto Zelenski ha perso. Ma già prima: roteava gli occhi, con chiara mancanza di rispetto; teneva le braccia incrociate e addirittura ad un certo punto ha detto "bitch" in Ucraino rivolto a Vance ! Si è opposto rigidamente e strenuamente alle proposte di una pace e Trump ha DOVUTO dirgli chiaro e tondo che stava cercando di portare tutti quanti ad una Terza Guerra Mondiale. Inaudito. La sua ambasciatrice, che deve aver lavorato per mesi prima e nelle ultime settimane, era affranta e imbarazzata dal vedere infranto il suo lavoro.
Quando è uscito da lì però ha scritto un tweet, direi umiliante, di grande ringraziamento che non collima affatto con l'atteggiamento e le parole dette durante l'incontro. Mi sbaglierò ma devono averlo preso da parte, in privato, i suoi oppure gli Americani e gli hanno fatto CAPIRE quello che non ha capito prima.
Sbaglierò ma sono anche convinto che non sarà a lungo il Presidente dell'Ucraina, penso lo defenestreranno i suoi stessi uomini.
Il mio grande dispiacere e supporto è per gli Ucraini che sono morti ed hanno sofferto, non per Zelenski, che a questo punto è chiaro, non è mai stato un leader ma un pupazzo nelle mani di potenti che tiravano i suoi fili e stanno ancora tentando di usarlo.>>
(Lorenzo Benetton )
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occhietti · 5 months ago
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Entrare nelle tenebre
scommettendo a dadi sulle proprie paure.
Edificare il coraggio
senza badare al buio.
Restare senza sole
e continuare ad edificare il coraggio.
Affacciarsi alla luce
senza rimanere accecati.
Sfoltire il prato
senza tagliare il seme.
Arare la terra
senza sotterrarsi.
Attizzare il fuoco
senza bruciarsi le mani.
Dondolarsi nel parco
senza gingillarsi nell’infanzia.
Rotolare sulla pietraia
senza maledire la vecchiaia.
Apprendere dai silenzi
ascoltando le manovre del rumore.
Correre per le urgenze
senza sgattaiolare per le porte di sicurezza.
Restare integri nelle cadute
e provare a non scivolare ancora.
Scivolare ancora
e non provare a non rialzarsi.
Sporgersi dalle nuvole
senza precipitarvi dentro.
Trattenere il respiro
senza perdere il fiato.
Zampillare sangue
senza rischiare emorragie.
Rispondere all’eco
senza spaccare il suono.
Parlare coi morti
senza privarsi della vivida presenza.
Restare soli
senza finire in solitudine.
Uscire
senza uscirsene definitivamente.
Restare
senza arrestarsi per sempre.
Permanere
senza contrastare l'impermanenza.
Accogliere
senza confondersi con l'attendere.
Semplificare
la complessità senza ridurne l'essenza.
Addolcirsi
senza perdere il sale.
Sollevarsi
senza elevarsi sugli altri cuori.
Abbassarsi
senza schiacciare il proprio cuore.
Appendersi al cielo
senza restare impiccato.
Abitare la terra
senza rimanere atterrito.
Essere umano
senza perdere umanità.
Restare alieno
senza finire alienato.
Incontrare un altro alieno
e ridere di complicità.
Vivere è un lavoro.
- Lory Nugnes "Del quotidiano fare"
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mezzopieno-news · 2 months ago
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UN NUOVO TEST DEL SANGUE PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEL TUMORE AL PANCREAS
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I ricercatori dell’Oregon Health & Science University hanno messo a punto un test rapido del sangue che permette di diagnosticare il cancro al pancreas in fase iniziale, uno dei tumori più letali e con una notevole difficoltà diagnostica.
Il test denominato PAC-MANN effettua una biopsia liquida e funziona rapidamente con piccoli campioni di sangue, eseguendo in modo non invasivo l’identificazione precoce dei tumori del pancreas, neoplasie che normalmente tendono a passare inosservate fino alle fasi avanzate quando hanno formato metastasi nei linfonodi o in altri organi. Allo stato attuale non esistono esami affidabili approvati in grado di rilevare i tumori precoci e i ricercatori non dispongono di biomarcatori da usare per svilupparli. Questo nuovo test si basa sui cambiamenti nell’attività di proteine chiamate proteasi, prodotte in grandi quantità dai tumori pancreatici e immesse nel sangue durante lo sviluppo della malattia.
Il tumore al pancreas rappresenta la quarta causa di morte per cancro nei Paesi occidentali e colpisce solo in Italia circa 7.000 persone ogni anno con circa 350.000 morti in tutto il mondo. A causa della bassa e tarda sintomatologia, i pazienti vengono spesso diagnosticati in stadi avanzati, quando le opzioni di trattamento efficaci sono limitate; la diagnosi precoce tramite biopsia liquida può ampliare le opzioni di trattamento e migliorare notevolmente i risultati di sopravvivenza. Il test è in grado di distinguere il cancro al pancreas con un’accuratezza del 100% e l’adenocarcinoma duttale pancreatico con una sensibilità dell’85%.
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Fonte: Science Translational Medicine; Associazione Italiana Oncologia Medica; immagine di Pollinations
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VERIFICATO ALLA FONTE Guarda il protocollo di Fact checking delle notizie di Mezzopieno
BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali
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crazy-so-na-sega · 10 months ago
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perché il collasso della civiltà occidentale è già in atto ma pochi se ne accorgono?
perché il collasso delle società complesse raramente avviene in questo modo. le società complesse raramente falliscono per un’unica ragione. Possono sopportare un terremoto, la corruzione, l’inflazione, la guerra o la peste, ma non più di uno contemporaneamente.
Ma crollano soprattutto perché non c'è più la volontà di pagare per il suo mantenimento. La maggior parte delle società, come Roma, crollano quando il peso collettivo di tasse, norme e regolamenti, originariamente implementati per migliorare la vita, diventa un peso tale da rendere preferibile il collasso.
Ma paradossalmente il collasso avviene raramente. È un progressivo macinamento, una serie quasi impercettibile di cose che si degradano nel tempo, fino a quando non vengono abbandonate per un bel po' prima che siano completamente non funzionali.
Ecco come si svolse la caduta dell’impero romano d’occidente. A meno che tu non vivessi in una grande città quando fu saccheggiata, potresti quasi immaginare che nulla fosse realmente cambiato nel corso di una generazione. La vita nella tua villa continuava. Ma improvvisamente alcuni beni commerciali cominciarono a diventare difficili da reperire.
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Quindi ora sei stato costretto a fare affidamento maggiormente su soluzioni locali e più semplici. Un giorno il tuo sistema idrico fallisce e gli artigiani locali possono solo fare un lavoro da schifo. Quindi ora riempi la tua piscina e la trasformi in un porcile. Ha senso. Puoi quasi convincerti che sia un aggiornamento. Allora quel grande soggiorno con l'elegante pavimento a mosaico ha più senso come stalla. E quando sarai passato davvero al Medioevo, tutti coloro che ricordavano qualcosa di fondamentalmente diverso erano morti da tempo.
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Proprio per questo motivo il crollo romano fu così totale, perché fu così graduale. Quando tutto finì, gli edifici e le infrastrutture erano stati cannibalizzati per costruire la pietra, e le persone con il know-how per avviare nuovamente una civiltà avanzata se n'erano andate.
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Se a differenza di quello romano, il nostro sembra essere un collasso socialmente forzato, in parte lo è stato anche il loro: ci sono fortune da guadagnare smontando una nazione o un impero, e di solito si guadagna più velocemente che costruendoli. Quindi, una volta che la palla inizia a rotolare non mancano le persone che spingono. Tuttavia è antistorico, cercare la mente che progetta : "fato" e "necessità" come "leggi" quantistiche che governano il mondo, solo dopo viene chi spinge.
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multiverseofseries · 5 months ago
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Transformers One: un film d’animazione per piccoli (e grandi) spettatori
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Primo film animato del franchise, Transformers One racconta l'origin story degli amici-nemici Optimus Prime e Megatron.
L'animazione si sta rivelando una possibile reincarnazione (letteralmente) di franchise creduti morti e sepolti, tanto in tv quanto al cinema. Soprattutto perché si tratta di un linguaggio che oramai ha sdoganato il suo parlare solamente ai bambini. Ne è un chiaro esempio Transformers One. Primo adattamento interamente animato della saga - la CGI, in fondo, è animazione sotto mentite spoglie - la pellicola prova a reboottare la saga anche per i neofiti, svelando retroscena inediti ai fan della prima ora.
Storia di due fratelli
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I transformers minatori
Il film d'animazione è prodotto tra gli altri da Michael Bay (regista dei primi live action del franchise) e Steven Spielberg, realizzato da Paramount Animation sempre ispirandosi ai celebri giocattoli Hasbro e diretto da Josh Cooley, già penna dietro il successo del primo Inside Out e del suo corto Il primo appuntamento di Riley oltre che del quarto Toy Story. Torniamo agli albori della storia su Cybertron, quando Optimus Prime e Megatron, nemici storici giurati nei film live action, erano in realtà amici quasi fraterni, sempre pronti a darsi un bullone e fidarsi l'uno dell'altro.
Qualcosa poi ad un certo punto è andato storto - ed è proprio qui in realtà che il lungometraggio fa cilecca, perché pur approfondendo i personaggi, mostra un cambio troppo repentino del loro rapporto. In questa origin story dei robot minatori che non possono trasformarsi: questo il destino di molti degli abitanti rispetto a coloro che stanno ai piani alti, in una società in cui il privilegio e la classe sociale contano molto, un po' uno specchio del sogno americano. Peccato che quel sogno si rivelerà presto un incubo pieno di false promesse e che l'origine di tutta Cybertron verrà messa in discussione.
Il primo film tutto in CGI del franchise
Come primo esperimento totalmente animato della saga, propone una qualità tecnica indubbiamente interessante ma non totalmente riuscita. Non è sempre fluida, sia sui personaggi che sui fondali, e non sempre riesce a tenere incollati allo schermo, pur proponendo una regia dinamica curata da Josh Cooley. Complice anche il ritmo del film, che prova ad essere scanzonato perché principalmente rivolto ai bambini - eppure, proprio la storia dei due protagonisti ha una svolta estremamente dark per quel tipo di pubblico - ma allo stesso tempo si perde in alcuni risvolti del racconto soprattutto nel terzo atto, finendo per essere un po' ridondante nonostante la durata canonica della pellicola (un'ora e mezza).
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Il futuro Megatron
Non solo: in Transformers One ci sono varie citazioni ed easter egg che solo gli adulti potranno cogliere. Pregevole però il tentativo di parlare di temi maturi e attuali come il potere e ciò che rappresenta, il pericolo del suo accentramento su un'unica persona e la cecità della massa che spesso segue un leader senza farsi le giuste domande o metterne in discussione le fondamenta e le dichiarazioni.
Transformers One: presente o futuro della saga?
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La mappa digitale che cercano i protagonisti
Non sappiamo se il film possa diventare il primo di una nuova trilogia - il finale strizza l'occhio a questa possibilità pur chiudendo le storyline - ma quello che ci sentiamo di dire è potrebbe risultare per molti una ventata d'aria fresca all'interno del franchise. Sicuramente il cast vocale messo insieme nella versione originale - Chris Hemsworth e Scarlett Johansson che si riuniscono dal Marvel Cinematic Universe, Brian Tyree Henry, Keegan-Michael Key, Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm - contribuisce a creare quel lavoro di squadra fondamentale in questo tipo di progetti. Nel complesso, un film che intrattiene e strappa qualche sorriso, avvincente nella sua esposizione anche se non completamente riuscito.
Conclusioni
In conclusione Transformers One è il primo film completamente animato in computer grafica della saga nata dai giocattoli Hasbro che dopo la (s)fortunata vita in live action prova a reinventarsi per spettatori grandi e piccini. Buona (anche se non eccelsa) nel comparto tecnico, la pellicola ha qualche battuta d’arresto anche a livello narrativo nella seconda metà ma funziona nell'intento di voler raccontare un’origin story inedita e nell'affrontare temi maturi come l’accentramento di potere e l’amicizia che a volte può diventare l’esatto opposto in un battere d’occhio.
👍🏻
L’origin story di Optimus Prime e Megatron.
La caratterizzazione immediata dei personaggi.
Le tematiche mature…
👎🏻
…che però potrebbero confondere sul target a cui questo film sia effettivamente indirizzato.
L’animazione non è sempre fluida.
Il film è un po’ ridondante nella seconda parte e il plot twist centrale non funziona totalmente.
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aitan · 5 months ago
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Morire sul lavoro, morire di lavoro, morire per lavorare
Ancora morti sul lavoro, ancora in una fabbrica di esplosivi.
A Ercolano, in via Patacca, al confine con San Giorgio a Cremano.
Tre giovani vite spezzate. Un diciottenne e due gemelle trentenni esplosi tra fuochi di artificio abusivi che non brilleranno la notte di questo San Silvestro.
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quattrosaltinpaella · 8 days ago
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"Giornalisti, giornaliste e chi lavora nei media fa ogni giorno delle scelte che contribuiscono a plasmare la percezione del mondo in cui viviamo. Molto spesso lo fanno malissimo, quando si occupano di violenza maschile contro le donne: riproducono, infatti, attraverso parole e immagini, stereotipi, sessismo e discriminazioni diventando, allo stesso tempo, prodotto e causa di una certa subcultura. Sui giornali e in televisione spesso il femminicidio viene associato all'amore, un amore passionale, tormentato, assecondando così il fatto che la violenza possa far parte di una relazione. Oppure si usano parole o espressioni che fanno pensare a una fatalità, a una tragedia, a un raptus, a una follia, e il sottotesto in questo caso è che i femminicidi siano qualcosa di imprevisto e di improvviso, quando invece nella grande maggioranza dei casi sono delle morti annunciate, l'ultimo atto, quello definitivo, di una lunga storia di abusi e mortificazione. Ci sono poi altri errori che fanno i giornali quando parlano di violenza maschile. Si costruiscono resoconti attorno alle opinioni di vicini di casa, datori di lavoro, parenti che parlano sempre di padri modello e mariti esemplari, e gli articoli sono spesso accompagnati da foto di lei in pose seduttive, suggerendo dunque un giudizio morale sulla vittima, o da foto che ritraggono una coppia felice, e che sono dunque incongruenti. Queste narrazioni persistono, nonostante i centri antiviolenza e i femminismi spiegano da decenni come si fa. Il femminicidio è una decisione di chi lo compie. La violenza contro le donne è un'azione, non una reazione e non ha nulla a che fare con una relazione amorosa, ma con una dinamica di potere all'interno di quella relazione. Soprattutto, la violenza maschile contro le donne non va trattata solo come una notizia, ma come un problema sociale e profondamente politico".
– Giulia Siviero, per il podcast Indagini a proposito dell'omicidio di Giulia Tramontano
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allecram-me · 2 months ago
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Sbilanci
C´é un sacco di silenzio, adesso, ancora. Ho sentito mia mamma al telefono e non mi sono riconosciuta in questo mio nuovo tono sempre adulto, nella sua voglia di volare oltre la paura che le porto, che é anche la paura che le faccio. Ho paura perché non funziona più niente, o almeno così a me sembra e sono stanca, mamma, sono così stanca di essere viva. Pensavo di esserlo stata tante volte in passato e non avevo ancora la misura del macigno reale che é la depressione che arriva quando non la puoi imputare proprio a niente, quando la guerra é finita - almeno per me. Non ho più problemi reali, lo vedo. Questo dipende anche dal fatto che il senso del problema nella mia vita da vecchia bambina é una roba del tutto nuova, ed io mi rifiuto di riconoscere il peso di una scadenza di lavoro, di un altro aereo prenotato, delle voci di indifferenza nel sottobosco della vita che ho lasciato in Italia, degli amici che vorrei sentire e che non chiamo, che non mi chiamano. Sono sopravvissuta all´inferno, mamma. Sono sopravvissuta alla fine e al nuovo inizio.
Sabato notte, per esempio, sono andata a ballare. Qui adesso ho una amica, la promessa di una amicizia, con la tenerezza abbacinante di scoprirne le fragilità e farmi dire le mie, la prima di una serie instancabile di you are not bothering me. Ballare mi piace mille volte di più, ora che sono vecchia. Non mi ferma più niente: la solitudine, i mezzi pubblici, avere o non avere soldi e cellulare. Poi ad un certo punto mi addormento, mi risveglio, e sono stanca. Domani devo presentare un lavoro che non ho fatto, e sono stanca. Ho questo appuntamento inutile con l´Università Federico II di Napoli, e mi sale il vomito. Non so se é normale - non so se questa é la norma in casi come il mio, non so molto di cosa succede agli altri quando sopravvivono e non gli frega poi molto di non essere morti, ma gli frega di dovere ancora vivere, stanchi e disgustati.
Giovedì viene a trovarmi la mia migliore amica da Bologna, resta qui da me per quattro giorni. Se ne va il giorno prima che me ne vada via anche io, potenzialmente per sempre, ma non ci crede nessuno (nemmeno io). Il mio contratto scade il ventotto Febbraio, ho preso tutte le ferie che rimanevano per essere a Napoli il ventisette, giorno in cui la sacrosantissima commissione si arrogherà il diritto di darmi qualcosa che é già mio. Forse suona presuntuoso, forse lo é, o magari lo sarebbe se fossimo in un mondo giusto, ma questo mondo non é giusto manco per il cazzo ed io non ho più rispetto da devolvere in favore di chi non ha essenza, di chi non ha cuore da mettersi nella bocca prima di far partire lo sputo. Siamo esseri umani e possiamo odiarci, dobbiamo amarci, ma se proprio devo vivere, allora che stiano fuori dal mio vivere tutti quelli che non si interrogano mai sulla banalità del male.
Ci sono delle cose di cui mi accorgo di vergognarmi. Io la vergogna non me la tollero, quando ne annuso l´ombra parto in una ispezione marziale, e se la trovo la espongo istantaneamente in piazza, per il pubblico ludibrio. You are so kind with other people but you are mean to yourself. Ci volevi tu, dopo due mesi, ci volevate voi a ricordarmelo qui, nella mia vita nuova. Certo che hai ragione. Certo che avete tutti ragione, quando fate pulsare il sangue fin su nello sputo, e allora vi posso amare e vi amo tutti. Ma questa vita nuova, questa vita bella, la amo? No. Non amo la vita. Se la amo adesso non lo vedo, ma devo averla amata, no? Altrimenti averei potuto scivolare quando se lo aspettavano tutti, quando era legittimo. Se scivolassi adesso sarebbero tutti stupiti, non ci sarebbe nessuno a tenermi. Non ci sarebbe stato nessuno neanche allora, ma che importa? Chissà se, annusando l´ombra di una mano ferma dietro alla mia schiena, chissà se a quel punto sarei caduta, chissà come é brutta e bella la pazzia, chissà se morirò presto anche io. Stasera l´idea di essere dimenticata da morta mi é dolce, più aspro é invece il sapore delle mezze misure, e degli amici che mi mancano, verso cui mi sento in colpa, verso cui provo una rabbia smorzata in partenza da una lista di giuste ragioni, una rabbia che non mi serve a niente. Alla fine non mi é mai servito niente, mia mamma lo ha raccontato sempre. Marcella dove la metti la ritrovi, se vuole una cosa non la chiede, lo sa che non deve lamentarsi. Che poi quando sono cresciuta é stato un progressivo ti lamenti sempre, ma ho scoperto che era una bugia, perché lamentarsi fa male all´altro ed io sono so kind with other people.
Ho vinto uno dei progetti che ho presentato al ministero dell´educazione e della ricerca tedesco. Sugli altri due non si sa ancora niente. Questo significa un nuovo contratto, tra una manciata di mesi. Tutti mi dicono che mi vogliono qui stabilmente, che stanno lavorando per concretizzare una proposta adeguata. Io pensavo che non avesse molto senso, ma a quanto pare altri sono passati per questa isola felice e non si sono dimostrati in grado di sostenerne i ritmi e la cultura organizzativa. Io non mi riesco a lamentare di un posto dove una volta al mese sono invitata ad un club organizzato dal mio capo dove mi offrono bibite e manicaretti per riflettere insieme su potere ed appartenenza. Non posso lamentarmi perché si può dire tutto, o almeno io nella mia ingenuità da bambina vecchia dico tutto e mi sento libera. E´ divertente anche perché questo é davvero il mio capo - assunzione diretta - mentre la persona che si attribuiva il ruolo analogo in Italia doveva essere il mio tutor, e le parole sono importanti tanto quanto i contratti e, che lo dico a fare, il punto é sempre la cultura organizzativa e tutto quanto di marcescente si trascina dietro, compreso un meccanismo di resistenza totale ad ogni riflessione che possa favorire il cambiamento. Se c´é una cosa per cui vorrei essere ricordata, da morta, é l´aver promosso quel cambiamento, ma la mia psicoterapeuta me lo aveva chiarito da subito che questo non sarebbe successo. Infatti, non é successo, ma li ho spaventati senza avere mai alzato la voce, e se vi va potete ricordarmi per questo, quando sarà il momento.
Nel frattempo, la depressione, che é depressione nel momento in cui é altro da me - dentro di me - e non posso farci proprio niente, non basta andare a ballare o pensare ad altro. Ho sentito mia mamma al telefono ed ho provato a dirglielo, poverina, é passata subito a commentare le canzoni di Sanremo di questo mio primo festival da italiana all´estero: l´ho guardato tutte le sere che non ho passato fuori a ballare, sul mio divano in prestito mentre su Berlino nevicavano fiocchi bellissimi e mi sono fatta una tenerezza gentile, dolce. Allora a mia mamma ho provato a dire cosa penso a livello musicale dei brani in gara quest´anno, ma le é venuto in mente della tintura per capelli che giorni fa le ho chiesto di spedirmi e si é fatta prendere da questa urgenza. Mamma, sei irraggiungibile. Forse sono io, non lo so, ma mi sembra di non riuscire mai davvero a parlare con te. Forse sono io, mamma, di sicuro sono io che non sono lucida. Scusami, devo andare. Ti abbraccio.
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sciatu · 22 days ago
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21 Marzo - GIORNATA DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DELLA MAFIA A TRAPANI : I BAMBINI
Quest’anno siamo qui, a Trapani, io, mio fratello Salvatore e con noi, tutti gli altri, quelli che, come noi, sono morti per mano di qualcuno. Ho chiesto a Giuseppe che è morto quando aveva dodici anni, chi era questo qualcuno. Mi ha spiegato che qualcuno non è una sola persona, è una volontà, quella di comandare su tutti gli altri, di seguire una legge che non tiene conto del rispetto verso gli altri e del fatto che va contro quello che è giusto secondo quegli gli accordi chiamate “leggi” , che sono stati fatti per tutti gli uomini o che vengono da Dio. Chi ha questa volontà di comandare sugli altri, di sfruttare il lavoro degli altri di dare agli altri cose che li possono uccidere o fargli perdere l’anima, hanno diversi nomi: mafiosi, camorristi, e così via. Sono anime oscure, senza pietà e morale. Così li ha chiamati Giuseppe che queste cose le sa perché suo padre era un mafioso che aveva deciso di lasciare la strada del male per diventare un giusto. Allora i mafiosi hanno preso Giuseppe e lo hanno ucciso e poi lo hanno sciolto nell’acido. A Claudio invece, a 11 anni gli hanno sparato in fronte perché senza saperlo, aveva visto cose che chi fa il male, non volevano si sapessero. Lo stesso è capitato a Graziella a 17 anni e Giuseppe Letizia a 14 anni. Giuseppina invece mi ha detto che stava giocando quando un proiettile sparato per un regolamento di conti la raggiunse. Aveva 12 anni. Anche Dodò stava giocando a calcio e due proiettili sparati per lo stesso motivo lo hanno preso in testa e al fegato. Lui non si ricorda altro ma è morto dopo tre giorni senza sapere perché. Paolino aveva visto chi aveva sparato a suo padre ed è morto a 13 anni mentre cercava di scappare. Ho chiesto a mamma che è sempre con noi, se io e Salvatore, a 6 anni, avessimo visto cose che non dovevamo, o nostro padre era mafioso e voleva seguire la via dei giusti. Lei mi ha spiegato che noi siamo morti per caso, perché la nostra macchina stava passando vicino a quella di un giudice e c’è stata un’esplosione. Io e Salvatore siamo diventati una macchia di sangue su un muro a duecento metri dalla macchina distrutta con dentro quel poco che restava della mamma. Per questo mamma dice che oggi siamo qui, perché oggi torniamo a vivere ad essere insieme agli altri bambini che dicono i nostri nomi, perché solo una piccola parte di chi ci ha ucciso, ha pagato per quello che ci ha fatto. Torniamo per dire che il male che ci ha ucciso, non ha alcun diritto, alcuna giustificazione e per ricordare a tutti, che quel male che ci ha distrutto, non è un nome, una cosa, ma la parte malata dell’anima umana, quella che vive di soprusi e di torti, quella indifferente al dolore degli altri e nemica del giusto. Per questo siamo qui, perché ogni giorno a noi si uniscono sempre tanti, troppi altri bambini, morti mentre giocavano, mentre mangiavano o ridevano in altri parti del mondo ma uccisi sempre dalle stesse anime malate. Per questo siamo qui a Trapani, perché dobbiamo insegnare ai grandi l’orrore di un bambino che muore, il dolore che nasce da una ingiustizia, il peso orribile del donare infelicità, la necessità di essere giusti al di là di ogni altro egoismo. Quando avranno imparato tutto questo, forse solo allora gli uomini capiranno.
This year we are here, in Trapani, me, my brother Salvatore and with us, all the others, those who, like us, died at the hands of someone. I asked Giuseppe, who died when he was twelve, who this someone was. He explained to me that someone is not just one person, it is a will, that of commanding everyone else, of following a law that does not take into account respect for others and the fact that it goes against what is right according to those agreements called “laws”, which were made for all men or which come from God. Those who have this will to command others, to exploit the work of others, to give others things that can kill them or make them lose their soul, have different names: mafiosi, camorristi, and so on. They are dark souls, without mercy and morals. That is what Giuseppe called them, who knows these things because his father was a mafioso who had decided to leave the path of evil to become a righteous person. So the mafiosi took Giuseppe and killed him and then dissolved him in acid. Claudio, on the other hand, was shot in the forehead at 11 because, without knowing it, he had seen things that those who do evil, did not want known. The same thing happened to Graziella at 17 and Giuseppe Letizia at 14. Giuseppina, on the other hand, told me that she was playing when a bullet fired for a settling of scores hit her. She was 12. Dodò was also playing football and two bullets fired for the same reason hit him in the head and liver. He does not remember anything else but he died after three days without knowing why. Paolino had seen who had shot his father and died at 13 while trying to escape. I asked my mother, who is always with us, if Salvatore and I, at 6, had seen things we shouldn't have, or if our father was a mafioso and wanted to follow the path of the righteous. She explained to me that we died by chance, because our car was passing near that of a judge and there was an explosion. Salvatore and I became a bloodstain on a wall two hundred meters from the destroyed car with what little was left of our mother inside. This is why mother says that today we are here, because today we return to live to be together with the other children who say our names, because only a small part of those who killed us, paid for what they did to us. We return to say that the evil that killed us, has no right, no justification and to remind everyone, that the evil that destroyed us, is not a name, a thing, but the sick part of the human soul, the one that lives of abuse and wrongs, the one indifferent to the pain of others and enemy of the right. This is why we are here, because every day we are joined by many, too many other children, dead while playing, while eating or laughing in other parts of the world but always killed by the same sick souls. This is why we are here in Trapani, because we must teach adults the horror of a child dying, the pain that comes from an injustice, the horrible weight of giving unhappiness, the need to be just beyond any other selfishness. When they have learned all this, perhaps only then will men understand.
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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FANTAPOLITICA?
E' un lavoro lento, una bollitura a fuoco lento quello che i potentati politici-economici occidentali stanno facendo sulle loro popolazioni. C'e' un nemico a tre teste, un nuovo Hitler, un pazzo come Putin che ha un solo obiettivo: invadere e conquistare l'Europa a suon di cannonate. Quindi, poche chiacchiere, bisogna armarsi fin sopra i denti per respingere l'orco che viene dall'est. Un lavoro che sta diventando martellante, che chiama a raccolta esperti militari, politologi (di parte) e l'intero sistema gioralistico-mediatico occidentale: "la nuova stella polare? ARMARSI, non e' una bella cosa ma ne va delle nostre liberta'."
La difesa della liberta', ecco l'arma messa in campo dall'occidente per ammutolire le proteste della gente che se la passa sempre piu'male. Meno spesa per la sanita'? Meno spesa per l'istruzione? Meno salari?
"Cittadini, la priorita', adesso, sono le armi. E' in gioco la vostra liberta'"
E cosa c'e' di fantapolitica?
Una nuova guerra mondiale con milioni di giovani europei e russi morti. Insomma, lo sterminio di una generazione per soppiantarla, poi, da milioni di immigrati straccioni pronti a tutto pur di mangiare un tozzo di pane. A lavorare per i ricchi occidentali, per le multinazionali, per i paperoni mondiali, (quelli che la guerra non le combattono, ne'loro, ne' i loro figli) per rendere competitiva la nuova industria occidentale con paesi come India e Cina, nuovi futuri leader mondiali..
FANTAPOLITICA?
@ilpianistasultetto
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