#comunisti italiani
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Caro fratoianni, e se occupassimo casa tua adesso ???
#salis#fratoianni#compagni#italia#politici italiani#società#attualità#eu#ue#parlamento europeo#comunisti italiani
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Nell'apice della deflagrazione in atomi dei Democratici mondiali voglio citare un Italiano che mai più di cosi potrebbe essermi lontano...eppure... Marco Rizzo è un politico, presidente onorario del Partito Comunista dal 2023, coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare. Tra i fondatori di area cossuttiana di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani, è stato europarlamentare tra il 1994 e il 2009. Uno che non toccherebbe mai le mie corde....ma poi vedi a volte la vita come cambia! Evidentemente si sarà rotto il cazzo anche lui. L'impacaltura della nuova Religione gender/cancel crolla un pentito alla volte. Bravo Rizzo ti stimo. Qualche giorno fa Rizzo ha destato scalpore durante un intervento pubblico domandando al pubblico: Mi piace la gnoccca e allora? si può dire o devo aver paura? Apriti cielo! Oggi l'ultimo dei comunisti ha rincarato la dose confermando la sua passione per il gentil sesso: "Ho avuto 4 donne diverse in un giorno solo, cosa ci trovate di male? Sulla questione Lgbtq, gender e dintorni, Rizzo si mostra non certo in linea con la sinistra arcobaleno che da tempo va per la maggiore: "Corsi trans nelle scuole? Se lo fanno dove c’è mia figlia vado di persona, posso essere cattivo con la mia presenza.
E’ insopportabile - aggiunge - che in ogni pubblicità oggi ci sia un gay, una lesbica o un nero è ormai una dittatura della minoranza. Di certo il suo pensiero non piacerà a Elly Schlein, per quanto possa questo importare all'ex deputato.
"A prostitute? Non sono mai andato, ci ho pensato in passato ma non l’ho fatto. La prostituzione non mi fa schifo. L’altro sesso? Non l’ho mai provato sebbene ci sono uomini che mi vengono dietro ma possono tranquillamente aspettare.
Gran finale sui "fluidi": So cosa sono, ma se dico qualcosa sui fluidi poi dicono che sono omofobo e se dico che mi piace la gnocca sono comunque omofobo e violento. In ogni caso, tra gli operai di Berlinguer e il carro LGBT della Schlein preferisco il primo. Saluti.
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M5S, serve una diga contro lo strapotere di Perugia: e candida sindaco Claudio Fiorelli
Se l’inizio è questo… Il Movimento Cinque Stelle di Terni convoca una conferenza stampa per illustrare il proprio programma in vista delle elezioni comunali. L’aula di Palazzo Spada è zeppa. Ma quanti giornalisti ci sono a Terni? Al tavolo della giunta è schierato il gruppo consiliare. Sul muro uno striscione: Fiorelli sindaco. I toni sono quelli del comizio elettorale, l’aula non è piena di…
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“ Quella sera cenammo e sedemmo nell’orto. Non s’aveva notizie degli altri. Per mezzanotte si doveva radunarci un’altra volta. Aspettavo Giuseppe. – Suona un po’ di chitarra, – mi disse. – Se davvero sei stato studente, – gli chiesi, – e tuo padre era un borghese, come va che lavori con noi? Perché hai dovuto scappare? Non ti conviene che in Italia c’è il fascismo? – Tutte le classi hanno dei matti, – disse lui. – Se non fosse cosí, saremmo ancora a Roma antica. Per cambiare le cose ci vogliono i matti. Ti sei mai chiesto cos’è un matto a questo mondo? Poi mi disse: – Anche tu sei un matto. Ti conviene il lavoro che fai? Se rischi il muro o la galera, chi ti paga? – Siamo tutti sfruttati… – Chi ti sfrutta? la Gina? Parlava brusco e divertito. Avevo voglia di rispondergli. – Voglio dirti una cosa, – mi fece. – C’è questa sola differenza tra noi due: quello che a me è costato mesi di sudori per decidermi e libracci e batticuori, tu e la tua classe ce l’avete nel sangue. Sembra niente. – Difficile è stato trovarli, i compagni. – E perché li hai cercati? Speravi qualcosa? Li hai cercati perché avevi l’istinto. – Quei pochi libri vorrei leggerli. Se un bel giorno le scuole saranno per noi… – Non è molto il guadagno dei libri. Ho visto in Spagna intellettuali far sciocchezze come gli altri. Quel che conta è l’istinto di classe. Parlavamo cosí, dentro l’orto. Non era buio ma i lampioni s’accendevano a distanza. Qualche finestra s’era accesa. Pensare che Scarpa partiva domani, mi faceva un’invidia. Tante cose poteva insegnarmi. “
Cesare Pavese, Il compagno, Einaudi (collana Tascabili Letteratura n° 33), 1993 [1ª ed.ne 1947]; pp. 125-126.
#Cesare Pavese#Il compagno#leggere#letture#libri#giovani#letteratura italiana degli anni '40#citazioni letterarie#antifascisti#narrativa italiana del XX secolo#romanzi#romanzi brevi#vita#intellettuali italiani del XX secolo#cultura#comunisti#studenti#letteratura italiana del '900#lotta di classe#comunismo#Italia#intellettuali organici#borghesia#Piemonte#Langhe#invidia#scrittori piemontesi#istinto#istruzione#poeti del '900
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Martedì 15 gennaio una troupe della Rai impegnata a realizzare in Slovenia un servizio sugli eccidi delle foibe si è vista danneggiare i veicoli da ignoti nei pressi di una caverna in cui stava realizzando delle riprese. A rende noto l’episodio, denunciato alle forze dell’ordine, il sindacato Unirai, liberi giornalisti Rai. Nei pressi del villaggio di Popecchio (Podpeč), sopra la valle del Risano, nel comune di Capodistria, quindi a pochi chilometri dal confine italiano, l’inviato del Tg2 Andrea Romoli, accompagnato dagli speleologi Franc Malečkar e Maurizio Tavagnutti, si è calato all’interno della caverna sotto il castello dove si ritiene che nel 1945 le milizie comuniste trucidarono centinaia di persone.
Una volta emersi dalle grotte, dove hanno ritrovato molti resti umani, Romoli e la sua troupe hanno avuto un’amara sorpresa: le macchine di servizio, lasciate ad alcune decine di metri di distanza, erano state pesantemente vandalizzate. Il mezzo più colpito è quello che portava il distintivo di riconoscimento Rai a cui è stato sfondato il parabrezza e distrutta la fiancata. Gli equipaggiamenti all’interno dei mezzi non sono stati in alcun modo toccati.
“Unirai condanna questi atti intimidatori e violenti che non fermeranno il lavoro dei giornalisti Rai per raccontare i crimini di ieri e di oggi”, dice il Sindacato. “Dalle foibe in Istria alle fosse comuni di Bucha è teso un unico filo rosso di sangue, che bisogna ricordare e denunciare perché quegli orrori non si ripetano. Farlo senza paure e reticenze è la maniera migliore per onorare lo straordinario lavoro di ricucitura delle ferite del passato realizzato dalle Comunità italiana e slovena al di qua e al di là del confine, per costruire un comune futuro di pace e convivenza. Dalla storica stretta di mano tra il presidente italiano Mattarella e il suo omologo sloveno Pahor davanti alla foiba di Basovizza non si torna indietro”.
#Tra comunisti italiani di qui e comunisti sloveni di là questa settimana è stata... interessante. Mancano i comunisti croati e abbiamo fatto#l’en plein#Attendiamo con ansia
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Il Komintern e la questione di Trieste
Maribor (Slovenia). Foto: Janezdrilc. Fonte: Wikipedia Dopo l’invasione della Slovenia da parte dell’Italia e della Germania nell’aprile 1941, tutte le forze politiche riunite nel Fronte di liberazione sloveno (Osvobodilna fronta – Of) si prefissero lo scopo della liberazione e unificazione della loro nazione. Tra queste anche il Kps, che all’interno dell’Of rappresentava la fazione più…
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#1941#1942#comunisti#Dimitrov#italiani#jugoslavi#Komintern#Kps#Litorale#Maribor#Of#partigiani#Patrick Karlsen#Pcd’I#sloveni#Stalin#Tito#Trieste#Venezia Giulia
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Il Komintern e la questione di Trieste
Maribor (Slovenia). Foto: Janezdrilc. Fonte: Wikipedia Dopo l’invasione della Slovenia da parte dell’Italia e della Germania nell’aprile 1941, tutte le forze politiche riunite nel Fronte di liberazione sloveno (Osvobodilna fronta – Of) si prefissero lo scopo della liberazione e unificazione della loro nazione. Tra queste anche il Kps, che all’interno dell’Of rappresentava la fazione più…
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Il Komintern e la questione di Trieste
Maribor (Slovenia). Foto: Janezdrilc. Fonte: Wikipedia Dopo l’invasione della Slovenia da parte dell’Italia e della Germania nell’aprile 1941, tutte le forze politiche riunite nel Fronte di liberazione sloveno (Osvobodilna fronta – Of) si prefissero lo scopo della liberazione e unificazione della loro nazione. Tra queste anche il Kps, che all’interno dell’Of rappresentava la fazione più…
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Il Komintern e la questione di Trieste
Maribor (Slovenia). Foto: Janezdrilc. Fonte: Wikipedia Dopo l’invasione della Slovenia da parte dell’Italia e della Germania nell’aprile 1941, tutte le forze politiche riunite nel Fronte di liberazione sloveno (Osvobodilna fronta – Of) si prefissero lo scopo della liberazione e unificazione della loro nazione. Tra queste anche il Kps, che all’interno dell’Of rappresentava la fazione più…
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Il Komintern e la questione di Trieste
Maribor (Slovenia). Foto: Janezdrilc. Fonte: Wikipedia Dopo l’invasione della Slovenia da parte dell’Italia e della Germania nell’aprile 1941, tutte le forze politiche riunite nel Fronte di liberazione sloveno (Osvobodilna fronta – Of) si prefissero lo scopo della liberazione e unificazione della loro nazione. Tra queste anche il Kps, che all’interno dell’Of rappresentava la fazione più…
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Gli inizi di partigiani italiani in Albania
La mattina del 9 ottobre 1943 i soldati italiani incontrarono per la prima volta il comandante della I brigata d’assalto Mehmet Shehu <61 di cui il futuro commissario politico Brunetti ci offre un personale ricordo: “da buon oratore qual era ci offrì un indimenticabile lezione di strategia della guerriglia, promettendoci di ripetere quelle lezioni il più sovente possibile, per convincerci ad…
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#1943#Albania#Alessandro Renzi#Antonio Gramsci#comunisti#divisione#E.L.N.A.#fascisti#Firenze#guerra#italiani#Mehmet Shehu#ottobre#partigiani#Resistenza#tedeschi#Terzilio Cardinali
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Gli inizi di partigiani italiani in Albania
La mattina del 9 ottobre 1943 i soldati italiani incontrarono per la prima volta il comandante della I brigata d’assalto Mehmet Shehu <61 di cui il futuro commissario politico Brunetti ci offre un personale ricordo: “da buon oratore qual era ci offrì un indimenticabile lezione di strategia della guerriglia, promettendoci di ripetere quelle lezioni il più sovente possibile, per convincerci ad…
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Gli inizi di partigiani italiani in Albania
La mattina del 9 ottobre 1943 i soldati italiani incontrarono per la prima volta il comandante della I brigata d’assalto Mehmet Shehu <61 di cui il futuro commissario politico Brunetti ci offre un personale ricordo: “da buon oratore qual era ci offrì un indimenticabile lezione di strategia della guerriglia, promettendoci di ripetere quelle lezioni il più sovente possibile, per convincerci ad…
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Un professore di Lettere e Filosofia del liceo Tasso, Giancarlo Burghi, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Valditara che è un autentico manifesto PARTIGIANO di difesa altissima della cultura e della Costituzione.
È lunga, ma merita davvero di essere letta tutta, condivisa, applicata. Fino in fondo.
“Egregio ministro,
Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica. L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”.
Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet). Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale". Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)».
Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. (…) Mi consenta di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche».
I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!» Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo».
Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «Il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti. Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria. Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. È immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”.
Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”. Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.”
P. S. Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità, prof. Giancarlo Burghi.
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" Il comunismo affama la gente, il comunismo e' poverta'.".. Sono 70 anni che la borghesia e la finanza occidentale ci smarona con questo ritornello.
Poi si scopre che un paese comunista, la Cina, si sta mangiando il mondo..
Viva il mercato libero, viva il capitalismo.. e poi senti tutti dire che non si puo' concorrere con la Cina perche' quel governo inonda di soldi statali le proprie imprese.
Eh.. a fare l'imprenditore con i soldi degli altri sono buono anche io.. E li chiamavano "i responsabili".. "i patrioti".."i capitani coraggiosi" al tempo di Alitalia..
P.s. il prossimo passo vedra' la camerata Giorgia andare in Cina dal compagno comunista xi-jinping per implorarlo ad aprire stabilimenti di auto cinesi in Italia. Comunisti che verranno accolti tra ali di folla di fascisti italiani come successo nel 1945 con gli Americani..Tranquilli.. chi campera', vedra'.. @ilpianistasultetto
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Il Consiglio della Minoranza accusa la Regione Istriana: «Svilite storia e memoria della componente italiana»
Pola. Un duro atto d’accusa nei confronti della Regione Istriana, colpevole d’ignorare sistematicamente richieste e proposte avanzate per valorizzare la componente identitaria italiana presente nella penisola. A sferrarlo è stato il Consiglio della Minoranza italiana autoctona che, nel corso dell’ultima riunione del 2023 organizzata a Fasana, ha denunciato i troppi silenzi delle autorità. A farne le spese alcuni progetti particolarmente sentiti dagli italiani in Istria, come l’intitolazione del nuovo ospedale di Pola al dottor Geppino Micheletti, l’eroe di Vergarolla.
Come noto, nell’esplosione di residuati bellici del 18 agosto 1946 sulla spiaggia di Vergarolla a Pola, morirono oltre 100 bagnanti e quell’episodio fece scattare l’esodo degli Italiani. Quel giorno Micheletti era di turno al reparto chirurgia e continuava a operare i feriti che arrivavano in continuazione, nonostante avesse saputo che nella strage erano morti i suoi due figlioletti e altri familiari. Ecco dunque che dare il suo nome all’ospedale ancora fresco di inaugurazione viene ritenuto atto dovuto. Eppure l’autorità regionale non ha mai dato risposta non solo al Consiglio della Minoranza, ma neanche all’Unione Italiana che aveva approvato una mozione ad hoc nella riunione del dicembre 2021 a Buie. Ora sembra che tale battaglia sia definitivamente persa visto che dal primo gennaio l’ospedale di Pola rientrerà nelle competenze dello Stato per cui la Regione non avrà più voce in capitolo.
Va ricordato che il citato Consiglio è un organismo contemplato dalla Legge sulla Tutela delle minoranze nazionali in Croazia, quindi è un ente differente rispetto all’Unione Italiana che è invece l’associazione rappresentativa di tutti gli Italiani rimasti, residenti in Croazia e Slovenia. Però le loro finalità sono simili: la tutela degli Italiani sul territorio del loro insediamento storico.
Come constatato a Fasana, l’autorità regionale è rimasta e rimane sorda anche ad altre richieste. Una riguarda l’esodo e le foibe. È stato chiesto che a livello regionale venisse istituita una data a ricordo del grande esodo degli Istriani, che in maggioranza furono Italiani e che una delle numerose foibe venga scelta come simbolo di quella pagina dolorosa di storia in modo che i discendenti delle vittime ed altre persone possano portare lì un fiore.
L’ultima richiesta riguarda la canzone solenne Krasna zemljo (Terra Magnifica) dell’Istria che viene intonato nelle celebrazioni importanti. Ebbene nel testo si esalta la componente nazionale croata dell’Istria mentre quella italiana viene totalmente ignorata. Per cui si chiede di rimediare, considerato che ufficialmente l’Istria è regione bilingue, con la lingua italiana parificata al croato. Di lì a richiedere di un nuovo incontro chiarificatore con il governatore Boris Miletić per arrivare a una soluzione.
Valmer Cusma
#Se la foiba di Terli o di Villa Surani divenisse monumento nazionale sarebbe un momento storico di una tale importanza che dubito#avvenga mai... magari tra un secolo sì ma cogli ultranazionalisti croati di oggi e i comunisti tanto italiani quanto#slavi (che poi non contano un cazzo fondamentalmente ma rompono per qualsiasi cosa e possano morire ammazzati)#la vedo impossibile#R.I.
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