#compassionate casas
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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“Il Bargello” di Carlos Pérez Casas: un’epica storia di sopravvivenza e redenzione nella Spagna medievale. Recensione di Alessandria today
Un romanzo che intreccia odio, compassione e lotta per la sopravvivenza in un’ambientazione medievale intensa e crudele.
Un romanzo che intreccia odio, compassione e lotta per la sopravvivenza in un’ambientazione medievale intensa e crudele. “Il Bargello” di Carlos Pérez Casas ci immerge nel cuore di un villaggio aragonese del XII secolo, tra briganti, conflitti e misteriosi cavalieri. La trama: tra gelo, fame e conflitti Ambientato nell’inverno del 1134, in un villaggio dell’Aragona, il romanzo esplora la…
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Usami
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Eccomi: sono pronta per te. Fra un po’ tornerai a casa. So benissimo che sei stato da lei, ma sono arrivata al punto di accettare di condividerti, di mortificarmi, di prostrarmi stando ai tuoi piedi, pur di non perderti. Senza più dignità. So come ti piaccio e cosa prediligi del mio corpo e mi sono lubrificata, preparata a soffrire. Purché tu decida di usarmi per godere. Ti piace soprattutto il mio culo e poi non resisti al mio odore personale.
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Sono qui e ardo di una vera passione per te. Brucio di gelosia e frustrazione da età avanzata. Lei è giovanissima. Umiliami: ne godrò. Ho sulla pelle il profumo che mi hai regalato e indosso un velo appena poggiato sulle natiche, che lascia palesemente scoperto il dolcissimo solco che le divide, quale palese invito per te. Non ho difese e non le voglio: devi trovare la porta completamente aperta e l'accesso al mio corpo deve essere libero e assolutamente facilitato, ma solo per te. Non ho più alcun pudore, con te. Saprò essere tua ogni volta che vorrai. Senza un lamento.
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Se ti viene voglia di notte, svegliami pure. Se lo farai per compassione, andrà comunque bene. Perché io non so resistere senza di te. Non so stare senza che tu mi guardi negli occhi e mi stringa le mani, che mi dia uno schiaffo sulle chiappe o che mi strizzi un seno fino a farmi male: perché comunque tu farai, m'avrai accarezzato il cuore, m'avrai resa per un attimo parte della tua vita e considerata degna di un tuo contatto. Vivo solo per te, per i momenti in cui il mio corpo sarà sotto al tuo, per essere adoperato e darti il piacere che cerchi. Usami: avrai regalato una preziosa briciola del pane dell'amore a un cuore affamato di te. Usami e fammi così soffrire e vivere d'amore. Usami.
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RDA
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mueritos · 21 days ago
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Hey, just wanted to ask for any recs on Latino historical literature in Spanish? Mainly looking for Puerto Rican outside of the broad history you know? I find good things in English but I want the lens in Spanish. Or if you have a tag of anything you've read I can go through? Thanks In advance!
hello! you are in luck because right now I'm back home in PA where I have access to my giant latin american literature anthology! I'm going to give some authors below who are from PR with a piece of writing of theirs to check out, and also give some authors who I enjoy who aren't from PR. Not all of these are "historical" literature, but many write poems and short stories based off real life events/lived experience, which I find just as informative as a book like Open Veins of Latin America, which is very non-fiction historical.
KEEP IN MIND: some of these authors use language that is 1, outdated and 2, offensive, but these words are justified in the context they are written in and speak upon racial tensions experienced at the time of writing (i.e, one of Martin Espada's poems is called "n word-lips"). Please be compassionate toward the authors listed here!
PR authors:
Ramon Emeterio Betances (Arriba, Puerto Ricans!; 1800s), Eugenia Maria de Hostos (League of Puerto Rican Patriots; 1800s), Lola Rodriguez de Tio (The Song of Borinquen; late 1800s), William Carlos Williams (Libertad! Igualdad! Fraternidad!; late 1800s), Jesus Colon (Grandma, Please Don't Come!;1900s), Jose Davila Semprit (The United States; 1900s), Julia de Burgos (Ay, Ay, Ay de la Grifa Negra; 1900s), Pedro Juan Soto (Spiks; 1900s), Piri Thomas (The Konk; 1900s), Esmeralda Santiago (When I was Puerto Rican; 1900s), Martin Espada (Revolutionary Spanish Lesson; 1900s), Maria Teresa "Marisposa" Fernandez (Boricua Butterful; late 1900s)
Other authors:
Jose Marti (Our America; late 1800s), Eugenio Florit (In the Big City; 1900s), Arturo Islas (The Rain God; late 1900s), Isabel Allende (Paula or Casa de espiritus; 1900s), Julio Cortazar (la noche boca arriba; 1900s)
Some of these folks I have read and some I haven't. Have fun!
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smokingago · 3 months ago
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Questo è tutto ciò che un Uomo dovrebbe essere, o perlomeno ambire di diventarlo.
🍀
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Un uomo che è gentile con te è la cosa più maschile che possa fare perché dimostra la sua forza nel contenimento. Sa di poter essere potente e imponente, ma sceglie di proteggere piuttosto che danneggiare, di confortare piuttosto che controllare. Questa non è una dimostrazione di debolezza, ma una profonda comprensione di come sia la vera mascolinità.
Un uomo gentile capisce che il suo compagno non è un oggetto da conquistare, ma un'anima da custodire. Attraversa la vita con la consapevolezza che il suo tocco, le sue parole e le sue azioni hanno un peso. La sua mascolinità non è definita dalla sua capacità di dominare, ma dalla sua capacità di elevare coloro che lo circondano.
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Un uomo veramente maschile sa che la dolcezza non è passiva; è amore attivo in movimento. È il modo in cui ascolta quando parli, la cura che mette nel tenerti stretta e la premura nelle sue azioni. La sua forza risiede nella tenerezza che offre, creando un rifugio sicuro in sua presenza.
Un uomo che incarna la vera virilità non si sottrae alla vulnerabilità. Lui sa che permettersi di essere aperto e onesto richiede coraggio. La sua dolcezza crea uno spazio dove sentirsi visti e ascoltati, e questa apertura permette di crescere fiducia e intimità.
Un uomo che conduce con dolcezza capisce che l'amore non è controllo ma sostegno. La sua mascolinità non è minacciata dalla morbidezza che mostra, ma piuttosto, ne è esaltata. Il suo tocco rassicura, le sue parole leniscono, e la sua presenza si sente a casa.
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Un uomo gentile con la compagna dimostra che la virilità è più della forza fisica; è intelligenza emotiva. Riconosce che una vera partnership prospera nel rispetto, e che la dolcezza è parte essenziale per costruire un legame duraturo. Lui conduce con compassione, sapendo che rafforza il legame tra voi.
Un uomo che abbraccia la dolcezza dimostra di non avere nulla da dimostrare, perché è sicuro in se stesso. La sua mascolinità non è definita dalle aspettative della società o dalla necessità di affermare il dominio, ma dalla sua capacità di creare pace e armonia nella sua relazione.
Un uomo che pratica la dolcezza sa che la vita non è una battaglia da vincere, ma un viaggio da condividere con chi ama. Lui apprezza i tuoi sentimenti, onora i tuoi confini e si presenta costantemente con attenzione e premura. La sua gentilezza è il suo modo di dire: "Tu sei importante per me. ”
Un uomo gentile nel suo approccio all'amore capisce che la pazienza e la gentilezza sono alla base di un rapporto solido. La sua mascolinità non è sminuita dalla morbidezza, ma gli permette di coltivare la relazione, aiutandola a diventare più profonda e significativa con il tempo.
Un uomo che offre la sua gentilezza è un uomo che dà valore alla tua fiducia. Lui sa che essere gentile non lo rende meno uomo, ma più uomo. La sua mascolinità risplende nella sua capacità di essere protettivo senza essere possessivo, forte senza essere duro e amorevole senza condizioni.
Abhikesh
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scogito · 2 months ago
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Oggi guazzetto di perbenismo con spolverata di finta umanità.
Prendo come esempio un post su FB e una risposta che ho ricevuto al mio commento (che essendo evolutivo è stato visto come privo di "immedesimazione").
Non condivido per polemizzare, non mi interessa perculare nessuno, io voglio porre in analisi il pozzo di immaturità senza fondo in cui moltissimi figli sono costretti a crescere.
Questo il post originario:
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Questo il commento sotto una mia risposta, che taccia me di insensibilità e chiede maggiore acutezza sul problema:
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Io vorrei che si capisse almeno un po' perché questo tipo di partecipazione è pericolosa, soprattutto perché non si rende conto di quanto lo è.
Elenco tre punti a proposito del mondo marcio emotivo in cui la massa ristagna; che è lo stesso putridume in cui nuotano allegramente le distorsioni dell’empatia, della comprensione e della compassione (l'immedesimazione di inizio).
Questa madre secondo il sensibile di turno va consolata. Forse secondo un ragionamento contorto, può così trarre più forza per continuare ella stessa a consolare il figlio. Tornerà a scuola in una classe di stronzi ma…è consolato.
In questo schema l’esempio che il genitore mette in atto è quello della colpa, che verrà assorbito e imparato dal figlio, come risposta emotiva alla non accettazione, alla critica, all’irresponsabilità altrui.
Incapace di creare soluzioni (perché bisogna compatirla) non ne darà nemmeno al figlio. Le uniche risorse di gioia sono i soldi e in carenza di quelli non ci sono altri rimedi. Questo schema si attiverà nel figlio come risposta mentale a problematiche simili.
Stato di fatto: no money no party. Sono un fallito, nessuno mi vuole, non ho gli stessi strumenti di tutti gli altri, vivo come un emarginato e me ne vergogno, in più a casa è inutile chiedere soluzioni perché non sono in grado di darmene.
Piccola parentesi: soltanto io ricordo l’enorme percentuale di persone che si sentiva “esclusa” da quegli idioti che non li facevano entrare nei bar? Soltanto io vedo e vedevo “adulti" che si comportano come 11enni? Cambiano le dinamiche non le risposte al problema.
Però attenzione, secondo il commentatore di questo post d'esempio la madre che subisce le colpe della sua educazione (che non ha risolto), non va rattristata, e nel vanto dell’inettitudine sacrosanta dei distorti insieme al buonismo e tutte le sue scusanti, il problema prima di tutto sta sempre da qualche parte fuori.
La responsabilità agli altri: insegnate ai vostri figli… (si fotta cosa sta insegnando lei col suo comportamento...).
La colpa ai cellulari: causano bullismo!
Che questi adulti si comportano come bambini, che vivono il rifiuto come alle elementari, che è addirittura scorretto scuoterli davanti a certe cose…Eh no, compatisci e non svegliare il sonno! Chissenefrega se un bambino viene su con questi esempi di merda.
Poi mi raccomando, attivarsi nei convegni in cui si dice ai piccoli cosa devono fare (a parole) …quello subito!
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lunamagicablu · 4 months ago
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“ Da qualche parte, ai margini, la notte Sta girando e le onde dell'oscurità Iniziano a illuminare la riva dell'alba L'oscurità pesante ricade sulla terra E l'aria liberata impazzisce di luce, Il cuore si riempie di respiro fresco e luminoso E i pensieri si agitano per dare vita al colore. Io sorgo oggi Nel nome del Silenzio Grembo della Parola, Nel nome della Quiete Casa dell'Appartenenza, Nel nome della Solitudine Dell'Anima e della Terra. Io sorgo oggi Benedetto da tutte le cose, Ali del respiro, Delizia degli occhi, Meraviglia del sussurro, Intimità del tocco, Eternità dell'anima, Urgenza del pensiero, Miracolo di salute, Abbraccio di Dio. Possa io vivere questo giorno Compassionevole di cuore, Chiaro nella parola, Grazioso nella consapevolezza, Coraggioso nel pensiero, Generoso nell'amore.” John O'Donohue by Sub-AIRTist ********************* “Somewhere on the edge the night Is turning and the waves of darkness Begin to light the shore of dawn The heavy darkness falls back to the earth And the liberated air is mad with light, The heart fills with fresh and bright breath And thoughts stir to give life to color. I arise today In the name of Silence Womb of the Word, In the name of Quiet Home of Belonging, In the name of Solitude Of Soul and Earth. I arise today Blessed by all things, Wings of breath, Delight of the eye, Wonder of the whisper, Intimacy of touch, Eternity of soul, Urgency of thought, Miracle of health, Embrace of God. May I live this day Compassionate of heart, Clear of speech, Gracious of awareness, Courageous of thought, Generous of love.” John O'Donohue by Sub-AIRTist 
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curiositasmundi · 8 months ago
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Una classe dirigente può esser tale senza avere nessuna delle caratteristiche minime per esercitare dignitosamente questo ruolo? Sicuramente ci si può trovare davanti ad una ruling class inadeguata, ma questo comporta che il Paese disgraziatamente sotto il suo potere sia condannato allo sfacelo. La giornata di ieri ha mostrato un mosaico di avvenimenti che dànno la misura effettiva della nullità – capitalistica, morale, economica, politica, culturale, ecc – di chi controlla questa sfortunata provincia dell’Impero. Andiamo con ordine, prendendo i titoli dal giornale che pretende di essere ancora “il salotto buono della borghesia italiana”. Il quale, fin da ieri mattina, ci invita a spargere lacrime simpatetiche con “il povero” Luciano Benetton, che si è accorto solo ora – 89enne, al momento di ritirarsi in dolce attesa – che il suo gruppo ha registrato perdite choc: «In pochi mesi da 13 a 100 milioni, ora il rosso sarà di 230». E’ appena il caso di ricordare che l’ex “re del maglioncino” è stato a capo di un piccolo impero economico multinazionale, “a gestione familiare”, che ha responsabilità dirette nella repressione dei Mapuche in Patagonia, nel crollo del Ponte Morandi per risparmiare sulla manutenzione (43 morti), accarezzando nel frattempo anche qualche giovane virgulto “democratico” in vena di arrampicate… Il “povero pensionato” accusa naturalmente l’ultimo amministratore delegato da lui stesso scelto con toni entusiatici, e ora se la vedranno con gli avvocati in tribunale. Secondo capitolo. “Morto nel suv con la fascetta al collo Giallo sul marito di FrancescaDonato”. L’eurodeputata un tempo leghista, quando ci istruiva in ogni talk show circa le cirtù salvifiche del neoliberismo condito con privatizzazioni e taglio delle tasse a ricchi ed imprese, nonché del complottismo novax, ha immediatamente sentenziato “Me l’hanno ucciso”. E noi stavolta – l’unica – le crediamo. Angelo Onorato, imprenditore ed ex candidato alle regionali con la Dc di Totò Cuffaro (formazione cui è approdata anche l’eurodeputata) è stato infatti trovato morto strangolato alle tre del pomeriggio dentro la sua auto, sulla parallela dell’autostrada per l’aeroporto di Palermo. Modalità e luogo dell’omicidio lasciano un portone spalancato a ogni ipotesi che riporti alla mafia (anche se I media sono molto cauti, in queste prime ore). Ma la cronaca nera politico-imprenditoriale ci continua a sottoporre i tormenti del “povero Giovanni Toti”, tuttora presidente della Regione Liguria nonostante sia agli arresti domiciliari, descritto con umana compassione dal Corrierone: “Toti, la vita ai domiciliari: l’ansia nella casa di Ameglia con la moglie convalescente e il cane Arold”. Le accuse di corruzione, le intercettazioni, i soldi di Spinelli… Tutto nelle righe dell’articolo, ma è il titolo che deve restare nella testa dei lettori, no?
Ci sarebbe da fare qualche domanda anche sulla morte del rettore dell’università Cattolica di Milano, suicida (ma non viene quasi mai ricordato, tanto meno nei titoli) e senza alcuna spiegazione apparente. Riserbo massimo, nessuna ipotesi, parce sepulto…
Si potrebbe andare avanti a lungo, ma ci sembra più interessante l’unica notizia di critica sociale vero uno degli esponenti peggiori di questa classe dirigente. A Marina di Pietrasanta, titola sempre il Corsera, “Irruzione degli attivisti al Twiga, ombrelloni piantati fra le tende dei vip: «La spiaggia è di tutti»”
Ma chi sono questi attivisti? Di chi è il Twiga?
Bisogna andare a spiluccare nelle pagine interne… E allora si viene a sapere che I primi fanno parte del coordinamento ‘Mare Libero’, che dal 2019 si battono contro la privatizzazione delle spiagge e per “restituire il mare alla collettività”. Hanno montato ombrelloni e sdraio, steso gli asciugamani tra i lettini dello stabilimento, solitamente meta di vip, calciatori e politici. E lì si sono rimasti, tra le proteste di alcuni clienti che hanno rivendicato la “proprietà privata” della spiaggia.
Mal gliene è incolto, però, visto che come spiegano i ragazzi “Piantiamo i nostri ombrelloni in questa spiaggia tornata libera perché le concessioni sono tutte scadute il 31 dicembre 2023. Lo ha deciso il Consiglio di Stato in attesa, come stabilito anche dall’Unione europea, delle gare”.
Quanto ai proprietari del Twiga, beh, sono storicamente gli stranoti Flavio Briatore e Daniela Santanché, ora ministro del turismo. Che è poi a ragione per cui ha venduto le sue quote al socio, anche se un’inchiesta de Il Domani ha verificato che continua a incassare profitti dal Twiga tramite una società creata ad hoc, la Ldd Sas, ditta creata ad aprile 2023 e controllata al 90% da Immobiliare Dani, a sua volta al 95% di Daniela Santanché.
Scatole cinesi, azzeccagarbugli da commercialisti, rapporto osè – mortiferi – con la grande criminalità organizzata, truffe pure e semplici, amministratori pubblici a busta paga…
In mano a questi stanno le nostre vite.
[...]
Una “classe dirigente” di impressionante squallore - Via
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t-annhauser · 6 months ago
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La sgradevole sensazione che le decisioni prese oltreoceano dagli elettori americani andranno ad impattare anche sulla nostra placida routine quotidiana, che ci entreranno direttamente in casa dalla biologica quando saremo comodamente seduti sulla tazza del water, che non si potrà più beatamente vivere nascosti come gli epicurei, che la Weltanschauung di un coltivatore diretto del Minnesota deciderà le sorti del nostro bel giardino filosofico con annesso tutto il cenacolo di discepoli. L'unica salvezza è che nell'attuale panopticon globale l'occhio del grande scrutatore non si posi mai sul nostro piccolo angolino di mondo, che la nostra irrilevanza possa suscitare in lui quel briciolo di compassione.
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depressopax · 1 year ago
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Nightmares - Nairobi x gn!reader (Scenario)
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Pairing: Nairobi x gn!reader Genre: Fluff, a bit angst - Friends to lovers Warning(s): Spoilers for La casa de papel (s1-3). Mentions of alcohol and death. Grief and anxiety. Reader is younger than Nairobi. (Reader is called ‘Athens’) Words: 908 Summary: One year after the Royal Mint Heist, reader lives in Argentina with Nairobi and Helsinki. Nairobi comforts reader after a nightmare. English is not my first language, so lmk if I make any spelling mistakes :)
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Life hasn’t been so interesting lately, calm, but almost boring. 
Life went from straight chaos, to living in peace.
Together with Nairobi and Helsinki, you live in a tiny, warm apartment in Argentina. 
It’s been a year since the three of you, together with the Professor and the other robbers, pulled off the biggest heist against the Royal Mint of Spain.
The plan succeeded, and you got out of there alive. But not all of you… 
You still think about the heist, although it’s been 12 months. 
Sometimes, you wake up from nightmares about the royal mint, being caught by the cops, or just seeing Berlin, Moscow and Oslo die over and over… 
The three of you barely talk about it. It’s still too painful. 
Helsinki and Nairobi usually suggest going to parties, and most nights you spend in crowded spaces, dancing and drinking the night away together with the people you consider to be your best friends. 
It is nighttime, and you feel uncomfortable trying to sleep in the warm room. You can hear Helsinkis snoring from the room next to yours. 
“At least someone can sleep…”
You mumble and sit up in bed, pulling the blanket off.
You are sweaty and feel sick, from the warmth, but also from the nightmare that just woke you up. You can’t escape them.
Tonight, you were back in the Royal Mint, and saw Helsinki and Nairobi get taken away by the police…
As usual, you woke up in panic, thinking it was real. 
A while later, you realise that sleeping is not an option right now. 
After wrapping yourself in a morning robe, you walk around the apartment, feeling a bit disoriented. The balcony is open, and as a pleasant surprise, you find Nairobi sitting in one of the chairs, smoking a cigarette with her eyes on the night sky. 
Your heart skips a beat as you walk up to her. She looks so beautiful with dark hair that falls over her shoulders, and those sleepy eyes of hers. 
Lately, you’ve been feeling nervous around the beautiful best friend of yours. 
She looks so perfect right now. 
She turns her head, and smiles as she sees you standing by the door. You must have been staring, and you smile sheepishly,
“So you can’t sleep either, huh?”
She asks and pats the seat next to her. You take a seat and nod, considering if you should tell her about the nightmares. 
“No. Been a while since I slept well.”
She looks a bit concerned at your words, but only nods.
“Are you having nightmares, Athens?”  Her question catches you off guard. She gives you a compassionate smile. “I’ve heard you talking in your sleep at night”
You feel a bit embarrassed. You didn’t know that you talked in your sleep until now… 
“Do you still think about it? The heist?”
Now it’s Nairobi’s turn to look surprised. She takes a puff of her cigarette and then nods.
“Of course I do. I still think about everything that went wrong. What we could’ve done differently. And…” She looks troubled before continuing. “And all the deaths. Especially Berlin's sacrifice.”
Berlin… Nairobi and him never really got along, but still cared for each other. She was more devastated by his death than she wants to admit. 
Her hand is shaking as she brings the cigarette to her lips. You feel bad, and move closer to her. 
In response, she wraps an arm around your shoulders, pulling you even closer. Once again your heart skips a beat. She feels so warm, and smells nice. Your head rests on her shoulder and you both watch the stars quietly. 
“Do you wanna talk about it?” Nairobi asks softly, breaking the silence. “The nightmare”
You smile at her, appreciating her attempts to comfort you. You don’t want to tell her, it’s not silly, but still it feels weird to tell her about it. But still…
“I have nightmares almost every night. Either, I’m reliving the worst moments at the Royal Mint, or….” Your voice trembles a bit, and you swallow the lump in your throat before continuing. “...Or, I dream that I’m haunted by the police. That they take you and Helsi away from me.”
Nairobis arm squeezes you tighter against her now. She only nods at your words. 
“You’re safe with me, darling…”
The mood changes between the two of you. You pull your head away from her shoulder and look into the eyes. 
You’re unaware of the tears in your eyes until Nairobi gently wipes them away with her thumb. 
“You mean so much to me, Nairobi.”
You whisper. Nairobi smiles at you and nods.
“And you mean the world to me, Athens.”
You lean forward, and before you can stop yourself, you press your lips against hers. 
Nairobi seems surprised at first, and you quickly pull away, your cheek burning from embarrassment. 
“Sorry…”
But she only shakes her head, and moves closer to you once again. She strokes your cheek with one hand, the other resting on your thighs. Her breath smells of cigarette as she leans forward and kisses you. 
You reply to the kiss with thousands of butterflies in your stomach. It’s the perfect moment. 
The moment is so passionate and intimate. As she pulls away, she rests her forehead against yours. 
“Do you feel better now?”
She asks with a soft voice. You nod and smile.
“I feel so much better.”
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susieporta · 6 months ago
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IL MOMENTO GIUSTO
Esiste una condizione fondamentale...
Che certe cose accadono da sole, e solo quando arriva il momento giusto, e tu non puoi forzarle a farle accadere, come l’amore ad esempio.
Al massimo puoi rimanere aperto, ricettivo e disponibile, cercando di non ostacolare.
Lo stesso vale anche per certi stati di coscienza superiore: accadono perché hai preparato il terreno giusto, ma non sei stato tu a farli accadere, nessuno ha il potere su questi stati trascendenti, e sarà la tua vanità, la tua avidità, e le tue aspettative, a farli sparire per mesi e mesi...perché volevi impossessartene, perché l’ego voleva impossessarsi dell’amore, della consapevolezza, della compassione, dell’umiltà, della bontà...quando hai sperimentato questi stati che ti sono accaduti.
Il problema è sempre l’ego ed il suo bisogno di possedere e di controllare ogni cosa, ed è così che ti lasci sfuggire tutto ciò che ha realmente valore nella vita.
Guardi una bella persona, e subito nella tua mente si formano il desiderio di possederla.
Guardi una bella casa o una bella automobile, e subito il desiderio di possesso.
Quando mangi, c’è un momento in cui il tuo corpo è più che soddisfatto, ma tu continui a mangiare per gola, per avidità, per riempirti al massimo fino a stare male.
E’ bello stare con le persone, a condividere l’amicizia, ma anche qui c’è uno stop se ti ascolti...se non ti perdi negli altri, e proseguire oltre è sintomo di paura della solitudine, di bisogno di attenzione, di bisogno di riconoscimento, di avidità, di possesso...e non è più naturale ciò che stai facendo, non è più condividere.
E nel momento in cui credi di essere riuscito a possedere, ecco che sparisce lo stato di gioia...ecco che sparisce lo stato di meditazione, la consapevolezza, l’amorevolezza, l’estasi, a causa del tuo desiderio di possesso.
Ogni cosa scompare quando cerchi di possederla.
Osserva te stesso e tutti i giochi del tuo ego: avidità, ambizione, gelosia, invidia, controllo, possesso.
Osserva l’interconnessione...
Se osservi coscientemente e comprendi fino in fondo l'avidità, allora anche la rabbia sparirà, e se scompare la rabbia, allora scomparirà anche la gelosia e l’invidia, e se scompare l’invidia e la gelosia, allora scomparirà anche la violenza...dov’è tutte queste emozioni sono figlie dell’egocentrismo e della vanità.
Quando cerchi di possedere e di controllare, anche solo mentalmente, al tuo interno, non ha importanza, tu hai già perduto l’oggetto del tuo possesso.
Osserva i giochi della tua mente.
Osserva l'avidità.
Osserva che il tuo ego non è mai contento e vuole sempre di più...l’ego è una macchina che sforna continuamente nuovi desideri, nuove ossessioni, nuove manie.
Non ti lascerà vivere in pace...
Che cos’è l’avidita se non il tentativo di riepirti di qualcosa per riempire un profondo buco di insoddisfazione?
Puoi riempirti di cibo, di sesso, di relazioni, di televisione, di soldi, di successo, di potere...solo per compensare che tu non hai te stesso.
Il buco che stai cercando di riempire, è dato dal fatto che tu hai molte cose, e che hai accumulato moltissime cose in vita tua, ma ancora non hai ancora te stesso.
Manchi tu all’appuntamento con la vita.
Inoltre...
Anche combattere l’ego è un desiderio, ovviamente.
Dovrai solo osservarlo coscientemente fino in fondo, in tutte le sue manifestazioni e sfumature, e cadrà da solo, un pezzetto alla volta.
Questo fa parte del Lavoro pratico su se stessi.
Roberto Potocniak
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ambrenoir · 9 months ago
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DIECI COSE DA FARE SEMPRE
1. Alzati anche se vuoi rimanere a letto, fatti un bagno.
2. Mettiti profumo (indispensabile) e rossetto.
3. Usa solo mascara resistente all'acqua, per quando senti voglia di piangere così non ci pensi due volte.
4. Esci da casa tua non importa se non hai nessuno da visitare.
Prendi il cane. Non hai un cane? Prendi un libro e vai al parco più vicino.
5. Sorridi, lentamente lo farai senza rendertene conto e ti sentirai molto meglio.
6. Mangia bene e viziati. Una voglia non ucciderà nessuno.
7. Amati, sembra facile, lo so Guardati allo specchio con rispetto e serenità. Se non hai nulla di piacevole da dirti resta in silenzio. Ricorda che anche la tua voce interiore ti parla.. parla con amore e compassione
Se non impari a rispettare il tuo naso, il tuo seno, la tua statura, smagliature, cellulite, è facile che qualcuno possa ferirti nella tua intimità.
8. Ricorda che tutto passerà. Niente dura per sempre. Lascia uscire le tue lacrime, ma non gongolare nel tuo dolore. non restare ancorata nella sofferenza. Già domani puoi ricominciare e vedrai come, nonostante le ferite, tornerai a guarire.
9. Elimina dalla tua vita ogni persona che ti ha ferito o ti ha fatto sentire male. non dipendi da loro e influenzano il tuo umore.
MOLTO IMPORTANTE.
10. Resta con quelli che ti fanno sognare, che ti spingano a superarti, che vedano in te la magia che hai e che ti rendano felice. Non dipendi da loro, ma influenzano la tua vita.
Flora Azevedo -
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raccontidialiantis · 1 month ago
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Peccati segreti e pedalate
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Ma tu guarda che mi capita! Alla mia età, poi. Dunque: tre domeniche fa, di mattina presto, inforcai la mia mountain bike per farmi un giro sulle colline che circondano la piccola città di provincia in cui abitiamo. Mi ci trovo bene: ho tutto a portata di mano e non c'è quasi mai traffico. Quel giorno avevo bisogno di far sbollire la rabbia: da qualche tempo con mio marito è ogni giorno una litigata, per qualsiasi motivo. Ma la ragione vera è che non ci sopportiamo proprio più. Capita, a un certo punto del matrimonio e non ci si può fare molto, credo.
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Uso la bici ogni giorno: per andare al lavoro o per fare sport. Ne ho tre: una da passeggio-città, con le canne del telaio basse, da poter usare anche con la gonna. Con tanto di campanello e cavalletto. Poi ho una stradale da corsa, che però uso di rado. Infine c'è la mia “cocca”: una mountain bike di fascia alta a cui tengo come una figlia e che uso molto spesso, per ossigenarmi e fare meditazione zen a mio modo. Non appena imboccato il primo sentiero sterrato, vidi in lontananza una ragazza. Cercai ovviamente di raggiungerla. Giuro: senza altro obiettivo che quello di superarla.
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Spiegazione doverosa: chi non va in bici sappia che, al contrario di ciò che si possa pensare, il ciclismo è uno sport altamente competitivo. In special modo se esci da solo: con chiunque incontri, da nove a novant’anni… è guerra! Non c’è compassione, nessuna pietà. Provare per credere. Quindi, essendo ben allenata, in breve mi avvicinai molto a lei, ma fui costretta a rallentare, per mettermi nella sua scia e per ammirarla: lo meritava decisamente.
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Giovanissima, atletica, molto bella. Il suo profumo mi arrivava di continuo in scia, misto al suo odore personale sotto sforzo. Aveva degli yoga pants bianchi strettissimi e semi trasparenti, che pedalando e muovendosi in modo naturalmente sensuale sul sellino, le lasciavano intravedere le cosce perfette ma soprattutto un bellissimo solco tra le natiche sode, impreziosito dal filo sottile del suo perizoma rosso. Una vera Dea, un essere bellissimo da sognare e desiderare.
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Anche per una donna. Confesso che era una situazione che mi piaceva molto. Mi affiancai a lei e iniziai a prendere confidenza. Avevo un assoluto bisogno di gentilezza, complicità, dolcezza. La mia anima era a secco da tempo. Troppa durezza, attorno a me. Solo un’altra donna poteva capirmi. Una a un certo punto ha un dannato bisogno di complicità, sorrisi, carezze, sguardi dolci.
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Parlammo dapprima delle uscite in bici: quante, come t’alleni, da quanto tempo, che bici è eccetera. Emma mi disse poi che s’era diplomata quell’anno e per l’estate sarebbe rimasta qui in paese, dai nonni. Anche perché s’era lasciata col suo ragazzo in modo molto brutto, anche violento e quindi voleva solo ritrovare un pizzico di pace e serenità.
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Ci fermammo presso uno degli essenziali chioschetti-ristoro posti lungo il percorso; in pratica solo una tettoia di legno con due panche. Eravamo sole e senza nessuna fretta. Parlare con lei mi piaceva: aveva due anni meno di mio figlio, già universitario e attualmente ancora in viaggio per l’Europa, ma mi sembrava comunque molto più matura di lui.
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Ricordando le ultime burrascose vicende che l’avevano costretta ad allontanarsi da casa, iniziò a commuoversi e infine si sciolse in un pianto dirotto. Era bellissima: una cerbiatta indifesa di cui subivo passivamente l'enorme potere d'attrazione. Mi venne spontaneo stringermela al petto e accarezzarla, consolarla.
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D’un tratto mi guardò negli occhi, mi prese, mi strinse a s�� e mi baciò in bocca! Ero paralizzata, soprattutto perché mi resi conto che era la cosa più naturale e bella del mondo. Avevo il cuore e il corpo in subbuglio: sentivo di stare predisponendomi all’amore. Con una persona assolutamente sconosciuta, di sesso femminile ma di fatto estremamente sensuale. Irresistibile passione tra due donne. Introdusse la sua lingua nella mia bocca e io la succhiai avidamente, ci giocai a lungo.
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Le sussurrai che con una donna non avevo mai fatto certe cose, che forse stavamo correndo troppo e intanto sentivo di essere rossa in viso come un peperone. Mi disse di non preoccuparmi, perché al giorno d’oggi… “ormai tra noi ragazze fare l’amore in cameretta è normale come parlare di moda, di uomini o di musica. Solo dopo essere venute, si studia.” Mi sbilanciai e le dissi che la desideravo proprio tanto. Ero probabilmente viola, in viso: e lei sorrise.
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Quindi riprendemmo le bici e ci inerpicammo tra gli alberi, fuori dal sentiero battuto, in cerca di arbusti alti che potessero nasconderci alla vista. Quando fummo sicure di essere occultate al mondo e sufficientemente lontane dal sentiero, le palpai i seni inizialmente da sotto la maglietta: aveva dei capezzoli turgidi e sodi. La mia cerbiatta gemeva di piacere. Poi glieli liberai del tutto e li succhiai a lungo. Senza più alcun ritegno, le infilai la mano negli yoga pants e le misi un dito nella fica; allargò le gambe e prese a muoversi.
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La feci godere leccandola e succhiandola. Quella prima volta di mattino domenicale finì così. Ci ricomponemmo e continuammo la nostra escursione. Ma poi già nel primo pomeriggio la feci venire a casa per un tè. Verso le quattro mio marito uscì con degli amici e appena chiusa la porta di casa, immediatamente la spogliai, la portai in camera e la buttai sul letto. Me la mangiai letteralmente.
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La baciai dappertutto, la mordicchiai, succhiai a lungo e lei ricambiò, facendomi venire in modo che da tempo non accadeva. Le leccai il culo e la passera fino a consumarmi la lingua. Devo dire comunque che Emma era espertissima: le sapeva tutte e mi guidava dolcemente nella scoperta del mondo saffico. Mi infilava le mani dappertutto, che il cielo la benedica; mi faceva godere e poi ancora godere. Dovetti ammettere a me stessa che la amavo. Io la amo.
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Ormai so già che per tutta l’estate ci ameremo come pazze. Sto scoprendo con lei un nuovo mondo, sottilmente erotico e dolcissimo; un pianeta donna sino a ora a me totalmente ignoto. Le piace farsi allattare. Dapprima me le carezza e lecca con trasporto: io da parte mia vengo non appena lei poggia le sue labbra su un capezzolo e inizia a tirare fortissimo. E allora non ragiono più, le dico di non smettere mai, semmai di succhiarmele alternativamente.
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Lei allora mi succhia come se non ci fosse un domani, mettendosi tutto un seno in bocca e al tempo stesso mi infila una mano nella fregna fino al polso, per farmi venire ancora, ancora e ancora. Sono sua. La cosa è ufficiale. Mio marito nella mia vita è ormai solo un fastidio necessario. Il problema sorgerà per noi quando la mia ragazzina adorata dovrà tornare nella sua città, che dista circa duecento chilometri dal mio paese.
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Vedremo. Intanto, in questi giorni e fino a settembre facciamo l’amore in casa di una mia amica intima, single e compiacente. Magari, se ci gira, in macchina. Oppure, la cosa più bella e sorprendente, andiamo con le bici in montagna e ci diamo piacere di nascosto dal mondo, molto più vicine a Dio: lui da lassù ci vede, capisce l’amore e sorride. Dopotutto… l'amore e il sesso li ha inventati lui!
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RDA
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valentina-lauricella · 1 year ago
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Un libro, un giorno
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Anche se io leggo solo ebook o testi che trovo su archivi digitali, la mia casa è piena di libri, perciò ho pensato di tenere una rubrica, intitolata "Un libro, un giorno". Fotograferò la copertina del libro, poi lo aprirò, rigorosamente a caso, e riporterò il primo passo che mi balza all'occhio. I libri sono oracoli, hanno qualcosa da dire proprio a te, in qualunque punto li sorprendi.
Cominciamo con questo:
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Perché mai sentiamo nelle ossa la compassione, una volta quando vidi mio padre cadere a terra perché gli si erano addormentate le gambe in poltrona, provai una fitta al cuore, una cosa che non ti aspetteresti mai da un ributtante, non localizzabile, accidentale insieme, privo di io-natura, di aggregazioni molecolari di carne e sangue e ossa, universi di vacuità e squallore nel vuoto fatti muovere in tormentate vegetalizzate direzioni* (*aggregazioni molecolari di atomi, mondo-sfere senza centro e senza individualità che di colpo si preoccupano in questo sogno) ...se il messaggio di compassione non arrivasse dal centro dell'universo della Mente Essenziale, dicendo: "Tutti hanno voluto prendere forma incarnata e tentare l'azione nel sogno e sono stati tutti dei maledetti imbecilli".
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gregor-samsung · 10 months ago
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“ Ahmad aveva la febbre. Strofinare preparati a base di erbe sul suo corpo in fiamme non sortiva alcun effetto. A quel punto, Salima era andata a chiedere aiuto a suo zio Shaykh Sa‘id. Era invecchiato, certo, ma non abbastanza da lasciare che il suo cuore si sciogliesse davanti alle suppliche della nipote. Lo aveva implorato, gli aveva ricordato che era la figlia di suo fratello Shaykh Mas‘ud, l’aveva pregato di avere compassione, di dimostrare la sua fede, la sua signorilità, la sua generosità, magnanimità e saggezza. Si era appellata a tutto quello cui si può appellare una madre con il figlio dilaniato dalla febbre. Ma la risposta dello shaykh non era cambiata: “La Range Rover non lascerà mai ‘Awafi senza di me.” Il giorno dopo, la febbre di Ahmad era aumentata, il bambino aveva cominciato a delirare. Salima era tornata dallo zio accompagnata dal marito. ‘Azzan si era trattenuto a lungo con il vecchio, gli aveva spiegato che suo figlio peggiorava e che l’unico ad avere una macchina con cui portarlo all’ospedale al-Sa‘ada di Maskade era lui, Shaykh Sa‘id. Se ci fossero andati a dorso d’asino, ci avrebbero messo quattro o cinque giorni e non sarebbero riusciti a salvare il bambino. Gli disse che avrebbe pagato qualsiasi cifra gli avesse chiesto, compreso il salario dell’autista. “Non ho altro da dire,” aveva replicato Shaykh Sa‘id. “La Range Rover non esce da ‘Awafi. Tuo figlio guarirà anche senza dottori. Che sarà mai, tutti i bambini hanno la febbre e poi guariscono.”
‘Azzan e Salima erano usciti da casa dello shaykh cercando di non guardare il fuoristrada verde parcheggiato vicino al portone. Quando Shaykh Sa‘id l’aveva comprato, due anni prima, e l’autista l’aveva portato in paese, erano tutti usciti in strada per vederlo. Persino l’anziana madre dello shaykh si era avventurata fuori facendosi sostenere dalle sue schiave ma poi, quando aveva sentito il rombo del motore e visto le ruote nere che giravano velocissime, si era spaventata e gli aveva tirato una pietra urlando ai quattro venti che quella era opera del diavolo. La pietra aveva rotto un finestrino e Shaykh Sa‘id aveva ordinato alle schiave di riportare dentro la madre minacciando di frustarle sotto il sole se solo l’avessero fatta uscire di nuovo. Da quel giorno la Range Rover si era mossa solo quando lo shaykh sedeva al posto del passeggero. E se con lui c’era una delle sue mogli, i finestrini venivano oscurati con delle lenzuola. Salima aveva pianto per tutta la strada fino a casa e, da quel momento, ‘Azzan aveva nutrito un unico sogno: possedere una macchina. Aveva giurato che avrebbe chiesto al Sultano il permesso di comprarne una, esattamente come aveva fatto Shaykh Sa‘id, e poco importava se avesse dovuto vendere i campi ereditati dal padre. Ma Ahmad non aveva aspettato che ‘Azzan mantenesse fede al suo giuramento, la febbre era stata più veloce e lo aveva ucciso. Gli avevano tolto vestiti e amuleti e predisposto la rituale pedana di rami di palma in mezzo al cortile. I vicini avevano portato secchi d’acqua dal canale per lavarlo, l’avevano cosparso di incenso e di olio di oud, lo avevano avvolto in un sudario candido e avevano portato il feretro al cimitero a ovest del paese. Il giudice Yusuf aveva detto ad ‘Azzan: “Tuo figlio adesso è in paradiso, e quando verrà la tua ora ti porterà dell’acqua fresca per spegnere la tua sete.” ‘Azzan era stato zitto, non aveva detto che lui aveva sperato che suo figlio l’acqua gliela portasse lì, sulla terra, negli anni della sua vecchiaia. Si era mostrato fermo e paziente come si conviene e aveva stretto la mano di chi gli porgeva le condoglianze. Le aveva strette tutte, persino quella di Shaykh Sa‘id. “
Jokha Alharthi, Corpi celesti, traduzione dall'arabo di Giacomo Longhi, Bompiani (collana Narratori Stranieri), 2022¹; pp. 122-124.
[Edizione originale: سيدات القمر (Sayyidat el-Qamar; Le signore della luna), editore Dār al-Ādāb, Beirut, Libano, 2010]
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idettaglihere · 1 year ago
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io e una mia collega (che chiameremo E. perché ormai se nomino una collega è sempre lei) quando siamo vicine di cassa ci divertiamo a dare i voti a certi clienti e a vedere se azzecchiamo i gusti l'una dell'altra; oggi sono venuti un paio ragazzi che trovo davvero molto belli, sin dai primi giorni che ho lavorato lì e lei ha iniziato a farmi un discorso in cui mi diceva di buttarmi, di provarci perché sicuramente ci starebbero e quando mi sento dire queste cose per me hanno dell'assurdo. lei è uguale a me (fisicamente) ma ha tanto, tanto carisma, è simpatica, ed è oggettivamente più bella nei lineamenti, quindi si butta ed effettivamente ha davvero tanto successo con gli uomini, ma io non potrei mai permettermi di provarci con nessuno (o nessuna, sia chiaro); quelle rare volte in cui è successo l'altra persona si è sempre sentita umiliata e posso solo immaginare quanto faccia schifo vedere una come me che mostra interesse nei tuoi confronti, soprattutto se penso a quei due clienti in particolare, ne rimarrebbero traumatizzati. e non è cercare compassione, però ho degli specchi in casa e so di essere noiosa ed insulsa caratterialmente quindi si tratta di essere oggettivi, realisti, ed è proprio quello che ho detto a lei ma credo abbia una visione talmente sbagliata di me da essere sicura che io possa avere chiunque.
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et3rnauta · 1 year ago
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Non perde mai occasioni di fare figure di me..da . Accade che una donna di 44 anni, un’artigiana e imprenditrice di nome Feliciana, è morta per una grave malattia e, secondo alcuni giornali, si sarebbe sacrificata rifiutando le cure per salvare la sua secondogenita.
Al che Matteo Salvini non ha trovato di meglio da fare che cavalcare, al solito, la notizia - o meglio, la fake news - sui social.
Gli ha risposto il marito di Feliciana, Gabriele, con una splendida lettera aperta che merita di essere letta tutta, fino in fondo, e che smonta il più becero salvinismo dalla A alla Z.
“Ciao Matteo Salvini, innanzitutto mi presento, sono Gabriele, il marito di Feliciana.
Da un po', causa "vicissitudini familiari", ho deciso di sospendere il mio unico account social (facebook), motivo per cui mi sono fatto "prestare questo spazio" dagli amici della libreria Zaum (che ringrazio di cuore).
Sto già attraversando il periodo più buio della mia vita, in più, leggere articoli "giornalettistici" su mia moglie, come quelli pubblicati sul web dal Messaggero, Leggo, L'edicola del sud, Gazzetta del Mezzogiorno, Telebari, Il nuovo quotidiano di Puglia, Il giornale di Puglia (probabilmente ce ne saranno anche altri simili che non ho letto) è come girare il coltello nella piaga.
Roba da sadici e/o cacciatori di like.
Metà del tuo post è un virgolettato che riprende le "grandi" testate succitate, le quali (come te o il tuo "web staff") hanno avuto poca cura nello scegliere le "fonti", o peggio ancora, le "grandi" testate hanno voluto "romanzare" appositamente la cosa per qualche click in più.
Allora : 1) Mia moglie ha scoperto "la cosa" solo dopo aver partorito la nostra secondogenita; 2) Si è sempre sottoposta a tutte le cure previste.
L'amore di mia moglie era, ed è immenso, verso i nostri figli, verso di me e verso gli "ultimi", i più sfortunati, tipo quelli che si imbarcano perché hanno 2 alternative:
a) morire a casa propria di fame/stenti/guerra b) imbarcarsi (essendo anche al corrente dei rischi del viaggio) nel tentativo di "svoltare" e cambiare vita.
Noi (io e la mia famiglia), siamo il tuo OPPOSTO: bianco/nero, nord/sud, destra/sinistra, salato/dolce.
Per cui, se mai dovessimo stilare un elenco di persone da cui non vogliamo abbracci/pietà/compassione, non te la prendere, ma il tuo nome sarebbe sicuramente sul podio.
Un'ultima cosa, sai la bambina da voi citata come si chiama? CAROLA. Nome ispirato da 3 guerriere, le due nonne (Carmelina/Laura) e Carola Rackete!
Te la ricordi, vero?
Vado, devo ricomporre i pezzi.
Gabriele”.
Mi inchino dinnanzi a tanta forza e dignità.
Lorenzo Tosa
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