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Calendario 2025 - La colonizzazione italiana dell'Africa
Non c’è bugia, non c’è mistificazione, non c’è esagerazione che possa cancellare quanto realizzato dai coloni italiani in Africa per creare commerci, lavoro e sviluppo: colonizzatori non colonialisti.Il nuovo calendario per l’anno 2025 raccoglie 12 tra le immagini più rappresentative dell’opera che l’Italia realizzò in Somalia creando il Villaggio Duca degli Abruzzi con 760 km di canali. Fu…
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crimini di guerra israeliani: crimini contro l'umanità, crimine di sterminio
ONU: Crimini di guerra e contro l’umanità negli attacchi israeliani a strutture sanitarie e nella gestione di detenuti e ostaggi a Gaza il testo è qui: https://unric.org/it/onu-crimini-di-guerra-e-contro-lumanita-negli-attacchi-israeliani-a-strutture-sanitarie-e-nella-gestione-di-detenuti-e-ostaggi-a-gaza/ un estratto: cliccare per ingrandire
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Come produrre ossigeno per la colonizzazione di Marte
Ossigeno su Marte? Ci pensa il robot “AI-chimista”, lo studio cinese su Nature Synthesis. Si chiama AI-chemist. È un piccolo robot dotato di intelligenza artificiale e promette di risolvere il problema dell’ossigeno ai futuri colonizzatori di Marte. Tra i moduli di cui è dotato c’è infatti una sorta di “cervello” che, sulla base degli elementi chimici disponibili in un campione di suolo marziano, è capace di sintetizzare il più performante catalizzatore per la produzione di ossigeno sul pianeta. Colonizzare Marte e stabilire una presenza umana permanente sul pianeta è un obiettivo di molte nazioni e agenzie spaziali pubbliche e private. Affinché ciò sia possibile, però, ci sono diversi ostacoli da superare. Uno su tutti, la mancanza di ossigeno molecolare.
Un team di ricerca della Unversity of Science and Technology of China ha sviluppato un robot dotato di intelligenza artificiale capace di creare catalizzatori per la produzione di ossigeno su Marte. Crediti: AI-Chemist Group, Unversity of Science and Technology of China Un modo per produrre la preziosa sostanza direttamente su Marte tuttavia ci sarebbe. È un processo che gli addetti ai lavori chiamano evoluzione elettrocatalitica dell’ossigeno e prevede la decomposizione dell’acqua, disponibile sul Pianeta rosso in forma di ghiaccio e forse anche allo stato liquido, attraverso una reazione chimica guidata dall’energia solare in presenza di catalizzatori, sostanze in grado di promuovere e accelerare una reazione altrimenti sfavorita. L’acqua sul pianeta c’è, la radiazione solare è abbondante: dunque possiamo colonizzare Marte, direte voi. E invece no. Il problema sono proprio i catalizzatori. Per garantire la produzione costante di ossigeno su Marte, dovremmo infatti trasportare continuamente queste sostanze dalla Terra, il che, come potete immaginare, avrebbe costi elevatissimi. La sfida è dunque trovare un modo per sintetizzare questi potenziatori della reazione, soprattutto idrossidi, direttamente in situ, utilizzando materie prime già presenti su Marte. Una sfida che un team di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze pare ora aver vinto. Come? Grazie allo sviluppo di un robot dotato di intelligenza artificiale in grado di sintetizzare queste molecole. Non ha le sembianze umane della rappresentazione artistica dell’immagine qui sopra, sia chiaro. Ma è comunque in grado di fare quello per cui è stato costruito. La ricerca, condotta in collaborazione con il Deep Space Exploration Laboratory, è stata pubblicata oggi su Nature Synthesis. AI-chemist – questo il nome del robot, dal gioco di parole fra “alchimista” e le iniziali di artificial intelligence – ha le dimensioni di una piccola fotocopiatrice, adatte dunque per essere trasportato a bordo di un eventuale lander o rover.0 Al suo interno, tuttavia, avvengono esperimenti che sulla Terra richiederebbero strumenti e laboratori ben più grandi, nonché anni di lavoro umano. Il sistema è in grado di generare catalizzatori per la produzione di ossigeno senza l’intervento dell’uomo. Il pre-trattamento del minerale marziano, la sintesi chimica della molecola, la sua caratterizzazione e i test di prestazione sono fasi che all’interno di AI-chemist avvengono tutte in maniera completamente automatizzata. Ma il suo punto di forza è un altro: la capacità, una volta analizzata la composizione dei minerali grezzi di Marte, di definire la migliore formula possibile per sintetizzare il catalizzatore più performante: un processo, questo, che utilizza un potente modulo computazionale che combina algoritmi di apprendimento automatico e modelli teorici, che permettono al robot di analizzare sia i dati sperimentali acquisiti che i dati di simulazione
Schema di funzionamento del robot AI-chemist. Crediti: Qing Zhu et al., Nature Synthesis, 2023 «Il robot AI-chemist sintetizza in modo innovativo il catalizzatore della reazione di evoluzione dell’ossigeno utilizzando il materiale marziano», osserva Luo Yi, scienziato dell’Università della Scienza e della Tecnologia della Cina, tra gli autori dell’articolo che descrivono la ricerca. Ma vediamo in dettaglio come lavora AI-chemist. Per facilitare il lavoro del robot, i ricercatori hanno pensato a un flusso di lavoro a doppio ciclo. Il primo ciclo, comprendente 12 fasi automatizzate, viene eseguito dagli strumenti di chimica analitica all’interno del robot. Il secondo, comprendente in totale 9 operazioni consecutive, viene eseguito invece dal “cervello” computazionale del robot. In ogni ciclo sperimentale, il primo step è il pretrattamento del campione, una fase che prevede tutta una serie di operazioni preliminari, tra cui la pesatura del campione. A questo punto, utilizzando la Laser Induced Breakdown Spectroscopy (Libs) – un tipo di spettroscopia di emissione atomica – viene analizzata l’esatta composizione del campione. La fase successiva è la sintesi chimica simulata delle molecole catalizzatrici e coinvolge il “cervello” del robot: mediante simulazioni di chimica quantistica e dinamica molecolare, AI-chemist genera le strutture di tutti i catalizzatori che è possibile creare partendo dagli elementi presenti nel campione, misurandone inoltre l’attività catalizzatrice. I dati così ottenuti vengono utilizzati per addestrare un modello di rete neurale che prevede rapidamente le attività dei catalizzatori con diverse composizioni elementari. Infine, attraverso l’ottimizzazione bayesiana – una tecnica utilizzata nell’apprendimento automatico per trovare i parametri di un modello – il robot prevede la migliore combinazione di minerali marziani disponibili per sintetizzare il più performante catalizzatore della produzione di ossigeno. Andiamo adesso ai risultati dei test di funzionamento del robot, condotti dai ricercatori in laboratorio utilizzando in sostituzione del terreno di Marte cinque diverse meteoriti marziane. Come anticipato, le molecole che nelle reazioni elettro-catalitiche di produzione dell’ossigeno hanno funzione catalizzatrice sono principalmente gli idrossidi, molecole costituite da un metallo, ossigeno e idrogeno, con formula chimica generale M(OH)n, dove M è l’atomo di metallo. Lo studio, spiegano i ricercatori, dimostra che AI-chemist può sintetizzare questi catalizzatori a partire da minerali di Marte senza alcun intervento umano. Il sistema, aggiungono gli scienziati, ha eseguito tutte le fasi sperimentali richieste, tra cui l’analisi delle materie prime, il pre-trattamento, la sintesi, la caratterizzazione e i test di attività dei catalizzatori con un’elevata precisione, come pure l’identificazione della migliore struttura catalizzatrice tra milioni di combinazioni possibili.
A sinistra (a), la struttura chimica simulata di un catalizzatore generata dal robot AI-chemist. A destra (b), la reazione che utilizza questi catalizzatori per produrre ossigeno. Crediti: Qing Zhu et al. Nature Synthesis, 2023 In sole sei settimane di test, il robot intelligente ha costruito un modello predittivo apprendendo da quasi 30mila set di dati teorici e 243 set di dati sperimentali utilizzando algoritmi di ottimizzazione che, alla fine, hanno fornito la più performante struttura di un catalizzatore abbinata alle condizioni sintetiche più adatte. Un processo, questo, che avrebbe richiesto oltre 1500 anni di lavoro da parte di un chimico in carne ed ossa. Il robot è stato testato per oltre 150 ore di funzionamento, anche a temperature di esercizio estreme come quelle marziane, producendo costantemente ossigeno senza alcuna apparente degradazione. «Con l’aiuto di AI-chemist, in futuro gli esseri umani potranno creare una fabbrica di ossigeno su Marte», promette Jiang Jun, ricercatore all’Università di scienza e tecnologia della Cina (Ustc), tra gli autori dello studio. «Questa tecnologia innovativa ci porta un passo più vicino alla realizzazione del nostro sogno di vivere su Marte». Il protocollo e il sistema di funzionamento di AI-chemist sono generici e adattabili, concludono i ricercatori. Con questo robot ci aspettiamo di far progredire la scoperta automatizzata di materiali e la sintesi di sostanze chimiche per l’occupazione e l’esplorazione di pianeti extraterrestri. Per spaerne di più: Leggi su Nature Synthesis l’articolo ��Automated synthesis of oxygen-producing catalysts from Martian meteorites by a robotic AI chemist”, di Qing Zhu, Yan Huang, Donglai Zhou, Luyuan Zhao, Lulu Guo, Ruyu Yang, Zixu Sun, Man Luo, Fei Zhang, Hengyu Xiao, Xinsheng Tang, Xuchun Zhang, Tao Song, Xiang Li, Baochen Chong, Junyi Zhou, Yihan Zhang, Baicheng Zhang, Jiaqi Cao, Guozhen Zhang, Song Wang, Guilin Ye, Wanjun Zhang, Haitao Zhao, Shuang Cong, Huirong Li, Li-Li Ling, Zhe Zhang, Weiwei Shang, Jun Jiang e Yi Luo AI-chemist: un robot intelligente in aiuto dei futuri coloni di Marte Read the full article
#Accademiacinesedellescienz#AI-chemist#colonizzazione#conolizzazioneextraterrestre#DeepSpaceExplorationLaboratory#intelligenzaartificiale#marte#ossigeno#ottimizzazionebayesiana#sistemasolare#’ossigenomolecolare
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Marte, com’è
Nel giorno 872 dall’inizio missione (data sulla terra, 3 agosto) l’elicotterino Ingenuity acquisisce questa limpidissima immagine della superficie di Marte. Durante il volo, Ingenuity si è alzata di circa cinque metri sopra la superficie del cratere Jezero. Questo è il cinquantaquattresimo volo per Ingenuity, ormai abituato ai piccoli sorvoli di Marte. Continue reading Untitled
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Il reperto storico più antico ritrovato a Tortona: le origini dell’antica Dertona. Tracce liguri e romane rivelano le radici antiche della città
A Tortona, il reperto storico più antico risale al periodo preromano, con resti riconducibili all'epoca dei Liguri e successivamente alla fondazione della colonia romana di Dertona.
A Tortona, il reperto storico più antico risale al periodo preromano, con resti riconducibili all’epoca dei Liguri e successivamente alla fondazione della colonia romana di Dertona. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce tracce di insediamenti celto-liguri, localizzati principalmente nell’area collinare del Castello. I reperti rinvenuti includono frammenti ceramici e strutture…
#antichi Liguri.#archeologia piemontese#archeologia urbana#architettura romana#Castello di Tortona#centro romano Dertona#cinta muraria romana#civiltà ligure#colonizzazione romana#Dertona#dominazione romana Piemonte#epoca romana Tortona#età tardo-repubblicana#fortificazioni romane#insediamenti antichi#insediamenti celto-liguri#MA·DE#mosaici romani#Museo Archeologico Dertona#museo Palazzo Guidobono#patrimonio storico Tortona#reperti antichi Tortona#resti archeologici Piemonte#resti pre-romani#ricerche archeologiche Tortona#scavi archeologici Tortona#storia di Tortona#storia ligure#via Emilia#via Postumia
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COSA SIGNIFICA LA DISTRUZIONE DELLA GRANDE MOSCHEA DI OMAR DA PARTE DI ISRAELE
di Kate Wagner The Nation https://www.assopacepalestina.org/2024/01/27/cosa-significa-la-distruzione-della-grande-moschea-di-omar-da-parte-di-israele/ E’ un crimine contro il patrimonio culturale. Ma soprattutto, fa parte di una campagna di annientamento totale La Moschea di Omar a Gaza, dopo la distruzione da parte degli israeliani e come era Se si guardano le immagini di Gaza oggi, invece di…
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La Fiducia supplicans e il sensus fidei
Dio non benedice il male, a differenza dell’uomo. La cura pastorale in un’epoca di esautorazione gerarchica. Continue reading La Fiducia supplicans e il sensus fidei
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LA LIBERAZIONE DELL'ITALIA DALLA COLONIZZAZIONE MORBIDA
LA LIBERAZIONE DELL'ITALIA DALLA COLONIZZAZIONE MORBIDA
di Vincenzo Di Maio BOLLETTINO PATAFISICO DEL PROSSIMO 25 APRILE 2024 In questa Apocalisse Soffice che stiamo vivendo, grande è il disordine sotto il cielo, diceva Mao Zedong, e la situazione è dunque eccellente. Bisogna comprendere molte verità che possono far male, delle verità che in Italia ineluttabilmente ci portano a fare i conti con la storia del popolo di ieri e la costruzione futura…
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ASCANIO CELESTINI
FASCISTI contro ITALIANI
Bologna 2 agosto 1980
Il nuovo fascismo è il risultato di una sconfitta.
Ha le radici nel 25 luglio del ’43 con l’arresto di Mussolini e la fine del fascismo di governo col suo mito dell’impero. Il nuovo fascismo comincia a ristrutturarsi attorno al sentimento di vendetta e rivalsa dopo l’8 settembre aggrappandosi in maniera ancor più solida al nazismo tedesco e combatte per due anni una guerra contro l’Italia e gli italiani. Lo spiega Junio Valerio Borghese in una famosa intervista: «Combattere contro gli italiani non mi ha imbarazzato affatto». Siamo nel 1975 quando è già scappato all’estero dopo aver tentato il colpo di Stato dell’8 dicembre 1970. Per lui e per i suoi sodali della Decima Mas… quella che piace al “camerata” Vannacci, insomma…Per quei fascisti «Non era una guerra territoriale, era una guerra ideologica». In nome di quelle che definisce civiltà occidentale e mondo orientale, ribadisce che ancora «oggi combatto contro gli italiani» perché tra gli italiani ci sono i comunisti «che sono nemici e che se potessimo sterminarli io sarei molto contento».
Il fascismo di Salò è soprattutto questo: vendetta, rivalsa e anticomunismo. Un’ideologia che non solo ce li presenta orgogliosi dei crimini che hanno commesso, ma li vede anche pronti a commetterli di nuovo. A combattere con orgoglio “contro gli italiani”.
Giorgio Almirante lo dice chiaramente: «Sono stato fascista insieme con molti italiani fino alla fine con Mussolini e se le stesse circostanze potessero riprodursi io farei certamente le stesse cose».
Nel congresso del ’56 il fascista repubblichino fondatore del MSI conia una definizione chiara per i nuovi camerati della Repubblica quando parla di una strana contraddizione, ovvero: «L’equivoco, cari camerati, è uno e si chiama essere fascisti in democrazia».
Sempre Almirante, emblema del fascismo che è pronto a togliersi giacca e cravatta per tornare a indossare la camicia nera, si dichiara rispetto alla dittatura dei colonnelli in Grecia.
Per lui i «veri patrioti greci» sono i fascisti. E dichiara: «Noi siamo virilmente pronti alla realtà, senza ipocrisie. Qualora soluzioni anche di forza ci salvassero dal comunismo… ben vengano le soluzioni di forza».
Nel frattempo sono cominciate le stragi. Il fascismo ha una presenza ben articolata nel panorama della politica italiana: il partito dei fascisti in democrazia ha un piede nei governi (comuni, provincie, regioni oltre che in Parlamento); l’eversione di destra passa in scioltezza dallo spontaneismo di Mambro, Fioravanti e Ciavardini all’organizzazione di golpe e di stragi; cresce l’alleanza con la delinquenza di basso livello e con la criminalità che gestisce i grandi traffici e si relaziona col potere; si prepara alla colonizzazione dei mezzi di informazione e dei partiti politici per coinvolgere una classe dirigente presentabile e che non sia sfacciatamente amante dell’olio di ricino. E con questo ultimo passaggio siamo arrivati a quel magnifico documento trovato nel 1981 che descrive la strategia della loggia massonica P2. Ovvero il manifesto per una trasformazione democratica del paese dove «L’aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema».
Se non teniamo conto di questa storia
non capiamo le motivazioni del neofascismo.
L’ideologia nefasta che accompagna la storia dell’Europa.
Che non si presenta sempre a petto nudo in mezzo al grano coi baffetti e il saluto col braccetto dritto, ma anche in giacca e cravatta, in tailleur e tacchi alti.
L’ideologia che colpisce i diritti in Parlamento, ma non disdegna l’uso della violenza esplicita, la strategia della tensione e del terrore come il 2 agosto del 1980 a Bologna.
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Colonialismo. Un anno fa la figuraccia dei Musei Reali di Torino: prima le bugie poi le scuse
Un anno si creava uno spartiacque nella storia della colonizzazione italiana dell’Africa. Accadeva a Torino grazie, o per colpa, della mostra “Africa. Le collezioni dimenticate” inaugurata a fine ottobre 2023.Un’esposizione ideologica, superficiale e mistificatoria. ISCRIVITI AL CANALE TELEGRAM “ITALIA COLONIALE” PER RICEVERE TUTTI GLI AGGIORNAMENTI L’analisi critica di chi scrive esce su…
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israele, dopo più di 76 anni di impunità e un genocidio in corso
Ma guarda. È incredibile che, dopo più di 76 anni di impunità, per massacri di massa, deportazioni, 174 risoluzioni Onu disattese, detenzioni e occupazioni illegali, centinaia e centinaia di aggressioni coloniali e omicidi impuniti (anzi favoriti o proprio condotti da moralissime truppe d’occupazione), avvelenamento o occlusione (cementificazione) di pozzi, taglio di condotte idriche,…
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Halloween è solo una delle tante prove della colonizzazione anglosassone del nostro Paese. Nella mia infanzia non c’è traccia delle zucche in sostituzione del ricordo dei nostri defunti il 2 novembre. Vedo solo tante zucche vuote che non capiscono che poco alla volta cancelleranno la nostra cultura italiana. Cancelleranno Noi, la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri sentimenti. Serve battersi contro questa ignominia.
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Su questo Rizzo ha ragione
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Quando si parla con toni allarmati del “declino della società occidentale” si perde di vista un fatto: l’Occidente come entità geografica non esiste.
E non esiste perché non esiste un “polo ovest”, come non esiste un “polo est”.
La società occidentale è infatti l’assorbimento dell’Europa continentale all’interno dell’anglosfera, null’altro che il risultato di una colonizzazione culturale, ovvero l’americanizzazione della nostra società.
Il declino della società occidentale, quindi, è il presupposto essenziale per la rinascita della civiltà europea, plasmata dalla filosofia greca e dal diritto romano. Pertanto prima crolla meglio è. Fine.
@Antonio_DiSiena
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Assolutamente d'accordo.
Tant'è che Occidente equivale all'impero americano. Anche Australia, nuova Zelanda e perfino Giappone vengono considerati occidente ormai.
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Le Ultime Novità Scientifiche nelle Esplorazioni Spaziali: Implicazioni Attuali e Future. Recensione di Alessandria today
Come le recenti scoperte spaziali stanno trasformando il nostro futuro sulla Terra e oltre.
Come le recenti scoperte spaziali stanno trasformando il nostro futuro sulla Terra e oltre. Le esplorazioni spaziali stanno vivendo una nuova era d’oro, grazie a una combinazione di avanzamenti tecnologici, investimenti privati e scoperte scientifiche che stanno ridefinendo i confini della conoscenza umana. Le agenzie spaziali come la NASA, l’ESA e SpaceX, insieme ad altri attori emergenti,…
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L’idea che il sionismo sia un colonialismo di insediamento non è nuova. Gli studiosi palestinesi che negli anni ’60 lavoravano a Beirut nel Centro di Ricerca dell’OLP avevano già capito che quello che stavano affrontando in Palestina non era un progetto coloniale classico. Non inquadravano Israele solo come una colonia britannica o americana, ma lo consideravano un fenomeno che esisteva in altre parti del mondo, definito come colonialismo di insediamento. È interessante che per 20-30 anni la nozione di sionismo come colonialismo di insediamento sia scomparsa dal discorso politico e accademico. È tornata quando gli studiosi di altre parti del mondo, in particolare Sudafrica, Australia e Nord America, hanno concordato che il sionismo è un fenomeno simile al movimento degli europei che hanno creato gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Questa idea ci aiuta a comprendere molto meglio la natura del progetto sionista in Palestina dalla fine del XIX secolo ad oggi, e ci dà un’idea di cosa aspettarci in futuro.
Credo che questa particolare idea degli anni ’90, che collegava in modo così chiaro le azioni dei coloni europei, soprattutto in luoghi come il Nord America e l’Australia, con le azioni dei coloni che arrivarono in Palestina alla fine del XIX secolo, abbia chiarito bene le intenzioni dei coloni ebrei che colonizzarono la Palestina e la natura della resistenza locale palestinese a quella colonizzazione. I coloni seguirono la logica più importante adottata dai movimenti coloniali di insediamento, ossia che per creare una comunità coloniale di successo al di fuori dell’Europa è necessario eliminare gli indigeni del Paese in cui ci si è stabiliti. Ciò significa che la resistenza indigena a questa logica è stata una lotta contro l’eliminazione e non solo di liberazione. Questo è importante quando si pensa all’operazione di Hamas e di altre operazioni di resistenza palestinese fin dal 1948.
Gli stessi coloni, come nel caso di molti europei che arrivarono in Nord America, America Centrale o Australia, erano rifugiati e vittime di persecuzioni. Alcuni di loro erano meno sfortunati e cercavano semplicemente una vita e delle opportunità migliori. Ma la maggior parte di loro erano emarginati in Europa e cercavano di creare un’Europa in un altro luogo, una nuova Europa, invece dell’Europa che non li voleva. Nella maggior parte dei casi, hanno scelto un luogo in cui viveva già qualcun altro, i nativi. Quindi il nucleo più importante tra loro era quello dei leader e ideologi che fornivano giustificazioni religiose e culturali per la colonizzazione della terra di qualcun altro. A questo si può aggiungere la necessità di affidarsi a un Impero per iniziare la colonizzazione e mantenerla, anche se all’epoca i coloni si ribellarono all’Impero che li aveva aiutati e chiesero e ottennero l’indipendenza, che in molti casi ottennero e poi rinnovarono l’alleanza con l’Impero. Il rapporto anglo-sionista che si è trasformato in un’alleanza anglo-israeliana è un esempio.
L’idea che si possa eliminare con la forza il popolo della terra che si vuole, è probabilmente più comprensibile – non giustificata – sullo sfondo dei secoli XVI, XVII e XVIII, perché andava di pari passo con la piena approvazione dell’imperialismo e del colonialismo. Era alimentato dalla comune disumanizzazione degli altri popoli non occidentali e non europei. Se si disumanizzano le persone, è più facile eliminarle. L’aspetto unico del sionismo come movimento coloniale di insediamento è che è apparso sulla scena internazionale in un momento in cui le persone di tutto il mondo avevano iniziato a ripensare il diritto di eliminare gli indigeni, di eliminare i nativi e quindi possiamo capire lo sforzo e l’energia investiti dai sionisti e successivamente dallo Stato di Israele nel cercare di coprire il vero obiettivo di un movimento coloniale di insediamento come il sionismo, che era l’eliminazione dei nativi.
Ma oggi a Gaza stanno eliminando la popolazione nativa davanti ai nostri occhi, quindi come mai hanno quasi rinunciato a 75 anni di tentativi di nascondere le loro politiche di eliminazione? Per capirlo, dobbiamo apprezzare la trasformazione della natura del sionismo in Palestina nel corso degli anni. (segue nel link)
molto interessante
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Ciao, sto seguendo per quel che posso i tuoi reblog a proposito della guerra in Palestina. Stando a Wikipedia, sezione ventunesimo secolo, l'ultimo conflitto tra le due parti risale al 2021 con 11 giorni di scontro per poi arrivare ad una tregua, se così può essere chiamata. Si è ripreso con l'attentato della Palestina (o Hamas) ad ottobre 2023 per arrivare fino ad oggi. Non mi torna il fatto di non citarlo quasi mai, o meglio, si parla di tutto ciò come se tutta la colpa ricadesse solo ed esclusivamente su Israele stesso. Mi piacerebbe creare una discussione normale, sperando di non offendere ecc., sono uno che appoggia l'indipendenza di entrambi gli stati (anche se poi mi sa di situazione simil Corea).
"si parla di tutto ciò come se tutta la colpa ricadesse solo ed esclusivamente su Israele stesso", perché è esattamente così.
In breve ed in modo estremamente semplicistico, e chiedo scusa se sarò (come molto probabile) imprecisa: Israele è un esperimento coloniale da parte di europei di origine ebrea che spinti dall'ideologia sionista hanno deciso di colonizzare la cosiddetta "terra promessa", volevano una "loro patria" e si sono quindi sentiti in diritto di levarla agli abitanti della Palestina. Già dall'ottocento ci sono state migrazioni da parte degli europei per colonizzare pezzi di territorio palestinese, e nel 48 addirittura la fondazione di uno Stato che non dovrebbe nemmeno esistere in quanto frutto di una massiccia colonizzazione europea.
La ripartizione del territorio, come dici tu, c'è stata da parte dell'ONU (oltre ad altri tentativi di una pace tra israeliani e palestinesi), ovviamente in modo assolutamente impari e a favore dei coloni europei, che comunque non contenti hanno continuato e stanno continuando a colonizzare il territorio palestinese, adottare politiche di apartheid e bombardare civili palestinesi, perché il sionismo punta all'intera colonizzazione della "terra promessa", e i palestinesi non sono "graditi".
Le reazioni violente in risposta ad Israele non sono altro che il frutto di soprusi che la Palestina sta subendo da oltre 75 anni, ed è assolutamente imparagonabile la "forza" palestinese a quella israeliana. Israele ha tutto l'Occidente che l'appoggia, essendo appunto uno "Stato" fondato dagli europei, è come se si stesse paragonando un bambino con una fionda ad un uomo armato fino ai denti.
Perciò no, non sono assolutamente d'accordo con la coesistenza dei due stati, la Palestina ai palestinesi, e i sionisti* se ne tornassero in Europa/Occidente.
*edit: invece nulla in contrario all'integrazione delle persone decenti
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