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Alessandra Celletti reinterpreta "Michelle" dei Beatles: Un omaggio senza tempo all’amore e alla serenità
Un viaggio musicale che anticipa l’album "Stop femicides", dedicato al tema del femminicidio
Un viaggio musicale che anticipa l’album “Stop femicides”, dedicato al tema del femminicidio Con il suo stile unico e la capacità di emozionare, Alessandra Celletti torna con una straordinaria reinterpretazione di “Michelle”, celebre brano dei Beatles scritto da Paul McCartney. Disponibile su tutte le piattaforme digitali, questa versione piano e voce anticipa l’uscita del nuovo album della…
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LA NOSTRA SCUOLA
La nostra scuola è privata. È in due stanze della canonica più due che ci servono da officina. D’inverno ci stiamo un po’ stretti. Ma da aprile a ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto non ci manca! Ora siamo 29. Tre bambine e 26 ragazzi. Soltanto nove hanno la famiglia nella parrocchia di Barbiana. Altri cinque vivono ospiti di famiglie di qui perché le loro case sono troppo lontane. Gli altri quindici sono di altre parrocchie e tornano a casa ogni giorno: chi a piedi, chi in bicicletta, chi in motorino. Qualcuno viene molto da lontano, per es. Luciano cammina nel bosco quasi due ore per venire e altrettanto per tornare. Il più piccolo di noi ha 11 anni, il più grande 18. I più piccoli fanno la prima media. Poi c’è una seconda e una terza industriali. Quelli che hanno finito le industriali studiano altre lingue straniere e disegno meccanico. Le lingue sono: il francese, l’inglese, lo spagnolo e il tedesco. Francuccio che vuol fare il missionario comincia ora anche l’arabo. L’orario è dalle otto di mattina alle sette e mezzo di sera. C’è solo una breve interruzione per mangiare. La mattina prima delle otto quelli più vicini in genere lavorano in casa loro nella stalla o a spezzare legna. Non facciamo mai ricreazione e mai nessun gioco. Quando c’è la neve sciamo un’ora dopo mangiato e d’estate nuotiamo un’ora in una piccola piscina che abbiamo costruito noi. Queste non le chiamiamo ricreazioni ma materie scolastiche particolarmente appassionanti! Il priore ce le fa imparare solo perché potranno esserci utili nella vita. I giorni di scuola sono 365 l’anno. 366 negli anni bisestili. La domenica si distingue dagli altri giorni solo perché prendiamo la messa. Abbiamo due stanze che chiamiamo officina. Lì impariamo a lavorare il legno e il ferro e costruiamo tutti gli oggetti che servono per la scuola. Abbiamo 23 maestri! Perché, esclusi i sette più piccoli, tutti gli altri insegnano a quelli che sono minori di loro. Il priore insegna solo ai più grandi. Per prendere i diplomi andiamo a fare gli esami come privatisti nelle scuole di stato.
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Brano tratto dalla lettera dei ragazzi di Barbiana ai ragazzi di Piadena dell’1 novembre 1963 raccolta in:
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Milano, A. Mondadori (collana Oscar n° 431), 1976 [1ª Edizione: 1970]; pp. 167-168.
#eguaglianza#uguaglianza#lettere#epistolario#egalitarismo#don Lorenzo Milani#leggere#Barbiana#Piadena#studiare#metodi di insegnamento#libertà#apprendimento#pedagogia#intellettuali italiani del XX secolo#scuola#passione#ragazzi#Storia d'Italia del '900#istruzione#bambini#sapere#piacere#società italiana del XX secolo#Scuola di Barbiana#generosità#insegnamento#altruismo#liberazione#politica
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«La "Storia di un impiegato" l'abbiamo scritta, io [De Andrè], Bentivoglio, Piovani, in un anno e mezzo tormentatissimo... "
...ed è proprio durante questo periodo di difficile gestazione che Fabrizio De Andrè e il produttore del disco Roberto Danè si imbattono in un brano trovato quasi per caso tra il numeroso materiale di propaganda politica che leggevano in cerca di ispirazione.
"C'era una ragazza che cantava questa canzone. Un inno del maggio parigino, anzi l'inno più famoso di quei giorni. Ce ne innamorammo subito e pensammo a una traduzione. Telefonai a Parigi, contattai amici discografici per avere la sub edizione di quel brano e poterlo così tradurre in Italia. Be', era strano, non si riusciva a stabilire un contatto preciso"
Tramite conoscenze nell'ambiente di estrema sinistra Roberto Danè riesce a trovare un contatto:
"Wolinski, che mi consegna con fare sospetto a una persona di sua fiducia. [...] Questa persona mi fa salire su un'auto malmessa [...] che a fatica riesce a muoversi [...] Bene, alla fine di un lungo giro che non finisce più, mi portano al quarto piano di una casa di periferia; e in quella stanza lontano da tutto e da tutti, vuota, incontro una ragazza, la ragazza della canzone, quella che cercavo. Era ricercata. Io non lo sapevo, l'ho scoperto lì; e ho scoperto anche che lei non voleva avere diritti su quella canzone.
Mi disse 'Ve la regalo, è una canzone di tutti'."
Quella ragazza che non volle nemmeno i diritti di autore si chiamava Dominique Grange, cantautrice militante nella Gauche Prolétairienne, e quel brano si intitolava "Chacun de vous est concerné" (Ognuno di voi è coinvolto), De Andrè ne fece "La Canzone del Maggio" e quando "Storia di un impiegato" viene pubblicato ci si limitò a scrivere: ''tratto da una canzone del maggio francese''.
Nella sua prima stesura De Andrè si era limitato a tradurre testualmente il brano, e solo successivamente vene introdotta la strofa:"Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti" oscurando l'originale: "Voi non avete fermato il vento gli fate solo perdere tempo".
"Un impiegato ascolta, cinque anni dopo, una delle canzoni del maggio francese 1968. É una canzone di lotta: ricorda i fatti accaduti durante la rivolta nata dagli studenti e, rivolgendosi a quelli che alla lotta non hanno partecipato, li accusa e ricorda loro che chiunque, anche chi in quelle giornate si è chiuso in casa per paura, è ugualmente coinvolto negli avvenimenti."
(nella foto Dominique Grange)
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There Is a Light That Never Goes Out (2011 Remaster)
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C'E' UNA LUCE CHE NON SI SPEGNA MAI - The Smiths
Portami fuori stanotte
Dove c'è musica e c'è gente
Giovane e viva
Guidando la tua auto
Mai e poi mai voglio tornarmene a casa
Perché non ne ho una
Non più
Portami fuori stanotte
Perché voglio vedere gente e
Voglio vedere la vita
Guidando la tua auto
Oh, ti prego non accompagnarmi a casa
Perché non è casa mia, è la loro
E io non sono più il benvenuto
E se un autobus a due piani
Si schiantasse contro di noi
Morire al tuo fianco
Sarebbe un modo celestiale di farla finita
E se un camion di dieci tonnellate
Ci uccidesse entrambi
Morire al tuo fianco
Beh, il piacere, il privilegio sarebbe tutto mio
Portami fuori stanotte
Portami da qualsiasi parte, non mi interessa
Non mi interessa, non mi interessa
E nel buio sottopassaggio
Ho pensato "Oh Dio, è finalmente giunta la mia occasione"
(Ma poi una strana paura si impadronì di me
E proprio non riuscii a chiederlo)
Portami fuori stanotte
Oh, portami da qualsiasi parte, non mi interessa
Non mi interessa, non mi interessa
Guidando la tua auto
Mai e poi mai voglio tornarmene a casa
Perché non ne ho una
Oh non ne ho una
E se un autobus a due piani
Si schiantasse contro di noi
Morire al tuo fianco
Sarebbe un modo celestiale di farla finita
E se un camion di dieci tonnellate
Ci uccidesse entrambi
Morire al tuo fianco
Beh, il piacere, il privilegio sarebbe tutto mio
Oh, c'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
C'è una luce e non si spegne mai
"There Is a Light That Never Goes Out" è un brano della band inglese The Smiths.
Originariamente contenuto nel terzo album, "The Queen Is Dead", nel 1987
il brano venne scelto dalla Virgin per essere pubblicato come singolo per il
mercato francese, e solo nel 1992, cinque anni dopo la separazione della
band, venne ripubblicato dalla WEA in tutto il resto del mondo,
riuscendo a raggiungere la posizione numero 23 della Official Singles
Atlantide
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A Franz Overbeck a Basilea
[23.02.1887] Mercoledì
caro amico
Oggi ti prego di accettare i miei ringraziamenti per la tua lettera e per l'invio di denaro che mi ha tranquillizzato; Raramente nella mia vita mi sono trovato a questo punto, alla fine del mio “latino”. Del resto sto male, tossisco molto, ho i brividi: e con ciò, quasi sotto la mia finestra si svolge il rumoroso Carnevale di Nizza... (...)
Qualche settimana fa non sapevo nemmeno il nome di Dostoevskij: io, un uomo ignorante che non legge i “giornali”! Mentre curiosavo a caso in una libreria, un'opera tradotta in francese, Lo spirito sotterraneo, si è imbattuta nel mio sguardo (una coincidenza del genere mi aveva già colpito al mio 21esimo anno con Schopenhauer e al 35esimo con Stendhal). L'istinto di parentela (o come chiamarlo?) ha parlato subito, la mia gioia è stata straordinaria: devo tornare all'incontro con Il Rosso e il Nero di Stendhal, per ricordare una gioia simile (eh si tratta di due racconti, il il primo è in realtà un brano musicale, una musica veramente straniera, veramente non tedesca, il secondo, un colpo di genio psicologico, una sorta di autoironia dello Gnôthi seautón ). (...)
Questo inverno mi fa bene, come intermezzo e uno sguardo al passato. Sorprendente ! Negli ultimi quindici anni ho messo insieme tutta una letteratura e finalmente l'ho "finita" con prefazioni e integrazioni, al punto che l'ho considerata staccata da me - che posso riderne 'lei, in fondo Rido di qualsiasi invenzione della letteratura. Tutto sommato, gli ho dedicato solo gli anni più miserabili della mia vita.
In fede, il tuo vecchio amico
N.
homo analfabeta
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Ti porto a fare un giro
Ti porto a fare un giro mamma, tu così fragile e piccina. Con i tuoi vuoti di memoria e le tue ridondanze.
Ho smesso di raccontarti chi sono io in realtà molto tempo fa, hai sempre avuto le tue convinzioni inamovibili. Le tue certezze senza basi.
Dall'auto sembri guardare il mondo dal finestrino di un treno. Uno di quelli che ti porta lontano. Le strade e il paesaggio cambiano velocemente qui da noi negli ultimi anni sai?
Spesso uso il navigatore per ritrovarmi in zone che non riconosco più o, forse, non voglio più riconoscere.
Le tracce del passato fatto di corti, cascine e oneste case di schietti lavoratori lasciano il posto a nuove palazzine architettonicamente diverse. Così diverse da come le costruiva papà.
Sembra tutto nuovo per te, hai lo sguardo di una bambina che arriva dalla campagna per la prima volta in città.
Posso immaginare uno sguardo simile quando dal tuo mondo partenopeo fatto di terra lavica calda e fertile, di colori vivaci sotto il sole come il tuo carattere, arrivasti qui. In queste terre difficili da comprendere ma che una volta intese sanno comunque stupirti.
Per accompagnarti nel viaggio riproduco musica al pianoforte, tra queste sinfonie parte inaspettatamente un brano suonato magistralmente.
Hai il volto stanco, lo sguardo assente ma quando parte "Reginella" i tuoi lineamenti si rilassano, da quel vuoto creato dal tuo osservare silenzioso sento la tua voce cantare, la tua mente ricordare:
"Te si' fatta 'na veste scullata
Nu cappiello cu 'e nastre e cu 'e rrose
Stive 'mmiezo a tre o quattro sciantose
E parlave francese è accussì
Fuje l'autriere ca t'aggio 'ncuntrata
Fuje l'autriere, a Tuleto, gnorsì"
Sei ancora intonata mamma.
Nella mia mente risalgono i tuoi ricordi che mi raccontasti, di quando piccina cantavi sul palco per gli americani, quelli che entrarono a Napoli in un fine settembre del 1943, riempiendo le strade e le campagne limitrofe di speranze e di aspettative. Tu che la vera fame l'hai sentita stringerti lo stomaco, patendola per una guerra assurda come lo sono tutte le altre.
Ti porto a fare un giro mamma, in quei posti che avresti voluto vedere con lui e invece ci sei andata da sola.
Io mamma viaggio tanto nella mia testa sai? Si che lo sai. Hai sempre detto a tutti che io ho la testa fra le nuvole. Eppure io volevo restare con i piedi per terra, ma la superbia dell'uomo mi ha portato a viaggiare tra le nuvole.
Mi stavo solo proteggendo mamma, o forse sopravvivevo a una vita dove chi è più scaltro e furbo vince. Trattando da perdente chi, come me, da spesso la precedenza. Pensando di fare un gesto gradito.
Ti porto a fare un giro mamma per vedere la bellezza nei tuoi occhi, quelli di chi è diventata di una semplicità disarmante. Di occhi complicati ne vedo troppi.
Ti ho portato a fare un giro mamma, ora riposa tranquilla e ripensa a quello che hai visto, a quello che hai sentito, a un pomeriggio passato con il figlio che ti è rimasto vicino. Quello che oggi chiami ancora "figlio mio".
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Ana Tijoux
Ana Tijoux, cantautrice e attivista femminista è l’autrice del rap Cacerolazo! che nel 2019, è stato l’inno della rivolta al caro vita che ha portato il Cile all’attenzione mondiale.
Considerata la miglior rapper di lingua spagnola, ha ricevuto otto nomination ai Grammy.
Il suo nome completo è Ana María Tijoux Merino ed è nata a Lilla in Francia il 12 giugno 1977, figlia di esuli fuggiti dopo il colpo di Stato di Pinochet nel 1973.
È cresciuta respirando l’impegno politico e gli interessi artistici coltivati in famiglia fra danza e fotografia..
La passione per l’hip hop e le culture di strada sono state le basi della sua carriera artistica.
Tornata in Cile nel 1993, sin da giovanissima suonava con diverse band.
A vent’anni aveva già inciso il primo disco Vida Salvaje con i Makiza seguito, a distanza di poco, da Aerolineas Makiza salito al top del mercato hip-hop latino-americano. La band si è sciolta nel 2006 e lei, che intanto collaborava a diversi progetti e incideva brani per colonne sonore di film, si è concentrata sul suo primo album da solista Kaos che ha visto la luce nel 2007, ricevendo le nomination ai Latino MTV Video Music Awards nelle categorie Best New Artist e Best Urban Artist.
Il successo internazionale è arrivato due anni dopo con 1977, che prende il titolo dall’anno della sua nascita. Il disco, in gran parte autobiografico, cantato in spagnolo e in francese, ha segnato un allontanamento significativo dalla musica pop e dalle collaborazioni precedenti, dimostrando una maturità artistica che l’ha portata a esibirsi in festival internazionali e a fare un tour in Nord America. Segnalato da Thom Yorke, cantante dei Radiohead, tra i migliori prodotti dell’anno, è stato usato per il videogioco FIFA 11 e nella famosa serie tv Breaking Bad.
L’album La Bala (uscito nel 2011), ha ricevuto la nomination al Grammy Latino nella categoria Música Urbana.
Nel settembre 2012, Ana Tijoux ha aderito al progetto multipiattaforma “30 Canzoni per 30 Giorni” in sostegno delle donne oppresse in tutto il mondo.
Nel 2019 le sue casseruole in versione rap sono diventate la canzone simbolo della protesta contro il presidente miliardario Sebastián Piñera in Cile.
L’anno seguente ha celebra nuovamente quel grande movimento con il brano Rebelion de octubre, che ci ricorda come la sua dimensione artistica sia molto più articolata e profonda, toccando diverse sonorità e ribadendo il suo attivismo femminista decoloniale.
La sua musica intende rompere i confini di genere e farci ballare come risposta di gioiosa ribellione contro le ingiustizie della società.
Il suo ultimo lavoro Antifa Dance è una bella azione sonora basata su ritmi urbani, rap e movimento, intrisa dalla coscienza politica espressa attraverso parola e azione.
Ana Tijoux trasforma le proteste in canzoni potenti che sono un’iniezione di incoraggiamento in questi tempi di emergenza globale.
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Amanda Lear nasce come Amanda Tapp il 18 novembre del 1939 a Saigon. Trasferitasi a Parigi dopo aver finito le scuole elementari, studia alla Scuola d'Arte di San Martino di Londra nel 1964. In quel periodo, sale agli onori della cronaca in virtù della sua storia d'amore con Bryan Ferry, frontman dei Roxy Music, e inizia a lavorare come modella per Catherine Harle. La Lear diventa molto richiesta in breve tempo: fa la modella per Paco Rabanne, e viene immortalata dalle macchine fotografiche di Charles Paul Wilp, Helmut Newton e Antoine Giacomoni per testate come "Vogue", "Marie France" ed "Elle". Partecipa, inoltre, a sfilate per Antony Price, Ossie Clark e Mary Quant a Londra, e per Coco Chanel e Yves Saint Laurent a Parigi. Nel frattempo, nel 1965 a Parigi, in un locale chiamato "Le Castel", ha conosciuto Salvador Dal��, eccentrico artista spagnolo che è rimasto immediatamente colpito dall'affinità spirituale che intercorre tra i due. Amanda accompagnerà la vita del pittore surrealista nei successivi quindici anni, passando ogni estate con lui e sua moglie: avrà così l'opportunità di visitare i salotti parigini e scoprire i musei europei, oltre che posare per alcune sue opere quali "Voguè" e "Venus to the Furs". Il nome d'arte Amanda Lear pare sia stato proprio inventato dall'eccentrico pittore, foneticamente affine a amant de Dalí. Protagonista della copertina di "For your pleasure", disco dei Roxy Music del 1973, Amanda appare insieme con David Bowie nella serie tv "Midnight special", sulla Nbc. Sempre con Bowie l'anno successivo registra la sua prima canzone, "Star", che però non viene mai pubblicata. Il suo singolo di esordio sarà, invece, "Trouble", che tuttavia non otterrà il successo sperato, a dispetto delle lezioni di canto frequentate e pagate proprio da Bowie. Del brano, per altro, viene incisa anche una versione francese, che viene notata dall'etichetta Ariola Eurodisc: la casa discografica, tramite il produttore Antony Monn, le propone un contratto di sei dischi e sette anni per una cifra eccezionale. Il disco d'esordio si chiama "I am a photograph", e ottiene un successo strepitoso in Austria e in Germania. In Italia riuscì ad arrivare alla Top 10. Dall'album furono estratti alcuni singoli, tra cui Blood and Honey, Tomorrow e Queen of Chinatown che diventò il suo primo successo a livello europeo. L'album che seguì I Am a Photograph fu Sweet Revenge, un concept album che contiene un medley continuo nel primo lato. L'album riuscì ad arrivare nella Top 10 di alcuni paesi europei e fu certificato Disco d'oro in Germania Ovest e Francia. Dall'album fu poi estratto il singolo di successo Follow Me e la Top 20 Enigma (Give A Bit Of Mmh To Me). Per promuovere l'album Amanda Lear ne cantò le canzoni in varie emittenti televisive in Europa e altrove. In Italia e in Germania la promozione fu continua. Dopo aver preso parte al programma di Raidue "Stryx", dove interpreta il personaggio ambiguo di Sexy Stryx, la Lear nel 1978 ottiene un cameo nella pellicola "Zio Adolfo in arte Fuhrer" e in "Follie di notte", di Joe D'Amato. L'artista, però, non abbandona la carriera musicale, e dà alle stampe "Never trust a pretty face". Negli anni Ottanta, Amanda incide "Diamonds for breakfast", eccezionale successo di vendite in Svezia e in Norvegia, e "Incognito": accolto tiepidamente in Europa, si rivela un successo imprevisto in Sud America; l'unica hit destinata a lasciare il segno, però è "Egal". In Italia conduce "Ma chi è Amanda?" e due edizioni di "Premiatissima" su Canale 5, nel 1982 e nel 1983. Il 1984 è l'anno della pubblicazione di "My life with Dalì", la sua prima autobiografia, intitolata in Francia "Le Dalì d'Amanda". Poi Amanda Lear si dedica nuovamente alla musica dando alle stampe "Secret Passion". La promozione dell'album, tuttavia, va incontro a una pausa forzata, a causa di un incidente automobilistico che coinvolge la Lear, costretta a una convalescenza di diversi mesi.
Il 1988 vede la Lear tornare in vetta alle classifiche musicali con "Tomorrow (Voulez vous un rendez vous)", reinterpretazione di "Tomorrow" realizzata con Giovanni Lindo Ferretti, cantante dei CCCP Fedeli alla linea. Torna in tv nel 1993 nella serie "Piazza di Spagna", in cui interpreta se stessa, e in "Une femme pour moi", film tv di Arnaud Selignac; nel 1998 è la volta de "Il brutto anatroccolo", programma condotto in prima serata su Italia 1 con Marco Balestri. Nel frattempo, ricompare in passerella, sfilando per stilisti come Thierry Mugler e Paco Rabanne. Il nuovo millennio si apre con una tragedia: il marito di Amanda, Alain-Philippe, nel dicembre del 2000 muore a causa di un incendio divampato in casa. La Lear lo ricorda registrando il disco "Heart". In televisione, l'artista presenta "Cockatil d'amore" e "La grande notte del lunedì sera", condotta con Gene Gnocchi. Dopo aver fatto parte, nel 2005, della giuria di "Ballando con le stelle", nel 2008 appare in Francia in "La folle histoire du disco", in Italia in "Battaglia fra sexy star" e in Germania in "Summer of the '70s". Sempre nel nostro Paese, appare in un curioso cameo all'interno della soap opera di Raitre "Un posto al sole", dove interpreta la Morte. Ma gli anni Duemila di Amanda Lear sono contrassegnati anche dal doppiaggio (nel film "Gli incredibili", presta la voce a Edna Mode) e dall'esposizione delle sue opere d'arte: per esempio con la mostra "Never mind the bollocks: here's Amanda Lear", tenuta nel 2006. Dopo essere stata nominata Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere dal governo francese, nel 2009 pubblica l'album "Brief encounters". In una carriera poliedrica come la sua non può mancare il teatro, e così dal 2009 al 2011 inizia un tour con "Panique au Ministere", spettacolo teatrale che attraversa la Francia, il Belgio e la Svizzera. Dopo aver preso parte, come membro della giuria, a "Ciak, si canta!", varietà in onda su Raiuno, nel 2011 Amanda Lear incide il singolo "Chinese Walk", e interpreta, nuovamente a teatro, la commedia "Lady Oscar". Pittrice, cantautrice, presentatrice, Amanda Lear vive in Francia, a Saint-Etienne-du-Gres, non lontano da Avignone. Dall'inizio della sua carriera, l'artista francese ha dovuto convivere con le dicerie riguardanti la sua sessualità: si diceva, infatti, che Amanda, prima di diventare fotomodella, in realtà fosse un ragazzo, tale Renè Tapp, che si sarebbe sottoposto a un'operazione di cambio di sesso a Casablanca. La stessa Amanda Lear, tuttavia, in più di un'occasione ha smentito le dicerie a tal proposito, sostenendo che si trattava unicamente di una strategia pensata da lei, insieme con Dalì, per attirare l'attenzione e incrementare le vendite dei suoi dischi.
(da:https://biografieonline.it/biografia-amanda-lear)
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Cane.
Stamane per l'ennesima volta sono stato svegliato dal cane dei vicini che abbaia in continuazione, un risveglio fastidioso, come sempre non me la prendo col cane, porello, ma con i vicini. A quanto pare non lo fanno entrare e allora lui si mette dietro la porta e abbaia, ma io dico "Non vi da fastidio sentirlo sbraitare in continuazione, oppure siete sordi", nell'impeto del risveglio rumoroso ho pensato di fare colazione e prendere il rullante posizionarlo sul patio e fare il contrappunto al cane ma fff, sicuramente qualcuno avrebbe chiamato la polizia e li avrei spiegato il mio gesto e detto ai pulotti che è una prassi di quasi tutte le mattine. Peccato che la mia compagna sta lavorando fuori e quindi non posso mettere in atto il mio piano percussivo, ma un giorno lo farò 😁
Oggi leggo dell'ennesima esondazione di un fiume, a Bardonecchia, nell'articolo c'è scritto che c'è stata una frana in quota e che i detriti scendendo a valle hanno fatto straripare il fiume proprio nel punto dove c'è un ponte, sicuramente per l'effetto imbuto in quel punto. Mi dispiace naturalmente come per le altre catastrofi che capitano quando si cementifica selvaggiamente senza pensare che potrebbero capitare cose del genere perché la natura non ha freni, ma quando ne capita una ogni tot il rischio vale la candela, come si dice, nel senso che chi cementifica sa benissimo che potrebbe capitare ma si stima che una o due volte in 50/100 anni è un rischio abbordabile. In questo caso non ci sono stati morti, per fortuna, ma quando ci sono codesti individui che si intascano soldoni non hanno i sensi di colpa? Non ho mai sentito nessuno dire "Si purtroppo è stato un errore tagliare gli alberi e restringere il corso del fiume costringendolo tra pareti di cemento e mi assumo le mie responsabilità, ecc ecc", mai, tutti zitti poi gli omertosi siamo noi.
Cambiamo discorso che è meglio, diceva quel puffo occhialuto 😄
Ieri nella mia ricerca mi sono imbattuto nell'ennesimo montaggio/composizione di Bernard Parmegiani di nome Pop Ecletic del '68, in effetti nella prima parte si potrebbe collocare il brano anche ai giorni nostri o in un lasso di tempo tra gli anni 80 e 90, fa molto Kraftwerk ed è molto interessante perché il francese gli inserisce un pò di tutto Mozart compreso, dal Don Giovanni, ve lo posto perché è un bel brano da ascoltare.
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Alma presenta il nuovo singolo “Scusa Se”: un mix di emozioni e sperimentazione sonora
Alma presenta il nuovo singolo “Scusa Se”: un mix di emozioni e sperimentazione sonora
Con “Scusa Se”, Alma propone un brano che unisce sonorità pop/dance a influenze della musica francese, affrontando il conflitto tra desiderio e consapevolezza. Nato dalla spontaneità e dalla voglia di sperimentare, il brano si fa portavoce di emozioni autentiche e universali. Tra musica e studi universitari in Comunicazione e DAMS, Alma dimostra una grande determinazione e invita il pubblico a…
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Bro Berri - Il nuovo singolo “SUONO ELETTRONICO”
Le sonorità Electro-Rap propongono un’analisi del proprio vissuto
Il duo Bro Berri torna a far ballare le piste più calde d’Italia con il nuovo singolo “SUONO ELETTRONICO”, disponibile dall’8 settembre 2024 sugli stores digitali e nelle radio in promozione nazionale. I due fratelli della provincia di Roma, dalla carriera estremamente brillante, ricca di DJ set e live show, propongono un brano con sonorità Electro-rap, che strizza gli occhi alla radio e si trasforma, poi in un banger da dancefloor. Il pezzo è caratterizzato da alcune note malinconiche di chi analizza il proprio vissuto e prende consapevolezza. Si può avere fiducia nei sogni perché, a chi non demorde, prima o poi, qualcosa di bello succederà. Questo viaggio è accompagnato da una costante invariabile: il suono elettronico, che diventa “il migliore amico col quale confidarsi”, un catalizzatore di energie infinite, mezzo di danza e di liberazione dell’anima. Le metriche, melodiche e rap, si fondono perfettamente, come sempre, tra le tonalità in contrapposizione dei due fratelli che, per la prima volta, decidono di inserire il francese come seconda lingua nella canzone.
Ascolta il brano
Storia del duo
I Bro Berri sono un duo di dj, produttori e cantanti italiani, formato dai fratelli Stefano ed Enrico Berretti. Sono nati in Riviera d’Ulisse, cresciuti a Cagliari e Civitavecchia; attualmente, abitano a Milano, città in cui si muovono nel panorama EDM, ricevendo supporto da artisti come David Guetta, Steve Aoki, Dimitri Vegas & Like Mike, Don Diablo Martin Solveig, Bob Sinclair e Deorro. Il loro collettivo BB SQVAD, nonché format, è una realtà emergente in Italia e all’estero: hanno la possibilità di collaborare con artisti famosi ed esibirsi sui palchi grazie a dj sets e organizzazioni di eventi. La loro evoluzione stilistica e sonora è continua: vogliono raccontare la loro storia e i propri pensieri attraverso la musica elettronica ed hip hop, mostrando la propria autenticità nel panorama artistico contemporaneo.
Instagram: https://www.instagram.com/broberri/?hl=it
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCR2QpazFfT7vRYq2uFJEhqA TikTok: https://www.tiktok.com/@broberri?_t=8o5j1p9quGH&_r=1
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Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre, ho ricevuto un messaggio dagli organizzatori [di una conferenza sulla lingua francese che si sarebbe tenuta a Innsbruck], in cui mi si chiedeva di rendere noto il titolo del mio discorso, di « astener[mi] dal fare riferimento alla situazione attuale e di lasciare la dimensione politica fuori dal [mio] discorso per evitare qualunque scompiglio». Ho risposto che a queste condizioni non avrei potuto partecipare, poiché tutto il mio lavoro e la mia vita sono sono costantemente messi in discussione da quanto sta accadendo nel mio paese. L'organizzatrice ha insistito nel volermi chiamare per spiegarmi che «la situazione attuale» - un eufemismo - le sembrava molto confusionaria e complicata, una sorta di campo minato, e per questo voleva solo assicurarsi che quello che avrei detto sarebbe stato appropriato.
«Mi rendo conto », ha aggiunto, « che non diresti nulla di orribile. Voglio solo accertarmene ». Nelle settimane successive ho ripensato a questa conversazione e a quanto ci racconti del modo in cui noi palestinesi siamo trattati come esseri viventi, che respirano, che scrivono, che agiscono politicamente. Che io non abbia partecipato a un evento letterario è una conseguenza minima, ridicola, di quanto sta accadendo. Ma può indicare una cornice, una forma, per ciò che ancora fatico a nominare per paura che si avveri, e che in effetti sta accadendo ora a Gaza e in Cisgiordania. «Cerchiamo di trovare una risoluzione positiva», mi ha suggerito l'organizzatrice al telefono.
[…] La voce al telefono, come tanta parte del mondo che ci circonda, chiedeva la stessa cosa: per favore, cerchiamo di trovare una risoluzione positiva. Se solo voi poteste svanire, o - ancora meglio - se solo non foste proprio mai esistiti, e se solo poteste risparmiarci l'orrore, le espulsioni, i bombardamenti, le uccisioni, la fame di un popolo che ci costringete a scatenare su di voi. Il mondo intero risuonava in questa voce al telefono che mi diceva: c'è una soluzione, se solo tu non fossi così ostinato, c'è una soluzione, che è dissolverti nelle contraddizioni che ti sono state cucite addosso; se solo tu potessi disinvitarti dal mondo, se solo tu non complicassi il mondo con la tua esistenza, se solo non dovessi parlare con te, se solo non dovessi ascoltarti, se solo.
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Brano tratto dall'articolo dello scrittore palestinese Karim Kattam pubblicato sul sito The Baffler il 31 ottobre 2023 , quindi tradotto e pubblicato in:
ARABPOP - Rivista di arti e letterature arabe contemporanee, N. 6 / Palestina - Primavera 2024, Tamu Edizioni, Napoli.
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Qual'è il rapporto tra cultura ed immaginazione?
Ed esiste, tale correlazione?
Immagino - ...ecco, appunto... - di sì, stante il fattore metaforicamente traslitterante del portare il cervello in palestra, studiando.
Cose che mi chiedo dopo un ulteriore interrogativo.
Me l'ha posto Roberto Besana.
Che io da tempo ho smascherato:
non è il venditore di gelati, bensì addirittura il Direttore Generale della Garzanti.
Da poco quiescente, lo si vede solo dai baffi bianchi.
Quiescente, ma acutamente senziente.
O sensibilmente senziente, chepperò è una tautologia.
Ergo:
siccome Roberto è colto e sensibile, è anche curioso.
Curioso e dotato della summentovata immaginazione.
Perché mi chiede lumi, Roberto, sulla fotografia a corredo di questo brano.
Gli rispondo:
roba del mio drone, prospettiva zenitale, cisterna.
Cisterna che diviene luna, mercè postproduzionale oscuramento dell'attorno.
Ma a questo Roberto ci era già arrivato, in nuce.
In nuce, ma anche in luce.
Perchè domandandomi, ipotizza pianeta, sempre immaginativamente.
Essì, astrale luce emerge da fondo firmamento.
Ma è stato sulla terra, prima, quell'astro lì.
Ci hanno messo le mani sopra uomini, su quell'astro lì.
Segni industriali di lavoro, sulla porzione apicale della cisterna.
Apicale, ma di una cosa bassa, a misura di terricolo trabajo (o travail: both spagnoli e francese recano le lemmatiche stigme della sofferenza, nella parola).
Eccosì, successive stratificazioni paiono ora crateri lunari.
Ci voleva un drone, per questo.
Da su, aiuta la cisterna a tornare su.
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Claudio Trezzani
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LAMPO, IL CANE VIAGGIATORE
STORIA
«Lampo ha solo voluto vivere in un modo diverso da tutti i suoi simili, viaggiando per conoscere non soltanto un po' del nostro mondo, ma anche la vita e i sentimenti degli uomini.»
(Elvio Barlettani)
Lampo comparve nella stazione di Campiglia Marittima in una giornata del mese di agosto del 1953: era un «piccolo bastardello pezzato, senza famiglia né dimora», sceso da un vagone di un treno merci di passaggio. Elvio Barlettani, il vice capostazione dello scalo, residente a Piombino, venne convinto dalla figlia Mirna a metterlo al sicuro nel suo ufficio, nonostante i rigidi regolamenti ferroviari, «per non più di una notte». Alla fine, però, la famiglia Barlettani (che possedeva già un altro cane, il pastore tedesco Tigre) finì per adottarlo, battezzandolo Lampo per via della sua velocità.
Ben presto il cane imparò gli orari dei treni e si dimostrò in grado di distinguere i convogli lenti da quelli veloci e di riconoscere le carrozze ristorante dei treni per andare a chiedere cibo al personale di bordo. Quasi tutte le mattine saliva da solo sul treno a Campiglia per andare a Piombino ad accompagnare Mirna Barlettani a scuola, per poi ritornare a Campiglia con un treno in senso opposto, e quotidianamente saliva su treni diretti in località diverse, viaggiando da solo attraverso numerose linee ferroviarie italiane, per poi ritornare a fine giornata, sempre in treno, a Campiglia, recandosi spesso anche a casa Barlettani.
Dopo alcuni anni, la Direzione del compartimento ferroviario di Firenze obbligò Barlettani ad allontanare il cane: inizialmente venne messo su un treno merci diretto a Napoli ma riuscì a ritornare a Campiglia dopo qualche giorno. In seguito venne affidato a un contadino delle campagne vicino a Barletta, ma nonostante ciò, dopo circa cinque mesi, ricomparve a Campiglia Marittima, dove divenne ufficialmente la mascotte della stazione ferroviaria. La sua storia incuriosì i giornalisti di tutto il mondo, che gli dedicarono servizi televisivi, articoli e copertine. Nel novembre 1958 la Rai mandò in onda un servizio dedicato a Lampo all'interno della rubrica Giramondo - Cinegiornale dei ragazzi.
Dopo alcuni anni fu possibile ricostruire una parte della storia del cane: Lampo fu riconosciuto da un clochard del porto di Livorno, che si incontrò con Barlettani e gli raccontò di aver tenuto con sé l'animale per qualche tempo dopo averlo visto scendere da una nave statunitense nel 1951.
Lampo morì la sera del 22 luglio 1961, investito da un treno merci in manovra; venne seppellito nell'aiuola della stazione, ai piedi di un albero di acacia.
RICORDI
Poco tempo dopo la sua morte, grazie a una colletta dei ferrovieri e a una sottoscrizione lanciata dalla rivista statunitense This Week, presso la stazione di Campiglia Marittima venne inaugurato un monumento in ricordo di Lampo realizzato dallo scultore Andrea Spadini.
Il suo padrone, Elvio Barlettani (scomparso nel luglio 2006), pubblicò nel 1962 per la casa editrice Garzanti il libro Lampo, il cane viaggiatore, successo editoriale ripubblicato in una quindicina di edizioni fino al 2009. Il libro è stato tradotto in inglese (Lampo, the Traveling Dog), francese (Lampo, chien voyageur, ristampato con il titolo Le chien qui prenait le train), tedesco (Lampo fährt, wohin er will: Abenteuer eines gescheiten Hundes, traducibile in "Lampo va dove vuole: avventure di un cane intelligente") e giapponese.
Nel 1967 la storia di Lampo fu romanzata dallo scrittore polacco Roman Pisarski nel racconto O psie, który jeździł koleją (lett. "Sul cane che viaggiava in treno"), lettura obbligatoria nelle classi di terza elementare in Polonia.
È inoltre ricordato nelle note dell'album Lampo viaggiatore di Ivano Fossati, i cui testi non ne parlano esplicitamente, sebbene il titolo del disco ed il brano Lampo (sogno di un macchinista ferroviere) evochi il percorso dei treni sulla costa ligure.
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La Galite, autore ignoto, anni '30
Un idrovolante CAMS 55 davanti a La Galite (Fonte Bulotier)
Si vedono chiaramente il faro di Le Galiton e dietro l'isola principale de La Galite. "Gli idrovolanti hanno svolto un ruolo importante per i Galitesi, soprattutto prima della guerra. Con sede a Karouba, venivano sull'isola per esercitazioni, ma principalmente per motivi sanitari. Molte persone furono così trasportate d'urgenza in un ospedale del continente..." Questo brano e lo scatto sono frutto della ricerca del professor Philippe D'Arco della Sorbona, discendente di alcuni degli emigrati ponzesi che furono costretti poi la lasciare l'isola per andare a vivere sulla costa francese.
La Galite è una piccolo arcipelago che si trova al largo della Tunisia. È composto da un'isola principale, La Galite appunto, e da alcuni isolotti di minori dimensioni. Nota anche in italiano con il nome La Galita, questo gruppo di isole ha avuto un rapporto strettissimo con l'isola di Ponza. Nella seconda metà dell'Ottocento alcuni ponzesi si trasferirono qui e fondarono una piccola comunità che viveva di agricoltura e di pesca dell'aragosta. L'indipendenza della Tunisia pose fine a questa esperienza disperdendo la popolazione, soprattutto verso la costa meridionale della Francia.
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