#azione civile
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Caso Solvay a Spinetta Marengo: risarcimenti e bonifiche ambientali, il territorio chiede risposte.
Legambiente Ovadese chiede l’interruzione immediata delle contaminazioni e una bonifica completa, mentre il processo si rinvia al 2025.
Legambiente Ovadese chiede l’interruzione immediata delle contaminazioni e una bonifica completa, mentre il processo si rinvia al 2025. Il caso Solvay: disastro ambientale e richieste di giustizia Durante l’udienza del 20 dicembre 2024 presso il Tribunale di Alessandria, il processo penale che vede imputati gli ex direttori dello stabilimento di Spinetta Marengo e la Solvay Specialty Polymers…
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA Gazzetta Del Sud Messina di Oggi mercoledì, 09 ottobre 2024
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adicunazionale · 4 months ago
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Cassazione civile sez. III, 18/10/2023, n.28984
Oneri probatori in caso di contestazione dei consumi nei contratti di somministrazione In tema di contratti di somministrazione, la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una mera presunzione semplice di veridicità sicché, in caso di contestazione, grava sul somministrante, anche se convenuto in giudizio con azione di accertamento negativo del credito, l’onere di provare che il…
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smokingago · 1 year ago
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Il discorso integrale di Gino Cecchettin al termine dei funerali della figlia Giulia, 22enne uccisa dall'ex fidanzato.
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«Carissimi tutti, abbiamo vissuto un tempo di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio. Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine, al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia.
Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente,
un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà:
il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà
prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso
e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente,
a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie,
ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti. Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme
per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente
coloro che hanno il meglio di tutto,
ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio.
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analogmartt · 8 months ago
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Goffredo Fofi: Il fare conta quanto il pensare, e un pensiero che non sí fa azione, carne, corpo, storia, non vale niente, ne sono convinto. Nella tradizione politica della sinistra italiana, questo era evidente, era ovvio. Dobbiamo esprimere e tentare un pensiero e una ricerca che hanno bisogno dell'azione, che non hanno valore se non si fanno azione, se non cercano una nuova realtà, una nuova società, nuovi equilibri, e per farlo non possono che disobbedire... Dovremmo predicare costantemente la disobbedienza civile come il modo centrale, fondamentale di intendere la politica e oggi di farla, ma... nessuno ne vuol sentire, né gli intellettuali (e intendo i laureati in genere, i diplomati) né gli "operatori sociali", così divisi tra loro che non pensano neanche alla possibilità che, essendo in tanti, potrebbero cambiare tante cose, se solo si mettessero insieme, si coordinassero.
Letizia Battaglia: A che tipo di disobbedienza pensi?
Goffredo Fofi: Prendiamo Gandhi, ammazzato settant'anni fa, che ha praticato e teorizzato la disobbedienza civile come la forma politica della liberazione del suo popolo dal colonialismo. Cinquant'anni fa hanno ammazzato Martin Luther King perché praticava la disobbedienza civile; se avesse scritto solo libri e fatto solo prediche non avrebbe rotto le scatole a nessuno e lo avrebbero premiato e riverito... Quando organizzi le masse, quando ti rifiuti di accettare che ci siano i cessi per i bianchi e quelli per i neri, è allora che dai fastidio, quando il pensiero diventa azione.
Volare alto volare basso.
Conversazioni, ricordi e invettive
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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Risuonano forti le parole lette in chiesa durante l’ultimo saluto a Giulia dal suo papà, Gino Cecchettin.
“Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria.
Allegra, vivace, mai sazia di imparare.
Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un’oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti.
Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita.
Come può accadere tutto questo?
Come è potuto accadere a Giulia?
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere.
Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali.
Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto.
A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possessoe all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro. Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale.
È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro.
La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto.
La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli.
Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.
La prevenzione della violenza di gene e inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti.
Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti.
Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere.
Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti.
Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo. Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento.
La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne.
Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita.
Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere.
«Il vero amore non è ne fisico ne romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è,
è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…»
Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma.
Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia.
Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotta questa pioggia.
Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano.
Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare.
E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace.
Addio Giulia, amore mio”.
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abr · 1 year ago
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Al di là del merito della sentenza (orripilante, ndr) di Catania.
Non ti piacciono i vincoli? Il vincolo della Cost, delle direttive Europea (...) e quello dell’orientamento culturale della parte maggioritaria della magistratura. Sono criticabili? Certo che lo sono, ma ci sono, quindi o ne tieni conto o fallisci o li spezzi.
Il contesto delle relazioni internazionali ti è avverso? Non è giusto, non ti conviene che i tuoi alleati ti portino in una guerra? Può essere che tu abbia ragione, ma è un vincolo; come sopra, o ti adegui o hai la forza e l’abilità di modificarlo o soccombi.
Lo spread vincola la tua sovranità, insieme alla UE? Si! E quindi? Che vuoi fare? Il debito pubblico non è colpa tua? Vero, ma è un vincolo per la tua azione. Soluzioni? Come prima; ti adegui, lo modifichi o soccombi.
Stampa e tv ce li hai contro? Il mondo della cultura, gli insegnanti medi, i baroni universitari stanno per la maggior parte a sinistra? Si, ma sono fatti che devi affrontare.
La storia dal 1948 in poi ha sedimentato poteri, culture, centri di interesse restii a cambiare, rapporti di forza (,,,) che vivono da prima che tu vada al governo. Allora, cosa vogliamo fare?
Vuoi cambiare questo Paese? (...) devi scuoterlo dalle fondamenta, rischiando una guerra civile che duri decenni. Perché ci saranno resistenze fortissime, superabili solo con mandati elettorali quasi Bulgari e molti, molti morti (in senso politico e sociale) sul terreno di battaglia. Vogliamo iniziare o vogliamo continuare a fare le vittime?
via https://twitter.com/RoccoTodero/status/1708959489943068786
Questo di Rocco Todero è un fatto, triste ma dannatamente realistico.
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susieporta · 1 year ago
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IL PATTO FAMILIARE
In ogni famiglia esiste, implicito, un patto familiare.
Nessuno lo dice, nessuno ne parla e consciamente nessuno della famiglia sa che esiste.
Esso opera totalmente a livello inconscio e tuttavia guida silenziosamente ogni azione di ogni membro della famiglia.
Ne gestisce le scelte, il sentire, i pensieri e soprattutto - e questo e’ il suo scopo principale- lo mantiene legato al nucleo familiare come un patto di sangue o una fedele alleanza.
In questo la famiglia può somigliare in tutto e per tutto ad una cosca mafiosa che finché agisci come lei vuole, ti protegge e ti nutre, ma prova a fare un passo che tradisca quel patto e sei fuori, abbandonato, schifato e in casi estremi anche ucciso.
Ho visto persone brillanti, capaci, con immense potenzialità, sabotarsi e ridimensionarsi, all’apparenza immotivatamente, le ho viste soffrire e disperarsi, rovinare relazioni, perdere possibilità, sempre senza spiegarsi il perché.
Analizzandole in profondità scoprivo che provenivano da situazioni familiari chiuse, tipo setta, dove ogni membro aveva il solo compito di mantenere in vita il gruppo-famiglia.
Famiglie implose e collassate su se stesse, depresse, senza scambi creativi con l’ambiente esterno, piene di frustrazione e paure, e l’unico modo per sopravvivere e proteggersi e’ restare uniti nella gabbia.
Il problema e’ quando nasce la pecora nera, il cosiddetto paziente designato, cioè quello che e’ destinato a portare a galla il copione e sbatterlo in faccia alla famiglia, con la diretta conseguenza di essere sbattuto fuori come una minaccia.
Questi figli sono portatori di guarigione, prima di tutto per se stessi e poi anche per il sistema familiare.
Dovranno peró fare i conti con un’immensa solitudine, affrontare la vita da soli, senza quella rete che avranno i loro pari e che loro invidieranno.
Dovranno andarsene per ripulirsi, per curarsi, per vivere pienamente la loro vita.
In un certo senso loro sono chiamati ad uscire dal disagio senza creare un sintomo, non sempre questo e’ possibile.
Dovrete avere pazienza.
E’ un compito altissimo quello che vi e’ stato assegnato.
Di seguire solo voi stessi, spersi senza una guida ch’ abbia un volto a voi noto.
Dovrete imparare a piangere da soli, a credere in qualcosa che ancora non vedete.
L’universo pretende che viviate veramente, siete il primo della classe a cui viene chiesto s’impegnarsi di più, perché voi potete.
Avete questo seme in voi.
Non verrete mai lasciati a farvi una vita d’aperitivi e paghetta del papino e fettina della mamma.
L’universo chiama per nome le anime che devono portare guarigione, le scrolla e le scuote.
Tradire il patto, so bene, che comporta un profondo senso di colpa ma questa e’ la moneta di scambio, il prezzo da pagare per essere liberi.
Se iniziate a sentirvi in colpa verso la vostra famiglia, siete sulla strada giusta; perciò non arretrate per falsi paradisi.
Avanti con coraggio, avanti col cuore, prendete la vostra strada e spazzate via qualsiasi cosa s’intrometta tra voi e la vostra realizzazione.
E se vi chiamano egoisti, pazienza.
Voi soli sapete il prezzo che avete pagato e non certo alle masse addormentate ne potrete avere riconoscimento.
_ClaudiaCrispolti_
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sono vietati l’uso delle idee, la copia, la riproduzione di questo scritto o di parte di esso
con qualsiasi mezzo: elettronico, meccanico, fotocopie,altro.
È incoraggiata la condivisione dei testi, mantenendo integro il contenuto, e citando l’autore
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kingalya · 1 month ago
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L’AMORE ALLA LUCE DEL GIORNO.
Buonasera o meglio buonanotte🌙
Benvenuti nel mio blog, sono Alya, un adolescente come tutte, mi piacerebbe molto presentarvi argomenti semplici e comuni, nei lati “alla luce” e nei “lati oscuri”. Il mio scopo è quello di dare una spiegazione, a volte anche scientifica, ai nostri comportamenti e sentimenti, molto spesso mi sarebbe servito, quindi ho intenzione di aiutarvi e darvi, magari, delle dritte per capirvi meglio.
Oggi martedì 19/11/2024, mi incammino con voi in un nuovo percorso…
Per iniziare parleremo di un elemento fondante della nostra vita in questo spezzone di blog: l’amore.
Esso per noi ha tantissime, veramente tante forme. L’amore è l’elemento portante della nostra vita, nasciamo e moriamo amati;
Veniamo concepiti, nella maggior parte dei casi, sotto il senno dell’amore e una volta alla fine del percorso, il nostro ricordo rimane vivo grazie all’amore.
Insomma è difficile immaginare una vita senza amore, anche involontariamente, proviamo sentimenti che possono essere interpretati come tale.
Il tema amore però, nel tempo è diventato una specie di argomento banale, quasi taboo, spesso ignoriamo quello che c’è dietro questo argomento, lasciandoci incantare dalla superficialità. Questo è facilmente comprensibile poiché nessuno mai ci insegna ad amare, ognuno nasce con un particolare modo di provare e donare questo sentimento.
Avete mai sentito dire: “al cuor non si comanda”? Bene, tutti pensiamo sia una stronzata, ma non è per niente così, l’amore o semplicemente un piccolo sentimento, una volta nato è per sempre, quello che tendiamo a fare è semplicemente permettere al nostro inconscio di ignorarlo, proprio come una puntura di zanzara, se smettiamo di grattarci, non pruderà più, ma la piccola cicatrice della puntura rimarrà ancora sulla pelle per un po’.
Cos’è l’amore? La risposta è “boh”, nessuno è mai stato capace di dare una spiegazione logica e sensata, ma per le persone un po’ meno poetiche e più realistiche c’è una spiegazione scientifica, ancor meglio, psicologica:
La teoria di Stenberg la spiega al meglio. Lo psicologo statunitense, negli anni 80’, ha provato a dare un senso e delle leggi al sentimento che, come da detto, non si comanda.
Come un triangolo l’amore ha tre vertici: INTIMITÀ, PASSIONE E IMPEGNO. Sono elementi fondanti, che ci devono essere perforza, magari alcuni più altri, ma senza uno di questi, l’amore non è “completo”, come se non avesse un senso.
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INTIMITÀ: rappresenta la vera e propria connessione emotiva, una sorta di bluetooth emotivo, è quella parte di connessione, di calore che c’è tra due persone.
PASSIONE: rappresenta la cosiddetta “attrazione fisica” che sfocia al compimento sessuale. Spesso la passione sovrasta il tutto, per via della passione, si hanno i tradimenti, è l’elemento dei tre che man mano, con l’età e l’avanzare degli anni diminuisce, fino a sparire, spesso per ragioni fisiche.
IMPEGNO: rappresenta un po’ il lato giuridico dell’amore: le richieste formali (matrimonio civile) oppure le richieste a Dio (matrimonio religioso). ATTENZIONE, l’impegno è relativamente importante, si può avere una relazione stabile e vivo sentimento, senza impegno; ma allo stesso modo tanto impegno (matrimonio, figli ecc.) senza però avere un vivo sentimento.
Le tre componenti sono interattive: non dipendono l’una dall’altra, ma interagiscono come se fossero in un processo di azione e reazione, per esempio: con tanta intimità ci sarà probabilmente tanta passione; con tanto impegno, tanta intimità ma probabilmente minore passione.
Questo triangolo possiamo interpretarlo metaforicamente, ma anche geometricamente, perché con varie variazioni, il triangolo cambia.
Mi spiego meglio: per definire il triangolo abbiamo bisogno di altri due dati principali: LA QUANTITÀ DI AMORE e L’EQUILIBRIO. Non c’è tanto da approfondire, ma in termini matematici, la quantità indica l’area del triangolo, maggiore sarà la quantità maggiore superficie sarà occupata dal triangolo. Invece, l’equilibrio, definisce la misura dei lati del triangolo, per intenderci, una relazione equilibrata avrà la forma di un triangolo equilatero.
Per bilanciare il triangolo, Sternberg ha individuato diverse tipologie di relazione, in tutto sono 7: simpatia/amicizia, infatuazione, amore vuoto, amore romantico, amore fatuo, amore complementare, amore vissuto.
Una persona può delimitare più di un triangolo nella vita, la maggior parte delle volte sono due: uno reale, basato sull’esperienza e sulla relazione che si vive, e uno ideale, basato sul nostro sogno e sulla nostra identità.
Con questo posso dire di aver terminato il discorso generale, man mano andremo sempre di più ad approfondire. Vi auguro una buonanotte e un lungo flusso di coscienza💋
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Mostra su Rosario Livatino: Il Giudice Beato, Esempio di Giustizia e Fede. Dal 16 al 24 novembre all'Istituto Leardi di Casale una mostra itinerante sul giudice Rosario Livatino e la sua lotta alla mafia
All'Istituto Superiore Leardi di Casale Monferrato, dal 16 al 24 novembre, si terrà una mostra speciale dedicata a Rosario Livatino, il giudice assassinato dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021.
All’Istituto Superiore Leardi di Casale Monferrato, dal 16 al 24 novembre, si terrà una mostra speciale dedicata a Rosario Livatino, il giudice assassinato dalla mafia nel 1990 e beatificato nel 2021. La mostra, intitolata “Sub tutela Dei. Il giudice Rosario Livatino”, è stata presentata per la prima volta al Meeting di Rimini nel 2022 ed è ora itinerante. L’evento è frutto della collaborazione…
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colonna-durruti · 1 year ago
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" L''Orco volante"
20/12/'73 Operación Ogro
Non fu una decisione facile da prendere, ma alla fine le lunghe notti negli scantinati di Bilbao portarono a una scelta, basta comprimari, stavolta si mirava al bersaglio grosso, anzi al più grosso di tutti, perché rappresentava meglio di chiunque altro l'essenza del franchismo, perché destinato alla successione dell'oramai vecchio Franco e perché grosso lo era davvero l'ammiraglio Carrero Blanco, talmente grosso e spietato da meritarsi l'appellativo di Ogro (orco).
Da diversi anni ormai, la dittatura fascista del generale Francisco Franco è scossa da un crescente malcontento sociale, che trova nelle mobilitazioni operaie la valvola di sfogo nei confronti di quello che è diventato il più longevo stato europeo guidato da un esecutivo dichiaratamente reazionario e conservatore.
La lettura di quegli anni, propagandata dal regime, parlava infatti di una crescente tolleranza nei confronti dei conflitti sociali.
Al contrario però, mai come in quegli anni, Franco decide di attuare una feroce repressione contro tutti i suoi oppositori politici, concentrandosi con particolare accanimento sulla popolazione basca.
Dal 1961 fino alla morte del Caudillo, il Paese Basco viene sottoposto ben 9 volte allo stato di emergenza nel giro di neanche 13 anni, vivendo un totale di 4 anni e due mesi in condizioni di completa sospensione di ogni diritto civile fondamentale, con un potere di vita e di morte affidato alle Forze di Sicurezza dello Stato.
È in questo clima che Euskadi Ta Askatasuna decide di entrare in azione.
L'operazione dura quasi nove mesi e porta la firma del «Commando Txikia» di ETA.
I quattro giovani baschi ai quali è affidata l'azione cominciano a seguire le mosse dell'ammiraglio nell'aprile del '73, dopo aver affittato un seminterrato al n. 104 di calle Coello a Madrid, dove fingono di svolgere il mestiere di scultori.
Il lavoro si rivela però più lento e dispendioso del previsto, dal momento che impegna tutti i componenti della squadra nello scavo dalla casa fino al centro della strada, dove sarà sistemata la carica più grossa.
L'operazione, prevista per il 19 dicembre, viene posticipata al giorno successivo. Poco prima dell'ora stabilita, uno degli "scultori" parcheggia, in seconda fila una "Morris" carica di dinamite. Quando l'auto dell'ammiraglio raggiunge la zona "ideale", al segnale stabilito il contatto elettrico fa saltare in aria la macchina.
L'automobile di Carrero Blanco vola per sei piani, oltrepassa il tetto di un palazzo e finisce su un balcone interno al terzo piano. Le guardie del corpo, scese malconce dall'automobile di scorta finita contro un muro, non si rendono conto dell'accaduto per molto tempo, mentre i quattro "etarras" hanno tutto il tempo per fuggire in tranquillità dalla capitale.
Nei giorni successivi, il Partito Comunista e vari esponenti dell'opposizione antifranchista e democratica, parlarono di provocazione, di possibile azione di "ultrà" fascisti, poi, di fronte alla circostanziata rivendicazione dell'attentato da parte di ETA, di atto irresponsabile che avrebbe fatto il gioco del regime. La realtà fu che tutto il popolo spagnolo, e non solo gli abitanti di Euskal Herria, furono ben felicissimi della morte di colui che, a tutti gli effetti, si era dimostrato degno continuatore delle politiche del regime franchista.
Rispetto per i compagni di Txikia :
José Ignacio Abaitua Gomeza “Marquín”,
José Miguel Beñarán Ordeñara “Argala”,
Pedro Ignacio Pérez Beotegui “Wilson”,
Javier María Larreategui Cuadra “Atxulo”,
José Antonio Urruticoechea Bengoechea “Josu” e Juan Bautista Eizaguirre Santi esteban. “Zigor”)
Gora Euskadi Ta Askatasuna
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Ritrovato in Friuli il corpo di Giulia Cecchettin
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Ritrovato in Friuli il corpo di Giulia Cecchettin. Il corpo ritrovato in mattinata vicino al lago di Barcis è di Giulia Cecchettin. Sono stati i Carabinieri e la Procura di Venezia a confermare che si tratta della giovane. Il corpo si trovava in un canalone tra il lago e la zona di Piancavallo, in provincia di Pordenone. Il lago è localizzato lungo la direzione seguita dall'auto di Filippo Turetta nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo l'aggressione, ripresa dalle telecamere di un'azienda, da parte del giovane ai danni dell’ex, avvenuta nell'area industriale di Fossò (Venezia). Negli ultimi giorni le ricerche si erano intensificate proprio in quella zona perché, secondo la ricostruzione fatta grazie alle celle agganciate dal cellulare dell'ex fidanzato, c'erano due ore di buco temporale. Vigili del fuoco, Carabinieri e una settantina di volontari della Protezione Civile si erano suddivisi gli incarichi con cani molecolari, squadre speleo-alpino-fluviali e sommozzatori pronti ad entrare in azione. Utilizzato anche un elicottero dei pompieri e dei droni. Le verifiche erano state estese anche all'impervia strada secondaria che collega il lago di Barcis con la località turistica del Piancavallo e lungo l'intera strada regionale 251, fino alla diga del Vajont e al confine con il Veneto. Il cadavere, recuperato sulle sponde del lago, secondo quanto apprende LaPresse, aveva gli stessi abiti che la 22enne indossava al momento della scomparsa. La Procura e i Carabinieri riceveranno a breve i risultati degli esami sulle macchie di sangue repertate sul marciapiede della zona industriale a Fossò, distante 6 km da Vigonovo. Sul corpo verranno effettuati i prelievi di tessuto e di sangue per estrarre il profilo genetico e confrontarlo con quello dei familiari di Giulia. L’auto di Filippo Turetta, una Fiat Punto Nera, sarebbe stata trovata nel parcheggio del lago di Barcis. Inoltre, sarebbe stato confermato il passaggio dell'auto in Austria. La vettura, mercoledì scorso, sarebbe stata infatti registrata dal targa-system a Lienz, nel Tirolo orientale. Ad una settimana dalla scomparsa dei due ex fidanzati, il fascicolo d'indagine, aperto inizialmente per scomparsa di persona, ieri è diventata un'inchiesta per tentato omicidio aggravato. È molto probabilmente che ora l'accusa cambierà di nuovo.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ma i buoni siamo sempre noi?
Sì la Storia la scrivono i vincitori! Negare questo assunto o peggio cercare di ribaltarlo ci conferirebbe immediatamente la cittadinanza onoraria di quell’isola dei desideri irrealizzabili governata dalla Intelligenza Artificiale che è Utopia 2.0. Ma dando per buona l’evidenza, non necessariamente l’informazione dovrebbe adeguarsi a tale schema. Anzi dovrebbe nella sua essenza stessa mantenere una equilibrata equidistanza dai fatti, indagandone nel complesso le dinamiche. Tale equidistanza però è davvero improbabile se il presupposto, anzi il piedistallo logico dal quale si inizia ad argomentare è uno e uno solo: Noi siamo i buoni, gli altri, chiunque essi siano sono i cattivi! Macroscopica ipertrofia di tale autoesaltazione morale, le Guerre. E così mentre in sottofondo, ma ormai sempre più affievolito, riecheggiano i rumori della guerra in Ucraina, per la quale si è detto tanto, ci è esplosa in faccia la barbarie dell’attacco di Hamas a Israele della scorsa settimana. Sì barbarie inutile stare a sofisticare sui termini, meglio attribuire il valore giusto alle cose, qualunque assalto a civili e bambini con aggravante di efferatezza, deve definirsi barbarie. Appunto, qualunque assalto e con qualunque mezzo venga effettuato. Ma questo tra un attimo. Mentre scriviamo è in corso il bombardamento di risposta di Israele su Gaza, di cui attualmente non sappiamo ancora prevedere l’esito letale che sortirà. Poco cambia, visto che da molti è stato sancito nei commenti televisivi propagatisi nei media sull’onda emotiva dell’attacco di sabato scorso, il diritto di Israele a difendersi. Già ma entro quali limiti si esercita tale diritto. Ciò che resta è se sia giusto che a un atto di barbarie si debba rispondere con altrettanta barbarie. Ma non è il nostro focus. La nostra è una domanda priva di risposta sul ruolo dell’informazione, che oltre a raccogliere il dato cronachistico si apre a dibattiti che sempre sono schierati in maniera abbastanza acritica e precisa partendo dall’assunto di cui sopra: Noi siamo i buoni.  E se il pubblico, spiaggiato nella comfort zone occidentale, osserva il mondo dalla balaustra fortificata del divano del salone, e si concede il lusso semplificato di attribuire torti e ragioni, chi comunica e informa forse potrebbe aiutare il pubblico, allargando l’arco del campo di indagine. Sviscerare le scaturigini di un conflitto che dura da 75 anni non è certo cosa semplice e lo lasciamo a eminenti e qualificati storiografi, del resto ogni guerra è un rimbalzare di azioni e reazioni, cause ed effetti e quella che spesso si dissolve è la consapevolezza di chi abbia scagliato la prima pietra. Troppo complesso certo, ma almeno evitare di usare due pesi e due misure forse aiuterebbe. A giugno del 2023, quindi l’altro ieri, Amnesty International scriveva, ��Nella sua ultima offensiva di maggio contro la Striscia di Gaza occupata, Israele ha illegalmente distrutto abitazioni palestinesi, spesso senza che vi fossero necessità militari, rendendosi responsabile di una punizione collettiva contro la popolazione civile e ha condotto attacchi aerei apparentemente sproporzionati, che hanno ucciso e ferito civili palestinesi, bambini compresi.” Si sarà alzata in quell’occasione la condanna ufficiale per tale fenomenologia bellica, magari con un ampio e approfondito dibattito mediatico? Chi sa, forse. Quanto è facile limitarsi a definirli terroristi, cosa peraltro assolutamente indiscutibile. Ma davvero ammazzare un bambino con una bomba è tanto preferibile a ucciderlo decapitandolo, solo perché non ti assumi l’onere di vederlo morire? La mancanza di crudeltà nell’atto di uccidere è davvero il lasciapassare etico per giustificare ogni azione di guerra? L'assedio totale di Gaza è "proibito" dal diritto internazionale umanitario, questo il monito delle Nazioni Unite a Israele, in parole semplici è un crimine di guerra. E che differenza c’è tra crimini di guerra e terrorismo?
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eleonorabuffon · 2 years ago
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=== Formazione Online ===
SAVE THE DATE: 29 MARZO 2023 – 14.30 / 16.00
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Dal 15 luglio 2022 gli “adeguati assetti organizzativi e amministrativo-contabili” sono ormai diventati obbligatori per legge: il recente Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) e alcuni articoli del Codice Civile ne impongono l’adozione alle imprese, a prescindere dalla natura e dalla dimensione.
Questo significa in particolare che gli strumenti della pianificazione e del controllo di gestione devono far parte degli attrezzi con cui si gestiscono anche le Piccole e Medie Imprese.
Agli assetti in questione bisogna però dare un contenuto tecnico appropriato, tale da renderli “adeguati“ alla complessità gestionale delle imprese, in particolare quelle piccole e medie, evitando che diventino adempimenti rituali privi di efficacia oppure che semplicemente restino lettera morta.
Nel corso del webinar saranno esaminate le ultime novità introdotte in tema di adeguati assetti gestionali e le conseguenti ricadute pratiche, focalizzando alcuni dei problemi che si porranno in caso di esercizio di azione di responsabilità nei confronti dell’amministratore da parte degli organi competenti.
A CHI E’ RIVOLTO:
- Personale di nuova nomina nei Servizi Amministrativi
- Responsabili di Funzione area Amministrazione e Finanza
- Figure aziendali che si occupano di pianificazione aziendale e controllo di gestione
- Imprenditori individuali, Amministratori e Manager Direzionali
CONTENUTI:
• Principi generali degli adeguati assetti secondo i nuovi obblighi di legge
• Obiettivi normativi e gestionali sottostanti
• Il concreto contenuto delle obbligazioni poste a carico di chi amministra l’azienda
• La violazione degli art. 2086 Codice Civile e 3 CCII come fonte di responsabilità
• Conclusioni
ISCRIZIONE:
Per partecipare all'evento è necessario effettuare la registrazione entro il 26/03/2023 compilando il form seguente >>> https://forms.gle/qu2ySfMiK5rs45hN8
POSTI DISPONIBILI LIMITATI !
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francoisseurel · 2 years ago
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Ultima Generazione: Carbone vegetale nell'acqua della Fontana di Trevi.
Le risposte degli analfabeti funzionali con "la spunta blu Twitter".
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"Plagiati, manipolati, catastrofisti" in che senso? Non ho mai letto sul profilo di Ultima Generazione che essi invochino divinità, parlino a statue, facciano riti magici su altari in nome di "salvatori" o non vogliano diritti per i gay altrimenti ci sarebbe "la fine del mondo"
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Twitter può essere usato gratuitamente: Giamboniere ha "spunta blu" del tipico analfabeta funzionale, che fa fatica ad usare il proprio telecomando; chiaramente non ha compreso che è la società che gestisce Twitter a dover pagare gli utenti che scrivono ogni giorno, non il contrario.
Twitter si finanzia già con le inserzioni pubblicitarie che vediamo in continuazione mentre navighiamo, mentre consultiamo e talvolta pure mentre scriviamo: non è quindi necessario pagare per la "spunta blu", visto che il prodotto lì dentro siamo noi da vendere alle aziende.
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A non riuscire a ragionare con la propria testa sono i boomer cresciuti nel consumismo, nell'"usa e getta"; che fanno la corsa ai Saldi per poi riempire i cassonetti dell'immondizia di oggetti, abiti che sono ancora utili; sono coloro che amano l'"auto grossa", che ostentano.
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C'è un solo modo per fermare le proteste di Ultima Generazione : la precedente generazione si rende conto delle proprie gravi responsabilità, e pone da subito (da ieri!) rimedio agli errori commessi. I giovani hanno diritto ad un futuro roseo: non devono pagare gli sbagli altrui.
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Non serve mettere in galera le vecchie generazioni, poiché hanno vandalizzato l'ambiente con inquinamento, consumismo, monocolture e allevamento intensivo: basta solo che, quanto prima, correggano gli errori in corso - così da evitare altre tragedie come in Emilia Romagna.
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Il movimento sociale "Extinction Rebellion" è stato fondato il 31 ottobre 2018. Scopo: "azione decisa contro il cambiamento climatico" ed azione a livello internazionale. Ultima Generazione nasce nel 2021 e fa parte di una rete internazionale, denominata A22.
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16 aprile2022: manifestazione di Ultima Generazione, sul Grande Raccordo Anulare di Roma; chiede al governo Draghi di: fermare la riapertura delle centrali a carbone; cancellare ricerca ed estrazione di gas naturale; di incrementare energia solare ed eolica di almeno 20GW/anno.
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In aprile 2022, diventò virale il video d'un automobilista impaziente, che tentò d'investire con l'auto una manifestante, seduta sull’asfalto del Grande Raccordo Anulare di Roma, con in mano uno striscione che recita “no gas, no carbone”. La manifestazione si tenne durante il governo Draghi, in aprile, molti mesi prima delle elezioni 2022.
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La manifestazione di Ultima Generazione avvenne durante il governo Draghi, in aprile 2022, sul raccordo anulare di Roma e molti mesi prima delle elezioni 2022 (settembre 2022).
L'appello fu lanciato al governo Draghi.
Verità 1 - Complottismo/Dietrologia 0
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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il problema: la legittimazione
Consideriamo una legge civile; essa si enuncia in questa forma: una data categoria di cittadini deve compiere un certo tipo di azione. La legittimazione è il processo in ragione del quale un legislatore si sente autorizzato a promulgare questa legge come norma. Consideriamo ora un enunciato scientifico; esso è sottoposto alla seguente regola: un enunciato deve soddisfare un certo insieme di condizioni per essere recepito come scientifico. In questo caso, la legittimazione è il processo che autorizza un "legislatore" che interviene nel discorso scientifico a prescrivere le suddette condizioni (in generale, si tratta di condizioni di consistenza interna e verificabilità sperimentale) che garantiscono che l'enunciato appartenga al discorso scientifico, e possa essere preso in considerazione dalla comunità scientifica. L'accostamento può apparire forzato. Vedremo che non lo è affatto. A partire da Platone la questione della legittimazione della scienza è indissolubilmente legata a quella della legittimazione del legislatore. In questa prospettiva, il diritto di decidere ciò che è vero non è indipendente dal diritto di decidere ciò che è giusto, anche se gli enunciati sottoposti alle due autorità sono di natura differente. Il fatto è che esiste un rapporto di gemellaggio fra il tipo di linguaggio che chiamiamo scienza e l'altro che chiamiamo etica e politica: derivano entrambi da una stessa prospettiva o, se si preferisce, da una stessa "scelta", che si chiama Occidente.
Analizzando l'attuale statuto del sapere scientifico, constatiamo che proprio nel momento in cui esso sembrerebbe più subordinato che mai ai giochi di potere e in cui corre anche il rischio di divenire una delle maggiori poste dei conflitti fra le nuove tecnologie, il problema della doppia legittimazione, lungi dallo sfumare, è necessariamente destinato a porsi in modo ancora più acuto. Esso si pone infatti nella sua forma più completa, quella della reversione, che mette in luce come sapere e potere siano i due aspetti di una stessa domanda: chi decide cos'è il sapere, e chi sa cosa conviene decidere? La questione del sapere nell'era dell'informatica è più che mai la questione del governo.
-J.F.Lyotard -La condizione postmoderna
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