#assimilazione
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peritiauto · 5 months ago
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Bravi (I promessi sposi) e Bravi Periti
liberamente tratto da Wikipedia, l’enciclopedia libera.   I bravi aspettano don Abbondio « a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi. » (Alessandro Manzoni – I promessi sposi capitolo I) Per bravi si intende la soldataglia al servizio dei signorotti di campagna, che comandavano nell’Italia settentrionale del Cinquecento e Seicento. De facto braccio armato e…
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yourtrashcollector · 9 months ago
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Qualche mese prima, il giorno in cui Magid compiva nove anni, un gruppo di ragazzini bianchi molto carini e dai modi inappuntabili aveva suonato alla porta e chiesto di Mark Smith. «Mark? Non c'è nessun Mark, qui» aveva detto Alsana, chinandosi fino al loro livello, con un gran sorriso. «Qui vive solo la famiglia Iqbal. Avete sbagliato casa.» Ma prima che avesse finito la frase, era arrivato di corsa Magid, che aveva spinto la madre da una parte. «Salve, ragazzi.» «Salve, Mark.» «Andiamo al circolo degli scacchi, mamma.» «Sì, M... M... Mark» aveva detto Alsana, prossima alle lacrime per quell'oltraggio finale, la sostituzione di "Amma" con "Mamma". «Non fare tardi.» «TI HO MESSO UN NOME GLORIOSO COME MAGID MAH-FOOZ MURSHED MUBTASIM IQBAL!» aveva urlato Samad a Magid, quando quella sera era tornato a casa per schizzare come un proiettile su per le scale e andare a nascondersi nella sua stanza. «E TU TI FAI CHIAMARE MARK SMITH!» Ma quello era solo un sintomo di un malessere più profondo. Magid desiderava realmente trovarsi in un'altra famiglia. Voleva possedere gatti e non scarafaggi, voleva che sua madre emettesse la musica di un violoncello, non il suono della macchina da cucire; voleva avere tralci di fiori sul lato della casa, invece del sempre crescente cumulo di immondizie dei vicini; nell'ingresso voleva un pianoforte e non la portiera rotta della macchina del cugino Kurshed; voleva fare le vacanze in bicicletta in Francia, e non viaggi di un giorno a Blackpool per andare a trovare le zie; voleva che il pavimento della sua stanza fosse di legno lucido, non della logora moquette verde e gialla avanzata dal ristorante; voleva che suo padre facesse il medico, non il cameriere con una mano sola; e quel mese Magid aveva convertito tutti questi desideri nella voglia di partecipare alla Festa del Raccolto come avrebbe fatto un Mark Smith. Come avrebbe fatto chiunque altro. MA VOGLIAMO FARLO, ALTRIMENTI CI BECCHIAMO UNA PUNIZIONE. LA SIGNORA OWENS DICE CHE È LA TRADIZIONE. Samad perse la pazienza. «La tradizione di chi?» urlò, mentre Magid, in lacrime, ricominciava a scrivere freneticamente. «Maledizione, tu sei un musulmano, non un folletto dei boschi! Te l'ho detto, Magid, te l'ho spiegato quali sono le condizioni per ottenere il permesso di andarci. Prima vieni con me sull'haj. Se mai riuscirò a toccare quella pietra nera prima di morire, voglio farlo con a fianco mio figlio maggiore.» Magid ruppe la punta della matita a metà della risposta, e scrisse l'altra metà usando il mozzicone. NON È GIUSTO! NON POSSO ANDARE SULL'HAJ. DEVO ANDARE A SCUOLA. NON HO TEMPO PER ANDARE ALLA MECCA. NON È GIUSTO! «Benvenuto nel ventesimo secolo. Non è giusto. Niente è giusto.»
Zadie Smith, Denti bianchi
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3540-kollektiv · 1 month ago
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L'oppressione dei sorbi durante l'era nazista: una distruzione sistematica dell'identità culturale
Di Riley Lewis Durante l’era nazionalsocialista, i Sorbi, una minoranza slava occidentale in Lusazia, furono sistematicamente privati dei loro diritti, oppressi e derubati della loro identità culturale. Bautzen, centro culturale dei Sorbi, fu particolarmente colpita, perdendo quasi ogni forma di autodeterminazione soraba sotto la morsa repressiva del regime nazista. Ma la persecuzione si estese…
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ilpianistasultetto · 2 months ago
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È fatto obbligo tassativo l'ascolto fino a completa assimilazione del messaggio ed educazione alla poetica...immediato, lento, indolente, sognante..
Siamo sempre stati sicuri che non saremmo mai cambiati
Quante volte ce lo siamo detto, quante volte ce lo siamo promesso? Per poi scoprire che tutto cambia, tutto muta. Presa d'atto? Delusione?
"Freddi e spaventati, i fantasmi di tutto ciò che siamo stati"..
Si cambia..si cambia..si cambia fino all’ineluttabilità della morte, paragonando l’esistenza a una canzone.
Questa è la fine di ogni canzone che l'uomo canta!.
Quanta poesia decadentista.. Poesia che e' "Cura"..
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occhietti · 2 years ago
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I libri sono pane buono. Sono barche, scialuppe, piccole astronavi, permettono viaggi profondissimi e velocissimi.
Ogni libro è un paesaggio. Cupo, fosco, contratto. Lieve, incantato, svagato.
Alcuni libri aprono la giornata, meglio del caffellatte. Aprono i pensieri e li portano in alto. Altri sono un campo di battaglia dove si lotta con il dolore, con la sua ferocia. Ed è buffo vederli lottare in altri tempi, in altri luoghi.
Ogni tanto in qualche libro, trovi un’anima gemella. Perché i libri sono pane buono. E la digestione non è forzata. È una lenta assimilazione dei succhi, degli umori migliori, certe frasi, o passaggi dimenticati risaltano fuori all’improvviso, animaletti guida nelle strade del quotidiano.
I libri sono amici, ti aspettano, a volte per anni, nelle pieghe di una libreria. A loro piace essere chiamati per amore, non per obbligo. Quando la loro parola necessaria si unirà al necessario tuo cuore, allora succederà il miracolo: diventeranno sangue, il tuo.
- Gianluigi Gherzi - da "Alfabeti della gioia"
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susieporta · 14 days ago
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Sei di Coppe
"La Separazione che unisce"
Ciò che sta accadendo alle "Anime del Dono" è straordinario.
Si sta manifestando, attraverso un potente movimento vibratorio interiore, un'Energia di propagazione inusuale, che attraversa la Materia e la rende plastica, malleabile, sensibile.
Essa si muove insinuandosi tra le pieghe del Dolore e lo rende accessibile, maneggiabile e cosciente anche alle Strutture più inscalfibili, più incastrate, più ritirate nella rigidità di sofferenza e nella chiusura emozionale.
Questo non significa che un tale Dono così profondo e magico, possa prescindere dalla "Sacra Disposizione di Struttura": l'Altro deve essere strumentato a livello umano per poter assolvere alla "sua propria Guarigione" e deve, sempre sul piano fisico, determinare la sua scelta di Coraggio e di Volontà.
Ma anche dove la millenaria Separazione tra "Verità e Menzogna" risulti piuttosto consolidata, l'Opportunità ora si insinua in ogni poro della pelle dell'Umano, lasciandoci sbalorditi su quanto essa possa divenire "endemica".
Le "Anime Gifted" non sono esenti dal percepire per se stesse lo stesso movimento. Attivano e sono attivate. Rompono le strutture difensive, le riavvolgono, le rilasciano. Come tutti gli altri.
Ma mentre si prodigano per "restare in piedi" e salvaguardare il Corpo Fisico dalla sconvolgente Tempesta Magnetica in atto, emanano Vibrazioni mai percepite prima d'ora su questo piano di Coscienza. Le assorbono, le trasformano e se ne rendono diffusori, ripetitori, amplificatori, catalizzatori.
Stanno divenendo, giorno dopo giorno, propagatori della Nota di Riferimento. Sono "portatori sani" del Dipason dell'Universo.
Rappresentano "solo" una Nota. Null'altro.
Ma questa sottile e potente Vibrazione di suono, si propaga dal loro "Campo di Presenza Energetica" e "accorda" tutto ciò che li circonda. Lasciando l'Umano attonito e, a tratti, confuso, ma luminoso e, per la prima volta, cosciente della sua intrinseca "possibilità cristallina".
Questo processo di "accordatura" si amplificherà ulteriormente a Gennaio 2025, dove i Miracoli si susseguiranno uno dopo l'altro.
Ma c'è una regola fondamentale che va compresa e assimilata: questo non è uno strumento di "manipolazione": non costringe, non "infetta", non obbliga. Non si accanisce su ciò che non può essere trasformato o "aggiustato". Non "salva" nessuno. Non si sostituisce al piano Emozionale dell'Altro, alla sua Volontà, al suo percorso di Guarigione.
Offre una Nota. Una Sponda. Un Riferimento sonoro. Un nuovo "Sound".
Poi l'Umano sceglie. Con quello che ha o non ha, con quello che desidera o non desidera e con quello di cui realisticamente può disporre all'interno della sua Struttura psichica.
Nessuno salva nessuno. Ma, "ciò che è stato separato", oggi ha l'immensa possibilità di ri-unirsi. E lo farà. Nelle sedi idonee, nelle Strutture pronte, nelle Anime che hanno compiuto il loro passaggio di "Guarigione Emozionale e Psichica".
Alle "Anime del Dono" mancava l'investitura per poter diffondere questa Nota. Mancava il passaggio di integrazione umana dell'"impianto di propagazione". Mancavano i "tempi giusti".
Ma oggi "possono". E tutto sommato "devono". O comunque non possono "fare altrimenti".
L'hanno scelto col Cuore.
E ciò che il Cuore sceglie, l'Umano accoglie.
Questo è solo l'Inizio.
Ed è un Inizio che profuma di profonde Novità nella Manifestazione Materiale.
Nel 2025 saremo di fronte alla totale Rivoluzione di Campo.
Smettete di "sperare che sia meglio". Non sarà "meglio".
E' già meglio.
E se ancora oggi non lo vedete o non lo sentite, allora la Guarigione sta processando la Ferita Incarnazionale dell'Esistenza.
Ma voi avete "diritto alla vostra Essenza". Ed essa è Umana e Divina. E va rispettata su entrambi i piani di Assimilazione e Coscienza.
Accorgetevi di questo.
Accorgetevi che è "già meglio".
Straordinariamente "meglio".
Oggi tanto sconvolgimento. Tanti colpi di scena. Tanta tanta roba e poco sonno. Ma non serve. E ne servirà sempre meno.
Mirtilla Esmeralda
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schizografia · 3 months ago
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La fine del Giudaismo
Non s’intende il senso di quanto sta oggi avvenendo in Israele, se non si comprende che il Sionismo costituisce una doppia negazione della realtà storica del Giudaismo. Non soltanto infatti, in quanto trasferisce agli ebrei lo Stato-nazione dei cristiani, il Sionismo rappresenta il culmine di quel processo di assimilazione che, a partire della fine del XVIII secolo, è andato progressivamente cancellando l’identità ebraica. Decisivo è che, come ha mostrato Amnon Raz-Krakotzkin in uno studio esemplare, a fondamento della coscienza sionista sta un’altra negazione, la negazione della Galut, cioè dell’esilio come principio comune a tutte le forme storiche del Giudaismo come noi lo conosciamo. Le premesse della concezione dell’esilio sono anteriori alla distruzione del Secondo Tempio e sono già presenti nella letteratura biblica. L’esilio è la forma stessa dell’esistenza degli ebrei sulla terra e l’intera tradizione ebraica, dalla Mishnah al Talmud, dall’architettura della sinagoga alla memoria degli eventi biblici, è stata concepita e vissuta nella prospettiva dell’esilio. Per un ebreo ortodosso, anche gli ebrei che vivono nello stato d’Israele sono in esilio. E lo Stato secondo la Torah, che gli ebrei aspettano all’avvento del Messia, non ha nulla a che fare con uno stato nazionale moderno, tanto che al suo centro stanno proprio la ricostruzione del Tempio e la restaurazione dei sacrifici, di cui lo stato d’Israele non vuole nemmeno sentire parlare. Ed è bene non dimenticare che l’esilio secondo il Giudaismo non è soltanto la condizione degli ebrei, ma riguarda la condizione manchevole del mondo nella sua integrità. Secondo alcuni cabalisti, fra cui Luria, l’esilio definisce la situazione stessa della divinità, che ha creato il mondo esiliandosi da sé stesso e questo esilio durerà fino all’avvento del Tiqqun, cioè della restaurazione dell’ordine originario.
È proprio questa accettazione senza riserve dell’esilio, con il rifiuto che comporta di ogni forma presente di statualità, che fonda la superiorità degli ebrei rispetto alle religioni e ai popoli che si sono compromessi con lo Stato. Gli ebrei sono, insieme agli zingari, il solo popolo che ha rifiutato la forma stato, non ha condotto guerre e non si è mai macchiato del sangue di altri popoli.
Negando alla radice l’esilio e la diaspora in nome di uno stato nazionale, il Sionismo ha tradito pertanto l’essenza stessa del Giudaismo. Non ci si dovrà allora meravigliare se questa rimozione ha prodotto un altro esilio, quello dei palestinesi e ha portato lo stato d’Israele a identificarsi con le forme più estreme e spietate dello Stato-nazione moderno. La tenace rivendicazione della storia, da cui la diaspora secondo i sionisti avrebbe escluso gli ebrei, va nella stessa direzione. Ma questo può significare che il Giudaismo, che non era morto a Auschwitz, conosce forse oggi la sua fine.
Giorgio Agamben, 30 settembre 2024
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raffaeleitlodeo · 20 days ago
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Da vari mesi sembra che il terreno di conflitto principale rispetto a questo governo e alle sue scelte politiche sia quello della libertà di espressione, di manifestazione, di dissenso. Questo piano ovviamente va difeso (e la solidarietà di amici e compagni e gli avvocati sono oro), ma se riduciamo le nostre critiche e le nostre lotte a questo piano, il rischio è di ridurle a una resistenza difensiva. La libertà di opinione, di insegnamento, di manifestazione, di dissenso, sono il minimo sindacale. Le lotte importanti da fare sono quelle per la giustizia, per allargare i diritti. E in questo momento la lotta più importante da fare è quella contro il neonazionalismo di questo governo. Nella scuola e fuori dalla scuola in questo momento l'ingiustizia più grande contro cui combattere è quella per cui in classe abbiamo studenti nati in Italia, che studiano da anni in Italia, che non hanno la cittadinanza italiana. La scuola italiana è in questo momento de facto un'educazione al razzismo. Quella per lo ius soli, o lo ius scholae sono le lotte fondamentali, come quella contro i respingimenti in mare. Per questa ragione per me va criticato il ministro Valditara. Per le nuove linee di educazione civica, per le classi di italiano potenziato, l'idea di integrazione come assimilazione, per il suo sostegno a Salvini nel processo di Palermo. Non solo in nome della libertà di espressione, ma in nome di un'idea diversa di società, di mondo, di giustizia, in cui tra essere italiani, singalesi, austriaci, peruviani, ghanesi, estoni, eritrei, non c'è nessuna differenza. Il nostro compito è educare a questo riconoscimento, educare a questa giustizia, alla realtà che impariamo nelle classi tutti i giorni da persone di otto o quindici anni. Christian Raimo, Facebook
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gregor-samsung · 2 years ago
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“ Ai tempi del singolarismo il nome può essere ancora religioso e/o identitario, anche fortemente identitario, come nelle comunità ebraiche oggi in Europa in cui si danno ai figli maschi prevalentemente nomi identitari quali Ariel, Gad, Dan o Ephraim, fenomeno peraltro in forte crescita anche nelle comunità arabo-musulmane. Nel caso delle comunità turche, africane, asiatiche ma anche polacche e portoghesi, la scelta del nome per i figli marca il grado di desiderio di assimilazione dei genitori: se si adottano nomi europei – francesi, italiani – ciò vuol dire che li si considera dei facilitatori, passe-partout per la scuola e la vita sociale in genere. Interessante in Europa la crescita dei nomi di origine anglosassone e americano-hollywoodiana, dove si sprecano i Kevin, Dylan e Brandon, come pure i Jason, Steven, Johnny, Jonathan che erano poi i nomi dei capi piú in vista dei gilets jaunes francesi. I loro genitori, avendoli cosí chiamati, rivelano di essere probabilmente people from somewhere, stanziali, provenienti da categorie sociali deluse, rancorose e a reddito basso; persone lasciate indietro dalla globalizzazione, residenti nelle periferie urbane e nelle zone ex industrializzate, al contrario delle élite o people from anywhere, cosmopolite, dotate di redditi alti e di buona istruzione, composte da abitanti delle aree metropolitane e delle città universitarie, ottimisti, istruiti e mobili sul globo. Lo nota il politologo francese Jérôme Fourquet, che presenta una brillante analisi della società francese contemporanea appoggiando le sue considerazioni anche su quella branca dell’onomastica – studio dei nomi di persona e di luogo – che è propriamente l’antroponimia o esame dei nomi propri di persona; essa permette infatti di aprire una breccia nell’analisi profonda dei comportamenti e delle mentalità delle persone proprio perché il nome è un forte marcatore culturale [J. FOURQUET, L’Archipel francais. Naissance d’une nation multiple et divisée, Seuil, Paris 2019].
Il declino del nome Marie per le bambine (dal 20 per cento degli inizi del Novecento all’attuale 1 per cento) aggiorna per esempio sulla mutazione culturale che ha portato la Francia da nazione roccaforte del cattolicesimo a paese in cui l’abbandono di tale religione è di cosí vasta portata che si suppone che le persone che ancora frequentano la chiesa spariranno nel giro di una generazione. Al declino di Marie corrisponde, in alcune zone, la marcata ascesa di Jason, tale da permettere, alla luce delle considerazioni precedenti, una sovrapposizione tra la cartina della diffusione di tale nome (cui si aggiungono Kevin e Dylan) e quella del voto a favore del Front, poi Rassemblement National, di Marine Le Pen. Si contano ai nostri giorni in Francia 13 000 nomi diversi registrati ogni anno allo stato civile (sempre in Francia è stata riconosciuta nel 1993 la totale libertà nell’attribuzione dei nomi dei figli). La straordinaria diversificazione dei nomi è segnale speculare sia delle caratteristiche negative del cosiddetto individualismo esasperato, quindi narcisismo di massa, iolatria, promozione del sé ecc., sia di quelle piú specifiche del singolarismo, quindi il bisogno di distinzione senza limiti per sentirsi confermati quali esseri unici, speciali, straordinari. L’esplosione della varietà dei nomi, la loro straordinaria diversificazione, è manifestazione non soltanto di narcisismo di massa ma anche di volontà di singolarizzazione da parte dei genitori. Si tratta di una prassi che non è esercitata soltanto dal terzo cosmopolita e globalizzato della società, ma che si estende anche – dal momento che è praticabile senza sforzo e impegno alcuno – anche al terzo cosiddetto «basso», che condivide con la fascia alta in Italia, ad esempio, nomi quali Melusina, Morgana, Asia o Ginevra per le bambine, Oceano, Falco, Leone, Orso per i maschietti. Il nome insomma deve in qualche modo marcare le distanze da coloro dai quali si intende distinguersi e insieme affermare le somiglianze con coloro con i quali ci si identifica o ai quali ci si vorrebbe avvicinare a basso costo. Nella montata galoppante dell’individualismo e del singolarismo interviene anche, aggiungiamo qui brevemente, la diffusione del tatuaggio, questa volta nella direzione contraria: dalle classi basse dove il tatuaggio era inciso sul corpo del marinaio e del galeotto, alle classi medio-alte nella loro ricerca di segnali di distinzione e unicità. “
Francesca Rigotti, L’era del singolo, Einaudi (collana Vele), 2021. [Libro elettronico]
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mezzopieno-news · 2 years ago
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IL CANADA RICONOSCE GLI ABUSI SUI POPOLI INDIGENI E LI RISARCISCE
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Il Canada ha riconosciuto gli abusi effettuati e un risarcimento di 2,8 miliardi di dollari canadesi (1,93 miliardi di euro) alle popolazioni indigene métis e inuit, sottoposte ad una assimilazione forzata per quasi un secolo nelle scuole residenziali governative.
“E ora della riconciliazione” ha dichiarato Marc Miller, ministro per le relazioni corona-indigene. L’accordo è il risultato di un’azione di ammissione e di reintegro nei confronti di 325 gruppi indigeni, avviata da decenni dal governo. Il suo obiettivo è affrontare il danno collettivo causato, inclusa la perdita di lingua, cultura e patrimonio avvenuto tra il 1884 e il 1998, anno in cui fu chiusa l’ultima di queste scuole.
La somma, una delle più alte mai versate nel Paese per questo genere di programma, sarà utilizzata per finanziare l’istruzione, la cultura e la lingua indigena. Dall’inizio del XIX secolo, il governo di Ottawa ha sottratto circa 150 mila bambini indigeni alle loro famiglie per crescerli in 139 istituti residenziali con lo scopo di assimilarli forzosamente nella società, spogliandoli di fatto della loro identità. Molti hanno subito abusi fisici e sessuali, mentre si ritiene che migliaia siano morti a causa dell’incuria, della malnutrizione e delle malattie. Dal 2021, centinaia di resti di bambini indigeni in tombe anonime sono state scoperte nei siti di ex scuole, con la commissione nazionale per la verità e la riconciliazione che ha denunciato il “genocidio culturale”. Oggi circa 1,7 milioni di persone in Canada si identificano come aborigeni, la popolazione in più rapida crescita nel Paese.
___________________
Fonte: Primo ministro Justin Trudeau; CBC Radio Canada; immagine Cres Thomas
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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“Allevare un animale, cui sia consentito far delle promesse – non è forse precisamente questo il compito paradossale impostosi dalla natura per quanto riguarda l’uomo? Non è questo il vero e proprio problema dell’uomo? Il fatto che questo problema sia risolto fino a un alto grado dovrà apparire tanto più sorprendente a colui che sa pienamente apprezzare la forza agente in senso contrario, quella del dimenticare. Dimenticare non è una semplice vis inertiae, come ritengono i superficiali, ma piuttosto una facoltà attiva, positiva nel senso più rigoroso, d’inibizione, cui è da ascriversi la circostanza che qualunque cosa venga da noi vissuta, sperimentata, assunta nella nostra intimità, entra tanto poco nella nostra coscienza nello stato di digestione (si potrebbe chiamarlo “appropriazione spirituale”) quanto poco vi entra l’intero multiplo processo con cui si svolge il nostro nutrimento corporeo, la cosiddetta “assimilazione”. Chiudere di tanto in tanto porte e finestre della coscienza; restare indisturbati dal rumore e dalla lotta con cui il mondo sottostante degli organi posti al nostro servizio svolge la sua collaborazione od opposizione; un po’ di silenzio, un po’ di tabula rasa della coscienza, affinché vi sia ancora posto per il nuovo, soprattutto per le funzioni e i funzionari più nobili, per governare, per prevedere, per predeterminare (il nostro organismo è infatti organizzato oligarchicamente) – è questo il vantaggio – come si è detto – della dimenticanza attiva, una guardiana, per così dire, una sorvegliante dell’ordine spirituale: per cui occorrerà subito considerare in che senso nessuna felicità, nessuna serenità, nessuna speranza, nessuna fierezza, nessun presente potrebbe esistere senza capacità di dimenticare”.
-Friedrich Nietzsche, “Genealogia della morale”, Seconda dissertazione, I
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alephsblog · 2 days ago
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Dopo l’invasione quella che era stata fino a quel momento retorica ideologica diviene vera e propria prassi eliminazionista, con la teoria spostata sul campo di battaglia che lascia il posto alla pratica e con gli intenti genocidi che si concretizzano in azioni da parte delle truppe russe nei territori ucraini occupati.
In altre parole, attraverso la perpetrazione da parte russa di innumerevoli pur se non sistematici atti di genocidio a danno dei civili ucraini si delineano i contorni di quello che in situazioni analoghe è stato definito come etnocidio ossia “genocidio culturale”: vale a dire lo sradicamento forzato dell’identità di un popolo attraverso forme di assimilazione coercitiva e violenta, compresa l’eliminazione fisica anche massiva dei non-disposti a farsi assoggettare.
Esempi di etnocidio sono quelli perpetrati contro i nativi americani, i tibetani e più recentemente gli uiguri del Sinkiang.
Di per sé, il genocidio culturale differisce da quello eliminazionista tout-court (ebraico, armeno, ruandese) in quanto può utilizzare nel suo perpetrarsi, oltre ai soliti metodi cruenti e sbrigativi di immediata applicazione (come la distruzione fisica e la pulizia etnica) anche il tempo come arma, attraverso metodi vessatori non-omicidali (privazione di diritti, imposizione di obblighi specifici, ecc.) di durata indefinita, che possono protrarsi per anni o anche per generazioni: ovvero per il tempo necessario a sradicare l’identità delle vittime ed evitare che risorga nei loro figli e nipoti.
Ed infatti il regime di Putin, dopo avere ostinatamente negato per anni (dal 2008) l’esistenza di una nazione ucraina separata da quella russa, pare adesso determinato a cancellarne ogni traccia dalla memoria storica, culturale, politica ed ideologica dei cittadini ucraini dei territori occupati. Da qui una lunga serie di misure attive di denazionalizzazione ed assimilazione forzata, riduzione numerica, sostituzione etnica, rieducazione politica e revisione culturale: il tutto riassumibile nella parola “russificazione”.
Prove di tale russificazione ve ne sono in quantità: dall’obbligo di accettare passaporti russi, al reinsediamento forzato di intere comunità, al rapimento e deportazione in Russia di bambini ucraini, alla perdita della genitorialità sui figli, all’inserimento dei giovani ucraini nelle liste di leva, alle leggi vessatorie verso coloro che rifiutano l’assimilazione, alla privazione di diritti e servizi, medicinali compresi, ai ricatti e minacce, agli espropri (il)legali ed alle azioni persecutorie, tra cui il mancato insegnamento della lingua e della cultura ucraina, sostituite nelle scuole da programmi patriottardi in russo importati da Mosca, compresa la di fatto obbligatoria iscrizione degli adolescenti nella Yunarmiya, che in Russia invece è facoltativa (*).
Un dossier compilato da Human Right Watch disponibile in pdf [link PDF] illustra tutto questo con dovizia di particolari.
Non solo prove fattuali ma anche verbali, pronunciate apertamente dai principali capibastone del regime putinista, che riconfermano qualora ve ne fosse ancora bisogno, le reali intenzioni di Mosca nei confronti degli ucraini: non solo le fesserie propagandistiche diffuse a piene mani in Occidente (denazificazione, accerchiamento NATO, “genocidio del Donbas”, ecc.) ma anche il più celato intento di cancellare dalle carte geografiche l’Ucraina come stato e gli ucraini come specificità etnoculturale, assimilando il tutto nella Malorossiya, ossia in una regione della “grande Russia”.
Come vedremo, si tratta di dichiarazioni estremamente esplicite non dal sen sfuggite bensì meditate ed indicatrici di un preciso intento etnocida, intrise di fanatismo ideologico, razzismo, suprematismo e violenza estrema, che in ogni paese democratico avrebbero sollevato sacrosanti scandalo e polemiche ma che in Russia fanno parte della normalità quotidiana, in molti casi diffuse addirittura dai principali media nazionali.
Tutte queste grevi dichiarazioni genocidali dei capibastone del Cremlino, impliciti atti di accusa verso ciascuno di loro, potranno fornire un giorno materiale probante in un auspicabile processo al putinismo ed ai suoi gerarchi. Per ora sono state raccolte dalla ONG Just Security in un faldone, continuamente aggiornato.
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studentessamatta · 8 days ago
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Spaparanzarsi: To sprawl out comfortably — especially in the sun or on the couch. Quante Volte Devo Ripetere Questa Parola per impararla? How Many Times Do I Need to Repeat This? Learning Words Like a Cambridge Scholar! Imparare nuove parole con 160 ripetizioni in 14 minuti! PazzescoLearning New Words with 160 Repetitions in 14 minutes Una volta ho letto sul Corriere della sera di uno studio dell'Università di Cambridge che ha scoperto che ascoltare una nuova parola straniera 160 volte in 14 minuti può rendere la risposta del cervello quasi identica a quella per le parole familiari.Once I read in the Corriere della sera about a Cambridge study that found listening to a new foreign word 160 times over 14 minutes can make the brain’s response to it almost identical to that of familiar words.Sul serio, 160 volte in quattordici minuti? Stanno scherzando?Seriously, 160 times? In fourteen minutes! Are they kidding me? Diamoci da fare con l'apprendimento di nuove parole italiane!Let’s Get Down to Business of learning new Italian words! Il metodo di Cambridge potrebbe essere un po' esagerato. Altri studi suggeriscono che il numero di volte necessario per assimilare completamente una nuova parola straniera dipenda da diversi fattori, come il contesto in cui la si apprende, le conoscenze linguistiche già acquisite e il livello di coinvolgimento attivo con la parola. Detto questo, ecco alcuni buoni consigli!The Cambridge method might be a bit over the top. Other studies suggest that the number of times you need to encounter a new foreign word before your brain fully assimilates it depends on several factors, such as the context in which you learn it, your prior knowledge of the language, and how actively you engage with the word. Here is just some good advice! Per Imparare Nuove Parole Straniere e Ampliare il Vocabolario To Learn new Foreign Words and Expand Vocabulary Ripetizione Spaziata: Imparare una parola attraverso la ripetizione spaziata—rivedendola a intervalli crescenti—aiuta a fissarla più efficacemente nella memoria a lungo termine.Spaced Repetition: Learning a word through spaced repetition—reviewing it at increasing intervals—helps embed it into long-term memory more effectively.Frequenza di Ripetizione: Gli studi suggeriscono che una parola deve essere incontrata circa 20-30 volte in contesti significativi per essere completamente assimilata e ricordata a lungo termine.Repetition Frequency: Studies suggest that a word needs to be encountered around 20 to 30 times in meaningful contexts to be fully assimilated and remembered long-term.Apprendimento Contestuale: Le parole apprese in contesti (ad esempio, attraverso storie, conversazioni o situazioni reali) vengono assimilate più rapidamente rispetto a quelle apprese in isolamento.Contextual Learning: Words learned in context (e.g., through stories, conversations, or real-life usage) are assimilated faster than those learned in isolation.Coinvolgimento Attivo: Usare la parola in modo attivo—parlandone, scrivendola o applicandola nelle conversazioni—può ridurre il numero di incontri necessari.Active Engagement: Using the word actively—by speaking, writing, or applying it in conversations—can reduce the number of encounters needed.Immersione e Rilevanza: Più l'esperienza di apprendimento è immersiva e personalmente rilevante, minore è il numero di ripetizioni richiesto. Ad esempio, le parole legate ai propri interessi o alla vita quotidiana vengono memorizzate più rapidamente.Immersion and Relevance: The more immersive and personally relevant the learning experience, the fewer repetitions are required. For instance, words linked to your interests or daily life are retained more quickly. Sebbene 160 ripetizioni in 14 minuti (come riportato nello studio di Cambridge) possano essere sufficienti per una memorizzazione iniziale, incontri significativi e un utilizzo attivo sono fondamentali per una piena assimilazione e fluidità. While 160 repetitions in 14 minutes (as cited in the Cambridge study) might suffice for initial memorization, meaningful encounters and active use are key to full assimilation and fluency. Arzigogolato: A convoluted or overly ornate style, often used in art, architecture, or writing. Parole e frasi curiose della settimana: ”arzigogolato” e “scaldasonno”Curious Words and Phrases of the Week: ”arzigogolato” e “scaldasonno” Una conversazione con la mia amica Rossella Alcuni anni fa A chat with my friend Rossella from Bardolino, on Lake Garda a Couple of Years Ago Durante le mie conversazioni e gli incontri settimanali, ho l'abitudine di annotare parole e frasi intriganti che voglio memorizzare. Proprio l'altro giorno, la mia amica Rossella di Bardolino mi ha parlato del suo desiderio per Natale: uno “scaldasonno.” Prima che potessi elaborare questa informazione, ha cambiato argomento e mi ha chiesto se conoscessi il significato della parola “arzigogolato.” Rossella adora mettermi alla prova con parole italiane difficili, proprio come io faccio con lei usando termini complicati in inglese!During my weekly conversations and meetups, I make it a habit to jot down intriguing words and phrases I want to memorize. Just the other day, my friend Rossella from Bardolino shared her Christmas wish—a “scaldasonno.” Before I could even process that, she shifted gears and asked if I knew the meaning of the word “arzigogolato.” Rossella loves throwing Italian curveballs at me, much like I do with her when it comes to tricky American words! Naturalmente, la mia curiosità è andata alle stelle. Non potevo concentrarmi su arzigogolato finché non avessi scoperto il mistero dello scaldasonno.Naturally, my curiosity went into overdrive. I couldn’t focus on arzigogolato until I unraveled the mystery of the scaldasonno.“Una cosa fantastica!” ha esclamato Rossella. “Lo metti nel letto per scaldarlo prima di dormire.”“Oh! Hmmm…” ho risposto, leggermente delusa dalla sua praticità. “Non preferiresti un CD nuovo, una maglia di seta o magari una collana di diamanti?”“Oh! Hmm…” I replied, slightly let down by the practicality of it all. “Wouldn’t you rather have a new CD, a silk sweater, or maybe a diamond necklace?”“Assolutamente no!” ha ribattuto. “Qui a Bardolino, con le gelide notti invernali sul Lago di Garda, niente batte uno scaldasonno!”“Absolutely not!” she shot back. “Here in Bardolino, with Lake Garda’s freezing winter nights, nothing beats a scaldasonno!”“Va bene, ci sta,” ho detto, finalmente soddisfatta. “Ora dimmi—cosa significa arzigogolato?”“Fair enough,” I said, finally satisfied. “Now, tell me—what does arzigogolato mean?”I suoi occhi si sono illuminati. “È la parola perfetta per qualcuno come te, che adora la storia dell’arte e il periodo barocco. Significa ‘contorto’ o ‘elaborato.’”Her eyes lit up. “It’s the perfect word for someone like you who adores art history and the Baroque period. It means ‘convoluted’ or ‘elaborate.’”E così, ho aggiunto due nuove parole al mio arsenale di vocabolario—senza bisogno di 160 ripetizioni in 14 minuti. Sono rimaste con me per anni, grazie a uno scambio divertente e significativo con Rossella.And just like that, I added two new words to my vocabulary arsenal—no need for 160 repetitions in 14 minutes. They’ve stuck with me for years, all thanks to a fun and meaningful exchange with Rossella. È un'anno nuovo!!! / It's a NEW YEAR! Allora, quali sono le mie parole della settimana da imparare?So, what are my words for this week to learn? Rannicchiarsi Rannicchiarsi in un angolino accogliente, perfetto per leggere un buon libro!To curl up into a cozy little nook—perfect for those moments spent lost in a good book! Spaparanzarsi Sdraiarsi comodamente — soprattutto al sole o sul divano.To sprawl out comfortably — especially in the sun or on the couch. Mangiare con ingordigia Mangiare avidamente, eat greedily (come ho fatto durante le feste!)To eat greedily (like I did during the holidays!) Straziante Provoca un dolore violento come dopo Natale mio figlio è tornato a San FranciscoAn intense pain—like when my son returned to San Francisco after Christmas. Zoccoli Hooves (delle renne di Babbo Natale)Hooves (Santa’s reindeer) da non confondere con / not to be confused with: Zoticoni = oafZuccone = fat head Lenticchie il piatto portafortuna del Capodanno italiano!Lentils, the lucky dish of Italian New Year! Imparare nuove parole con 160 ripetizioni in 14 minuti! Pazzesco!Learning New Words with 160 Repetitions in 14 minutes! Crazy talk! Allora… tutti al lavoro! “Arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato…” Solo altre centocinquanta ripetizioni e sarà finalmente memorizzata!Alright... everyone, let's get to work! "Arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato, arzigogolato..." Just another 150 repetitions, and it will finally be memorized!Oppure… immergiti in un libro in italiano, chiacchiera con qualcuno che parla italiano, guarda un film italiano—o meglio ancora, chatta con me!Or… dive into an Italian book, chat with someone fluent in Italian, watch an Italian movie—or better yet, chat with me! Buon Anno Nuovo! / Happy New Year! Buon Apprendimento! Buoni Studi! Read the full article
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infoerba · 2 months ago
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La microalga Klamath è nota per la sua straordinaria ricchezza nutrizionale e nutriceutica.
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matteoartizzu · 6 months ago
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La cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, che deve essere uno spot per la città e la nazione, è stata incredibile. Risultato dell'ambizione di un Paese che si vuole grande tra i grandi, riflesso di un popolo che - secondo la narrazione - la grandeur la possiede, la coltiva e la esporta tramite la francofonia.
Parigi, la Moveable feast di Hemingway, che si esibisce mostrandosi un ponte tra il passato e la modernità, in cui i palazzi, i monumenti e la Seine sono la mise en scène di un musical teatrale a cielo aperto. Parigi che si concede al mondo per uno spettacolo unico, che per essere eseguito genera non pochi disagi ai suoi cittadini. Non a caso il direttore artistico della cerimonia è Thomas Jolly, reso famoso grazie ai suoi lavori al Festival di Avignone, dove il teatro off, lungo le strade e le piazze della città, è alla pari delle altre rappresentazioni ufficiali dell'evento che si svolge nella capitale della Provenza.
La scommessa di un défilé di bateaux mouches in cui gli atleti ricoprono un ruolo minore rispetto al resto, risulta vincente. Le esibizioni, tra i quais, le passerelle lungo il fiume e i tetti di Lutetia, mostrano al pubblico televisivo e dei social media, una città ricca, ricchissima di patrimonio artistico e storico, che per le prossime settimane sarà il teatro delle gare di atlete e degli atleti. A onorare questi ultimi, un insieme virtuoso di cantanti e artisti blanc black beurre et queer, che fa brillare gli occhi e intrattiene senza sosta. Il tutto arricchito da un fil rouge, il percorso della fiamma olimpica che si concede anche intermezzi virtuali, avventurosi, avvolti dal mistero e comici.
La musica è al centro della cerimonia. Uno spaccato ricostruito della città, in cui canta Lady Gaga, un po' glamour e pop, ne è un esempio. Poi c'è la splendida esibizione di Imagine interpretata da Juliette Armanet, lo show quasi surreale di Aya Nakamura che canta Djadja (bugiardo, nel senso del testo) insieme alla Garde Républicaine, in cui non è chiaro se sia la Repubblica a tentare un'operazione di assimilazione o piuttosto una involontaria miscelazione. Infine, la performance di Celine Dion (che verrà ricordata come quella di Whitney Houston nel Super bowl del 1991), anticipata da momenti di forte emozione con gli ultimi tedofori e la mongolfiera-tripode, che canta il mito Edith Piaf: lo spirito di Parigi che attraversa il tempo sublimato in un momento.
Dopo il Bataclan, con l'investitura dei Giochi, Parigi ha intrapreso l'ennesimo percorso di rinnovamento che, per chi l'ha visitata di recente, è qualcosa di visibile e palpabile. Ora vediamo se le Olimpiadi confermeranno il suo ruolo di primato nel mondo. L'assaggio, che è stata la cerimonia di apertura, sembrerebbe affermarlo.
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daniela--anna · 6 months ago
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#SapeviChe
"Prima digestio fit in ore"!
Sì, come recita questo proverbio latino, la
"prima digestione avviene in bocca".
Mangiare senza fretta è dunque fondamentale, sia per prevenire disturbi gastrointestinali sia per una buona assimilazione dei nutrienti.
Come funziona?
Il processo digestivo inizia dalla masticazione in cui, grazie all'azione della ptialina, l'enzima che si trova nella nostra saliva, il cibo viene già parzialmente scomposto in modo da risultare più facilmente digeribile dallo stomaco.
Questo processo diminuisce l'insorgere di indigestione, acidità gastrica, infiammazione, gonfiore e malnutrizione.
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