#amore per i felini
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Gatti molto speciali di Doris Lessing: Un viaggio nell'animo felino e umano. Recensione di Alessandria today
L'ammaliante connessione tra l'autrice premio Nobel e i suoi amati gatti
L’ammaliante connessione tra l’autrice premio Nobel e i suoi amati gatti Recensione Gatti molto speciali è un’opera in cui Doris Lessing, Premio Nobel per la Letteratura, esplora il profondo legame tra esseri umani e gatti. Questo libro, intriso di affetto e ironia, racconta le esperienze dell’autrice con i suoi compagni felini, offrendo uno spaccato intimo e divertente di una relazione che va…
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scritti-di-aliantis · 12 days ago
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(Foto: metropolitancrocodileliving)
Il caffè delle tre. "La vita normale non mi interessa, cerco solo i momenti più intensi. Sono alla ricerca del meraviglioso." (Anais Nin)
È un'ottimo programma di vita. Quando ti dicono di essere finalmente arrivati alla tranquillità, di riuscire a discutere tra loro col sorriso sulle labbra, di regola vuol dire che uno dei due ha smesso di lottare per le proprie convinzioni.
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(Gif: ars-erotika)
E che ha trovato soddisfazione, amore, sesso e stimolo vivo in qualcuno al di fuori della coppia. Poi, che l'altro pensa di essere una persona meravigliosa, illuminata, che ha finalmente un'unione felice. O, in alternativa, può essere che entrambi hanno semplicemente smesso di vivere. E da felini individualisti e furiosi sono diventati due pupazzi di pezza, che dove li metti stanno...
Aliantis
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(Foto: gepetordi2)
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daniela--anna · 1 year ago
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"LIONS are known for their extraordinary vocal ability to emit a loud roar, audible up to 8 km away!
The lion's roar is considered one of the "most impressive natural sounds".
Lions usually roar during the night hours and at dawn.
Both males and females roar, and sometimes an entire herd raises its voice in a collective roar.
Because of its extraordinary physical and vocal characteristics, and its potential, the lion is mentioned several times in the Bible, and in the biblical book of Ezekiel it represents one of the four main attributes of God: courageous justice.
The other three attributes and their equivalents are:
🦅EAGLE = far-sighted wisdom
🐂 TAURUS = unchallengeable power,
🙍MAN FACE = love.
The description of these qualities can be found in chapter 1 of the book of Ezekiel.
📚🔍Excerpt from the articles:
📚Lions: the majestic felines of Africa
📌
📚The creatures with four faces (Ezekiel 1)
"I LEONI sono noti per la loro straordinaria capacità vocale di emettere un forte ruggito, udibile addirittura fino a 8 km. di distanza!
Il ruggito del leone è ritenuto uno dei “più impressionanti suoni naturali”. I leoni di solito ruggiscono durante le ore notturne e all’alba. Ruggiscono sia i maschi che le femmine e a volte un intero branco alza la voce in un ruggito collettivo.
A causa delle sue straordinarie caratteristiche fisiche e vocali, e del suo potenziale, il leone viene più volte menzionato nella Bibbia, e nel libro biblico di Ezechiele rappresenta uno dei quattro attributi principali di Dio: la giustizia coraggiosa.
Gli altri tre attributi e i loro equivalenti sono:
🦅AQUILA = sapienza lungimirante
🐂TORO =potenza incontrastabile,
🙍FACCIA D'UOMO = amore.
La descrizione di queste qualità si trovano nel capitolo 1 del libro di Ezechiele.
📚🔍Estratto dagli articoli:
📚Leoni: i maestosi felini dell’Africa
📌
📚Le creature con quattro facce (Ezechiele 1)
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weirdesplinder · 29 days ago
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Il mio anno 2024 in libri e premio libro blog 2024
Il 2024 è stato un anno piuttosto duro per quanto mi riguarda, di resistenza direi, dove ho dovuto sopportare tanto, per poi arrivare a dei cambiamenti che desideravo da tempo. Spero che il 2025 sia migliore. Parlando di libri nel 2024 ho letto più che nel 2023 il che è positivo, ma tra questi libri sono pochissimi quelli che mi sono piaciuti, il che è negativo.
Nel 2024 ho portato avanti la lettura di diverse serie che leggo veramente da tantissimi anni come:
-LA SERIE IN DEATH di J.D. ROBB, di cui ho letto i libri:
Payback in death (Libro 57 della serie) a gennaio 2024
Random in death (Libro 58 della serie) a febbraio 2024
Passions in death (Libro 59 della serie) a settembre 2024
Inediti in italiano
Una serie gialla che come sapete seguo da decenni, ma che non mi stanca mai, perchè sono molto affezionata ai suoi protagonisti, ma devo ammettere nessuno di questi tre libri mia ha incantato erano tutti abbastanza prevedibili come indagini.
-LA SERIE PSY CHANGELING di Nalini Singh, di cui ho letto:
Storm echo (Libro 21 della serie) a gennaio 2024
Inedito in italiano
che mi ha parecchio deluso tanto da farmi saltare la lettura dei due libri successivi che ho visto avevano come protagonisti changeling ancora orsi e leopardi. Non possiamo avere specie acquatiche, o uccelli, o che ne so, cavali, cervi, qualsiasi cosa ma basta felini o lupi o orsi per favore. Ho bisogno di qualcosa di nuovo qui. Veramente.
-LA SERIE CONFRATERNITA DEL PUGNALE NERO, di J.R.WARD di cui ho letto:
The Beloved (Libro 22 della serie) a maggio 2024
Link: https://www.mondadoristore.it/THE-BELOVED-JR-Ward/eai802226489405/
Trama: Nalla, la figlia di Zsadist, ha condotto una vita protetta. Protetta da suo padre e dalla Confraternita, che l'hanno tenuta lontana dalla guerra mortale con la Lessening Society, e questa protezione inizia a starle stretta. Nate è giovane guerriero della confraternita che non ha niente da perdere e niente per cui vivere. Torturato in un laboratorio umano da giovane, poi maledetto dall'immortalità, pensa solo alla vendetta e alla morte. La Confraternita gli ha perciò affidato una missione sottocopertura molto percicolosa e lui aspetta con ansia il momento in cui finalmente potrà morire quando ecco che tra lui e Nalla scatta l'istinto di accoppiamento tipico dei vampiri predestinati. Ora Nate ha qualcosa da perdere e cui vivere.
Avevo smesso di leggere questa serie al libro 14 più o meno, ma l'ho ripresa in mano perchè finalmente si tornava a parlare dei confratelli originali e in particolare di Z, il mio preferito. Ma purtroppo lui ha un ruolo veramente minore nel libro e sua figlia è insopportabile.
-LA SERIE MERCY THOMPSON di PATRICIA BRIGGS, di cui ho letto:
Winter lost (Libro 14 della serie) a luglio 2024
Inedito in italiano
che mi è piaciuto nonostante avesse una trama molto semplice che si risolve praticamente da sola perchè mi erano mancati tanto i personaggi di questa serie. Leggere questo libro è stato come reincontrare dei vecchi amici che conosci da anni e venire aggiornato su cosa succede al momento nella loro vita. Inoltre sono felice che i personaggi siano rimasti coeerenti con loro stessi in tutti questi anni. Sono sempre loro, e questo è raro.
Passiamo ora ai nuovi romanzi letti nel 2024:
A gennaio 2024 ho letto: The Road to Roswell, di Connie Willis
Inedito in italiano
Quando l'equilibrata Francie arriva a Roswell, nel New Mexico, per il matrimonio a tema UFO della sua compagna di stanza del college, non immaginava certo di venire rapita da un alieno con un corpo simile a un'erbaccia e una massa di tentacoli fulminei. Né Francie è l’unica sua vittima. In poco tempo, a loro si uniscono un affascinante truffatore di nome Wade, una dolce vecchietta con una dipendenza dai casinò, un pensionato con un enorme camper e un amore per i vecchi western, e un pazzo a caccia di UFO che è completamente convinto che l'alieno abbia intenzione di sondarlo e/o conquistare il pianeta. Ma più Francie conosce l’alieno, più si convince che non sia un invasore, ma che sia guai e bisognoso d'aiuto. Solo che lei non sa come aiutarlo, e nemmeno quale sia il problema.
La mia opinione: ho amato i romanzi sui viaggi nel tempo di questa autrice, ma non ho assolutamente capito questo libro di non bene indentificato genere che è un po' scifi, un po' commedia, un po' assurdo, un po' metafora dei problemi della società contemporanea e parecchio confuso.... e questo suo essere un mix di tante cose fa sì che nessuna sia molto riuscita. Non lo consiglio.
A maggio 2024 ho letto:
La Serie Esilio nel Pliocene di Julian May formata dai libri:
La terra dai molti colori (The Many-Colored Land)
Link: https://amzn.to/3yZAJjI
Trama: Nell'anno 2034 Theo Guderian, un fisico francese, fa una scoperta rivoluzionaria, ma inutile: inventa un congegno che permette il trasferimento istantaneo nel passato tramite una distorsione temporale. Il viaggio �� però di sola andata e le coordinate spazio-temporali del punto di arrivo sono immutabili: si tratta di una zona della valle del fiume Rodano nell'idilliaca epoca del Pliocene, sei milioni di anni fa. Tuttavia a poco a poco questa scoperta così sottovalutata, si rivela utile: anche nell'utopistica società del XXII secolo, in un mondo che sembra aver raggiunto la completa felicità e la perfezione tecnologica, esistono degli “spostati”, degli individui scomodi che vogliono fuggire attraverso questa porta in un misterioso passato.
2. Il collare d'oro (The Golden Torc)
Link affiliato: https://amzn.to/45pSt3S
Trama: Proseguono le avventure del gruppo di esiliati del secolo ventiduesimo che attraversarono un portale temporale per tuffarsi tra gli sconosciuti pericoli del Pliocene, un’epoca lontana sei milioni di anni nel passato. Al posto dell’idilliaca desolazione che si attendevano avevano però trovato una proto-Europa dominata da due razze aliene: i cavallereschi Tanu, belli e arroganti, e i rinnegati Firvulag, malevoli nanerottoli eterni rivali dei Tanu. Rimasti divisi in due gruppi, gli umani erano caduti nelle mani di queste due antichissime razze. Elizabeth Orme, che un tempo, nel suo mondo natìo, era una «Grande Maestra Metapsichica» e che, oranonostante il controllo dei Tanu, riacquista pian piano i poteri perduti. E c’è Bryan Grenfell, un antropologo alla ricerca del perduto amore, e Aiken Drum, un avventuriero dotato di un talento e un’ambizione davvero sfrenati. Accanto alla loro vicenda si snoda parallelamente la storia di un altro gruppo di umani miracolosamente sfuggiti alla schiavitù imposta dai Tanu e guidati da Felice Landry, una ragazza atletica che possiede incredibili poteri psi. Questo gruppo, con l’ambiguo aiuto dei Firvulag, decide di assalire la roccaforte stessa dell’impero dei Tanu subito prima del Grande Combattimento rituale che si svolge ogni anno tra Tanu e Firvulag.
3. Il re non nato (The Nonborn King)
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Trama: Alla fine de Il collare d’oro Felice Landry, una ragazza atletica dotata di incredibili capacità mentali, aveva provocato un gigantesco cataclisma che aveva distrutto la capitale del regno dei Tanu e messo fine alla loro dominazione e Aiken Drum, un altro giovane umano dotato di grandi poteri, uomo non nato da ventre di donna, ne approfitta per dichiararsi re e usurpare il loro trono. Ma il suo regno non sarà né facile né incontrastato, perché contro di lui si batteranno forze disparate, come il gruppo degli umani liberi, la folle Felice Landry, che ha giurato a se stessa di distruggerlo, e i rivitalizzati Firvulag, che ora sovrastano di numero la coalizione di uomini e Tanu guidata da Aiken.
4. L'avversario (The Adversary)
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Trama: Il breve regno di Aiken Drum è già in pericolo: i Firvulag vogliono distruggere sia i Tanu che i terrestri in un terribile Gotterdammerung e un’altra minaccia, forse ancor più pressante, incombe: c’è un altro uomo che possiede poteri anche più forti di Aiken e che sta per giungere dalla Porta del Tempo. È Marc Remillard, l’Avversario, l’Istigatore della Ribellione Metapsichica, che aveva quasi conquistato l’intero Milieu Galattico futuro e che ora sta fuggendo con i suoi seguaci nel passato.
Ho dato ben 4 stelle su Goodreads a questi libri e le meritano tutte, un'opera purtroppo oggi dimenticata nel nostro paese, non più ripubblicata dopo gli anni 80', ma a mio avviso imperdibile per gli amanti della fantascienza e del fantsy che qui venegono mischaiti tra di loro. Romanzi corposi, che affrontano molte tematiche e tutte con dovizia di particolari ben approfonditi e studiati. Sono un pochino datati nel linguaggio lo ammetto e anche la sintassi a tratti risulta un po' legnosa per un lettore d'oggi, specie in lingua originale come li ho letti io, ma una buona nuova traduzione in italiano a mio avviso risolverebbe il problema. E le tematiche: poteri mentali alieni e umani, libertà individuale dell'uomo opposta al bene comune visto come ragggiungibile solo attraverso un controllo molto serrato, alieni che ricordano le leggende faeries... sono tematiche sempreverdi e attuali. Inoltre la trama è viva interessante, varia e l'autrice non ha paura di far morire o soffrire profondamente i personaggi.
Durante le vacanze estive 2024 ho letto anche:
Il famiglio, di Leigh Bardugo
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Trama: In una Madrid diventata da poco capitale del Regno e pervasa dalla furia controriformistica dell'Inquisizione, la giovane Luzia Cotado, conversa orfana di entrambi i genitori, cerca di sopravvivere come meglio può, nascondendo a tutti le sue origini e, soprattutto, la sua capacità di compiere milagritos, piccole magie. Un giorno, però, la signora della casa presso la quale presta servizio si accorge del suo dono e di lì in poi la obbliga a farne sfoggio davanti ai suoi ospiti, nel patetico e disperato tentativo di migliorare la posizione sociale della sua famiglia ormai decaduta. Ma quello che inizia come un semplice divertimento per nobili fiacchi e annoiati prende ben presto una piega pericolosa perché Luzia attira l'attenzione di Antonio Pérez, ex segretario ora in disgrazia di Filippo II. Per riconquistare il favore del re, ancora provato dalla sconfitta della sua armada, Pérez decide di indire un torneo per trovare un campione che diventi l'arma decisiva nella guerra estenuante contro la regina eretica d'Inghilterra.
La mia opinione: purtroppo questo libro mi ha delusa. Cerca di essere un romanzo storico con tocchi di fantastico e, a tratti, data l'ambientazione spagnola sembra voler aspirare allo stile sudamericano ad esempio dell'Allende...ma non ci arriva mai. E dalla'altra parte non è abbastanza ricco di particolari storici per essere un serio romanzo storico, quindi resta in un limbo che non mi ha convinto a piano. Ma quello che proprio non mi è piaciuto sono i personaggi principali. Ho trovato la protagonista molto incoerente: mi nascondo da una vita per non venire bruciata al rogo però voglio che gli altri mi vedano e mi ammirino.... Il protagonista maschile sarebbe già meglio ma la sua background storia viene secondo me rivelata troppo tardi e non nel modo migliore...e non ho capito com'è che al'improvviso si piacciono.... Per me è no, ma apprezzo questa autrice e ho grandi speranze per la conclusione della sua serie La nona casa di cui attendo l'uscita del terzo libro. Non ho letto il secondo della serie per non rimanere in sospeso anni con l'ennesimo cliffhanger.
A settembre ho letto:
Blood over bright haven, di M. L. Wang
Inedito in italiano
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Trama: La prima donna mai ammessa in un prestigioso ordine di maghi svela una cospirazione segreta che potrebbe cambiare per sempre la pratica della magia. Da vent'anni, Sciona dedica ogni momento della sua veglia allo studio della magia, alimentata da un desiderio folle di raggiungere l'impossibile: diventare la prima donna mai ammessa all'Alto Magistero dell'Università della Magia e dell'Industria. Quando Sciona finalmente realizza la sua ambizione e diventa un'alta maga, scopre che le sue sfide sono appena iniziate. I suoi nuovi colleghi sono determinati a farla sentire sgradita e, invece di un assistente di laboratorio qualificato, le danno un custode. Ciò che né Sciona né i suoi coetanei capiscono è che il suo taciturno assistente non è sempre stato un custode. Dieci anni fa, era un cacciatore nomade che perse la sua famiglia nel pericoloso viaggio dalle pianure selvagge alla città. Ma ora vede l’opportunità di comprendere le forze che hanno decimato la sua tribù, lo hanno cacciato dalla sua terra natale e hanno mantenuto i privilegiati al potere. All'inizio, il mago e l'esterno hanno un rapporto litigioso. Ma lavorando insieme, scoprono un antico segreto che potrebbe cambiare per sempre il corso della magia, se non li farà uccidere prima.
La mia opinione: bel romanzo, che nonostante alcune mancanze, tra cui un world building piuttosto ridotto, riesce ad essere sia interessante per il modo in cui viene descritta la meccanica della magia, sia coraggioso per il suo finale. I personaggi funzionano, la trama funziona. Una lettura piacevole che consiglio. Il fatto sia utococlusivo e non parte di una serie poi è un plus.
Sempre a settembre per il podcast Amiche di drama e trama, visto che dovevamo recensire un pessimo film tratto da un libro, ho letto il libro in questione:
The idea of you, dell'autrice Robinne Lee
Link affiliato: https://amzn.to/3ZoWdS8 Trama: Solène Marchand, proprietaria trentanovenne di una prestigiosa galleria d'arte a Los Angeles, porta la figlia adolescente Isabelle a conoscere la sua boyband preferita. L'ultima cosa che si sarebbe aspettata, però, era di avvicinarsi pericolosamente a Hayes Campbell, frontman degli August Moon, famosi in tutto il mondo. Ma Hayes è brillante, sicuro di sé ed elegante, e l'attrazione tra i due è immediata. Il fatto che abbia solo vent'anni complica ulteriormente le cose. Quella che inizia come una serie di incontri clandestini in varie città si evolve rapidamente in una relazione appassionata. È un viaggio che attraversa i continenti, mentre i due navigano nei mondi più disparati: dalle tournée negli stadi alle fiere d'arte internazionali, fino a rifugi appartati. E per Solène è tanto un recupero della sua parte più vera, quanto una riscoperta della felicità e dell'amore. Quando la loro storia diventa un fenomeno virale, sia Solène che la figlia Isabelle sono il bersaglio di fan accaniti e media insaziabili. Saprà l'amore essere più forte dei pregiudizi e del gossip?
La mia opinione: fortunatamente il libro è meglio del film, tutte le scene più cringe stupide o senza senso del film nel libro non c'erano, e ci siamo chieste perchè mai le hanno aggiunte? Perchè la figlia della protagonista è molto più grande nel film ma la fanno comportare come la bambina di otto anni del libro? Perchè i fan nel film sembrano trattare male i loro idoli o essere cringe e nel libro invece sono normali? Perchè nel film i protagonisti si incontrano per la prima volta davanti a un gabinetto mentre nel libro normalmente a un firmacopie? domande senza risposta, ma posso rassicurarvi che il romanzo è leggibilissimo, mentre il film inguardabile. Certo è un libro leggerissimo ma se uno ha voglia di un romance contemporaneo veloce da leggere può essere una lettura piacevole.
A novembre ero in un mood scifi e ho letto la Trilogia fantascientifica/apocalittica “Heartland aliens”, di Joshua James, formata dai libri: Invasion, Uprising e Judgement
Inedita in italiano
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Trama: Quando gli alieni arrivano sulla terra, la piccola città di Little Creek non è certo più preparata del resto del pianeta. Senza avvisare e senza essere provocati le creature iniziano a devastare tutto e tutti e nel caos che ne segue uno strano gruppo di persone è costretto ad unire le forze per poter sopravvivere: una reginetta di bellezza con qualcosa da provare, una negoziante con qualcosa da nascondere, un teenager in cerca di vendetta e un veterano di guerra disperato di salvare di tutti. Insieme questi malcapitati dovranno trovare il modo non solo di resistere e sopravvivere, ma anche di combattere gli alieni. Chi sono? Cosa vogliono? Come possono essere fermati? Devono trovare risposta a queste domande o non sarà solo Little Creek a cadere ma tutta l’umanità.
La mia opinione: questa trilogia mi ha piacevolmente sorpresa,la trama è la classica già vista in molte invasioni aliene o film apocalittici, ma i personaggi principali sono interessanti ben scritti credibili e il primo libro mi ha veramente preso. Il secondo lievemente meno, e il terzo chiude la storia troppo in fretta e con troppa facilità. Il nemico viene eliminato così facilmente che il lettore resta stupito e deluso. Inoltre la tipologia di alieni/funghi mi ha leggermente stufato.
A dicembre sull'onda del telefilm Hanno ucciso l'uomo ragno, la vera storia degli 883, ho deciso di leggere il libro autobiografico di Mauro Repetto intitolato Non ho ucciso l'uomo ragno, perchè la sua figura, che quando ero piccola non mi era mai interessata e non avevo capito, dopo la visione della serie tv aveva iniziato ad interessarmi.
Link al libro: https://amzn.to/3ZG7XiX
Il libro si legge in poche ore sono solo 150 pagine che volano via tra l'altro senza molti particolari che avrei invece voluto sapere. Però se non altro ho avuto conferma di alcuni fatti raccontati nel telefilm.
iniziati i giorni di vacanza a fine dicembre ho deciso di recuperare almeno alcuni dei libri che avevo in wishlist da mesi e accellerare il mio ritmo di lettura con molte delusioni purtroppo.
Sempre sullì'onda di una mia voglia di scifi ho letto:
Some desperate glory, di Emily Tesh
Inedito in italiano
Già essendo uno young adult ha per me delle mancanze enormi nella costruzione dei personaggi, ma in parte posso sorvolarle, proprio tenendo conto della fascia d'età dei protagonisti e del pubblico a cui è destinato questo libro, ma non posso tollerare incoerenze e estrema confusione di trama. Specie in un genere, lo YA, che si prefigge di solito di essere chiaro o quantomeno facilmente capibile. Ad un certo punto il libro vuole entrare nel genere viaggio nel tempo, che però non è viaggio nel tempo, ma lo è , ma solo in parte, in parte è simulazione, in parte altre dimensioni, in parte bolle di tempo, in parte boh nessuno lo sa. E la macchina senziente che è stata creata da una razza aliena per portare avanti il bene comune dell'universo e prevede il futuro decidendo di conseguenza chi eliminare e chi tenere decide di eliminare il pianeta terra eliminando quasi completamente la razza umana ma poi alla protagonista in cerca di vendetta per questa piccola cosuccia dice io non decido nulla non mi assumo la responsabilità è chi mi comanda che decide. Peccato che chi la comanda dica di non sapere nulla e gli stessi alieni che l'hanno creata non sanno più come funziona....quindi scusate abbiamo eliminato la terra ma non è colpa di nessuno. E poi tanto possiamo tornare indietro nel tempo, creare realtà alternative quindi che importa no?
Poi ho letto il paranormal romance Golden (serie The Golden Wolf, #1), di Shannon Mayer
Inedito in italiano
Mi ha attirato l'idea di partenza di una licantropa maledetta da una strega che invece di trasformarsi in lupo diventa un golden retriver. Ma è utilizzata male e diventa una cosa secondaria se non terziaria all'interno di una trama confusissima che è l'insieme di un botto di trame simili già lette e scritte meglio da altri. Ad in certo punto sembra di essere entrati dentro in Thor Ragnarok senza Thor e senza Loki e senza niente se non nomi già sentiti lì….
Mentre preparavo un post per il blog relativo ai Goodreads choice awards mi ha incuriosito uno dei romanzi vincitori che ho quindi deciso di leggere:
La stagione del coraggio, di Kristin Hannah
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Trama: "Anche le donne sanno essere eroiche." Per la ventenne Frances "Frankie" McGrath, studentessa di infermieristica, questa frase è una rivelazione. Cresciuta nell'idilliaco mondo assolato della California del sud e protetta dai suoi genitori di idee conservatrici, si è sempre vantata di fare la cosa giusta, di essere una brava ragazza. Ma è il 1966, il mondo sta cambiando, e Frankie si ritrova all'improvviso a immaginare un futuro diverso, così, quando suo fratello parte per il Vietnam, lei decide di arruolarsi nel Corpo infermieristico dell'esercito. Inesperta come gli uomini mandati al fronte, Frankie è sopraffatta dal caos e dalla distruzione della guerra: ogni giorno è una scommessa tra la vita e la morte, tra la speranza e il tradimento.
La mia opinione: la cosa più bella di questo libro è senza dubbio l'idea che sta alla sua base: onorare le donne americane che hanno operato come infermiere durante la guerra in Vietnam. Una guerra oggi ricordata come profondamente sbagliata che si preferisce non nominare o che se viene nominata, lo è con disprezzo addirittura o rifiuto. Ma chi ha servito la sua patria lo ha fatto credendo di essere nel giusto, ed è giustissimo ricordare durante un conflitto, il personale medico, da qualunque parte stia, opera solo per salvare delle vite. Da un punto di vista letterario però il romanzo è piuttotso basico sia come sintassi, che come stile, che lessico, che come coinvolgimento emotivo. Non raggiunge mai quelle altezze che un argomento del genere meritava, a mio avviso. Ma ciò lo rende probabilmente più facilmente fruibile da un pubblico di lettori più vasto che non vuole troppi dati storici o geografici, troppi particolari o dettagli di procedure mediche… Io li avrei voluti. Non si sofferma mai nel dettaglio sulle procedure mediche adottate dallae protagonista o dai medici che la circondano, sulle probabili epidemie che colpivano gli alloggiamenti. La crudezza e la realtà della guerra vengono raccontate, ma mai fino in fondo, se non in un paio di punti che però vengono fatti passare dinnanzi alla protagonista molto velocemente e poi quasi più nominati. E la protagonista non mi ha generato empatia, per nulla. Avrei preferito sinceramente conoscere la storia di Barb o Ethel, le due amiche di Frankie, sia durante che dopo la guerra, che non la sua, poichè mi sono sembrati due personaggi molto più interessanti, e più vividi, più attivi, che non la protagonista, di famiglia privilegiata, che parte in guerra quasi per un motivo futile, poichè la decisione era stata presa prima del lutto che la colpirà. E poi per tutto il libro Frankie sembra quasi sempre preda delle azioni altrui o delle influenze altrui, specie degli uomini di cui si innamora. Ha dei momenti di chiarezza e coraggio, certo, ma i suoi momenti migliori vengono raccontati in fretta, con poche righe di riassunto, mentre i suoi momenti peggiori nel dettaglio. Avrei voluto leggere dela centro che poi ha aperto per le infermieri reduci di guerra, vederlo sorgere passo passo, invece la rinascita di Franckie viene riassunta in poche righe per dare spazio di nuovo nel finale alla sua storia d'amore. Probabilmente non è giusto ma continuavo nella mia mente a pargonare questo romanzo a Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons o Molokai (L'isola dei fiori rossi) di Allan Brennert o Storia di una suora di Kathryn Hulme, e sinceramente non c'è proprio paragone.
Visto che avevo letto la stagione del coraggio Goodreads mi ha consigliato di leggere: La vita impossibile, di Matt Haig
Link affiliato: https://amzn.to/4j3oIvY
Trama: Quando Grace Winters, insegnante di matematica in pensione, riceve in eredità da un’amica che ha perso di vista da tempo una casa cadente su un’isola del Mediterraneo, la curiosità ha la meglio su di lei. Arriva a Ibiza con un biglietto di sola andata, senza guida turistica e senza progetti per il futuro. Tra aspre colline e spiagge dorate, Grace va in cerca di risposte sulla vita dell’amica, e sulle circostanze della sua fine. Quello che scopre è più strano di quanto si sarebbe mai sognata. Ma per immergersi in quell’impossibile verità, Grace dovrà prima scendere a patti col suo passato.
La mia opinione: Lo stile di scrittura devo dire che mi è piaciuto molto, l'idea delle lettere per raccontare questa storia così fiabesca le dona quel pizzico di realismo in più. Ti racconto questo, poi sta a te crederci oppure no… ci dice la narratrice. E' un racconto nel racconto e questo ci riporta alla fiaba nella sua versione tradizionale, ma con dati oggettivi piazzati ad arte. Molto intelligente e la cosa funziona bene. Ho apprezzatao veramente la prosa, lo stile, la forma, molto poco l'argomento devo ammettere, fin troppo….didascalicamente moralizzante. Ci sta che ci sia un insegnamento c'è in ogni fiaba, ma qui proprio te lo vogliono ficcare così bene in testa che è fin troppo ovvio, fin troppo chiaro e visibile persino per una fiaba. Forse sono io che non sono abbastanza green per apprezzarlo…può darsi. Ma è una morale green talmente moderna e talmente piazzata lì in bella vista che per me stride con la 'fiaba' dove alla morale ci dovresti arrivare tu.
Dato poi che finalmente a fine 2024 ho ripreso a guardare sia K-drama (Judge from hell) che C-drama (Blossom) ho deciso di leggere un libro chiaramente ispirato ai kdrama:
The God and the Gumiho (Fate's Thread, #1), di Sophie Kim
Inedito in italiano
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Trama: Kim Hani, la gumiho (un potente spirito gatto a nove code) un tempo terribile conosciuta come la Volpe Scarlatta, trascorre le sue giornate lavorando in un bar e cercando di non lasciare che un certo cliente la infastidisca. Seokga, un dio imbroglione caduto dal cielo per il suo tentativo di colpo di stato ai danni del fratello, trascorre le sue giornate dando la caccia ai demoni per tornare fra gli dei e infastidendo un particolare gumiho. Quando un demone dell'oscurità fugge dagli inferi e la Volpe Scarlatta emerge dal nascondiglio prima di svanire rapidamente, a Seokga viene offerta una possibilità di redenzione: ucciderli entrambi e i suoi peccati saranno perdonati. Ma Hani è pronta a fare qualsiasi cosa per impedire a Seokga di assicurarla alla giustizia, anche a ingannarlo nelle sue indagini.
La mia opinione: Carino. Chiaramente ispirato ad un tipico drama coreano come struttura e personaggi. Sa molto di già visto e già sentito, inoltre è molto più semplificato come trama di un kdrama. I personaggi principali hanno carattere, i secondari no purtroppo e la trama generale il cattivo da sconfiggere e l'indagine per trovarlo sono alquanto deboli e prevedibili. Mi ha deluso sinceramente volevo di più.
Poi ho visto che un'autrice che seguo da anni aveva scritto un nuovo romanzo, e potevo non leggerlo? Così ho letto:
Into the Broken Lands, di Tanya Huff
Inedito in italiano
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Trama: Distrutte dalle guerre tra maghi, le Terre Brulle metteranno alla prova i legami familiari e di amicizia, la forza e la sanità mentale. Per salvare la loro gente, gli Eredi di Marsan non hanno altra scelta che entrare ogni tot di anni nelle Tere Brulle distrutte dalle guerre tra maghi, per prelevare il carburante che tiene accesa la fiamma che si dica protegga il loro regno dagli abomini creati dalle guerre passate. Il viaggio è possibile solo grazie a un'arma creata dagli stessi maghi che distrussero ogni cosa. Un'arma che era stata creata per proteggere. Un costrutto senziente. Una specie di persona non nata, ma costruita, che negli anni si è sempre di più umanizzata vivendo a contatto con la gente del confine. Il viaggio metterà in discussione tutto ciò in cuil'erede di Marsan crede di sapere sull'arma ma soprattutto su se stesso e sull'umanità.
La mia opinione: questo è un classico libro fantasy autoconclusivo scritto molto bene che racconta una storia breve ma con tutti i temi principali del genere condensati e mixati a temi leggermente più innovativi come ad esempio il rendere l'arma magica un mostro stile Frankenstain, che desidera essere umano, la scelta di intercalare la cronaca del viaggio attuale con quella del viaggio precedente fatto generazioni prima. Ma non gli ho dato più di tre stelle su Goodreads perchè l'ho trovato troppo prevedibile. Forse ho letto troppi fantasy, forse sono diventata schizzinosa, fatto sta che il poter capire fin dall'inizio chi sarebbe stato plagiato dal male tra i viaggiatori e chi sarebbe probabilmente sopravvisssuto, mi ha tolto ogni aspettativa e curiosità durante la lettura.
E arriviamo finalmente all'ultimo libro che ho letto quest'anno:
The Teller of Small Fortunes, di Julie Leong
Inedito in italiano
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Trama: Tao è un'indovina che viaggia da un villaggio all'altro con solo il suo fidato mulo come compagnia. Racconta solo "piccole" fortune: se grandinerà la prossima settimana; quale ragazzo bacerà la cameriera; quando la mucca partorirà. Sa per amara esperienza che le grandi fortune portano con sé grandi conseguenze... Anche se è una vita solitaria, è migliore di quella che si è lasciata alle spalle. Ma una piccola fortuna diventa inaspettatamente qualcosa di più quando un ladro (semi) riformato e un ex mercenario la reclutano nella loro disperata ricerca di una bambina perduto. Presto vengono raggiunti da una fornaia con la passione per l'avventura e, ovviamente, da un gatto un po' magico. Tao intraprende un nuovo percorso con compagni tanto generosi quanto piccole le sue fortune. Ma mentre abbassa le mura che vaev aeretto intorno al suo cuore per protezione, le ombre del suo passato si avvicinano e dovrà decidere se rischiare tutto per preservare la nuova famiglia che non avrebbe mai pensato di poter avere.
La mia opinione: sono felicissima di essere riuscita a leggere questo libro entro la fine dell'anno perchè mi ha veramente risollevato dopo parecchie letture deludenti. Quando leggi tanto e nulla ti piace ad un certo punto credi di essere tu ad avere qualcosa che non va e non i libri. Poi preò arriva un bel romanzo finalmente che ti appaga e capisci che non eri tu il problema ma quei libri mediocri. Ecco questo libro mi ha fatto capire che non ero io il problema. Finalmente un fantasy autoconclusivo carino, piacevole, semplice, ma ben scritto, con bei personaggi tutti simpatici, nessun cattivo se non persone che hanno per un attimo perso la via, un bel lieto fine dove nessuno salva il mondo e nessuno è predestinato a farlo, nessuno ha poteri incommensurabili, nessuno crede di sapere tutto. E' un fantasy cozy familiare racchiuso in un piccolo mondo con piccoli o grandi problemi che riguardano persone normali con vite più o meno normali che mi ha veramente riscaldato il cuore. Era veramente una lettura particolarmente adatta al Natale scritta bene in modo chiaro lineare veramente piacevole perchè comunque nella sua semplicità fa veramente vivere i personaggi non si limita a delinearli. E' una lettura che mi ha sconvolto? Un capolavoro indimenticabile? No, assolutamente, ma è un bel libro, con una trama non prevedibile e credetemi questo è già tanto al giorno d'oggi e spero veramente che verrà tradotto in italiano e pubblicato anche nel nostro paese. Se sapete leggre in inglese vi consiglio veramente di leggerlo.
Sono stata indecisa fino all'ultimo se dare il premio di LIBRO BLOG 2024 a questo romanzo oppure a La terra dei molti colori di Julian May in rappresentanza del capolavoro che è la sua serie Esilio nel Pliocene. Il romanzo di May è senza dubbio un'opera molto più complessa matura e non c'è paragone tra le due, a livello letterario, ma è anche di difficile reperibilità, specialmente nel nostro paese. Perciò alla fine ho deciso di assegnare il PREMIO BLOG 2024 a The Teller of Small Fortunes, di Julie Leon.
Se vi è piaciuto questo video vi piaceranno anche:
Vi racconto la SAGA DELL’ ESILIO NEL PLIOCENE di Julian May: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/753828012982779904/vi-racconto-la-saga-dell-esilio-nel-pliocene-di
Recensione a caldo di The Beloved di J. R Ward: https://youtu.be/-xU2MThBUo8?si=iecyLvFSLOxHT0x4
Recensione di Il famiglio di Leigh Bardugo: https://youtu.be/DaCeeSqHsEk
Recensione di Blood over bright haven: https://youtu.be/dH9IRrAYnoo?si=d_ngM83BDFZ8FJ5m
Recensione a caldo della Trilogia fantascientifica/apocalittica “Heartland aliens”, di Joshua James: https://youtu.be/ppYV5lUQhlc
Recensione del libro Non ho ucciso l'uomo ragno, di Mauro Repetto:https://youtu.be/e7Z6vUa1yzY
Podcast Amiche di drama e trama: The idea of you recensione del film e del libro: https://youtu.be/z21D2OYUD-o
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cinquecolonnemagazine · 10 months ago
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Gerardo fra le stelle
La notte scendeva languida sul campanile vuoto e sulla torre diruta allagando gli occhi vigili dei  gatti.   Avanzavo incespicando, illuminata dalla luna e dalla volta stellata che pian piano, espandendosi,  svelava l’immensa ricchezza dei sogni umani. Sentivo di essere osservata dai piccoli felini che  cautamente mi eludevano saltando fra i mattoni in pietra grigia, penetrando nel buio dagli usci  semiaperti e dalle finestre ormai prive di vetri.   Tutto aveva avuto inizio pochi anni prima. L’Appennino è disseminato di borghi abbandonati,  qualcuno l’ho visitato provando sempre un moto di tristezza per quelle morti a cielo aperto. A volte  percepivo nell’aria un lamento, un pianto, le voci del passato - pensavo - o semplicemente il rumore  del vento tra le pietre e gli scricchiolii delle travi e delle insegne sbiadite. M’ero ripromessa di non  ripetere l’esperienza quando venni a conoscenza che a poca distanza dal mare dell’antico nocchiero,  nell’entroterra cilentano, in un borgo fantasma viveva e resisteva il suo ultimo abitante e così lasciai  la costa e mi addentrai tra le alture preappenniniche per poter incontrare Gerardo.   ‘O tedesco? – aveva esordito l’arcigno ed esoso benzinaio – salite, salite sempre, come vi porta la  strada arriverete proprio alla piazza del paese vecchio e dovete lasciare la macchina perché là  finisce tutto. È testardo, Gerardo, se scendeva faceva i soldi ma non ne ha voluto sapere, sta a fa’ la  guardia alle pietre e alle capre!   Ora, a distanza di pochi spiccioli di anni, Gerardo non c’era più e tutto, in quel secondo viaggio,  appariva insensato e sinistro eppure, rammentando i suoi tersi ragionamenti, egli era precisamente  là, tra le sue mura, il carro dell’Orsa e il profilo musicale dei monti boscosi e nel cuore sentivo  nuovamente calare la pace compiuta della sua vita singolarmente vissuta.   Nel crollo di un solaio aveva consegnato le sue ossa alla terra, all’età di settantadue anni trascorsi  senza aver mai saputo leggere e scrivere ma con tanti racconti in testa da averne uno per capello,  così diceva toccandosi la chioma canuta eccezionalmente folta e alta.   Il cielo me li tiene su da quand’ero piccerillo, si preoccupa che guardo troppo a terra – spiegava in  un dialetto benevolmente supportato dall’italiano che lasciava fluire in vernacolo quando sciorinava  i detti antichi del suo sapere. Con chiunque lo andasse a cercare ci teneva a non restare nell’insipida  superficie dei convenevoli e da subito si dichiarava con trasparenza, con la modestia dell’ignorante  che ha da imparare da ciascuna parola, sembrava un filosofo pastore che raccontava per amore le  storie della vita, con profonda riconoscenza al destino, tra lo scampanellio di latta del suo sparuto  gregge o tra i colpi dell’accetta. Al termine di ogni incontro ringraziava appagato e sorrideva  stringendo gli occhi azzurro cielo che brillavano tra le rughe spesse come cristalli miracolosamente  intatti tra le ceneri. Aveva l’abitudine di lasciare sempre un ricordo all’amico del momento, a me  regalò un oggetto che serbava una storia d’amicizia: una piccola piramide di onice nera.   I compaesani mi chiamano ‘o tedesco – ci tenne a precisare quel giorno - ma i giovani della  Comunità Montana mi hanno dato un altro soprannome, Ailender, che mi piace di più. Non sono  stato in Germania, non ho mai viaggiato, ma ero biondo e con gli occhi azzurri come Herard, un  tedesco che nei primi anni cinquanta fece tappa qui, prima di proseguire verso la Basilicata e la  Calabria, per studiare i dialetti del Mezzogiorno. Mio padre Achille era tornato dalla guerra e dai  campi di prigionia con molte malattie. Era un uomo buono con l’intelligenza della bontà e decise di  fare la pace ospitandolo e aiutandolo col dialetto. Come avete saputo di me?   Internet - e gli mostrai il cellulare con un sorriso sciocco. Gerardo tirò fuori dalla tasca il suo,  spento, con la custodia lacerata in più punti - L’ha gradito Filomena, la capra vecchia, l’ho sorpresa  col cellulare in bocca e per strapparglielo ci stavo rimettendo un dito. Me l’ha regalato il sindaco ma  qui, tra i monti, non c’è campo, meglio la pistola spararazzi, come a mare, e poi sarà come Dio  vuole. Ogni due, tre giorni, viene qualcuno, non sono veramente solo, c’è chi ha il cellulare ma  neppure un numero buono da chiamare.   E voi, Gerardo, se aveste modo di usare il cellulare a chi chiamereste?   Ahmed, l’egiziano che m’ha fatto vedere l’Egitto, gli direi “Ahmed sto per salire in cielo!” – e poi  rivolto a me – venite, vi mostro una mia creatura, il piccolo museo del paese vecchio.    Ero emozionata da quella situazione prolungatasi fino al tramonto. Entrammo in una stanzetta  decorosa con un grosso tavolo pieno di oggetti, chiavi che in quella silente libertà non chiudevano  più nulla, lampade e candele, un libro con dedica, fotografie, vecchi giocattoli, pentolame. Gerardo  trasse dal mucchio una piccola piramide in pietra nera lucente e me la mostrò.   Guardate, è onice nero, Ahmed mi spiegò che rappresenta il radicamento, a un posto e in noi stessi,  la forma invece ricorda la montagna che ci avvicina al Cielo. Guardate – e appoggiò la piramide  sulla finestrella. Spense la lampada e mi avvicinò lentamente all’apertura con una visuale  leggermente laterale. Il profilo della piramide iniziò a stagliarsi rispetto allo sfondo blu della notte  stellata, apparve la luna, dapprima solo un piccolo punto brillante, divenne splendente ed occupò  gran parte dell’inquadratura incorniciata dalla finestra che sembrava sparita, ingoiata  dall’immaginazione.   Provai un brivido dinanzi a quella infantile magia, entrai nel sogno con tutta la nostalgia dell’alba  della vita, e mi lasciai trasportare tra le dune sabbiose del mito, a tu per tu con le stelle.   Al momento del commiato Gerardo era emozionato come un bambino, prese la piccola piramide e  me la regalò – Se tornerete, mi troverete qua, da questa finestra si vede bene l’Orsa maggiore.   Ero tornata. Entrai dall’uscio accostato facendomi luce con la torcia, una spessa coperta copriva il  piccolo museo di Gerardo. Andai alla finestrella e tirai dalla tasca il suo dono, l’appoggiai lì, attesi  la luna, l’Egitto, la magia che brillò mentre sussurravo buon viaggio.  Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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tremaghi · 1 year ago
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I gatti dimostrano di avere un'assoluta onestà emotiva (Ernest Hemingway)
Se non fosse per un azzeccassimo regalo che ha ricevuto mio marito per il suo compleanno, non avrei mai trovato questo libro. Difficilmente l’avrei scovato sugli scaffali di una libreria e tanto meno online.Il mio amore per i gatti mi ha portato nel tempo a leggere parecchi libri su questi meravigliosi felini, sempre bellissime storie con un’unico protagonista e del suo rapporto con chi ha avuto…
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francyfan-bukowsky · 1 year ago
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✅ Charles Bukowski...non si può certo definire un cosiddetto “damerino”, o una personalità particolarmente elegante. Era un uomo che apprezzava l’alcool e i piaceri della vita, e della sua esistenza, spesso in toni un po’ crudi, nelle sue opere parlava. Oltre a ciò, ed è questa la parte di interesse per noi e per i lettori, Bukowski era anche un gattaro sfegatato. Passione, questa, che pare gli abbia trasmesso la moglie Linda. La poesia I MIEI GATTI racconta qualche cosa del suo amore per i felini.
Lo so. Lo so.
Hanno limitazioni, hanno differenti
bisogni e
preoccupazioni
ma io li osservo e da loro imparo.
Mi piace quel piccolo loro sapere,
che in fondo
è molto.
Il loro lamentarsi dura poco
né si preoccupano
e vanno con sorprendente dignità.
Vanno e dormono con totale semplicità,
incomprensibile agli umani.
I loro occhi sono
più belli dei nostri
e riescono a dormire venti ore
al giorno
senza esitazione o
rimorso.
Quando mi sento
giù,
basta che guardi
i miei gatti
e il mio coraggio ritorna.
Io studio queste
creature.
Loro sono i miei
MAESTRI!
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Charles Buk🖤wski
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ginger-pina · 1 year ago
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Carmelo e Milo i due gatti  turisti
“Ehi tu ra-gatto, perché ti nascondi?”
“Sono scappato, le mie umane mi cercano, le senti…?”
“Miloooo. Milo dove sei?”
“Perché scappi? Forse ti trattano male?”
“No, no, mi amano di un grande amore felino. Ma ho voglia di uscire, vedere gli altri pelosetti”.
“Vedo te sempre in giro e l'altro gatto che sta sempre sulla panchetta in pietra, lui si muove poco non si allontana mai”
“È una lei, si chiama Paolina… ed io sono Carmelo”!
“Lo sai  Milo, è la tua piccola umana che  mi ha scelto il nome”.
“Un giorno di qualche mese fa mi si avvicina, mi accarezza e mi sussurra: “Come sei grazioso, morbido, affettuoso, lo sai, ti ho scelto un nome: ti chiamerò Carmelo””!
“Ah, adesso ricordo: l’ho vista che ti accarezzava. Quel giorno ero affacciato al balcone di  casa mia”.
“Si si, anche la signora che pensa ai miei bisogni felini era in giardino ed ha visto e sentito Erica che ti parlava”.
Sorridendo le si avvicina.
“Ciao Erica: che nome hai dato al gattino rosso”?
“L’ho chiamato Carmelo…”
“Bene, ancora non ha un nome… sarà Carmelo per tutti”.
Per alcuni minuti  i due gatti, rimangono in silenzio, immersi nei loro pensieri felini.
Poi Milo sale sul muretto. Il suo sguardo si perde verso l'orizzonte per soffermarsi su di  un promontorio: per la sua posizione sembra fare un rispettoso inchino al mare…
“Mi piacerebbe andare lassù... miagola Milo”.
“Ah, d'accordo, ti accompagno. Ma è lontano. Gli umani lo chiamano: ”Belvedere“, un luogo dove le persone passeggiano, incontrano gli amici. Ci  sono molte panchine dove sedersi e guardare il mare e magari gustare un buon gelato da Cicciuzzo”.
Milo non sta nella pelliccia, ha voglia di vedere altro.
Troppe ore passate nel balcone di casa sua…
“A che ora ci vediamo?”
“Se questa escursione la facciamo di sera è meglio. Meno macchine meno pericoli…”
“Va bene. Ascolta, i miei i umani hanno ripreso a cercarmi”.
“Milo dove ti sei nascosto”?
“Mi dispiace farli preoccupare, ma ho voglia di vivere qualcosa di diverso. Mi  farò perdonare al mio ritorno”.
Arriva la sera, i rumori si affievoliscono. I due gatti sfrecciano veloci verso un’avventura che non dimenticheranno facilmente,  resterà indelebile nella loro memoria.
Corrono veloci, ecco che una lunga rampa di scalini si para davanti ai loro occhi.
“Miao, Carmelo, mai visti tanti scalini…”!
“È la via Roma. Tanti anni fa, quando c'erano poche macchine, era una strada molto frequentata dagli  umani che si spostavano da Termini alta a Termini bassa o viceversa”.
Improvvisamente Quattro gatti sbucano da una stradina laterale.
Uno di loro, un bel gattone dal manto  tigrato, quasi minaccioso sbarra loro il cammino…
“Ma chi siete ? Che volete”?
“A-micio tranquillo, siamo di passaggio”, miagola Carmelo, “siamo due gatti turisti! Non vogliamo occupare il vostro territorio”.
“Ah ecco, volevo ben dire, per avere questo territorio abbiamo combattuto e sofferto sette pellicce”.
“Noi abbiamo già una casa, il mio ami- gatto Milo ha voglia di sgranchirsi le zampe e  vivere qualche ora fuori dal  balcone di casa sua. Visitare la città”.
“Va bene allora, andate tranquilli, vi scortiamo fino alla fine della via Roma”.
Arrivati, il micio tigrato consiglia la strada da fare: ”Se prendete a destra, arrivate in piazza Duomo, una bella e grande Piazza con la cattedrale di San Nicola di Bari”.
“I termitani la chiamano La Matrice”.
“Grazie ra-gatto, per la tua gentilezza”.
“Prego, amici pelosetti, state attenti, occhi aperti…” 
Milo e Carmelo arrivati nella piazza si rincorrono felici, zampettando si fermano davanti  la Chiesa.
“Ma questa chiesa ha tre porte?” Chiede Milo.
“Si. Ci sono tre porte. Sul portale centrale si trova il beato Agostino Novello con angeli, opera di Filippo Sgarlata, uno scultore termitano”.
La porta laterale è aperta: i due gatti, incuriositi, entrano. Tanti affreschi, tanti quadri. Inebriati da tanta bellezza non si accorgono che un umano lì  sta  osservando un poco incredulo”.
“Che ci fanno due gatti dentro la chiesa…” esclama ad alta voce.
Spaventati, i due gatti si nascondono dietro una panchetta.
L‘umano fa il verso per chiamare i due gatti : ”..Non abbiate paura”, quasi sussurra”, la casa di Dio non è solo degli uomini, appartiene anche agli animali“ dice, avvicinandosi.
La voce dal tono dolce appartiene a lui, al parroco della Chiesa.
Si abbassa e accarezza i due gatti che cominciano a fare le fusa...
Nella stanza, entrando a destra dove riceve le persone, dalla borsa della spesa sul tavolo prende due pezzetti di formaggio e li porge ai due pelosetti che mangiano con voracità.
La passeggiata ha messo loro un certo languorino.
“Adesso dovete uscire. Devo chiudere la chiesa”, e fa ancora una carezzina sulle loro piccole teste.
Come se avessero capito (non ci sono dubbi, loro capiscono il linguaggio umano anche se qualche volta sembra di no, ma è una scelta felina per essere lasciati in pace) si avviano verso la porta  e prima di scomparire fuori dal sagrato, si girano, lo guardano, una scodinzolata la coda in segno di ringraziamento, e vanno via veloci.
Arrivati al Belvedere si soffermano ad ammirare il panorama: il Golfo fino alle isole Eolie e dall’altra parte la bellezza del Monte San Calogero e della Luna che lascia una stria luminosa sul mare, fino ad arrivare alla Rocca di Cefalù.
Adesso ti porto a visitare la villa Palmeri .
Nel silenzio della sera si immergono in mezzo a tutto quel verde.
Milo veloce va dove vivono le oche che cominciano a starnazzare..: ”Non le spaventare, avvicinati, ma con dolcezza”, miagola Carmelo.
Piano piano le povere oche, terrorizzate dell’irruenza di Milo, si calmano e scivolano silenziose in acqua.
“Che sono tutte queste pietre?“
“Sono resti romani”.
“Termini è una città che ha origini romane”.
“I romani erano grandi ingegneri: hanno costruito anche un acquedotto che si chiama Cornelio”.
“Dai Milo, usciamo”. Arrivati al piano Barlaci incontrano Maia, una gatta che appartiene a degli umani che fanno Gatto di cognome.
Maia è una bella gatta e i due maschietti vorrebbero approfondire la conoscenza, ma lei li esorta a tornare a casa, tra poco comincia ad albeggiare e i pericoli per i felini sono tanti.
Si dirigono di nuovo verso il Belvedere e cominciano a scendere attraverso una strada ombrata di pini, che si snoda in ampie curve, da cui il nome di Serpentina. Arrivati davanti al Grand Hotel delle Terme Milo chiede: ”Ma è una casa antica”?
“È un hotel dove sotto le mura sgorgano delle acque termali, un toccasana, una cosa eccezionale per chi  soffre di reumatismi, problemi respiratori e altre patologie. Per colpa dell'incuria di alcuni umani ne ha determinato la chiusura che oramai, purtroppo, si protrae da molti anni.
Uno sguardo ancora e…
“Forse è meglio rientrare, torniamo a casa”, esorta Carmelo.
Sono quasi le otto e i due gatti, arrivati nel cortile delle loro abitazioni, sfiniti ma felici di quella lunga passeggiata, si rifugiano sotto la grande pianta di gelsomino.
La piccola Erica, con lo zainetto sulle spalle, esce dal portone e, con la sua Mamma, si avvia per salire in macchina. Sta andando a scuola. Carmelo le va incontro e le si struscia tra le gambe, lei si abbassa per accarezzarlo ma Carmelo si allontana di qualche metro. Si ferma, si gira, la guarda intensamente, poi volge lo sguardo  verso la pianta di gelsomino, poi di nuovo la riguarda come se volesse invitarla e seguirlo. È così che Erica  capisce che le  vuole comunicare qualcosa. Gli va dietro e vede il suo Milo rannicchiato sotto la pianta di  gelsomino: ”Mamma, mamma, corri, c'è Milo", grida felice!
“Non gridare”, l'esorta sua madre, “si può spaventare e nuovamente scappare”.
Piano piano le due umane si avvicinano… Milo ha deciso che ormai è arrivato il momento di fare ritorno a casa. Si lascia prendere senza fare resistenza. Ha bisogno di un buon pasto, di una bella dormita e di tante coccole.
In braccio alla sua piccola, soffocato da tanti baci riesce per un attimo a volgere uno sguardo verso  Carmelo.
E gli dice “miao miao miaooooooo”.
Che gli avrà detto? Mah… Ogni umano che leggerà la storia, farà la sua traduzione…
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dil3tta · 1 year ago
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quando sto con te sento il nostro contatto fisico fino alle ossa, fino alle viscere più profonde del mio corpo. siamo due felini che con i loro grandi musi si accarezzano e sfregano i loro nasi, affondano le zampe nel pelo e mordicchiano le orecchie; come due gufi che nel buio della notte fondono i loro occhi gialli e le loro piume morbide; due rondini che danzano nel cielo estivo e cantano il loro amore, due randagi che si proteggono dagli acquazzoni, orsi polari che si rotolano nella neve, cicale che suonano per conquistarsi, elefanti che intrecciano la proboscide con la coda. siamo nuvole che sfregano prima del fulmine, le onde del mare che baciano la sabbia, siamo pesci che ballano nelle correnti, piante rampicanti che si intrecciano tra loro, l'aria che riempe i polmoni, il cuore che batte, i muscoli di un sorriso. siamo la linfa dell'amore.
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chez-mimich · 1 year ago
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ACCRO-CHAT-GE
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“Accrochages Temporaires” è un “cabinet d’art graphiques” al quinto piano del Musée d’Orsay di Parigi ed è uno spazio che visito sempre volentieri per la raffinatezza delle scelte espositive, sempre nell’ambito delle arti del disegno e della grafica del XIX secolo. Nelle passate settimane lo spazio ha ospitato “Accro-chat-ge”, mostra dal titolo composto da un gioco di parole (“accrochages” letteralmente “appeso”che allude ai quadri esposti appesi alle pareti e che ha lo stesso suono di “Accro-chat-ge”). Avrete capito che la mostra si occupa di gatti e in particolare dei gatti disegnati o schizzati da tre artisti ovvero Edouard Manet, Théophile-Alexandre Steinlen e, un po’ furbescamente, Françoise Petrovich, disegnatrice contemporanea. Di Manet è ovviamente impossibile dimenticare il famosissimo gattino nero che occhieggia ai piedi di Victorine Meurent nelle vesti discinte di “Olympia”, la modella preferita da Edouard Monet, scambiata dal pubblico per una prostituta. Ma il rapporto di Manet con i gatti, non si limita certo alla presenza del micetto in una delle tele più famose di tutti i tempi. Oltre ad innumerevoli schizzi, nel 1868, Manet realizza un manifesto pubblicitario per un libro di Champfleury, caposcuola del Realismo francese, proprio sui gatti. Questa volta il posto di Victorine Meurent lo prese il gatto Zizi, che fa da modello per una serie di schizzi qui esposti. Ma sono certamente i disegni di Théophile-Alexandre Steilen a farla da padrone, disegni realizzati in gran parte per la Società per la protezione degli animali. Questo amore per i piccoli felini, lo portò anche ad immaginare, progettare e realizzare l’affiche per il celeberrimo cabaret “Chat Noir”di Montmartre. Il gatto, ribelle ed indipendente, ben si confaceva allo spirito libero del cabaret e anche allo spirito di tutta la “butte” e della sua gente. Il tratto veloce della matita o la pennellata densa di inchiostro, macchie sufficienti a definire tratti e psicologia del gatto, fanno di questi lavori dei piccoli gioielli del disegno. La mostra propone anche due piccoli taccuini di Françoise Petrovich, vergati ad inchiostro di penna e di pennello, con una lunga teoria di gatti, colti in ambienti interni ed esterni, in uno stile quasi calligrafico. Meglio rifugiarsi in questi anfratti del grande museo parigino, piuttosto che preferire il tritacarne delle sale più famose, ormai popolate da una fauna distratta, vagante e vociante…
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pier-carlo-universe · 13 days ago
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Aspettando la Festa Nazionale del Gatto: Origini, storia e il valore della celebrazione oggi. Recensione di Alessandria today
Il 17 febbraio si festeggia l’indipendenza e la magia del gatto domestico.
Il 17 febbraio si festeggia l’indipendenza e la magia del gatto domestico. La Festa Nazionale del Gatto, che si celebra in Italia ogni 17 febbraio, è un’occasione speciale per omaggiare uno degli animali domestici più amati e misteriosi. Questa ricorrenza è stata istituita nel 1990, a seguito di un sondaggio lanciato dalla giornalista Claudia Angeletti sulla rivista Tuttogatto. L’idea era quella…
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hunnyb-san · 5 years ago
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Is it friendship or love?
#2 writober2019
Fandom: Miraculous Tales of Ladybug and Chat Noir
Pairing: Ladynoir (Ladybug x Chat Noir)
Prompt: Bacio (pumpINK) and Fluff (pumpFIC)
Other tags: a little bit OOC, fluff, thought, love, kiss, Ladybug's shy, Chat Noir's cool and tries things
@fanwriterit
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Ed eccomi tornata, in stra ritardo con la pubblicazione, con il secondo giorno di questo evento!
Dico solo che questa fanfiction è stata sfornata alla velocità della luce, quindi spero non ci siano orrori grammatici.
Trama: la nostra Ladybug è stata profondamente colpita dalla dichiarazione del compagno e ha quella magica serata incisa in testa.
La brezza autunnale le sfiorava il volto, carezzandole le guance e infiltrandosi tra i suoi capelli. Le ciocche che le ricadevano ai lati seguivano il flusso del vento, svolazzando prima dietro e poi di fronte, ostacolandole la vista.
Il suo corpo fluttuava leggero, fremendo e squarciando l’aria ogni qual volta il suo yo-yo si agganciasse ad un palazzo, dandole lo slancio per librarsi in aria e spostarsi, mano mano sempre di più, verso la sua meta: la Torre Eiffel.
Quella notte, il monumento simbolico della città brillava sotto la luce dei riflettori e del lieve bagliore lunare, rendendo il paesaggio ancora più suggestivo agli occhi di coloro che, desiderosi di godere di tale vista, avevano solcato l’edificio raggiungendo l’altezza massima consentita.
Ma uno dei privilegi di essere Ladybug era il vantaggio di poter raggiungere il vertice di qualsiasi cima con un minimo sforzo!
Così, quando, immersa nelle giocose luci della città e celata ad occhi esterni dalla notte, i suoi piedi aderirono alle travi di ferro del piano superiore, che, come si aspettava, era deserto, Marinette si adagiò al suolo, soffocando un sospiro stanco e sdraiandosi comodamente per ammirare il cielo stellato.
Mentre spostava lo sguardo da una stella all’altra, quasi cercando – sperando – di collegarle tra loro tramite linee invisibili, un volto, ormai fin troppo conosciuto, le apparve dinanzi: si sarebbe aspettata di riconoscere i capelli dorati, i tratti leggeri e morbidi e un paio di profonde iridi verdi che la squadravano dall’alto, regalandole un sorriso sincero.
Ma ciò che il suo cuore decise di mostrarle, invece, era una folta chioma bionda, un sorriso provocante e due grossi occhi felini messi in risalto da una maschera nera che le ammiccavano.
Il suo cuore smise di battere per un attimo, sigillando le sue vie respiratorie e privandole dell’aria: era sempre stato naturale, per lei, fare parallelismi tra i due biondi, come se cercasse di giustificare il suo amore non corrisposto per il modello.
Ma ultimamente, più che porli su una bilancia, la sua mente non poteva fare a meno di associare alla figura del partner tutti i momenti fraintendibili avvenuti tra loro. E, con essi, il suo primo bacio.
Inizialmente, per chiunque lo chiedesse, o per sé stessa, era solita giustificarlo dicendo che si era verificato in una situazione di totale emergenza, ovvero riportare dal suo lato Chat Noir, caduto nelle mani del nemico.
Il che era fondamentalmente vero.
Se non fosse per la poca credibilità che Ladybug dava ora a quella giustificazione, in seguito ad un certo evento.
Chat Noir le si era dichiarato, aveva espresso perfettamente i suoi sentimenti dopo aver scherzato e flirtato con lei in ogni singola battaglia contro gli akuma.
Ladybug era rimasta profondamente colpita da ciò, ma il pensiero di poter perdere l’amicizia con Chat per una simile faccenda le aveva dato il coraggio di rifiutarlo e di rivelare che il cuore dell’acclamata supereroina di Parigi batteva già per qualcun altro.
Ma sin da quando Chat aveva accettato ciò e le aveva donato quella rosa, salutandola con un bacio sulla guancia… egli era diventato un pensiero fisso.
Marinette continuava a pensare al loro prossimo incontro e a sperare - arrogantemente - con impazienza che si verificasse in città un evento che richiedesse la presenza dei suoi due protettori.
Eppure, allo stesso tempo, il pensiero di ritrovarsi davanti colui che aveva mandato in tilt il suo sistema nervoso e che aveva azionato una bomba ad orologeria nel suo cuore, la rendeva più nervosa e incapace di decidersi sul da farsi.
Cos’era dunque Chat Noir per lei, adesso?
E mentre si interrogava con domandi incentrate sulla relazione che condivideva col partner, la sua concentrazione sull’ambiente esterno venne meno e non udì, o riconobbe, il rumore di passi a qualche centimetro di distanza da lei.
- My Lady, sai che per una fanciulla è pericoloso girovagare a quest’ora della notte tutta soletta? - le disse provocante, alzando appena le sopracciglia.
Ladybug, colta completamente alla sprovvista e nel bel mezzo di una crisi adolescenziale, balzò sorpresa, arrossendo di colpo di fronte allo sguardo dannatamente penetrante del compagno.
- C-Chat! Mi hai spaventata a morte! - si lamentò, mordendosi il labbro e posando la mano sul petto, come a indicare che il suo battito accelerato fosse la conseguenza di essere stata colta all’improvviso, e non qualsiasi altri motivo.
- Davvero? Credevo mi avessi sentito. - disse lui sorpreso, inclinando il capo e squadrandola attento: se la posa non diritta, le labbra leggermente schiuse e gli occhi puntati su di lui non erano indizi sufficienti, allora lo era di sicuro il rosso accesso sulle sue guance.
Curioso di tale comportamento le si avvicinò, non potendo fare a meno di notare il modo in cui il corpo della ragazza si irrigidisse ad ogni suo passo.
Chat Noir sorrise beffardo e un po’ intenerito, trattenendo l’immensa eccitazione che una tale reazione dell’amata suscitava nel lato più timido e introverso di Adrien.
Che la sua Lady fosse stata colpita dalla sua dichiarazione fino a quel punto?
Beh, aveva solo un modo per scoprirlo.
- C-Che stai facendo? - chiese lei, osservandolo raggiungerla in pochi, ampi, passi che la costrinsero ad indietreggiare fino ad incontrare il muro alle sue spalle.
Chat Noir puntò un braccio su codesto muro, annullando le distanze fino a che le loro fronti si sfioravano appena, mandando intensi brividi lungo i corpi di entrambi - Non sarà mica che la coraggiosa Ladybug ha perso la sua determinazione per colpa della serenata di un gattino innocente -
Di fronte a quelle parole, il volto di Marinette esplose in mille sfumature di rosso, una più forte dell’altra, mente percepiva l’ansia della sua vita quotidiana farsi spazio in lei e riaffiorare.
- Ma cosa dici? - sospirò lei, scuotendo il capo a destra e sinistra con violenza, come se volesse convincere sé stessa di ciò, mentre cercava di spingere il compagno lontano.
Tuttavia, forse perché le sue parole l’avevano colpita al punto da privarla della sicurezza determinante nel suo ruolo di supereroe, o forse perché non voleva allontanarlo, Chat non si mosse di un centimetro, ma anzi, comprendendo che Ladybug non riusciva – o non voleva – allontanarlo da sè, egli si chinò su di lei, lasciando defluire il peso sul braccio poggiato al pilastro.
Il corpo di Chat chiuse il suo in una morsa e Ladybug, le cui mani erano ancora posizionate sul petto tonico dell’altro, non faceva alcun accenno a spingerlo via.
- Perché se così fosse, sarebbe una conquista fin troppo semplice -
Il secondo che seguì quelle ultime parole era immerso nel silenzio totale e la mente di Marinette era talmente buia e caotica da mettere in dubbio ogni certezza.
L’unica sua sicurezza, era che Chat Noir se n’era andato, lasciandola lì, da sola, sul vertice della Torre Eiffel, in quel vortice di emozioni incomprensibili.
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libero-de-mente · 6 years ago
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Festa della mamma 2019
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La foto che vedete è passata nel web come una foto in cui si vede la forza e l’amore di una madre.
La gazzella circondata da ghepardi che si sacrifica per permettere ai suoi piccoli di fuggire, mentre i felini la ghermiscono lei guarda fisso i suoi cuccioli che si allontanano.
Un’immagine forte e tragicamente commuovente.
Ma io dico sempre, anche in questo giorno della ricorrenza della Festa della Mamma, che mamma è chi mamma lo fa.
La mamma, colei che nel proprio corpo permette a una vita di formarsi, che essa cresca fino al momento in cui il nuovo essere prende forma e vede la luce.
Una delle meraviglie in assoluto che madre natura ha creato, anche per la forza e la determinazione che una mamma dimostra nel proteggere e allevare il proprio figlio.
Però mamma è chi mamma lo fa.
Quindi non basta tutto questo, la mamma che ha permesso a una vita di formarsi in lei deve poi proteggerla, accudirla, sacrificarsi e crescerla.
Crescerla. Non solo fisicamente ma anche come essere pensante.
Qui cominciano le difficoltà e i limiti, non tutte ne sono all’altezza.
Se una madre fa piangere un figlio, non intendo per i capricci, ma per delle sue mancanze sta perdendo amore.
Tutto l’amore che si è perso da bambini non lo si recupera più.
Gli abbracci della mamma da piccini sono forse i momenti della nostra vita, in cui davvero non abbiamo mai avuto paura di nulla, qualcuno questi abbracci non li ha mai avuti altri li hanno persi prematuramente.
Mamma è chi mamma lo fa.
Date un bacio alle vostre madri se potete, a coloro che sono state madri date un bacio sulla fronte perché a loro fondamentalmente dovete tutto.
Perché se la nostra vita si è formata nascendo dentro nostra madre, l’amore per lei non dovrebbe mai finire anche quando lei non ci sarà più.
A chi ha una madre che si è limitata a farlo nascere e non è andata oltre, ognuno deciderà in base alla propria coscienza.
La foto, vi siete inteneriti pensando alla mamma gazzella, vero? Ma non sempre quello che appare ai nostri occhi corrisponde alla verità.
Nella foto c’è una madre premurosa, che sta aiutando i propri cuccioli.
State guardando con occhi sbagliati, non guardate la gazzella, essa non è una madre.
C'è una madre, si tratta dalla mamma ghepardo, si è lei che sta tenendo per la gola la gazzella, immobilizzandola.
I suoi cuccioli oramai grandi sono coloro che si apprestano a imparare come azzannare la preda, per nutrirsi quindi per vivere.
Perché essere madri non è solo amore, sacrificio e sicurezza ma anche rabbia e aggressività, lotta e sopportazione, fatica e quando ci vuole essere spietate per poter sopravvivere e far sopravvivere i propri figli.
Mamma è chi mamma lo fa, non chi dice di esserlo.
Buona festa della mamma, auguri alle mamme che lo hanno saputo farlo davvero.
Perché mamma è chi mamma lo fa.
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yesiamdrowning · 6 years ago
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cabine.
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Le cose cambiano, come diceva il titolo di un film di David Mamet, alcune volte invece “Le cose finiscono”, e quando succede è brutto, semplice così.
Solamente se le cose in questione ti piacciono, ovviamente, ma se si tratta di qualcosa di fastidioso, tipo Love, una porcheria di film porno-psicologico argentino di qualche anno fa, che ebbe pure la pretesa di uscire in 3D in seno a non so quale turbe di Gaspar Noé, il cui unico pregio è quello appunto di finire, vi assicuro che è una cosa positiva. Durante una proiezione serale per fuggire da una casa ancora sprovvista di allaccio a internet, ho lottato per sfuggire all'abbraccio di Morfeo raggiungendo una pressione cardiaca stabile sui valori del geco: undici/quaranta.
Quando però a finire sono le storie d'amore, non c'è “d'altro canto” che tenga, il bicchiere non è né mezzo pieno, né mezzo vuoto, il bicchiere non c'è più e basta.
La mia prima ragazza era una studentessa universitaria dai capelli ricci di un castano scuro teso al rosso, un colore mai più visto in natura, che ricordava il pelo di certi felini e che una volta qualcuno mi definì tipico delle ragazze trasteverine d'un tempo. Andavo al liceo, quindi facevamo quello che fanno di solito un'universitaria e un liceale con una casa libera, e poi ogni tanto studiavamo. Durante l'inverno trascorso con lei, mi portò per la prima volta all'estero in treno, che non è proprio come raggiungere una meta in aereo, è qualcosa che riempie tutti i sensi e ti si piazza lì per sempre. Le sarò estremamente grato per questo.  
Quando, sulle note di “Andrea” di De Andrè (Andrea aveva un amore, riccioli neri / Andrea aveva un dolore, riccioli neri) le sorrisi dal bancone del negozio di dischi dove lavoravo come garzone di bottega, non prestai molta attenzione alle parole, altrimenti avrei letto tra le righe la profezia, ossia la promessa di dolore che i suoi riccioli mi avrebbero causato. Qualche anno dopo se ne andò a proseguire gli studi a Napoli, da un “amico”, un tizio più grande di me, inevitabilmente più ricco e con un'apparente brillante carriera davanti a sé nel campo medico o dietetico o entrambe le cose, fascista da fare schifo. Lasciato per un uomo pieno di autostima, con le sopracciglia di una ballerina classica e simpatie per la destra più radicale, una variante che per mia grande fortuna non è mai diventata una costante tra le mie ex.
Una sera mi chiamò a casa, non esistevano i telefonini allora o comunque io non ne possedevo certo uno, per dirmi che era finita, che “una pausa” sarebbe stata solo illusoria e poi riagganciò, ma come sempre succede in questi casi dalle parti dell'adolescenza e, qualche volta, anche molto più in là con gli anni, a me non bastava, volevo che mi spiegasse bene il motivo, dove avevo sbagliato.  
L'unica alternativa a un improbabile viaggio a Napoli con la macchina che non avevo, era chiamarla a casa del “amico”. Era sera, faceva freddo e la pioggia iniziava a cadere. Ok, forse non è vero che stesse iniziando a piovere e francamente non ricordo le minime di quell'anno, ma che fosse buio lo ricordo bene perché la cabina vicino la vecchia farmacia dei Promontori aveva sempre la sua bella lampadina guasta e, dall'imbrunire in avanti, comporre i numeri di telefono aveva a prescindere un qualcosa di tragico e parigino in sé. Rispose lui, qualche istante di silenzio ed ecco la voce della mia neo ex-ragazza.
Le chiesi cosa stesse succedendo, cosa avessi fatto, volevo capire perché fosse tutto finito. Mentre parlavo già sapevo che qualunque risposta sarebbe stata ancora più definitiva della sua telefonata precedente, ci sono errori che si imparano mentre li stai facendo. Chiedere alla tua ragazza quelle che sono più a fondo le ragioni per cui ti sta mollando è una di quelle genialate che solo i maschi sono in grado di concepire. A loro basterebbe mollarti, tu vuoi che infieriscano. Così, mentre lei si prodigava in un elenco capillare di tutti i miei difetti e di tutte le mie mancanze, vere o presunte, io mi ricordai di un vecchio concerto con una vecchia canzone di Paolo Conte che ben presto divenne una delle mie preferite del suo repertorio, mai approfondito in verità.  Blue Haways dal album Paris Milonga del 1981. Una delle canzoni con il titolo più storpiato di tutte quelle che io possa ricordare: Blue Hawaii, Blue Haway, Blu Away... se vi capita di cercarla in rete c’è da divertirsi. Le prime parole già spiegano tutto.   “Cercavo una donna / e ho trovato una commedia” Sono aggrappato alla cornetta di un telefono pubblico, illuminato dalle luci delle macchine che mi hanno aiutato a comporre il numero in una notte buia e (forse) fredda. Come un naufrago in mezzo alla tempesta, a cercare di capire perché che non si spiegano, lei è a pochi chilometri di distanza, ma lontanissima nel tempo e nello spazio. La sua voce è sempre più lontana, dice cose che ovviamente non capisco, che ovviamente non vorrei sentire. Se veramente avesse piovuto, la pioggia me la vedo cadere di sbieco, frustare la cabina, colpire i vetri e scendere come ruscelli verticali, come lacrime. Aumentando il suo battito, fino a coprire la voce di lei, sempre più flebile. Nella mia testa ancora Conte, che mi bisbiglia ora come allora all'orecchio con quella sua voce da crooner navigato: “Si, tu parlavi difficile/ Come fa l'Europa quando piove e si ritorna a dipingere / le isole del sogno Io non sapevo risponderti / perché ascoltavo la pioggia”
Dopo quella telefonata ci sentimmo un altro paio di volte, poi non ebbi più sue notizie, fino a una manciata di anni fa. Ci incontrammo sulla metro B e fu bello ritrovarla con quei suoi capelli strani come le donne trasteverine di tanti anni fa. Lei mi raccontò tutto quello che aveva fatto in quel'arco di tempo, io, col solito fairplay che mi contraddistingue da sempre, le chiesi che fine avesse fatto il fascio. Lei mi disse che l'aveva lasciato poche settimane dopo quella nostra telefonata, ribadendo il concetto dell'inutilità della chiamata. Lo avessi saputo in tempo reale, probabilmente sarei corso a Napoli pure in bicicletta, e le avrei attaccato una prosopopea infinita sui “ben ti sta” e sul “tempo che aggiusta le cose” che (probabilmente) me l'avrebbe fatta perdere del tutto, e invece mi sorpresi quasi indifferente, felice di quel incontro fortuito, e nulla più.
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colsennodipoi · 6 years ago
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Fuggiamo sempre da ciò che oscuro pare, provando timore da quel, che nel buio, alle volte ci assale. Eppure il buio esalta ogni cosa, la luna e le stelle che nel cielo pongono la propria dimora ne sono un valido esempio. Nella notte anche i suoi felini e vispi occhi, miei dolci seduttori, acquistano una particolare e fioca luce, quasi ad essere l'ultima graziosa speranza per il mio defunto amore. Ma scappiamo, scappiamo da chissà cosa! Non vogliamo capire che è nel buio che acquisisce un senso ogni cosa, è nei propri periodi bui che si può, realmente, apprezzare il valore di ogni persona.
Costanzo Palmieri (colsennodipoi)
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Il bambino d'oro
Il potere non è altro che l'unione di conoscenza e di amore, mi sembra come se fossi bambino, quando mia madre mi spiegava che cos'era il sesso, raccontandomi una cosa non vera ma che non mi facesse schifo, oggi forse sono quel bambino che legge queste meravigliose storie che spiegano il mondo e l'universo, forse anche questa non è vera ma almeno non mi fa schifo.
Devo aumentare la mia conoscenza ma non posso più, dove troverò di nuovo quelle parole, dove riudirò di nuovo quel dolce canto di vita, di morte, di tutto e di uno. Che cosa posso fare per continuare il mio percorso d'amore e di conoscenza? I segreti ci sono, devo solo avere pazienza e continuare a cercare. Ho appena scoperto che c'è la saggezza ultima, il grande spirito d'amore e il potere più forte in assoluto: quest'ultimo non è altro che l'unione di amore e conoscenza. Se questo fosse vero allora io sarei potentissimo, ma devo continuare a conoscere e imparare a saper amare. Ho paura che le persone che mi circondano e quelle a me molto care in amore non riescano a crescere abbastanza, non mi stiano al passo, io che tendo al vincolo del Sacro Amore Eterno in terra e allo stesso tempo ho in mano il vizio bestiale dell'Eros, forse nessuna sarà abbastanza per stare con me e preferirà andarsene pur di non crescere, per vedere l'amore eterno misto all'eros più puro. Perché in molti, invero, preferiscono un quadro brutto, una menzogna o uno scherno alla grande opera che è l'Uomo e che è l'Amore, un quadro bellissimo, operato da un mendicante ripudiato dalla società, realizzato con tanta perizia che è lo specchio della Vita intera, degli uccelli, degli alberi, dei cavalli selvaggi, dei felini e di tutto il creato, che non è altro che lo Specchio d'Amore.
Ora dimmi se queste parole non ti risuonano nell'anima, come il riecheggiare di una cosa già sentita, perché l'anima tutto sa, solo che quando si incarna, si scorda. Tuttavia non perderà mai quella sensazione che ti fa dire che è vero. Allora tutto questo non è una favola, allora non sono solo un bambino che ha paura del vero, forse quel bambino è diventato d'oro.
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