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Le vie del Paradiso: l’amore e le sfide della vita nella poesia di Maid Corbic. Recensione di Alessandria today (Ita - Eng)
La ricerca della saggezza e la disillusione per l'amore moderno nei versi di Maid Corbic
La ricerca della saggezza e la disillusione per l’amore moderno nei versi di Maid Corbic. La poesia Le vie del Paradiso di Maid Corbic è un’opera che esplora il concetto di amore e le complessità della vita attraverso una lente nostalgica e riflessiva. Corbic, giovane poeta originario di Tuzla, riesce a catturare l’essenza delle sfide emozionali con una sensibilità profonda, esaminando il ruolo…
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L'Amore Autentico in un'Epoca di Superficialità
Viviamo in un’epoca di disallineamento, in cui molte persone faticano a trovare il giusto equilibrio tra l’essere e l’apparire. In un mondo in cui l’immagine prevale spesso sulla sostanza si genera insoddisfazione e confusione con la conseguenza che si fa fatica ad accettarSi e ad accettare gli altri. Abbiamo cresciuto una generazione che ha avuto tutto, ma che spesso non conosce l’amore…
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FLORIDIA. NOZZE D'ORO DI GIUSEPPE BORGIONE E MARIA SANZARO: " L'AMORE NON SCADE MAI"
È un film-maker un cronista della storia di Floridia e oltre. È Giuseppe Borgione un personaggio benvoluto da tutti per la sua classe e raffinatezza nell’immortalare i momenti più significativi della comunità. Lui e la sua compagna (si dice così oggi, no?) Maria Sanzaro arrivano all’ora. “Non è un traguardo ipotizzabile oggi per le coppie – commenta Giuseppe -. Mi sento fuori luogo, fuori tempo,…
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ho trascorso metà della mia vita a rinnegare il piacere per una passione che mi donava gioia, per uniformarmi ad una società informe.
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"Nanni Moretti, tra etica ed estetica" su Pangea.news
Il mio articolo “Nanni Moretti, tra etica ed estetica” (già pubblicato su questo blog, qui) è stato riproposto su Pangea, rivista avventuriera di cultura e idee, “una delle migliori rassegne culturali in Italia”, curata dal giornalista, poeta, scrittore e critico letterario Davide Brullo e che da sempre pubblica articoli interessanti e culturalmente stimolanti. Per leggere l’articolo: QUI! ♦
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Un professore di Lettere e Filosofia del liceo Tasso, Giancarlo Burghi, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Valditara che è un autentico manifesto PARTIGIANO di difesa altissima della cultura e della Costituzione.
È lunga, ma merita davvero di essere letta tutta, condivisa, applicata. Fino in fondo.
“Egregio ministro,
Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica. L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”.
Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet). Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale". Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)».
Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. (…) Mi consenta di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche».
I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!» Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo».
Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «Il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti. Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria. Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. È immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”.
Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”. Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.”
P. S. Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità, prof. Giancarlo Burghi.
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Nella Divina commedia c’è una frase che pochi conoscono ma è la più bella definizione di amore mai data in tutta la storia della letteratura!
«intuarsi»
Dante mentre parla con lo spirito di un beato, usa questa parola
«s’io m’intuassi, come tu t’inmii».
Intuarsi significa entrare nel cuore e nella mente dell’altra persona. Da due diventare uno. Intuarsi non significa annullarsi nell’altra persona, ma indossare, anche per un istante, la sua pelle, la sua anima. E permettere all’altro di fare lo stesso con noi.
Perché l’amore è questo: reciprocità. Tendere la mano verso l’altro. Entrare dentro l’altro. Solo chi ama conosce e solo chi conosce ama. Intuarsi esprime qualcosa che noi abbiamo perduto, il senso delle relazioni tra le persone. La forza del «noi». In una società che sa dire soltanto «io», abbiamo bisogno di tornare a «intuarci» l’uno nell’altro.
Ma questa parola racchiude anche un altro segreto, come «Inforsarsi». O «il bellissimo «insemprarsi», star dentro l’eternità, o ancora «incielarsi» diventare tutt’uno con il cielo.
Quando Dante usa la parola «inforsarsi» non dice soltanto sono in forse ma sono «dentro» il forse. Perché l’unico modo per capire e amare è essere «dentro» le cose.
Come quando fai l’amore. Essere dentro una sensazione, uno stato d’animo, un’emozione con tutto te stesso, fino a diventare quell’emozione. Fino a sentirla con ogni fibra del tuo essere, della tua mente e del tuo cuore.
In un’epoca di superficialità estrema, di relazioni poco profonde, di sentimenti vuoti, in un’epoca in cui ci teniamo sempre a distanza e siamo lontani dal cuore delle cose, Dante ci ricorda l’importanza di sentire intensamente. Di amare fortissimamente.
Professor X (Guendalina Middei)
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ESSERE O APPARIRE
La vecchiaia non è un dolore articolare in più o le rughe cresciute come i cerchi di un albero o le medicine da prendere ogni giorno. Si è vecchi quando gli altri ti fanno sentire vecchio, quando nessuno ti cerca più, magari stai meglio da solo, insieme alle tue malinconie e ai tuoi fottuti pensieri catatonici. Quando smetti di sorridere perché l'estetica della bocca ti pesa più della sua funzionalità, quando diventi troppo filosofo e il passato diventa la tua trappola mortale.
Si è vecchi quando il pensiero si fissa sull'oggi e qualche amore andato ti uccide come una ferita in cancrena e non osi desiderare altro amore.
Si è vecchi in una società competitiva, edonistica, consumistica, dove gli appellativi per ogni generazione segnano differenze idiote e tu ci credi, credi di essere vecchio, come un prodotto fuori moda e nulla concedi più al desiderio, al futuro.
Siate orgogliosi dei vostri anni, pochi o tanti che siano. Non siamo eterni e la bellezza non è nell'apparire ma nell'essere, l'unica cosa che vince anche con l'avere. @ilpianistasultetto
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"Il pittore di anime" di Ildefonso Falcones: Un capolavoro di storia e passione. Recensione di Alessandria today
Un’immersione nella Barcellona modernista. Il romanzo "Il pittore di anime" di Ildefonso Falcones, autore del celebre La cattedrale del mare, è una storia che intreccia arte, amore e lotte sociali nella Barcellona del primo Novecento.
Un’immersione nella Barcellona modernista.Il romanzo “Il pittore di anime” di Ildefonso Falcones, autore del celebre La cattedrale del mare, è una storia che intreccia arte, amore e lotte sociali nella Barcellona del primo Novecento. Attraverso la maestria della sua narrazione, Falcones ci trasporta in un’epoca di trasformazioni culturali e politiche, regalando un affresco vivido e…
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(penso di farmi un profilo su Quora giusto per rispondere a certe robe).
Le donne sono geneticamente portate alla selezione, e questo è inscritto nel cervello rettiliano. Non è questione di bruttezza, quanto del fatto che l'istinto associa fattori come la trascuratezza, la debolezza fisica, uno scarso sostegno finanziario o un cattivo stato di salute (ciò va dall'alitosi a chissà cosa), come potenziali negativi, cioè partner poco affidabili. Finché non entra questo nella testa degli uomini ogni donna sarà ritenuta superficiale, brutta o schizzinosa, mentre dal punto di vista biologico fanno solo quello che è nella loro natura, sia per un'eventuale prole, sia per l'evoluzione della specie in generale. Gli uomini prendono questo sul personale perché la maggior parte di loro sono fermi agli 8 anni.
Anche per questo quando vengono presi in giro da donne che li manipolano intimamente, non si accorgono dell'inganno, fino a quando non gli toccano il portafoglio.
Talvolta poi sono tanto illusi da non capire nemmeno quello, fino a quando non oscillano dalla parte opposta, ritenendo ogni donna manipolativa, opportunista e assetata solo di denaro.
Gi uomini che maturano davvero in seguito a un abbattimento emotivo e relazionale sono rari, proprio perché la maggior parte delle volte anziché migliorare vogliono essere accolti per le loro mancanze.
Fino a che non ricopri o correggi il tuo ruolo continui a credere che quello che ti capita è dovuto alla sfiga o allo schifo che c'è in giro.
Forse quando si renderanno conto che l'evoluzione se ne frega altissimamente delle paturnie e delle convinzioni malate della personalità, capiranno che bisogna crescere in modo funzionale e non reattivo.
Le donne hanno altri problemi, ma il mal giudizio vale anche per loro, che spesso si trovano a vivere in obnubilamenti mentali e intuitivi.
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comunque ormai il mio standard sentimentale è diventato talmente basso che si è ridotto a:
essere interessata davvero a me e non mi usi per “dimenticare” qualche suo ex con cui poi tornerà ovviamente ✨
no seriamente, mi sembra che il mio ruolo nella società sia essere il chiodo schiaccia chiodo di qualcuno, quasi quasi apro un’attività
ho già lo slogan: ehi tu! ti sei lasciata? hai bisogno di compagnia? sei disposta a professarti libera, spensierata e super presa da me giusto il tempo che si rifà vivo il tuo vero amore? sono l’uomo giusto per te
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Credo che ti amerò per sempre, anche quando il tuo viso mostrera' il suo tempo. Allora accarezzerò ancora le tue labbra e ricorderò della loro bellezza, del tuo e del mio sfiorarsi...il nostro amore non lascerà solchi visibilmente sofferti, ma lascerà dentro di noi la strada che ci riportera' a casa ovunque noi siamo o saremo...
Cristina Sternieri
Trovare il vero amore è un colpo di fortuna, che duri tutta la vita è un miracolo, un costante venirsi incontro, rispetto e scegliersi ogni giorno. Ma è un impegno troppo gravoso per molti in una società dell'apparenza dove tutto ha un prezzo.
cywo
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Sapevate che… nella Divina commedia c’è una frase che pochi conoscono ma è la più bella definizione di amore mai data in tutta la storia della letteratura!
Ecco, siamo nel terzo Cielo del Paradiso. E a un certo punto Dante mentre parla con lo spirito di un beato, Folchetto da Marsiglia, usa questa parola «intuarsi»: «s’io m’intuassi, come tu t’inmii». Intuarsi è una parola straordinaria! Ma cosa significa?
Significa entrare nel cuore e nella mente dell’altra persona. Da due diventare uno. Intuarsi non significa annullarsi nell’altra persona, ma indossare, anche per un istante, la sua pelle, la sua anima. E permettere all’altro di fare lo stesso con noi. Perché l’amore è questo: reciprocità. Tendere la mano verso l’altro. Entrare dentro l’altro. Solo chi ama conosce e solo chi conosce ama. Intuarsi esprime qualcosa che noi abbiamo perduto, il senso delle relazioni tra le persone. La forza del «noi». In una società che sa dire soltanto «io», abbiamo bisogno di tornare a «intuarci» l’uno nell’altro.
Ma questa parola racchiude anche un altro segreto, come «Inforsarsi». O «il bellissimo «insemprarsi», star dentro l’eternità, o ancora «incielarsi»diventare tutt’uno con il cielo. Cosa hanno in comune queste parole? Ecco, quando Dante usa la parola «inforsarsi» non dice soltanto sono in forse ma sono «dentro» il forse. Perché l’unico modo per capire e amare è essere «dentro» le cose.
Come quando fai l’amore. Essere dentro una sensazione, uno stato d’animo, un’emozione con tutto te stesso, fino a diventare quell’emozione. Fino a sentirla con ogni fibra del tuo essere, della tua mente e del tuo cuore. Capite ora la bellezza di queste parole? In un’epoca di superficialità estrema, di relazioni poco profonde, di sentimenti vuoti, in un’epoca in cui ci teniamo sempre a distanza e siamo lontani dal cuore delle cose, Dante ci ricorda l’importanza di sentire intensamente. Di amare fortissimamente. Straordinario, no?
Guendalina Middei - Professor X
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SISTER BLISTER
Cara Donna
Educata a stare buona
Educata a sorridere
Educata a essere forte
Mai triste
Mai stanca
A rincorrere la perfezione
Educata che sei mezza
Educata che non ti devi arrabbiare
Devi vestirti bene
Devi essere sexy
Devi pero’ non essere troppo sexy
Devi fare i figli ma non devi ingrassare
Devi essere magra ma non esagerare
Cara donna educata a soddisfare i bisogni del maschio e di una società patriarcale costruita sui bisogni dei maschi,
occorre che ti riprenda i tuoi spazi,
Occorre che dimentichi questa educazione marziale e saturniana e torni a Venere e alla Luna.
E poi a usare tutti i pianeti.
Occorre che ti spettini e se vuoi, puoi urlare.
Se vuoi ti puoi incazzare.
E non devi piacere proprio a nessuno.
E forse e’ il caso che chiuda la porta di casa a chi hai detto troppi si che volevano essere no.
Riprenditi il tuo letto
Le tue antenate
I tuoi poteri
Riprenditi il tuo intero
Che siano tacchi o nike, cammina come stai comoda.
Non rimpicciolire mai la tua grandezza per far sentire più grande un uomo.
Ricorda che il potere e’ nel terzo chakra e non nel primo e nessuna svendita sessuale ti porterà l’attenzione che meriti.
Celebra il sacro femminile
Stai vicino alle sorelle, loro accrescono la tua forza.
Mai competere per un uomo.
Cara donna educata a stare male per amore
A prendere le botte per amore
A sacrificare per amore
Chiudi la porta stanotte.
Senti la notte ululare.
E da domani : non ti scusare .
_ClaudiaCrispolti_
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Puoi uccidere il messaggero, ma non potrai mai uccidere il messaggio!
Qual era il messaggio di Bob Marley?
Vorrei ricordarlo o scoprirlo. Credo che ognuno di noi ha successo per ciò che di vero dice, la verità ha una luce propria che non dipende dalla simpatia o bravura a fare determinate cose, é come le fai, perché le fai. Poi ci sono le eccezioni e le manipolazioni...ma quelle non m' interessano.
Perché Bob Marley era così seguito? Per il ritmo della sua musica o per il messaggio che portava?
Amore e libertà: questa è la filosofia del cantautore giamaicano Bob Marley, una filosofia di vita che lo segnerà per sempre nella storia della musica contemporanea. Basti pensare che oltre ad essere stato un grande cantante, Bob Marley abbia dedicato la sua vita ai più poveri e emarginati della società di allora, perfino ottenendo una medaglia di pace delle Nazioni Unite nel 1978.
Bob Marley ha voluto raccontare la sua lotta personale ma in particolare quella del popolo, contro il razzismo, l’oppressione politica e tutti quei mali che la società del suo tempo portava con sé.
La sua musica esorta a lottare per l’uguaglianza e per i diritti che ognuno di noi merita di avere.
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Questo è tutto ciò che un Uomo dovrebbe essere, o perlomeno ambire di diventarlo.
🍀
Un uomo che è gentile con te è la cosa più maschile che possa fare perché dimostra la sua forza nel contenimento. Sa di poter essere potente e imponente, ma sceglie di proteggere piuttosto che danneggiare, di confortare piuttosto che controllare. Questa non è una dimostrazione di debolezza, ma una profonda comprensione di come sia la vera mascolinità.
Un uomo gentile capisce che il suo compagno non è un oggetto da conquistare, ma un'anima da custodire. Attraversa la vita con la consapevolezza che il suo tocco, le sue parole e le sue azioni hanno un peso. La sua mascolinità non è definita dalla sua capacità di dominare, ma dalla sua capacità di elevare coloro che lo circondano.
Un uomo veramente maschile sa che la dolcezza non è passiva; è amore attivo in movimento. È il modo in cui ascolta quando parli, la cura che mette nel tenerti stretta e la premura nelle sue azioni. La sua forza risiede nella tenerezza che offre, creando un rifugio sicuro in sua presenza.
Un uomo che incarna la vera virilità non si sottrae alla vulnerabilità. Lui sa che permettersi di essere aperto e onesto richiede coraggio. La sua dolcezza crea uno spazio dove sentirsi visti e ascoltati, e questa apertura permette di crescere fiducia e intimità.
Un uomo che conduce con dolcezza capisce che l'amore non è controllo ma sostegno. La sua mascolinità non è minacciata dalla morbidezza che mostra, ma piuttosto, ne è esaltata. Il suo tocco rassicura, le sue parole leniscono, e la sua presenza si sente a casa.
Un uomo gentile con la compagna dimostra che la virilità è più della forza fisica; è intelligenza emotiva. Riconosce che una vera partnership prospera nel rispetto, e che la dolcezza è parte essenziale per costruire un legame duraturo. Lui conduce con compassione, sapendo che rafforza il legame tra voi.
Un uomo che abbraccia la dolcezza dimostra di non avere nulla da dimostrare, perché è sicuro in se stesso. La sua mascolinità non è definita dalle aspettative della società o dalla necessità di affermare il dominio, ma dalla sua capacità di creare pace e armonia nella sua relazione.
Un uomo che pratica la dolcezza sa che la vita non è una battaglia da vincere, ma un viaggio da condividere con chi ama. Lui apprezza i tuoi sentimenti, onora i tuoi confini e si presenta costantemente con attenzione e premura. La sua gentilezza è il suo modo di dire: "Tu sei importante per me. ”
Un uomo gentile nel suo approccio all'amore capisce che la pazienza e la gentilezza sono alla base di un rapporto solido. La sua mascolinità non è sminuita dalla morbidezza, ma gli permette di coltivare la relazione, aiutandola a diventare più profonda e significativa con il tempo.
Un uomo che offre la sua gentilezza è un uomo che dà valore alla tua fiducia. Lui sa che essere gentile non lo rende meno uomo, ma più uomo. La sua mascolinità risplende nella sua capacità di essere protettivo senza essere possessivo, forte senza essere duro e amorevole senza condizioni.
Abhikesh
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