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Visone, un dramma sfiorato: Carabiniere salva un uomo con la forza delle parole
Una fredda sera di dicembre si trasforma in un racconto di speranza e coraggio: un Carabiniere riesce a salvare un uomo sul punto di compiere un gesto estremo.
Una fredda sera di dicembre si trasforma in un racconto di speranza e coraggio: un Carabiniere riesce a salvare un uomo sul punto di compiere un gesto estremo. La notte del salvataggio.A Visone, nel condominio di un tranquillo quartiere, un uomo si siede sul cornicione del quarto piano, sospeso nel vuoto, deciso a porre fine alla sua vita. È una fredda sera di dicembre quando il dramma inizia:…
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Vi è mai successo di aiutare una persona in difficoltà senza chiedere nulla in cambio? non nell'ambito familiare o delle amicizie strette, una persona che avete incontrato per caso nel vostro cammino e avete capito subito che era in difficoltà e aveva dei problemi?
Senza un motivo logico, avete deciso di aiutarla ...
" posso fare qualcosa per te?"
" se hai bisogno chiamami"
" per qualsiasi cosa puoi contare su di me"
... all'inizio un supporto morale, poi mano a mano un aiuto concreto, a volte anche economico.
All'inizio questa persona avrà dei dubbi, perché siamo talmente disabituati all’altruismo e alla gentilezza che subito si pensa che ci sia un secondo fine o qualche tornaconto.
Poi con il tempo questa persona si fiderà di noi, la sua vita migliorerà, avrà la consapevolezza che non tutto è perduto, che ci sono ancora persone che hanno a cuore la vita degli altri.
Beh a me è successo, di aiutare alcune persone, senza pretendere nulla, ma non è vero che non ho ottenuto niente in cambio,
anche la mia vita è cambiata, perché anche solo un sorriso di riconoscenza, la fiducia, la stima, il rispetto che ci viene trasmesso è un dono immenso, ci fa credere di più in noi stessi, e ci fa sentire meno sbagliati per tutte quelle volte che pensiamo di esserci comportati male.
Pensate se ognuno di noi potesse aiutare anche soltanto un'altra persona, pensate quanti sorrisi potrebbero spuntare da quei volti che prima erano cupi e tristi, pensate a quanto possa essere contagioso l'altruismo, in poco tempo potremmo migliorare la qualità della vita di questo freddo mondo in cui stiamo vivendo.
#smokingago
#pensierimiei
#pensierinotturni
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Tenere assieme una famiglia
Anna: bellissima mora trentaseienne, madre di due bambini e moglie di Alfredo, lavorava con Michele nell'aziendina di quest'ultimo. Era la sua efficiente e fidata segretaria. Michele, leggermente più basso di Anna, aveva quasi sessant'anni ed era un uomo energico, positivo, in ottima salute, un po’ sovrappeso.
Tutto sommato, era comunque un uomo che aveva un suo innegabile fascino e dei sani appetiti. Sempre gentile e sorridente. Lavorando quotidianamente gomito a gomito, Michele inevitabilmente finì per sentirsi molto attratto da Anna, ma non andava mai oltre qualche garbato apprezzamento.
A un certo punto, la famiglia di Anna subì uno scossone, a causa della inattesa, improvvisa e pesantissima cassa integrazione a metà ore di Alfredo. Budget ridotto all'osso e, più spesso che non, insufficiente ad affrontare le spese di famiglia. Risparmi intaccati: per il mutuo, la scuola e il resto. Certo, Alfredo ogni tanto trovava dei lavoretti in nero, ma nulla di sostanzioso e continuativo. Frustrazione era ciò che sentiva maggiormente.
Quando ormai sempre più di rado egli faceva l'amore con Anna, l'uomo era brusco e sgarbato; quasi a voler ribadire il suo ruolo di maschio, qualora ce ne fosse stato bisogno. Lei si sentiva umiliata per questo. Eppure, solo poco tempo prima lui era un marito gentile e la trattava con i guanti bianchi. La giovane madre, frustrata ma sempre donna assetata di attenzioni, aveva quindi preso ad apprezzare molto i puntuali complimenti di Michele al mattino in ufficio: “come sei bella, oggi; profumi di primavera. Con te qui entra un raggio di sole..." e così via.
Il suo datore di lavoro, avendo appreso dello stato di estrema difficoltà della donna, aveva iniziato a darle un aiuto economico concreto. Ella per orgoglio, seppur debolmente, si era inizialmente opposta ma aveva finito con l'accettare. Quei cinquecento euro al mese che lui le passava in nero erano una sostanziosa boccata d'ossigeno, per il bilancio familiare. E Alfredo era roso dalla gelosia, immaginando chissà cosa. Anna era ferita dalle sue insinuazioni.
In lacrime, si confidò un pomeriggio a fine giornata con Michele, il quale non poté esimersi dall'abbracciarla e stringerla a sé. L'uomo fu letteralmente e inaspettatamente stordito dal profumo e dal contatto col corpo sensuale di quella donna stupenda. Gli venne quindi spontaneo perdere il controllo e baciarla sul collo: lei si staccò subito e gli diede uno schiaffo. Michele, rosso in viso, abbassò il capo e le chiese scusa. Ma oramai in lui era divampato il fuoco del desiderio.
Il giorno dopo ci fu un po’ di imbarazzo, subito dissipato dall'ampio sorriso di Anna: in ufficio ella gli fece una carezza e gli disse che certamente capiva il suo desiderio, ma che era pur sempre una donna sposata. Il fatto vero era che comunque anche in lei iniziava a svilupparsi inesorabile una certa attrazione verso quel bell'uomo, sicuro di sé e solido, che la riempiva di cortesie e che la trattava come ogni donna desidera essere trattata.
Michele, folle di desiderio, un giorno ruppe gli indugi e arrivò ad offrirle trecento euro per un'ora d'amore. Glielo disse in modo delicato e dolce, per non imbarazzarla: “per favore non equivocare. Hai capito che ti desidero da morire e sai che capisco il tuo momento di difficoltà; però io sono qui anche per offrirti un aiuto sostanzioso. Non avrei mai immaginato di fare questa cosa, di dirti ciò che sto per dire, ma l'amore compie miracoli."
"Perciò ti dico solo che vorrei che tu fossi in mia compagnia per un'ora in una stanza. Non sentirti offesa: mi basta la tua semplice presenza fisica in un albergo; ben lontani da questo ufficio. Se vorrai concedermi solo un bacio, io capirò. E mi accontenterò: te lo giuro.”
Lei, contrariamente alle aspettative, dopo qualche esitazione, gli disse di sì e invece di farlo attendere lo baciò subito furtivamente sulla bocca. Poi gli mise le braccia al collo e gli disse: “ti ringrazio per ciò che stai facendo e ti anticipo che avrai ben più di un bacio. Anche perché ultimamente mio marito mi mortifica molto. Sono esasperata e non lo sopporto più. In ogni caso, anche se proprio non dovrei farlo, ti confesso di sentirmi molto attratta da te a mia volta.”
Quello stesso giorno staccarono un po' prima e, per non dare nell'occhio, uscirono ciascuno per conto suo. Andarono in un alberghetto discreto: non appena soli nella camera, lei gli slacciò i pantaloni e inginocchiatasi gli prese in bocca l'uccello. Gli regalò una mezz'ora di vero paradiso. Per il resto del tempo, quella prima volta in massima parte parlarono, mentre lui le baciava e accarezzava il seno e la passera. Lui le confessò che ciò che gli piaceva di quella relazione era il fatto di scopare proprio con lei; con una donna da tutti a ragione considerata moglie e madre esemplare, virtuosa e morigerata.
Le disse che pagando avrebbe potuto avere, senza offesa, donne ben più giovani e forse fisicamente perfette. Che non aveva mai tradito sua moglie. Che il suo oramai era un matrimonio appesantito dalla routine e dalla palese mancanza di interesse da parte della moglie per qualsiasi cosa che riguardasse il sesso. Ma disse anche che lei era ormai la sua droga; che invece di altre donne preferiva comunque invece dare a lei, proprio a lei, un aiuto concreto.
E toccare con un dito il cielo quando lei avesse acconsentito a farsi amare. Anna, dopo gli ovvii scrupoli iniziali, aveva iniziato a provare gusto nel sentirsi scopata ogni giovedì a pagamento; anche perché oramai anche lei non vedeva l'ora di farsi sfondare il culo e riempire la fica e la bocca da quell'uomo che moriva di brama per lei. Che la colmava di regali, complimenti e roventi dichiarazioni d'amore e desiderio: una vera droga per qualsiasi donna.
La storia sarebbe potuta finire qui, se non fosse per il fatto che Alfredo, sospettoso, un giorno pazientemente la aspettò all'uscita dal lavoro sin dalle due di pomeriggio. La seguì, la vide entrare in albergo con Michele. Quando lei tornò a casa da quell'ennesimo appuntamento, la costrinse a dire la verità, ad ammettere la sua relazione, facendola entrare in tutti i dettagli, soprattutto i più intimi. Lei tra le lacrime gli confessò come fosse iniziata. Lo fece anche riflettere su quanto quei soldi in più fossero utili, ovviamente e che non cadevano dal cielo.
Quando vide che il marito ascoltava con interesse estremo, iniziò ad aprirsi, piena di sottile malizia. Si sentiva gran puttana rivelata e scoprì che le piaceva molto umiliarlo, dopo che lui l'aveva trascurata sessualmente e quindi fatta soffrire a lungo. Gli rivelò perciò tutti i particolari dei suoi incontri: quello che piaceva a Michele e quello che lei stessa gli chiedeva di farle. Cose che suo marito neppure immaginave sua moglie potesse neppure pensare! Giochi di sborra, trattenimento del pene ovunque, uso di sex toys, farsi inculare dopo essersi fatta prendere a scudisciate sul culo e a schiaffi sulla fregna, pompini appassionatissimi con ingoio totale.
Si avvide immediatamente che a suo marito sorprendentemente la cosa piaceva da morire. Al punto che lui già quella prima volta a sorpresa e non resistendo più, tirò fuori l'uccello, le si inginocchò davanti, cominciò a masturbarsi piangendo e chiamandola sottovoce: 'puttana, maledetta troia.' E dicendole: 'oramai io per te sono solo un gran cornuto'. Umiliato ma felice, le sborrò sulle caviglie, con grande godimento di lui e un sentimento di pace ritrovata per lei, che lo accarezzò. Erano entrambi in lacrime. Poi Alfredo la portò subito in camera da letto: la desiderava come mai prima. Le leccò immediatamente la fregna a lungo: voleva sentire il sapore e l'odore del seme di Michele direttamente dalla fregna di sua moglie.
A tutt'oggi ormai, ogni volta che Anna torna a casa dall'incontro in albergo, dopo la descrizione minuziosa di tutto ciò che sua moglie ha appena fatto col suo capo, egli desidera subito leccarle la fregna, come antipasto d'amore. Da bravo cornuto, vuole con tutta l'anima assaggiare, ingoiare il seme fresco del maschio che ha scopato la sua donna. Perciò chiudono a chiave i figli piccoli nella cameretta, raccomandando loro di stare buoni per soli cinque minuti davanti alla tv e lui mugolando di piacere la pulisce minuziosamente, ingoiando tutto. Lei viene, tenendogli la testa ben premuta contro la fregna e lo umilia dicendogli cose del tipo: 'oh, come inghiotte bene la sborra del mio capo, il mio marito cornuto! Lui si che è un vero maschio.'
Poi comunque la notte scopano a lungo. Egli ormai la spinge a prostituirsi a Michele, la incita continuamente a intensificare gli appuntamenti, spesso dandole consigli e precise indicazioni su cosa fare e come farlo godere. Anna oggi si trova quindi di nuovo piena di amore e passione per Alfredo, suo marito. Ma anche di voglia di fare del sano e soddisfacente sesso, prendendo ovunque il grosso cazzo di Michele. Il quale è ben felice di godere della giovane madre di famiglia ogni qual volta lo voglia. Pagando, ovviamente. Lei è contentissima come una pasqua, di fare la puttana di un solo uomo in assoluta riservatezza. E di avere a casa un marito che la aspetta, cornuto e contento di esserlo. Non saprebbe dire cosa le piace di più: se il cazzo adorato del suo capo o farsi pulire la fregna, appena surriscaldata e farcita, dalla bocca e dalla lingua di suo marito.
RDA
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governo quando uno dei centri di ricerca su una malattia rara (epidermolisi bollosa) più all'avanguardia d'europa -e le cui cure sviluppate si sono rivelate efficaci- rischia il fallimento senza un aiuto di stato, lasciando senza cura tanti bambini affetti che rischiano quindi la morte: i sleep
governo quando c'è da immischiarsi negli affari interni di un altro stato per portare in un ospedale del vaticano una bambina affetta da una malattia rarissima e potenzialmente molto dolorosa e a cui potranno soltanto dare terapie palliative perché non esiste cura: REAL FUCKING SHIT
È che il caso della bambina è rimbalzato ovunque, e allora ottima occasione per apparire come gli eroi di stocazzo senza muovere un dito, mentre per mantenere in piedi un centro di ricerca devi agire in modo concreto e stanziare fondi, e al nostro governo non piace fare queste cose
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Giovanni VIII Paleologo: il Penultimo Imperatore Bizantino e la Sua Iconica Visita in Italia
L’arrivo dell’imperatore Giovanni VIII Paleologo in Italia nel 1438 fu un evento epocale, sia dal punto di vista politico che culturale. Il suo viaggio avvenne in un momento cruciale per l’Impero bizantino, ormai assediato dall’avanzata ottomana. L'imperatore Giovanni VIII cercò disperatamente di ottenere supporto dall’Occidente, accettando di negoziare l’unione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente, separate dallo scisma del 1054. Alla sua morte, avvenuta nel 1448, gli sarebbe succeduto il fratello Costantino XI, destinato a diventare l’ultimo imperatore bizantino, simbolo tragico della caduta di Costantinopoli nel 1453.
Il Concilio di Ferrara-Firenze (1438-1439) fu quindi il contesto di questo storico incontro. L’imperatore, con il suo seguito di intellettuali e uomini di chiesa, portava con sé un’aura di esotismo e mistero che colpì profondamente gli italiani dell'epoca. La figura di Giovanni VIII, con i suoi abiti sontuosi, il copricapo riccamente decorato e l’eleganza del suo portamento, rappresentava agli occhi di chi lo osservava il legame con un’epoca antica e gloriosa: quella dell’Impero Romano.
L’eco della sua presenza andò ben oltre l’aspetto politico. Giovanni VIII divenne un’icona culturale: la sua immagine, impressa in medaglie e affreschi, incarnò il fascino dell’Oriente cristiano. Celebre rimane l'affresco di Benozzo Gozzoli nella Cappella dei Magi del Palazzo Medici Riccardi.
La figura dell'imperatore fu immortalata anche dal grande artista Pisanello, che realizzò una delle più note medaglie rinascimentali, dove l’imperatore è raffigurato con uno sguardo fiero ed un copricapo tipico bizantino.
Tuttavia, l’entusiasmo suscitato dalla sua visita non si tradusse in un aiuto concreto per l’Impero bizantino. Nonostante la proclamazione dell’unione tra le Chiese nel 1439, questa fu presto respinta da gran parte del clero ortodosso e del popolo di Costantinopoli, che la percepivano come una sottomissione al Papa. Le ferite dell'immane saccheggio di Costantinopoli del 1204 compiuto dai crociati erano ancora aperte! Di conseguenza, l’aiuto militare promesso dall’Occidente non arrivò mai, e l’Impero cadde pochi anni dopo, nel 1453.
In Italia, però, Giovanni VIII lasciò una traccia indelebile, alimentando l’immaginario rinascimentale ed il sogno di una ritrovata unità tra Oriente e Occidente. La sua figura, paragonabile ad una superstar odierna, è oggi un simbolo di una storia drammatica e affascinante, dove politica, arte e cultura si intrecciano in un momento irripetibile della storia europea. La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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sto andando in sovraccarico, mi sento come se potessi esplodere da un momento all'altro e credo proprio che quel momento sia spaventosamente vicino. in momenti di crisi come questo non so mai come gestirmi, come gestire, interpretare, distinguere e riconoscere le mie stesse emozioni, non so cosa provo, non so cosa sento, cosa ci sia che non va, perché è come se sentissi tutte le emozioni insieme al doppio di quello che è - o che dovrebbe essere - il loro livello massimo di intensità. nei momenti normali, invece, non sento assolutamente niente, e non so quale delle due situazioni sia la peggiore, perché mi rendo conto che quelli che per me sono "momenti normali", non sono poi così normali per gli altri, quindi so che c'è un problema alla base, che non c'è niente di normale o giusto nel non provare assolutamente nulla e sentire questo senso di vuoto costante che sembra non poter essere contrastato in nessun modo. la cosa brutta del senso di vuoto è che c'è sempre, in entrambi i casi, sia nei momenti normali sia in quelli di crisi, sembra crescere sempre di più e non so come fermarlo. odio la mia vita, detesto la mia testa che non mi da mai pace, non sopporto più le crisi di pianto, il fastidio che mi provoca ogni singolo rumore, la mia irritabilità, la rabbia che ho dentro, la mia incapacità nel chiedere aiuto perché forse ho paura delle conseguenze, o forse mi sono solo arresa. non faccio altro che pensare di essere un caso perso, ormai mi sono convinta che non ci sia niente di bello per le persone come me, ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa e insieme alla voglia ho perso anche la concentrazione, la motivazione, ho perso tutto. mi è rimasto solo il rumore che ho in testa. ho allontanato tutto e tutti per rimanere sola con me, e so quanto sia sbagliato, ma non riesco a comportarmi in modo diverso. mi sento costantemente stanca, sfinita, fisicamente e mentalmente, come se avessi scalato una montagna, quando la triste verità è che è già tanto se riesco ad alzarmi la mattina. è vero che dormo poco, ma tutta questa stanchezza è immotivata e mi fa sentire debole, non ho la forza di fare nulla, le giornate sono tutte uguali, infinite, fuse insieme, in pratica è come se stessi vivendo lo stesso giorno da anni. non riesco ad andare avanti, non ce la faccio più, mi sento davvero morire. uscire di casa sembra una sfida impossibile, stare sempre a casa è pesante, ma tanto sarebbe pesante anche uscire, respirare è pesante, vivere è pesante, esistere è una tortura. porto negatività nella vita delle persone, quindi penso anche di aver fatto un favore a tutti quelli che ho allontanato. penso che ogni membro della mia famiglia avrebbe una vita decisamente più leggera e spensierata se io non ci fossi, perché sono diventata un problema. loro credono io sia alla ricerca di attenzioni, credono che ogni segno visibile sulla mia pelle sia una richiesta d'aiuto - nonostante non facciano niente di concreto per aiutarmi, dato che non ne hanno le capacità, non hanno i mezzi per farlo -, credono io non pensi davvero di voler morire, che lo dica così, tanto per dire. mia madre è ancora convinta che io non volessi davvero morire quando ho effettivamente tentato il suicidio. secondo loro, se qualcuno vuole davvero morire, compie il gesto e basta, così, a cuor leggero, come se niente fosse, come se togliersi la vita fosse facile come fumare una sigaretta o bere un bicchiere d'acqua. non sanno quanto sia difficile, quanti pensieri ci siano dietro, e con questo non voglio dire che funziona così per tutti, sto semplicemente dicendo che non è facile come pensano loro e come io stessa pensavo. loro non sanno, o meglio, si rifiutano di credere che il mio unico desiderio ogni giorno, in particolare ogni sera, sia quello di addormentarmi per sempre. da una parte va bene così, il fatto che non prendano molto sul serio la cosa distoglie l'attenzione dal problema, però ecco, al fatto che sto male ci credono, lo vedono, MI vedono, e so che per loro non è facile, so di non essere facile, e vorrei non causare così tanti problemi. sono stanca, e basta
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Voglio davvero aiutare gli altri o lo faccio per me?
Chi ha "bisogno" di aiutare gli altri
è il primo ad aver necessità di essere aiutato!
Ricordatevelo sempre.
Un Terapista od Operatore,
è sempre carico di suo,
se ha bisogno di un paziente o cliente per ricaricarsi,
significa che si nutre dell'energia della persona che sta sotto e di conseguenza ha già creato un legame di dipendenza,
e l'unica cosa che farà è attirare a se persone dello stesso grado di disfunzione.
Quindi ciò che andrete a fare è alimentare le vostre ferite con la convinzione di aiutare,
e questo è un aspetto narcisistico del proprio io non visto.
Aiuto perché così sto bene.
No!
Io sostengo il prossimo perchè così divene consapevole,
dando loro un mezzo concreto per sostenersi
e lo faccio quando ho esperienza e
la certezza che lo sto facendo per il suo bene e non prettamente per alzare i miei livelli di serotonina
e per abbassare quelli del cortisolo.
Un operatore o terapista consapevoli realmente,
non hanno nessità di aiutare il prossimo
perchè poi "mi fa stare bene",
lo fa per vocazione.
Stare accanto alle persone non è un gioco è passione,
è impegno,
è sacrificio,
studio,
è bellezza,
è armonia,
è amare senza volere dall'altro,
come lo è quando si dipinge, si canta, si balla, si cucina cucina e tanto altro...
so li fa per amore profondo alla serenità.
È una forma d'arte d'espressione dei veri curatori,
per sanare prima la mente, il cuore, il corpo e solo in fine per poi arrivare all'anima.
Riflettete
Michela Ciampana
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C'è bisogno che il #sindacato torni presente nelle aziende al fianco dei lavoratori.
Meno politica e più attività sul territorio e nelle aziende; e non solo, come scrive Lodovico Festa nella sua rubrica su Tempi.it, come aiuto concreto al contenimento delle morti nei luoghi di lavoro, ma anche e più in generale per una proficua difesa dei diritti dei lavoratori. Su Startmag Maurizio Sacconi scrive: «Possiamo e dobbiamo realizzare un incremento crash degli indicatori di…
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La censura è una fogna a cielo aperto.
Il politicamente corretto è l’emblema di quest’epoca d’inettitudine assoluta. Un’epoca dove la mediocrità svetta e soffoca non solo l’eccellenza, ma anche semplicemente la bellezza, la normalità. Un soffocamento generale e forte, dirompente, virulento, di quello che è semplicemente il quieto vivere. Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che la cosiddetta “cultura woke” sia un flagello. Che costituisca, in modo concreto, un attacco frontale, sfacciato, senza pietà a tutta quella che è la libertà d’espressione, di pensiero, e sicuramente anche d’azione. Riporto un esempio, solo apparentemente poco significativo. Leggo su un importante sito italiano dedicato ai videogiochi che Nintendo, in vista dell’uscita del remake di un prodotto di qualche anno fa, “ha modificato delle frasi che, alla luce della sensibilità attuale, sono riconducibili a catcalling”. Già partiamo male: sensibilità attuale di cosa, che la gente è insensibile e per nulla empatica come mai nella storia? Dai, ora non venitemi a dire che l’ignoranza e la maleducazione dilaganti le noti solo io. Non me lo venite a dire. E poi “catcalling” non significa niente. Siamo in Italia, la lingua ufficiale di questa nazione è l’Italiano. Cambiate le leggi, adottate l’Inglese come lingua principe del nostro popolo, e allora tutti quanti ci adegueremo. Ma non v’inventate espressioni che non significano niente, specialmente nel nostro paese. Insomma, a conti fatti, la gravissima colpa di questo videogioco quale sarebbe stata? Quella di aver avuto, nella sua prima edizione del 2004, dialoghi considerati impropri ai giorni nostri (come se la verità e l’essenza delle cose potessero essere mutevoli quanto le stagioni). Facciamo qualche esempio? “Hey! Hey, amico! Chi è quello schianto che hai lì con te?”, “Come va baby? Perché non resti con noi per un po’?”, “Cosa ci fa una Goomba bella come te con un uomo paffuto con i baffi come quello?”. Wow, gravissimo! Davvero un linguaggio deprecabile e inaccettabile, intollerabile! Aiuto, mi sento già in pericolo! Aiuto! Ma andate al diavolo. Davvero, andate al diavolo. Anche la Nintendo, in questo caso, che ho sempre apprezzato per le sue produzioni. Ma non si percepisce la gravità di questa censura, di questa riscrittura della realtà in nome di un finto buonismo che in quanto tale, appunto, non esiste. Si uccide la libertà creativa per alimentare un sentimento che poi sfocia, probabilmente non a caso, in una violenza dirompente, e opposta alla pacifica convivenza che si vorrebbe promuovere. È pazzesco, un bambino di otto anni può avere libero accesso al porno (perché si ritrova genitori incapaci), ma noi dobbiamo subirci la ramanzina delle grandi case di produzione che fatturano milioni o miliardi di dollari l’anno. Alludendo a una “sensibilità attuale” che è concretamente la peggiore di sempre, o quantomeno ben peggiore di quella che questi signori, nel loro mondo fatato fatto di arcobaleni, evidentemente immaginano. La censura è una fogna a cielo aperto.
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ho aperto un profilo su goodreads e mi sto entusiasmando all'idea di recuperare ogni libro che ho letto. lo scorso anno ho fatto qualcosa di simile con letterboxd, glitchwave e prima ancora con rateyourmusic; giorni fa ricordavo come, nelle crisi depressive, passavo intere giornate a catalogare la mia collezione di dischi per poi cancellarla, e di nuovo catalogarla e cancellarla, dalla mattina fino alla sera: mi piazzavo appena sveglio al computer a catalogare migliaia di dischi; arrivava la sera a cancellavo tutto per poi il giorno dopo ricominciare
non ho idea di come abbia capovolto i disturbi ossessivo compulsivi: il recupero è in larga parte avvenuto per mano mia. non che ne faccia un vanto, per anni ho provato indifferenza nell'aiutare: la percezione era che nessuno, nel concreto, l'avesse fatto con me. non che ne sia sicuro, ma forse le cose non stavano esattamente così: a ripensarci, oggi non escludo che all'epoca, preso dai miei patemi, non mi rendessi conto di chi, vanamente, provava a darmi un aiuto
posso affermare con discreta fermezza di avere voltato pagina alla depressione, al disturbo ossessivo compulsivo e all'insofferenza altrui; ho smesso di cancellare tutto e di intendere la mia vita come surrogato di un'esistenza digitale mai soddisfacente. adesso è il turno di goodreads, dove a recuperare i titoli letti mi è venuta voglia di leggerne altrettanti, di moltiplicare il tempo che dedico tra i libri; un obiettivo di cui dovrei più spesso sentirmi lieto, dato che per anni non sono riuscito a concentrarmi abbastanza da permettermi di leggere
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Ciao Aurora. Come stai?
Sono l'amico 🥙
Probabilmente ho mangiato così tanti kebab che settimana scorsa ho scoperto di avere il diabete 😅
Scusami ma tra le cerchie di persone che conosco nessuno sa darmi un aiuto concreto quindi ti scrivo nella speranza che tra i tuoi lettori ci sia qualcuno che sa come potermi aiutare nella "dieta" e trucchetti per non alzare troppo la glicemia. Anche perché per il momento devo aspettare un paio di settimane prima di andare dal dietista e nutrizionista (addio kebab).
Grazie 💙
Ehi amico! Sai che proprio prima ho detto “vorrei un bel kebab”
Anche mia zia ha scoperto di avere il diabete e ho pure il gatto diabetico, se hai bisogno di insulina quella per animali è la stessa fialetta di quella per umani 😂. Spero che qui dentro ci sia qualcuno che ti possa aiutare prima di andare da uno specialista 💙💙
Dai dai dai, ti mando un bacio 💕
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Donazione in memoria della piccola Ginevra: un gesto di solidarietà che porta speranza ai bambini dell’Ospedale di Alessandria
La generosità della mamma Veronica, un atto d’amore che ricorda Ginevra e aiuta i giovani pazienti durante le festività.
La generosità della mamma Veronica, un atto d’amore che ricorda Ginevra e aiuta i giovani pazienti durante le festività. Un dono che rinnova la memoria e porta conforto Per il settimo anno consecutivo, in occasione del compleanno della piccola Ginevra, la mamma Veronica ha compiuto un gesto di straordinaria generosità, donando materiali e giocattoli alle strutture di Riabilitazione e Chirurgia…
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Nota bene per chiunque abbia superato i 20 (me inclusa):
- non fare promesse che sai di non poter mantenere.
- non offrire il tuo aiuto a qualcuno quando tu stesso sei a pezzi.
- non esternare sentimenti che provi ma che non avranno per l’altro alcun riscontro concreto perché sei a pezzi. Ti farai del male e farai del male.
- Sii sempre gentile.
- Non mentire o mistificare per salvarti la coscienza. Non servirà. Ogni volta che ti guarderai allo specchio vedrai la verità e ti arriverà dritta come un pugno in faccia.
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Hey! Ciao e scusa per il disturbo, ma per cose related all'università (specifico che non faccio giurisprudenza né facoltà potenzialmente simili) avrei bisogno di capire la differenza tra "misura" e "provvedimento". Ho provato a cercare su internet ma senza grandi risultati (mi sembrano sinonimi, ma non so se può effettivamente essere così) e sono un po' disperata. Sapresti e ti va di darmi una mano?
In caso grazie mille + ti ricorderò nelle mie preghiere o nel modo in cui più ti aggrada. E in ogni caso invece buona giornata 🌻
buongiornissimo allora guarda premetto che questi termini non sono il mio pane quotidiano (non nelle loro peculiarità tecniche se non altro) e quindi potrei perdermi delle sfumature tecnico-linguistiche (soprattutto perché da soli vogliono dire tanto quanto, solitamente sono associati ad altre parole che li connotano specificamente). però direi:
Il provvedimento rimanda al concetto di atto, con tutte le caratteristiche del caso (immagina le ottomila caratteristiche ed elementi del provvedimento amministrativo) -> atto giuridico = manifestazione di una determinata volontà atta a produrre effetti giuridici (il contratto, la legge etc etc)
La misura rimanda a qualcosa di più operativo, che necessita di esecuzione. Pensa ad esempio alle misure detentive, tanto per fissare nella memoria qualcosa di concreto che possa ricordarti questa distinzione
Poi così in astratto mi risulta difficile, anche perché non so a che materia ti stia riferendo e al grado di specificità [e alcune materie, tipo le procedure, per me sono letteralmente cosa ignota, quindi non saprei darti esempi più specifici - diciamo che quotidianamente ho a che fare con altri tecnicismi lol]
Spero però di averti dato un aiuto - in ogni caso se sei proprio disperata puoi chiedere al/lla docente, fidati che ogni tanto ricevere domande diverse da “salve prof ma il libro è da studiare davvero?” fa bene al cuore
buono studio buone cose, la mia benedizione discenda etc etc <3 <3
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SERVIZIO AFFIDI
i informa dell'avvio di un percorso formativo, costituito da un primo ciclo di incontri di formazione sull'affido, previsti nel mese di maggio p.v.Gli incontri sono pensati non solo per gli aspiranti affidatari, ma anche per chiunque voglia approfondire la propria conoscenza del mondo
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L’Affido Familiare è disciplinato dalla Legge (principalmente L. 184/1983, L. 149/2001 e L 173/2015) e nasce dal diritto di ogni minore a crescere in un contesto familiare rispondente ai suoi bisogni: la presenza di temporanee, importanti difficoltà nel nucleo d’origine in cui tali bisogni, per determinati motivi, non possono essere garantiti, può comportare la necessità di cercare risposte alternative per la temporanea accoglienza di un dato bambino o adolescente. L’Affido Familiare è una di queste risposte, un progetto costruito con i Servizi Sociali e realizzato grazie alla disponibilità delle persone che si sono interessate e avvicinate al mondo dell’accoglienza e sono divenute affidatarie.Proprio perché l’Affido è una risposta personalizzata rispetto ai bisogni specifici di un bambino o di un adolescente, tutti, potenzialmente, possono essere affidatari e nessun tipo di aiuto è considerato poco utile: ci sono casi che necessitano un’accoglienza quotidiana e di lungo periodo e altri che hanno bisogno di qualcuno che li accolga dopo la scuola, per alcuni pomeriggi la settimana. Allo stesso modo, esistono affidi consensuali e affidi disposti dall’Autorità Giudiziaria detti “giudiziali”, con vari gradi di coinvolgimento della famiglia d’origine, che in ogni caso resta presente nella vita del minore in affido.Il Servizio Affidi dell’Azienda Medio Olona si inserisce in questo quadro, operando sul territorio dell’Ambito di Castellanza per la promozione della cultura dell’accoglienza e la formazione, la valutazione ed il sostegno, individuale e di gruppo, delle famiglie affidatarie. Svolge, dunque, una funzione orientativa, programmatoria e progettuale, nella consapevolezza della ricchezza ma anche della delicatezza di un progetto che si costruisce insieme, sulla base di un incastro pressoché unico di risorse, fragilità, aspettative e bisogni.Al fine di poter offrire un sostegno concreto ed efficace ad un percorso talvolta tortuoso, sebbene emozionante, e caratterizzato da forti implicazioni sul piano emotivo e pratico, l’Equipe del Servizio Affidi è costituita da due Assistenti Sociali, di cui una Coordinatrice, e una Psicologa; inoltre, nel 2023, si arricchirà della figura di un Educatore Professionale ed è accompagnata nel proprio percorso di crescita e specializzazione professionale da un Supervisore, la dott.ssa Maria Grazia Galli.Azienda Speciale Consortile Medio Olona | Servizio Affidi (aziendaspecialemedioolona.it)
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La lavanda dei piedi
Per la chiesa cattolica la lavanda dei piedi è simbolo dell'amore di Dio, oggi quel gesto fatto da Gesù, viene celebrato nel periodo pasquale con delle ricorrenze e atti simbolici.
Non per me, non io. Io ieri sera ero chino e in ginocchio a lavare fisicamente dei piedi, quelli di mia madre.
Le accarezzavo i piedi con delicatezza per i dolori che prova, pensavo a quanti anni, quanti giorni quei piedi hanno sorretto una madre e moglie nell'essere sempre prodiga verso la sua famiglia.
Quanti chilometri avranno camminato, m'immagino il giro intero del mondo non so quante volte. Con le buste della spesa in una mano e lo spazzolone per pulire i pavimenti nell'altra.
Mentre lavavo i piedi a mia madre mi sono sentito sollevato, come se stessi lavando dalla mia anima le ferite e le incomprensioni del nostro passato.
Lavare i piedi a una persona anziana, che ha serie difficoltà nel farlo da sola, è un atto di amorevole cura.
Generalmente se qualcuno decide di dedicare del tempo a qualcuno bisognoso lo fa quando ha del tempo perso, inutilizzabile per altre faccende. Sempre che lo faccia.
Credo che si debba donare anche un po' del tempo che noi definiamo "prezioso", quello dove avremmo "cose più importanti da fare". Quel poco di tempo sottratto alle "importanze" di una vita frenetica valga il triplo se dedicato verso chi ha bisogno.
Bisogno di attenzioni, di cure, di ascolto, di una parola o anche generalmente di un semplice gesto.
Se riguardo il mio passato è costellato di gesti amorevoli e gentili che spesso non ho fatto per mancanza di coraggio, di determinazione.
Poi un giorno iniziai, mi ricordo le prime volte la sensazione di felicità che mi si creava dentro. Così ci presi gusto e continuai.
Spesso con le persone più bistrattate, quelle da cui stare alla larga e prestare attenzione perché (e via di luoghi comuni).
Ho fatto favori, piaceri e cortesie anche importanti a gente ricca, gente arrivata, ho avuto in cambio strette di mano e pacche sulla schiena con a volte frasi del tipo "ti devo un favore".
Non me lo hanno mai ritornato quel favore, solo Dio sa quante volte ne avrei avuto bisogno anche di uno solo di quei favori.
Da persone indigenti, disperate e bisognose a cui ho dato una mano nel silenzio e nella riservatezza più totale ho ricevuto tantissimo. Sorrisi, abbracci, lacrime e sguardi che sono valsi più di ogni altra cosa o favore restituito.
Mi hanno fatto dei doni che mi hanno scaldato il cuore. Un miracolo.
Tutto questo l'ho pensato mentre lavavo e asciugavo con amorevole cura i piedi di mia madre. Stanchi. Come lei, che stranamente mi seguiva nei movimenti in religioso silenzio. Lei che parla tanto. Le sue labbra sono di una ventenne tanto hanno energia nel parlare.
Offrite dei gesti d'aiuto e non solo parole. I gesti dimostrano, le parole potrebbero solo illudere senza di essi.
Credetemi, per tantissime persone un gesto d'attenzione o d'aiuto non è per nulla scontato, ma semmai qualcosa di inaspettato e sorprendente.
Ho fatto la lavanda dei piedi nel periodo pasquale per la prima volta nella mia vita, non l'ho fatto come un rituale ma come un concreto aiuto e gesto d'amore.
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