#abusi familiari
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Violenza domestica a Casalnoceto: arrestato marito violento grazie al coraggio della moglie
La determinazione delle vittime e l’intervento dei Carabinieri evitano conseguenze peggiori
La determinazione delle vittime e l’intervento dei Carabinieri evitano conseguenze peggiori. A Casalnoceto, un uomo di 70 anni è stato arrestato dai Carabinieri per maltrattamenti, minacce e lesioni nei confronti della moglie e del figlio. Un episodio drammatico, che riflette una situazione di violenza domestica radicata nel tempo, si è concluso grazie al coraggio della donna che, trovando la…
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QUESTA È UNA STORIA CHE NON SO COME COMINCIARE A RACCONTARVI
È una storia triste con un finale velato di speranza che però non riesce a diminuire in me la tristezza, visto che è troppo spesso ripetuta ovunque nel solito loop di solitudine e sofferenza.
Non a caso ho deciso di raccontarla solo adesso e a taluni potrà sembrare che io mi voglia agganciare furbescamente al trend 'femminicidio' e con questo post fare virtue signaling.
Tutt'altro, credetemi.
Questa storia parla del coraggio di una ragazzina di 20 anni, l'unica reale protagonista, mentre noi come famiglia, semmai, abbiamo avuto solo il merito di essere al posto giusto al momento giusto.
Ricordate questo: AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO e poi nella chiusa a questo post capirete.
Anche se dubito fortemente che conosciate lei o siate venuti a sapere della sua storia, per un mio senso di riservatezza cambierò molti particolari, senza però far perdere mai il senso di quanto accaduto.
Mia figlia piccola aveva una compagna di studi con la quale era rimasta in contatto anche dopo la maturità e una sera questa ragazza è venuta a cena a casa nostra, su strana insistenza di nostra figlia perché era già tanto tempo che non si vedevano, tranne qualche messaggio con cui lei la teneva informata sullo stato di salute del fratellino di 7 anni, affetto da una forma aggressiva ma curabile di leucemia.
Avevamo capito che era successo qualcosa e infatti questa ragazza, durante la cena, ci confida che lei, la madre e, soprattutto, il fratellino sono da anni vittime di maltrattamenti psicologici e fisici a opera del padre.
E noi, su insistenza di nostra figlia che è riuscita a convincerla, siamo state le prime e uniche persone alle quali trova finalmente la forza di dirlo, visto che il padre aveva costretto la madre a chiudere i contatti con ogni parente e cerchia di amici.
Erano sole, la madre non lavorava e tutti dipendevano da un unico stipendio, quello del padre, che inoltre decideva quando e quanto potessero uscire di casa.
Una storia di abusi familiari come tante, solo che invece di sentirlo in un telegiornale ce le stava raccontando di persona una ragazzina smilza e che sorrideva triste per l'imbarazzo.
E poi ho visto gli occhi di mia figlia, pieni di rabbia e indignazione ma scintillanti anche di qualcos'altro... speranza, anzi, convinzione che noi potessimo aiutarla.
Con un peso enorme nel cuore, le abbiamo allora parlato tutta la sera, l'abbiamo consolata, consigliata e spronata a fare quello che la madre non aveva più la forza di fare: denunciare ai carabinieri e rivolgersi a un centro antiviolenza.
E mentre lei piangeva lacrime di gioia per aver finalmente trovato qualcuno con cui aprirsi, le arriva un messaggio wathsapp sul telefono con una foto.
Una foto da suo fratello.
Che si era fotografato il naso.
Rotto e sanguinante.
E il messaggio sotto diceva 'Papà ha picchiato la mamma e poi me. E poi se n'è andato'.
Un bambino di 7 anni con la leucemia che deve andare a fare la chemio due volte a settimana.
A vederlo scritto pare assurdo pure a me, una di quelle brutte sceneggiature per una fiction rai in prima serata ma il fatto era che stava succedendo di fronte ai nostri occhi e non so come io sia riuscito a non prendere una delle mie asce appese al muro per andare schiantarlo in due come un ceppo marcio.
Lei, però, non si scompone più di tanto e ci dice 'Adesso vado. Ci penso io' con un tono che nascondeva stanchezza e abitudine... ma forse anche qualcos'altro di nuovo.
Vent'anni anni e ci pensava lei, quando noi - cinquantenni - eravamo solo riusciti a dire delle belle parole, tutto sommato inutili.
Prende ed esce, con noi che le andiamo dietro urlandole di chiamare subito i carabinieri e cercando di andare assieme ma lei sembra essere molto decisa, finché le luci posteriori della sua macchina non scompaiono nella notte.
Minuti, decine di minuti e poi ore ad aspettare notizie, senza conoscere il suo indirizzo e senza sapere dove mandare qualcuno a controllare.
Poi squilla il telefono. È lei. Ci racconta che quando è arrivata a casa ha subito controllato che non ci fosse la macchina del padre, è entrata e ha chiuso la porta da dentro lasciandoci le chiavi sopra. E quando il padre, ore dopo, ha provato a entrare e, non riuscendoci, ha cominciato a dare in escandescenze, ha chiamato i carabinieri dicendo loro che aveva picchiato la madre e il fratello.
Carabinieri che, ovviamente, lo hanno beccato mentre prendeva a calci la porta di un appartamento con dentro una donna e un bambino sanguinanti per le botte ricevute.
Nonostante tutto, quella notte non siamo riusciti a dormire.
Il giorno dopo mi arriva un audio su whatsapp (le avevo dato il mio numero per emergenza) e per quanto forse avrei potuto postarvelo qua per farvelo ascoltare, preferisco trascrivervelo
'Ciao, sono E. Ti volevo dire che ieri sera siamo stati al pronto soccorso e io ho insisitito con i medici che facessero tutte le foto a mamma e L. e che poi chiamassero la polizia che c'è dentro. L. è stato coraggioso e ha raccontato tutto, poi anche mia mamma ha trovato il coraggio di parlare. Ora stiamo andando al centro antiviolenza di Parma così ci aiutano con gli avvocati e magari ci trovano anche un altro posto dove andare. Io vi volevo ringraziare perché per la prima volta in vita mia mi sono sentita in una famiglia vera che capiva il mio dolore e la mia paura e con voi ho trovato la forza di parlare. Grazie di essere così meravigliosi'
Io ogni tanto ascolto quell'audio e poi le telefono per sapere come va. Lo ascolto perché, vedete, non mi sembrava che avessimo fatto chissà che cosa ma il tono della sua voce diceva tutto il contrario.
E allora mi sono ricordato di quella vecchia storia del ragazzino con la gamba rotta al quale ho fatto compagnia mentre aspettavamo l'elisoccorso e di come i genitori, mesi dopo, mi hanno riconosciuto in mezzo alla folla e mi sono venuti ad abbracciare come se gliel'avessi riattaccata, quando io mi ero limitato solo a rassicurarlo in attesa dei soccorsi.
Però ero al posto giusto al momento giusto.
Quel posto e quel momento, però, che non sono e non accadono mai a caso alla persona che sa cosa sia la sofferenza.
Se questo mondo non vi ha reso cattivi - e se siete arrivati a leggere fin qua non solo non siete cattivi ma anzi molto pazienti - allora avrete capito che il posto giusto al momento giusto è quello in cui siete ora, nello stesso frammento di tempo in cui decidete di spostare gli occhi dal centro del vostro dolore personale alla consapevolezza di quello degli altri.
Come non mi stancherò mai di dire, una mano protesa salva tanto chi la stringe quanto chi la tende.
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ogni anno decine di femminicidi, abusi, stupri, violenze familiari, disparità di retribuzione, diritto all’aborto che è osteggiato da metà classe politica, molestie per strada e sul lavoro ecc.
arriva l’8 marzo
auguriii i i i wooooo pigliati sta mimosa auguri donneee ewowowowowo per festeggiare sciopero nazionale dei treni (spoiler a lavorare coi treni ci vanno anche le donne)!!! grande iniziativa tre gusti di gelato dedicati a voi!!!
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Alejandro Jodorowsky dice che un albero sano è quello che produce frutti dolci e nutrienti, anche se nel suo aspetto esterno è un albero "storto".
Invece un albero maestoso che produce frutti "tossici" è un albero malato...
Guarire significa non continuare a ripetere gli schemi comportamentali del nostro albero genealogico.
"La guarigione dell'albero consiste nel rimuovere la ripetizione, comprenderla o ripeterla in modo positivo"
Cos'è la famiglia?
La famiglia è la cosa permanente, c'era prima che arrivassimo, le apparteniamo finché vivremo e continuerà ad esistere dopo di noi. È una generazione di vivi, che cammina con almeno due generazioni di morti alle spalle fino al traguardo, dove tocca salire sulle spalle della prossima generazione di vivi.
Io sono la mia famiglia?
Ricordiamoci che dal punto di vista della metagenealogia ognuno di noi è abitato dalle tre generazioni che lo precedono, il che fa almeno 14 persone. Da questa prospettiva, consideriamo che i segreti custoditi in una generazione siano una sorgente insana di traumi e conflitti per coloro che ci arrivano dietro.
C'è un legame tra malattia e segreti di famiglia?
Il rapporto tra malattia e segreti di famiglia è abbastanza evidente nello studio degli alberi genealogici. La famiglia è come una pentola psicologica piena di segreti, tabù, silenzi, vergogna. Ci sono omicidi, follia, furti, infedeltà, prigione, incesto, abusi... Così, la malattia non è la soluzione del problema, ma un invito ad affrontare un conflitto familiare che è rimasto segreto. Come ha scritto Françoise Dolto: "Quello che è silenzioso nella prima generazione, la seconda lo porta nel corpo. ”
Quali cose, a livello psicogenealogico, stiamo caricando sul corpo?
Sul lato destro... c'è l'eredità paterna. Lato sinistro... eredità materna. Il ventre... la madre. Problemi alla schiena... carichi i genitori. Genitori divorziati o separati... punte dei piedi si staccano. Paura della sessualità... bacino spostato all'indietro. Non ti hanno amato... petto indurito e insensibile
Se non uso parole per esprimere il mio dolore, lo esprimerò con il mio corpo?
Anne Ancelin Schützenberger lo ha studiato a fondo: "I duelli non fatti, le lacrime non versate, i segreti di famiglia, le identità inconsce e lealtà familiari invisibili" camminano sui figli e sui discendenti. "Ciò che non si esprime con le parole si esprime con i dolori". O per incidenti, come nel caso di una biznipote che perde la verginità per caso a sette anni (giocando a salto con la pertica) e studiando il suo albero, scopre che la sua bisnonna è stata il frutto di uno stupro, concepito nello stesso giorno in cui è avvenuto l'episodio.
Come si possono osservare i segreti nell'albero genealogico?
Quando l'albero vuole svelarti un segreto, crea una struttura, qualcosa che si ripete, con questo vuole attirare la tua attenzione. Ad esempio una data che si ripete, uno stile di scelta della coppia, incidenti con ingredienti simili. Questi segreti sono custoditi per vergogna, pudore, per proteggere i bambini o autoproteggersi davanti alla società.
Dove sono questi segreti?
Ogni segreto che abbiamo è nello strato che gli spetta (i quattro ego):
Le mie idee folli segrete, possiamo identificarle al livello dei miei bisnonni
Le mie emozioni segrete, sono nei miei nonni
I miei segreti sessuali-creativi sono nei miei genitori
I miei segreti materiali di territorio sono nei miei fratelli
Quando il segreto è portato da un membro della famiglia, questo lo vive come un corpo estraneo e fastidioso, il suo corpo lo vive come un tumore o un bolo alimentare che deve uscire fuori. Non dobbiamo mai dire segreti ai bambini, è un abuso.
Sappiamo anche il potere della comunicazione non verbale, se qualcuno davanti a te tace un'informazione importante, prima o poi si rivela con qualche gesto inconscio. Freud diceva: "Colui le cui labbra tacciono, parla con la punta delle dita. Si tradisce da tutti i pori”.
Claudine Vegh diceva: "Vale più conoscere una verità, anche quando è difficile, vergognosa o tragica, che nasconderla, perché ciò che tace, è subordinato o indovinato dagli altri e questo segreto diventa un trauma più grave a lungo termine".
I segreti devono essere areati se sono del presente, nel modo più appropriato e nel momento più propizio, oppure guariti con la psicomagia se sono del passato. Uno strumento utile è disegnare l'albero guarito: si tratta di fare un'opera in cui rappresentiamo tutti i membri, con disegni o fotografie attaccate come collage. A ognuno daremo il suo scopo compiuto, tutto quello che diamo lo diamo a noi stessi, e lì appariranno tutti i segreti trasformati in benedizioni.
L'albero ha dei segreti, mentre può provare a svelarli. In ogni albero appare in un certo momento un eroe, colui che lo guarisce e si guarisce, colui che osa costruire l'albero genealogico. Non esistono alberi sani perché viviamo in una società malata.
"La guarigione dell'albero consiste nel rimuovere la ripetizione, comprenderla o ripeterla in modo positivo"
Alejandro Jodorowsky
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Il rapporto spiega che la tratta, la riduzione in schiavitù, il lavoro forzato, la detenzione, l’estorsione e il traffico di migranti vulnerabili hanno generato entrate significative per individui, gruppi e istituzioni statali e hanno incentivato la continuazione delle violazioni. Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che i migranti siano stati ridotti in schiavitù in centri di detenzione ufficiali così come in “prigioni segrete” e che lo stupro sia stato commesso come crimine contro l’umanità. Nel contesto della detenzione, le autorità statali e le entità affiliate – tra cui l’Apparato di deterrenza della Libia per la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo (Dacot), le Forze armate arabe libiche (Laaf), l’Agenzia per la sicurezza interna (Isa) e l’Apparato di supporto alla stabilità (Ssa) e la loro leadership – sono stati ripetutamente trovati coinvolti in violazioni e abusi. I detenuti sono stati regolarmente sottoposti a tortura, isolamento, detenzione in isolamento e negato un adeguato accesso ad acqua, cibo, servizi igienici, luce, esercizio fisico, cure mediche, consulenza legale e comunicazione con i familiari. La missione ha invitato il Consiglio per i diritti umani a istituire un meccanismo di indagine internazionale indipendente dotato di risorse sufficienti e ha esortato l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) a istituire un meccanismo distinto e autonomo con un mandato permanente per monitorare e riferire in merito gravi violazioni dei diritti umani «al fine di sostenere gli sforzi di riconciliazione libici e assistere le autorità libiche nel raggiungimento della giustizia e della responsabilità di transizione». E la cosiddetta Guardia costiera libica? «Il sostegno fornito dall’Ue alla Guardia costiera libica in termini di allontanamenti, respingimenti e intercettazioni ha portato a violazioni di alcuni diritti umani», ha dichiarato uno degli investigatori incaricati dal Consiglio per i diritti umani sotto l’egida dell’Onu, Chaloka Beyani. «Non si possono respingere le persone in aree non sicure, e le acque libiche non sono sicure per l’imbarco dei migranti», ha proseguito, precisando che l’Ue e i suoi Stati membri non sono stati ritenuti responsabili di crimini, ma «il sostegno fornito ha aiutato e favorito la commissione dei crimini» stessi.
Signori, ecco cos’è “a casa loro”. Lo scrive l’Onu
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Se un giorno dovessi averne la possibilità racconterei quello che succede dentro i reparti psichiatrici nell’Italia del 2023. Magari non in tutti, ma certamente tutti hanno lo stesso iter, vecchio, anacronistico e molto spesso ai limiti della dignità umana. Ho assistito a scene terribili e devo sentire ancora osannare Basaglia per aver chiuso i manicomi come grande conquista, certo, peccato che hanno continuato ad esistere, in maniera più silenziosa e subdola. Grande rispetto per la figura di Basaglia, intendiamoci.
All’ultimo ricovero una situazione in particolare mi ha lasciata senza parole, inerme. C’era questo ragazzo straniero, parlava un italiano stentato, a un certo punto, mentre fumavamo fuori, mi dice: Io vorrei tenere gli occhi aperti, ma loro me li chiudono. Io gli chiedo chi, chi glieli chiuda, e lui mi risponde e mi fa intendere gli psichiatrici, i medici. Lui vorrebbe vedere, dice. Ovviamente si riferiva alla mole di farmaci con cui vengono imbottiti i pazienti nei reparti psichiatrici, indiscriminatamente, a prescindere dalla gravità, è prassi. E non sono cure personalizzate, intendiamoci; potrei elencare i soliti tre farmaci ormai vecchi e superati (e mal tollerati) con cui vieni sistematicamente trattato a prescindere che tu sia uno schizofrenico, un sociopatico o una persona che ha avuto un momento di cedimento. Diventi uno zombie umano. Sbavi. Non ti reggi in piedi. Non riesci ad articolare le parole, e di conseguenza non riesci neanche a spiegare in maniera coerente a chicchessia né il tuo stato, né gli abusi che eventualmente subisci all’interno. Perché all’interno non ci sono telecamere, non c’è alcuna tutela, a stento riesci a vedere e parlare con i familiari. Se ti ribelli ti legano o ti imbottiscono di altri farmaci o ti fanno restare lì dentro mesi. Ho visto gente in reparto per quasi un anno. Un fottutissimo anno a sostare in un reparto microscopico senza nulla da fare, imbottito di farmaci e con un paio d’ore d’aria al giorno. Gli psichiatri? Figure mitologiche che incontri una volta a settimana se ti va bene, senza alcun tatto, alcuna umanità. Esci da lì dentro più traumatizzato di come sei entrato. Come dite, il TSO è un’eccezione, dunque ti puoi sottrarre da un trattamento sanitario volontario? Ahahah. Il TSO teoricamente non viene quasi più applicato, perché è uno sbatti a livello giuridico e sono necessarie una serie di approvazioni, quindi, sempre teoricamente, una volta che ti ritrovi in reparto dovresti poter uscire, firmando, se non sei sotto TSO. Ebbene i reparti psichiatrici se ne fregano. È capace che tu per legge non stia sotto TSO, ma non puoi uscire uguale, neppure firmando. (Vi fermo subito, vale anche per casi in cui ti ci sei ritrovato senza aver necessariamente compiuto atti “gravi”). Ti ritrovi dunque senza tutele giuridiche di cui spesso non sei nemmeno tu a conoscenza, perché chi finisce là dentro è talmente ai margini della società che non conosce nemmeno i diritti di cui gode, lontano dai propri affetti, bistrattato dal personale sanitario ed imbottito contro la sua volontà di farmaci totalmente inutili che servono a sedarti e a renderti docile. Perché le cazzo di strutture psichiatriche pubbliche non sono strutture riabilitative, di “diagnosi e cura”, come piace chiamarle alla sanità, ma delle cazzo di strutture contenitive dove viene messo 1) chi non dovrebbe trovarsi lì perché ha spesso problemi altri, 2) persone “scomode” che non si sa dove cazzo mettere, e se non hai la fortuna di mantenere un briciolo di lucidità nonostante i farmaci, come me, e di osservare in maniera critica cosa accade, di avere qualcuno al di fuori che fa il casino per te, un legame con l’esterno, sei fottuto.
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Abusi sessuali su una 16enne, ex politico nei guai
Abusi sessuali su una 16enne, ex politico arrestato
L’ex politico, attualmente dipendente del Comune di Conca dei Marini, è accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza minorenne, una 16enne residente a Maiori. Per lui come scrive anche l’odierna edizione de Il Mattino, sono scattati gli arresti domiciliari.
Le indagini
Le indagini sono scattate dopo la denuncia giunta alle forze dell’ ordine e sporta dai familiari della minorenne che si è confidata con loro ed ha raccontato l’episodio di presunta violenza sessuale. In una circostanza, stando a quanto riferito agli inquirenti dalla ragazza, Budetta ha palpeggiato la minorenne. I fatti stando a quanto si apprende, sono avvenuti 3 mesi fa.
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Minorenne abusata e famiglia sotto minacce: arrestato quarantenne a Catania
Arrestato un quarantenne a Catania per presunti abusi su una minorenne e maltrattamenti in famiglia, emersi grazie a segnalazioni e indagini della polizia.
A Catania, la Squadra Mobile ha arrestato un uomo di quarant’anni con l’accusa di violenza aggravata e maltrattamenti familiari, anche su minori. Le indagini, coordinate dalla Procura di Catania, sono iniziate in seguito a una segnalazione proveniente da una comunità di accoglienza. La responsabile della struttura ha riportato alle autorità confidenze che avrebbe raccolto da…
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CONTINUA A TENERE ISOLATA LA MINORE SULLA QUALE SI COMMETTONO DEPRAVAZIONI A SFONDO SESSUALE, VIOLENZE FISICHE E PSICOLOGICHE, ASSIEME AI SUOI FAMILIARI E MARITO, LUCIANO MARELLO, CHERUBINA DI PONZIO E SCOVINO LUIGI.
STALKER, CALUNNIATRICE, TERRORISTA PSICOLOGICA, LADRA, BUGIARDA PATOLOGICA, MANIPOLATRICE ED ESIBIZIONISTA SESSUALE ANCHE DAVANTI A MINORI.
AIUTATA ATTIVAMENTE NELLE VIOLAZIONI, NEGLI ABUSI, NELLE VIOLENZE E NELLE MANIPOLAZIONI, DA PARTE DI ALESSANDRA GAVA, ASSISTENTE SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO, ALTRETTANTO PSICHIATRICA GRAVE MA ABILITATA, OSSESSIONATA, DEPRAVATA, BUGIARDA PATOLOGICA E MANIPOLATRICE. ASSIEME ALLA COMPLICITÀ DI FRANCESCO ISOLDI, DEL CONSORZIO IL MOSAICO, ALTRO PERSONAGGIO DISTURBATO.
DIFESA E IN APERTA APPROVAZIONE DELLE VIOLENZE DA PARTE DI SIMONA AGOSTINIS, EDUCATRICE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA E ULTERIORI MENZOGNE PATOLOGICHE, MANIPOLAZIONI E ABUSI GRAVI DA PARTE DI MARCO VISINTIN, PSICOLOGO MALATO MENTALE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA.
TUTTI QUESTI HANNO GARANTITO L'ABUSO SMISURATO E LE VIOLENZE CONTINUE A CARICO DELLA VITTIMA DI VIOLENZA DOMESTICA, ANCHE FUORI DA TALE ABITAZIONE DOMESTICA.
#friuli venezia giulia#fvg#italia#trieste#psichiatrici#Oss#Cattinara#Scovino Livia#Livia Scovino#Asugi#Ospedale Cattinara#Violenza#Minori#Alessandra Gava#Simona Agostinis#Marco Visintin#Csm basaglia#Csm Gorizia
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𝑰𝒎𝒑𝒂𝒕𝒊𝒂
Dante Schmitz o più semplicemente Dan ("Impatia" è il suo progetto da solista) è un cantante anglo-tedesco classe 2002, specializzato in Art Rock e Art Pop (per capirci, un tipo di musica estremamente sperimentale, che cerca di mandare un messaggio rompendo gli schemi).
Nasce da un background familiare molto complesso, perché viene messo al mondo in un periodo di crisi nel matrimonio dei genitori, che alternava periodi di totale incomunicabilità a esplosioni di discussioni anche violente, e la sua presenza era il debole collante che teneva insieme il matrimonio.
Suo padre era una persona emotivamente distante, e ciò lo portava ad allontanarsi dalla famiglia, il matrimonio era una prigione per lui, che pur di non affrontare, "scappava" via, lasciando soli lui e la madre.
La madre, al contrario, aveva un bisogno malato di suo marito, quindi aveva un attaccamento morboso a lui, seguendolo come un cane fedele farebbe, anche quando lui di lei non voleva saperne.
In tutto questo marasma familiare, per il piccolo Dante non c'era spazio, che osservava da lontano le sue dinamiche familiari, e in qualche modo si convinceva che la situazione che i suoi genitori vivevano fosse normale, e che il loro rapporto fosse sano. I suoi genitori gli dicevano di amarlo, ma in fin dei conti si scordavano di lui.
Dan, in preadolescenza subisce abusi da parte di un membro della famiglia a lui vicino, suo fratello maggiore, ma i genitori, troppo assorbiti dai loro problemi, minimizzano l'accaduto, pensando che si tratti solo di qualche fantasia del bambino che sta ingrandendo delle dinamiche familiari normali, distorcendo di molto la sua percezione dell'amore. Se quello non era amore, cosa altro avrebbe dovuto esserlo?
Questa infanzia disfunzionale instilla in Dan una profonda sfiducia negli altri e un disperato bisogno di persone che prendano il controllo della sua vita, perché sente che da solo non è capace. Cerca costantemente conferme e affetto, credendo che l'inseguire fino allo sfinimento gli altri sia l'unico modo per essere amato. Si piega alle volontà degli altri, e la sua personalità si adatta continuamente per piacere agli altri, temendo l'abbandono.
Dan ha quindi una visione distorta dell'affetto e delle relazioni sentimentali (interpersonali in generali). Questo tipo di amore è caratterizzato da dinamiche di potere sbilanciate, manipolazione emotiva e comportamenti autodistruttivi.
Dan si sente costantemente indegno di amore autentico e crede di dover guadagnare affetto attraverso il sacrificio personale.
Vive con un profondo senso di colpa, pensando di meritare l'abuso e la manipolazione che subisce, e fa fatica a dire di no e a stabilire confini, per paura di essere abbandonato, accettando il dolore come parte integrante dell'amore.
Dan è pienamente consapevole della sua visione distorta dell'amore, quindi verso l'età adulta evita di immischiarsi in relazioni, perché convinto che il tutto sia colpa sua e della sua "incapacità di amare".
Ovviamente all'esterno è una persona amichevole e affabile, un "ottimo amico", qualcuno che sta comunemente simpatico a tutti, con la sua personalità pungente e le sue battute sarcastiche, ma mai fuori posto.
Internamente, fa fatica a identificare i propri veri desideri,.avendo passato gran parte della vita a conformarsi agli altri, sentendosi perso e confuso riguardo a chi sia veramente, fuori dalle aspettative degli altri.
"Oltre quello che gli occhi vedono, io non esisto"
La sua passione per la musica comincia da quando era piccolo, trovando interessante come ogni canzone fosse unica a modo suo, come ogni canzone avesse un identità che lui sentiva di non avere. Questo in concomitanza col fatto che aveva un indubbio talento nel canto, senza nemmeno sforzarsi poteva raggiungere note acutissime (è un controtenore).
Decide di usare questo suo innato talento quando, crescendo, sente il bisogno di sfogare i suoi problemi su qualcosa, affidandosi così alla musica. Compone melodie originali, l'unico impiccio era diffonderle.
A 16 anni, nel 2018, leggendo l'annuncio degli Yatch Club che cercavano un lead vocalist, prese l'occasione al volo e si presentò ai provini. La sua voce non era adatta al genere che loro intendevano suonare (loro erano una band hard rock emergente), ma forse fu proprio questo che convinse Sal, il frontman, ad accettarlo.
Il suo periodo nella band fu un periodo florido musicalmente, nonostante i testi non parlassero di lui personalmente, loro gli davano il permesso di interpretarli a modo suo, il suo strumento era la sua voce, e aveva intenzione di fare cose meravigliose con essa, ispirandosi al teatro e all'opera, a lui cari.
Almeno finché non viene cacciato senza ragione nel 2021, costringendolo a trovare un altro modo per andare avanti. La delusione della band fu tale che non riuscì ad inserirsi in nessun'altra band pur provandoci, quindi dal 2022 in poi decide di bandire il suo progetto da solista, Impatìa, che racconta tramite la sua musica (e con l'aiuto un ghostwriter e un produttore) la sua storia, attraverso l'uso di aforismi, metafore, citazioni che rendono la sua musica unica nel suo genere, nonostante segua un unico filo conduttore, se stesso.
Grazie a questo suo progetto, diventa in poco tempo popolare tra i cantanti indie, fino a che non spopola con il suo singolo "Anna Katerina", che parla di una donna intrappolata in un matrimonio disfunzionale, troppo debole per uscirne (chiaro riferimento alla sua storia), portandolo in poco tempo sulla cresta dell'onda.
È attualmente uno dei cantanti più quotati e citati come "innovativi" dell'Inghilterra, se non del mondo.
Info Causali
Data di nascita: 8/08/2002
Luogo di nascita: Bradford, UK
Genere e pronomi: Maschio, qualunque pronome
Orientamento: pansessuale
Altezza: 1.65m
Peso: 53g
Religione: Pagano
Specie: Dendrobatidae
Significato del nome:
"Dante" proviene da Dante Alighieri, i genitori erano grandi lettori della lettura europea (curiosità, sua sorella gemella si chiama Virgil).
"Impatia" non ha un vero significato, ha sognato questa parola che gli rimase così impressa da usarla come nome d'arte.
Favorites
Animale: volpe
Ora del giorno: l'alba o la sera subito dopo il tramonto
Stagione: late summer
Colore: ceruleo
Cibo: pesce, soprattutto i gamberetti
Drink: latte di mandorla
Attività: cantare, ascoltare musica, guardare film, andare ai musei o andare al teatro
Canzone preferita: Lullaby-The Cure
Film preferito: Miss Peregrine-Tim Burton
Gioco preferito: Pokemon Oro e Argento
Pietra preferita: fluorite viola
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Attuali personalità sociali e sanitarie dannose quanto evidentemente malate.
Non è concepibile che due settori del genere abbiano un marciume umano e mentale del genere. Un degrado odierno schifoso.
Si gioca spudoratamente con la vita degli altri, di abusi, stalking e criminalità.
Non è chiaro chi si cerca di ingannare.
SIETE PSICHIATRICI GRAVI E VERI, MA ABILITATI E CRIMINALI CHE L'ITALIA RENDE LECITI E LASCIA IMPUNITI.
NON SIETE NEMMENO CONSAPEVOLI E NON PROVATE LA BENCHÉ MERA VERGOGNA PER QUANTA MALATTIA MENTALE PROVATE E RICONFERMATE NEL TEMPO.
GABRIELLA BON, INCLUSO IL DIRETTIVO DEL CONSORZIO FHOCUS.
LA PEGGIOR FECCIA, CRIMINALE, PSICHIATRICA, LADRONA, SQUALLIDA, TROGLODITA, PUTTANA ANCHE IN POLTRONA, IL PEGGIOR AVANZO DI GALERA DELLE COOPERATIVE SOCIALI. LA RACCOMANDAZIONE E CORRUZIONE TRIESTINA E ITALIANA LECCA IL CULO AD UNA PISHCIATRICA PSICOPATICA DA GALERA E DA MANICOMIO, LASCIANDOLA SEMPRE IMPUNITA.
FRANCESCA ANGELUCCI, PSICOTERAPEUTA PSICOPATICA, BUGIARDA PATOLOGICA, MANIPOLATRICE, CORROTTA, TROGLODITA E ALTRETTANTO CRIMINALE.
ALESSANDRA GAVA, STALKER, DEPRAVATA, GRAVE DISTURBATA MENTALE
SIMONA AGOSTINIS, VERA UTENZA CAMUFFATA PERSONALE NEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI #GORIZIA
SCOVINO LIVIA, OSS PSICHIATRICA GRAVE E DELIRANTE, STALKER, DEPRAVATA, ESIBIZIONISTA SESSUALE, LADRA, BUGIARDA PATOLOGICA, MANIPOLATRICE, CALUNNIATRICE SERIALE, ANCHE DAVANTI A PUBBLICO UFFICIALE E VIOLENTA ANCHE SU MINORE, ASSIEME AGLI ALTRI FAMILIARI, LA QUALE PERÒ RIMANE COMODAMENTE OMERTOSA.
MARELLO LUCIANO, EX POLIZIOTTO EGIZIANO DEGLI ANNI D'ORO, BUGIARDO PATOLOGICO, MANIPOLATORE, DEPRAVATO, ESIBIZIONISTA SESSUALE.
MARCO VISINTIN, PSICOLOGO BUGIARDO DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI #GORIZIA, DIMOSTRA COME PER LAVORARE ALL'INTERNO DI QUESTO BISOGNA POSSEDERE LA PROPRIA MALATTIA MENTALE.
E ANCORA, I SERVIZI SOCIALI DEI MINORI DOPO ANNI NON TOLGONO LA MINORE DATA IN AFFIDO A PSICHIATRICI, VIOLENTI, BUGIARDI PATOLOGICI, MANIPOLATORI,LADRI, DEPRAVATI, ESIBIZIONISTI SESSUALI E OVVIAMENTE VIOLENTI FISICAMENTE E PSICOLOGICAMENTE, DOVE LA BAMBINA È SIMBOLO DI PROPRIETÀ E FONTE DI SFOGO DELLE PROPRIE FRUSTRAZIONI
E ORESTE, IL PIÙ RINOMATO DELIQUENTE NAPOLETANO DEL #FAMILA DI VIA TERZA ARMATA DI GORIZIA, DISTURBATO E DELIQUENTE È DIR POCO, MA SEMPRE A PIEDE LIBERO E COMPIACIUTO DELLA SUA DELIQUENZA.
NON UNO DI LORO HA MAI PENSATO DI SBAGLIARE VIOLANDO, CON OGNI INTENZIONALITÀ, LA VITA ALTRUI.
NON UNO DI LORO NON SI È CREDUTO NON IN DOVERE DI DOVER ABUSARE DELLA VITA ALTRUI, DI VIOLARE E INTROMETTERSI, COMPROVATAMENTE.
NON UNO DI LORO ANCORA OGGI NON SI SENTE SODDISFATTO DELLE VIOLAZIONI E DEI DANNI ARRECATI E LEGITTIMATO A DOVERLO FARE.
ANDATE A MORIRE AMMAZZATI VOI E IL VOSTRO FINTO BUONISMO, SE SIETE ANCORA INCAPACI DI VEDERE QUESTA MONNEZZA UMANA QUALE SONO, IN TUTTA LA LORO PIÙ ENORME INUTILITÀ ESISTENZIALE.
MALDETTI PSICHIATRICI DI MERDA, INUTILI SULL'INTERO PIANETA, VEDERVI MORTI SARÀ UNA LIBERAZIONE ASSOLUTA E UN RIPULIRSI DELLO STESSO MONDO DA COSÌ TANTA MONNEZZA E FALLIMENTO UMANO E FINALMENTE GIUSTIZIA CHE L' #ITALIA, PAESE DEL TERZO MONDO, GEMELLATA CON L'IRAN, NON SARÀ MAI IN GRADO DI DARE.
CHE SOTTO TERRA CON VOI CI FINISCA L'INTERO ALBERO GENEALOGICO ALTRETTANTO MALATO DI MENTE.
#italia#trieste#lgbt free#cooperativa sociale#fvg#diritti#soldi#friuli venezia giulia#criminalità#ospedale#Oss#Csm#Servizio sociale#Mondo#Violenza#World#Gorizia#Lgbt#lgbt community#lgbtqia#Gabriella Bon#Francesca Angelucci
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🌟 Vogliamo SMarphy: Un Manifesto per la Cura del Paziente
Gli abusi fisici e psicologici nei confronti del personale sanitario sono una questione estremamente seria e preoccupante. Esploreremo alcuni aspetti specifici riguardanti questo tema in Italia:
Legge 113/2020:
Nel 2020, l’Italia ha risposto all’allarme sociale riguardante le crescenti aggressioni agli operatori sanitari con l’approvazione della Legge n. 113 del 14 agosto.
Questa legislazione, intitolata “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni,” ha cercato di affrontare la questione delle aggressioni contro il personale medico1.
Tuttavia, a quasi tre anni dalla sua entrata in vigore, la sfida persiste.
Fattori di rischio:
Secondo la Relazione di Accompagnamento al disegno di legge S-867, i fattori di rischio responsabili di atti di violenza diretta contro gli esercenti le professioni sanitarie sono numerosi.
L’elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l’erogazione della prestazione sanitaria.
Spesso sono coinvolti soggetti, come il paziente stesso o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l’effetto di alcol o droga1.
Dati INAIL:
I dati dell’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) mostrano un incremento degli infortuni sul lavoro dovuti ad aggressioni nel settore sanitario.
Nel 2022, sono stati registrati oltre 1.600 casi positivi di aggressioni sul lavoro, rispetto al 2021 (circa un centinaio di casi in più) e ancor di più rispetto al 2020 (circa 1.400 denunce).
Nel quinquennio, il 37% dei casi è concentrato nell’Assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, studi), il 33% nei Servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica, centri di accoglienza, ecc.) e il 30% nell’Assistenza sociale non residenziale.
Le donne sono soprattutto colpite, rappresentando oltre il 70% degli infortunati1.
Emergenza pandemica da Covid-19:
La legge è stata approvata proprio nel corso dell’emergenza pandemica da Covid-19 e risente in qualche modo del sentimento di gratitudine nei confronti del personale sanitario che lavora a pieno ritmo nella cura delle persone contagiate1.
In sintesi, la violenza contro il personale sanitario è un problema grave e richiede misure concrete per garantire la loro sicurezza e benessere. La formazione, la sensibilizzazione e l’implementazione di protocolli di sicurezza sono essenziali per affrontare questa sfida.
📊 Statistiche sulle Denunce dei Pazienti contro Medici Abusanti
Le statistiche riguardanti le denunce dei pazienti nei confronti dei medici sono rivelatrici:
In Italia, negli ultimi tre anni, sono stati registrati oltre 5.000 casi di aggressione nei confronti degli operatori sanitari. Il 71% di questi casi riguarda le donne, mentre il 39% coinvolge operatori sanitari tra i 35 e i 49 anni. La categoria più colpita è quella degli infermieri ed educatori che lavorano con tossicodipendenti e alcolisti, seguita dai operatori socio-sanitari. La categoria dei medici rappresenta il 3% dei casi 4.
La lotta per la dignità e la cura del paziente continua. #VogliamoSMarphy! 🌟👂🏥
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Vicenza. Il pranzo di famiglia si trasforma in un processo con accuse surreali: necessario l'intervento della Polizia di Stato
Vicenza. Il pranzo di famiglia si trasforma in un processo con accuse surreali: necessario l'intervento della Polizia di Stato. Il 26 marzo, verso ora di pranzo, un equipaggio in servizio di Volante è intervenuto in città presso un'abitazione in cui un giovane di circa 30 anni, ivi residente, aveva chiesto aiuto lamentando di essere vittima, orami da anni, di violenze ed abusi da parte dei familiari conviventi. Stando a quanto successivamente ricostruito, il giovane, dopo aver chiamato la Polizia, si accomodava al tavolo per consumare il pranzo con i suoi familiari (padre, fratello e madre). Nel corso del pranzo, improvvisamente, il giovane iniziava ad accusare inaspettatamente tutti i commensali – per la prima volta nella sua vita – di essere vittima di abusi e violenze, commesse da tutti i familiari seduti a tavola. Vani risultavano i tentativi, del tutto bonari, degli stessi parenti di capire meglio cosa stesse dicendo il giovane, il quale sembrava farneticare, tanto da destare in loro forte preoccupazione. A quel punto, sopraggiungeva inaspettato l'equipaggio delle Volanti, chiamato dal giovane prima di sedersi a tavola, all'insaputa degli altri familiari. In presenza dei Poliziotti, il giovane continuava ad accusare tutti commensali per soprusi e violenze subiti da anni, come fosse un processo in diretta, chiedendo agli Agenti intervenuti di arrestare i presenti e portarli in Questura. I familiari, declinavano ogni responsabilità e cercavano di interloquire pazientemente con il figlio per farlo ragionare sulle accuse mosse, evidenziando come fosse la prima volta che assumeva un simile comportamento e palesava simili addebiti. A quel punto i Poliziotti, preso atto dell'atteggiamento dei familiari e dei discorsi alquanto sconnessi e contradditori del giovane, si vedevano costretti a chiedere l'intervento del SUEM 118 per un consulto medico. Il ragazzo veniva accompagnato in ospedale per le necessarie cure del caso. Le accuse mosse ai genitori si sono palesate evidentemente infondate.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Anche in Cina studiano la correlazione tra Maltrattamenti Infantili (ACE) e Depressione in donne lesbiche e bisex.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10731884/
Gli ACE si dividono in
Abuso
Negligenza
Problemi domestici
L'abuso include violenza fisica e sessuale che anche da mimrenni nelle donne LB è stata doppia, da parte dei familiari, esattamente come negli studi USA e Coreani.
Lo studio fa notare che però in totale le donne cinesi subiscono la metà degli stupri rispetto agli USA e fanno riferimento alla cultura confuciana e poi comunista per difendere questo dato.
A nostro avviso è possibile piuttosto che gli stessi valori impediscano alle donne di denunciare abusi domestici!
Le donne LB che vivevano sole o con compagne donne erano quelle con minori sintomi depressivi.
Gli ACE correlano con la depressione!
Accettare le proprie figlie lesbiche e bisessuali evitando abusi e negligenze in famiglia garantirà loro una vita migliore in termini di salute, emancipazione lavorativa e relazionale.
#Cina #lesbiche #bisex #donne #violenzadigenere #depressione #amigay #ACE
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I vescovi italiani incontrano le vittime degli abusi mentre i sopravvissuti svelano un memoriale
ROMA – All’inizio di questa settimana la leadership della Conferenza episcopale italiana ha incontrato un gruppo di sopravvissuti agli abusi clericali e i loro familiari, pochi giorni dopo che il più grande gruppo di difesa delle vittime del Paese aveva inaugurato un nuovo memoriale. In una dichiarazione del 27 febbraio, il cardinale italiano Matteo Zuppi di Bologna, presidente della Conferenza…
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Carlo in Kenya: "Non ci sono scuse per gli abusi coloniali"
Il re, che resterà in Kenya per quattro giorni, è stato accolto al suo arrivo dal presidente del Paese africano, William Ruto, e dalla first lady. Prima della sua visita c’erano stati numerosi appelli da parte dei familiari delle vittime degli abusi coloniali affinché Carlo porgesse “scuse pubbliche inequivocabili” per l’accaduto. source
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