#pugnali
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Violenza domestica a Casalnoceto: arrestato marito violento grazie al coraggio della moglie
La determinazione delle vittime e l’intervento dei Carabinieri evitano conseguenze peggiori
La determinazione delle vittime e l’intervento dei Carabinieri evitano conseguenze peggiori. A Casalnoceto, un uomo di 70 anni è stato arrestato dai Carabinieri per maltrattamenti, minacce e lesioni nei confronti della moglie e del figlio. Un episodio drammatico, che riflette una situazione di violenza domestica radicata nel tempo, si è concluso grazie al coraggio della donna che, trovando la…
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occhi-grandi · 2 years ago
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"Ogni tanto mi fa male il cuore, lo sento soffrire e sento che è come se mille piccoli pugnali lo trapassaserò, quando ho questa sensazione l'ascolto però cerco di curare il mio cuore perché non posso andare avanti così."
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smokingago · 8 months ago
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Come hanno potuto farti questo?
Com'è possibile che gliel'hai lasciato fare?
Hai indossato la tua impenetrabile corazza tutte le volte che chi ti amava, con dolcezza, avrebbe voluto spogliarti di quella pesante armatura.
Mentre te la sei tolta da sola davanti a chi, armato di frecce e pugnali, sapevi già ti avrebbe trafitto l'anima e insanguinato il cuore.
Non farti più del male.
Non farmi più del male.
#smokingago #imieiversi #pensieri
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susieporta · 2 months ago
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Il giudizio degli altri ha sempre a che fare con i nostri confini interni, e con l'importanza che diamo a chi ci giudica.
Infatti, se io non do importanza all'altro, il suo giudizio non mi tocca.
Se l'altro mi giudica, mi critica, mi insulta, ma per me egli non rappresenta nulla, le sue critiche non scalfiscono il mio orgoglio, non feriscono la mia sensibilità, non toccano una mia ferita passata.
Se viceversa l'importanza che do alla sua persona è elevata, ogni suo gesto o parola sono pugnali che aprono uno squarcio nella mia carne.
I confini si fanno labili perché egli, essendo per me importante, acquisisce un potere tale nei miei confronti da riuscire a sfondare le mie difese interne, i miei confini protettivi.
La sua forza, nel giudicarmi, è così grande da manipolare i miei stati d'animo e comportamenti.
Ma in realtà il suo potere su di me dipende sempre da me, dalla mia capacità di mettere un argine alla percezione amplificata che io ho di lui.
E dipende anche da quanto i miei confini interiori sono forti, solidi, concreti.
Quanto e fino a che punto nutro rispetto nei miei confronti, da non farmi trattare a pesci in faccia da qualcuno che, per altro, a volte, neanche merita il mio rispetto?
In qualsiasi lavoro di crescita personale riguardante la sensibilità nei confronti del giudizio altrui, si procede nell'indagine del perché si dà tanta importanza alle parole dell'altro, quali parti di noi egli va a toccare, e al tempo stesso si approfondiscono i motivi che stanno alla base di confini troppo labili.
Si decostruisce l'importanza dell'altro, e si rafforzano i confini interni.
Quando Alessandro Magno decise di andare a trovare il grande filosofo Diogene di Sinope, pensando di onorarlo regalandogli qualsiasi cosa egli volesse, gli chiese cosa desiderasse di più dalla vita.
Il filosofo, per nulla intimorito dalla figura di Alessandro, gli rispose in questo modo:
"Mi fai ombra, spostati dal mio sole".
Omar Montecchiani
#armaturainvisibile
#quandolosentinelcorpodiventareale
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kon-igi · 9 months ago
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DA SERVIRE FREDDA
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La tamblera @matermorbi ha concluso questo interessante acquisto presso una bancarella dell'usato e mi ha chiesto come poterne tirare a lucido la lama.
Si tratta di un coltello a serramanico tipico della Corsica ma di derivazione toscana, da dove ne venne importato il disegno e la forma dal alcuni coltellinai corsi alla fine dell'800.
Il suo nome è VENDETTA CORSA (come si può leggere sulla lama) e appartiene alla categoria degli STILETTI, pugnali a lama sottile (spesso nemmeno affilata) che si usano prevalentemente in affondo.
La decorazione - stemma con testa di moro sulla guancetta sinistra e motivi floreali su quella destra - sono classici di questo prodotto e sebbene queste sembrIno serigrafate su plastica, una volta erano incise su osso e dipinte a mano.
La restaurazione di un coltello simile fatta ad arte implicherebbe la separazione di tutte le parti (lama, gozzo, molla, impalcatura, rivetti e e guancette) ma per ovvi motivi semplificherò proponendo due sistemi per pulirlo lasciandolo intero.
Visto che le guancette sono di plastica (se fosse stato osso NO) il coltello deve essere completamente bagnato con un lubrificante spray (tipo Svitol, per intenderci) e poi bisogna pulirne l'alloggiamento della lama prima con uno stuzzicadenti - grattando i residui di ruggine e polvere, soprattutto negli angoli - e poi con un pezzetto di carta assorbente pressato dentro e spinto avanti indietro con la punta di un cacciavite piccolo. Solo a questo punto si potrà cominciare a ripiegare la lama (avvolta in uno straccio per non tagliarsi): chiuderla per qualche grado e poi riaprirla, più e più volte fino ad arrivare alla chiusura completa, ponendo attenzione al fatto che dai 90° in poi la molla è concepita per far chiudere la lama di scatto. Per finire la prima parte, un'altra pulita accurata con stuzzicadenti nel meccanismo del perno.
PULIZIA MECCANICA: se si possiede un Dremel, Amazon offre inserti IN FELTRO che cerati con paste abrasive a grit in diminuendo (sembrano saponette di diverso colore che contengono sostanze abrasive a grana progressivamente sempre più fine) possono prima abradere la ruggine e poi lucidare il metallo. Esistono inserti in feltro o panno anche per trapano classico ma sono enormi e nel piccolo si lavora male.
PULIZIA MANUALE: anche qua esistono le cere da lucidatura per carrozzeria ma in mancanza di questo vanno benissimo le paste lucidanti per l'acciaio inox della cucina o addirittura il Vim Crema. Si mette il prodotto su una garza umida e si pulisce il gozzo con movimento circolare ad avvolgere e la lama con movimenti lineari avanti e indietro (sempre gli stessi movimenti... MAI cambiare direzione). L'uso di carta vetrata Grit 5000 e acqua richiede maestria di movimenti perché basta deviare appena per opacizzare il metallo, quindi è sconsigliata.
UN'ULTIMA COSA...
La scritta sui dorsi VENDETTA CORSA e CHE LA MIA FERITA SIA MORTALE sono state fatte con la tecnica dell'elettroincisione, cioè scritte a mano con una vernice a smalto e poi la lama annerita attorno con un tampone imbevuto di acqua e sale collegato a una batteria. Il metallo viene consumato leggermente attorno e diventa opaco, mentre una volta rimosso lo smalto la scritta rimane lucida.
Questo significa che la lucidatura della parte nera non potra mai venire completamente a specchio, pena la cancellazione della scritta, quindi bisogna abradere il minimo senza insistere troppo.
Questo è quanto e...
ESIGO FOTO DEL COLTELLO RESTAURATO! :)
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theoutcastrogue · 9 months ago
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Italian postcard. In English it says "Bologna, Civic museum of the first and second Risorgimento - Six daggers with damask decorations which reproduce some masonic symbols among those ones used by the dekka death society of noble family of Castelbolognese."
A kinda weird translation (what the heck's a dekka?) of the original "Museo Civico del I e II Risorgimento - Sei pugnali con fregi damaschinati che riproducono alcuni simboli massonici frammisti a quelli usati dalla Società della Morte esistita in Romagna, appartenuti ad un membro di nobile famiglia di Castelbolognese."
Pretty daggers though! I think most are German, definitely the one with the wavy / flaming blade, and the second one may be French.
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gregor-samsung · 9 months ago
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“ Sono anni molto violenti a Firenze. La città è percorsa da bande di fascisti terribili, duri e fanatici, riuniti in squadracce dai nomi paurosi. Una su tutti, ‘La Disperata’, al cui soccorso arriva ogni tanto ‘La Disperatissima’, composta da squadristi di Perugia che si muovono anche fuori regione spingendosi a fare incursioni fin nelle Marche. Gentaccia pronta a usare bastone e olio di ricino senza alcuno scrupolo, teppisti, criminali come Amerigo Dumini, il capo degli squadristi che un paio di mesi dopo sequestrano e uccidono Matteotti (e che, ricorda Lussu ne La marcia su Roma, era solito presentarsi dicendo «Amerigo Dumini, nove omicidi»). Il professor Salvadori, per non mettere in pericolo la famiglia, obbedisce alla convocazione senza fare storie e va a piazza Mentana. Entra nel covo alle diciotto del primo aprile [1924] e ne esce a tarda sera, coperto di sangue e barcollante. Max, all’epoca sedicenne, che gli è andato appresso perché aveva delle lettere da impostare alla stazione e l’ha aspettato fuori, ha sentito tre brutti ceffi che ciondolano per la piazzetta dire alcune frasi inquietanti. «Occorre finirlo». «Già, ma chi l’ha comandato?» «L’ordine viene da Roma».
In quel momento Willy esce dal palazzo circondato da una dozzina di fascisti esagitati che brandiscono bastoni. Il padre, ammutolito, è coperto di sangue, e quando Max gli si fa incontro per sostenerlo e aiutarlo riceve la sua razione di botte: i picchiatori non hanno finito, la squadraccia li segue fin sul ponte Santa Trinita, vogliono buttare padre e figlio al fiume. I due si salvano solo grazie a una pattuglia di carabinieri che passa di lì per caso, e quando infine arrivano a casa a mezzanotte, malconci e umiliati, sebbene Cynthia mantenga calma e lucidità e Willy cerchi di minimizzare, lo shock è forte per tutti loro. Scrive Joyce in Portrait: “Tornarono tardi, e la scena è ancora nei miei occhi. Noi due donne (mia madre e io, mia sorella era in Svizzera), affacciate alla ringhiera del secondo piano, sulla scala a spirale da cui si vedeva l’atrio dell’entrata; e loro due che dall’atrio salivano i primi gradini, il viso rivolto in alto, verso di noi. Il viso di mio padre era irriconoscibile; sembrava allargato e appiattito, e in mezzo al sangue che gocciolava ancora sotto i capelli, si vedevano i tagli asimmetrici fatti con la punta dei pugnali: tre sulla fronte, due sulle guance, uno sul mento. Mio fratello aveva il viso tutto gonfio e un occhio che pareva una melanzana. «Non è niente, non è niente», diceva mio padre, cercando di sorridere con le labbra tumefatte. Capii in quel momento quanto ci volesse bene.” In quella sera drammatica che costituisce uno spartiacque nella storia della loro famiglia, Joyce fa tesoro dell’esempio dato dai genitori e dal fratello. Il padre che coraggiosamente cerca di sminuire la portata della violenza e il fratello che lo sostiene forniscono alla Joyce dodicenne «solidità, in quanto alle scelte da fare. Servì a pormi di fronte a ciò che è barbarie e a ciò che invece è civiltà». “
Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Laterza (collana I Robinson / Letture), 2022¹; pp. 13-14.
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nontimuovere1930 · 8 months ago
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TU (la scrivo qui, non la leggerà mai)
Ciao, oggi, dopo quasi cinque anni, mi manchi come quando dopo il primo mese che ci eravamo lasciati, passavo le ore ad aspettare un tuo messaggio. Parlo di ore perché all'epoca mi ricercasti subito, scrivendomi quanto mi amassi e quanto fossi importante per te. Ecco, il mio errore più grande forse lo commisi proprio allora, nel credere a quelle parole, a quelle bellissime parole. Provai un senso di felicità infinita, non potevo credere che fosse successo a me e che finalmente il mio turno fosse arrivato. Il principe azzurro tanto agognato, bellissimo, intelligente, colto, bravo a letto ( all'epoca bravo, dovevamo ancora conoscerci bene , adesso superlativo ma questo te lo diranno tutte, tutte ti diranno tutto), aveva bussato alla mia porta, si era accorto di me, strampalata, sognatrice, problematica, psicotica e ,UDITE UDITE, mi amava. Sì, le ho tutte ma tu lo hai sempre saputo e dicevi di amarmi , hai detto sempre di amarmi, di provare sentimenti (ultimamente solo a letto ma ..so' dettagli) . Invece io non ti ho mai detto nulla, se non in rarissime occasioni ma i miei occhi, i miei occhi, cazzo hanno sempre parlato chiaro. Anche quando montavi gli ultimi mobili, mi sono soffermata ad “osservarmi” mentre ti guardavo estasiata ,non dalla tua bellezza che sì sei bello ma non basta, ti guardavo estasiata dall'amore che provo per te. Tu non mi hai mai guardato cosi e ti spiego anche il perché. Ti guardo così perché spero di ritrovare quell'amore che provo per te anche nei tuoi, di occhi. A te, di scorgerlo nei miei non ti è mai importato. Anzi se non ti avessi amato, per te sarebbe stato sicuramente meglio. Invece ti amo, mi manchi da soffocare, come quando fa caldissimo e l'acqua non ti basta mai. Scommetto che in questi cinque anni tu, tornando da me, non ti sia mai posto il problema di tornare libero, di pensare “ ma che cazzo ci faccio qui, io voglio lei, adesso lo dico al mondo intero perché l'amore viene prima di tutto e rende felici. Già, l'amore …. la parolina chiave, quella che spiega tutto. Spiega perché io sia ancora qui a piangere per te e spiega perché tu riesca a fare tutto ciò che hai sempre fatto, con le stesse persone o quella di turno, senza minimamente considerarmi se non quando ti gira. Riceverai queste mie parole solo nel caso in cui dovessi scrivermi tu, cosa che farai? Non lo so più. Gli auguri per la festa della mamma avresti dovuto risparmiarteli, perché sono pugnali che sicuramente a tua insaputa(o forse no), ogni volta mi infliggi. Quando qualcuno è interessato a me e non ricambio, io evito qualsiasi contatto, soprattutto se persona per bene , non mando auguri, messaggi, saluti perché temo possa fare più male che bene. Tu questa accortezza, non l' hai mai avuta. Soffre? Ma chi se ne frega, io ho voglia di vederla o di di scoparla , è innamorata … due moine, qualche regalino, le passerà!!! Purtroppo non mi passa ma non importa, mi hai fatto provare cose bellissime, mi hai fatto vivere emozioni dimenticate da tempo e ti ringrazierò a vita, per questo. Mi piace sentirmi viva e tu mi hai fatto rinascere , anche se con l' inganno ma non sono perfetta e sì, le corna non me le meritavo, le bugie nemmeno ma tutto ha un prezzo, a quanto pare. Ho pagato tutto ciò per qualche attimo di felicità e ...va bene cosi. Sono certa che ti ritroverai in tutto ciò che ti ho scritto ma le palle di ammetterlo non le hai mai avute e mai le avrai ma questo ti rende più umano, più maschio. Non ti mancherò di certo ma il mio amore, ne sono certa....il mio amarti a letto, in solitudine, fra le risate e le urla, quello sì, ho la presunzione di pensare che essere amato così come ti ho amato io, ti mancherà e pure tanto. Vaffanculo e maledetto quel giorno in cui t'ho creduto!!! Ti chiedo solo, se possibile, di sparire e di evitare posti in cui tu possa incontrarmi. Insomma con la tua prossima amante o donna della tua vita, evita le mie zone....Chiedo troppo? Pazienza, me lo devi!
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animatormentata · 14 days ago
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È come se mi avessero trafitto mille pugnali contemporaneamente al cuore
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gore-freakk · 14 days ago
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Ho bisogno di controllo
È questo il mio problema.
Odio non poter prevedere le cose, odio non poter sapere cosa passa nella testa delle persone che ho accanto quando mi guardano, qundo mi pensano...
Non so, mi sento cosi estranea a tutto non so come comportarmi e sono convinta che tutti mi odiano e vogliono farmi del male… se qualcuno è gentile o mostra interesse nei miei confronti la prima cosa che penso è: Qual’è il loro scopo? Credo le persone vogliono solo farmi abbassare la gurdia, farmi credere che posso essere amata e nel frattempo mi prendono solo in giro, di nascosto mi piantano mille pugnali nella schiena e io mi convinco che sono solo le mie paranoie ma alla fine decidono di pugnalarmi dritta al cuore guardandomi negli occhi e realizzo che non potrò mai essere amata sono solo un passatempo cosi da avere un argomento con cui ridere con i propri amici…
Non riesco proprio a fidarmi delle persone è piu forte di me.
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alla fine, a nessuno è mai importato nulla di me. Sempre a sentire le stesse vomitevoli parole ma nessuno ha mai fatto realmente qualcosa che mi desse motivi per restare, tutto ciò che ho sempre ricevuto sono stati pugnali nella schiena e tanti schiaffi in faccia. Poi rimanevo sola, ché in realtà lo son sempre stata, si sono sempre presi il meglio e poi spariti come nebbia al mattino. Ecco, io non voglio più. Io non voglio più provare amore, ho provato a smettere tante volte, mi sono maledetta per non riuscirci ma davvero, davvero sta volta io non ce la faccio proprio più. Sono anni che il dolore mi segue come un'ombra, come se fosse la mia ombra, anni che non trovo sollievo in nulla, in nessuno. Anni che chiedo solo un po' d'amore e mi ritrovo a danzare con il diavolo. È tutto andato, di me tutto perso, tutto rotto e voglio che rimanga così, nessuno può guarirmi ed io non voglio più tornare intatta.
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fatticurare · 2 years ago
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Ora dovranno affrontare un processo dove rischiano una condanna a 8 anni di carcere duro. Il termine duro è dovuto all'entità del danno associato al danno d'immagine del sistema di difesa aerea Patriot e alle bugie consolidate del comando delle forze armate ucraine.
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eropainauchocolat07 · 7 months ago
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Ieri é emerso che praticamente é come se nascondessi il mio vero io sia per non essere ferita sia perché così è più comodo. Il fatto é che quelle tre volte che mi sono aperta mi sono stati piantati solo pugnali di indifferenza. E io non lo so se potrei farcela di nuovo. Non é una morte fisica ma affettiva che credo sia peggiore.
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greenbor · 1 year ago
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Testo scelto da https://www.tumblr.com/volodiunacapinera
♠️… Alle spalle regalo le ferite dei ricordi,
come pugnali a far tremare quel trambusto
scavando su ogni vertebra il tentativo di rialzarsi,
poi vige il peccato della mente
dove ogni cosa ha la parvenza dell'estasi,
come quando si solletica la schiena di una donna
e dal buio dei pensieri si scende fino al desiderio del peccato.
©Maurizio Spreghini 2018
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ricorditempestosi · 1 year ago
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sulle mie spalle hanno pianto, riso e infine conficcato i loro pugnali
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lareginadelmondomarcio · 10 months ago
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Mi sento un oceano ogni mattina quando lo specchio rivela il colore intenso di uno sguardo non mio.
Uso le lenti per nascondere l'orrore di quel che sono diventata.
La perfezione non è mai stato un problema. Però parliamo di una perfezione imperfetta che sia chiaro. Governa la parte umana in fin dei conti, però potresti confonderti.
Probabilmente per strada gireresti la testa per guardarmi e non importa se sei donna o uomo, sono un magnete.
Rubo il tuo sguardo e lo tengo incatenato su di me finché non decido che basta e se pensi di avere un alcunché potere su di me, ti sbagli.
Se sei donna, mi invidierai. Non sarai invidiosa dei miei capelli o degli occhi. La tua invidia sarà su quel che non potrai spiegarti.
Se mi prendi a pezzi non c'è gusto. Se mi prendi tutta, t'innamori.
E tu, sei mio.
Baciami.
Scopami.
Venerami.
Lo farai.
Hai presente quella cosa che tu chiami vita? Dimenticala. L'unica a tenerti in vita sarò io. Basta prendermi nel giorno giusto.
Sono come quelle insegne sulle porte dei locali pubblici.
"Da lunedì al venerdì dalle 14 alle 18, sabato dalle 12:30 alle 14:30 e domenica dalle 8 alle 10".
E credimi, tu ti presenterai in anticipo con un'ora, al minimo.
La cosa che più noti in me sono le labbra. Rosse. Quasi nere. Che poi in fondo te le immagini intorno al cazzo chiedendoti se succhiandolo resterebbe sopra il rosso del rossetto.
Te lo rivelo.
Non resta.
Sarà mia volontà quel che tu farai.
Ti distruggerò. Un colpo fisso al cuore per mille volte. E credimi decido io il finale della tua vita.
Urlerò se le cose non andranno secondo il mio desiderio e brucerò parole nascoste dentro il mio cuore, sarò dolore a fior di pelle, antidoto a fior di labbra e veleno.
La sera in macchina girerò la testa, guarderò le luci in lontananza che pian piano si perdono nel buio fitto,le righe bianche sulla strada, a volte continue altre volte interrotte, nei miei occhi noterai la vicinanza che lentamente si perde dei ponti e dei segnali stradali che resteranno alla nostra schiena.
Mi girerò, un sorriso dipinto sul mio volto con la precisione di Picasso e capirai, dio se capirai il mio odio e il mio dolore, ma lo ingnorerai per paura, consapevolezza di una bomba a mano che sta per essere sganciata.
Le mie mani fredde avvolgeranno le tue e sentirai il buio che da dentro di me, ti invade, ti sopraffà.
Cosa vedo nei tuoi occhi?
La mia stessa paura?
Shh, tranquillo, non è ancora il tempo, non farebbe ancora abbastanza male, non sentiresti il mio stesso dolore, ed ora dormi con la testa poggiata sul mio ventre mentre ti accarezzo i cappelli lunghi sparsi sul volto e su di me.
Sarò dolce, delicata come una piuma, ma mi sentirai, sarai consapevole delle mie dita che stringono la tua gola impedendo al ossigeno a farsi strada.
Gli occhi spalancati, i miei chiusi, la bocca aperta, la mia sorridente, io sono in pace, terrorista atice e tu teorizzato.
Nel orecchio dirò d'amarti mentre vedrò la delusione dipinta sul tuo volto.
Non sai gestirmi, trattarmi con le mie armi. Le tue pistole vere, fucili e pugnali, le mie solo sguardi, mani e sentimenti.
Ti spogli sul mio letto mentre sopra di te appoggio il mio corpo, tu speri, brami,ma qua decido io, il mio campo di battaglia.
Combatti, siamo soldati in guerra, fino all'ultimo sangue, ultimo respiro e t'amo, più di eri e meno di domani.
Amore.
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