#Rifugio Lagorai
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Questo è quello che mi fa stare bene.
Il primo e unico ultratrail che avevo corso prima di domenica 28 Gennaio era stato “Translagorai Classic” e, per dovere di cronaca, è stato per ora, il mio miglior DNF.
Che poi non c’è niente di male, capita e, anzi, non aver terminato TLC è un’ottima scusa per tornare a Trento, rivedere un po’ di amici e tentare nuovamente la traversata del Lagorai per portarmi a casa l’adesivo più desiderato della storia dell'Ultrarunning italiano.
In quell’occasione mi ritirai al rifugio Cauriol (non ringrazierò mai abbastanza Letizia e Chiara per avermi recuperato), letteralmente svuotato di ogni energia dopo circa 50km e più o meno 3000 D+ (che i più esperti mi correggano) ma, non lo saprò mai con certezza perché il mio GPS pensò bene di abbandonarmi dopo 12 ore (più o meno tra i laghetti di Lagorai ed il Cimon de la Sute).
Ma torniamo a noi e ai dubbi che mi assalgono la sera di sabato 27. Dopo aver viaggiato, ritirato i pettorali e cenato insieme a Dario, Marco e Carletto, arriva il momento di andare a letto ed è lì che mi aspettavano i dubbi:”Ma domani, ce la farò? Sul Lagorai sono arrivato più o meno al 50° km con circa 3000 D+, distrutto e dopo una quantità di ore che nemmeno ricordo bene. Ricordo però che dopo 12 ore quando il GPS si spense, ero sì e no al 41° o 42° km e forse il dislivello era simile a quello che mi aspetta domani… saranno 45 km e 2300 D+ ed il tempo limite sarà di 10 ore. Sono più allenato, forse… certo non ho mai corso su dei dislivelli simili… ma ho tentato di fare del mio meglio…”
Per fortuna non sono il tipo che si fa togliere il sonno dai dubbi e così arriva finalmente il momento che aspettavamo.
Siamo lì, tutti e quattro schierati sulla linea di partenza, visibilmente felici ed eccitati, maglia del Team, zainetto contenente tutto il materiale obbligatorio che nessuno ha mai controllato: cappellino, guanti, collo e manicotti. Ci guardiamo, ci scambiamo un doppio cinque ed un “in bocca al lupo” promettendoci di rivederci alla fine e… cinque, quattro, tre, due, uno VIAAAAAAAAAAAA! Si parte, ed è come al solito una grande emozione.
Dopo poco più di un km ci siamo già persi di vista, ma fa parte del gioco e ci va bene così, l’obiettivo è quello di rivederci al traguardo. In fondo “non importa a nessuno quando si va forte, l’importante è soffrire tutti allo stesso modo” (cit. TRC).
I primi km sono tra le strade del paese, mi sento bene. anzi, mi sento in gran forma! Dei dubbi della sera prima nemmeno l’ombra e va benissimo fino al terzo km, quando sento un dolore intenso dietro la coscia sinistra. Dario che era con me si rende conto che qualcosa non va e mi chiede se voglio fermarmi. Cammino qualche secondo, qualcosa dev'essere successo ma no, non voglio fermarmi, non posso ritirarmi ora al terzo km, non se ne parla. Arriviamo al primo ristoro, poi si vedrà.
Da lì in poi è tutto un tira e molla, prima è avanti Dario poi sono avanti io e via così fino al 21° km attraverso paesaggi fantastici e correndo su terreni di ogni tipo affrontando salite, sentieri tecnici di roccia, salite, single track nel sottobosco, ancora salite, forestali fangose, sempre salite, canyon di roccia e di nuovo salite.
Sono stupito. nonostante il dolore che mi porto dal km 3 sto andando bene, non mi sento particolarmente affaticato e quando sono quasi al trentesimo km, ecco davanti a me il ristoro che dovrebbe trovarsi tra il km 29 ed il km 30. Sono lì che inizio a tirar fuori il bicchierino da trail, quando dal sottobosco esce un cane, anche lui corre verso il ristoro, peccato che non mi veda ed infilandosi tra le mie gambe mi fa volare a terra.
Per fortuna non è niente di grave (un livido e qualche escoriazione), vengo immediatamente soccorso dai volontari del ristoro ed in 5 minuti sono di nuovo in strada. Ancora qualche km e mentre sono lì a ragionare sul dislivello che manca e i km che devo ancora percorrere prima di raggiungere il traguardo, entro in una sorta di trance senza rendermi nemmeno conto di percorrere altri 7 km. Torno al presente e sono al 37° km, sono passate poco meno di 5 ore, non manca molto, circa 8 km e 500D+, sono un po’ stanco, ripenso al Lagorai ed ho voglia di riscatto. Con questo pensiero tiro dritto ignorando il dolore che mi porto dal terzo km, la fatica che inizia a farsi sentire ed i quadricipiti che ormai mi insultano per lo sforzo a cui sono sottoposti (sia in salita che in discesa).
Arriverò al traguardo in 6h11’31” felice come un bambino che ha passato una giornata nel miglior parco giochi del mondo e come se non bastasse scopro che qui, alla Ronda Ghibellina, hanno un’usanza diversa dal solito: al posto della solita medaglia da finisher ti danno un boccale di ceramica, pieno di birra!
Non mi resta che sedermi vicino all’arrivo, sorseggiare la birra ed aspettare i miei compagni per festeggiare il loro di arrivo.
Il primo ad arrivare sarà Marco, seguito da Dario ed a chiudere il gruppo, Carletto.
Queste sono le avventure che ci piacciono, questo è quello che mi fa stare bene.
Al netto del mio non saper scrivere, mi rendo perfettamente conto di quanto, questo breve racconto non possa rendere giustizia all’avventura che abbiamo vissuto, che si è completata nel preciso momento in cui stanchi, sudati ed ammaccati ci siamo abbracciati subito dopo aver oltrepassato la linea del traguardo.
Mi chiedo se abbia senso tentare di trasmettere ciò che ho sentito e vissuto in questa giornata. Ho corso, questo è poco ma sicuro, ma forse la vera essenza, la bellezza di quello ho sentito, non può essere rccontata a parole. Resterà tutto custodito dentro di me, nei miei muscoli, nei miei tendini, nel mio cuore e nei miei polmoni ma, di una cosa sono sicuro e questa ve la posso dire:”è in giornate come queste, passate fuori a correre e a faticare che riesco a far pace con la vita”
Ci vediamo lungo la strada!
#ultrarunning#run#running#correre#corsa#trail running#ultra trailer#trailrunning#ultratrail#rondaghibellina#ronda ghibellina
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Trailwork (Translagorai) - June 23
Translagorai Classic funziona così com'è, quindi perché cambiare? Penso che adagiarsi su degli standard settati sia la miglior ricetta per imborghesirsi. Non mi è mai interessato portare più persone a fare la traversata, ma coinvolgerle a fare qualcosa di diverso e di utile. Ho bazzicato per un po' nell'ambientalismo di montagna, si parla tanto ma nessuno combina granché, scrivere non serve a molto e di per sé è un'attività piuttosto sedicente. Tutte le associazioni ambientaliste si lamentano della politica della SAT e del CAI dimenticandosi di tutte le attività che svolgono per permetterci di fare quello che facciamo. Neanche io approvo molto le loro politiche e penso che dovrebbero darsi una svegliata su certe cose, ma non serve a niente dirlo, serve sbattersi un po' e aiutarli a farlo, quel cambiamento. In val di Fiemme non c'era mai stata una partecipazione esterna di mantenimento sentieri come questo weekend, e di questo sono orgoglioso, ma allo stesso tempo triste, e trovo assurdo che nessuno ci abbia pensato prima di noi. Sono contento perché il lavoro svolto questo fine settimana ha dato una grande accelerata ai lavori di segnaletica sulla Translagorai, e siamo riusciti a fare un lavoro che altrimenti avrebbe richiesto mesi. Penso che questo genere di attività diventeranno più frequenti per il nostro progetto, nel futuro, e faremo in modo di coinvolgere sempre di più i corridori a partecipare. In due giorni abbiamo lavorato a circa 15 chilometri di sentieri, quando ci servono appena 24h per correrne 80. Non avevo mai fatto manutenzione sentieri prima e penso che questo fine settimana mi abbia dato tanto. Io, Dani, Mattia e il Marco ci abbiamo messo una giornata per portare un palo alla Litegosa e cambiare la segnaletica in due bivi: Translagorai è particolarmente difficile e questo fa capire quanto tempo richiedano attività che generalmente diamo per scontate. Poi c'è tutto il resto: le notti nel sacco a pelo, le serate in rifugio. Non vedo l'ora di tornare in Lagorai, e la prossima volta sarà per fare quello che ci piace: correre. Ma credo che chi c'era questo weekend vivrà in maniera diversa la traversata.
On the road again Goin' places that I've never been Seein' things that I may never see again And I can't wait to get on the road again
On the road again Like a band of gypsies we go down the highway We're the best of friends Insisting that the world keep turning our way
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I Suoni delle Dolomiti 2023
Sarà da non perdere la 28a edizione del Festival I Suoni delle Dolomiti, che si svolgerà dal 23 agosto al 1 ottobre, con 17 appuntamenti per scoprire gli ambienti della montagna che si prepara all’autunno, in grado di regalare colori e panorami come in pochi momenti dell’anno. Mercoledì 23 agosto a Malga Tassulla in Val Nana, ai piedi del Monte Peller nelle Dolomiti di Brenta, il festival si apre con il concerto di Erlend Oye e La comitiva, che è un’occasione per far dialogare le musiche nordiche e le sonorità mediterranee. Due giorni dopo, il 25 agosto ai Laghi di Bombasel nel gruppo del Lagorai, il Festival celebra il grande ritorno del trombettista Dave Douglas, che a distanza di vent’anni festeggerà l’album Mountain Passages, una composizione di 13 brani ispirata proprio dallo spirito dei Suoni, dalla cultura rurale e ladina, che fa esordì al Rifugio Boè e al Rifugio Brentei con un grande successo di pubblico e di critica. Si rimane nel genere jazz anche il 28 agosto ai Prati Col in Val Canali, ai piedi delle Pale di San Martino, con Tatiana Eva Marie, newyorkese, stella del jazz con la Avalon Jazz Band, per un viaggio nella musica di Django Renhardt. Nella cornice di malga Brenta Bassa in Val Brenta, il 30 agosto ci sarà un’artista di raro talento come Frida Bollani Magoni. La musica classica esordisce in questa edizione in occasione dell’Alba delle Dolomiti che ritorna nella cornice storica del Col Margherita, nelle Dolomiti di Fassa il 1 settembre, grazie a Mario Brunello con il suo violoncello accompagnato dal Polish Cello Quartet, che riunisce quattro violoncellisti di spicco della nuova generazione di musicisti. Si prosegue l’8 settembre in una delle nuove ambientazioni del Festival, Sagron Mis, con il concerto di Le Petite Écurie, una formazione di cinque oboe che esegue musica su strumenti d’epoca barocca, spaziando anche nella musica contemporanea. Il 17 settembre la violinista Iva Bittova tra le torbiere di Passo Lavazè, mentre il 21 settembre al Rifugio Roda di Vaèl salirà lo storico Quartetto della Scala rifondato nel 2001 da quattro giovani prime parti dell’Orchestra del Teatro e venerdì 22 settembre, a Malga Vallesi nella bassa, ci sarà il concerto di Edgar Moreau, giovane ma già affermato violoncellista. Le Dolomiti di Fassa, faranno da palcoscenico per il Trekking dei Suoni, dal 22 al 24 settembre, con tre artisti d’eccezione, Paolo Fresu, Daniele Di Bonaventura, Pierpaolo Vacca, accompagnati per l’occasione anche da Giulio Ferraro e Giosuè Mazzei, allievi del Conservatorio Bonporti di Trento che approfondiranno il rapporto musica – natura. È invece un viaggio – concerto ad alto potenziale comico quello che andrà in scena il 30 settembre, al rifugio Viviani – Pradalago sopra Madonna di Campiglio, dove la favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergei Prokofiev sotto la lente della Banda Osiris diventa il pretesto per una scorribanda nel mondo della fantasia musicale dove le melodie di Prokofiev si intrecciano a quelle di altri famosi compositori, da Mozart a Bizet, e deragliano in generi differenti, dalle colonne sonore di Walt Disney ai Village People. Non sarà da meno il concerto che chiuderà questa edizione, con protagonista Carmen Consoli, autentica icona della scena italiana a cavallo tra fine anni ‘90 e nuovo Millennio, che sarà al Camp Centener sopra Madonna di Campiglio il 1 ottobre, in una ambientazione già autunnale e per questo più suggestiva. Read the full article
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Rifugio Serot a Roncegno Terme Trento si trova sulla catena del Lagorai ai piedi del monte Fravort e del Gronlait circondato da numerose malghe Rifugio Serot a Roncegno Terme, Trento. Il rifugio resterà aperto fino al 30 settembre tutti i giorni e riaprirà poi dal 26 ottobre al 18 novembre nei weekend.
#Catena Lagorai#Lagorai#Montagna#Rifugi#Rifugi Alpini#Rifugi Roncegno Terme#Rifugi Trentino#Rifugi Trentino Alto Adige#Rifugi Trento#Rifugio#Rifugio Alpino#Rifugio Lagorai#Rifugio Roncegno Terme#Rifugio Trentino#Rifugio Trentino Alto Adige#Rifugio Trento#Roncegno Terme#Trentino#Trentino Alto Adige#Trento#Vacanze Lagorai#Vacanze Montagna#Vacanze Roncegno Terme#Vacanze Trentino#Vacanze Trentino Alto Adige#Vacanze Trento
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Lasciati voler bene!
Permetti a te stessa di volersi bene, esci e mettiti alla prova. Cedi sotto un abbraccio sincero, ricambialo ed emozionati.
Rifugio Sette Selle (Lagorai~Dolomiti) - Tramonto Altopiano dei Sette Comuni
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Situato sulla cima panoramica dell’Alpe Cermis, a 2250 m il rifugio Paion offre dalle sue splendide terrazze una vista a 360°: la Marmolada, le Pale di San Martino, il Brenta, il Cavedale e il gruppo dell’Ortles, le Alpi Venoste dalla Pala Bianca al Similaun, il Sassolungo e il Sella sono solo alcuni dei monumenti naturali che si possono ammirare da quassù. Stupendo anche quella sorta di igloo che è in realtà un lounge bar con vista... Marte😉👍 #neve #cermis #trentino #valdifiemme #sciare #cavalese #dolomiti #dolomites #trentinoaltoadige #visittrentino #sky #fiemme #italia #lagorai #montagna #dolomitiunesco #mountains #trentinodavivere #alpecermis #mtb #italy #paneveggio #snow #localmotionrent #besttrentinopics #dolomitiamo #cableway #sciare #rifugiopaion (presso Rifugio Paion) https://www.instagram.com/p/CZQ8IVWq3Ov/?utm_medium=tumblr
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#Buongiorno con questo bello scatto del Rifugio Malga Conseria, Val Campelle, Lagorai, #Trentino. 📸 Foto di Cristina Giosele dal gruppo Quelli che il Trentino ce l'hanno nel cuore #naturalcurls #landscapecaptures #landscapearchitecture #mountainscape #naturalmedicine #ridgeback #cloudlovers #landscapephotomag #naturalphotography #mountainside #followme #instagood #like4likes https://www.instagram.com/p/CIxQ7pJLWT8/?igshid=e8sdmjuqa80f
#buongiorno#trentino#naturalcurls#landscapecaptures#landscapearchitecture#mountainscape#naturalmedicine#ridgeback#cloudlovers#landscapephotomag#naturalphotography#mountainside#followme#instagood#like4likes
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Casa-vacanze Capodanno-Dolomiti- Lamon- 7 notti🏡 Ponte di Capodanno ❄☃🎅🥂 date disponibili➡26-12-2020 - 02-01-2021 - € 1160.00✅ ✅Max 6 Ospiti 🟢🎄
👀 DESCRIZIONE👀 Se l'obiettivo della tua vacanza è scappare dalla confusione e trovare un rifugio tranquillo immerso nello splendido paesaggio delle montagne poste al confine fra le Dolomiti Bellunesi e le Dolomiti Trentine, questa casa sarà la tua meta. Ci troviamo nel paesino di San Donato, raggiungibile percorrendo 8 km in mezzo ai boschi (strada di montagna stretta e tortuosa), non lontano da Feltre (24 km), Castello Tesino (21 km) e Fiera di Primiero (21 km), per cui la casa è un ottimo punto di partenza per escursioni verso il Veneto con le sue splendide città d'arte (Venezia 120 km, Vicenza e Treviso 85 km, Belluno 55 km) e il Trentino con le montagne e i numerosi laghi. Nel giardino potrete prendere il sole o cenare ammirando le stelle che qui, non essendoci inquinamento luminoso, si vedono più numerose e brillanti. Per la gioia dei vostri bambini, nella vicinanze i proprietari hanno anche una mini fattoria con animali da cortile che vi forniranno uova fresche e nel piccolo orto potrete raccogliere la verdura di stagione. Dalla casa potrete partire per escursioni a piedi o con la mountain bike seguendo i percorsi tracciati "tesino bike". D'inverno, l'offerta per gli amanti dello sci è vasta: a 20 km i Lagorai con passo Broccon dove praticare sci da discesa, snowboard e sci alpino; a 35 km, la ski area San Martino di Castrozza ' Passo Rolle; a 20 km il comprensorio del Monte Avena. D'estate le favorevoli correnti d'aria rendono il Monte Avena la base di lancio ideale per gli appassionati di parapendio e deltaplano; mentre nella valle potrete praticare il canyoning e,se amate gli sport acquatici, come il windsurf, la vela e il kitesurf, nelle vicinanze troverete molti laghi: Corlo a 20 km, lago di Levico e Caldonazzo a 50 km, lago di Calaita, 40 km, Lago di Santa Croce, 75 km.
⛔Animali domestici NON ammessi⛔ 🌐No Internet🌐
ℹ Informazioni sull´alloggio Casa per vacanze - 1. e 2. piano100 m2 Vani/camere da letto3 (2) Persone6 Bambini ammessi gratuitamente (sotto 4 anni)1 Anno di costruzione1890 Anno di restauro2000 Terreno naturale1000 m2 Materiale di costruzioneCostruito con: Pietra ------------- 🌊Distanza/vista Piscina pubbl. coperta20,0 km Negozi9,0 km Ristorante4,0 km Vista montagna
------------ 🏙Energia/riscaldamento idonea anche per l'inverno Riscaldamento a olio Camino -------------- 🏙Città più vicina🌆 Lamon9,0 km ----------------- ℹDotazioni➡ Cucina: acqua calda e fredda Forno elett. e fornelli a gas Lavastoviglie Frigorifero e cappa aspirante Surgelatore 90 L Microonde 1 Seggiolone Soggiorno 1 TV TV satellitare 1 lettore DVD Dintorni Parcheggio in loco/gratuito (6 Posti auto) Mobili da giardino e barbecue Altalena Varie Lavatrice 3 Lettini da sole 3 Animali ammessi Play Station 3 1 Scivolo 1 pz. Giocattoli da interno Camino esterno 1 pz. Bocce Canestro da basket Badminton rachetta Noleggio bici 8,0 km TSF 80,0 km RICHIEDI PRENOTAZIONE
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La fortuna aiuta gli audaci
Siamo già a Sabato e devo ancora fare un regalo ad Alberto per il suo compleanno, che faccio? Vabbe' magari mi verra in mente strada facendo, si perche questo sabato, in occasione del suo compleanno, siamo usciti ugualmente anche con previsioni pessime e non solo quelle infatti alle ore 8.00 questa era la situazione.
Ma si sa che io e Alberto siamo abituati a girare con il brutto tempo. Purtroppo molti nostri compagni di uscite ci comunicano che non potranno essere presenti :-( , pero' un dubbio ci assale su una persona e scommettiamo che sara presente alla partenza di Roncegno Terme. Ecco infatti, che si materializza Claudio, assieme all'assenza di pioggia e squarci celesti del cielo.
Salendo per via inedita anche per noi, su iniziativa del "grande" :-) Claudio, troviamo anche il tempo di ripulire il sentiero da piccole franette.
A Vetriolo Terme il tempo lascia trasparire quello che sara il regalo per Alberto.
Ma per farla completa e necessario ci sia anche un bel bianco, ed eccolo servito, da qui in poi solo bianco.
e i nostri 3 baldi, ..... vorrei scrivere giovani ma il sottoscritto è fuori quota :-) , non si lasciano scoraggiare e quasi sempre in sella
arrivano alle piste di sci della Panarotta, che sono ancora chiuse dato il periodo (ottobre). E’ comunque simpatico vedere Claudio sulla pista da sci della Panarotta in salita con la bike, invece dei suoi amati sci :-)
Siamo quasi al culmine della salita più lunga a 2002 metri della cima Panarotta e capiamo già, che fare il giro tracciato da Alberto, purtroppo non si potrà fare, ed allora divertiamoci un po', siamo su una bianca ed ancor vergine pista da sci, allora giuuuuuuu, anche se poi bisogna ritornar sù :-)
Raggiungiamo la cima a quota 2002 e lo spettacolo delle Dolomiti di Brenta si presenta davanti a noi....assieme ad una selva di Antenne :-(
Dopo la vestizione per la discesa e paninazzo portato da casa
giù dalla Panarotta fino alla forcella LA BASSA, di fronte a noi il Fravort innevato. Anche qui il piano B che avevo proposto ad Alberto fallisce, la troppa neve ci impedisce di salire da dietro fino alla cima a quota 2300 e scendere proprio di fronte a questa foto
poco male perchè ora per almeno 150 metri di D- ci divertiamo come bimbi al parco giochi
Alla Bassa visto che il giro viene ridotto decidiamo di andare direttamente al Rifugio Serot per festeggiare ancora con Alberto, questo sentiero sia io che Alberto l'abbiamo già fatto e non ha mai dato difficoltà, ci sembrava sempre in discesa (infatti dobbiamo perdere circa 300 metri di D- ), ma con questa neve sembrerà di aver fatto una salita di 600 metri :-)
ma ci stiamo troppo divertendo e la fatica passa in secondo piano, visto che è il compleanno di Alberto dobbiamo mantenere fede alla firma del suo nick name “Strade? Dove stiamo andando non c'è bisogno di... strade! (Emmett Brown)”
siamo finalmente vicini al Rifugio Serot, riprendiamo la strada e fra poco ci gusteremo una bella bevuta in compagnia
Dopo la gustosa sosta, ripartiamo ancora per circa 100 metri di D- con neve e poi tra sentieri, per noi vecchi e nuovi in explo .....anche se ha volte bisogna sempre cercarli a naso :-)
arriviamo alle auto salutiamo l'amico Claudio, che deve purtroppo scappare per fare altri festeggiamenti fino a notte inoltrata :-) e ritorniamo a casa sempre per valsugana che però da stamattina ha completamente cambiato il suo volto.
Giornata fantastica e fortunata e penso e spero che il regalo che io e Claudio, abbiamo fatto ad Albert1978 sia stato apprezzato ;-)
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SKI CENTER LATEMAR
Ski Center Latemar, Predazzo sits right in the heart of the Italian Dolomites. Although the Dolomite mountain range has been around since the Triassic Period, UNESCO only declared the Dolomites, along with the Latemar Massif; a World Heritage Site back in 2009. The limestone mountains have been listed as one of the most beautiful mountain regions in the entire world. It’s very easy to see why! Rising over 3000 metres above sea level and covering over 547 square miles, the distinctive Dolomites is an area of outstanding natural beauty. Dramatic vertical walls, sheer cliffs and a density of deep and narrow valleys create the Dolomites unique look.
Dramatic vertical walls and sheer cliffs…welcome to the Italian Dolomites
As well as being a haven for wildlife, the Dolomites is a magnificent human playground with a variety of activities on offer. In Summer Ski Center Latemar is a hikers paradise with long meadow walks. For those more daring, there is the opportunity to rock climb or mountain bike down steep alpine descents. Winter time at Ski Center Latemar and the mountains turn white with a deep covering of snow. Summer green pastures are now completely covered and skiers and snowboarders convene to carve tracks down the piste. No matter the season…the Dolomites are alive.
The Dolomites are alive
DAY TRIP TO SKI CENTER LATEMAR
Ski Center Latemar resort sits in the western tip of the Dolomites and can be accessed from any one of the three local villages; Obereggen, Pampeago and Predazzo. The latter is where we’d be beginning our trip for the day. Just a short 20 minute drive from our apartment at Aparthotel des Alpes in Cavalese, it isn’t long before we arrive. Upon arrival to Ski Center Latemar tickets were purchased which covered us for the cable car and ski lift to the top of the mountain and back down again, a ride on the Alpine Coaster Gardonè, which is the very reason for our visit; and lunch at Rifugio Passo Feudo, the restaurant at the very top of Ski Center Latemar.
The Alpine Coaster Gardonè awaits….yaaaaaaay
OLYMPIC SKI SLOPE
Something very notable at Ski Center Latemar is the Giuseppe Dal Ben Ski Jump Arena of Val di Fiemme. Host to the World Cup competitions of 1990, the venue has since played host to several national and international events. Including the Ski Jumping and Nordic Combined World Championships in 1991, 2003 and 2013. Usage is permitted only during training and competitions with many foreign and Italian teams taking advantage of the excellent facilities. Athletes can be seen jumping off the ski jump directly from the lower car park and main road. The stadium was named after Giuseppe Dal Ben, a local personality who supported and promoted the values of sport to many generations in the valley of Val di Fiemme. No activity on the jump today!
READ ALL ABOUT OUR HOLIDAY AT ALPE CERMIS IN CAVALESE
Is that Eddie the Eagle Edwards at the top?
DON’T DILLY DALLY ON THE WAY
There’s no time to dilly-dally. Lunch time is fast approaching and it’s best not to keep our hungry monkeys waiting. Much like the cable car at Alpe Cermis in Cavalese, the journey to the top of the Ski Center Latemar is through a clearing between a density of pine trees, but it appears to be much steeper. Slightly worrying was the fact there wasn’t a single patch of snow to be seen! As the pine trees become fewer and fewer, the slopes open out and the snow makes an appearance. The cable car continues upwards above the heads of skiers and snowboarders as they carve their way down the slopes. There are phenomenal 360° views in every direction. The Dolomites are truly breathtaking.
Looks like the snow is playing hide and seek
Carving down the piste at Ski Center Latemar
WHAT’S THE DIFFERENCE BETWEEN A SNOWMAN AND A SNOWWOMAN?
SNOWBALLS!
At the top of the mountain we stood in wonder and admired the spectacular views that the Dolomites offer in abundance. Rifugio Passo Feudo is today’s lunch venue, and as it’s lunch time, as you can probably imagine, it’s very busy. Thankfully we locate a seat in the corner and a waitress approaches almost immediately. As mentioned previously, the food was included in our ticket price. Usual grub on offer; traditional breads, pizza, pasta, risotto and a great selection of salads, cold meats and cheeses…tasty! Lunch over it’s back outside to admire the views of the Pale di San Martino group and the Lagorai chain. The snow was quite deep so Lily-Belle and Matilda made snow angels and threw lots of snowballs.
There’s always time to make a snow angel
Help….someone let me out
Playing in the deep snow at Ski Center Latemar
DRAKE, BUT NOT THE CANADIAN RAPPER
After lunch we stumbled upon a snowboarder sat in the snow strapping his boots into his bindings. The Dolomites backdrop was spectacular and the bottom of his board caught my eye…DRAKE…quality snowboards made in Italy. A quick chat and thankfully the ‘dude’ allowed me to take his photo. Next for us is a short descent part way down the mountain to ride the Alpine Coaster Gardonè.
DRAKE – Carving up pistes since 1991
LIFE IS FULL OF UPS AND DOWNS
The Alpine Coaster Gardonè nestles inconspicuously into the Latemar mountainside at an altitude of 1650 metres. The toboggan takes you on a speedy and thrilling descent through the natural beauty of unspoilt meadows and woodlands of the Feudo Woods. The ride itself is amazing, and fast…well, as fast as you dare to go! Seating within the toboggan is a little snug and after a short journey upwards, the ride suddenly bursts into life. 120 seconds to get to the top…
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…and 90 seconds to get down. Thankfully you are in complete control of the hair-raising descent with the use of a hand-operated brake. Pull gently on the brake and take in the beautiful views at your own leisurely pace or ease off and glide effortlessly around the twisty track at speeds of up to 25mph. Either way, the ride is thrilling for both children and adults alike. Lily-Belle and I (Daddy) enjoyed the ride so much, we rode it 3 times. Poor Matilda wasn’t tall enough so she had to sit this one out. The Alpine Coaster Gardonè ride is exhilarating and well worth the trip up the Ski Center Latemar mountain.
SNOW AND SUNLOUNGERS
Back home in Northern Ireland Lily-Belle and Matilda like to visit the play park after school. Unfortunately the weather rarely allows their request. Beside the Baita Gardonè restaurant there is a small play area with plastic tunnels, huts and colourful climbing trains. Matilda missed out on the Alpine Coaster Gardonè therefore she took full advantage of the play area, as did Lily-Belle. The play area is situated next to a large decked area with outdoor seating and benches…and sunloungers. Temperature at Ski Center Latemar isn’t much above minus but that doesn’t stop visitors to the mountain from catching a few rays. Mummy and Daddy are content to sit on a bench and enjoy a tipple. Cheers!
A break from Mr Nikon as the girls have fun and play
Quite simply put…cheers
LOO, LOO, SLIDE TO THE LOO
Before we leave Ski Center Latemar there is the usual battle of wills to get our girls to visit the loo. On this occasion though it was an absolute must as we had one last surprise for Lily-Belle and Matilda. An indoor slide! Our girls were astonished to see an indoor slide which took you down to the lower level toilets. Absolutely no problem getting them to visit the loo once they saw the slide. However, one go on the slide wasn’t enough and it took us ages to drag them away. Nightmare! For those not brave enough to use the slide, fear not, there’s also steps. What a way to end our day trip to Ski Center Latemar. Time to nip back to our apartment at Aparthotel des Alpes and get ready for an evening out at Tito il Maso dello Speck. A great day thus far…loads of fun!
READ ALL ABOUT TITO IL MASO DELLO SPECK IN OUR ALPE CERMIS BLOG
One, two, three….weeee
Sliding to the loo for a number two
Don’t mind if I do slide down to the loo
WOULD WE VISIT AGAIN?
In a nutshell, yes. Ski Center Latemar has a lot to offer no matter what the season. The facilities are excellent and the highlight for us was the ride on the Alpine Coaster Gardonè. Such a thrill! The views of the Dolomites are astonishing and the natural beauty takes your breath away in every direction. Stunning!
LILY-BELLE (age 9) SAYS I know I should say I liked the Alpine Coaster Gardonè best but I really enjoyed the indoor slide going to the toilets. The slide was so much fun but yes, I did enjoy the Alpine Coaster Gardonè as well. Snow was much deeper at Ski Center Latemar than at Alpe Cermis so it was great fun making snow angel’s and throwing snowballs.
MATILDA (age 3) SAYS It wasn’t fair because I was too little to go on the ride. Me and Mummy had fun at the playpark. The slide was inside…seriously!
Ski Center Latemar and Alpine Coaster Gardonè
Date of trip: 24th March 2018 Website: click to visit the Ski Center Latemar website Website: click to visit the Alpine Coaster Gardonè website Special Passo Feudo: return cable car ticket + return chair lift ticket + 1 run alpine coaster gardonè + 1 lunch at Rifugio Passo Feudo
Adult: €31.00
Children: €23.00
note: children under 8 receive a free lift pass, food is purchased separately
Alpine Coaster Gardonè – pricing
Adult: €5.00 (single run), €19.00 (five runs) and €34.00 (ten runs)
Children: €3.50 (single run), €14.00 (five runs) and €24.00 (ten runs)
note: children must be a minimum height of 105cm to ride the Alpine Coaster Gardonè – visit website for further info
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SKI CENTER LATEMAR IN THE DOLOMITES SKI CENTER LATEMAR Ski Center Latemar, Predazzo sits right in the heart of the Italian Dolomites. Although the Dolomite mountain range has been around since the Triassic Period, UNESCO only declared the Dolomites, along with the Latemar Massif; a World Heritage Site back in 2009.
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* Rifugio Ottone Brentari ~ Cima d'Asta * Bandiere sulle montagne non ne porto: sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella. (Reinhold Messner) . . . #lagorai #cimadasta #rifugioottonebrentari #rifugiobrentari #dolomiti #dolomites #dolomiten #trekking #mountain #mountains #clouds #sky #trentinodavivere #trentinodascoprire #instatrentino #littleplanet #smallplanet #tinyplanet #photosphere #lifein360 #panorama360 #360photography http://ift.tt/2uzhkQz
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La valle dei piccoli frutti
Dopo aver saltato 1 weekend dai Lagorai, per una bella traversata del Carega in compagnia di10 amici,
io e Alberto fremiamo per andare a fare una nuova esplorazione, in questa catena montuosa a noi molto vicina. Come mi aveva già giustamente proposto Alberto, visto che li vogliamo esplorare tutti, proseguiamo l'esplorazione da dove l’abbiamo lasciato l'ultima volta. Ci mettiamo dunque all’opera, ognuno per conto suo, a tracciare dei giri, la mia proposta parte da minimo 3000 metri di dislivello, la mando ad Alberto, che mi risponde, “sei sempre il solito esagerato”, no no qui bisogna tagliare almeno un po', poi mi fa vedere la sua molto inferiore alla mia 2700 metri di D+ :-) . Decidiamo per la sua, primo perchè anch'io mi fido più di Lui che mi me stesso e poi perchè è l'altro versante rispetto alla ultima uscita, che ci permetterà di percorre tutta la "Valle dei piccoli Frutti", conosciuta come Valle dei Mocheni.
Definito il giro avverto della nostra scelta PierVI, che ovviamente viene con noi, visto che è libero da impegni e quando c'è explo in montagna accetta quasi tutto.
e arriva sabato
E giungiamo al Sabato, Pier mi passa a prendere, ci troviamo a Bassano con Alberto e via verso Levico Terme, da dove partiamo lambendo tutto il lungo lago via ciclabile
per poi iniziare la ciclabile della Val dei Mocheni che segue tutto il percorso del Fersina, dove subito dobbiamo acquistare dei panini per poter terminare il nostro giro (visto che non sono presenti molti rifugi aperti). Ci fermiamo dunque in Località Canezza di Pergine dove con nostro estremo stupore vediamo delle indicazioni per il Museo del Paracarro, Alberto non sta più nella pelle dalla curiosità ed andiamo a vederlo. Brevemente si tratta di un parco, dove vengono raccolti i paracarri delle strade montane, con tanto di targhetta di spiegazione e associati a Ciclisti famosi.
Proseguiamo il nostro percorso lungo questa bella ciclabile che ci porterà fino a Palù del Fersina, per il momento sempre con piccole pendenze. La Val dei Mocheni, in Italia, è famosa perchè, assieme alla parallela Val di Cembra, copre quasi l'intera produzione dei piccoli frutti italiani e noi, da buoni tester dobbiamo assaggiare
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Ribes
e dove anche i parchi giochi dei bimbi sono a tema
ma dobbiamo andare, il giro è lungo, anche se staccarci da quelle more è stata dura. Alberto ci dice che, la decisione di fare tutta la valle via ciclabile, parzialmente asfaltata, è dovuta al fatto che, come dice sempre Lui, "..va su dolce" ..... si Alberto, dolce ma anche un po' salato, parafrasando una canzone :smile:
una ciclabile con queste rampe finali non l'avevo ancora vista, ma come dice il sommo poeta "...non ti curar di loro ma guarda e passa"
A Palù del Fersina, paese dove si parla ancora l'antica lingua Mochena, termina la ciclabile e dopo un sali e scendi asfaltato imbocchiamo la sterrata che ci porterà al passo Palù, a quota 2070 quasi sempre in mezzo ad un bellissimo bosco
che ci lascia intravedere la valle appena fatta
Come abbiamo già potuto testare nelle uscite precedenti sui Lagorai, le sterrate e sentieri per quanto duri possano essere, si lasciano sempre pedalare a causa del particolare fondo di origine porfirica (in maggioranza),
fa eccezione la zona centrale dei Lagorai e Cima d'Asta (di origine granitica) Visto che ogni tanto una pausetta bisogna anche farla mi diletto nel Bikers Watching :-) e salgo su una torretta per alcune foto, dove possiamo anche ammirare questi bei monti scuri e verdeggianti
Ma ormai siamo al passo Palù a quota 2070 e ci siamo arrivati sempre in sella (cosa non prevista fino a quella quota)
veloce spallata fino al passo dei Garofani
Qui pausa vestizione e Pier chiede ad Alberto la destinazione ..... dietro a quell'ultima cima con 2/3 risalite in mezzo :-)
e poi finalmente la nostra prima discesa della giornata
fino al caratteristico e bel rif. Sette Selle, dove ci prendiamo un'altra pausa dissetante, con crostatina fatta in casa di.... Mirtilli ovviamente :-) scendiamo ancora fino alle Miniere (aperte solo per i Turisti) di Grua va Hardömbl
ma prima della risalita ci manca il test dei Lamponi
promossi a pieni voti
La risalita sembra essere pedalata
ma ben presto si trasforma in una lunga spallata/spinta fino al Lago di Erdemolo, posto molto affascinante e dove è presente l'omonimo rifugio, chiuso però da quasi 2 anni.
Pausa panino ma alla fine ci vuole la frutta e visto che siamo nell'ambiente giusto, via alla raccolta dei Mirtilli
breve strappetto e via giù per un altro bellissimo single track, mai particolarmente tecnico
al termine di questo tratto, nella risalita successiva smarriamo il sentiero e per un breve tratto, risaliamo spallando in mezzo ai mughi e mirtilli fino a ritrovarlo.
Siamo già a pomeriggio inoltrato e ci manca ancora un ultima risalita di circa 300 metri di D+ , a questo punto ad un bivio non bene segnato, ne su carta, ne su mappa nel GPS, prendiamo in salita su ghiaione porfirico fino ad una piccola forcelletta [IMG]
dove capiamo (altri 150 metri di D+ fatti ), che è comunque meglio ritornare verso i nostri passi o non arriveremo mai ad iniziare la vera discesa con la luce. Ultima spinta spallata lasciando spazio ai locals
ed arriviamo finalmente al tanto inizio del Sentiero 1a GM proprio sotto a Forcella Fravort.
Qui inizia il fantastico single trail (tutta sta fatica per fare questo bellissimo pezzo ma ne è valsa la pena). Il sole sta calando e bisogna sbrigarsi, dobbiamo scendere da qui fino a quota 450 (con breve strappetto per raggiungere un sentiero che scende dalla Panarotta). Non è certo per il sole che non faccio più foto, ma la bellezza di questo trail ci impone di percorrerlo con una buona velocità , tenendo sempre presente che comunque è esposto ...si ecco Lone tienilo a mente, visto che all'inizio, per distrazione, mi cappotto giù nei roccioni di porfido che mi fermano. Questo trail non scende molto e risaliamo velocemente alla Panarotta da dove parte un altro bellissimo sentiero, dentro il bosco verso Vetriolo Terme, qui gli alberi non sono vicinissimi e lasciano penetrare ancora qualche filo di luce. A vetriolo Terme, siamo ancora a quota 1500 decidiamo di provare ugualmente il sentiero che Albert pensava di fare fino giù a Levico, ma il bosco è molto fitto e veramente non si vede nulla. Per chi ama il flow su bosco con superficie di aghi di pino questo sentiero deve essere una libidine ma noi al primo incrocio con la sterrata dobbiamo abbandonarlo o rischiavamo di abbattere qualche albero senza fari :-) e molto saggiamente decidiamo di proseguire, a malincuore, su asfalto fino a Levico.
Raramente mi è capitato di fare una così stupenda giornata esplorativa, io e penso anche i miei 2 compagni d'uscita, ci siamo affaticati e divertiti moltissimo GRAZIE ALBERTO e PIER
ALBERTO per fortuna che ero io che esageravo con le tracce D+ fatti 3150 :smile: ma mi son tanto divertito
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Almeno una volta nella vita
A dispetto del mio nick, non avevo mai fatto un tour in solitaria di più giorni in alta montagna e, visto il lunedì libero da impegni, ho deciso di punto in bianco di partire per 3 giorni con il "fido" zaino e il sacco a pelo, dormirò in bivacchi tra l'altopiano di Asiago e i Lagorai. Il mio percorso iniziale per una prima parte ricalca quello che Sabato mattina faranno gli amici "Abulici". Partendo dalla pianura, mi sveglio con un po' di ritardo, quando arrivo a Camporovere, gli amici sono ovviamente già partiti. Vabbè mi dispiace, perchè volevo salutarli e continuo sempre solo verso tutta la Val Galmarara, il tempo uggioso non è dei migliori ma ecco, dopo Malga Galmarara tra la nebbia scorgo delle figure conosciute si si sono gli Abulici !!! (che poi mica tanto abulici sono ;-) ). Facciamo assieme il pezzo di salita dalla Galmarara al bivio per il Meatta, dove un po' si può "ciacolare", visto che, da li in poi potrò solo parlare con me stesso.
Li saluto visto che loro proseguono per il Meatta mentre io proseguo verso bocchetta Portule e Larici, dove mi fermo, in Malga a fare pausa pranzo. Dopo aver pranzato, deliziato da un gruppo svizzero di suonatori di corno d’alta montagna, mi dirigo alla vicina Porta Manazzo.
Da qui breve strappo e parte in discesa il sentiero 204 in direzione Altopiano del Sella. Il sentiero oggi è molto bagnato e alterna passaggi veloci a passaggi più tecnici resi a volte difficoltosi dal bagnato della notte precedente. Il mio piano è di fermarmi per la notte ai Bivacchi Lanzola a quota 1300, confortato nella scelta da 1maggio (amico di Forum) che consigliava l'unione della parte alta del 204 con il 208 per la parte verso sella (che faro il giorno dopo).
Fortunatamente questa volta il "traverso" di trasferimento tra i 2 sentieri è una sterrata comoda in salita con solo qualche punto leggermente franato. La sterrata termina esattamente nell'apertura del bosco dove ci sono i 2 Bivacchi. WOW sono finalmente arrivato!!!! e i primi 2600 metri di dislivello sono fatti :-) I bivacchi sono ben realizzati il più grande sempre chiuso, è riservato ai soli abitanti di Borgo (almeno leggevo così), il secondo più piccolo, sempre aperto e dotato di focolare e piano superiore in tavolato.
Sono arrivato prestino sono le 15.00 e comincio subito a controllare le dotazioni La prima cosa che vedo mi lascia un po' perplesso...
ma il resto mi rincuora acqua potabile e piccola legna già tagliata :-) , così mi cambio e taglio un po' di legna più grossa trovata nella dotazione del mio bivacco, bene tutto pronto per la serata, ora vediamo di passare un po' il tempo. Faccio dei giretti intorno ( eh si anche nella latrina costruita appositamente nel bosco :-) ) quando le nuvole un po' si diradano riesco a vedere la soprastante Cima Trentin e a destra dovrebbe esserci il Portule.
Controllo un po' le cartine per il giorno dopo e poi finalmente Panini e Birra (la dotazione del mio zaino prevedeva 1,5Lt. di nettare (beh insomma non del migliore ma almeno da luppolo sapeva :-) ) che mi rincuora lo spirito e anche la mente, ah nella dotazione del Bivacco ci sono anche le Parole Crociate quasi nuove di zecca e che saranno il mio passatempo per la serata.
Accendo il fuoco per la serata, poi verso le 21.00 a nanna. dormo abbastanza bene anche se sul tavolato, le volte che mi sveglio sento i vari abitanti del bosco che si aggirano nei 2 bivacchi, non avevo finestre ma dai rumori uno doveva essere un cerbiatto o simile.
L'indomani pulisco, chiudo tutto e prendo il bel sentiero 208 che parte molto filante, per poi tramutarsi in parecchi punti, in una bella radiciaia ma fattibilissima.
Arrivo giù nell'altopiano del Sella, la mattinata non si è ancora aperta, ma promette bene. Faccio colazione e chiedo info su un sentiero che scende a Borgo Valsugana, ma o non ci siamo capiti o io sono ancora assonnato e non lo trovo, trovo invece altri forumendoli che non conoscevo "live", "com'è piccolo il mondo" :-) Scendendo di fronte a me i Lagorai prossima tappa di giornata.Il mio punto tappa per la notte è il Mitico Bivacco Argentino a 2160 metri una terrazza naturale su tutta la Valsugana.
Non è la prima volta che ci vado, ma sono salito sempre per la solita sterrata, preventivamente avevo già pensato, vista la completa assenza di rifugi in quella zona, di deviare subito dalla sterrata per andare a pranzare al mitico Rifugio Crucolo (quota 1100). Dopo un pezzo di sterrata mi ricollego alla asfaltata che sale al Crucolo dove c'è anche una piccola cascatina invitante per una lavatina veloce.
Salendo mi dico, cavolo ma è domenica, e sono in perfetto orario pranzo (arrivo al Crucolo alle 11.50) troverò posto???? difatti una moltitudine di auto mi sorpassa nella stretta striscia asfaltata, da varie province venete (il Crucolo è molto famoso). Fortunatamente la giornata è ancora bella e calda e riesco a trovare posto all'aperto (dove verrò assalito dagli avventori con le solite domande sulle FAT ). Pranzo completo o quasi, si perchè al Crucolo il pasto DEVE essere concluso con la bevuta dei Parampampoli (di loro produzione) "caffe', grappa, vino, zucchero, miele e altri aromi vengono mescolati creando una bevanda unica e inimitabile da servire alla fiamma", ma rifiuto gentilmente la richiesta del Cameriere dicendogli che mi stroncherebbe le gambe visto che devo fare ancora almeno altri 1100 metri di D+ :-(
Riparto e qui altra constatazione, vista l'erta salita iniziale dal Crucolo sarebbe meglio partire dopo un po' di pausa digestiva :smile: Salgo dunque con il mio passo fino a collegarmi con la strada che arriva su dalla zona del Rif. Carlentini già fatta lo scorso anno con l'amico Alberto, arrivo a Primalunetta, la in cima la forcella del Dogo
Arrivati a Malga Primaluna iniziano le spallate, la prima di circa 200 metri di D+ fino a forcella del Dogo.
Poi ultimo strappo tra una pedalata e una spinta/spallata fino al tanto sospirato Bivacco Argentino, che trovo abitato chi ci sarà???? entro e vedo 3 Zaini i posti sono 6 bene c'è posto :-) Poi faccio altri pensieri....... ma tanto so che rimarranno tali :smile: Attendo così il ritorno dei miei futuri coinquilini in una coltre nuvolosa che non lascia predire nulla di buono.....cavolo è la terza volta che vengo qui e mai una volta che riesca a godere del magnifico panorama che si dovrebbe avere.
Conto però sull'indomani preannunciato terso. I miei co-inquilini sono 3 simpatici universitari 1 di trento 1 di Verona e un vicentino, anzi quasi mio compaesano "ma com'è piccolo il mondo" :-) La serata e nottata passa bene sotto al luccichio dei Fulmini sottostanti e nella Sauna del Bivacco Argentino, sto posto è pazzesco con quella semplice stufetta si va sempre a finire a più di 22/24 gradi e almeno fino alle 3 di notte non serve il sacco a pelo. E l'indomani :-) eccola la veduta che volevo finalmente vedere MAGNIFICA!!!!
Giornata stupenda non avrei potuto desiderare di meglio, mi vesto c'è vento alla mattina, saluto i ragazzi e bici in spalla mi faccio questi ultimi e semplici scarsi 100 metri di D+ e risaluto il Bivacco. In cima nel pianoro di Cima Ravetta mi guardo attorno a 360° (quasi :-) ) ,e mi soffermo a guardare un punto ... metto a fuoco (eh si si fa per dire :smile: ) si è LUI ill FRATE !!!!!!!!
Ora qui il bel sentiero in costa tra trinceramenti della prima guerra mondiale che mi porterà fino a Forcella Ravetta 2219 e la sottostante Val di Rava, anche questa illuminata da uno splendido sole e dalla parte opposta verso la Val di Caldenave.
Da qui inizia una prima parte di discesa fino a Malga Ravetta di Sotto che si rivelerà molto tecnica, adatta all'amico Giovanni e dove mi fermo a rimirare queste bellissime conformazioni rocciose.
Ultima breve risalitina della Giornata fino alla terrazza panoramica naturale sulla Val di Rava e giù dal fantastico sentiero 332 fino giù a Bieno ovviamente nessuna foto :-)
A questo punto ripasso da strigno e prendo la Ciclabile della Valsugana direzione Bassano.
Sono peggio di un orologio svizzero alle 13.00 esatte sono al Birreria/biciGrill il Cornale di Cismon del Grappa, dove con calma do sfogo alla fame .....e alla sete.Mancano solo gli ultimi 50Km di strada/ciclabile e me li pappo via abbastanza in scioltezza passando Bassano e Marostica con il suo Castello inferiore. Alle 16.00 sono a Thiene di fronte ad un enorme gelato a suggellare questa mia personale avventura fortunata e molto gratificante.
Penso che un Tour in solitaria in montagna, dovrebbe essere fatto almeno una volta nella vita, ti fa vedere le cose sotto un’altra prospettiva, tutto fatto in modo molto molto calmo e libero :-)
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Alla ricerca dei 4000
1 o 2 volte all'anno mi faccio una bella sgroppata sulle mie abituali montagne, gli altopiani di Asiago e Lavarone/Luserna di 3500 metri di dislivello. L'anno scorso però, ho saltato questa abitudine, perchè con la bike nuova e tutti gli amici del Forum, ero sempre impegnato in fantastici giri. Queste sgroppate, le ho sempre fatte in solitaria, primo perchè ero ancora realmente Lonebiker e poi perchè anche tra i miei amici di qualche anno fa, non trovavo mai nessuno che si volesse fare un bel giro lungo. Bene ora alcune circostanze hanno voluto che potessi riprendere questa tradizione, assieme all'amico Alberto è da un po' che facciamo giri esplorativi sulla Catena dei Lagorai, a noi molto vicini, ma ciclisticamente sconosciuti (eccetto i classici passi stradali), visto che le giornate si accorciano, abbiamo dunque deciso di esplorare in una sola giornata più strade e sentieri possibili dei Lagorai Sud Ovest.
Alberto prende spunto da una mia precedente traccia, modificandola a favore della ciclabilità e visto che vogliamo andare verso i 4000 m. D+, la amplia portandola a 4150. Per fare ciò partiamo da Borgo Valsugana, ma ripercorriamo parte della Salita alla Bassa fatta con Giovanni, alcune settimane prima e visto che siamo in explo, a 5 valli prendiamo una via più diretta,
che si rivela abbastanza diretta (bella da fare in discesa anche se lasciata un po' andare) e sarà anche l'unica piccola spinta/spallata della Giornata.
Alla Bassa il panorama sulle Dolomiti di Brenta è sempre molto bello
da qui prendiamo in direzione del Rifugio Serot, su un sentiero che ci è stato consigliato da SID65, bello da fare sia in salita che in discesa (come abbiamo fatto noi), che ci porta ad attraversare il Lago delle Prese, dove con nostra sorpresa, troviamo dei bikers altoatesini tutti con E-Bikes e qui pensiamo che forse per oggi poteva essere la scelta giusta anche per noi :-)
Dopo una piccola pausa alimentare al Serot e per richiedere alcune informazioni per un nostro evento invernale, scendiamo ancora un pò per risalire in direzione della forcella Mendana e malga d'Ezzè.
Con questa magnifica giornata la Valsugana e il dirimpettaio Altopiano di Asiago si vedono in tutta la loro magnificenza
così come il Monte Cola (dal colore scuro ovviamente :smile: )
Salita abbastanza costante su sterrata con sole 3 rampette incementate ma comunque fattibilissime
e si inizia a vedere la Forcella Mendana
lasciandoci alle spalle la Valsugana
La Forcella è sempre più vicina e gli unici esseri viventi sono un gregge di pecore, che pascolano sulle verdi pendici di queste rocce quasi nere, qui ancora principalmente di origine porfirica.
in forcella ( siamo quasi a 2800 di D+) ci arriviamo praticamente in sella, solo qualche decina di metri a spinta e vediamo la nostra prossima metà (ultima salita) tutto il gruppo di Rava-Caldenave-Primaluna.
Breve e smossa discesa alla sottostante malga d'Ezzè
e poi lunga discesa di circa 1000 metri, a volte sconnessa ma su bel sentiero,
che facciamo il più velocemente possibile :smile:
fino ad arrivare all'attraversamento della strada per il passo Manghen in direzione Val Campelle Rif. Crucolo, dove l'idea era di fermarsi a prendere qualche cosa :smile: sono gli inventori dei Parampampoli. Per chi non conosce il Crucolo, dovete sapere che è consigliabile arrivarci accompagnati da autista :-) , ma sfortunatamente o fortunatamente, lo saltiamo per un centianio di metri.
Qui terminano le mie, poche foto, sta per arrivare il tramonto a breve e decidiamo di farci solamente 3/4 della salita saltando così le ultime cime molto rocciose e selvagge, da non fare con i faretti in salita.
A Malga Primalunetta, Alberto, che ha sempre pronto il piano B, ci fa scendere per un bellissimo sentiero, che taglia a volte la sterrata per Scurelle, il sentiero 384 detto anche Sentiero dei Salti, anche qui quasi 1000 metri di D-, fatto fortunatamente ancora con luce (attenzione solo al primo pezzo dove corre molte volte nel centro del sentiero un tubo nero di gomma dim di circa 5cm. fino all'incrocio con la sterrata).
Alla fine ....... Gambe e Gps dicono 3600 metri anzichè 4150 ma poco importa la sgroppata (almeno la prima dell'anno), l'ho, anzi l'abbiamo fatta anche quest'anno e sinceramente molto più divertente degli anni scorsi, Grazie Alberto.
Foto mie e di Alberto
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