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#Rifugio Alpino
fabriziosbardella · 2 years
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La baita di Dumenza si trova al centro di una fitta rete di sentieri ai piedi del Monte Lema e chi la vuole gestire deve candidarsi.  #baitadidumenza #rifugioalpino #montelema #alpebovis #valdumentina #svizzera #16postiletto #fabriziosbardella
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assowebtv · 2 years
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VAL DI FASSA: RITROVATE TRE PERSONE IN ZONA CARE' ALTO
VAL DI FASSA: RITROVATE TRE PERSONE IN ZONA CARE’ ALTO
La giornata di Lunedì è iniziata con una richiesta di sorvolo in zona Caré Alto, per la ricerca di tre persone non rientrate al rifugio dal giorno precedente.Trattavasi di tre giovani residenti a Verona e provincia, una donna di 36 anni e due uomini di 27 e 37 anni, che in serata avevano reso partecipe il rifugista della loro decisione di bivaccare nei pressi di Croz della Stria, dopo essere…
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kon-igi · 1 year
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SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO
Ieri ho pulito la macchina della mia compagna e nella tasca dietro al sedile ho trovato questo
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E oggi, andando a lavorare, ho provato la stessa sensazione di libertà...
TUTTO CHIUSO E UN CAZZO DI GENTE PER STRADA
Qualche sera fa un pornbot ha messo il like a un mio vecchio post di Febbraio 2020 e scorrendo la mia dash da quel punto in poi ho fatto una carrellata di tutti i post che avevo scritto durante il primo periodo della pandemia, dai primi focolai nel Nord Italia fino alle prime somministrazioni di vaccino.
Boh... la sensazione è stata strana, un po' come quando giravo per strada a Marzo 2020 e sembrava di essere durante uno zombie outbreak ma senza zombie: c'era qualche sopravvissuto che puzzava di gel idroalcolico e che indossando guanti e mascherina osservava con sospetto misto a odio qualsiasi cosa si muovesse, mentre elicotteri e macchine della polizia pattugliavano le strade.
Una volta qualcuno qua su tumblr mi ha detto che secondo lui ero tra i pochi a non avere paura perché avevo due cose che gli altri non possedevano:
CONOSCENZA ed ESPERIENZA
che poi erano concetti un po' troppo grossi rispetto a quello che in realtà avevo ma oltre alla capacità di codificare a livello sanitario quello che stava succedendo (cioè chi stava correndo un reale rischio) e un bagaglio di conoscenze della gestione dell'emergenza (cioè come ridurre realmente il rischio) in realtà possedevo una terza cosa, forse la più utile:
PROVAVO GIA' DISINTERESSE VERSO LA FRAGILE STRUTTURA SOCIO-ECONOMICA CHE TUTTI DAVANO PER SCONTATA E SULLA PRESUNTA ROBUSTEZZA DELLA QUALE TUTTI FACEVANO CIECO AFFIDAMENTO.
Oramai la nostra società è tarata come un perfetto ingranaggio di produzione-consumo che si autosostenta grazie alla sincronia dei due fattori o, usando una metafora aulica, mangiamo la merda che caghiamo senza avere più contezza della fragilità di questo equilibrio.
Gli ospedali curano sempre di più chi sta meno peggio, i servizi sociali seguono solo chi ha tangibili possibilità di recupero, le scuole pubbliche hanno abiurato alla loro missione formativa e il sistema giudiziario ha più colpevoli di quanto possa giudicare.
Un fragile equilibrio eroso lentamente che non può reggere a grandi shock sistemici o che dà l'illusione di reggerli - vedi Covid 19 - ma che si assesta a un gradino più basso della scala di umanità.
Certe volte mi viene da pensare che se si deve sopravvivere a queste condizioni e a tutti i costi allora forse il sogno che ho fatto stanotte dovrebbe diventare realtà: un rifugio alpino in cemento armato, gente che corre al riparo mentre luci rosse lampeggiano e io che mi attardo su una balconata con un fucile da cecchino in mano e sussurro - Non so cosa stia per succedere ma non ho mai avuto la senzazione della mia vita sotto controllo come adesso.
So di essere stronzo ad augurarmi queste cose ma sono uno stronzo stanco.
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CHI SIAMO?
Siamo Daniele e Claudia, da Genova.
Si, forse l'ennesima coppietta online che fa viaggi.
MA ci sembrava davvero un peccato non poter rendere pubblico un diario che, pagina dopo pagina, vuole raccogliere continue esperienze in giro per il mondo.
Mostrare, insomma, attraverso i nostri occhi quanto ci sia del bello là fuori. Quanto, anche nella vita di tutti i giorni perché no, si possa provare meraviglia e stupore se si è disposti a guardare. Perché, appunto, something is always happening.
Cercheremo quindi di condividere qui e su Instagram alcuni dei nostri scatti, informazioni e alcuni dei più bei attimi vissuti.
In particolare nelle foto qui sopra ci trovavamo al #ColledelNivolet in occasione del compleanno di Daniele.
Il Colle del Nivolet è un valico alpino situato all'interno dell'area protetta del #ParcoNazionaledelGranParadiso, vicino al confine italo-francese ad ovest.
Facilmente raggiungibile in auto, è caratterizzato da una vasta prateria ed è famoso per i suoi laghi alpini incontaminati. Si possono osservare camosci, stambecchi, marmotte oltre che diverse specie di uccelli. In particolare durante la nostra visita abbiamo avvistato le simpatiche marmotte, che dominano l'intero colle.
Ammirando il panorama e godendoci l'aria frizzantina a più di 2600 metri di altezza abbiamo fantasticato su come potesse apparire questo posto al tramonto o alla sera (purtroppo il nostro viaggio nel pomeriggio ci avrebbe portato altrove), dato che la sua conformazione e le poche tracce dell'uomo le donano un qualcosa di selvaggio e addirittura primordiale. Infatti poco dopo abbiamo scoperto che è uno dei luoghi più bui d'Italia, almeno tra quelli accessibili tramite strada asfaltata, perché gode di schermature da parte delle montagne verso la pianura e le grandi città, ed è quindi relativamente immune dall'inquinamento luminoso.
Ideale quindi per osservare le stelle e il cielo in notturna grazie anche alla sua altitudine che riduce le interferenze dell'atmosfera terrestre.
Insomma, un luogo magnifico.. un paradiso appunto!
Ci torneremo sicuramente, fermandoci anche per la notte grazie alla presenza di un grande rifugio con bar.. non vediamo l'ora di ammirare un cielo pazzesco.
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Filippo Zanin e Francesco Favilli sono precipitati mentre arrampicavano la parete sud della Marmolada
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Le salme dei due alpinisti precipitati sulla Marmolada sono state recuperate mercoledì sera dal Soccorso alpino della Val Pettorina. Si tratta di dipendenti dell’azienda calzaturiera “Scarpa”, di Asolo, per la quale Favilli, 44 anni, lavorava come brand manager, mentre Zanin si occupava di marketing. L’allarme era stato lanciato dalla moglie di uno di loro, preoccupata per aver provato a contattare gli scalatori durante la giornata senza ricevere risposta. Le ricerche Allertato dalla Centrale del Suem, il Soccorso alpino si è attivato martedì sera intorno alle 23.20 per avviare le ricerche. Le auto dei due sono state ritrovate una a Malga Ciapela, in prossimità della salita che porta al rifugio Falier, l’altra nel punto in cui era prevista la discesa dal ghiacciaio, al passo Fedaia. Si tratta del percorso conosciuto come la “via di Don Chisciotte”. Le perlustrazioni sono continuate fino alla mattina seguente, quando alle 5.30 circa l’elicottero Falco 2 ha rinvenuto i corpi esanimi dei due amici tra i ghiaioni alla base della parete. Colleghi e amici Zanin e Favilli erano amici da tempo, e li accomunava non solo il lavoro ma anche l’amore per la montagna. Il primo lascia una moglie e una figlia di appena due anni, il secondo due figli di 11 e 8 anni che abitavano con l’ex moglie nel veneziano. "Siamo distrutti dal dolore", ha detto Sandro Parisotto, presidente di “Scarpa”. "Filippo e Francesco erano due persone veramente speciali, nonché professionisti particolarmente apprezzati e conosciuti per il profondo amore per la montagna. Una passione che avevano portato in azienda e trasferito a tutti i colleghi. La notizia della loro scomparsa ci ha lasciati senza parole, siamo sotto shock: si tratta di una perdita che crea un enorme vuoto sotto tutti i punti di vista". Le parole di Zaia Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha contattato l’azienda “Scarpa” ed espresso cordoglio alle famiglie delle vittime. "In questo momento di grande dolore esprimo la mia vicinanza ai familiari e agli amici di Francesco Favilli e Filippo Zanin, i due alpinisti asolani che hanno trovato la morte sulla Marmolada. Esprimo anche un ringraziamento per tutto il personale del Soccorso Alpino intervenuto nelle ricerche dei due sportivi e nel recupero delle salme", ha detto. Read the full article
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gobelluno · 30 days
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Giornata intensa per il Soccorso alpino
BELLUNO – Questa mattina verso le 8 Falco 2 è volato al Rifugio Pramperet, a Longarone, dove un’escursionista di 77 anni residente in Bahrein aveva accusato un dolore alla schiena, che le impediva di camminare. La donna, che si trovava con la famiglia, è stata accompagnata all’ospedale di Belluno. Una squadra del Soccorso alpino di Agordo è salita in fuoristrada al Rifugio Vazzoler per imbarcare…
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m2024a · 2 months
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Ragazzo di 27 anni trovato morto in un laghetto a Bardonecchia: lavorava in un rifugio, forse è scivolato. «Fatale ipotermia» Tragedia a Bardonecchia (Torino), località turistica poco sopra i 1.300 metri di altitudine, dove un ragazzo di 27 anni, che lavorava al rifugio Scarfiotti a quasi 2.200 metri di quota, è stato trovato morto nel laghetto vicino alla struttura. Il giovane era della provincia di Como. Come causa del decesso viene ipotizzata l'ipotermia. L'incidente nella notte L'incidente è avvenuto la scorsa notte e, secondo una prima ricostruzione, il giovane sarebbe scivolato sulle pietre della riva, avrebbe sbattuto la testa e sarebbe caduto in acqua. A trovarlo esamine sono stati i gestori del rifugio, che hanno dato subito l'allarme, intorno alle 2.45. Sono partiti immediatamente una squadra di terra del soccorso alpino e speleologico piemontese e l'eliambulanza. Quest'ultima però ha dovuto desistere a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Le persone sul posto intanto hanno recuperato il corpo del giovane e hanno tentato la rianimazione, insieme a sanitari e soccorritori. Sul posto sono giunti anche una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento di Susa e i sommozzatori, insieme a polizia, carabinieri e il soccorso alpino della guardia di finanza per le operazioni di polizia giudiziaria. Su quanto accaduto indaga la polizia del commissariato di Bardonecchia.
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quartopiano · 3 months
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lamilanomagazine · 3 months
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Vicenza, un pellegrinaggio civile nei luoghi del Capitano Giuriolo a 80 anni dalla sua scomparsa
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Vicenza, un pellegrinaggio civile nei luoghi del Capitano Giuriolo a 80 anni dalla sua scomparsa Un cammino fisico e spirituale sui passi del Capitano Toni, da Malga Fossetta, sull'Atopiano dei Sette Comuni, fino a Campogrosso, dove è prevista una celebrazione davanti alla sua lapide. In occasione dell'80° anniversario della morte di Antonio Giuriolo, il partigiano "Toni", caduto a Lizzano di Belvedere il 12 dicembre 1944, l'Istrevi (Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Vicenza "Ettore Gallo") e il Cai (Club alpino italiano )di Vicenza, di cui era socio, hanno progettato un'edizione straordinaria del Pellegrinaggio civile nei luoghi del Piccoli Maestri, domenica 16 giugno a Campogrosso. L'evento sarà preceduto dal cammino di quattro giorni (dal 13 al 16 giugno) che 19 soci del Cai percorreranno lungo i sentieri che si suppone Giuriolo abbia seguito, fuggendo dal tragico rastrellamento di Malga Fossetta del 5 giugno 1944. L'iniziativa è stata presentata ieri mattina a Palazzo Trissino, sede del Comune di Vicenza, da Stefano Fracasso, presidente Istrevi, Maurizio Dalla Libera, presidente CAI sezione di Vicenza e da Renato Camurri, storico dell'Università di Verona, alla presenza del sindaco Giacomo Possamai. «Ieri abbiamo affisso una lapide in ricordo di Giacomo Matteotti – ha detto il sindaco Giacomo Possamai - per farne memoria in modo concreto, a 100 anni dal suo barbaro assassinio. Oggi aderiamo con convinzione a questa iniziativa, con l'auspicio che quello di Giuriolo diventi un percorso conosciuto e amato nel panorama dei cammini italiani. Un cammino che, insieme all'andare in montagna, propone una riflessione sui valori della Resistenza e della Libertà». Nella primavera del 1944 i Piccoli Maestri, con a capo Toni Giuriolo, sono sull'Altopiano di Asiago, dove scelgono come campo base delle loro operazioni Malga Fossetta. Il 5 giugno 1944 inizia un rastrellamento nazifascista di eccezionale vastità che disperderà il gruppo. Alla fine Malga Fossetta è incendiata, alcuni di loro verranno uccisi, manca all'appello anche il Capitano Toni. Egli, sfuggito al rastrellamento, solo e senza notizie dei compagni, dopo una lunga marcia senza punti di appoggio, con la mano ferita e senza cibo, giunge a Campogrosso. Qui incontra l'amica Anna Correale, che gestisce il rifugio, poi Maria Setti, staffetta del gruppo, e il fratello Libero. Per ricordare quei tragici eventi, a 80 anni dalla morte di Toni Giuriolo, l'Istrevi ha spostato il tradizionale Pellegrinaggio civile da Malga Fossetta alla zona di Campogrosso. Contestualmente il Cai, in collaborazione con Istrevi, ha ideato il "Cammino Giuriolo": un percorso di 80 chilometri e oltre 4 mila metri di dislivello in cui, nei quattro giorni precedenti il Pellegrinaggio civile, un gruppo di soci percorrerà la fuga del Capitano "Toni" da Malga Fossetta verso Campogrosso. Non ci sono documenti che attestino con precisione il percorso di Giuriolo, ma numerose ricognizioni effettuate dal gruppo vicentino del Cai hanno permesso di individuare il tragitto più probabile da lui compiuto. Il cammino sarà descritto anche in un sito e in una guida, a disposizione di tutti gli escursionisti che vorranno ripercorrerlo. Il 16 giugno alle 10 è in programma l'incontro con i partecipanti al Pellegrinaggio civile 2024, per effettuare insieme l'ultimo tratto di cammino, dall'Ossario del Pasubio fino al Rifugio Città di Schio, a Campogrosso, dove si terrà la cerimonia conclusiva. All'arrivo, dopo i saluti delle autorità, sono previsti gli interventi di Renato Camurri, Università di Verona, e dello scrittore Giuseppe Mendicino. Ad essi si alterneranno letture de La Piccionaia e intermezzi musicali del Complesso Musicale Marzotto di Valdagno. L'evento avrà termine con un omaggio ad Antonio Giuriolo davanti al cippo a lui dedicato. Hanno dato il patrocinio all'iniziativa la Provincia di Vicenza, il Comune di Vicenza, il Comune di Arzignano, il Comune di Recoaro Terme. Hanno collaborato con Istrevi per l'evento il Cai, l'Accademia Olimpica, la Biblioteca Bertoliana, l'ANPI, l'AVL, la FIAP, l'Aned, l'Anei. Per informazioni: Istrevi tel.0444323228 - Email: [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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inmontagnadilunedi · 3 months
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#289# 29/05/2024 Prati Di San Geminiano - Rifugio Le Maccherie - Passo e Monte Giovarello
Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.Dante Alighieri,nato 29 maggio 1265, poeta. Pranzo: ristorante Ristorante Alpino, Piandelagotti, Frassinoro. Itinerario: parcheggiamo ai Prati Di San Geminiano (1453 m), posto magico e strategico per mille sentieri (altre nostre escursioni #235, #222, #263). All’interno del Parco Del Frignano, uno dei gioielli dei Parchi…
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Gli orsi d'Italia: un simbolo di resilienza e bellezza selvatica
L'Italia ospita due popolazioni distinte di orsi bruni: l'orso bruno alpino e l'orso marsicano, una sottospecie endemica. Questi magnifici animali, un tempo diffusi in tutto il paese, sono oggi confinati in aree ristrette a causa della perdita dell'habitat, della caccia illegale e dei conflitti con le attività umane. Nonostante le sfide, gli orsi italiani rappresentano un simbolo di resilienza e bellezza selvatica, e la loro conservazione è fondamentale per la salute degli ecosistemi montani. L'Orso Bruno Alpino L'orso bruno alpino si aggira tra le cime innevate delle Alpi centrali, con una popolazione stimata di circa 50 individui. Concentrati principalmente in Trentino, con nuclei più piccoli in Friuli Venezia Giulia e zone limitrofe, questi orsi si adattano a climi rigidi e terreni impervi. La loro dieta varia a seconda della stagione, includendo bacche, erbe, miele, insetti e, occasionalmente, ungulati selvatici. L'Orso Marsicano Sulle pendici dell'Appennino centrale, l'orso marsicano regna come sovrano solitario. Con una popolazione di circa 80-100 individui, questa sottospecie endemica rappresenta un tesoro unico della biodiversità italiana. Più piccolo e agile dell'orso bruno alpino, l'orso marsicano si nutre principalmente di vegetali, integrando la sua dieta con frutti, insetti e piccoli mammiferi. Minacce e sfide La sopravvivenza degli orsi italiani è tutt'altro che certa. La perdita e la frammentazione dell'habitat, dovute all'espansione urbana e alle attività agricole, limitano il loro territorio e ostacolano la riproduzione. La caccia illegale, sebbene vietata, rimane una minaccia, alimentata da bracconieri e da una visione distorta di questi animali come pericolo per l'uomo. I conflitti con le attività umane, come l'allevamento e la pastorizia, possono generare tensioni e richiedono soluzioni di coesistenza pacifica. Sforzi per la conservazione Nonostante le sfide, la speranza per gli orsi italiani non è perduta. Numerose iniziative sono in atto per garantirne la conservazione. Aree protette, come il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, offrono rifugio e tutela all'orso marsicano. Programmi di reintroduzione, con il rilascio di orsi allevati in cattività, mirano ad aumentare la popolazione alpina. L'educazione ambientale sensibilizza le comunità locali sull'importanza di coesistere con questi animali selvatici. Un futuro per gli orsi italiani Il futuro degli orsi italiani dipende dal nostro impegno per la loro conservazione. Sostenere le iniziative di tutela, promuovere una coesistenza pacifica e diffondere consapevolezza sull'importanza di questi animali sono azioni cruciali. Gli orsi non sono solo creature affascinanti, ma anche indicatori della salute dei nostri ecosistemi. Preservare il loro ruolo significa garantire un futuro ricco di biodiversità per le generazioni a venire. Gli orsi italiani, con la loro tenacia e il loro fascino selvatico, rappresentano un simbolo di speranza per un futuro in cui l'uomo e la natura possano coesistere in armonia. Proteggere questi magnifici animali significa tutelare un tesoro inestimabile del patrimonio naturale italiano. Foto di Steve da Pixabay Read the full article
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brunopino · 6 months
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Turismo di montagna, presentato il "Portale Cai dell'escursionista"
Oggi a “Fa’ la cosa giusta!” di Milano presentato il sistema di booking online con il quale sarà possibile prenotare il pernottamento nelle strutture ricettive lungo sentieri, cammini e vie alpinistiche. Da lunedì 25 marzo i gestori potranno richiedere di inserire nel portale il proprio rifugio, foresteria o punto tappa.Milano, 23 marzo 2024Il “Portale Cai dell’escursionista”, che il Club alpino…
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dettaglihomedecor · 7 months
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Priesteregg Premium Eco Resort: esperienza di benessere nelle Alpi salisburghesi
Relax con vista panoramica: il Priesteregg Premium Eco Resort, a Leogang, nel Salisburghese, si trova su un altopiano a 1100 metri di altitudine. Gli ospiti non solo godono di una vista mozzafiato sui monti Leogang Steinberg, sullo Steinernes Meer con l'Hochkönig e sulla Kitzbühl Schieferalpen. Inoltre, qui trovano anche uno spazio esclusivo per rigenerare corpo, mente e anima. I prodotti Dornbracht per i bagni e le zone spa arricchiscono gli ambienti.
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Chalet e Ville del Priesteregg Premium Eco Resort
Inaugurati nel 2009, i 15 chalet e le tre ville che compongono il resort concepito come un piccolo villaggio di montagna sono circondati da una rigogliosa flora di pini mughi, rose alpine e cespugli di mirtilli. La casa padronale e le tenute adiacenti sono di proprietà della famiglia Oberlader da oltre 200 anni. Ispirata dalla tradizione agricola del territorio, la proprietà ha scelto un approccio sostenibile nella gestione del resort, adottando l’uso di energie sostenibili, scegliendo fornitori locali e materiali naturali per gli arredi. Lo studio W2 Manufaktur e l'architetto Ulrich Stöckl hanno curato il progetto puntando su interni che mixano lo stile tradizionale alpino con un moderno concetto di lusso. Nelle tre ville e nell'area spa pubblica sono protagonisti i prodotti Dornbracht.
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Villa Etaner: tutt'uno con la natura L’architettura di Villa Etaner si fonde direttamente con la collina su cui è costruita. Pareti intonacate in argilla e numerosi elementi in legno – come l’isola della cucina ricavata da un unico tronco d’albero – creano un’atmosfera calda e invitante. Nel bagno, gli ospiti possono godere di un’esclusiva Horizontal Shower di Dornbracht con funzione massaggio, proposta per la prima volta in versione doppia pensata per le coppie. La serie di rubinetteria Vaia in finitura Platino Spazzolato Brushed Platinum esalta il lavabo che sembra scolpito direttamente nella roccia. Al piano superiore si accede invece alla camera da letto padronale con bagno en suite: Vaia è scelta sempre in finitura Platino Spazzolato per il lavabo e in versione colonna freestanding per la vasca posizionata davanti alle vetrate a tutta altezza. Una doccia emozionale Aquamoon con sistema d’illuminazione completa l'esperienza di benessere con vista sull’ambiente naturale.
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Villa Wossa: dimora del Priesteregg Premium Eco Resort con un laghetto naturale balneabile Circondata da un biotopo con canneti e un laghetto naturale balneabile, anche Villa Wossa offre massimo comfort e si distingue per il suo design. Materiali naturali come legno di recupero, lino e pietra definiscono l'atmosfera interna della grande zona giorno e della cucina open space in stile alpino e della camera da letto con arredi in pino. Nel bagno si distingue la serie di rubinetteria di design CYO, lanciata nel 2022 e caratterizzata dalla bocca geometrica a forma di C, qui in finitura Ottone spazzolato (Oro 23kt) che crea un raffinato contrasto con la texture materica del lavabo in pietra naturale.
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Wilderer Villa: un'architettura aperta e organica Il design della Villa Wilderer ai margini del bosco è sorprendentemente organico e con le sue tre ali ricorda una casa sull'albero. Grazie all'ampia facciata vetrata al piano terra gli ospiti possono godere della vista sui prati alpini e sui boschi di conifere. Insieme al camino sospeso, l'imponente vasca da bagno in rame completata dalla rubinetteria freestanding Vaia in finitura Dark Platinum spazzolato caratterizza lo spazio. Una scala a chiocciola conduce alla zona notte, dove il lavabo in pietra naturale è arricchito dal rubinetto a tre fori Vaia. Anche qui, la finitura Dark Platinum spazzolato si armonizza discretamente con le volte in legno chiaro con nodi più scuri.
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Priesteregg Bad, rifugio di benessere sostenibile Nel 2019, sotto gli chalet, è stato realizzato un rifugio benessere progettato in modo sostenibile: con il suo tetto piano piantumato, la terrazza solarium coperta e una piscina a sfioro, il Priesteregg Bad si integra perfettamente nel paesaggio alpino. Anche qui numerosi sono i prodotti Dornbracht scelti per completare lo spazio, come ad esempio le bocche di erogazione per le docce Kneipp, che contribuiscono a rinvigorire il corpo e la mente. Per maggiori informazioni: www.priesteregg.at   Read the full article
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Frana Val Formazza, trovati due corpi sotto i detriti
Il soccorso alpino: ‘Ricerche difficli, proseguono i distacchi’ Ventiquattro ore dopo la frana di ieri pomeriggio in Val Formazza, i soccorritori sono riusciti a recuperare il cadavere di Marilena Bertoletti, una delle due vittime del distacco di sassi avvenuto nella zona del Piano dei Camosci, tra il rifugio Città di Busto e la diga dei Sabbioni, a oltre 2400 metri di quota. La salma della…
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personal-reporter · 1 year
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Tour Dolomiti di Brenta 2023
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Il weekend del 19 e 20 agosto vedrà il Tour delle Dolomiti di Brenta, con una sfilata di  auto d'epoca che si snoderà da Tre Ville a Madonna di Campiglio. Sabato 19 agosto alle 10 arriveranno le auto selezionate, dagli anni Venti alle Sessanta e alle 16 è previsto l’inizio dell’evento con l’ esposizione delle auto e presentazione modelli in Piazza Sissi fino alle 18.30. Per domenica 20 agosto alle 8 arriveranno alle 10 un gruppo di 35 auto selezionate prodotta prima del 1985, cui seguirà l’arrivo di tutti gli equipaggi a Ragoli - frazione di Tre Ville, tra procedure iscrizione, esposizione veicoli e colazione di benvenuto. Ci sarà la  partenza verso Bocenago attraversando i borghi storici della Val Rendena, con alle 10 l’arrivo a Bocenago, per le sosta tecnica, alle 11 è prevista la  partenza per Madonna di Campiglio, con l'arrivo alle 12, la sfilata nel centro storico e  una sosta nel parcheggio riservato e sorvegliato in località Fortini. Alle 12.30 ci sarà la partenza con cabinovia per raggiungere il rifugio Boch a quota 2.000 metri e alle 13 il  brindisi di benvenuto con le autorità e pranzo. Dopodiche alle 15 ci sarà un momento di  intrattenimento e premiazioni, poi alle 16.30 si terrà la discesa con la cabinovia e la fine della manifestazione. Adagiata a tra il gruppo delle Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell’Adamello e Presanella, Madonna di Campiglio fu lanciata turisticamente nella seconda metà del 1800 da Giambattista Righi, che acquistò l’ex-monastero di Santa Maria di Campiglio appartenente alla mensa capitolare di Trento, poi vi eresse un primo albergo, lo Stabilimento Alpino, destinato ad accogliere i primi turisti della montagna. L’avventura imprenditoriale di Righi fu portata avanti da Franz Josef Oesterreicher, già proprietario del Grand Hotel Trento, che subentrò nella proprietà di Campiglio nel 1882, e si dice che fosse figlio illegittimo dell’imperatore d’Austria e Ungheria, Francesco Giuseppe, di cui portava lo stesso nome. Tra gli ospiti della località, nel 1889 e nel 1894, ci furono la principessa Sissi e l’imperatore Francesco Giuseppe che vi trascorsero lunghe giornate, passeggiando per i boschi, raggiungendo i laghetti attorno a Campiglio e dedicando spensierate serate ai walzer e a ristretti incontri con il loro entourage. La famiglia Oesterreicher rimase a Campiglio fino al 1955, quando le proprietà furono gradualmente acquistate da imprenditori lombardi che trasformarono l’aspetto e le strutture della località. Read the full article
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gobelluno · 3 months
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Sabato di interventi per il soccorso alpino
DOMEGGE DI CADORE – Sabato pomeriggio, verso le ore 17.30, il Soccorso alpino del Centro Cadore è stato allertato per una coppia di escursionisti rodigini, che avevano perso la traccia del sentiero 352, mentre dal Rifugio Tita Barba erano diretti al Rifugio Padova. Non potendo geolocalizzarli e non riuscendo a ricontattarli al cellulare, le squadre sono partiti a cercare i due, lei 55 anni di…
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