#Partito Democratico (Italia)
Explore tagged Tumblr posts
zibaldone-di-pensieri · 6 months ago
Text
Europee
Il voto è anonimo quindi nessuno lo saprà e nessuno vi giudicherà
Condividete e facciamo un nostro personale exit poll giusto per curiosità
4 notes · View notes
a-differentmind · 2 years ago
Text
Signori finalmente il partito democratico verrà rappresentato da una donna.
4 notes · View notes
pier-carlo-universe · 10 days ago
Text
Mozione sul Congedo di Paternità Obbligatorio: Un Passo Avanti per l'Uguaglianza. Il Consiglio Comunale di Novi approva all’unanimità la proposta del PD
Il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo PD, Luca Patelli, riguardante l’estensione del congedo di paternità obbligatorio.
Il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo PD, Luca Patelli, riguardante l’estensione del congedo di paternità obbligatorio. Questo importante risultato rappresenta un passo avanti nella promozione di una maggiore parità tra i genitori e nel contrasto alle discriminazioni di genere, sia nel contesto lavorativo che nella società. Un Tema…
0 notes
primepaginequotidiani · 1 month ago
Photo
Tumblr media
PRIMA PAGINA Corriere Della Sera di Oggi domenica, 27 ottobre 2024
0 notes
Text
ROMA. ITALIA 2023: L'ANNO NERO DELLA REPUBBLICA.
I dati pubblicati sul gradimento del governo e della premier in particolare non lasciano dubi sul giudizio degli elettori e degli italiani. Dall’insediamento del governo Meloni ad oggi i prezzi hanno fatto registrare una impennata, l’inflazione mangia i salari e i redditi da lavoro dipendente, i tassi imposti dal Madame Lagarde stanno letteralòmente rapinando lefamiglie italiane alle prese con i…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Tumblr media
My own painting depicting Violence Jack administering justice to two of the most heinous and devious Italian Criminals that had ever the gall to share the soil with us honest Italians.
Berlusconi and Craxi were both "santified" by the corrupt Italian Media system, well guess what, this is how I imagine their days in hell are: mauled by Violence Jack everyday, their bodies magically restored all the time, forever and ever!
1 note · View note
livornopress · 2 years ago
Text
FdI critica Sanremo dopo la performance di Fedez, il Pd risponde
ATTUALITA', POLITICA, SANREMO - FdI critica Sanremo dopo la performance di Fedez, il Pd risponde
Roma 11 febbraio 2023 Fratelli d’Italia attacca il Festival di Sanremo a seguito della performance di Fedez. Il Partito Democratico risponde in modo ironico, parlando di una “aria di Minculpop”. “La Rai sapeva, ma nessuno ha fatto nulla, diventando complici del monologo politico di Fedez e del suo attacco a un viceministro. Secondo quanto riportato oggi da Verità, il suo spettacolo sarebbe stato…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
vintagebiker43 · 2 days ago
Text
Io non so e non mi interessa sapere a che gioco pensa di giocare Fedez quando dichiara da Cruciani che “Vannacci vale comunicativamente dieci volte Elly Schlein”.
Quello che so è che Schlein e Vannacci nella stessa frase in un Paese minimamente civile neanche dovrebbero stare.
Una è una giovane donna di 39 anni, una che fa politica attiva da quando ne aveva 18, che ha fatto tutta la gavetta, ha fatto un lavoro straordinario in Europa, ha lasciato il partito quando la sua coscienza glielo ha imposto e c’è tornata dentro da leader, la più giovane leader di partito in Italia, una che ha vinto le primarie praticamente da sola, senza spinte, raccomandazioni, aiutini, “uomini forti” o uomini deboli; una donna non solo sulla carta d’identità ma nelle idee e nelle rivendicazioni femministe; una che ha riportato la gente a votare Partito democratico senza vergognarsi, che parla alla testa delle persone, anche se questo significa perdere qualche voto.
L’altro è un EX generale che è entrato in Parlamento senza saper fare politica. Ha pubblicato un best seller con un italiano appena da scuola dell’obbligo, che ha scritto cose talmente gravi da essere sospeso dall’Esercito. Uno che parla alla pancia, alle viscere, all’intestino crasso degli italiani giocando sulla loro ignoranza, sulla loro grettezza, sulle loro paure, su razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia e tutte le fobie possibili e immaginabili. Uno che nell’unico vero confronto televisivo è riuscito a farsi asfaltare persino da Calenda. La fotografia perfetta dell’italiano medio che si eleva a maître à penser di fronte a quello stesso 41% di italiani che dichiara gioiosamente di non aver mai letto un libro in vita loro (ma quello di Vannacci sì).
Questo, caro Fedez, non è comunicare.
Questo è emettere flatulenze a favore di vento nel vuoto pneumatico di un Paese in macerie culturali che non conosce Storia né dignità, di un Paese debole che si innamora di “uomini forti”, salvo poi chiederne la testa, che idolatra i furbi che fregano i fragili e gli utili idiot*, salvo poi rendersi conto di essere parte degli uni e/o degli altri.
Se non capisci la differenza sostanziale tra comunicare e cavalcare una propaganda tossica, se tra una come Elly Schlein e uno come Roberto Vannacci scegli “dieci volte” quest’ultimo, il problema non è neanche Vannacci. Il problema, caro Fedez, sei tu.
E sei in buona - anzi, pessima - compagnia.
Lorenzo Tosa
(ci sarebbe anche la foto ma mi rifiuto di vedere la faccia da c°°o del generale di fianco a quella della Schlein)
10 notes · View notes
anchesetuttinoino · 14 days ago
Text
Tumblr media
Miserabili chi? Cittadini che protestano contro la vostra politica guerrafondaia e russofobica?
Miserabili sono i codardi che non hanno il coraggio di combattere e mandano gli ucraini a combattere al posto loro.
Miserabili sono coloro che hanno svenduto conquiste sociali ottenute con le battaglie della classe operaia.
Miserabili sono coloro che hanno tradito i valori della nostra costituzione appoggiando e sostenendo i battaglioni nazisti Aidar, Tornado, Azov e facendo finta di non conoscere i massacri contro i civili a Lugansk, Odessa, Donetsk...
Miserabili sono coloro che fingono di non sapere chi abbia sconfitto il nazismo con il sacrificio di 27 milioni di sovietici.
Miserabili sono coloro che vorrebbero censurare il dissenso, la libertà di parola e di espressione.
State conducendo una guerra contro la Federazione Russa, una guerra che il popolo Italiano non vi ha chiesto di dichiarare.
La guerra la perderete e come la storia insegna chi perde la guerra va a casa.
Il popolo italiano non permetterà a chi è responsabile di migliaia di morti, responsabile di una crisi economica senza precedenti di ritornare come se nulla fosse nel Parlamento italiano.
Come il partito fascista è stato sciolto alla fine della guerra, il partito Democratico subirà la stessa sorte!
😊Vincenzo Lorusso 👍
Giornalista 🤩
Lugansk🇷🇺 ( LNR-Russia)
Bannato da 📱 e da 📱
Autore 📱 Donbass Italia ☑️
Iscriviti
Telegram | Web | RuTube| Twitter | Zen| VK  | fai una donazione|
10 notes · View notes
salvo-love · 2 months ago
Text
⚠️Il DDL SICUREZZA del governo Meloni risponde ad una forte e imponente richiesta di legalità, sicurezza e giustizia da parte della stragrande maggioranza degli italiani che non si sentono più sicuri né in casa né fuori. Altro che norme liberticide di cui parlano Elly Schlein e compagni di sinistra !⬇️⬇️ Leggi qui sotto ⬇️⬇️⚠️
https://www.instagram.com › reel
Silvia Sardone | 🟥 Il Pd trova la brillante idea di scendere in piazza contro il ddl sicurezza e dunque a difesa dei delinquenti. 😭 😭
Il PD riesce sempre a stare dalla parte sbagliata e non perde occasione per dimostrarsi come il partito più anti popolare e il più fedele servo dell'Unione europea anche quando questa va contro gli interessi dell' Italia.... È un partito pieno di contraddizioni e di confusione, con una leader che dice tutto e il contrario di tutto, un partito che ignora volutamente quello che succede in Italia; anche se evidente, parla di sensazione o addirittura nega l'esistenza di problemi come la dilagante e pesante insicurezza in tutte le città italiane ad opera di immigrati che delinquono, spacciano, rubano, rapinano, accoltellano, occupano case, stuprano e vagano senza meta ormai in tutto il Belpaese, diventato il Bruttopaese grazie a questo enorme degrado.
Un riformismo e progressismo (??) mai riusciti, un leaderismo che non ha lasciato traccia. Il Partito Democratico sconta tutti i suoi problemi, storici, e genetici. Forse è proprio il caso di lasciar perdere, di fermarsi e finire qui il lavoro o l'esperienza di un partito che forse non è mai nato, perché pieno di contraddizioni e contrapposizioni interne.
Rosy Bindi il 1 ott 2022 diceva apertamente che il partito non ha più senso, un'idea che condividono in molti nell'area intellettuale di riferimento.
Per salvare il Pd, diceva la ex presidente del Pd Rosy Bindi, bisogna «essere tutti pronti a mettersi a disposizione, fino allo scioglimento dell'esistente, per costruire un campo progressista coinvolgendo quelle realtà sociali che già interpretano il cambiamento e non trovano rappresentanza politica».
⚠️Il DDL SICUREZZA del governo Meloni risponde ad una forte e imponente richiesta di legalità, sicurezza e giustizia da parte della stragrande maggioranza degli italiani che non si sentono più sicuri né in casa né fuori. Altro che norme liberticide di cui parlano Elly Schlein e compagni di sinistra !⬇️⬇️ Leggi qui sotto ⬇️⬇️⚠️
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
7 notes · View notes
rpallavicini · 3 months ago
Text
Rinfreschiamo la memoria
Rinfreschiamo la memoria. Ecco quali partiti italiani avevano votato a favore del Digital Service Act (DSA), lo strumento attraverso cui l’Unione (Sovietica) Europea mette in pratica la censura sul web.Approvato a ottobre 2022 da Partito Democratico, Movimento 5Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia (si, anche da FDI ed è ora che qualcuno ci faccia i conti con questo), è poi entrato in vigore…
10 notes · View notes
rideretremando · 2 months ago
Text
Ouidad Bakkali
deputata del Partito Democratico
“‘Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi’.
Io questo giuramento lo feci a 23 anni, divenni cittadina nel 2009. Ero arrivata a due anni, ventuno anni dopo. Qui ho frequentato le scuole dell’infanzia dalle suore di Casal Borsetti, le elementari, le medie, le superiori. A 16 anni militavo nelle giovanili del mio partito, collaboravo attivamente alle campagne elettorali per le quali non avevo il diritto di voto, ero rappresentante d’istituto.
Alla gita di quinta superiore fui bloccata all’aeroporto di Praga perché il documento con cui viaggiavo non era corretto, seppur vagliato dalla Questura. Passai la notte in aeroporto con due professori del mio liceo e mi dissi lì che non mi sarei mossa fino alla fine della gita, per principio e per un senso di ingiustizia che avevo provato sulla pelle tante di quelle volte. Non ricordo quanti giorni di scuola ho saltato per andare in Questura per il rinnovo del permesso di soggiorno e al Consolato per il documento d’identità.
Perché no, i bambini non sono tutti uguali. Io capisco che voi quelli che appartengono alle famiglie che non vi piacciono li mandate in galera, noi cerchiamo invece di costruire politiche perché veramente siano tutti uguali. Queste mie note biografiche rappresentano le storie e le esperienze di centinaia di bambine e di bambini, e volevo dar loro voce affinché queste storie entrino prepotentemente dentro quest’aula e la vostra ipocrisia e la vostra ideologia si scontri contro questa mia faccia, perché questa faccia che vedete rappresenta quella narrazione che svaluta continuamente queste nuove e questi nuovi italiani e racconta quella condizione diffusa, ingiusta, che vede queste ragazze e questi ragazzi nascere, crescere, imparare a camminare in un Paese che non si accorge di loro, che ancora li computa nella percentuale di studenti stranieri quando deve stilare le statistiche.
Sono quei bambini che la narrazione dominante vuole relegare a viaggiare in ultima classe per quanto riguarda diritti sociali, civili, politici.
Sono quelle ragazze e quei ragazzi i cui sogni si infrangono decine di volte davanti alle porte di una Questura di qualunque provincia italiana.
Sono le storie di Casey, arrivata in Italia a dieci anni, ora ne ha ventisei. Sognava la carriera diplomatica, ma non potrà neanche iniziarla perché non raggiunge il parametro reddituale.
O Yassin, arrivato qua piccolissimo, ha perso la finestra della richiesta di cittadinanza perché a causa dei ritardi deve ricominciare da capo.
O Insef, che è arrivata a quattro anni e non potrà partecipare a un tirocinio in un’istituzione europea perché non è cittadina Ue.
O Kadija, campionessa italiana di boxe; non potrà partecipare ai campionati europei perché non è cittadina italiana.
E potremmo continuare all’infinito. Noi vogliamo solo riconoscere il presente e l’Italia di oggi, preservare il futuro dell’Italia, vogliamo che tutti i giovani partecipino al futuro di questo Paese senza cittadini di serie a e di serie b.
(…) Bisogna cominciare a parlare con rispetto di una popolazione straniera che contribuisce per l’8% del Pil di questo Paese. Non solo come braccia e non come schiavi. Sono portatori di diritti in quanto persone. In quanto persone.
La legge 91/92 non funziona. E lo dico alla Presidente del Consiglio che ignora la mobilitazione di 500.000 persone. La cittadinanza come concetto premio è un concetto fallimentare, oltreché una discriminazione. Per guardare verso il futuro ci vuole coraggio per tenere vivi i presidi educativi, le scuole dell’infanzia nei territori decentrati. Questa è un’Italia che ha bisogno di ogni singola e ogni singolo giovane che possa nutrire da subito il senso e il legame di appartenenza con la Repubblica e lo Stato.”
4 notes · View notes
colonna-durruti · 20 days ago
Text
https://jacobinitalia.it/berlinguer-la-grande-rinuncia/?sfnsn=scwspmo
Berlinguer, la grande rinuncia
Giulio Calella
11 Novembre 2024
Il film di Andrea Segre sul segretario comunista cede alla nostalgia e cerca di rappresentare il compromesso storico come una grande ambizione. Mentre l’eredità di quegli anni andrebbe interrogata in modo radicale
«Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona» cantava Giorgio Gaber all’indomani dello scioglimento del Pci nel 1991, elencando con ironia, e autoironia, i tic e le contraddizioni di chi per decenni in Italia si è definito «comunista».
Guardando Berlinguer. La grande ambizione, il film di Andrea Segre interpretato dallo strepitoso Elio Germano, si ha l’impressione che più di trent’anni dopo lo scioglimento del Pci, e a quarant’anni dalla morte del segretario comunista, non si riesca ancora a procedere più in là di quella rivendicazione. E che questa sia rimasta nella testa non solo dei suoi legittimi eredi (oggi maggioritariamente nel Partito democratico), ma anche di chi – come Segre e Germano – ha un’esperienza politica e una produzione culturale ben più di sinistra. «Berlinguer era una brava persona», un assunto che sembra poterne giustificare ogni scelta politica, anche quelle che hanno influenzato l’involuzione successiva della sinistra italiana.
La grande nostalgia
La beatificazione sembra il destino del segretario comunista fin dal giorno del suo enorme funerale, mostrato con le immagini d’archivio in coda al film. Andrea Segre ed Elio Germano però, in ogni presentazione della pellicola, sottolineano che il loro intento non è santificare Berlinguer ma mostrare l’attualità politica del suo messaggio.
La volontà di non cedere a un’eccessiva retorica sul personaggio è in effetti evidente, portata avanti anche a costo di fare un film meno coinvolgente di quel che avrebbe potuto essere. Gli sceneggiatori e gli attori hanno fatto una rigorosa ricerca storica, attenendosi in gran parte a discorsi e dialoghi effettivamente avvenuti e documentati, alternando anche le scene di finzione con immagini di archivio. Del resto Andrea Segre è soprattutto un bravissimo autore di documentari, e anche La grande ambizione, pur essendo fiction, procede in modo quasi documentaristico.
Va anche riconosciuto al film di Segre il coraggio di affrontare proprio gli anni in cui Berlinguer ha teorizzato e provato a praticare il «compromesso storico» con la Democrazia cristiana. Si concentra su cinque anni della sua vita, quelli che vanno dal colpo di Stato in Cile del 1973 al sequestro di Aldo Moro del 1978, senza indugiare nel racconto della sua formazione politica giovanile in Sardegna, e senza nemmeno citare gli ultimi anni della sua vita politica quando, dopo il fallimento del compromesso storico, si ritrova nel 1980 davanti ai cancelli della Fiat a fianco degli operai in sciopero per 35 giorni, o quando pone la «questione morale» alla politica italiana diventando il nemico politico numero uno di Bettino Craxi e del Partito socialista italiano. Eventi, questi ultimi, che hanno reso Berlinguer davvero amato, ma che a guardar bene ne definiscono meno la cifra e soprattutto l’eredità politica.
Il film però comunica senza dubbio una grande nostalgia. La nostalgia per un tempo che Segre e Germano non hanno mai vissuto, visto che nel 1984, quando Berlinguer morì, erano due bambini di 8 e 4 anni.
Che il sentimento nostalgico possa essere utile alla ricostruzione politica della sinistra, e non solo un esercizio consolatorio, è discutibile. È però comprensibile lo sguardo malinconico verso un tempo di grandi passioni politiche, di milioni di persone in piazza e alle Feste dell’Unità, di dirigenti con una solida formazione culturale e dei vincoli sociali incomparabili all’attuale teatrino della politica-spettacolo sganciata da qualsiasi spazio di partecipazione della società.
Il problema è che, con questa carica di nostalgia, la pellicola non riesce a sfuggire alla santificazione. Fin dalla scelta del titolo: presentare il compromesso storico come una «grande ambizione».
La grande rinuncia
«Secondo me se Andrea Segre ed Elio Germano avessero avuto vent’anni nel 1973, avrebbero odiato il compromesso storico», ha esordito in mondo provocatorio Nanni Moretti alla presentazione romana del film al Nuovo Sacher.
Il film inizia con le immagini del colpo di Stato orchestrato da Henry Kissinger in Cile con cui viene spazzato via il governo socialdemocratico di Salvador Allende che, dopo aver vinto le elezioni, stava portando avanti concrete riforme sociali. Da quel momento Berlinguer esplicita una strategia che era in realtà in elaborazione già da qualche anno: non solo non è possibile nessuna rivoluzione socialista in Italia, ma non è nemmeno pensabile nessuna alternativa politica di governo.
Nonostante le attese generate dall’enorme crescita elettorale del partito e dalle conquiste dei movimenti sociali nell’onda lunga post-Sessantotto, la via democratica al socialismo che propone Berlinguer è a dir poco tortuosa e contraddittoria: non si può governare nemmeno se una coalizione delle sinistre dovesse raggiungere il 51% dei consensi perché si rischierebbe un colpo di Stato orchestrato dagli Stati uniti e reso possibile in Italia da una potenziale alleanza tra la destra democristiana e i neofascisti. E per evitarlo bisogna accettare proprio l’ombrello statunitense della Nato e sostenere un governo guidato proprio dal massimo esponente della destra democristiana: Giulio Andreotti.
Nel film, pur di far apparire Enrico Berlinguer senza macchie, si finisce per sminuirlo nelle poche scene che non potevano essere documentate storicamente: quelle degli incontri riservati con Moro e lo stesso Andreotti. In questi colloqui Berlinguer appare un ingenuo, convinto che la sua linea sia l’unica possibile per mantenere un regime democratico in Italia, ma sostanzialmente preso in giro dai ben più scafati dirigenti democristiani che non concedono nulla in cambio della «non sfiducia» del Pci che permette al Governo Andreotti di stare in piedi. Nulla se non l’inutile presidenza della Camera a Pietro Ingrao.
Ma anche di fronte alla composizione dei ministri e alle concrete politiche di quel governo (che tra l’altro blocca il meccanismo della Scala mobile per adeguare i salari all’inflazione, abolisce ben 7 festività e aumenta l’Iva) Berlinguer persevera nella linea del compromesso. Bisogna rinunciare non solo al socialismo, non solo all’alternativa politica tramite democratiche elezioni, non solo alla difesa degli interessi di lavoratrici e lavoratori ma persino all’opposizione alla peggiore destra democristiana che flirta coi neofascisti. Tutto pur di salvare la democrazia.
A guardar bene è una rinuncia che poi diventerà una ricorrenza per la sinistra dei successivi cinquant’anni.
La grande delusione
A questa rinuncia seguì una grande delusione. Non solo nel movimento studentesco che scoppiò nel 1977 o nella sinistra extraparlamentare. Gran parte del mondo operaio e comunista fu completamente disorientato da questa linea, come mostrò proprio nel 1977 il capolavoro cinematografico di Giuseppe Bertolucci e Roberto Benigni, Berlinguer ti voglio bene, film spesso citato ma in realtà poco visto e soprattutto poco compreso.
Dopo la vittoria nel referendum sul divorzio nel 1974 e la crescita alle elezioni amministrative del 1975, non era più un tabù sognare il sorpasso sulla Dc nelle elezioni politiche del 1976. Il sorpasso poi per poco non ci fu, ma il Pci raggiunse il suo massimo storico in voti assoluti: 12 milioni e 600 mila. Anche il contesto europeo era promettente: nel 1974 c’è la rivoluzione dei garofani in Portogallo, nel 1975 finisce il franchismo in Spagna, nel Regno Unito governano i laburisti, in Germania sono al governo i socialdemocratici, in Francia cresce il cartello elettorale che tiene insieme socialisti e comunisti e che qualche anno dopo eleggerà presidente François Mitterand. La scelta di escludere a priori qualsiasi possibilità di governo di coalizione delle sinistre – che a prescindere dalle possibilità di riuscita avrebbe dato una prospettiva politica ai dieci anni di movimenti del nostro paese – produsse una delusione molto diffusa. Specie quando il Pci finì per sostenere il governo Andreotti. Tanto che nelle successive elezioni politiche del 1979 il Pci perse un milione e cinquecentomila voti, e non tornò mai più ai livelli di consenso del ‘76 (tranne la fiammata alle europee del 1984 segnate drammaticamente proprio dalla morte di Berlinguer).
3 notes · View notes
abr · 10 months ago
Text
La protesta di Vincenzo De Luca di venerdì 16 febbraio a Roma contro l'autonomia differenziata (,,,) è tecnicamente fallita. (...) Se lo scopo era denunciare i danni (...) dell'autonomia differenziata nei confronti della Campania e di tutto il Sud Italia, è miseramente naufragato: in piazza c'era l'ego di De Luca, c'era la sua sola voce.
De Luca ha fatto e disfatto, si messo davanti al corteo, ha sbraitato alle forze dell'ordine «dovete caricarci! Dovete ucciderci! Da qui non ce ne andiamo!». E poi è andato via. È andato davanti al ministero del Sud e ha chiesto che qualcuno lo ricevesse. «Fate rispondere quei conigli!». Ma nessuno ha risposto.
Si è preso il più sprezzante degli insulti da una presidente del Consiglio che lo ha declassato ad agit prop: «Pensi a lavorare». Si è stizzito e gli ha riposto (pur senza sapere di essere ripreso dalle telecamere di La7) con un «Lavora, stronza!» che ha fatto la gioia di Tiktok ma che non è servito a niente. Un insulto puro, senza costrutto. Domenico Giordano, data analyst di Arcadiacom.it, numeri alla mano mostra come nelle discussioni in Rete ieri «la stronza ha divorato la protesta». (...) Che mancava? Ma è ovvio: la voce dei sindaci che Vincenzo De Luca, preponderante, ha totalmente oscurato. In piazza c'era un De Luca vs. resto del mondo, non a caso il sindaco della città capoluogo, Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli, ha disertato. Assomigliava molto ad una di quelle proteste alla Luigi De Magistris, l'ex sindaco che in un decennio ha totalmente isolato la città che amministrava. (...)
Dunque ieri De Luca ha scoperto le sue carte e aveva in mano poco meno di niente. Perché non è coordinato col Partito Democratico (...), si sente il lider maximo ma è solo un orbo in una terra di ciechi, la Campania. (...)
Fuoco amico da fanpage, non La Padania che non c'é più, https://www.fanpage.it/napoli/troppo-ego-troppi-insulti-ecco-perche-la-protesta-di-vincenzo-de-luca-a-roma-e-fallita/
De Luca fa il terronista. Grazie per aver legittimato l'autonomia differenziata: per lui e per chi non l'ha capito e crede di poter campare a sbafo per sempre, é l'unica strada sensata per tentare di tenere unita una accozzaglia eterogenea, ricca solo e in soverchiante abbondanza delle sue diversità interne.
8 notes · View notes
veritanascoste · 9 months ago
Text
👇👇👇👇👇👇👇👇
Duecento tipi di OGM saranno coltivati anche in ITALIA
Riportiamo qui di seguito i Nominativi di 3 Esponenti Politici, rappresentanti della Triade PD/FDI/FI che stanno agendo al Parlamento Europeo per legittimare l’entrata in Italia di quasi 200 tipi di OGM, da coltivare direttamente in Italia, molti dei quali di seconda generazione (Editing OGM/CRISPR), sempre basatati su RNA infettivo, con cui modificare in maniera irreversibile il Patrimonio genetico delle NOSTRE SEMENTI, antiche e sacre...
Paolo De Castro (Partito Democratico), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia). Fanno da corollario Ettore Prandini (Coldiretti) e Massimiliano Giansanti (Confagricoltura).
Essi sono i principali responsabili di questo Progetto economico voluto dalle Lobby dei Padroni di Davos, e che risulta contrario al Principio di Precauzione sancito dalla Legge, in presenza di pericolose sperimentazioni su larga scala e in campo aperto...
Questi Esponenti politici sono già riusciti, dalla Primavera-Estate 2023, ad introdurre anche in Italia la libera vendita di verdure, ortaggi e frutta OGM, prodotte all’Estero fuori dall’Europa, e cioè in USA, Canada e Ucraina, in gran parte fatte arrivare poi nei nostri porti di Genova, Trieste, Napoli, Bari, Gioia Tauro, Palermo e Cagliari.
La frutta non reca scritto in etichetta l’indicazione di essere OGM, ma soltanto, e non sempre, la dicitura “SENZA SEMI”, e quindi OGM.
Nel caso dei Legumi, come ad esempio i Piselli, viene fatta la seguente pubblicità alla televisione “...contenenti tutti e NOVE gli Aminoacidi Essenziali...”, e quindi compresa la Metionina, e pertanto OGM, poiché i Piselli naturali non contengono la Metionina, e quindi non risultano essere proteici (non avendo TUTTI e Nove gli Aminoacidi Essenziali), e pertanto non risultano essere pericolosi per le persone malate di Reni, o di altre malattie dove risulta sbagliata l’alimentazione iper-proteica.
I Nove Aminoacidi Essenziali, dalla cui unione si formano le PROTEINE, sono la Valina, la Isoleucina, la Leucina, la Lisina, la Metionina, la Istidina, il Triptofano, la Fenilalanina e la Treonina. Viceversa, nei Cereali naturali manca la Lisina, che viene invece aggiunta nel Grano OGM, nel Mais OGM, nel Riso OGM...
Recentemente, Giorgia Meloni e Sergio Mattarella hanno ricevuto a Palazzo Chigi e al Quirinale Bill Gates, il più grande Latifondista OGM degli Stati Uniti (1.200 kmq), già promotore del Vaccino anti-COVID ad RNA infettante, uno dei principali Padroni di Davos. Non sappiamo il motivo del loro incontro, ma possiamo immaginarlo benissimo...
VOLANTINO AUTIGESTITO. Fare FOTOCOPIE se in accordo con il contenuto.
6 notes · View notes
ginogirolimoni · 10 months ago
Text
Telemeloni? Non c'è alcun dubbio! Andava detto? Certamente, magari non in piena baraonda Sanremo, dove non vi guarda nessuno!
La Meloni ha occupato pure il sottoscala della Rai, ha messo decine di professionisti del giornalismo e dello spettacolo alla porta solo perché sospetti di simpatie "comuniste".
Ricordo un ridicolo Sangiuliano che si presenta da Fazio a dire che vogliono fare pulizia dei comunisti in Rai, e non avevano ancora vinto le elezioni.
Alla Schlein dico che se vuoi fare sul serio, se vuoi essere credibile, inizia a far pulizia a casa tua: Nunzia De Girolamo, moglie del tuo braccio destro Francesco Boccia a condurre un programma in prima serata su Rai 3 senza alcun titolo o esperienza di giornalismo, e tenuta nonostante il flop di ascolti, magari no!
Ma il PD (e tutta l'opposizione con esso) non si illuda, con l'impero mediatico berlusconiano a supportare la destra sarebbe come tagliarsi gli attributi uscire dalla Rai prima di aver risolto il conflitto di interessi di una coalizione azienda che dispone di una massiccia potenza di fuoco mediatica.
4 notes · View notes