#Mercato del lavoro futuro
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Previsioni Economiche per il 2025: Cosa Aspettarsi per il Futuro dell’Economia
Scopri le previsioni economiche per il 2025: dalle stime di crescita globale, alle tendenze dell’inflazione e del mercato del lavoro, e alle prospettive per investitori e aziende. Introduzione Con l’avvicinarsi del 2025, gli analisti economici e finanziari si interrogano su quali saranno le dinamiche principali che influenzeranno l’economia globale. Dopo anni di turbolenze, tra crisi sanitarie,…
#Andamento del mercato 2025#Come risparmiare denaro#Crescita economica globale 2025#Crescita finanziaria#Crescita personale e finanza#Educazione finanziaria#Finanza personale#Gestione del budget#Gestione del denaro#Guida agli investimenti#Inflazione e crescita economica 2025#Investimenti a lungo termine#Investimenti nel 2025#Libertà finanziaria#Mercato del lavoro futuro#Politica monetaria 2025#Previsioni economiche 2025#Previsioni per investitori 2025#Prospettive economiche mondiali 2025#Tendenze economiche future
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Istat: l’Italia invecchia, solo un bambino ogni sei over 65
La fotografia demografica del Paese: il calo delle nascite e l’aumento dell’aspettativa di vita pongono nuove sfide per il futuro.
La fotografia demografica del Paese: il calo delle nascite e l’aumento dell’aspettativa di vita pongono nuove sfide per il futuro. Un Paese che invecchia: i dati ISTAT L’Italia è sempre più un Paese di anziani: secondo i dati pubblicati dall’ISTAT, c’è solo un bambino per ogni sei persone con più di 65 anni. Questo rapporto evidenzia un trend demografico preoccupante, che pone sfide…
#Alessandria notizie#Alessandria today#calo natalità#Crisi demografica#demografia e welfare#demografia Italia 2024#economia e demografia#Famiglie italiane#forza lavoro giovane#futuro giovani Italia#Giovani e Anziani#Google News#immigrazione e natalità#indice di vecchiaia#indici demografici#invecchiamento popolazione#Istat 2024#Istat Italia invecchia#Italia paese anziano#italianewsmedia.com#Mercato del lavoro#nascite in Italia#natalità e crisi economica#natalità storica#nuove nascite Italia#over 65 in Italia#Pier Carlo Lava#politiche natalità#Politiche sociali#Popolazione italiana
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Siamo il secondo paese industriale europeo, subito dopo la Germania. Ma gli italiani non lo sanno.
In alcuni settori d’eccellenza (la meccatronica e la robotica, la chimica fine, la farmaceutica d’alta specialità, le componentistica auto, la cantieristica navale da diporto, etc.) abbiamo posizioni da primato internazionale, ma per gran parte della nostra opinione pubblica è innanzitutto il turismo ad assicurare la ricchezza dei territori.
Siamo tra i cinque maggiori paesi esportatori del mondo, proprio grazie all’industria e a quella meccanica in prima linea, ma i cittadini per il futuro confidano negli alberghi e nelle opportunità del commercio, nello shopping.
“Dissonanza cognitiva” è il nome di questo fenomeno, un’opinione che fa a pugni con la realtà di fatti e dati. Detta in altri termini, l’Italia non sa bene chi è e come si produce la sua ricchezza e dunque non ha una fondata idea di dove andare.
L’industria scivola ai margini dell’immaginario collettivo, occupa un ruolo periferico nella rappresentazione sociale dello sviluppo. (...)
Ecco il punto: l’Europa può continuare a restare ancorata ai suoi valori e alla sua cultura civile se mantiene una forza industriale di peso e respiro globale. (...) E se dunque investe sulle nuove tecnologie (infrastrutture, ricerca, processi di conoscenza e formazione) e sull’impiego ben strutturato e guidato dell’Intelligenza Artificiale (...).
Serve insistere sull’industria, insomma, (per) evitare il precipizio indicato alcune settimane fa dal “Financial Times”: perdere la sfida competitiva con Usa e Cina e ridursi a essere “il Grand Hotel dei ricchi e potenti del mondo”. Un luogo di storica eleganza. Ma privo di peso e potere. Incapace di decidere sul suo futuro. (...)
Viene da lontano, questo fenomeno di sottovalutazione del peso industriale. Da una diffusa cultura anti-impresa, ostile al mercato, alla fabbrica ma anche alla tecnologia e alla scienza (...). Da una disattenzione culturale verso i fenomeni del lavoro industriale, (...) da un’opinione pubblica incline ai luoghi comuni anti-industriali e segnata da un evidente deficit informativo. E da una tendenza, ben radicata in ambienti economici ed accademici, a insistere sul tramonto dell’industria alla fine del Novecento, per cedere il passo al “terziario avanzato” e alla finanza.
Dati e fatti, soprattutto dopo la Grande Crisi finanziaria del 2008, hanno smentito queste false costruzioni di un immaginario distorto e ridato invece importanza all’economia reale. E l’Italia è cresciuta, più e meglio di altre aree europee, negli anni post Covid, proprio grazie al suo “orgoglio industriale”, investendo, innovando, (...) facendone un asset di competitività e di qualità sui mercati.
Eccola, dunque, la realtà dell’Italia industriale ad alta tecnologia e sofisticata qualità (...), per evitare che la mancata conoscenza dell’Italia industriale alimenti quelle disattenzioni, quelle false percezioni della realtà che contribuirebbero ai rischi di declino economico e dunque sociale e civile del nostro Paese.
Se ne accorge finalmente anche l'informazione dei finti sapientoni (e fa autocritica pur senza dirlo): https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/11/18/news/litalia_e_un_grande_paese_industriale_ma_gli_italiani_non_lo_sanno_e_preferiscono_pensare_al_turismo-17751079/
In realtà manco l'Huff Post dei sapientoni sa che in quanto a export stiamo gareggiando col Giappone e, tolta l'Olanda che non esporta quasi nulla di suo ma lucra sull'in-out di Rotterdam da e verso la Cermania, saremmo sul podio MONDIALE delle bilance commerciali attive. Grazie alle industrie citate ma non solo, grazie anche alle altre eccellenze italiane: MODA & LUSSO, FOOD&BEVERAGE.
Ovviamente l'articolo è stato qui depurato , solita profilassi antibatterica, da false devianze riguardo "svolte green necessarie", no non lo sono anzi rappresentano un freno a mano tirato, verso "grazie alle politiche europee di Draghi", no è un liquidatore fallimentare, e tutti quei "ci vuole più politica per guidare" da dirigisti socialisti: non servono affatto, tutto questo è successo proprio GRAZIE alla distrazione della politica dirigista pre e post covid.
Ah e manca anche l'indicazione fondamentale: ma quale Trump, ma basta con 'ste ridicole scuse - btw, se riaprisse il mercato russo facendo finire la guerra dei Biden, decolleremmo ancora di più e dei dazi ce ne fregieremmo alla grande..
Per evitare che il declino si accompagni al degrado sociale in atto per via dei migranti (la manodopera dequalificata e a basso costo fa calare i salari quindi i consumi, oltre a far soppravvivere aziende decotte e terziario arretrato), la spada di Damocle per l'industria italiana è evitare il crollo economico della Cermania, nostro primo mercato. Ma quale Draghi, è necessario la facciano immediatamente finita con tutto 'sto verde elettrico.
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INVENTATA LA BATTERIA CHE NON SI DEVE PIÙ RICARICARE
Un gruppo di ricercatori sudcoreani ha sviluppato una batteria semipermanente di nuova generazione che non richiede ricarica, basata su celle betavoltaiche.
Questa nuova tecnologia è un dispositivo che genera energia quando gli elettroni dei raggi beta emessi da radioisotopi (ad esempio carbonio, nichel e idrogeno) colpiscono un semiconduttore. Uno dei maggiori vantaggi delle celle betavoltaiche è che queste possono generare energia da sole senza richiedere fonti di alimentazione esterne né sostituzioni e hanno una durata di vita quasi illimitata. Invece di utilizzare costosi materiali semiconduttori, il team del Daegu Gyeongbuk Institute of Science & Technology ha utilizzato il colorante N719 che appartiene al gruppo del rutenio, il radioisotopo 14, l’acido citrico e il biossido di titanio, materiali molto economici e ad alta efficienza. I raggi beta, che costituiscono la principale fonte di energia delle cellule betavoltaiche, non sono pericolosi per il corpo umano e sono altamente stabili.
Il professor Su-il In del DGIST ha affermato: “Abbiamo sviluppato con successo un nuovo tipo di cella betavoltaica basata su un colorante economico. Condurremo ricerche sulla progettazione e sulla produzione di massa di batterie nucleari per rendere la tecnologia commercializzabile in futuro”. Il gruppo di ricercatori prevede che questa tecnologia verrà utilizzata nel mercato in molti campi come quelli dello spazio, della mobilità, dell’assistenza sanitaria, veicoli elettrici e droni e che potrà diventare una delle tecnologie fondamentali per guidare la crescita futura della Corea, aiutando il paese a raggiungere una leadership mondiale.
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Fonte: Daegu Gyeongbuk Institute of Science & Technology; foto di Pixabay
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Grazie mamma,con l'ennesimo consiglio intriso di rinfacciamento per aver fatto x e non y,con l'ennesimo silenzio di risposta ad una mia argomentazione( il tutto mentre ti droghi il cervello su facebook) mi hai dato una buona motivazione per sparire dai radar un paio di settimane e fare digital detox perché mi mancava pure il senso di colpa di non aver partecipato al bando del concorso x che è un treno che passa non si sa ogni quanto,di cui mi pentirò e in cui praticamente avrei dovuto fare una rinuncia agli studi,mollare un percorso in cui sono ad 1/3 o un 1/4 dato che ho solo completato il primo ciclo di studi su due e manco le specializzazioni,dato che orario lavorativo+studio+tirocini obbligatori di circa 800/1000 ore in due anni è una tripletta inconciliabile (tralascio le lezioni perse,ma tirocini i cui orari non li gestisco io e lavoro come dovrebbe conciliarli uno?).
Dai,con la ragazza all'estero che è triste per la solitudine e perché non trova una casa dato che il mercato immobiliare/affittuario è fottuto a livello globale(+vabb la distanza ma la bici l'ho voluta io come si suol dire),con le preoccupazioni per il futuro in un mondo fottuto e in un paese che lascio stare,la vita che scorre,gatti che vomitano random in casa e io che devo fare avanti e dietro uni-casa due volte al giorno con mezzi perché hanno fatto orari del cazzo spezzati e devo pensare al cane(quindi non posso fermarmi in facoltà con dei buchi di 3 ore),mi mancava solo questo pensiero extra.
Grazie di cuore
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Ieri notte ho pianto un po'. Dovrebbe essere una bella notizia, dato che non lo faccio mai per colpa del mio cervello che mi obbliga a reprimere tutte le emozioni perché devo per forza essere forte e basta. Sarà forse stato il ciclo, che anche stavolta mi è arrivato dopo 40gg, forse (ancora) per colpa dello stress del lavoro.
Ultimamente mi sento sola e dimenticata dal mondo e a volte penso che morire qui sarebbe perfetto per sparire nel nulla facilmente. Tanto chi mi verrebbe a cercare? Nessuno. Basterebbe fare in modo che nessuno trovi il mio corpo e lasciare che marcisca così che nessuno possa essere avvisato e sparirei senza lasciare traccia.
Non so cosa fare. Né adesso né in futuro. Sebbene lavorare mi ammazzi lo spirito, in teoria non avrei di che lamentarmi: il leader è gentile, il lavoro non è difficile e ingestibile, posso vestirmi come voglio. Eppure mi sembra tutto vuoto. Guardo i dipendenti della multinazionale dove lavoro... saranno ricchi sfondati, eppure sicuramente anche loro avranno da lamentarsi, quindi ha veramente senso fare carriera? Che poi, anche se volessi, in che cosa potrei farmi una carriera? Una parte di me sta seriamente pensando di continuare in questa strada, specializzarmi in qualcosa di tecnico e diventare un'arrivista come tutti gli altri, solo per i soldi. Dall'altra... riuscirei a perseverare in questa decisione, io che non so nemmeno sicura se voglio davvero quello che ho deciso di mangiare a colazione? In questa società non posso servire a niente perché non ho studiato ingegneria, business, finanza, giurisprudenza. Mentre piangevo pensavo a mia madre, la persona che più odio e amo sulla faccia della terra e che una volta mi ha detto:"Perché vorresti dire che i tuoi esami sono più difficili di quelli di tuo fratello?!". Solo perché ho studiato umanistica e non ci sono numeri. Chi studia le materie STEM spesso viene additato e si sente uno sfigato. E invece i veri sfigati siamo noi, perché tanto è tutto facile. Quante volte l'ho sentita dire che mio fratello "ha fatto i sacrifici" - mai sentita una cosa del genere per me, nonostante è dalla triennale quando avevo 20 anni, che mi sveglio alle 6:30 per prendere il bus per raggiungere Napoli, mentre mio fratello andava comodamente in auto senza manco cambiare provincia; mai sentita per me nonostante abbia deciso di andare a studiare fuori, ma quello l'ho deciso io e quindi non vale come sacrificio. In più, ho ricevuto più soldi per vivere fuori - come se qualcuno avesse impedito pure a lui di farlo. Ha fatto tanti di quei sacrifici da non aver mai avuto bisogno di cucinare da solo, lavarsi la biancheria e spazzare a terra. Ora vive già con uno stipendio da pascià, un sacco di ferie, senza pagare quasi niente e lavorando da casa, con l'unico sacrificio di aver studiato 5 anni per laurearsi - come se avesse studiato solo lui. Vabbè ma si sa, ingegneria è più difficile...
Io continuo a fare sacrifici persino oggi, senza che mi venga riconosciuto da nessuno, sola come un cane e senza che io riesca a vedere la fine di tutto questo, mai. E se lo vai a dire a qualcuno, sai che rispondono? Lo hai deciso tu di trasferirti quindi non ti lamentare. Non posso nemmeno pensare: se mi sacrifico tot anni, dopo potrò finalmente riposare e godere dei frutti del mio sacrificio... perché questo supplizio potrebbe non avere mai fine. Solo perché non ho nessuna skill di valore da poter vendere nel mercato del lavoro.
Non mi posso lamentare del lavoro che faccio adesso eppure la sua vuotezza e sterilità mi porterebbe a volerlo cambiare. Ma per cosa? Esistono altre cose per me, laureata di merda senza skills importanti, che sono più stimolanti o quanto meno più remunerative? Forse no e quindi forse piuttosto che fare l'arrivista, sarebbe meglio abbassare la testa e continuare a fare la schiava del sistema.
Un sacco di volte mi sono lamentata del fatto che mi sveglio presto col mio coinquilino italiano e lui ha risposto:"Almeno tu lavori in ufficio, non ti lamentare. Io lavoravo in officina senza aria condizionata d'estate e senza riscaldamento d'inverno". Siamo arrivati a questo, alla guerra tra poveri. Mi devo sentire in colpa pure se non ho lo smartworking.
Tra l'altro sto notando di una cosa comune nella nostra generazione. Infatti lui, come l'altro coinquilino, dopo tot anni di lavoro e di soldi accumulati hanno deciso di venire qui per imparare la lingua e fare una sorta di investimento su se stessi. La mia amica pure, laureata in arte contemporanea, dopo un paio di anni di lavoro in un negozio di abbigliamento, dice che vuole perseguire la sua passione per il disegno e seguire un corso ad hoc.
Se penso a me, nemmeno questa cosa potrei farla. Che corso farei? Quale stravolgimento della vita potrei fare? Nessuno. Non ho altri interessi al di fuori della conoscenza in generale e nessun corso specifico che possa aiutarmi a migliorare la mia situazione o il mio status.
Sono vuota, persa, sola... vedo solo il buio davanti a me.
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"Se mi fermo un istante in questa vita frenetica, valanghe di problemi, poche soluzioni: per te non c'è un lavoro, il tuo futuro è incerto, continua a scappare rincorrendo il tempo, finché sei in tempo...
Sono tante le parole che ascolto intorno a me; chi non sa che cosa dire ama la retorica. La vita è un mercato, vince solo chi grida, e così sono i più deboli sempre a pagare!
Oggi mi dico che
Ricomincio da qui e riparto con tutto l'amore che ho, dai sogni miei, le paure che ogni giorno con forza affronterò
Ricomincio da qui, per ridare un senso alla vita mia, non cadere più nelle trappole di un mondo che vuole ma vuole per sé."
.
💙
#canzoni belle#riconoscersi#ricominciare#ricomincio da qui#laboratorio del suono#canzoni che capitano per caso ma non si tratta di un caso#la parola ricominciare mi accompagna da quando ho iniziato un cammino
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Crisi industriale per sovrapproduzione di acciaio in Cina
La siderurgia cinese è sull’orlo del precipizio. L’era delle grandi infrastrutture in Cina è finita, e ora il settore dell’acciaio deve affrontare un’enorme sovrapproduzione. Una transizione cruciale all’interno dell’industria siderurgica cinese, che sta esacerbando le preoccupazioni di sovracapacità, ha portato a temere che una mancanza di disciplina possa rischiare di far "cadere da un precipizio" questo settore industriale e danneggiare la posizione a lungo termine della nazione nel commercio globale. La produzione di acciaio della Cina è aumentata rapidamente negli ultimi decenni, diventando il principale produttore ed esportatore mondiale.
Ma la prolungata flessione del mercato immobiliare e il rallentamento della spesa infrastrutturale da parte di alcuni governi locali per contenere i rischi di indebitamento, significa che l’industria sta affrontando una realtà non piacevole. I prezzi sono crollati bruscamente dal 2021 e alcuni produttori di acciaio hanno chiesto di limitare la produzione, citando le crescenti perdite e i rischi di flusso di cassa dovuti alla sovracapacità.
Cina: produzione di acciaio Fine dei consumi su larga scala “In passato, era sostenuta principalmente da investimenti come il settore immobiliare, la costruzione di infrastrutture e il rinnovamento delle attrezzature delle fabbriche”, ha dichiarato Tang Zujun, vicepresidente della China Iron and Steel Association, durante un incontro con i maggiori produttori di acciaio del Paese alla fine di aprile. In futuro, sarà guidato dai consumi e dalle industrie strategiche emergenti e future basate sull’innovazione”. “L’era della costruzione su larga scala nel nostro Paese è finita”. Tang ha chiesto una migliore disciplina e allocazione delle risorse, nonché uno sviluppo “sano” del settore, aggiungendo che l’eccesso di investimenti in alcuni prodotti peggiorerebbe ulteriormente la sovraccapacità. ‘ “Se questo problema non viene gestito bene, avrà un enorme impatto sull’ecosistema, sullo sviluppo sostenibile e sulla competitività internazionale dell’intero settore” . Solo che la situazione è diventata talmente complessa ed eccessiva che è molto difficile quali siano gli impianti che dovrebbero sopravvivere e quali dovebbero chiudere. L’export non può più essere una valvola di sfogo Anche la possibilità di utilizzare l’estero, anche con il dumping, per scaricare l’acciaio in eccesso, non è più affrontabile. A metà aprile, Biden ha detto che le tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio cinesi dovrebbero essere triplicate, nella prima proposta tariffaria importante sui prodotti cinesi da parte della sua amministrazione. A marzo, due grandi produttori di acciaio in Vietnam hanno richiesto un’indagine antidumping sulle esportazioni di acciaio laminato a caldo dalla Cina. La settimana scorsa, il Cile ha dichiarato che avrebbe imposto tariffe antidumping temporanee sui prodotti siderurgici cinesi utilizzati nell’industria mineraria, nel tentativo di sostenere i produttori locali in crisi. Il Messico aveva già imposto tariffe sull’acciaio cinese.
Export cinese di ferro e acciaio Il governo cercherà sicuramente di ridurre la produzione di acciaio in modo organico ed organizzato. Sicuramente potrà riuscirci con i grandi gruppi a controllo statale, ma le piccole acciaierie private, queste ridurranno la produzione per obbedire agli ordini di governo, salvo poi aumentarla non appena i prezzi inizieranno a riprendersi. Anche la Cina ha una sua economia di mercato, perfino più caotica di quella Occidentale. Mettere ordine al mercato cinese dell’acciaio non sarà un lavoro facile. Read the full article
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Lettera aperta allo psycorettore dell’Università Bocconi.
All’ Esimio Magnifico Rettore della Università di Milano Bocconi Professor Francesco Billari.
Pregiatissimo , Chiarissimo ac reverendissimum Signor Dottor Professor Billari , Le scrivo riguardo alla sospensione di sei mesi e alla condanna a 200 ore di volontariato che il Suo prestigioso Ateneo ha inflitto ad alcuni studenti rei di avere criticato e canzonato sui social la Vostra decisione di dotare di servizi igienici gender-free l’Istituto da Lei diretto.
Premetto che non La tedierò sulla libertà di espressione, perché so che dalle Vostre parti (a sinistra) la stessa è ammessa e difesa strenuamente solo quando ci si esprime come Vi confà.
Non Le ricorderò neppure che sino a qualche decennio fa nelle università italiane esisteva la goliardia e se i Suoi colleghi di allora, avessero applicato i Suoi metodi contro il sarcasmo, sarebbero stati costretti quantomeno a fare commissariare dal Mossad l’intero Ateneo.
Quello che mi invece mi sorprende e che le vorrei sommessamente evidenziare è che in una delle Università più rinomate del mondo per lo studio delle materie economiche si prendano decisioni in spregio a quelle che sono le regole base del mercato e di una Società ad ordinamento capitalista.
Mi spiego.
Innanzitutto è sorprendente che si puniscano degli studenti perché dissentono su come vengono spesi i soldi delle loro rette. Un po’ come se il Presidente del CDA di una S.p.A. espellesse dall’Assemblea degli Azionisti quelli che sollevano critiche alla gestione aziendale o come se il Commodoro di uno Yacht Club mettesse “i sigilli” alle barche di soci che hanno avuto qualcosa da eccepire sulle spese del circolo. Ricordi che Lei con quelle rette si porta a casa la pagnotta di Peck!
Secondo. Pare che la decisone dei bagni “gender neutral” sia stata da Voi presa a seguito delle lagnanze di un singolo studente (o studentessa, o studenta….non so a che punto della transizione esso/ella sia adesso o se si senta oggi uomo, donna o cavallo) che si lamentava perché veniva osservato/a/ə con scherno, sia nei servizi igienici degli uomini, che in quelli delle donne
Ora prima cosa che meraviglia è che una persona che sta facendo un percorso di transizione di genere, che quindi non passa certamente inosservata, abbia subito tali “sguardi omofobi” solo ed esclusivamente nei servizi igienici e non nelle aule, nei corridoi e in tutti gli altri spazi comuni della Vostra Università.
Quindi, a mio modesto parere, Esimio Signor Professor Rettore , il Suo Ateneo spendendo migliaia di euro degli studenti e dei contribuenti italiani non ha fatto( o ha fatto sommariamente) il calcolo dei “costi benefici” per questo “investimento”. E ciò per due ragioni: la prima che su migliaia di studenti quelli che si fanno tali seghe mentali per questi presunti “sguardi omofobi” si contano sulle dita della zampa di una gallina e poi se volevate veramente essere sicuri di evitarli , per fare un “lavoro fatto bene” e fugare la possibilità di ogni “sguardo, omofobo”, avreste dovuto costruire un padiglione separato per ogni lettera dell’acronimo LGBTQI. Sempre sperando che nel contempo non avessero aggiunto un’ulteriore lettera!
E converrà sicuramente che il calcolo “costi benefici” è una colonna portante della gestione aziendale, attività che in futuro la più parte dei vostri studenti, sarà chiamata a svolgere.
Quindi anche spendendo decine di migliaia di euro per una singola denuncia, comunque il “problema di omofobia ” non lo avete risolto.
Infine mi permetta di ricordarLe che i bagni separati non servono tanto per proteggere l’intimità dei due sessi biologici, io per esempio dopo decenni di frequentazione degli stessi non ho mai visto nessuno (mi scusi il francese) cagare. I bagni separati servono principalmente perché i maschietti fanno la pipì in piedi e notoriamente non alzano l’asse e puntualmente mancano il buco, mentre le femminucce la fanno sedute e giustamente sclerano perché noi maschietti ci dimentichiamo sempre di alzare la tavoletta.
Concludendo se mi avesse consultato prima le avrei proposto una soluzione molto più economica: mantenere solo due bagni e cambiare con pochi euro solo le targhette.
Scrivendo su una:
Servizi per uomini, donne, LGBTQI-4KFULLHD con il PISTOLINO.
E sull’altra:
Servizi per uomini, donne, LGBTQI-4KFULLHD con la PATATINA.
La ringrazio per l’attenzione e porgo i più...
Distinti Saluti.
Alberto Mascioni.
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Affari Sbullonati: Fiat 500 d'epoca elettrica retrofit in mostra
Scoprite come Affari Sbullonati ha creato una Fiat 500 d'epoca elettrica retrofit, unendo tradizione e sostenibilità.
In un mondo che cerca soluzioni sostenibili, il retrofitting (la trasformazione da auto a motore termico in auto a motore elettrico) emerge come una scelta entusiasmante. Affari Sbullonati ha abbracciato questa sfida, trasformando la classica Fiat 500 d'epoca in un'opera d'arte elettrica. A differenza di altri progetti simili, il motore è stato montato direttamente sul differnziale, rimuovendo il cambio, in questo modo si è semplificato ulteriormente il progetto guadagnando leggerezza e spazio. Il Progetto Elettrico di Affari Sbullonati "Eccola ragazzi, la Fiat 500 d'epoca elettrica di Affari Sbullonati" inizia così il video che mostra il retrofit della Cinquecento Jolly usata per questo progetto. Silenziosa e raffinata, la 500 elettrica conserva l'aspetto originale ma nasconde un cuore innovativo.
Dettagli Tecnici della Trasformazione Questa autovettura ora ospita un motore elettrico da 48V e 4 kW, che garantisce un'autonomia di circa 70-80 km, ideale per il diletto in Beach Resort o proprietà private. "Guardate che bellezza ragazzi, tutto veramente assemblato in maniera fantastica," si sente nel video mentre vengono mostrate le celle al litio e il sistema di gestione della batteria.
Motore elettrico da 48V e 4 kW, notare l'assenza del cambio e l'ampio spazio guadagnato. Rispetto per la Tradizione Uno degli aspetti più notevoli di questa Fiat 500 d'epoca elettrica è il rispetto per l'integrità originale della vettura. All'interno, il cruscotto storico è stato mantenuto, mentre sono stati aggiunti un nuovo acceleratore elettrico e un selettore per le marce. Questa trasformazione non solo è ecologica, ma anche reversibile: "I punti di ancoraggio sono stati tenuti quelli originali, quindi basta smontare queste tre piastre, rimontate il termico senza modifica per la macchina originale"
Batterie al litio, regolatori e trasformatore di alimentazione posti nel vano anteriore Un Passo Verso il Futuro Questa Fiat 500 d'epoca elettrica non è solo un tributo al passato, ma anche un passo verso un futuro sostenibile attraverso il retrofit. "Affari Sbullonati ha fatto un lavoro fantastico, pulito e raffinato," afferma il video, sottolineando l'importanza di un'innovazione che rispetta sia la storia che l'ambiente.
Selettore direzione al posto della leva del cambio Un grande problema Il kit di Affari Sbullonati è molto semplice. Tuttavia è proposto solo al mercato estero perché in Italia al momento, non è possibile l’omologazione dal momento che la legge sul retrofit non autorizza tale kit (deve essere mantenuto il cambio che in questo caso è stato eliminato in quanto non necessario) E' incredibile come non ci sia l’opportunità di installare questi kit elettrici e green, dagli unici venduti dalle due aziende leader autorizzate. In conclusione, la Fiat 500 d'epoca elettrica di Affari Sbullonati è una testimonianza della possibilità di unire la passione per le auto classiche con l'impegno verso un futuro più verde. Cosa ne pensate di questa straordinaria fusione tra passato e futuro? La Fiat 500 elettrica potrebbe essere il simbolo di una nuova era per la mobilità? Cosa ci dite sul problema dell'impossibilità di omologare questa vettura?
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Verso l'oblio.
Ieri l'Ambrogino mi passa un link dal sito estone dell'informazione, in inglese, che parla dei licenziamenti nei vari settori, numeri grossi comparati agli anni precedenti, anche se il settore meno colpito, dice l'articolo, è la ristorazione, anzi precisa che dopo il periodo covid c'è una ripresa. A parte il fatto che non è tanto il licenziamento a preoccuparmi ma quanto l'assunzione, che però a quanto pare sia rivolta più agli stranieri, con la salvinata "prima gli estoni", che si traduce in un mobbing verso chi non è autoctono perché se non hai un lavoro fai meglio a tornartene a casa, cosa che potrebbe in qualche modo fare irritare l'UE, visto che si promuove l'integrazione e il famoso spostamento da un paese all'altro perché alla fin fine è stato sempre così, non trovi lavoro nel tuo paese vai in un altro. Ma a quanto pare questo non è un punto di forza di questo piccolo paese al confine non solo del continente ma del mondo logico in cui se un'azienda cerca personale non dovrebbe escludere nessun candidato per logica visto che ogni singolo elemento potrebbe portare qualcosa in più alla stessa. Ma questi sono discorsi troppo filosofici per il periodo storico che stiamo affrontando, che vi ricordo è di recessione ma non in prospettiva, adesso, il famoso futuro che tutti vedono nero in realtà è il presente. Dici la guerra? La russia ha invaso? Si questo è successo quasi 2 anni fa ed è successo perché gli yankee non sopportavano che noi facevamo affari con loro, nel mercato libero non puoi commerciare con chi vuoi ma con chi dicono quelli dall'altra parte dell'oceano. E' inutile dire che la nostra alleanza con gli yankee è tossica, è palese. Ma se non ti allei con loro con chi ti allei con i russi o con i cinesi? Non ti devi per forza alleare con qualcuno, porco dio, siamo il vecchio continente e in quanto a vecchi sappiamo badare a noi stessi e potremmo camminare per fatti nostri. Ma nel giochino economico mondiale un'europa forte non conviene a nessuno ad ovest come ad est, e già solo questo ci dovrebbe far pensare quanto il nostro potenziale sia represso e quanto noi stessi, in realtà i politici, non lo vediamo come una risorsa, che poi se vogliamo dirla tutta il famoso mondo occidentale l'abbiamo creato noi, mannaggia a noi (noi inteso come i nostri avi).
Si lo so che nell'egoismo cavalcante di questo inizio millennio ognuno guarda alla sua barba, cosa che ci è venuta propinata sempre dallo zio sam, nell'idea di una competizione dove non vince il migliore ma quello che è più veloce a infilare il pugnale sulla schiena del prossimo. Si sa che il sogno di ogni governante è quello di riuscire a controllare le masse, e ci sono riusciti, come diceva Huxley e ci finirà come diceva Orwell ne sono convinto, anche se forse noi non lo vedremo mai o forse è già in atto e lo vedo solo io e tutti quelli che non si fanno prendere dalle novità tecnologiche o dalle minchiate che vengono propinate per distrarre dal punto focale, si continua a guardare il dito mentre la luna ci sta cadendo addosso.
Si, non ho dormito molto stanotte per via dello stesso medesimo problema che da qualche tempo mi attanaglia, più sto articolo. E mentre fuori ci sono -23° e nevica in orizzontale io mi trovo esattamente al centro di un bivio ramificato che mi propone a 360° diverse strade, ma nel dubbio non so quale scegliere che è peggio di sceglierne una anche se sbagliata, ma di errori ne ho fatti così tanti che è più facile contare quelli che non ho fatto, sulla punta delle dita di una mano. Che posso dirti, che magari era meglio che non smettevo di bere così almeno in questi quattro anni, chissà, morivo, oppure dovrei mettere la testa sotto terra, sotto la neve nel mio caso, e buttare nel cesso una vita di pensiero? Ultimamente sono più rilassato è vero, lo dice anche Spock, giusto perché sto evitando i giornali online come la peste, ma la situazione è comunque visibile in ogni dove e non posso farne a meno di criticare la società per come si è ridotta, lo so, lo so che se sono imbottigliato nel traffico (anche se non ho l'automobile) faccio parte del traffico e non sono un elemento esterno al gruppo traffico, questo fa capire che nonostante non la pensi come voi purtroppo faccio parte di voi, ma mi fa incazzare il fatto che voi non vi accorgiate di quello che succede e se lo fate dopo qualche secondo vi voltate dall'altra parte come se tutto questo non vi toccasse, ma vi tocca e come se vi tocca, ma continuate a dormire.
Basta vado a prendermi un caffè e a baciare la mia bella in tutte le labbra, tanto per dimenticare e vi lascio con un brano attinente al tema del post.
youtube
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Mi ricordo quando ero piccola e mi facevi viaggiare con tutte le favole che ti inventavi sul momento, hai sempre avuto una fantasia meravigliosa. Mi hai fatto vivere migliaia di avventure impossibili con la magia delle tue parole. Hai sempre letto tantissimo, spesso leggevi più libri contemporaneamente, hai la saggezza di chi sembra aver vissuto centinaia di vite diverse e tutta quella saggezza finiva nelle poesie che scrivevi. Poesie che mi rimarranno impresse nel cuore a vita. Mi hai sempre accompagnato per mano, nella luce e nel buio, anche ora che vivo nella casa che tu e la nonna mi avete lasciato e lavoro sempre e non ho mai tempo per venire a trovarvi, tu sei sempre con me insieme alla nonna. Mi ricordo quando ogni martedì in estate mangiavamo insieme il pollo e la frittura del mercato, con la radio accesa sopra al frigo e la nonna che lavava i piatti in quella che ora è la mia cucina. Oppure quando mi portavi in bicicletta nel lungo mare sotto casa e cantavamo “nel blu dipinto di blu”, quando mi svegliavo la domenica mattina con le canzoni di Mina sparate al massimo e poi al pomeriggio facevamo la settimana enigmistica insieme, ma io guardavo sempre le soluzioni. E in montagna mi portavi al minigolf e mi facevi sempre vincere. Mi ricordo che mi portavi le rose ogni 25 aprile e le mimose ogni 8 marzo e attraverso i tuoi occhi mi hai insegnato ad apprezzare le piccole cose come il suono delle rondini i primi giorni di primavera, i fiori meravigliosi che fioriscono anche nei posti più improbabili, mi hai insegnato ad amare anche la pioggia... con te anche nelle giornate più noiose era facile trovare spunto per iniziare una delle nostre avventure segrete, come il parco dietro casa che era diventato "il bosco dei cento acri" o i viaggi nei mezzi pubblici dove per passare il tempo ti inventavi delle storie utilizzando come personaggi le dita colorate dei miei guanti. Poi io sono cresciuta, ma tu sei sempre l'uomo che mi ha insegnato cos'è l'amore, se sono così sognatrice e romantica è merito tuo che mi hai insegnato a volare mentre tutti gli altri imparavano a camminare. Tu che mi saluti sempre con un bacio sulla fronte e mi dici che mi vuoi bene, mentre io non lo dico mai abbastanza. Io che solo ora mi accorgo di tutto quello che hai fatto, tutti i sacrifici, tutto quello che hai voluto tenere da parte per me, per il mio futuro... tutto l'amore che mi hai dato e continui a darmi.
E oggi che ti tengo la mano in questo maledetto letto d'ospedale, l'unica cosa che vorrei è poter tornare indietro. Ma non si può. Ora tocca a me accompagnarti per mano nel buio e darti la forza per andare avanti, sperando che tu voglia farlo ancora una volta.
A te nonno, con l'amore di sempre...
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Laurea e lavoro: dove si guadagna di più? Crescita salariale nei settori e Paesi chiave
Neolaureati: stipendi in crescita in Europa, ma l’Italia arranca nel confronto globale
Neolaureati: stipendi in crescita in Europa, ma l’Italia arranca nel confronto globale Il mercato del lavoro per i neolaureati sta vivendo una trasformazione significativa, con differenze marcate a livello internazionale in termini di crescita salariale. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio sul capitale umano di Mercer, tra il 2021 e il 2024 si è registrata una crescita importante degli…
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Disclaimer: Il parallelo tra i due fenomeni è più che azzardato, le differenze abissali, ma i due fatti che mi hanno scatenato questa riflessione coinvolgono più o meno direttamente il Ministro dell’Interno Piantedosi.
Ci sono diverse modalità per affrontare alcuni fenomeni, si può decidere di gestirli, provando a limitare eventuali problematiche, o di reprimerli, con la falsa illusione di fermarli.
Per logiche diverse, “reprimerli” sembra essere la strada scelta in questi giorni, con risultati chiaramente disastrosi.
Partiamo dall’ultimo fatto in ordine di tempo, i disordini avvenuti oggi a Napoli che hanno coinvolto gli ultras dell’Eintracht Francoforte, forze dell’”ordine” e ultras napoletani.
In vista della partita di Champions League tra Napoli ed Eintracht Francoforte è stato deciso, visto gli “screzi” dell’andata, di vietare la trasferta ai tifosi tedeschi; decisione che ha visto divere polemiche, compresa la contrarietà espressa dal presidente della Uefa.
Decisione presa con la speranza, vana, di evitare l’arrivo degli ultras dell’Eintracht a Napoli. Come si fa ad evitare a dei cittadini tedeschi di viaggiare liberamente all’interno dell’UE? Impossibile!
Le immagini di oggi sono anche figlie di questa decisione. Si è deciso di “reprimere”, vietando la trasferta e aumentando la tensione, invece di provare a gestire l’arrivo dei tifosi.
Chi segue un po’ il calcio sa che ormai sono rarissimi gli scontri all’interno degli stadi, ed è sicuramente più facile gestire l’ordine pubblico facendoli entrare allo stadio, prevedendo tutta una serie di misure che si adottano abitualmente per le tifoserie ospiti, un punto di ritrovo ecc., piuttosto che lasciare “liberi” e poi provare a “sequestrare” in albergo gli ultras tedeschi.
La logica della repressione, per motivi totalmente diversi, viene applicato al fenomeno delle migrazioni.
Alcune delle dichiarazioni che hanno fatto seguito alla tragedia (con chiare responsabilità italiane) avvenuta al largo di Cutro vedono questa logica perfettamente applicata, pensare di bloccare le partenze, oltre ad essere una barbarie, è qualcosa che punta a reprimere un fenomeno, quello delle migrazioni che è antico come l’umanità.
La differenza evidente con i fatti di Napoli, oltre alle motivazioni totalmente differenti che stanno alla base di chi sceglie di migrare, per fame, per le guerre, per avere un futuro migliore, è che mentre nella scelta di vietare la trasferta ai tifosi tedeschi e nella seguente gestione dell’ordine pubblico c’è più incompetenza che altro, dichiarare di voler bloccare le partenze, di voler azzerare il fenomeno migratorio invece di “gestirlo”, facendo diventare il migrante un pericolo pubblico, creando un’“emergenza clandestini”, prevedendo addirittura un reato di clandestinità, ha una motivazione ben precisa.
La motivazione non è quella di "azzerare" l’immigrazione, anche perché l’Italia e l’Europa continuano a utilizzare e richiedere lavoratori immigrati, quanto piuttosto confinare i migranti, renderli una volta entrati nel nostro paese individui facilmente ricattabili e sfruttabili all’interno del mercato del lavoro, in quando “non-persone” e quindi privi di ogni diritto.
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LA MOTO VOLANTE ARRIVA SUL MERCATO
Se ne è parlato molto ma ora la prima moto volante è davvero una realtà ed è in commercio.
Si chiama Xturismo ed è una hoverbike cioè una moto guidata da un pilota, in grado di sollevarsi dal suolo e muoversi ad una velocità di 100 km orari. Inventata nel 2016 e testata per 6 anni da due studenti dell’università giapponese di Tokyo che hanno creato la startup A.L.I. Technologies per farla diventare una realtà. Oggi L’azienda giapponese Aerwins Technologies, già nota per la progettazione di droni e aerei senza piloti, apre alla commercializzazione della moto volante, un sistema propulsivo ibrido con motore a combustione interna e batteria del peso di 300 chilogrammi che vola a 3 metri di altezza. La sua autonomia di volo è di 40 chilometri ed ha una portata di 100 kg.
“È una manifestazione del sogno della mobilità aerea che si sforza di creare un modo completamente nuovo di vivere il mondo, consentendo agli utenti di provare la gioia e il piacere di muoversi liberamente nello spazio. Ha una vasta gamma di possibilità pratiche, compreso l’uso in caso di calamità, ispezione delle infrastrutture e intrattenimento. Ritengo che un veicolo del genere potrebbe essere utilizzato anche in campo medico in futuro” ha dichiarato Yoshiyuki Aikawa il primo acquirente di una Xturismo.
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Fonte: Aerwins
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AUTO ELETTRICHE, QUANTE BALLE
Si sentono numeri che non stanno né in cielo né in terra, un po’ su tutte le testate giornalistiche. Ne do qualcun altro, reale e non presunto.
Con il gasolio attorno a 1 euro e 50, prima della guerra e dei salti di prezzo, per fare 100km servivano circa 10 euro. Era la cifra di riferimento, poi c’era la volta che te la cavavi con meno e quella che ti diceva peggio, ma sono quelli i soldi che ci si cava dalle tasche. Poi ci sono i costi di assicurazione, il bollo e - questo è importante - la manutenzione. Programmata quanto vuoi, ma sempre piuttosto costosa. Con il noleggio a lungo termine, tutti questi costi sono “nascosti” dentro il canone, ma comunque ci sono.
Ora per un attimo ragioniamo dal punto di vista opposto a quello del consumatore: la gente è abituata a mettersi le mani in tasca per spendere questi soldi, perché dobbiamo smettere di prenderglieli?
Veniamo all’auto elettrica. Assicurazione più o meno uguale, niente bollo in molte regioni e - udite udite - niente manutenzione! O almeno, Tesla, che le macchine le ha sempre fatte solo elettriche e non ha una rete di officine da mantenere, non ha programmi di manutenzione. In effetti cosa c’è da manutenere in una elettrica? I freni non si usano quasi mai, filtri e rabbocchi non ce ne sono… non c’è il cambio, non c’è lo spinterogeno, il turbo, le fascette, l’intercooler e nemmeno il sarchiapone… Quindi possiamo mettere uno zero. Non proprio: tornando al discorso di prima, dal punto di vista di chi ha sempre preso soldi dalla voce “manutenzione”, l’idea di mettere uno zero a una delle voci più importanti del bilancio non è bella per niente. Quindi al progetto elettrico tante marche aggiungono obsolescenze programmate di vario genere di cui potrebbero fare a meno.
Infine, i consumi. Ricordiamoci il dato: più o meno dieci euro per far cento chilometri glieli abbiamo sempre dati. Rimango su Tesla: con un 70KWh si fanno 400 km comodi comodi. Qui i costi sono super variabili nelle statistiche che si leggono sui giornali e arrivano a colonnine che vendono a 0,99 il kilowatt ora. In realtà, quando hai una elettrica qualche abbonamento lo fai e non paghi praticamente mai più di 0,40. A casa, poi, si sta sul 0,2€ per KWh. Facciamo i compiti: a casa un pieno fa 14 euro che vuol dire 100km a 3.50 euro. Al supercharger Tesla (dove il pieno non lo fai mai! Ma ne parliamo a parte), sono 42 euro, che ci porta ai fantomatici 10 euro per 100 chilometri (non è un santo nemmeno Elon). I numeri son questi e, con la manutenzione e il bollo a zero, i costi “all’anno” non sono per niente male. Ma… se sei un produttore di automobili, con un bell’ufficio stampa e un modello di business che ti ha fatto fare soldi a palate, se il mercato è abituato a mettersi le mani in tasca e a spenderli quei soldi lì, cosa faresti? Parleresti di futuro o daresti una spintarella a chi racconta balle e aggiusta i numeri?
Sul tavolo non c’è nessuna “consegna della leadership” a paesi stranieri o costi che pesano sulle spalle dei lavoratori e nemmeno la perdita di milioni di posti di lavoro (quante colonnine andranno costruite e istallate nei prossimi anni?). C’è la possibilità e il compito di disegnare il futuro, magari con strade più silenziose e meno annerite dallo smog. E se proprio non puoi rinunciare al rombo dei motori, puoi sempre fare brum brum mentre guidi, no? :)
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