#carriera giovani
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Fai la Mossa Giusta: grande successo per la terza edizione dedicata a studio, formazione e lavoro
Si è conclusa con successo l’edizione 2024 di “Fai la Mossa Giusta”, tenutasi il 16 novembre al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato. L’evento ha registrato un’alta partecipazione, attirando studenti, famiglie, lavoratori e adulti in cerca di nuove opportunità professionali e formative. Un’occasione unica per il futuro La manifestazione ha messo in connessione diretta cittadini e…
#&039;Università del Piemonte Orientale#Agenzia Piemonte Lavoro#carriera giovani#Casale Monferrato#CNA Alessandria#Confartigianato Imprese Alessandria#Confindustria Alessandria#dibattiti lavoro#Elisa Floredan#eventi lavoro Piemonte#Fai la mossa giusta#Fiorenzo Pivetta#Formazione#Forze dell&039;ordine#futuro professionale#giovani e lavoro#Imprenditoria#imprese e lavoro#innovazione lavorativa..#lavoro Alessandria#Monferrato#occupazione locale#opportunità lavoro#opportunità studio#orientamento lavoro#Palafiere “Riccardo Coppo”#Radio Gold#studio e formazione#Sviluppo territoriale
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Non capisco perchè il video di Tonali che guarda San Siro ha un sacco di commenti del tipo "Ci manchi Sandro" "Torna Sandro" "Ti vogliamo tanto bene" però quando Gigio torna a giocare a San Siro con la Nazionale sono solo fischi e insulti.
i piu grandi misteri della fede, anon, sono:
Unità e Trinità di Dio
Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo
Il trattamento riservato a Gigione diverso da quello riservato a Sandrino nonostante abbiano fatto le stesse scelte di carriera palesemente guidate dalla stessa forza: il cash
#sandrino e' un santo che un giorno ritornera al Milan ma Gigione deve morire#NESSUNO ha capito perche'#sono passati 300 anni dalla scelta di gigio e ancora viene fischiato allo stadio pero sandrino che se ne va con le stesse motivazioni#viene applaudito ????#anche io sono molto confusa#senza contare che la gente ancora non ha capito che di bandiere ormai ce ne sono POCHISSIME#e calciatori giovani come loro saranno sempre dei mercenari per il momento#e probabilmente per tutta la carriera#voglio dire guardate ibrahimovic prima di cominciare a rovesciare tavoli e dire ITALIA E' MILAN#ha cambiato piu squadre di lukaku e baciato lo stemma di qualsiasi team come se sua nonna l'avesse fondato#la natura del calcio a grandi livelli e' questa purtroppo#gigione e sandro non hanno fatto niente di strano i tifosi lo devono capire e soprattutto non fare differenze per nulla#e aggiungo che io NON milanista vorrei vedere entrambi tornare perche penso che possono essere grandissimi giocatori per il milan
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Io sono ancora sconvolta da questa cosa di StefaniaRocca comunque
#oh btw ho fatto bene ad abbandonare quella di carriera ancora prima di cominciarla#primo perché sarei stata bocciata al primo esame di danza#secondo perché zero spazio ai giovani talenti#prendono sempre le stesse persone o le persone famose#e dubito fortemente che non ci siano giovani bravə perché alle audizioni c'è sempre un fottio di gente
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Comunicato Stampa
6^Edizione del Premio di Poesia, Narrativa e Testi per una canzone
“La forza dei sentimenti” – Sezioni aggiunte Teatro, Fotografia/Pittura con pensiero poetico, Giovani Autori con opera in qualsiasi forma artistica, Fumetto e Premi Speciali. Scadenza bando 30 Giugno 2025
L’Associazione culturale e teatrale “Luce dell’Arte” ETS di Roma indice la 6^ Edizione del Premio di Poesia, Narrativa e Testi per una canzone “La forza dei sentimenti”, dando l’opportunità a ciascun autore di sviluppare un’opera in cui si trattino le tematiche più svariate, dall’amore all’amicizia, dall’affetto all’odio, dal sentimento di fratellanza a quello di discriminazione razziale, etc. L’importante è creare artisticamente qualcosa di significativo, in cui il sentimento trapeli nella sua dirompente energia. Sarà inoltre possibile farlo anche attraverso altre Forme Artistiche, ovvero il Teatro, inviando testi sia comici che drammatici, la Fotografia/Pittura accompagnata da un Pensiero poetico che descriva al massimo l’emozione che intende evocare l’opera e il Fumetto, una forma più sintetica e innovativa per descrivere il mondo interiore con disegni in bianco e nero o a colori. Possono partecipare al Premio tutti gli artisti italiani o stranieri giovani e adulti. Limite di età solo per Giovani autori in bando.N.B. Per gli autori stranieri è indispensabile allegare la traduzione dell’opera inviata, se non è scritta direttamente in lingua italiana. Le Sezioni del Premio sono Sette:
Sezione A – Poesia e/o Videopoesia con tema “La forza dei sentimenti”;
Sez. B – Narrativa o Teatro con tema “La forza dei sentimenti”;
Sez. C – Testo di Canzone con tema “La forza dei sentimenti”;
Sez. D – Fotografia/Pittura con pensiero poetico con tema “La forza dei sentimenti”;
Sez. E - Giovani Autori con opera in qualsiasi forma artistica ammessa dal Premio con tema “La forza dei sentimenti”;
Sez. F - Fumetto con tema “La forza dei sentimenti”;
Sez. G – Premi Speciali: sezione aperta ad autori italiani e stranieri per assegnazione di vari premi di prestigio, ossia il Premio Speciale alla Carriera, il Premio Speciale per l’Impegno Sociale nella lotta contro la violenza sulle donne e il Premio Speciale Miglior Giovane Autore.
Pagine Facebook da visitare:
Associazione culturale e teatrale Luce dell'Arte
Premio di poesia, narrativa e testi per una canzone La forza dei sentimenti.
Per bando completo e scheda di adesione andare sul sito www.lucedellarte.altervista.org alla sezione "Premi". E-mail: [email protected] – Tel: 3481184968. Quota base di partecipazione 10 euro per una sezione.
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Riassunto quinta conferenza stampa (14/02)
🚨Carlo Conti non resta per tutta la conferenza stampa perchè deve andare ad incontrare un ospite. L'ospite aprirà il Festival e dovrà fare un annuncio: Roberto Benigni 🚨Non c'è ancora l'ordine di uscita per stasera, verrà fuori con la scaletta 🚨Claudio Fasulo (Dirigente Rai): "Mahmood farà una performance veramente da halftime show del Super Bowl". ASPETTATIVE ALTISSIME. 🚨Carlo Conti ha chiesto anche a Geppi e Mahmood di essere spontanei. Geppi dice che non sa a "quale delle voci interiori darà ascolto", Mahmood è preoccupato perchè "Quando sono spontaneo dico pure un sacco di stronzate..." 🚨Geppi vestirà il suo stilista storico, Antonio Marras (sardo) portando dei simboli/riferimenti sardi. 🚨Si parla di riti scaramantici: la crew di Mahmood ha comprato delle mutande a Sanremo per tutti con delle pannocchie 🚨C'è un giornalista dell'Huffington Post che fa le domande direttamente in sardo. Geppi: "Non c'è Olga Fernando!" 🚨Geppi e Mahmood hanno cercato di conoscersi in questi giorni, hanno molta alchimia. Mahmood dice che, come quando era lì con Blanco, ovviamente ha molta ansia, ma essere in due aiuta. Si guarderanno negli occhi e questo li salverà 🚨Lo stesso dirigente di prima: "Vorrei ricordare che nello stesso anno Mahmood ha vinto Sanremo Giovani, Sanremo ed è arrivato secondo all'Eurovision. Così, per dire." 🚨Geppi: "Ma Benigni lo paghiamo? viene gratis? Viene gratis." 🚨Alla domanda se si ritrovano in questo Festival pacificatore, tranquillo? Geppi dice che ovviamente quando si accetta l'invito si cerca di entrare nel suo mondo, portando del proprio però. Mahmood dice che non lo sa perchè è un ruolo totalmente diverso e non sa se sarà in grado, "pregate ragazzi". 🚨"A Giorgia dopo hanno dato la conduzione di X Factor." Mahmood replica che comunque lui sente di dover ancora dare tanto nella musica, vuole passare il suo tempo libero in studio (non considera la carriera da conduttore adesso) 🚨Giornalista: "Mandi un bacio a Giorgia Meloni?" Geppi: "Sì, col braccio di Elodie." 🚨Giornalista chiede un parere sullo sketch di ieri sull'uomo ideale. Geppi dice che lei piuttosto che giudicare il lavoro di una collega si butta in un canale. Non le va di giudicare chi ha pensato, messo insieme ed eseguito un numero. Non vuole giudicare nessun collega. Nè commentare sui commenti negativi. Carlo ha voluto persone diverse per ragioni diverse, qualsiasi cosa avesse fatto sarebbe stato criticato. Geppi dice "di sicuro domani criticheranno pure me, e dopodomani criticheranno Alessia e Cattelan per qualcos'altro." 🚨Chiedono a Mahmood di dare un consiglio a Settembre per la sua carriera: "Mi ricordo di aver dovuto cambiare un po' me stesso all'inizio, per rendere il mio lavoro più mainstream. Dico che all'inizio può essere utile, per imparare nuove cose ma che dopo bisogna ricordarsi quello che si è e quello che si vuole comunicare. Ascolta gli altri, ma alla fine devi sempre ascoltare soprattutto te stesso." 🚨"Quanto, oggi che sei Mahmood, che sei arrivato all'Ariston non solo come concorrente ma anche come co-conduttore, quanto è rimasto di Alessandro?". Mahmood: "Grazie a dio è rimasto molto, quasi tutto. Sono cambiati i meccanismi con cui affronto le cose, ma io sono rimasto con le stesse persone di sempre, gli stessi amici di sempre. Non credo di essere cambiato poi così tanto, sono felice di come sto oggi." 🚨Geppi: "Ogni giorno ci sono piccole, grandi battaglie da portare avanti, io nel mio ho sempre cercato di farlo. Se lo faccio anche stasera? Spero." 🚨"Se Amadeus volesse ritornare in Rai per lui le porte sarebbero aperte?". Ciannamea dice che le porte per lui sono apertissime, è un grandissimo artista e non si dimentica il passato 🚨Mahmood: "Avevo chiesto dei roller blade col fuoco per portare la torchia olimpica ma mi hanno detto che è un po' too much." 🚨"Non vorrei fare come Snoop Dog che ai Grammy ha detto 'I want to thank me.' Io ringrazio tutte le persone che c'erano e ci sono e le nuove come Geppi." 🚨Settembre ha vinto anche i premi della critica (Mia Martini e Lucio Dalla) della Sala Stampa
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Julia Roberts ha recentemente parlato della sua età e del motivo per cui appare più invecchiata rispetto a molte artiste contemporanee che cercano di restare giovani.
"Invecchio con dignità, umorismo e serenità... Non ricorro a lifting o Botox, e so che, secondo gli standard di Hollywood, sto rischiando la mia carriera. Se non vogliono darmi un ruolo perché sembro vecchia, allora produco io il progetto e scelgo chi voglio. L’importante è non prendere questo lavoro troppo sul serio.
Conosco tante madri che lottano per arrivare a fine mese: quelli sono i problemi seri, quelle sono le donne che ammiro, belle e forti anche quando tutto è difficile. Onestamente, ho altre paure... Temo per i miei figli, per non poterli proteggere da chiunque possa voler approfittarsi di loro... Per me è più importante stare bene e far vivere bene la mia famiglia...
Sono benedetta e apprezzo tutto ciò che ho! Ringrazio ogni giorno mio marito e i miei figli. Per questa ragione, i momenti più importanti della giornata non sono quelli sul set, ma quelli della colazione insieme, dove parliamo di tutto... È un momento magico."
Quanto è bello essere con i piedi per terra e vivere appieno senza la frivolezza del marketing. Valiamo per ciò che siamo, non per come appariamo!
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Jean Eugene Bulland, 1852-1926.
Pittore francese, figlio di un incisore,
all'inizio della sua carriera fu attratto dal simbolismo, e produsse diversi quadri ispirandosi a questo movimento, poi cambiò radicalmente stile, passò alla rappresentazione della vita quotidiana, fu premiato varie volte al Salon di Parigi.
Giovani genitori , 1903 Museo D'Orsay Parigi.
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Mancano uomini
L’Ucraina ha perso 10 milioni di persone dall’inizio della guerra, un quarto. Colpa di rifugiati, caduti al fronte e un tasso di natalità in picchiata. Cifre impressionanti. La guerra non la stanno perdendo per carenza di armi, ma di uomini. Anche perché i pochi abili, non la vogliono fare. Mentre l’Occidente invia armi, a Kiev imperversa lo scandalo dei disertori falsi invalidi. Carenza di uomini in prima linea ma anche nei palazzi del potere. In Ucraina come in Europa dove i politicanti cavalcano le paure e l’ignoranza dei cittadini invece di gestire la realtà in maniera intelligente. Perché la propaganda rende di più della verità. In Europa crepano più persone di quelle che nascono. Molte di più. Un problema epocale con paesi come l’Italia che si stanno letteralmente spopolando. Una cittadinanza giurassica man mano si congeda senza che nessun la rimpiazzi. Solo da noi servono almeno 120.000 immigrati all’anno. A dirlo sono gli industriali, i datori di lavoro che confermano come l’immigrazione non sia affatto un problema, ma addirittura una necessità. E sempre più urgente. Perché senza lavoratori si abbassano le saracinesche e si chiudono i cancelli d’interi comparti condannando l’intero paese al declino economico e quindi sociale. Ma nonostante attività e paesi interi chiudano i battenti per carenza di uomini, la politica rigetta quelli che sbarcano aprendo centri di detenzione, organizzando deportazioni e rimpatri e lasciando che orde di baldanzosi giovani girino a zonzo. Davvero assurdo. Noi del mondo ricco non facciamo più figli mentre nel mondo povero ne fanno fin troppi e quei figli della miseria per sopravvivere son disposti ad emigrare fin da noi. Ottimo. Una fortuna, altro che disgrazia. Due piccioni con una fava. Eppure niente. Prevale l’ignoranza e la propaganda. Prevale la paura. Tutta colpa della mancanza di uomini nei palazzi del potere. Alla politica non interessasse la realtà ma accontentare i propri tifosi in modo da allungarsi la carriera. I politicanti sanno che a molti l’immigrazione fa paura perchè temono di perdere presunte identità e certezze. E i politicanti sanno soprattutto che la paura rende nelle urne mentre le verità sgradite molto meno. E quindi la sfruttano. Invece di spiegare ai cittadini il quadro generale, invece di coinvolgerli nelle sfide della nostra era, invece di costruire insieme a loro alternative intelligenti, assecondano i loro istinti. Perché conveniente, perché più facile, perché oltre alle prossime elezioni il politicante non vede. Negli ultimi anni la politica non ha potuto negare il dramma dello spopolamento, ma ha tentato di porvi rimedio infilandosi nel letto dei cittadini per fargli sfornare più figli. Pie illusioni. L’univa vera soluzione a portata di mano è smetterla di criminalizzare l’immigrazione e gestirla piuttosto in maniera intelligente. Servono corridoi umanitari ufficiali e sicuri che rimpiazzino quelli clandestini e procedure semplici e rapide di formazione e integrazione professionale e sociale dei nuovi arrivi in modo che siano operativi nel più breve tempo possibile. Servono poi servizi che aiutino uno sviluppo sanno della nuova società multietnica prevenendo ghettizzazioni e derive razziste. Ma per riuscirci servono uomini di potere capaci di lungimiranza, onestà intellettuale, disinteresse, apertura mentale e forza morale. Uomini che mancano nei palazzi del potere ma anche per strada. Dove prevale il tifo e si abbocca a pifferai propagandistici invece d’informarsi e dare una mano. Dove si punta sempre il dito scagliandosi contro gli altri invece di guardarsi allo specchio, dove prevale l’egoismo e le ricette semplicistiche, dove prevale la paura invece che il coraggio che insieme ce la possiamo fare. Soffriamo una drammatica carenza di uomini. E la vera soluzione è riscoprirsi tali.
Tommaso Merlo
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GONE GIRL (Gillian Flynn)
Amy e Nick si incontrano ad una festa una sera di gennaio: uno scambio di sguardi ed è subito amore; lui la conquista con il sorriso sornione, l'accento ondulato del Missouri, il fisico statuario; lei è la ragazza perfetta: bella, spigliata, battuta pronta.
Sono felici, innamorati, ma qualche anno dopo sembra tutto cambiato: da giovani professionisti in carriera a coppia alla deriva; Amy e Nick hanno perso il lavoro e sono costretti a reinventarsi: lui proprietario di un bar; lei casalinga in una città di provincia anonima - fino a che, la mattina del loro quinto anniversario, Amy scompare: in quel momento, ha inizio la vera storia del matrimonio fra Amy e Nick.

Il primo romanzo di Gillian Flynn, Sharp Objects ha vinto due CWA DAGGERS ed è stato selezionato per il GOLD DAGGER.
Gone Girl è un bestseller, il cui adattamento cinematografico, diretto da David Fincher e interpretato da Ben Affleck e Rosamund Pike, ha vinto l'Hollywood Film Award 2014.
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Avril Lavigne

Avril Lavigne è la cantautrice canadese diventata una star internazionale all’inizio del millennio.
Icona del pop punk, ha venduto più di 50 milioni di album e oltre 50 milioni di singoli.
Le sue canzoni hanno fatto parte di diverse colonne sonore, soprattutto per film d’animazione, ha prestato la voce a diversi personaggi dei cartoni e ispirato un’eroina dei videogiochi.
Si è esibita in quasi tutto il globo e vinto un’infinità di premi.
Ha ricevuto otto candidature ai Grammy Award, tre ai Brit Award e si è aggiudicata un Mtv Video Music Awards, due Mtv Europe Music Awards, sette Radio Disney Music Awards e nove Juno Award.
Nata a Belleville, in Ontario, il 27 settembre 1984 in una famiglia umile e molto religiosa, da bambina le è stato diagnosticata la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
A 11 anni ha ricevuto in regalo la sua prima chitarra con la quale, suonando da autodidatta ha iniziato a scrivere le sue canzoni e a esibirsi in festival e spettacoli locali.
A soli 16 anni ha lasciato la scuola e si è trasferita prima a New York e poi a Los Angeles dove, nel 2002, ha pubblicato il suo primo disco Let go, che ha venduto oltre venti milioni di copie nel mondo, le ha portato un’enormità di premi e nomination e l’ha fatta entrare nel Guinness dei Primati come la cantante più giovane ad arrivare al primo posto della classifica britannica con un album.
Il singolo di esordio Complicated, immediatamente diventato una hit internazionale, ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche di diversi paesi e battuto ogni record di passaggi radiofonici, consacrandola una nuova icona delle giovani generazioni a cui ha dedicato anche una linea d’abbigliamento, la Abbey Dawn.
La sua reinterpretazione di Knockin’ on Heaven’s Door, di Bob Dylan, è stata inclusa nella compilation Peace Song per contrastare il fenomeno dei bambini soldato.
Il suo secondo lavoro Under my skin uscito nel 2004, ha venduto più di 7 milioni di copie.
Nell’autunno 2005 ha realizzato una reinterpretazione di Imagine di John Lennon per un’iniziativa a favore di Amnesty International.
Nello stesso anno ha contribuito alla colonna sonora del film d’animazione Spongebob e dato la voce a Heather, un personaggio del film Over the Hedge.
Il terzo album, The Best Damn Thing, del 2007 primo in classifica in ben 12 paesi, ha venduto oltre 8 milioni di copie.
Nel 2010, mentre scriveva il suo terzo disco, ha sfornato il brano Alice per la colonna sonora del film Alice in Wonderland della Disney, collaborato alla canzone Wavin’ Flag for Haiti per raccogliere fondi da destinare alle persone terremotate di Haiti e fondato The Avril Lavigne Foundation a favore di giovani con disabilità e malattie gravi.
Goodbye Lullaby, messo in commercio nel marzo 2011 è stato seguito, due anni dopo, dall’omonimo Avril Lavigne.
Nel marzo 2015 ha parlato pubblicamente, attraverso la rivista People Magazine, della malattia di Lyme che l’ha costretta a un lungo periodo di riposo.
Nel 2019 ha sfornato Head Above Water e, nel 2022, ha visto la luce il settimo album in studio dal titolo Love Sux e ricevuto una stella sulla Walk of Fame per i suoi vent’anni di carriera.
La sua prima raccolta di successi Avril Lavigne: Greatest Hits è del 2024.
È partita con testi che contenevano messaggi d’autostima e di energia, parlato di argomenti personali, ha fatto ballare e emozionare la gioventù di mezzo pianeta.
È stata una ribelle, una bad girl e una delle prime artiste che ha mostrato come essere ragazze forti in abiti larghi.
Sebbene potesse sembrare un fenomeno passeggero, da oltre vent’anni continua a ispirazione le giovani generazioni col suo look, gli argomenti che tocca e la sua carica travolgente.
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Ouidad Bakkali
deputata del Partito Democratico
“‘Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi’.
Io questo giuramento lo feci a 23 anni, divenni cittadina nel 2009. Ero arrivata a due anni, ventuno anni dopo. Qui ho frequentato le scuole dell’infanzia dalle suore di Casal Borsetti, le elementari, le medie, le superiori. A 16 anni militavo nelle giovanili del mio partito, collaboravo attivamente alle campagne elettorali per le quali non avevo il diritto di voto, ero rappresentante d’istituto.
Alla gita di quinta superiore fui bloccata all’aeroporto di Praga perché il documento con cui viaggiavo non era corretto, seppur vagliato dalla Questura. Passai la notte in aeroporto con due professori del mio liceo e mi dissi lì che non mi sarei mossa fino alla fine della gita, per principio e per un senso di ingiustizia che avevo provato sulla pelle tante di quelle volte. Non ricordo quanti giorni di scuola ho saltato per andare in Questura per il rinnovo del permesso di soggiorno e al Consolato per il documento d’identità.
Perché no, i bambini non sono tutti uguali. Io capisco che voi quelli che appartengono alle famiglie che non vi piacciono li mandate in galera, noi cerchiamo invece di costruire politiche perché veramente siano tutti uguali. Queste mie note biografiche rappresentano le storie e le esperienze di centinaia di bambine e di bambini, e volevo dar loro voce affinché queste storie entrino prepotentemente dentro quest’aula e la vostra ipocrisia e la vostra ideologia si scontri contro questa mia faccia, perché questa faccia che vedete rappresenta quella narrazione che svaluta continuamente queste nuove e questi nuovi italiani e racconta quella condizione diffusa, ingiusta, che vede queste ragazze e questi ragazzi nascere, crescere, imparare a camminare in un Paese che non si accorge di loro, che ancora li computa nella percentuale di studenti stranieri quando deve stilare le statistiche.
Sono quei bambini che la narrazione dominante vuole relegare a viaggiare in ultima classe per quanto riguarda diritti sociali, civili, politici.
Sono quelle ragazze e quei ragazzi i cui sogni si infrangono decine di volte davanti alle porte di una Questura di qualunque provincia italiana.
Sono le storie di Casey, arrivata in Italia a dieci anni, ora ne ha ventisei. Sognava la carriera diplomatica, ma non potrà neanche iniziarla perché non raggiunge il parametro reddituale.
O Yassin, arrivato qua piccolissimo, ha perso la finestra della richiesta di cittadinanza perché a causa dei ritardi deve ricominciare da capo.
O Insef, che è arrivata a quattro anni e non potrà partecipare a un tirocinio in un’istituzione europea perché non è cittadina Ue.
O Kadija, campionessa italiana di boxe; non potrà partecipare ai campionati europei perché non è cittadina italiana.
E potremmo continuare all’infinito. Noi vogliamo solo riconoscere il presente e l’Italia di oggi, preservare il futuro dell’Italia, vogliamo che tutti i giovani partecipino al futuro di questo Paese senza cittadini di serie a e di serie b.
(…) Bisogna cominciare a parlare con rispetto di una popolazione straniera che contribuisce per l’8% del Pil di questo Paese. Non solo come braccia e non come schiavi. Sono portatori di diritti in quanto persone. In quanto persone.
La legge 91/92 non funziona. E lo dico alla Presidente del Consiglio che ignora la mobilitazione di 500.000 persone. La cittadinanza come concetto premio è un concetto fallimentare, oltreché una discriminazione. Per guardare verso il futuro ci vuole coraggio per tenere vivi i presidi educativi, le scuole dell’infanzia nei territori decentrati. Questa è un’Italia che ha bisogno di ogni singola e ogni singolo giovane che possa nutrire da subito il senso e il legame di appartenenza con la Repubblica e lo Stato.”
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Laurea e lavoro: dove si guadagna di più? Crescita salariale nei settori e Paesi chiave
Neolaureati: stipendi in crescita in Europa, ma l’Italia arranca nel confronto globale
Neolaureati: stipendi in crescita in Europa, ma l’Italia arranca nel confronto globale Il mercato del lavoro per i neolaureati sta vivendo una trasformazione significativa, con differenze marcate a livello internazionale in termini di crescita salariale. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio sul capitale umano di Mercer, tra il 2021 e il 2024 si è registrata una crescita importante degli…
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𝗪𝗲𝗲𝗸𝗻𝗱 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗼
Weeknd avete letto bene, no non è un errore. Niente titolo di un film del 1989. Weeknd è un cantate e il morto sono io.
Ora mi spiego.
Figlio 2 insieme alla sua Rebecca decidono di andare a un concerto, il concerto di Weeknd a Milano per l’appunto, in una serata di luglio rinfrescata dalle tempeste monsoniche dei giorni precedenti.
- Pa’
- Dimmi Gabriele
- Domani c’è il concerto, potresti venirci a prendere?
- Ci mancherebbe certo che sì
Furono le mie ultime parole famose, del resto lasciare due ragazzi diciottenni in piena notte ostaggio dei mezzi pubblici, non proprio vicino casa, non mi andava.
I ragazzi si alzano presto, l’andata al concerto sarà autonoma: treno, metro e poi una camminata di mezz’ora. Partenza la mattina presto, ore 7:00, per un concerto che inizierà alle ore 21:00.
Come sempre i messaggi su WhatsApp durante il giorno piovono a catinelle. In realtà da parte mia, da parte sua sporadici messaggi da decifrare. Manco stesse usando un dispositivo elettromeccanico di scrittura crittografata degna della famosa “Enigma”. Così si succedono risposte del tipo:
“Ben”
“Ok, arrivat”
“A post”
“Fa hot”
“Cojon”
“So seduto”
“Mo eating”
“Mo drinking”
“Mo piscing”
“Mo ‘nizia”
Mi sembra di chattare con Cattivik, il personaggio di un fumetto che si mangiava le lettere finali, eppure studia, ha anche dei bei voti, ambisce alla carriera lavorativa nel campo della medicina.
Mi immagino se fosse medico: “Rott falang, mo gess e ripos così impar. Statt attent la pross volt, cojon”.
La sera parto con anticipo per andare con calma e senza correre a recuperare Gabriele e Rebecca. Autostrada e arrivo alla zona del concerto a Milano abbastanza tranquillo. Mi posiziono fuori dall’auto appoggiandomi a essa, si sente chiaramente il concerto. Sono molte le auto parcheggiate in quella zona, tutte contengono almeno un genitore in attesa.
Li vedi subito quelli abituati ai concerti, hanno l’aria sicura e scommetto che hanno preparato il giusto ristoro e il kit da viaggio di rientro per i ragazzi che attendono (cosa che ho capito dopo e lo leggerete). Poi ci sono quelli social, che condividono l’attesa facendosi selfie e go go, oppure postando storie dove riprendono sullo sfondo le luci e i suoni del concerto. Si sentono giovani.
Poi ci sono quelli come me. I novelli. Quelli che si chiedono se la posizione trovata è strategica, se si fosse potuto fare di meglio. Mille dubbi.
Mentre osservo questo mi si avvicina un padre della mia categoria
- Scusa sai se il concerto è da quella parte? – darsi del tu in queste occasioni è alla base per sopravvivere all’ansia della prima volta.
- Si si, è di là.
- Ho usato questa diavoleria della geo localizzazione su WhatsApp mi troveranno?
- Fidati, quelli vivono di geo localizzazione. La usano anche per trovarsi in casa “Dove sei?”, “In cucina, aspetta che mi geo localizzo”.
- Davvero? – occhi sbarrati.
- Ma no scherzavo, ti troveranno questi sono il loro metodi per ritrovarsi anche in paese.
- Ah certo, noi dovevamo girare per le vie della città col motorino per trovare la compagnia se arrivavi in ritardo, te lo ricordi anche tu?
- Si, solo che io non li trovavo mai.
- Perché?
- Perché si nascondevano da me.
- Ah ah ah, bella questa. Sei un tipo a cui piace scherzare.
- Sono serio – il suo volto si pietrifica come se fosse stato colto da una paresi. Il suo imbarazzo e percepibile.
- Ehm, io ho qua due figlie tu?
- Figlio 2 maschio e la sua compagna.
Ed è in quel momento che dalle mie spalle, zona concerto, si sente un fortissimo “Grazie MiLLanoH!”.
Ok, il concerto è finito, io e l’altro genitore vergine di concerti ci guardiamo. Come a dire sei pronto? Con cenni da Marines, in silenzio indichiamo da dove potrebbero arrivare.
Passano pochi minuti e i primi ragazzi che hanno partecipato al concerto si palesano. Arrivano da lì, ma anche da là e pure da quell’altra parte. Siamo circondati. In breve l’orda di gnu che attraversa il Serengeti è arrivata.
Cominciamo a girare con la testa come se fossimo gufi, lui si alza sulle punte dei piedi.
Lo guardo, mi guarda – Sembri Roberto Bolle sulle punte – gli dico.
- Eh, le mie ragazze non sono molto alte, tuo figlio è alto?
- Non l’ho più misurato ma credo che sia 1,87 cm – dico con orgoglio.
Ma lo sguardo di quel padre che mi squadra come a dire “l’altezza non è il tuo forte, di sicuro avranno preso da tua moglie”, mi mette in ginocchio.
Arriva Gabriele e saluto padre ansioso un po’ stronzo con la mia altezza, augurandogli buona fortuna.
- Pa’ diciotto minuti di cammino, non potevi avvicinarti? – le prime parole di Gabriele
- Gabriele era tutto strapieno, anche il parcheggio di Lampugnano era pieno.
Ripartiamo.
Percorro cento metri. E lì ci rimango per un’ora abbondante, tutto bloccato sia sulla mia carreggiata che sull’altra. I ragazzi dopo avermi raccontato, soprattutto Rebecca, del concerto crollano nel sonno più profondo. Neanche lo strombazzare di genitori impazienti e arrabbiati li sveglia. Cavolo suonano il clacson, la coda non ha fine con chi se la prendono? Con un semaforo o un incrocio che crea colonne di traffico a due chilometri?
La gente continua a sfilare camminando sulla destra, dalla sinistra e pure in centro tra le due corsie di marcia. Alcuni ragazzini molto giovani sono stati accompagnati al concerto dai genitori. Li vedo molto provati sul volto.
Se lo avessi fatto io sarei sembrato Bob Dylan al concerto di Gigi D’Alessio. Un estraneo.
Sono stanco, stanco morto quando finalmente ho raggiunto la tanto agognata tangenziale.
L’ingresso all’Autostrada è chiuso per lavori in corso. Rabbia.
Deviazione su altra autostrada ma per arrivarci devo percorrere una tangenziale trafficatissima dove una corsia è chiusa per lavori in corso.
Sono più morto di prima.
Esco nelle zone di Monza. La circumnavigo e per altre chiusure per lavori notturni viaggio per paesi e comuni diversi attraverso strade provinciali. Vedo strade da 50 Km all’ora, prostitute, gente che barcolla ubriaca e l’orologio che indica le 3:00 del mattino.
Ricordo il tempo delle strade secondarie percorse il mattino presto e di musica condivisa con amici, mentre si tornava dalla discoteca. Avevamo ancora voglia di spaccare il mondo. Oggi vorrei spaccarmi a letto.
Arriviamo a casa che sono le 3:35, penso che alle 6:00 dovrò svegliarmi. Sveglio i ragazzi, e Gabriele nota subito l’orario – Papà perché così tanto tempo? –
- È stato un viaggio un po’ complicato. Domani ti spiegherò. Ora andate a dormire? – più che una domanda era una preghiera.
Sento la sua voce, quella di Rebecca che si rivolge a me sempre come se fossi un padre. La figlia che non ho me la ritrovo in lei – Io ho un po’ di fame – mi dice scusandosi con i suoi dolci occhi.
Hanno fame, si vede. In casa tutti gli altri esseri viventi dormono di un sonno profondo, preparo loro da mangiare e li saluto. Guardo l’orologio. Due ore. Me le farò bastare. Perché per loro mi farei anche la notte in bianco, morto (di sonno) ma felice.
Cerco di fare pensieri felici prima di addormentarmi e penso a loro due. Penso alla battuta di Gabriele che rivolgendosi a Rebecca gli ha detto – Mio padre quando andava ai concerti suonava ancora Beethoven.
Beethoven, me lo immagino a un suo concerto in chiave moderna:
- Siete caldi?
- Siiiiiiì!
- Non vi sento!
- Siiiiiì!
- Non vi sento, sono sordo! Ahahahahah!
Ok meglio dormire. Sono morto di sonno con Weeknd. Può bastare.
#libero de mente#racconto#concerto#figlio#genitori e figli#ironia#dialoghi#battuta#pensiero#frase divertente#frase#amore
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Ecco il tipo di propaganda a cui sono sottoposte le ultime generazioni: la sponsorizzazione di una vita senza figli, dedicata esclusivamente al soddisfacimento dei propri desideri, senza alcuna prospettiva. Si suggerisce che la famiglia sia solamente un peso per la propria carriera e che rimanere eterni Peter Pan equivalga ad essere felici.
Al netto dell'instabilità economica, che certamente rappresenta un ostacolo insormontabile per molte giovani coppie, è un certo tipo di "cultura" che influisce in maniera decisiva sul calo delle nascite.
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DONA UN MILIARDO DI DOLLARI PER I SUOI STUDENTI

Ruth Gottesman, una professoressa in pensione di 93 anni, ha donato un miliardo di dollari americani all’università di medicina nella quale ha lavorato per tutta la sua carriera. Quella effettuata dalla professoressa emerita in pediatria, che oggi siede nel consiglio dei fiduciari dell’università Albert Einstein con sede nel Bronx, è la più grande donazione mai ricevuta da una scuola di medicina negli Stati Uniti. Vedova di un facoltoso investitore di Wall Street, la dottoressa Gottesman è stata mossa dal desiderio che gli studenti possano frequentare la scuola di medicina e cominciare la loro carriera senza accollarsi alcun debito per pagare la retta che, nel corso degli studi, può raggiungere un totale 200.000 dollari. In questo modo i giovani meritevoli potranno beneficiare di borse di studio e l’università, che si trova nel quartiere più povero di New York, amplierà il corpo studenti includendo coloro che diversamente non potrebbero permettersi di frequentare i suoi corsi.
Nonostante la riluttanza iniziale ad associare il suo nome alla donazione, Gottesman è stata persuasa dall’idea di ispirare altri a fare del bene, auspicando che i futuri medici continuino a fornire assistenza di qualità all’interno della comunità, come fece lei prima di intraprendere la carriera accademica. La dottoressa ha posto un’unica condizione alla sua donazione: che l’Università non cambi mai il suo nome, scelto in memoria del fisico Albert Einstein ancora in vita al tempo della sua inaugurazione nel 1955.
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Fonte:Albert Einstein College of Medicine; Foto: New York Times
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“ I giovani d’oggi non vogliono lavorare, né fare sacrifici”
Quante volte abbiamo ascoltato questa frase? Analizziamola insieme. L’Italia non è un Paese che permette di poter camminare autonomamente con le proprie gambe. Viviamo in un luogo in cui la presenza dello Stato pur essendo dominante ed eccessiva fino ad opprimere con il pagamento delle tasse, non è tuttavia giustificabile dato il modo in cui vanno le cose. Si studia per poi inaugurare un’altra carriera accademica perchè post laurea lavora il 30% della popolazione; la maggior parte dei laureati deve inventarsi un secondo lavoro -quasi mai attinente al piano di studi conseguito-per tirare a campare, chi invece non ha titoli deve trovare il modo di fare soldi ugualmente perché anche per pulire i banchi -come avviene nel caso del famoso personale ATA-servono attestati che diano punteggio. Per non parlare di coloro che si sono trovati a cavallo tra la vecchia e nuova riforma, come mia madre. Di chi sostanzialmente ha lavorato una vita sperando in una pensione decente e si è ritrovato con un pugno di mosche grazie alla Fornero. Se poi vogliamo continuare il discorso, c’è da dire che anche chi vuole lavorare non ha possibilità di compiere alcunché dal momento che nessuno stipula contratti e mentre gli ausiliari del traffico vanno in giro a fare multe , esercitando sempre più controllo, l’illegalità dei pagamenti a nero che si svolge sotto i loro -attenti- sguardi , va eclissandosi sempre più. Oggi si porta il famoso tirocinante , il povero cristo che svolge un impiego full time pagato a stento 600€, e questo sempre perché lo Stato interviene. In sostanza di sacrifici se ne fanno anche troppi, ma cadono tutti nel vuoto perché sottolineo l’Italia non è un luogo in cui la parola indipendenza è fattibile. Si arriva a quarant’anni senza un’occupazione , a trenta con figli che crescono h24 dai nonni perché il costo della vita è caro e la paga non basta, si giunge al punto di svolgere due attività poiché non esiste il concetto del fare carriera e progredire. Non è che i giovani non vogliono fare niente , la vera domanda è “Che cosa si può fare in una realtà simile?” ;non sussiste qualità della vita e chi purtroppo ha le possibilità economiche per poter andare avanti , le spreca in vizi e vanità senza mettersi neanche due secondi nei panni dell’altro. L’Italia è il Paese perfetto per non lamentarsi e rimanere imbambolati di fronte alla televisione mentre tutto va a rotoli, questo è certo. In cui fa comodo non alzare il sedere dalla sedia per cambiare le cose. Del resto com’era quel detto ? quando è per tutti è mezza festa, “normale”.
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