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Fai la Mossa Giusta: grande successo per la terza edizione dedicata a studio, formazione e lavoro
Si è conclusa con successo l’edizione 2024 di “Fai la Mossa Giusta”, tenutasi il 16 novembre al Palafiere Riccardo Coppo di Casale Monferrato. L’evento ha registrato un’alta partecipazione, attirando studenti, famiglie, lavoratori e adulti in cerca di nuove opportunità professionali e formative. Un’occasione unica per il futuro La manifestazione ha messo in connessione diretta cittadini e…
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La mostra fotografica "Il porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo perché no?" arriva alla Camera dei Deputati
La mostra fotografica "Il porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo perché no?" arriva alla Camera dei Deputati. Livorno, 13 febbraio 2024 - Dal 19 al 23 febbraio, su iniziativa dell'On. Laura Boldrini la Camera dei Deputati ospiterà, presso la sala del Cenacolo, nel complesso di Vicolo Valdina, una mostra fotografica dedicata al lavoro femminile nei porti e nel comparto marittimo. La mostra, con foto di Elena Cappanera, è parte integrante del Progetto "Il porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo, perché no?" ideato dall'assessora al Porto del Comune di Livorno Barbara Bonciani e promosso dall'Amministrazione comunale labronica con lo scopo di di far conoscere il lavoro svolto dalle donne in due settori strategici per il nostro Paese. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l'Associazione Internazionale RETE, con l'Università di Pisa, con il CNR Iris. "Parliamo di settori in cui la componente femminile, oltre ad essere ancora sotto rappresentata, è spesso anche invisibile", sottolinea l'assessora Bonciani". "Sappiamo che il lavoro portuale, come quello marittimo sono nati storicamente maschili. Da decenni i processi di innovazione tecnologica hanno modificato l'organizzazione e la modalità di lavoro rendendo pienamente accessibili questi lavori anche alle donne. Tuttavia le donne in questi settori sono ancora poche: nel comparto marittimo non arrivano neanche al 2% della forza lavorativa mondiale, mentre nei porti costituiscono il 16% della forza lavoro globale. Nel nostro Paese le donne che lavorano nei porti sono l'8% della forza lavoro complessiva. Il porto di Livorno, spiega ancora l'assessora al Porto Barbara Bonciani è uno dei porti che conta maggiori presenze femminili. Qui le donne costituiscono il 10% della forza lavoro complessiva, superando la media nazionale. Proprio da qui abbiamo deciso di partire per rendere visibili le lavoratrici che operano in questi comparti ad un pubblico ampio, far sentire la loro voce, la passione con cui vivono il loro lavoro, oltre alle loro capacità e competenze. Con il Progetto si è voluto altresì facilitare un dibattito costruttivo fra gli addetti ai lavori al fine di favorire tutte le azioni necessarie a rimuovere gli ostacoli, soprattutto culturali che ancora oggi limitano l'accesso lavorativo delle donne in questi settori". Il Progetto nato a Livorno ha ricevuto il plauso di molte associazioni europee e nazionali, fra cui il sindacato europeo dei Trasporti ETF, l'Associazione europea dei Porti privati Feport, l'Associazione Europea dei Porti – ESPO e di altri soggetti presenti a livello europeo e nazionale. A seguito del progetto di Livorno, sono stati avviati percorsi congressuali di discussione di carattere nazionale su questo tema e il porto di Trieste ha assunto le prime lavoratrici portuali. Il Progetto si configura così come un'azione positiva per favorire una maggiore presenza delle donne nel comparto marittimo e portuale. La mostra fotografica sarà inaugurata il 19 febbraio alle 16.30 alla presenza del l'On. Laura Boldrini, del Sindaco di Livorno Luca Salvetti, dell'Assessora al porto del Comune di Livorno Barbara Bonciani. Fra gli ospiti il Comandante dell'Accademia Navale di Livorno Contrammiraglio Lorenzano Di Renzo, una delegazione di lavoratrici portuali e marittime e rappresentanti di varie associazioni. Per l'occasione ha confermato la propria presenza anche la cantante Anna Oxa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Whirlpool Corporation apre le porte a famiglie ed amici dei dipendenti
Nella mattinata di domenica 26 giugno moltissime persone erano nel piazzale della portineria principale in attesa di entrare nella fabbrica di Cassinetta di Biandronno che ha scritto e continua a scrivere un capitolo importante del romanzo industriale della provincia di Varese.Il conto finale che riporta oltre 1250 partecipanti, tra cui molti bambini, e il coinvolgimento di circa duecento volontari che hanno garantito la perfetta riuscita delle festa, indicano che questa fabbrica, con la sua storia e le legittime aspettative per il futuro, è viva espressione della comunità della provincia di Varese. La partecipazione del Prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello, e di Massimo Porotti e Lorenzo Baratelli, i sindaci di Biandronno e Ternate, i comuni su cui si estende la cittadella dell’elettrodomestico, hanno sancito questo senso di appartenenza dell’azienda al territorio. WHIRLPOOL FAMILY DAYL’evento è parte dei “Whirlpool Family Day”, organizzati sia in Italia sia in Europa, e che rappresentano un’opportunità unica per scoprire i luoghi di lavoro di Whirlpool e rafforzare i legami tra dipendenti, famiglie e azienda. A Cassinetta in particolare, hub Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) per la produzione di frigoriferi, forni e forni a microonde da incasso per tutti i brand del gruppo, sono state organizzate visite guidate delle tre aree di produzione, degli uffici e dei laboratori di ricerca sviluppo e design per far conoscere alle famiglie i processi di creazione dei prodotti dallo sviluppo alla produzione, dando la possibilità di interagire da vicino con l’attività lavorativa dei propri cari. Oltre alle visite, sono stati allestiti numerosi laboratori creativi e ricreativi all’aperto, giochi, musica e stand gastronomici in collaborazione con enti non-profit, enti del territorio e fornitori che hanno con entusiasmo e passione aiutato alla realizzazione dell’evento. SICUREZZA SUL LAVORO E GRATIFICAZIONE«Siamo felici di aver avuto l’opportunità di riunire i nostri dipendenti e i loro cari in un’occasione unica di condivisione per rafforzare il senso di comunità e appartenenza che caratterizza la nostra azienda. Il Family Day è un esempio tangibile del nostro impegno continuo per creare un ambiente di lavoro positivo e gratificante per le nostre persone» ha commentato Manuel Rossi, site leader dello stabilimento Whirlpool di Cassinetta e senior director area south integrated supply chain di Whirlpool Emea.«Sono rimasto molto colpito dai sistemi di produzione – ha sottolineato il prefetto Salvatore Rosario Pasquariello – che coniugano la sicurezza sul posto di lavoro con la produzione, l’efficienza e il guadagno dell’impresa che poi reinveste gli utili creando nuova occupazione. Il lavoro crea la consapevolezza di una funzione sociale e identifica la persona con la sua stessa dignità dandogli il benessere che serve per esercitare i diritti». UNA STORIA IMPORTANTEFondato nel 1954 dalla storica Ignis, il sito di Cassinetta si estende su due comuni (Biandronno e Ternate) con una superficie di oltre 1 milione e 250 mila metri quadrati ospita 3 fabbriche per la produzione di frigoriferi, forni e forni a microonde da incasso, 2 centri globali di ricerca e sviluppo e un ufficio acquisti che serve l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Ogni anno il sito produce più di 2 milioni di prodottiper 5 dei principali brand dell’azienda: Whirlpool, KitchenAid, Hotpoint, Bauknecht e Indesit. INVESTIMENTI E PREMI PER L’INNOVAZIONENel corso degli ultimi anni il sito ha ricevuto investimenti in tecnologia, prodotto, processo ed innovazione per oltre 50 milioni di euro, e molti dei prodotti concepiti e costruiti a Cassinetta hanno ricevuto premi mondiali per design ed innovazione, tra cui i prestigiosi Red Dot ed IF awards. Cassinetta è stato uno dei primi siti di Whirlpool Corporation ad implementare il World Class Manufacturing, una metodologia adottata in alcune tra le più importanti aziende manifatturiere al mondo focalizzata ad ottimizzare le performance del processo produttivo, migliorando la qualità ed eliminando gli sprechi. Proprio nei giorni scorsi, la fabbrica di frigoriferi di Cassinetta ha ottenuto la certificazione Silver, un riconoscimento che la annovera tra le élite della manifattura mondiale e che evidenzia il costante impegno di Whirlpool nello sviluppo di pratiche produttive all’avanguardia e nel coinvolgimento delle sue persone. Read the full article
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Generazione X: la forza silenziosa dietro l'evoluzione sociale
Nella società moderna, la Generazione X rappresenta una coorte di individui che hanno vissuto un periodo di transizione unico e hanno contribuito in modo significativo all'evoluzione sociale, culturale ed economica. In questo articolo, esploreremo l'origine e le caratteristiche distintive ma soprattutto il suo impatto duraturo sulla società contemporanea. L'origine della Generazione X La Generazione X comprende gli individui nati tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '80, una generazione che si colloca tra i baby boomers e i millennial. Il termine fu coniato dal giornalista Jane Deverson nel 1965, in riferimento ai giovani che sembravano privi di una chiara identità e di un ruolo sociale ben definito. Questa generazione è stata plasmata da eventi come la Guerra del Vietnam, la crisi economica degli anni '70, il cambiamento dei valori familiari e l'espansione dei media di massa. Le caratteristiche distintive della Generazione X La Generazione X è descritta come formata da "latchkey kids", ossia bambini che trascorrevano molte ore da soli a casa mentre i genitori lavoravano. Questa indipendenza precoce ha contribuito a sviluppare la resilienza, l'autonomia e la capacità di adattamento tipiche di questa generazione. Gli Xers sono noti per essere pragmatici, individualisti e scettici nei confronti delle istituzioni. Hanno affrontato sfide come la crescente disuguaglianza economica, l'instabilità lavorativa e il rapido sviluppo tecnologico. L'importanza della Generazione X nella società contemporanea Nonostante l'attenzione spesso rivolta alle generazioni precedenti e successive, la Generazione X ha avuto un impatto profondo sulla società. Gli Xers hanno guidato il cambiamento in ambito tecnologico, contribuendo alla rivoluzione digitale e all'espansione di Internet. Hanno anche abbracciato l'individualismo e la diversità, aprendo la strada a nuovi modelli familiari, identità sessuali e stili di vita alternativi. Eredità e futuro Oggi, la Generazione X occupa ruoli di leadership in vari settori, portando con sé le proprie esperienze, la saggezza e la capacità di bilanciare tradizione e innovazione. Molti Xers stanno affrontando nuove sfide, come la conciliazione tra lavoro e famiglia, il sostegno ai genitori anziani e la ricerca di un significato più profondo nella vita. Nonostante l'attenzione spesso focalizzata su generazioni successive, continua ad essere un pilastro silenzioso ma fondamentale della società contemporanea. Generazione trascurata? La Generazione X è una coorte di individui che ha vissuto un periodo di transizione cruciale nella storia. Hanno affrontato sfide uniche e hanno contribuito in modo significativo all'evoluzione sociale, culturale ed economica. Nonostante l'etichetta di generazione trascurata, gli Xers hanno dimostrato una resilienza straordinaria e un impatto duraturo sulla società contemporanea. Riconoscere e apprezzarne il contributo è essenziale per comprendere appieno la storia e le dinamiche sociali attuali, nonché per plasmare il futuro di un mondo sempre più complesso e interconnesso. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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Donne in Equilibrio 1955/1965
a cura di Stefania Ricci, Elvira Valleri
Electa, Milano 2022, 504 pagine, brossura con sovraccoperta, 22x 32 cm., ISBN 9788892822054
euro 68,00
email if you want to buy [email protected]
Il volume è il catalogo della mostra omonima, allestita a Firenze, presso il Museo Salvatore Ferragamo, dal 20 maggio 2022 al 18 aprile 2023 e dedicata alla memoria di Wanda Miletti Ferragamo che, dal 1960 fino alla sua scomparsa, il 19 ottobre 2018, è stata la guida del brand Salvatore Ferragamo, cercando sempre un equilibrio tra la dimensione lavorativa e la famiglia. Nell’agosto del 1960, alla morte del marito, Wanda decide di non chiudere l’azienda ma anzi di trasformare un laboratorio artigianale di calzature da donna in una casa di moda, dove i figli possano dare continuità a quel solco di innovazione e creatività iniziato dal marito Salvatore. Donna riservata, Wanda Ferragamo non amava parlare di sé e ostentare i successi raggiunti. Per questo motivo è stato deciso di onorarne la memoria con una mostra che esaminasse la complessa realtà femminile in Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo in cui Wanda ha cambiato la propria vita. Sono gli anni del “miracolo economico”, contrassegnati da una profonda trasformazione del Paese, nel quale le donne si affacciano ai diversi settori della società, contribuendo alla costruzione dell’Italia repubblicana. Sono donne alla ricerca di nuovi modelli di esistenza che continua a interrogare il nostro presente, come dimostrano le interviste raccolte in un documentario in mostra. La mostra e il catalogo, attraverso oggetti, abiti, opere d’arte, filmati, fotografie, intendono così tratteggiare le attività e le scelte di donne di età diversa, anche in ambiti lavorativi fino ad allora riservati quasi esclusivamente agli uomini: donne delle professioni, dell’arte, della cultura, della politica e del lavoro che attraverso le loro esperienze personali illuminano la più lunga rivoluzione dell’età contemporanea, quella che ha segnato la fine della separazione dei ruoli sessuali.
12/07/22
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#Donne in Equilibrio#1955/1965#exhibition catalogue#Museo Ferragamo Firenze 2022#Wanda Ferragamo#realtà femminile Italia 50/60#fashionbooksmilano
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Joblio interverrà al Global Investment
Il CEO e il Presidente presenteranno le capacità tecnologiche di Joblio mirate a risolvere le problematiche migratorie globali.
Joblio illustrerà il proprio impegno nella risoluzione delle problematiche riguardanti i Migranti Economici nel Mondo alla Conferenza 2021 per gli Investimenti a favore dello Sviluppo Sostenibile (2021 Investment in Sustainable Development Conference) che sarà ospitata dal CC Forum. Il Presidente David Arkless e il CEO Jon Purizhansky presenteranno la piattaforma tecnologica nel corso della conferenza incentrata su innovazione aziendale e attività legislativa.
Il Presidente Arkless ribadirà il sostegno di Joblio nell’innovazione per realizzare modelli di assunzione sostenibili a beneficio dei diritti umani e a discapito delle attività criminali. Nel suo intervento, Purizhansky si soffermerà sulla possibile risoluzione, in modo sostenibile, della questione dei migranti globali dalla quale potrebbero trarne pari beneficio datori di lavoro e dipendenti. Spiegherà come la piattaforma tecnologica all’avanguardia di Joblio miri a salvare vite umane, ad aprire mercati globali e a contribuire alla realizzazione di un mercato della forza lavoro trasparente.
La presentazione dimostrerà come la piattaforma di Joblio possa rafforzare gli sforzi per una ripresa globale post COVID-19. Riconoscendo la necessità dei lavoratori migranti di inviare sostegno economico alle famiglie in patria, l’impegno di Joblio è volto a fornire un modello di assunzione sostenibile in grado di potenziare l’economia internazionale. Spostando l’attenzione dagli intermediari ai lavoratori migranti stessi che sono alla ricerca di un’occupazione lavorativa, Joblio fornisce una soluzione contro la dilagante corruzione che affligge i mercati globali del lavoro.
All’evento, che si svolge sulla Costa Azzurra, parteciperanno senior leader per gli investimenti e le attività commerciali provenienti da ogni parte del mondo. Oltre al Presidente Arkless e al CEO Jon Purizhansky, altri partecipanti di rilievo alla conferenza saranno Steven O’Brien, Segretario Generale del G20 Foundation, il Principe Michael del Liechtenstein, Fondatore e Presidente della società Geopolitical Intelligence Services.
Gli argomenti che saranno trattati nel corso del forum riguarderanno le tecnologie emergenti, l’ambiente e le energie rinnovabili, l’inclusione sociale e la filantropia, la sanità e l’educazione. Investitori e responsabili delle politiche avranno la possibilità di incontrare e ascoltare innovatori leader alla guida di startup in questi settori.
Le precedenti edizioni del CC Forum si sono svolte a Londra (Ottobre 2019), Monaco (Settembre 2020) e Dubai (Aprile 2021).
Originally Posted: https://joblio.co/en/blog/joblio-interverra-al-global-investment-forum-sulle-problematiche-riguardanti-i-migranti-economici-nel-mondo-che-si-svolge-in-costa-azzurra/
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Mozione sul Congedo di Paternità Obbligatorio: Un Passo Avanti per l'Uguaglianza. Il Consiglio Comunale di Novi approva all’unanimità la proposta del PD
Il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo PD, Luca Patelli, riguardante l’estensione del congedo di paternità obbligatorio.
Il Consiglio Comunale di Novi Ligure ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal capogruppo PD, Luca Patelli, riguardante l’estensione del congedo di paternità obbligatorio. Questo importante risultato rappresenta un passo avanti nella promozione di una maggiore parità tra i genitori e nel contrasto alle discriminazioni di genere, sia nel contesto lavorativo che nella società. Un Tema…
#Alessandria today#congedi europei#congedi obbligatori#Congedo di Paternità#congedo in Italia#congedo obbligatorio uomini#Consiglio comunale#Daniele Mascia#diritti dei genitori#diritti dei padri#Diritti sociali#discriminazione di genere#discriminazione nel lavoro#Donne e Lavoro#Google News#inclusione lavorativa#iniziative comunali#innovazione sociale.#italianewsmedia.com#lavoro e famiglia#Legge di Bilancio#Luca Patelli#miglioramenti legislativi#misure paritarie#mozione PD#mozioni comunali#Novi Ligure#Novi Ligure politiche sociali#Parità di genere#Partito Democratico
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Forza Italia Prato si rinnova: nuovo coordinamento
Forza Italia Prato si rinnova: nuovo coordinamento con giovani professionisti. La deputata di Forza Italia Erica Mazzetti: "Competenze al servizio del partito e della città" Forza Italia di nuovo protagonista in città entro tre anni. È questo l’obiettivo che si è posto il nascituro coordinamento di Forza Italia Prato che venerdì 30 luglio alle 10:00 presso il Caffè I Frari delle Logge si presenterà ufficialmente. “Sono lieta – annuncia Erica Mazzetti, Deputata pratese – di affidare il coordinamento a una squadra di giovani professionisti che nella vita lavorativa e nell’impegno sociale hanno messo in mostra le loro qualità e che adesso sono liete di metterle a disposizione di Forza Italia”. Al Coordinatore Francesco Cappelli si affiancheranno Lorenzo Marchi, Responsabile Vivere Prato Cultura & Turismo, Andrea Pippa, Responsabile della Struttura Territoriale, Diletta Sestini, Responsabile Sport e Pari Opportunità, Damiano Squilloni, Responsabile Imprenditorialità e Innovazione. Uno dei punti fermi del coordinamento è la creazione di una struttura territoriale capillare che si radicherà nelle circoscrizioni pratesi per “intercettare e trasformare in proposta politica le istanze di tutti i cittadini” conclude Mazzetti. Erica Mazzetti, Deputata Forza Italia e Coordinatore Provinciale di Prato Follow @FI_Toscana
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Pubblicato l'avviso finanziato dal PNRR per la co-progettazione e gestione di interventi sociali di supporto all'Housing first
Pubblicato l'avviso finanziato dal PNRR per la co-progettazione e gestione di interventi sociali di supporto all'Housing first. Bari. L’assessora al Welfare Francesca Bottalico rende noto che è in pubblicazione sul sito istituzionale, a questo link, l'avviso finalizzato a individuare soggetti del Terzo Settore che manifestino la disponibilità alla co-progettazione e alla gestione di attività e interventi a valere sul progetto Housing First Temporaneo (PNRR Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, Sottocomponente 1 “Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale”, Investimento 1.3.1 - Housing First). Il percorso di co-progettazione prevede infatti la pubblicazione di un avviso di interesse che riporta i requisiti di massima dell’attività da realizzare, nonché i criteri di valutazione, l'individuazione del soggetto mediante una selezione che tiene conto del possesso dei requisiti di partecipazione, delle caratteristiche della proposta progettuale e dei costi previsti, e l'avvio dell’attività vera e propria di co-progettazione per la definizione del progetto individuato. L’obiettivo specifico dell’amministrazione è quello di realizzare un modello innovativo di housing first - condominio sociale diffuso in favore di persone e nuclei familiari in condizioni di elevata marginalità sociale. “Con il nuovo avviso sull’housing first, siamo orgogliosi di aver terminato in tempi record la programmazione sociale e amministrativa finanziata con fondi del PNRR, con importanti risultati in termini di innovazione sociale e gradimento da parte dei cittadini - commenta Francesca Bottalico -. In particolare, lavorando su un percorso di compartecipazione e co-progettazione con cittadini e imprese sociali e grazie alla collaborazione con l'assessorato al Patrimonio, avvieremo una prima sperimentazione di condominio sociale nella città vecchia, all’interno di un immobile comunale attualmente in fase di ristrutturazione per favorire l'autonomia abitativa e sociale di famiglie, principalmente giovani e donne, in povertà abitativa, con l’obiettivo di migliorarne i percorsi di inclusione sociale e lavorativa attraverso una serie di azioni di supporto sociali e di orientamento. Si ampliano e si diversificano il piano di intervento e le politiche sociali realizzate negli ultimi 10 anni sulla città di Bari, che oggi può contare su una pluralità di interventi, oltre 100 servizi e progettualità, alcuni dei quali riconosciuti come buone pratiche a livello nazionale in termini di innovazione sociale e contrasto alle povertà. Tanto è stato fatto ma tanto ancora c'è da fare alla luce dei bisogni in crescita per rafforzare ulteriormente un’azione politica che metta la centro i bisogni delle persone e la promozione della loro autonomia piuttosto che forme di sostegno assistenziali, spesso inadeguate”. Le attività di co-housing che si intendono realizzare comprendono: · valutazione dei bisogni e delle risorse della persona, al fine di definire le attività di accompagnamento attraverso un percorso multidimensionale; · attività di segretariato e orientamento per l’accesso a servizi, programmi e prestazioni; · lavoro di équipe Housing integrato finalizzato alla definizione, condivisione e monitoraggio di un progetto di accompagnamento personalizzato per ciascuno dei partecipanti; · attività di affiancamento e accompagnamento flessibile, da parte degli educatori, lavorando anche sul territorio e nella dimensione della comunità locale e delle reti di prossimità e svolgendo così un ruolo di armonizzazione e sostegno dell’attività svolta dall’assistente sociale; · mappatura del territorio a livello micro per individuare potenziali risorse e spazi comunitari da attivare, in funzione della presa in carico permanente di persone specifiche (ad esempio parrocchie, circoli ricreativi e culturali, condomini solidali, etc.); · sostegno e accompagnamento ai servizi del territorio, al pagamento delle utenze, individuazione di percorsi formativi e pre-professionalizzanti per favorire l’inserimento lavorativo, sostegno ai minori presenti nelle famiglie; · portierato sociale e vigilanza sul rispetto delle regole da parte degli ospiti della struttura L’importo disponibile per la realizzazione del progetto con la gestione delle attività di co-housing (dal 01/01/2024 al 30/06/2026) è pari a € 210.000 (comprensivo di IVA, se dovuta). I beneficiari del servizio saranno successivamente individuati dal Servizio sociale professionale del Comune di Bari: nei loro confronti sarà attivato un progetto personalizzato (PAI) volto al superamento dell’emergenza, con l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia che spaziano dal sostegno al pagamento delle utenze all’accompagnamento ai servizi del territorio, dall’individuazione di percorsi formativi e pre-professionalizzanti per favorire l’inserimento lavorativo al sostegno ai minori presenti nelle famiglie. I soggetti del terzo settore interessati alla co-progettazione, purché in possesso dei requisiti indicati nell’avviso, dovranno inviare un’istanza di manifestazione di interesse entro le ore 12 del prossimo 2 novembre all’indirizzo di posta certificata [email protected] indicando il seguente oggetto: “Avviso di istruttoria pubblica finalizzata all’individuazione di Soggetti del Terzo Settore disponibili alla co-progettazione e gestione nell’ambito del progetto PNRR M5C2S1 Investimento 1.3.1 – Housing First CUP J94H22000250007 – SMARTCIG Z953C98E9B”. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Campania: bellezza è inclusione
“Campania: bellezza è inclusione”, questo il titolo del video nato dal progetto “PRIMA – VERA Campana: Per un’integrazione lavorativa dei cittadini stranieri in Campania” che nasce dalla volontà di aumentare e valorizzare l’attuale coinvolgimento nella Regione Campania dei cittadini di Paesi Terzi nelle politiche del lavoro e di sensibilizzare la cittadinanza tutta rispetto al contributo sociale ed economico della popolazione immigrata nel territorio mostrando le azioni di orientamento e servizi messi in campo per favorire percorsi di inserimento lavorativo regolare. https://youtu.be/RaZbXTEnCxY L’iniziativa è finanziata dalla Regione Campania,dall’Unione Europea,dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero dell’Interno. Campania: bellezza è inclusione, i partner Partner del progetto Scabec SpA - Società campana beni culturali; IRiSS Cnr - Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo; Inps - Istituto nazionale della previdenza sociale Nel corso delle immagini del video “Campania: bellezza è inclusione” (https://bit.ly/scabec-primavera-campana), da oggi trasmesso all’interno delle stazioni e delle metro di Napoli Centrale e Salerno, viene messa in luce la reale integrazione di cittadini immigrati nel tessuto socio-economico regionale attraverso lo svolgimento di attività professionali svolte insieme alla popolazione autoctona. Una mescolanza che conferma, da un lato le opportunità di lavoro che il territorio può offrire ai migranti in diversi settori e dall’altro, che la Campania si muove al di là delle barriere linguistiche e culturali sviluppando la crescita personale e professionale dei cittadini stranieri residenti nel territorio. Integrazione sociale Questo perché includere i cittadini stranieri significa partecipare alla loro integrazione sociale. I vantaggi, poi, in termini umani e professionali sono molteplici considerato che, oltre alle differenze culturali e linguistiche, accoglierli è un investimento e non un onere. La Regione, infatti, è costantemente impegnata a garantire agli immigrati un lavoro stabile, sicuro e di qualità, capace di mettere al centro la dignità e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. Non solo, le istituzioni territoriali stanno attualmente portando avanti una serie di azioni importanti in materia di inclusione lavorativa per offrire una risposta integrata e di sistema, multidisciplinare e multisettoriale, per prevenire e reprimere il fenomeno del lavoro non regolare e sommerso e anche per proteggere e favorire il reinserimento lavorativo dei cittadini dei Paesi Terzi. Read the full article
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LA TUTELA DEI “RIDERS”
I c.d. Riders sono quella categoria di lavoratori che con propri mezzi di locomozione (biciclette, motorini, automobili) essenzialmente svolgono compiti di consegna di merci (soprattutto cibo e bevande, ma non solo) per conto di uno o più committente, servendosi di piattaforme digitali quali Glovo, Deliveroo, Foodora, Uber eats ecc.
Tale categoria di lavoratori, sin dal momento in cui ha avuto origine, con la nascita delle prime startup specializzate nei servizi di consegna (fra le sopracitate, la più risalente è Deliveroo, fondata nel 2013; seguono Foodora e Uber Eats, fondate nel 2014 e Glovo, fondata solamente nel 2015), sono stati impiegati dalle aziende citate in qualità di lavoratori autonomi, con contratti di collaborazione occasionale del tutto privi delle tutele di trattamento normativo-retributivo assicurate dall'ordinamento al lavoratore subordinato.
Basti pensare ai criteri di pagamento dei riders utilizzati da queste imprese: un minimo garantito orario in caso di mancate offerte di lavoro dalla piattaforma (7,50 euro con Deliveroo nel 2019) e due metodi retributivi per consegne effettuate: un compenso fisso a consegna, oppure un compenso variabile in virtù di 2 parametri, individuati nelle consegne e nei chilometri percorsi (sempre al 2019, Deliveroo erogava 2 euro alla consegna più 1 euro al ritiro, più il differenziale chilometrico calcolato di volta in volta dalla società; Glovo, invece, i cui compensi venivano erogati ai lavoratori bisettimanalmente, aveva un si sistema di pagamento alternativo di 2 euro a consegna più 63 centesimi a chilometro in linea d’aria, oltre a 5 centesimi per ogni minuti di ritardo da parte del ristorante; da ultimo, Uber Eats, proponeva 2 euro a consegna più 1 a chilometro in linea d'aria. Dati tratti dal seguente articolo: https://www.osservatoriodiritti.it/2019/01/09/riders-lavoro-chi-sono-come-lavorano/)
Fortunatamente, grazie alle proteste ed alle manifestazione portate avanti dai riders, ad oggi col D.L. n. 101/2019, convertito in L. n. 128/2019 è stato introdotto nel D.lgs. n. 81/2015 il Capo V-bis che concerne proprio la tutela del lavoro tramite piattaforme digitali, il quale ha apportato rilevanti innovazioni nel settore, garantendo livelli minimi di tutela per la categoria lavorativa dei riders.
Tra le più interessanti, con l'art. 47ter si è garantito il diritto all'informazione ed alla stipula per iscritto del contratto individuale di lavoro, con previsione di un indennizzo risarcitorio in caso di violazione di tali diritti; con l'art. 47quinquies è stato esteso ai riders il divieto di discriminazione previsto per i lavoratori subordinati, ma, ancor più rilevante, al secondo comma è stato espressamente prescritto il divieto di esclusione dalla piattaforma e di riduzioni delle occasioni di lavoro in caso di mancata disponibilità ad effettuare le consegne; con l'art. 47septies si è introdotta per i riders la copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; infine, con l'art. 47quater, entrato in vigore solo il 3 novembre 2020, si è stabilito il divieto di retribuire il lavoratore in base alle consegne effettuate, si è garantito un compenso minimo orario ed un'indennità integrativa non inferiore al 10% per il lavoro svolto di notte, durante le festività o in condizioni meteorologiche sfavorevoli.
Inoltre, con tale disposizione si è data facoltà alle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello nazionale di definire i criteri di determinazione del compenso complessivo tenendo conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dell'organizzazione del committente.
Ciò è avvenuto con la stipula del contratto collettivo nazionale di lavoro fra AssoDelivery e l'Organizzazione Sindacale UGL del 15 settembre 2020. Tuttavia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Siciali, con nota del 17 settembre 2020 n. 9430, elaborava una valutazione di detto CCNL parametrata alla summenzionata innovazione legislativa, in particolare con riguardo all'art. 47quater D.lgs. n. 81/2015, tale da porre in rilievo alcune criticità del testo contrattuale che ne inficerebbero la validità.
In conclusione, in attesa di una soluzione delle problematiche evidenziate dal Ministero, ad oggi i riders possono comunque finalmente beneficiare della tutela approntata dalla legge, nonché dalla contrattazione collettiva nazionale, che, seppur non inquadra l'attività di consegna di beni per conto altrui attraverso piattaforme digitali nell'ambito del lavoro subordinato, senz'altro consiste in un notevole passo in avanti verso la tutela di questa categoria di lavoratori.
Avv. Salustri Daniele
Fonti e normativa:
– https://www.osservatoriodiritti.it/2019/01/09/riders-lavoro-chi-sono-come-lavorano/
– D.L. n. 101/2019, convertito in L. n. 128/2019
– D.lgs. n. 81/2015
– CCNL del 15 settembre 2020
– Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Nota del 17 settembre 2020, n. 9430
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A Dublino Flavia sogna un’Italia ancora possibile
DUBLINO
Partire e lavorare all’estero. Un sogno che ho sempre coltivato fin dall’Università, quando studiavo Ingegneria Gestionale alla Sapienza. Un sogno che avevo tuttavia messo da parte per inseguire la folle convinzione che laureandomi in tempo sarei stata in grado di trovare un lavoro che potesse essere appassionante, stimolante, appagante.
Pazza idea, che si è immediatamente scontrata con la realtà lavorativa italiana, dove la crescita professionale è un puro e semplice miraggio e il merito viene costantemente surclassato dalla raccomandazione.
Stage e contratti a tempo determinato. E mentre noi laureati annaspiamo, alla ricerca incessante di un riconoscimento che non sembra arrivare mai, giovani rampanti spopolano in grandi aziende perché figli di importanti manager.
Ero stanca di tutto questo, stanca di vivere in un Paese che considera i lavoratori come un costo e non come una risorsa da valorizzare e sviluppare, in cui qualsiasi innovazione e creatività viene soffocata in nome della mediocrità e della sopravvivenza altrui. Mors tua, vita mea, la filosofia aziendale italiana che ho provato a combattere con tutte le mie forze nei miei primi anni lavorativi.
Poi la decisione di andar via, di tentare una strada diversa in Irlanda e di scegliere Dublino, una città in costante crescita soprattutto per chi desidera lavorare nel campo dell’Information Technology.
Ero quasi incredula e anche un po’ spaventata quando nell’aprile del 2015 ho ricevuto il pacco che conteneva il contratto di lavoro con una multinazionale americana di consulenza informatica.
Un semplice colloquio via Skype e avevo cambiato drasticamente la mia vita.
Lasciare Roma non è stato facile, avevo un lavoro a tempo indeterminato, gli amici, la famiglia e una casa tutta mia, ma il bisogno di trovare la mia dimensione e di sentirmi finalmente apprezzata era diventata la priorità numero uno.
Sono partita con l’incoscienza di non conoscere nessuno, di dover trovare casa e condividerla per la prima volta in 32 anni.
Chi dice che emigrare sia simile ad uno schiocchio di dita non lo ha mai vissuto in prima persona.
La lingua, la cultura, le abitudini, la mentalità sono sempre qualcosa a cui devi abituarti. E accade tutto in un lampo: ti ritrovi immersa in un mondo totalmente nuovo. Le agenzie per l’impiego funzionano realmente e sono i recruiters a contattarti per offrirti il lavoro che si adatta alla tue capacità, alle tue aspettative ed esperienze.Il mercato lavorativo di Dublino è fortemente dinamico e se vuoi cambiare lavoro, hai la possibilità di farlo.
Adesso lavoro a tempo indeterminato per una banca irlandese come Data Management Specialist. Le giornate lavorative sono di 7 ore e mezza con un’ora di pausa, le ferie possono essere richieste in qualsiasi periodo dell’anno, si può ottenere di lavorare da casa per necessita’ personali senza dover passare attraverso infiniti processi burocratici, gli straordinari vengono ripagati con giorni di ferie e il lavoratore è costantemente interrogato sulla sua soddisfazione professionale e sui suoi obiettivi a lungo termine.
La dignità prima di tutto insomma.
Esiste il salario minimo garantito e un tax credit annuale modulato secondo il proprio stato civile, che agevola il pagamento delle tasse e aumenta la liquidità in busta paga. Condizioni economiche e sociali che in Italia sembrano ancora lontanissime da raggiungere.
Roma mi manca moltissimo, lo ammetto. Le sue piazze,le sue strade, i vicoli in cui perdersi, i bar all’aperto dove chiacchierare e bere vino con gli amici. Perché la qualità della vita italiana resta comunque la migliore al mondo.
Una qualità della vita che si sta lentamente spegnendo sotto il peso della precarietà, della disoccupazione, dell’insoddisfazione professionale e del ricatto senza via di uscita.
Vorrei ritornarne un giorno, perché credo fermamente che in Italia un’altra via sia ancora possibile.
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#GliAnniInTasca è un progetto autofinanziato. Puoi partecipare anche tu sostenendoci con un piccolo (o grande) contributo. Questo il link per partecipare al crowdfunding su Paypal: https://goo.gl/mdcPRr
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Ecco chi c'è dietro a #Thetimecreatoritalia La nostra storia CHI SIAMO Alessandro Scenna ha 40 anni ed è originario di Milano; è una persona sincera, tenace e lungimirante. Dopo 10 anni di esperienza lavorativa accumulata tra Torino, Ravenna, alcune città dell’Abruzzo e Milano, decide di lasciare il Nord Italia. Cattura la sua attenzione tutto ciò che è innovazione, moda, tendenze, creazioni e life style. Gli piace definirsi “visionario”. Come persona capace, quindi, di anticipare il futuro, dettare strade, ma sempre con i piedi per terra e la testa sulle spalle. inizia a focalizzare la sua idea di attività. Fa chiarezza sui suoi obiettivi, definisce il settore in cui vorrebbe esprimere le sue potenzialità, si basa sulla passione. E’ così che nasce “The Time Creator” creatore del tempo. Un’attività diversa rispetto a quelle che conosciamo, una nuova e originale formula per offrire servizi,Tre anni fa Alessandro avvia la sua attività aprendo una pagina facebook. Nessun investimento, ma una connessione internet e tanta voglia di realizzare il suo obiettivo. Alessandro Scenna di fronte al deficit del lavoro giovanile si è fatto concreto imprenditore di se stesso. Lui si mette a disposizione 24h per quanto riguarda la sua formazione professionale rivolta verso l’amore per gli animali da compagnia, la creazione di eventi a partire da una semplice festa di compleanno al collaborare nel lancio di un’idea per avere la giornata su misura per te e per le tue compagnie, la creazione di accessori idee regalo sulle quali è direttamente lui a mettere le mani i n accordo con voi con le commissioni allegate ai servizi suddetti, di cui se ne fa carico personale e soprattutto l’assistenza alla persona a domicilio o presso strutture ospedaliere. Dal 2017 con la complicità e collaborazione del suo collaboratore e compagno di vita @mauriziodolci hanno creato ed aperto il laboratorio artigianale e poi diventare uno Store a San Vito di Rimini. Vi aspettano insieme davanti ad un buon caffe'... Sei pronto per iniziare? Chiamaci, conosciamoci e raccontaci che evento vuoi organizzare! Il Budget per il tuo evento lo decidi te. #Thetimecreatoritalia #famigliarcobaleno #noi2 #ioete (presso Rimini, Italy) https://www.instagram.com/p/CWDQ3-xNKtf/?utm_medium=tumblr
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Firmato il Nuovo Contratto Nazionale CCNL Funzioni Centrali: Incrementi e Novità per i Lavoratori Pubblici
La FLP annuncia un traguardo importante per i dipendenti del settore pubblico, con nuove tutele, miglioramenti professionali e conciliazione vita-lavoro.
La FLP annuncia un traguardo importante per i dipendenti del settore pubblico, con nuove tutele, miglioramenti professionali e conciliazione vita-lavoro.. La Federazione Lavoratori Pubblici (FLP) ha recentemente comunicato la firma del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per le Funzioni Centrali, un risultato significativo che include miglioramenti in termini di diritti,…
#Alessandria today#Amministrazioni pubbliche#aumento stipendi#autonomia lavorativa#benessere lavorativo#Buoni pasto#buono pasto#CCNL 2022-2024#CCNL Funzioni Centrali#CCNL pubblico impiego#conciliazione vita-lavoro#contrattazione integrativa#contratto pubblico#defiscalizzazione produttività#diritti lavoratori#diritti professionali#diritti sindacali#FLP#FLP Italia#FLP sindacato#fondi decentrati#Google News#incrementi salariali#Innovazione tecnologica#italianewsmedia.com#Lavoro Agile#Lavoro Remoto#miglioramenti contrattuali#miglioramento condizioni#norme contrattuali
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Simone, un “expat”curioso che viaggia ascoltando.
Continuiamo il viaggio attraverso le storie degli Italiani in Svizzera. Negli ultimi anni il loro numero è raddoppiato (dal 2000). Dall’anno scorso quella italiana è la comunità straniera più numerosa oltralpe. Frettolosamente, o forse semplicemente alla ricerca del sensazionalismo da prima pagina, i media italiani parlano di “cervelli in fuga”, ponendo l’accento solo su una parte, a dire il vero non nuova e piuttosto limitata dell’attuale “esodo” italofono all’estero. Noi stiamo cercando di capirci qualcosa di più di un fenomeno tutt’altro che nuovo (dal 1861 sono partiti in 24 milioni; gli oriundi italiani nel mondo sono circa 80 milioni) ma che a causa della crisi economica europea dell’ultimo ventennio ha ripreso un vigore inaspettato. Procedo sotto con una piccola descrizione di queste nuove vitalità in movimento per introdurre poi la storia di Simone.
Soprattutto, cerchiamo di guardare alla migrazione come un fenomeno contemporaneo, che pur avendo in comune molti aspetti della migrazione storica degli anni ‘50 (in Svizzera), ha anche caratteristiche diverse dovute alla diverse caratteristiche della società in cui viviamo. Per esempio, nessuno sessanta anni fa avrebbe potuto parlare di Expat. Si chiamano così persone per lo più altamente qualificate che arrivano all’estero già con un contratto di lavoro per lavorare in un’azienda molto competitiva del loro settore professionale oppure trasferiti da una sede all’altra dalla stessa azienda in cui già lavoravano. Normalmente, hanno buoni salari (la Svizzera è meta piuttosto appetibile proprio per questo) e soprattutto hanno la capacità di potersi spostare per lavoro da un paese all’altro perché le loro professionalità sono entrate da almeno un ventennio a far parte dell’economia globale. La definizione originale, anzi, dal termine inglese, riguardava esclusivamente soggetti “mandati” dalla propria azienda in filiali all’estero, con relativi benefit (salario più alto, bonus per la nuova casa, auto, etc..). Chiaramente questo tipo di mobilità sono parte integrante del contesto post-moderno e globalizzato in cui a muoversi non sono solo capitali o merci ma anche professionalità. Altra cosa sono invece i cosiddetti migranti altamente qualificati (skilled migrants, in Inglese). Queste, sono persone con titoli di studio alti o con professionalità specifiche che non necessariamente vengono “dirottate” dalla propria azienda o dal proprio datore di lavoro o dalla propria società in altre sedi all’estero ma che decidono spontaneamente di andarsene da un paese (il proprio, di solito, ma anche da altre “tappe” della migrazione) alla ricerca di opportunità professionali migliori. In questa categoria potrebbero ad esempio rientrate molti dei giovani italiani che stanno adesso cercando un lavoro all’estero e che vengono definiti appunto come “cervelli” in fuga. Questi ultimi, in realtà, sarebbero solo coloro che hanno intrapreso carriere accademiche e che si spostano come ricercatori. Sono un po' scettica sull’uso del termine perché non credo che un dottore di ricerca abbia necessariamente più cervello di un elettricista, di un dentista o di un muratore (insomma trovo la definizione classista e settaria) ma soprattutto perché, sociologicamente parlando, non è questo il tipo di nuovo spostamento che a mio parere merita esclusiva attenzione. Non è nuovo che un ricercatore si sposti (che poi la ricerca sia in crisi è un’altra storia), mentre forse è relativamente più nuovo (e sicuramente preoccupante) che un laureato in lettere debba cambiare paese per non fare per sempre il cameriere o che, per esempio, un laureato in biologia decida di andarsene per non essere pagato in vaucher.
Nota metodologica: prima di decidere come chiamare gli altri, se possibile, chiedi loro che ne pensano.
Ma l’ambizione della nostra ricerca è quella di non definire dall’alto le persone e poi intervistarle avendo già deciso “chi sono”. Pensiamo infatti che una delle funzioni dei mezzi di comunicazione digitali sia anche quella di fornire sia agli attori sociali che ai ricercatori (che sono a loro volta attori sociali e questa è la particolarità della nostra scienza) strumenti sufficienti e particolarmente adatti a cercare definizioni comuni, senza imporre categorie ma creandone. Per esempio su Fb prolificano gruppi di “italiani all’estero” e di “expat”, ci sono anche “italians” e “italiani in fuga”, e fare parte di un gruppo piuttosto che dell’altro, o di entrambe o di altri è già una sorta di autorappresentazione che può essere utile a fare un po' di chiarezza. Oppure, come succede in molti casi, restiamo in contatto con gli intervistati e chiariamo loro dubbi definitori che sono sorti durante l’analisi delle interviste. Insomma, non è necessario chiamare la gente con un nome diverso da quello che loro stessi si danno. Un altro aspetto che forse è utile chiarire è che il cervello umano non può fare a meno delle “etichette” per comprendere l’enormità della realtà esterna. Non solo un sociologo, ma tutti gli esseri umani devono usare categorie per comprendere. Impossibile non definire l’esterno per distinguerlo da se stessi. Importante è poi essere consapevoli che le “categorie” riflettono, ingigantendole, alcune caratteristiche secondo particolari dimensioni di un fenomeno e servono appunto come strumenti analitici, non rispecchiano la singolarità di nessuno dei casi che vi rientrano e non attribuiscono valori morali né giudizi di valore.
La storia di Simone
Simone, per esempio, potrebbe benissimo definirsi un Expat (abbiamo intervistato in passato sui colleghi che tali si definivano) ma lui preferisce “italiano all'estero che ama il suo paese ma che sta bene anche all'estero. A differenza di altri italiani che lavorano più o meno nel suo settore, le sue relazioni sociali spaziano da colleghi, italiani ma anche internazionali, a italiani nati e cresciuti in Svizzera, con cui è venuto a conoscenza da quando è arrivato in Svizzera nel 2012.
Simone è ingegnere meccanico con una specializzazione in materia legale: si occupa di brevetti industriali, proprietà intellettuale e protezione dell’innovazione tecnologica. A Firenze aveva un buon lavoro, stabile a tempo indeterminato in una multinazionale del settore petrolchimico. Tuttavia, sia vicende personali “un classico, mi ero lasciato con la ragazza qualche tempo prima” che l’insoddisfazione per l’immobilità lavorativa lo hanno convinto a provare altrove:
“ho saputo che un concorrente della mia azienda stava cercando una figura professionale simile alla mia e ho mandato il curriculum ... e se lo avessi saputo prima sarei venuto prima perché si sta benissimo”.
Simone è entusiasta della qualità della vita in Svizzera, in particolare a Baden dove lavora in una multinazionale del settore energetico. Non lo preoccupano nemmeno le nuvole all’orizzonte in campo lavorativo
“Dopo l’ultima ondata di assunzioni nel 2012, dove sono entrato anch’io e diverse centinaia di italiani (a lavoro si parla Inglese e Italiano, praticamente), c’è stata la crisi, la mia azienda è stata comprata da un’altra multinazionale del settore . Noi facciamo produzione di energia elettrica, in questo settore non è un crisi vera e propria. Se dici crisi in Italia vuol dire chiudere, qua significa non assumere più, levare qualche bonus, licenziare qualche manager che guadagna troppo.”
Simone parlando con cognizione di causa del mercato del suo settore lavorativo, mi permette di sottolineare qualcosa che fa parte degli argomenti teorici della nostra ricerca, di una dimensione che è necessario tenere alla mente quando si parla di mobilità e migrazione in tempi attuali: il mercato è globale, le interconnessioni tra aree geografiche lontane e diverse sono sempre più importanti, è il famoso effetto farfalla (nata in meteorologia e nella teoria del caos e con richiamici filmici ma in grado di spiegare bene la situazione conomico globale):
“Il battito d’ali di una farfalla a New York può causare un uragano in Giappone”
Vediamo:
Nel mio settore ci sono pochi “Players” molto grossi che fanno prodotti customizzati, adatti ai clienti: Simens, General Electric, Rolls Royce, Mitsubishi, sostanzialmente questi. Se uno è molto specializzato sulla macchina Rolls Royce, è allora difficile poi passi alla General Electric, come azienda, come competitor: per i clienti c’è scelta, per i competitor no. Però sta cambiando anche nel nostro settore e il cambiamento viene dal service, cioè quando dobbiamo aggiustare le macchine. Allora India, Corea, Cina, con hardware di bassa tecnologia, di riparazione ci fanno molta concorrenza. Noi facciamo ancora bene software di alta tecnologia, invece per molte cose di bassa tecnologia sentiamo la concorrenza coreana e cinese. Siamo un po’ preoccupati perché si vede che questi paesi stanno arrivando.
Secondo Simone il futuro del suo settore dipende dalla capacità di innovazione tecnologica e arriva puntuale l’impietoso paragone tra le sue due realtà:
“il futuro si gioca sull’innovazione tecnologica, non ci sono altre strade. La Svizzera ha dalla sua parte il fatto di avere un sacco di soldi nelle banche che possono prestare soldi per la ricerca tecnologica a interessi più bassi e questo conta tantissimo, mentre in Italia la ricerca tecnologica è praticamente morta. Per come la vedo io, nei prossimi cinque anni è destinata a morire, se non succede niente nel settore industria e ricerca tecnologica, certo sono supposizioni ma non la vedo positiva.”
Ma la storia di Simone mi permette di introdurre anche un altro aspetto interessante circa le nuove mobilità. Come detto inizialmente, nel mondo ci muoviamo di più (grazie ai progressi dei trasporti e delle comunicazioni) e a muoverci siamo in tanti con motivi diversi e con caratteristiche diverse. Nessun italiano, per fortuna (a volte dimenticata) scappa da una guerra o da una persecuzione (ma era così fino a poco più di sessant’anni fa, altra circostanza dimenticata). Tuttavia, come detto, alcuni si muovono con un lavoro già in tasca, perchè è la loro azienda a farli muovere e di solito hanno più soldi, più sicurezze e più stabilità di chi lo fa per cercare lavoro. Raramente, questi due mondi si incontrano. Consumi culturali diversi, possibilità economiche diverse, etc, alzano muri invalicabili fra persone e nuclei familiari di “concittadini” all’estero. È un fenomeno risaputo, conosciuto come “stratificazione sociale” e che dovrebbe probabilmente trovare formulazioni nuove. Sembra che i mezzi digitali confermino più che indebolire queste barriere e allora noi ci chiediamo quali possano essere le chiavi perchè qualcosa di diverso accada.
Un elemento forse poco sociologico ma d’aiuto e chiaro nella storia di Simone è quello della curiosità. Questo attributo indubbiamente personale si collega subito ad una dimensione sociale: l’attivismo comunitario, il volontariato, l’appartenenza a piccoli gruppi. Simone infatti, coltivando anche in Sivzzera la sua attività di associazionismo e volontariato è molto attivo su molti fronti, sia digitali che territoriali (le due cose raramente si escludono vicendevolmente, più spesso si danno vigore): amministratore di diversi gruppi fb circa italiani in Svizzera, collaboratore con l’istituto italiano di cultura Dante Alighieri di Baden, in contatto con l’Avis, sorprendentemente presente in modo piuttosto rilevante in Svizzera. Questo è un modo di conoscere tramite occasioni più o meno mondane, impegnate, interessanti, ricreative, ecc, persone di estrazioni sociali diverse, con lavori diversi, con storie biografiche diverse, nonchè, di conseguenza, con origini culturali differenti. Di solito, il risultato è positivo: si impara, si conosce, si viaggia, come dice Simone, senza spostarsi:
“A me l’associazionismo piace tantissimo perché vedi un mondo completamente nuovo che sennò non vedresti. Mi raccontava un mio amico dei viaggi che fa. Io non sono più un grande viaggiatore, lo ero più prima ora meno e non per questioni economiche ma perché con le persone che conosco io qua ho la possibilità di vedere mondi e situazioni diverse, la realtà locale e la trovo molto interessante. Un po’ come viaggiare senza spostarsi. Se vivi la realtà italofona attraverso le storie della gente capisci anche meglio la storia e la società Svizzera, oltre che alle comunità stranieri che ci sono qua, come spagnoli, portoghesi, tedeschi”
Come sempre, chiudiamo con la presentazione che Simone ha scritto di suo pugno per la ricerca e con una foto che lo rappresenta. Vi invitiamo ad essere curiosi e a partecipare alla vostra vita in Svizzera.
“sono un giovane ingegnere nato e vissuto a Firenze fino a quando non mi sono trasferito a Zurigo nel 2012. Ho lasciato la mia amata città natale per motivi personali ed ho scelto la Svizzera per una nuova eccittante avventura in una multinazionale del settore energetico in un paese nel cuore dell'Europa ma che ha fatto della sua indipendenza la chiave del proprio successo.
Già a Firenze ero attivo nell'associazionismo e nel volontariato, che ho continuato a coltivare qui nella comunità Italiana in Svizzera. Ciò mi ha dato modo di approfondire la storia dell'immigrazione e le problematiche dei nuovi expat. I problemi principali che vedo qui sono sostanzialmente due: 1) la lingua Svizzero-Tedesca, molto difficile da studiare 2) i limiti di velocità, la mia collezione di multe è aumentata drasticamente da quando mi sono trasferito! Per tutto il resto, confermo appieno le aspettative che avevo quando sono arrivato: ritengo la Svizzera uno dei migliori paesi in cui vivere e fare progetti a medio-lungo termine.
Un abbraccio, Simone.
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