#Luigi Einaudi
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La filiera della salute in Piemonte: nuove collaborazioni tra pubblico e privato per una crescita sostenibile. Torino
Presentato a Torino uno studio sull'evoluzione del sistema sanitario piemontese e sulle potenzialità economiche e occupazionali
Presentato a Torino uno studio sull’evoluzione del sistema sanitario piemontese e sulle potenzialità economiche e occupazionali Torino, 26 novembre 2024 – Alla UniCredit University si è tenuto il convegno “Le evoluzioni della filiera della salute – Il futuro delle collaborazioni fra pubblico e privato”, un evento organizzato da Confindustria Piemonte in collaborazione con UniCredit. Il dibattito…
#Alberta Pasquero#Alessandria sanità#Alessandria today#Centro Einaudi#collaborazione pubblico-privato#Confindustria Piemonte#Crescita economica#DAIRI#efficienza sanitaria#Federico Riboldi#filiera della salute#Finpiemonte#futuro sanità Piemonte.#Google News#impatto economico#innovazione sanitaria#innovazione sanitaria Piemonte#Investimenti Sanitari#italianewsmedia.com#logistica farmaceutica#logistica sanitaria#Luigi Vercellino#Mariella Enoc#medicina e tecnologia#occupazione Piemonte#ospedali Piemonte#Piemonte innovazione#Pier Carlo Lava#PIL regionale#PUBBLICO E PRIVATO
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+++Breaking News+++
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Ernesto Maria Ruffini non pianga se inizia a diffondersi il messaggio che l'Agenzia delle Entrate è vessatoria, perché è la verità.
E lo diceva già Luigi Einaudi molti anni fa: "Che i contribuenti combattano una diuturna, incessante battaglia contro il fisco è cosa risaputa, ed è nella coscienza di tutti che la frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno, quali sono, vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco".
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The students of Turin Luigi Einaudi University have been peacefully protesting in their campus in support of Palestine and to counter a far right event organized by FUAN (a neofascist, racist, xenophobic and homotransphobic organization) taking place in the same day.
The police broke into campus in riot gear and assulted the students.
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This is not new. For years Italy has seen an increase in the militarization of the police force (which, in Italy, is supposed to be SEPARATE from the military) and high school and university students are often the prime target of this violence. The far right ministers we've had throughout recent years kept and keep shrinking our right to organize and protest, kept and keep trying to militarize our schools and universities under guise of security, kept and keep trying to smear, discredit and dismantle social centers (except for the fascist ones of course). They even went so far as to ban "illegal" rave parties (which, because of the way the law is written, could also pose a threat to pride events or any social or entertainment event that has music). In case you were wondering, the very much illegal marches on Predappio (to Mussolini's house which is a fucking mausoleum for whatever goddamn reason) are still allowed.
Italy was also among the nations who abstained from voting on the UN truce resolution. Read that again. They did not even fucking BOTHER to vote. And they're suppressing the population's dissent. The Italian government is complicit and Palestine's blood is also on their hands.
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“ Calvino in un passo celebre di Se una notte d’inverno un viaggiatore, cap. XI, ha passato in rassegna i vari tipi di lettore e di letture. E sono tanti. Nessuna scelta eccelle, sovrasta. Le vie per percorrere un testo sono svariate. Chi vede o cerca una cosa non ne vede o cerca un’altra. Ci sono critici di prim’ordine la cui prensile lettura dei testi consiste principalmente in una sorta di sondaggio degli impulsi esistenziali; sorvolando sulle analisi dell’espressione formale, ci fanno ogni volta trovare nei testi che commentano le figure cangianti dei sentimenti e della vita, della nostra felicità o della nostra malinconia, della nostra fedeltà o del nostro disordine; da loro impariamo che l’interpretazione è sempre un alludere al cerchio della vita mutevole che ci gira intorno, ora al suo solido senso ora alla sua fugacità, per cui la letteratura finisce per contare come vita vera; penso a certi saggi di Magris su Borges, Svevo o Musil, dove non interessava tanto farci sapere che cosa significhi per Borges o Svevo o Musil quel loro testo, quella descrizione, quel tema o quello stile, ma che cosa significhi per noi. Ciò mi serve per tornare a ribadire che la lettura dei testi non ha mai fine, i punti di vista sono infiniti. Nessuno ha la parola definitiva. Il contenuto di un testo artistico è inesauribile e imprevedibile, sempre in fuga, tutto non si può capire. “
Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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Nel nome dei Padri
Il Presidente De Nicola firma la Costituzione. Alla sinistra dell'immagine: De Gasperi, alla destra: Terracini.
Qui sotto l'elenco dei membri della Commissione per la Costituzione (o Commissione dei 75).
Gruppo democristiano (26 membri)
Gaspare Ambrosini
Giuseppe Maria Bettiol (sostituisce dal 10 aprile 1947 Giacinto Froggio, dimissionario, che il 6 febbraio 1947 aveva sostituito Ezio Vanoni, divenuto ministro)
Pietro Bulloni
Giuseppe Cappi
Giuseppe Caronia (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Giuseppe Togni, divenuto sottosegretario di stato)
Giuseppe Codacci Pisanelli
Camillo Corsanego
Luigi De Michele
Francesco Dominedò
Giuseppe Dossetti
Maria Federici
Giacinto Froggio (sostituisce dal 2 luglio 1947 Umberto Tupini, divenuto ministro)
Giuseppe Fuschini
Angela Gotelli (sostituisce dal 6 febbraio 1947 Carmelo Caristia, dimissionario)
Giorgio La Pira
Giovanni Leone
Salvatore Mannironi
Giuseppe Micheli (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Umberto Merlin, divenuto sottosegretario di stato)
Aldo Moro
Costantino Mortati
Attilio Piccioni
Giuseppe Rapelli
Ferdinando Storchi (sostituisce dal 2 luglio 1947 Amintore Fanfani, divenuto ministro)
Emilio Paolo Taviani
Egidio Tosato
Giovanni Uberti (sostituisce dal 24 luglio 1946 Giovanni Ponti, dimissionario)
Gruppo comunista (13 membri)
Giuseppe Di Vittorio (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Mario Assennato, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Di Vittorio, dimissionario)
Edoardo D'Onofrio (sostituisce dal 27 febbraio 1947 Umberto Terracini)
Antonio Giolitti (sostituisce dal 29 maggio 1947 Riccardo Ravagnan, dimissionario)
Ruggero Grieco (Vice Presidente)
Nilde Iotti
Vincenzo La Rocca
Renzo Laconi (sostituisce dal 19 settembre 1946 Fabrizio Maffi, dimissionario)
Concetto Marchesi
Guido Molinelli (sostituisce dal 30 maggio 1947 Carlo Farini, dimissionario, che il 19 settembre aveva sostituito Giorgio Amendola, dimissionario)
Umberto Nobile
Teresa Noce
Antonio Pesenti (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Bruno Corbi, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Pesenti, dimissionario)
Palmiro Togliatti
Partito Socialista Italiano (7 membri)
Leonetto Amadei (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Giovanni Lombardi, deceduto, che il 25 luglio 1946 aveva sostituito Alessandro Pertini, dimissionario)
Lelio Basso
Michele Giua
Ivan Matteo Lombardo
Pietro Mancini
Angelina Merlin
Ferdinando Targetti
Partito Socialista Lavoratori Italiani (6 membri)
Alessandro Bocconi
Emilio Canevari
Eduardo Di Giovanni (sostituisce dall'11 settembre 1946 Alberto Simonini, dimissionario)
Gustavo Ghidini (Vice Presidente)
Edgardo Lami Starnuti
Paolo Rossi
Gruppo Repubblicano (4 membri)
Giovanni Conti
Francesco De Vita (decaduto perché sottosegretario dal 22 dicembre 1947)
Tomaso Perassi (Segretario)
Oliviero Zuccarini
Unione Democratica Nazionale (4 membri)
Aldo Bozzi
Giuseppe Paratore
Giovanni Porzio
Vito Reale (sostituisce dal 16 giugno 1947 Giuseppe Grassi, divenuto ministro)
Gruppo Autonomista (3 membri)
Giulio Bordon
Piero Calamandrei
Emilio Lussu
Fronte liberale democratico dell'Uomo Qualunque (3 membri)
Francesco Colitto
Francesco Marinaro (Segretario)
Ottavio Mastrojanni
Gruppo Liberale (3 membri)
Bartolomeo Cannizzo (sostituisce dal 14 dicembre 1946 Gennaro Patricolo, dimissionario, che il 24 luglio 1946 aveva sostituito Ottavia Penna Buscemi, dimissionaria)
Orazio Condorelli (sostituisce dal 17 ottobre 1947 Roberto Lucifero d'Aprigliano, dimissionario)
Guido Cortese (sostituisce dal 27 giugno 1947 Luigi Einaudi, divenuto ministro)
Gruppo Misto (3 membri)
Gustavo Fabbri
Andrea Finocchiaro Aprile
Meuccio Ruini (Presidente)
Democrazia del Lavoro (2 membri)
Mario Cevolotto
Enrico Molé
Unione Nazionale (1 membro)
Pietro Castiglia
Fonte: Wikipedia.
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Ieri il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, recentemente riconfermato da questo governo, ha detto che il fisco non deve mai essere amico dei contribuenti.
Non c’è dubbio che su questo aspetto l’attuale amministrazione pubblica stia ottenendo dei risultati ragguardevoli: in pochi lo ritengono amico. È complicato, ci viene a trovare troppo spesso, con le sue pretese è fuori mercato, non ammette repliche e sanziona con inflessibilità. (...)
I funzionari pubblici, dagli esattori delle tasse ai magistrati, dai politici ai manager di Stato, (dovrebbero essere) al nostro servizio e non il contrario. (...) Abbiamo perso il nesso per cui il civil servant (avete capito bene, gli anglosassoni lo chiamano servant) è al nostro servizio, e loro si sono dimenticati di lavorare per noi. (...)
Al governo, che ha (confermato) Ruffini e che maneggia i pericolosi argomenti dell’extraprofitto, converrebbe rileggere Luigi Einaudi (testo del 1907) per non farsi scrupoli: «Che i contribuenti combattano una diuturna, incessante battaglia contro il fisco è cosa risaputa, ed è nella coscienza di tutti che la frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno, quali sono, vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco».
Nicola Porro, via https://www.nicolaporro.it/il-fisco-mai-amico-caro-ruffini-vada-a-fare-lartigiano/
Nicola, ma quali "amici", Vaste Programme: il fisco come tutta la PA in effetti sono dei servant, ma non dei cittadini, delle Istituzioni cioè di chi le occupa (NON i politici, quelli sono di passaggio: i burosauri sono permanenti). LE ALIMENTANO.
La PA tutta è come la moglie del cinese: andrebbe bastonata sistematicamente, anche se tu non sai perché, lei invece si. Come dei monaci: digiuni, tonsura, saio, celibato, penitenze, vessazioni, trasferimenti improvvisi e scomodissimi, controlli etc.etc.
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Casa Farinet, Conca di By, Ollomont Valley, Aosta, Italy. Photo: © Wolfram Mikuteit
Luigi Einaudi, later President of Italy (1948-55), and his wife Ida stayed in this house before they fled to Switzerland on September 26, 1943 over the Col de Fenêtre Durand.
Luigi Einaudi, poi Presidente della Repubblica Italiana (1948-55), e sua moglie Ida hanno soggiornato in questa casa prima di fuggire in Svizzera il 26 settembre 1943 attraverso il Col de Fenêtre Durand.
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" A tre mesi dall’elezione a Presidente della Repubblica, l’astigiano Umberto Calosso, esponente del partito socialista, scriveva al direttore del Corriere auspicando che il neo Presidente continuasse a intervenire dalle pagine del giornale, a dispetto del ruolo istituzionale. Della lettera, Einaudi colse non l’invito principale ma l’inciso finale, in cui gli veniva attribuita una «fede liberista secondo la quale i singoli uomini urtandosi l’un l’altro finiscono per fare l’interesse proprio e quello generale», per dare una triplice lezione di metodo, di merito e di stile. Giudicando la descrizione del liberismo avanzata da Calosso come «un fantoccio mai esistito e perciò comodo a buttare a terra», Einaudi volle criticare un certo modo dileggiante e semplicistico di trattare e sminuire l’avversario politico, colse l’occasione per offrire una definizione limpida del carattere liberale e per dimostrare che le idee possono passare dallo scrittoio del professore a quello del Presidente senza perdere di credibilità né di coerenza. Nella falsa definizione della posizione liberista, l’economista vedeva non tanto e non solo un errore di prospettiva, ma più in generale il pericolo degli uomini politici di recitare un copione scaraventandosi a vicenda inutili etichette, a scopo di infamia gratuita. Una lezione tanto attuale quanto disattesa. Può sembrare eccessivamente parsimoniosa la definizione per cui liberisti «sono coloro i quali ragionando cercando di precisare le ragioni ed i casi ed i limiti dell’intervento del stato e degli altri numerosi e variabilissimi enti pubblici nelle cose economiche». Eppure, ancora oggi, nonostante tutto l’acqua dell’antipolitica scorsa sotto i ponti, appare del tutto eccentrico un pensiero che rifletta al tempo stesso la centralità della responsabilità individuale; una buona dose di diffidenza verso la politica; la consapevolezza che le istituzioni vivono sulle gambe e nella testa delle persone che le incarnano temporaneamente; il riconoscimento che – anche per questo – gli incentivi e gli interessi politici funzionano al pari di qualsiasi altro incentivo e interesse; l’ammissione che, pure dentro al circuito politico e amministrativo, tra tutti i beni fondamentali il più scarso è la conoscenza. Il “lasciar fare, lasciar passare” non è quindi un assioma, ma un metodo di pensiero e lavoro per dare concrete risposte nello spazio tra il meno e il nulla, in una continua sfida a cercare soluzioni ai problemi concreti davanti ai quali l’Einaudi intellettuale e economista non si sottrasse, ma grazie alla quale divenne, anzi, l’Einaudi politico e uomo delle istituzioni."
Serena Sileoni (su Luigi Einaudi ed il liberismo)
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Lunedì 22 Gennaio 2024 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà per discutere insieme del libro di Carmelo Samonà “Fratelli”.
"Fratelli" venne pubblicato nel 1978 e diventò subito un caso editoriale. L'autore, noto ispanista, era alla sua prima prova narrativa e le 30.000 copie della tiratura andarono immediatamente esaurite mentre critici come Giorgio Manganelli, Natalia Ginzburg, Alfredo Giuliani lo accolsero come un capolavoro.
"Vivo, ormai sono anni, in un vecchio appartamento nel cuore della città, con un fratello ammalato". In una vasta casa di una città imprecisata vivono due fratelli. È il più grande a raccontare, l'altro è affetto da disturbi che riguardano "l'attività del pensiero" che non vengono comunque mai precisati, il ricovero in ospedale, predisposto da anni, "sembra di là da venire". Il rapporto tra i due è tormentato, la comunicazione è difficile, fatta di poche parole, di molti sguardi, silenzi, contatti fisici - il fratello maggiore accudisce l'infermo, lo lava, lo veste, lo segue da una stanza all'altra del grande appartamento, semivuoto di mobili, colmo comunque di ricordi, "arnesi dall'uso incerto" che "interrompono, di tanto in tanto, la sequenza dei vuoti", residui di una intimità familiare ormai perduta.
Carmelo Samonà (1926 – 1990) è stato un ispanista e scrittore italiano. Proveniente dalla famiglia aristocratica siciliana Samonà, era figlio dell'architetto Giuseppe Samonà. Si stabilì a Roma nel 1936 e si laureò in lettere, alla Sapienza, nel 1948. Dal 1961 insegnò letteratura spagnola all'Università "La Sapienza" di Roma al Magistero, e dal 1978 a Lettere, dedicandosi in particolare a quella del Seicento. Come ispanista, si ricorda, fra le altre, l'opera La letteratura spagnola dal Cid ai Re Cattolici (con Alberto Varvaro, 1972). Nel 1973 promosse la costituzione dell’Associazione ispanisti italiani. Dal 1976 collaborò con il quotidiano la Repubblica con articoli sulla letteratura moderna spagnola e ispanoamericana. Accademico dei Lincei dal 1987, ottenne il premio Juan Carlos dell'Accademia spagnola (1984).
Viene ricordato anche come scrittore (il suo esordio nel 1978), in particolare per due romanzi di successo, pubblicati da Einaudi: “Fratelli” (prima opera, parzialmente autobiografica) e “Il custode” (1983). “Fratelli” racconta il rapporto della voce narrante con il fratello affetto da una malattia mentale (nella realtà, si tratta del rapporto di Samonà con il figlio); è stato vincitore del Premio Mondello e finalista del Premio Strega nel 1978, finalista nel 1985 al Premio Bergamo e vincitore nel 2002 del Premio Pozzale Luigi Russo. Oltre ai due romanzi, Samonà scrisse il racconto Casa Landau (Garzanti, 1990) e il testo teatrale “Ultimo seminario”.
Contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento. Vi aspettiamo per confrontarci insieme su questa lettura e scoprire un romanzo basato su una storia vera che non lascerà per nulla indifferenti, non mancate!!!
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La speranza in un pensiero
Chiudo il 2024 con una frase di Luigi Einaudi. La posto in segno di speranza, per un 2025 diverso. Nonostante il mio pessimismo cosmico quando si parla di Italia, economia e situazione sociale, mi aggrappo sempre a quel fioco barlume di luce.“…migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli,…
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Esplosione Calenzano: Profondo dolore, vicini alle famiglie
Esplosione Calenzano, la vicesegretario nazionale di Forza Italia Deborah Bergamini ed il segretario regionale Marco Stella: "Profondo dolore, vicini alle famiglie. Annullata cena natalizia Forza Italia Firenze". La deputata Chiara Tenerini esprime cordoglio e chiede interventi urgenti L'odierna esplosione presso il deposito di carburante a Calenzano ha lasciato un segno indelebile nella comunità toscana, causando vittime e feriti. Deborah Bergamini, vice segretario nazionale di Forza Italia, e Marco Stella, segretario regionale del partito, hanno espresso un sincero dolore per l'incidente. "Ci stringiamo alle famiglie devastate dal lutto, a nome nostro personale e di tutta la comunità politica di Forza Italia," hanno dichiarato, sottolineando l'importanza del lavoro svolto dai vigili del fuoco e dai soccorritori. In segno di lutto, la cena natalizia di Forza Italia Firenze, prevista per questa sera, è stata annullata. In un altro comunicato, l'onorevole Chiara Tenerini, responsabile nazionale per il lavoro di Forza Italia, ha espresso il suo cordoglio per le vittime dell'incidente. "Esprimo il mio profondo cordoglio per le vittime dell’esplosione avvenuta oggi nel deposito ENI di Calenzano," ha detto Tenerini, enfatizzando la necessità di interventi urgenti per la sicurezza sul lavoro. "Questo tragico evento sottolinea ancora una volta l’importanza di garantire la massima sicurezza nei luoghi di lavoro," ha aggiunto, richiamando all'azione per prevenire simili disastri. Tenerini ha anche promesso che Forza Italia supporterà le istituzioni locali e promuoverà un approccio più rigoroso alla sicurezza sul lavoro. L'evento di oggi a Calenzano non è solo una tragedia locale ma un campanello d'allarme per tutta Italia, ricordando le parole di Luigi Einaudi, che sosteneva l'importanza della sicurezza e del benessere dei lavoratori come pilastri dello sviluppo economico. La situazione odierna richiede non solo parole di cordoglio ma anche azioni concrete, come quelle invocate da Tenerini, per evitare che eventi simili possano ripetersi. Questo triste episodio, che ha visto il cielo oscurato da una colonna di fumo visibile anche dai comuni vicini, ci ricorda l'importanza della prevenzione e della vigilanza, valori che dovrebbero essere al centro di ogni politica industriale Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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“È il momento di cambiare rotta –scrive l’ideologo economico del 5Stelle contiano- e ritornare a governare l’economia, ovvero fare in modo che l’uomo e i suoi valori prevalgano sulle leggi del mercato e del capitalismo, la forma di organizzazione economica oggi dominante”.
Uscire dal capitalismo per andare dove? Potremmo liquidare l’auspicio di Tridico ricordando che certo non è nuovo, e che è risuonato più volte nel secolo scorso (conta qualcosa che sia Hitler che Stalin fossero nemici del libero mercato?) e abbiamo visto come è andata a finire.
Invece vogliamo restare a quanto ci dice Tridico per convincerci. L’economista a 5Stelle, ci racconta una bella storia, la sua. “Sono figlio dello Stato sociale”, esordisce. Famiglia del Sud composta da sette fratelli, mamma casalinga e papà guardiano di mucche, sordomuto. Grazie allo Stato sociale, aggiunge Tridico, non solo lui fra i sette fratelli è riuscito a fare l’Università; suo padre a guarire, seppure parzialmente, dalla sordità; tutta la famiglia a trasferirsi al Nord; e lui stesso, a prezzo di sacrifici, oltre che per l’aiuto dello Stato, a laurearsi, diventare economista, e addirittura presidente dell’Inps. Chi può dire che non sia una bella storia italiana?
Ma chi può negare che Pasquale Tridico e la sua famiglia abbiano potuto emanciparsi grazie ad uno Stato che nei suoi momenti migliori, grazie all’economia di mercato, ha raggiunto un livello di benessere da consentire un welfare che sta al passo con quello dei Paesi più progrediti, anch’ essi figli dell’economia di mercato?
Il mercato non si affronta soffocando la sua libertà, o piegando la sua funzione ai propri interessi. Il mercato è in grado di esprimere le sue potenzialità di sviluppo solo quando si accetta il confronto (semmai partecipando e lottando per migliorare il suo funzionamento al fine di impedire lo strapotere dei più forti); quando, sul piano internazionale, si attrezza la propria “proposta Paese” affinché sia adeguata alla competizione, alla concorrenza.
Come? Facendo sistema: cosa che in Italia non si è mai fatto; o si è fatto sporadicamente al seguito di qualche ministro illuminato (ce ne sono stati, a partire da Luigi Einaudi ministro del Tesoro, delle Finanze e del Bilancio nei cruciali anni dal 1945 al 1948).
Uno dei primi interventi, nella logica di sistema, dovrebbe essere la convocazione degli Stati Generali dell’Industria. Sapere chi fa, cosa fa, dove lo fa. Oggi abbiamo solo rapporti generici che fotografano la situazione, mentre avremmo bisogno delle nuove metodologie per la raccolta dei dati e soprattutto per la loro lettura.
Le imprese vincenti, sempre in questa logica, dopo avere abbondantemente dimostrato di saper crescere, di saper competere, di saper innovare, devono trovare in casa, non altrove, i loro paradisi fiscali e normativi.
Il presidente della Confindustria, Emanuele Orsini, all’assemblea dell’Assolombarda lo ha detto chiaramente: “Ci vuole una “Ires premiale” per chi mantiene il 70 per cento degli utili in azienda e impiega il 30 per cento di questo 70 per cento, in produttività, welfare, formazione, innovazione”.
Innovare, parola magica che tutti pronunciano come fosse la lampada di Aladino. Ma l’innovazione di massa, quella che fa sistema, nasce da una nuova cultura. Nasce dalla scuola, a partire dalle elementari, dove i ragazzini devono entrare in contatto con modelli virtuosi, con uomini che sono stati capaci, con il lavoro, di far crescere le loro famiglie, le loro aziende, il territorio e quindi il nostro Paese.
Ai giovani va indicato un futuro all’interno di un modello già delineato in cui fare convergere le energie migliori. Agli universitari disposti a impegnarsi con profitto nelle materie del futuro, matematica, statistica, informatica, ingegneria, va garantito un reddito immediato. L’intelligenza artificiale va studiata, sperimentata, sviluppata in piccoli distretti territoriali accanto ai centri universitari. Collocati soprattutto al Sud, dove ci sono intelligenze particolarmente adatte ad assorbire quel mondo più sofisticato che, però, promette di rendere più semplici le realizzazioni delle generazioni future.
Invece di illudere le popolazioni che le montagne si possono aggirare con alchimie che la storia, sia quella passata che quella recente, hanno già dimostrato controproducenti, bisogna offrire loro i mezzi per scalarle attraverso il raggiungimento di obiettivi sia individuali che collettivi.
I nostri padri, i nostri nonni, guidati da certi uomini, e dalla loro volontà, sono riusciti a risorgere dalle rovine della guerra. Bisogna guardare con occhi contemporanei a quei gloriosi giorni della nostra storia. E ripartire da lì.
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Il giornalista Pietro Spirito presenta il catalogo della mostra "Vola Colomba"
Giornalfoto, Il ritorno di Trieste all’Italia 04.11.1954Il 4 novembre 1954 la città si riunisce ancora una volta nel salotto buono di piazza Unità d’Italia per assistere alla manifestazione che vede la presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, del Presidente del Consiglio Mario Scelba, del Sindaco Gianni Bartoli.Giornalfoto immortala la bandiera e l’oceanica moltitudine che accoglie…
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" È consolante riandare alle proprie letture. Penso alle fughe nel fantastico quando si leggeva dei pirati della Malesia di Emilio Salgari, o Giulio Verne e i viaggi per ventimila leghe sotto i mari, o le memorabili avventure di Oliver Twist in Dickens, o l’Odissea che lessi da piccolo in una edizione illustrata a colori, e i favolosi volumi della «Scala d’oro» che la Utet stampava, divorati nel tepore della cucina. Daniel Pennac ricordava la sua lettura di Guerra e pace «che si svolse di notte, alla luce di una lampada tascabile, e sotto le coperte tirate su come una tenda in mezzo a un dormitorio di cinquanta sognatori, russatori e sussultatori»*. Walter Benjamin, in Infanzia berlinese, ricorda i romanzi di avventura della sua infanzia che gli venivano incontro come venti del Sud o tempeste di neve: «I paesi lontani che vi incontravo danzavano confidenzialmente l’uno intorno all’altro come fiocchi di neve. E poiché ciò che scorgiamo lontano attraverso la neve non ci invita fuori, ma dentro, cosí Babilonia, e Bagdad, Akka e l’Alaska, Tromsö e il Transvaal abitavano dentro di me»**. Tutto ciò che l’umanità ha pensato, concretizzato, fantasticato, sentito e intuito sta nei libri. La finzione della poesia o della narrativa ci fa percepire il mondo presente e ricostruire il passato. È simulazione potente di vita vera e di emozioni. Grande consolazione è il sapere che tutto sta nei libri, nella loro presenza fisica. "
* D. PENNAC, Come un romanzo [1992], Feltrinelli, Milano 2000, p . 122.
** W. BENJAMIN, Infanzia berlinese [1950], Einaudi, Torino 1973, p. 78.
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Gian Luigi Beccaria, In contrattempo. Un elogio della lentezza, Einaudi (collana Vele), 2022. [Libro elettronico]
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Il 9 Febbraio del 1955 alla Stazione Termini viene inaugurata la prima Metropolitana italiana.
L'attuale linea B, alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Il servizio regolare inizia il giorno dopo
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