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Lavorare con i Servizi Internet: Tecnologie, Sicurezza e Opportunità. Come i servizi web, le tecnologie cloud e l’e-commerce stanno trasformando il nostro modo di vivere e lavorare
Nell’era digitale, i servizi Internet sono diventati una parte essenziale della nostra vita quotidiana, trasformando settori come l’istruzione, l’economia e la comunicazione
Nell’era digitale, i servizi Internet sono diventati una parte essenziale della nostra vita quotidiana, trasformando settori come l’istruzione, l’economia e la comunicazione. Questo articolo, elaborato da Umarov Bekzod Azizovich, docente presso il Dipartimento di Matematica Applicata e Informatica dell’Università Statale di Fergana, e da Mukhsinova Sevinchhon Ikromjon, studente del 3° anno,…
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Finanza Comportamentale e Benessere della Società
L’importanza del denaro nella vita delle persone è indiscutibile. Tuttavia, la finanza comportamentale ci insegna che le decisioni finanziarie non sono sempre razionali e sono influenzate da emozioni e pregiudizi . In questo articolo, esploreremo come la finanza comportamentale può aiutare a migliorare il benessere finanziario individuale e collettivo. Cos’è la Finanza Comportamentale? La…
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Pagato caro, ma bello.
Il conflitto russo-ucraino, dal 2022 ad oggi, è costato alle imprese italiane 155,1 miliardi di euro.
Ai 13,4 miliardi di mancate esportazioni verso Russia e Ucraina si sommano la perdita di 18,4 miliardi di export verso la Germania, 78,9 miliardi di maggiori costi per l'acquisto di energia dall'estero e 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari a causa dell'aumento dei tassi d'interesse per contrastare l'inflazione.
In prospettiva, il protrarsi della crisi in Medio Oriente potrebbe determinare uno shock sui prezzi energetici con un impatto recessivo sul Pil dell'Italia per 18,8 miliardi di euro nel biennio 2025-2026.
L'impatto economico dei conflitti in corso è calcolato nel rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato presentato oggi all'Assemblea della Confederazione e che fotografa oneri e ostacoli sulle aziende italiane, in particolare sui 4,6 milioni di piccole imprese che danno lavoro a 11,4 milioni di addetti.
A cominciare dalla pressione fiscale che nel 2024 fa registrare 36,6 miliardi di maggiore tassazione su cittadini e imprese italiani rispetto all'Eurozona, pari a 620 euro pro capite in più. Al peso del fisco si aggiunge la batosta del caro-bollette: nel biennio 2022-2023 le piccole imprese italiane hanno pagato l'energia elettrica 11,8 miliardi in più rispetto alla media dei Paesi dell'Unione economica e monetaria.
Ma ora basta parlare di spiccioli e di vil denaro. L'importante è aver fatto qualcosa di fondamentale per far tornare la pace nel mondo sconfiggendo il vile invasore.
Siatene orgogliosi.
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Will Happer, professore emerito di fisica presso l’Università di Princeton, ha dichiarato: “Le energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, occupano molto spazio e di notte non funzionano affatto. Abbiamo bisogno di altre fonti che forniscano energia elettrica durante la notte. Non funzionano bene nemmeno nelle giornate nuvolose o in inverno, quando il sole è basso. Quindi, si tratta solo di segnalazione di virtù; non hanno alcun senso economico a meno che non siano massicciamente sovvenzionate dai governi statali e federali.”
Ma, oltre a questi problemi ben conosciuti ai più, andiamo a vedere cosa comportano in termini di inquinamento e deturpazione del territorio.
Infatti, molti non sanno che la costruzione di impianti per le energie rinnovabili comporta alcuni impatti ambientali. E allora ecco una panoramica dei principali:
1) Uso del suolo: La costruzione di impianti solari ed eolici richiede ampie superfici di terreno, che possono portare alla perdita di habitat naturali e alla frammentazione del territorio.
2) Consumo di risorse: La produzione di pannelli solari e turbine eoliche richiede l’estrazione e la lavorazione di materiali come il silicio, i metalli rari e l’acciaio, che possono avere impatti ambientali significativi.
3) Emissioni durante la produzione: Anche se le energie rinnovabili producono poche emissioni durante il loro funzionamento, la produzione e l’installazione delle tecnologie possono comportare emissioni di gas serra.
4) Impatto sulla fauna: Le turbine eoliche possono rappresentare una minaccia per gli uccelli e i pipistrelli, mentre la costruzione di impianti solari può disturbare gli habitat naturali.
5) Uso dell’acqua: Alcune tecnologie rinnovabili, come il solare termico e la geotermia, richiedono grandi quantità di acqua per il raffreddamento e il funzionamento.
Quindi, ok alle rinnovabili per avere alternative e minor dipendenza dai combustibili fossili, ma attenzione a darle per non inquinanti e rispettose della natura, potreste cadere nella trappola della propaganda del Green New Deal o di Net Zero.
Da Attività Solare - Solar Activity
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Dottore ma quali errori sono fatti durante la pandemia di COVID-19
Penso che ora possiamo parlarne
Un sacco...
... come peraltro in qualsiasi altro caso in cui a tante persone diverse accade una cosa imprevista, ragion per cui preferirei usare il termine
TENTATIVI
In ordine sparso e non di importanza:
Credere che il Sars-CoV2 fosse un virus a manifestazione respiratoria e non, invece, a impatto sistemico
Dare così tanta importanza alle mascherine e non al distanziamento.
Credere che il gel idroalcolico fosse acqua santa contro il dimonio
Aver sbagliato i tempi e i modi nello scatenare l'allarme
Pensare che i tamponi servissero solo a sapere se una persona fosse positiva o meno
Aver dato così tanto spazio mediatico a persone non titolate
Non aver approfondito le modalità di isolamento e aver ignorato l’importanza della corretta compartimentazione
Non aver spiegato che le FFP2 non fossero una protezione completa ma solo la migliore a disposizione
Aver lasciato credere che il vaccino conferisse immunità duratura al 100%
Aver messo il fattore economico troppo avanti rispetto a quello sanitario
Permettere che venisse alimentata la polemica sul triage di maxiemergenza senza spiegare che era purtroppo necessario che le persone più gravi venissero lasciate morire
Cavalcare l’utilità del linciaggio mediatico e sociale dei no-vax
Non aver aggiornato le vecchie linee guida di gestione delle pandemie virali
Prima aver tagliato mostruosamente la spesa per il SSN e ora continuare a tenerla bassa
Il numero chiuso per le professioni sanitarie
Non aver nemmeno provato a spiegare a piccole dosi come stavano veramente le cose
Non aver capito e/o ammesso che questa pandemia sia il risultato di scelte economiche di consumo planetario.
E adesso, non star provando a spiegare alla testa (invece che alla pancia) delle persone che la pandemia da Covid-19 è finita ma che nel breve periodo ci sarà un’altra pandemia virale non così banale come quella appena conclusa.
A disposizione per approfondire ogni singolo punto, espressi in modo volutamente tranchant per questioni di spazio-tempo.
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SCOPERTO IL PRIMO METODO PER RICICLARE LA VISCOSA
I ricercatori dell’Università di Lunds, in Svezia, sono riusciti per la prima volta a individuare il modo per riciclare completamente la viscosa, un materiale finora non sostenibilmente inserito nella catena circolare degli scarti.
Il nuovo metodo consente di convertire le fibre usurate in nuove fibre di viscosa utilizzando un processo che, per la prima volta, consente di sciogliere e convertire le complesse fibre di cellulosa del legno di cui è composto questo particolare tipo di tessuto, in nuove fibre di viscosa. “Le catene di cellulosa, il componente principale delle fibre vegetali, sono complesse e lunghe”, spiega Edvin Bågenholm-Ruuth, dell’Università di Lunds. Il processo sviluppato dai ricercatori svedesi ha il vantaggio di utilizzare un sale solubile, il Cloruro di Zinco Idrato, economico e contenente una percentuale molto minore di solfuro di carbonio rispetto agli inquinanti processi standard di filatura della viscosa.
La viscosa è una fibra artificiale appartenente alla categoria dei rayon che fu inventata per imitare la seta ma che utilizza una grande quantità di soda caustica nel processo di produzione, provocando un forte impatto ambientale. Questo nuovo procedimento evita la procedura di sbiancamento tradizionale, un passaggio che richiede molte risorse. La startup svedese ShareTex sta collaborando con i ricercatori per sviluppare ulteriormente questa tecnologia e per renderla accessibile su scala commerciale in breve tempo.
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Fonte: Lunds Universitet; Sharetex; foto di Karolina Grabowska
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(L)'estrazione dei minerali necessari alla transizione ecologica avrebbe un impatto sull'ambiente peggiore del danno che si vuole riparare: la toppa è peggio del buco. Ad esempio, la quantità di rame che servirebbe nei prossimi anni sarebbe superiore a quello estratto in cinquemila anni. Poi ci sono calcestruzzo, acciaio e zinco per le pale eoliche, silicio, vetro e alluminio per i pannelli solari, nickel, litio e cobalto per le batterie (...).
In aggiunta c'è l'impatto ambientale. Per un chilo di litio si scavano tonnellate di roccia (...), l'estrazione (resta) estremamente inquinante e la successiva lavorazione è incompatibile con gli standard ambientali europei, (resta solo) da farla in Cina. Ultimo ma non meno importante, la sostenibilità sociale. (...) Quanto sono compatibili (i minatori africani minorenni) co(l) (...) salvare il pianeta dal riscaldamento?
Oltre all'insostenibilità della transizione, resta il fatto che (...) le emissioni di gas serra sono aumentate (...) perché un miliardo di persone è uscito dalla povertà assoluta. Siamo di più ma moriamo meno di fame, prima volta nella storia (...).
Ciò non significa che i gas serra non vadano limitati. Solo non è (né logico né efficace) farlo (...) eliminando le auto termiche e i riscaldamenti a gas. (...) Le soluzioni ci sono ma sono più impegnative e forse più lunghe. Una è l'economia circolare, ossia spostare parte dell'attività industriale dalla produzione ex novo al recupero e rinnovamento dei prodotti per il riutilizzo.
(...) L'Europa, le cui emissioni sono in calo dal 1980 e oggi pesano pochissimo, invece di perseguire ulteriori e improbabili transizioni suicide, dovrebbe promuovere presso i Paesi emergenti e in sviluppo l'adozione del suo modello industriale ed economico. La transizione deve fondarsi sulla scienza non sull'ideologia, o finirà prima ancora di cominciare.
via https://www.ilgiornale.it/news/politica/transizione-ecologica-insostenibile-i-minerali-necessari-2112793.html
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L'enorme guasto informatico di venerdì, causato da un errore nell'aggiornamento per Windows del software Falcon Sensor, sviluppato dall'azienda di cyber-security CrowdStrike, ha interessato circa 8,5 milioni di computer nel mondo, pari a meno dell'1% di tutti i dispositivi che usano Windows. Secondo Microsoft, l'ampio impatto economico e sociale del guasto riflette l'uso di CrowdStrike da parte di imprese che gestiscono molti servizi fondamentali
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La sceneggiata del pronto soccorso di Carmagnola evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario Piemontese, vediamo perché.
Il 25 agosto abbiamo appreso dalla stampa locale e regionale che l’Asl To 5 ha deciso di chiudere definitivamente il pronto soccorso del San Lorenzo di Carmagnola negli orari notturni.
Il 26 agosto, sempre dalla stampa locale e regionale, apprendiamo invece che Il Pronto soccorso di Carmagnola non chiuderà di notte. È stato il presidente Alberto Cirio in persona a bloccare il provvedimento annunciato sfiduciando, di fatto, il direttore generale della ASL TO5.
Questi eventi inducono forti preoccupazioni nei cittadini sulla tenuta del Sistema Sanitario Piemontese, sia dal punto di vista economico, sia della capacità di gestione del sistema.
Prima di esprimere qualunque giudizio, noi di Italia Viva siamo abituati ad analizzare gli avvenimenti con la giusta attenzione e competenza. Nel caso specifico, sappiamo bene che, in un sistema sanitario regionale “normale”, il direttore generale di una ASL non prende un’iniziativa di così grave impatto e non l’annuncia alla stampa, se non è stata preventivamente concordata con i vertici regionali: la direzione regionale sanità e l’assessorato stesso. Ora noi non sappiamo come siano andate realmente le cose, ma delle due l’una:
o il direttore generale della ASL ha fatto di testa sua, senza concordare il provvedimento con la Regione;
o il presidente Cirio ha finto di non essere stato coinvolto nella decisione e neppure informato, e ha dichiarato ai giornali di essere intervenuto per evitare il disastro che il direttore generale della ASL (insediato dal Presidente stesso) stava compiendo.
Nel primo caso ci aspettiamo una rapida rimozione del direttore generale della ASL TO5, perché verrebbe meno la fiducia da parte del Presidente.
Nel secondo caso stiamo semplicemente assistendo a una sceneggiata, degna di ben altri contesti.
In entrambi i casi siamo di fronte ad un’ulteriore dimostrazione della precarietà del sistema sanitario piemontese. Di fronte a una situazione così grave, in grado di comprometterne la sostenibilità, l’attuale maggioranza ricorre a provvedimenti tampone (immediatamente smentiti dal Presidente) che non sarebbero minimamente in grado di affrontare un’emergenza sanitaria in Piemonte, ormai conclamata.
Questo improvviso cambio di rotta evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario Piemontese.
Quel che sarebbe necessario fare è un nuovo piano sanitario regionale (l’ultimo risale ormai al 2012, ed è scaduto nel 2015) che indichi quali devono essere gli obiettivi prioritari del sistema e le azioni e le risorse necessarie per conseguirli.
Con questa giunta il nostro Piemonte pare avviato verso un nuovo commissariamento del servizio sanitario regionale, con tutto quel che ne consegue in termini di ulteriori tagli alle prestazioni. I cittadini piemontesi sono ormai distanti dagli standard di servizio normalmente assicurati nelle altre regioni del Centro-Nord Italia.
Nel 2023 abbiamo evidenziato a più riprese i mali della Sanità Piemontese e le soluzioni possibili. Nelle prossime settimane noi di Italia Viva riprenderemo le nostre attività di settore e gli incontri sul tema con i cittadini. Non mancheremo di comunicare, le prossime iniziative di divulgazione e di confronto.
28 agosto 2023
Comitato di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese.
Italia Viva Tavolo tematico Salute e Territorio Provincia Torino
#italiaviva#italia viva#italiavivadelchierese#carmagnola#chieresecarmagnolese#reneweurope#carmagnolasulserio#sanitàpiemontese#sanitàpiemonte#sanità#salute
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Sanità, Volo: «L’igiene è il primo strumento contro le infezioni correlate all’assistenza»
Sanità, Volo: «L’igiene è il primo strumento contro le infezioni correlate all’assistenza»
In Sicilia, le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) rappresentano una sfida crescente per il sistema sanitario, con un impatto significativo sia economico che sociale. Queste infezioni, che possono verificarsi durante le degenze ospedaliere o le visite ambulatoriali, costano al sistema circa 1.500 euro al giorno per ogni posto letto, contribuendo al sovraffollamento delle strutture…
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Consumo di suolo in Piemonte: il rapporto ISPRA 2023 lancia l’allarme. Un appello per un cambio culturale e una nuova legge sugli insediamenti logistici
Il rapporto ISPRA 2023 sul consumo di suolo in Italia ha messo in evidenza un dato preoccupante: il Piemonte si conferma al quarto posto tra le regioni italiane per superficie consumata, con 170.769 ettari sottratti a terreni agricoli e naturali.
Il rapporto ISPRA 2023 sul consumo di suolo in Italia ha messo in evidenza un dato preoccupante: il Piemonte si conferma al quarto posto tra le regioni italiane per superficie consumata, con 170.769 ettari sottratti a terreni agricoli e naturali. Questo equivale alla cementificazione di una superficie pari a 210.000 campi da calcio in un solo anno. Un quadro allarmante che richiede, secondo il…
#Alessandria today#aree dismesse#Biodiversità#biodiversità suolo#Cambiamento Culturale#Cementificazione#Cirio Piemonte#Città Metropolitana di Torino#Consumo di suolo#Domenico Rossi#Google News#habitat naturali#impatto economico#insediamenti logistici#ISPRA 2023#italianewsmedia.com#legge insediamenti logistici#legge regionale Piemonte#Novara consumo suolo#perdita di habitat#pianificazione logistica.#pianificazione suolo#pianificazione urbanistica#Piemonte consumo suolo#Pier Carlo Lava#politiche ambientali#politiche sostenibili#programmazione territoriale#report ISPRA#risorse naturali
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Risolvere la guerra in Ucraina in 24 ore, una dichiarazione audace che ha catturato l'attenzione del mondo e sollevato dibattiti su cosa potrebbe realmente significare per l’intera Europa. Un piano ambizioso, ma è davvero possibile?
Donald Trump non ha perso tempo. Dopo aver vinto le elezioni, ha già parlato con il presidente russo Putin, secondo quanto riportato dal Washington Post, e questa telefonata è avvenuta mentre il bilancio delle vittime della guerra russo-ucraina, tra militari e civili, si fa devastante. Proprio la scorsa notte, un attacco con droni su Odessa ha causato 13 morti e feriti, e oggi il ministro degli Esteri dell'Unione Europea è a Kiev per commemorare e rassicurare, cercando di mantenere il supporto europeo per l’Ucraina, mentre cresce la paura che il nuovo presidente americano possa invece ridurre il sostegno economico e militare.
Sì, perché Trump, come al solito durante la campagna elettorale, ha lanciato promesse audaci: gli altri Paesi finalmente pagheranno per ciò che l'America ha fatto per loro. E i media non hanno perso l'occasione di raccontare questa storia con testimoni di destra e di sinistra, dipingendo la situazione con colori molto diversi, a dimostrazione di quanto la narrazione possa cambiare a seconda dell’orientamento politico. Ma ora che le elezioni sono finite, quali saranno le mosse reali del nuovo presidente? Come intende far sedere Zelensky e Putin allo stesso tavolo delle trattative?
Finora non sono emersi dettagli concreti dal suo piano e per molti il rischio è che Trump scelga una strategia fatta di dichiarazioni provocatorie e azioni minacciose, per poi evitare un vero impegno nell'affrontare le complesse dinamiche che definiscono la geopolitica globale. Perché, diciamolo, questo è il marchio di fabbrica di Donald: fare grandi dichiarazioni e colpi di scena, per poi lavorare sui dettagli e trovare un compromesso.
Ricordiamo bene quando nel 2016, ad esempio, disse alla leadership tedesca di non dipendere dal gas russo, mettendo in guardia dai pericoli del gasdotto Nord Stream 2. E il messaggio era chiaro: l'Europa deve svegliarsi e investire nella propria sicurezza. In un mondo che richiede una leadership misurata e costante, Trump saprà bilanciare queste sfide o si limiterà a parole forti e decisioni impulsive? Perché, anche se potrebbe sembrare un leader forte, capace di sfidare chiunque con i suoi dazi e i suoi slogan, di fronte a personalità estremamente autoritarie come Putin o Xi Jinping, nel passato lo abbiamo visto fare un passo indietro, e questo per l'Europa e per il resto del mondo occidentale è un segnale inquietante. Le sue parole di pace sono dunque messe alla prova. La priorità per ora sembra essere la negoziazione, questo è l’impegno preso con gli elettori e questa sarà la prova della sua nuova amministrazione.
cerchiamo di capire cosa sta succedendo intorno a noi per essere pronti a proteggere il nostro denaro, i nostri risparmi e prendere decisioni di investimento più consapevoli. Perché, diciamolo, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha scosso l’Europa e il mondo intero, non solo generando una crisi umanitaria devastante, ma anche un impatto massiccio sui mercati energetici e alimentari, con effetti tangibili sulle nostre vite quotidiane e su quelle di milioni di persone.
Ricordiamo bene, quando noi italiani abbiamo dovuto pagare le bollette di luce e riscaldamento con prezzi dell’energia che in Europa sono saliti alle stelle, portando alla luce le grandi e gravi dipendenze di molti Paesi, Germania in primis, dai combustibili fossili russi, che sono diventati per la Russia e per Putin una vera e propria arma geopolitica per minare e mettere in discussione la sicurezza energetica dell’intero continente. O quando siamo andati al supermercato e abbiamo visto l’aumento dei prezzi di grano, pasta e olio, a causa delle capacità di esportazione compromesse della Russia, facendoci scoprire quanto fosse importante l’Ucraina come fornitore di queste materie prime.
Se ti stai chiedendo perché Trump sia così concentrato sulla fine di questo conflitto, parte della risposta sta nella sua ideologia isolazionista. "America First", è il suo slogan. Prima l'America, Trump si è sempre posizionato come uno che vuole focalizzare gli sforzi americani sui propri confini, sui problemi interni, piuttosto che impegnarsi in guerre costose e a lungo termine. E non è solo una questione di politica personale, gran parte della sua base elettorale condivide la sua visione. Secondo un sondaggio, quasi la metà dei repubblicani crede che gli Stati Uniti stiano investendo troppo denaro nell’assistenza all’Ucraina e in altre guerre.
Ma c'è di più. Dietro alla volontà di Trump ci sono anche motivazioni geostrategiche molto complesse. Secondo un documento dell'America First Policy Institute, ci sono almeno tre motivi principali che spingono Trump e il suo entourage a voler porre fine alla guerra: il primo è legato all’evoluzione del conflitto stesso. Le linee del fronte sono ferme da mesi e la possibilità di una vittoria ucraina sembra remota. Il secondo riguarda il timore per le alleanze tra Russia, Iran, Cina e Corea del Nord, sempre più solide con l’estensione del conflitto. E poi c'è anche una ragione pratica legata alla scarsità di munizioni negli Stati Uniti, un fattore chiave considerando che, secondo stime recenti, l’arsenale americano potrebbe esaurirsi in poche settimane in caso di conflitto con la Cina.
Infatti, alcune previsioni vedono gli arsenali strategici occidentali completamente esauriti a breve, mentre la Russia continuerà a mantenere il suo ruolo di grande potenza nucleare. Questo è quanto afferma il professor Russell Berman, delle scienze umane della Stanford University, che vede una difficoltà nell’industria europea di mantenere un ritmo di produzione da economia bellica. Come evidenziato anche dall’editore statunitense CNN, la Russia produce circa 250.000 munizioni al mese, circa 3 milioni all’anno, secondo stime dell'intelligence NATO. Gli Stati Uniti e l'Europa insieme non superano 1,2 milioni.
E ora veniamo alla domanda da un milione di euro: come pensa Trump di riuscire a trovare questo famoso accordo e far sedere Kiev e Mosca al tavolo dei trattati?
A rivelarlo è il suo vice, Vance, che ci racconta il piano, fondato su due pilastri principali: 1) un cessate il fuoco lungo le linee di fronte attuali, creando una zona demilitarizzata simile a quelle tra le due Coree, e la neutralità dell'Ucraina, che dovrebbe rinunciare all'adesione alla NATO. Questo comporterebbe una significativa perdita territoriale per l'Ucraina, compreso il Donbass e la Crimea, per spingere Kiev a trattare. Trump potrebbe minacciare di ridurre o interrompere l’assistenza militare americana, che ha già superato i 70 miliardi di dollari in spesa. Per la Russia, il piano offrirebbe il controllo sul 20% del territorio ucraino e la garanzia della neutralità di Kiev. Ma non è chiaro se Putin accetterebbe, dato che aspira al controllo completo delle regioni orientali.
E in caso di rifiuto? Trump potrebbe essere costretto a fare ulteriori concessioni o adottare misure più drastiche, come ha già fatto nel suo primo mandato con sanzioni e supporto militare all’Ucraina. Ma c’è una potente arma che il presidente americano potrebbe ancora usare: la riduzione dei prezzi globali del petrolio. Come? Aumentando la produzione nazionale. Se riuscisse a far scendere i prezzi a circa 50 dollari al barile, sarebbe un'iniziativa ambiziosa e devastante per l’economia russa, che dipende fortemente dalle esportazioni di petrolio.
✍️ Giulia A.
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Con scappellamento a destra.
Il possibile presidente degli Stati Uniti Harris risponde a una domanda su come intende frenare l'inflazione negli Stati Uniti.
X: “Beh… ok… Cominciamo dal fatto che i prezzi sono aumentati Le famiglie e i privati si trovano di fronte al fatto che il pane è diventato più caro, la benzina è diventata più cara.
E dobbiamo capire cosa significa... Ciò è dovuto all'aumento del costo della vita.
Ciò è dovuto alla necessità di sperimentare lo stress e di utilizzare risorse limitate. Si tratta, infatti, di una fonte di stress per le famiglie, che non è solo economico, ma pesa anche sulla vita quotidiana.
Quindi lo prendiamo molto sul serio. E sappiamo dalla storia di questo problema negli Stati Uniti che quando si vedono aumentare i prezzi, ciò ha un impatto diretto sulla qualità della vita... Per tutte le persone nel nostro paese. Quindi, questo è un problema serio e lo prendiamo sul serio. E quindi questa è una priorità."
Nonostante le idee chiarissime e la raffinata strategia economica, Kamala si è ufficialmente rifiutata di partecipare al confronto televisivo con Trump... Non vuole svelare le sue doti segrete in anticipo insomma.
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Finiti i sussidi, ecco che tutti i nodi vengono al pettine. Niente solare sul tetto (chi è il folle che spende 30 mila euro per pannelli FV che non restituiranno nemmeno la metà della somma spesa?), fine delle auto elettriche. I sussidi sono una distorsione del mercato, ma anche un modo legale per dirottare ingenti somme di denaro verso le lobby che speculano... Rammento che GM sta perdendo, in media, 10 mila dollari per ogni veicolo elettrico prodotto, tanto da arrivare a perdite nel settore per oltre 9 miliardi di dollari, un vero e proprio salasso economico.
Luglio 2024 drammatico per le auto elettriche in Germania: 30.762 unità vendute, con un crollo del 37% rispetto a luglio 2023. Tutto in tendenza, così che la crisi si aggrava nel più importante mercato di vetture d’Europa. Il calo più pesante da dicembre 2023, quando il governo tedesco ha improvvisamente eliminato i sussidi per i veicoli elettrici, evidenza Automotive News, in base ai numeri dell’autorità federale tedesca per i trasporti a motore KBA rivelati il 5 agosto. Di contro, le immatricolazioni dei veicoli senza spina sono aumentate del 7%.
Senza ecobonus statali, neppure i tedeschi, come gli altri abitanti del Vecchio Continente, comprano le elettriche, sempre molto costose per via degli investimenti delle Case. La situazione spinge a far dire a Constantin Gall, consulente di EY, che “l’aumento della mobilità elettrica si sta rivelando finora insostenibile. Il mercato ha perso tutto lo slancio e molti clienti dubitano delle prospettive delle auto elettriche”.
Chi cerca consolazione in altre statistiche ne resta deluso: la quota di vendite di veicoli elettrici in Germania a luglio è precipitata a poco meno del 13% dal 20% dell’anno precedente. Proprio quando i costruttori si aspettavano una rapida adozione di veicoli alimentati a batteria. Un problema sovrannazionale e trasversale, un virus che colpisce addirittura la Svezia, leader dei veicoli elettrici: consegne giù del 15%. In Svizzera -19%.
Il più grande, il Gruppo Volkswagen, ha dichiarato la scorsa settimana di aver tagliato la capacità negli stabilimenti ad alto costo in Germania e potrebbe anche cambiare i tempi di avvio della produzione di batterie. Mercedes e BMW meditano sul da farsi innanzi alla Caporetto del full electric.
Adesso, i colossi teutonici (come tutte le Case) fanno i conti con lo spettro delle multe dell’Unione europea, decisa a confermare il bando termico del 2035: o viene proposta una certa quota di elettriche, o scattano sanzioni pesantissime. In alternativa, si spende tantissimo per comprare ancora i crediti ecologici di Tesla.
Il tutto, mentre VW rischia di affrontare un impatto negativo di 2 miliardi di euro sugli utili il prossimo anno, secondo l’analista UBS Patrick Hummel. Come un effetto domino, le aziende chiedono meno batterie per elettriche ai fornitori, che vanno in “debito d’ossigeno” avendo meno commesse: la francese Valeo sta cercando acquirenti per due stabilimenti che non producono a sufficienza. Uno di questi era già stato ristrutturato per produrre parti di auto elettriche. OPmobility, un altro produttore francese di componenti, ha affermato che la produzione di veicoli elettrici è circa la metà rispetto alle attese.
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Tenerini: Nucleare, chiave per l'indipendenza energetica
La deputata toscana di Forza Italia Chiara Tenerini: "Tenerini: il Nucleare, chiave per l'indipendenza energetica dell'Italia" L'onorevole Chiara Tenerini, rappresentante di Forza Italia per la regione Toscana, ha recentemente sottolineato l'importanza strategica del nucleare per l'indipendenza energetica dell'Italia. In un comunicato stampa Tenerini ha esposto con chiarezza la posizione del partito riguardo all'adozione di questa fonte energetica. Il Nucleare come Soluzione Sicura e Sostenibile L'Italia, come molti altri paesi, è alla ricerca di soluzioni per garantire la propria autonomia energetica. Tenerini ha evidenziato che "Il rapporto Draghi evidenzia che il nucleare è una delle fonti energetiche più sicure, con il minor numero di incidenti per kilowattora prodotto." Questa affermazione si basa su dati concreti e studi autorevoli, mettendo in luce come le avanzate tecnologie moderne abbiano rivoluzionato la sicurezza nel settore. "L'inclusione del nucleare nella tassonomia europea come fonte cruciale per la decarbonizzazione è un passo avanti fondamentale," aggiunge Tenerini. Questo riconoscimento a livello europeo sottolinea l'importanza del nucleare non solo per la sicurezza energetica ma anche per la riduzione delle emissioni di CO2. Impatto Economico e Occupazione Uno degli aspetti chiave discussi da Tenerini è l'impatto economico positivo che il nucleare potrebbe avere. "L'Italia ha un potenziale di 117 mila nuovi posti di lavoro nel settore nucleare, un'opportunità che non possiamo permetterci di perdere." Questo dato sottolinea non solo la sicurezza, ma anche le opportunità di crescita economica e occupazionale che potrebbero derivare dall'investimento nel nucleare. Coinvolgimento delle Comunità Locali e Futuro Energetico Tenerini conclude il suo discorso con un appello al coinvolgimento delle comunità locali e alla necessità di un dibattito serio e costruttivo: "È cruciale coinvolgere le comunità locali e adottare decisioni lungimiranti. Dobbiamo impegnarci in un dibattito serio e costruttivo per tracciare un percorso chiaro verso un'energia sostenibile e sicura." Questo approccio mira a creare una consapevolezza diffusa e a favorire un dialogo aperto tra cittadini, esperti e legislatori. L'onorevole Chiara Tenerini invita tutti a riflettere sull'importanza del nucleare come pilastro per un futuro energetico sicuro e indipendente, ponendo l'accento sulla necessità di superare le paure del passato con un approccio informato e basato sull'innovazione tecnologica e sulla sostenibilità. Edoardo Fabbri Nitti Coordinamento regionale Forza Italia Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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