#Giudizio Universale
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lunamarish · 5 days ago
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E’ vero che mi trovavo a mio agio in tutto, ma nello stesso tempo non ero soddisfatto di niente. Ogni gioia mi spingeva a desiderarne un’altra. [...] Correvo così, sempre appagato e mai sazio, senza sapere dove fermarmi, fino al giorno, o meglio la sera, in cui la musica cessò, e le luci si spensero... Le dirò un grosso segreto, mio caro, non aspetti il giudizio universale. Avviene ogni giorno.
Albert Camus, La Caduta
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tragediambulante · 11 months ago
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Details from the Last Judgement, Michelangelo Buonarroti, 1536-41
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michelangelob · 7 months ago
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Il dettagliato studio di San Lorenzo per il Giudizio Universale
Prima di metter mano alle giornate in affresco per realizzare il San Lorenzo con la graticola nel Giudizio Universale, studiai in modo accurato la sua posa e la muscolatura. A testimonianza di ciò rimane il foglio acquisito dal Teylers Museum di Haarlem nel 1790 dal corposo nucleo di disegni di Casa Buonarroti in cui si vede lo studio dettagliato del corpo a carboncino su carta. Nel disegno…
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drrestlesshate · 20 days ago
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Albi - Last Judgement
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twobrothersatwork · 1 month ago
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"Et juravit per viventem in saecula saeculorum, qui creavit caelum, et ea quae in eo sunt: et terram, et ea quae in ea sunt: et mare, et ea quae in eo sunt:
Quia tempus non erit amplius"
Apocalypse (Revelation) 10:6
Artwork: Stift Ossiach, Kanzel Detail Tempus non erit amplius
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machiavellli · 4 months ago
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Netflix just announced their new show loosely inspired by the Divine Comedy by Dante Alighieri, apparently he is a famous Italian poet if you don’t know him
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ginogirolimoni · 1 month ago
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«Nella mano che si tende verso il frutto, verso la rosa, verso il ceppo che all’improvviso s’infiamma, ebbene, il gesto di tendersi, di attirare, di attizzare è strettamente solidale con la maturazione del frutto, con la bellezza del fiore, con la vampata del ceppo. Ma quando, nel movimento di tendersi, di attirare, di attizzare, la mano è ancora lontana dall’oggetto, se dal frutto, dal fiore o dal ceppo esce una mano che si tende incontro alla vostra, e se in quel momento la vostra mano si fissa nella pienezza chiusa del frutto o in quella aperta del fiore o nell’esplosione di una mano che brucia, ecco allora  che si produce l’amore».
(Jacques Lacan, Il seminario. Libro VIII, Il transfert 1960-1961, Einaudi, Torino, 1991, p. 59).
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primepaginequotidiani · 23 days ago
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PRIMA PAGINA Il Foglio di Oggi mercoledì, 06 novembre 2024
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susieporta · 3 months ago
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Il Giudizio
"La Chiamata del Destino"
Un'ondata di Nuovi Codici sta attraversando la Struttura Interiore.
Stiamo rilasciando strati antichissimi di Dolore e contestualmente integrando una inaudita quantità di informazioni di Riattivazione.
E' una fatica fisica davvero intensa.
Ma non è straziante.
Non fa male, come qualche tempo fa.
Semplicemente richiede maggior riposo, più attenzione ai tempi di recupero, meno contatto con elementi di destabilizzazione.
Potremmo sentirci più "raccolti", concentrati in un dialogo interiore più solitario e meno condiviso.
Questo perché nostra Chiamata sta spingendo per una veloce risoluzione dei conflitti latenti, quelli ancora trattenuti nella antica struttura di Dolore.
Questo Rilascio, così intimo e così ancestrale, ci sta traghettando nella condizione di aderire al nostro prossimo passo con "coscienza partecipata", con lucidità di Direzione, con posata consapevolezza.
Stiamo per salutare tanti Archetipi del Passato, tanti schemi di disfunzione e di irretimento, tante dinamiche di dissociazione e di immaturità.
Questo ci crea una condizione di sottile nostalgia, mista, però, ad una estrema emergenza di chiusura.
Sappiamo che nulla di ciò che contornava il nostro "quotidiano paesaggio" potrà ritornare.
Già in molti non ci riconoscono più, già in tanti si sono sentiti traditi dal nostro Cambiamento. Non hanno accettato la nostra "uscita dal teatro", non l'hanno compresa.
Come potevano?
Le loro strutture erano intente a bloccare e negare la loro Trasformazione interiore. Ed interpretavano il nostro allontanamento, attraverso le loro Ferite interiori.
Altre Anime terrene, invece, hanno accolto a braccia aperte e con sentita commozione il nostro ritrovato contatto con l'Autenticità e l'Origine.
Esse resteranno al nostro fianco anche nel prossimo passaggio. Saranno la nostra nuova Famiglia d'Anima, pronta ad allargarsi e a creare nuovi cerchi di relazione e progettualità.
Ora che pian pianino stiamo sistemando i "file interiori" e pacificando le relazioni, i luoghi e i ruoli del Passato, forse potremmo anche incorrere nella tentazione di "restare", goderci i frutti del nostro lavoro di rappacificazione, ma non funzionerebbe.
La Vita chiama.
E certo, "non si poteva andare senza risolvere".
Ma questo non significa bloccare per l'ennesima volta la spinta all'Evoluzione.
Nuovi Strumenti, nuovi Scenari di Manifestazione.
Non possiamo fermare ciò che ci sta magneticamente attirando a sé.
Nemmeno per affetto o attaccamento.
Ciò che deve cambiare, non guarderà in faccia nessuno.
Il suo compito è portarci a vivere una nuova Esperienza di noi stessi, diversa, più matura, più allineata con i nostri Doni, con i nostri desideri, con i nostri battiti del Cuore.
La Vita ci vuole di nuovo innamorati di noi stessi, della nostra "Missione Interiore", del nostro ritrovato e profondo dialogo con la Manifestazione Terrena.
Stiamo lasciando definitivamente il Vecchio.
Una folata di Vento sta per trascinare via da noi ogni simbolo dell'Antica Alleanza Umana.
Per ricongiungerci allo Spirito, alla potente connessione con l'Origine.
Dove tutto è armonico. Dove le melodie del Cuore sono sintonizzate con il Diapason Universale. Dove ciò che si crea nella Realtà percepita, è assolutamente in linea con i nostri Sogni Animici.
Sarà un Autunno di commossi addii... preparate i fazzolettini. Qualche lacrima di nostalgia scenderà.
Il Vecchio Sé prenderà il largo. Ci saluterà definitivamente.
Lasciamolo andare. E' tempo.
Mirtilla Esmeralda
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artesplorando · 1 month ago
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Un dettaglio inquietante dal Giudizio Universale di Hans Memling. Un capolavoro!
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gregor-samsung · 10 months ago
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«Sul finire del Sedicesimo secolo la volta celeste si alzava, come la vediamo noi ancora oggi, non di venti metri come nel planetario, ma circa a non più di trenta chilometri sopra di noi, come un’inflessibile costruzione. Sopra questa fortezza celesta troneggiava il malefico Dio, la cui vista penetrava in tutti gli errori degli uomini, che puniva senza pietà con la guerra, la peste, gli incendi. La volta celeste, che sosteneva i palazzi e i giardini di Dio, cingeva come un guscio d’uovo la Terra liberamente sospesa nel vuoto. «A questo punto entrò in scena Giordano Bruno e ruppe il guscio dell’uovo cosmico aprendo lo sguardo meravigliato e felice dell’umanità sull’infinità dello spazio. Le stelle fisse non erano più i bottoni dorati inchiodati all’immobile parete celeste, ma divennero barche dorate che si muovevano liberamente nell’etere a grande distanza le une dalle altre. Tutta la magnificenza dei palazzi divini si era volatilizzata. Se fossi un grande artista come lei», disse lo zoologo volgendosi ora al pittore, «progetterei un affresco imponente che, come contraltare del Giudizio Universale di Michelangelo, raffiguri Giordano Bruno sul rogo. Ma le fiamme, che devono bruciarlo, salgono verso il cielo e incendiano la volta celeste come fosse una misera quinta teatrale. Si vedrebbero quindi la città di Dio con i suoi opulenti palazzi crollare, dissolvendosi nel fumo e nella cenere, e insieme ad essi cadrebbero vittime dell’eterna distruzione angeli e santi. In lontananza, le stelle dell’Orsa Maggiore, come sfere luminose, apparirebbero in segno di vittoria.»
Jakob von Uexküll, L'immortale spirito nella natura, traduzione dal tedesco di Nicola Zippel, Castelvecchi (collana I Timoni), 2014. [Libro elettronico]
[Edizione originale: Der unsterbliche Geist in der Natur, Christian Wegner Verlag, Hamburg; testo pubblicato in tre parti fra il 1938 ed il 1947]
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a-dreamer95 · 22 days ago
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Una cosa che ho capito in questi ultimi anni è questa: la gratificazione non deriva necessariamente dall’ottenere sempre di più, ma dal rendersi conto di ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo, anche nel nostro piccolo. Non è necessario essere i più bravi, non è necessario performare tantissimo. L’importante è essere consapevoli dei nostri successi, anche se sono “piccoli”, altrimenti finiremo per volere sempre di più e saremo conseguentemente insoddisfatti. Non ci sembrerà mai abbastanza e questo porterà solo insoddisfazione. Al contrario, è bellissimo quando riusciamo a focalizzarci su ciò che siamo riusciti a fare fino a quel momento. Inutile dire che per riuscirci non ha senso paragonarsi agli altri in modo negativo, svalutando noi stessi perché “loro sono più avanti di noi”. Se proprio vogliamo paragonarci a qualcuno, facciamolo per crescere e migliorare.
Cosa mi può insegnare quella persona? Ricordiamoci che a volte le persone sono delle risorse, non degli ostacoli. E poi dobbiamo riuscire a ridimensionarlo rispetto a quelle che sono le nostre capacità e le nostre volontà; è fondamentale capire cosa effettivamente vogliamo e desideriamo, magari può essere molto lontano da ciò che vogliono gli altri e va benissimo così. Non siamo indietro, siamo nel nostro tempo. Rimaniamo connessi, così da poter essere davvero fieri e orgogliosi di ciò che abbiamo costruito fino ad ora. Al dopo, ci penseremo a tempo debito. Continuiamo a camminare al nostro ritmo, accogliendo con apertura quello che ogni persona può offrirci, senza però lasciare che il giudizio o le aspettative degli altri guidino le nostre scelte. Ogni passo che facciamo è un tassello del nostro percorso, un pezzo unico che costruisce ciò che siamo e ciò che saremo. Non c’è una gara, non c’è una scadenza universale: ci sono solo i nostri obiettivi, i nostri sogni, e la serenità di viverli giorno dopo giorno. Siamo dove dobbiamo essere. Facciamoci forza e andiamo avanti, un passo alla volta. 🌱❤️
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michelangelob · 8 months ago
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16 aprile 1535: il giorno in cui iniziai a far costruire il ponteggio per il Giudizio Universale
Era il 16 aprile del 1535 quando iniziai a far costruire il ponteggio necessario per affrescare poi il Giudizio Universale. Quell’avventura era iniziata almeno due anni prima quando Clemente VII, al secolo Giulio Zanobi di Giuliano de’ Medici, m’affidò quella commissione. Iniziammo a discutere del progetto il 22 settembre del 1533, quando ci incontrammo a Firenze, presso San Miniato al…
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orenzel · 9 days ago
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Freddi e distaccati come se li era sempre immaginati; d'altronde quel tipo di telefonate non potevano avere niente di dilecato. Un estraneo che comunicava al padre il ritrovamento della figlia in stato di semincoscienza sul bordo di un marciapiede per overdose da eroina non poteva avere nessun tipo di calore nel tono. "Arrivo subito!" Gridò Michele al telefono. Via di corsa come quando nacque Sara. Cappotto, ingresso, luce, chiavi e porta chiusa alle spalle. Le nuvole avevano completamente coperto il cielo e venivano folgorate da fulmini che a tratti illuminavano la strada. Fu tutto molto veloce e questa velocità era percepibile anche attraverso il motore dell'auto che coi suoi cavalli filava come una barca sul manto dell'acqua, lo stesso manto che la tempesta aveva riempito sulla strada. L'ospedale non era vicino, mancavano una ventina di minuti all'arrivo ma il padre non si preoccupava della distanza, la sua mente elaborava, com'è natura umana, i peggiori scenari senza condizione di replica da parte del giudizio. "È colpa mia cazzo! Mi dispiace... mi dispiace..." prese a colpire il volante con entrambe le mani "...mi avevi promesso che saresti stata lontana da quella merda Sara...mi hai guardato negli occhi cazzo..." in quell'ultimo momento di silenzio dalla radio gli arrivò alle orecchie la voce di Bob Seger Cause you're still the same (still the same) Baby, baby, you're still the same... e quelle parole relegarono la sua mente nei confini della ciclicità di un qualcosa che si ripete in eterno. Il problema è che le persone non cambiano, nel profondo tutto ciò che ruota attorno all'impegno svanisce nell'impulso alla ricerca del passato. Era stato così per Michele, che più di una volta era ricascato tra le gambe della sua amante. La nocività di un qualcosa di proibito alimenta quelle pulsazioni per cui certe persone sviluppano una dipendenza. Per Michele era la sua amante, per Sara la droga; la ripetizione dei loro errori li rendeva uguali, ma forse, in fondo, questa era una codizione umana universale. Some things never change...
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twobrothersatwork · 5 months ago
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"… clouds without water, which are carried about by winds, trees of the autumn, unfruitful, twice dead, plucked up by the roots, Raging waves of the sea, foaming out their own confusion; wandering stars, to whom the storm of darkness is reserved for ever."
Epistle of St. Jude 1:12-13 Douay-Rheims Bible.
Artwork: Wilhelm Süs (German, 1861-1933) The Damned.
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vecchiorovere · 1 month ago
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Ludovico Capponi, un quarantenne banchiere fiorentino, nel 1525 affidò a Pontormo la decorazione di una cappella nella chiesa di Santa Felicita, destinata a diventare la cappella funebre per sé e la sua famiglia.
Della cappella è andato perduto il Giudizio Universale che Pontormo dipinse nella piccola volta brunelleschiana (distrutta nel Settecento per permettere l'affaccio in chiesa tramite il corridoio vasariano) ma rimangono sull'altare la Deposizione e sulla parete ovest l'Annunciazione; nei pennacchi il pittore realizzò, aiutato dal Bronzino, i quattro tondi degli Evangelisti.
I lavori furono tenuti in gran segreto dall'artista che fece coprire appositamente da una protezione lignea l'ingresso all'ambiente, e vennero completati nel 1528: il Vasari racconta che quando la cappella venne aperta al pubblico fu "...con meraviglia di tutta Firenze".
Jacopo Carucci, conosciuto come Jacopo da Pontormo o semplicemente Pontormo (Pontorme, 24 maggio 1494 – Firenze, 1º gennaio 1557), è stato un pittore italiano di scuola fiorentina, esponente dei cosiddetti "eccentrici fiorentini", i pionieri del manierismo in pittura.
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