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La normalità non è mai esistita ❥
La parola 𝒏𝒐𝒓𝒎𝒂𝒍𝒊𝒕𝒂̀ è spesso utilizzata per descrivere ciò che è considerato "comune" o "accettabile" dalla maggioranza della società. Tuttavia, è importante capire che 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚 𝐞̀ 𝐮𝐧𝐢𝐜𝐚 e che non esiste una 𝑛𝑜𝑟𝑚𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ universale quando si tratta di comportamenti umani.
È una mia riflessione, perché vedo spesso utilizzata la parola "normale" in più ambiti.
La moralità è una brutta bestia da estirpare: anche una persona molto colta più essere bigotta.
Quel limite, a cui ti riferisci, di cui stiamo parlando, lo stabilisce la moralità: è un difetto imparato, non naturale.
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La vista del cielo stellato in una notte serena dona una specie di godimento che soltanto anime nobili provano. Nell'universale silenzio della natura e nella pace dei sensi il segreto potere conoscitivo dello spirito immortale parla una lingua ineffabile e trasmette concetti inarticolati che si sentono ma che non si possono descrivere. Immanuel Kant
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PRIMA PAGINA Identita di Oggi venerdì, 01 novembre 2024
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Le 10 intenzioni della Grande Preghiera Universale del Venerdì Santo
Ecco le 10 intenzioni della Grande Preghiera che sarà rivolta al Signore in tutte le chiese cattoliche nella liturgia del Venerdì Santo I. Per la santa ChiesaPreghiamo, fratelli carissimi, per la santa Chiesa di Dio: il Signore le conceda unità e pace, la protegga su tutta la terra, e doni a noi, in una vita serena e tranquilla, di render gloria a Dio Padre onnipotente. Dio onnipotente ed…
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Io
nella considerazione delle composizioni ancestrali della preistoria
abbiamo riscontrato un compito importante della contemplazione nel sistema mondiale.
Il preistorico era solito a contemplare la bellezza della natura in modo organico e riscontrava in sè una completa sensazione di benessere.
La nostra idealizzazione del passato ci ha resi importanti interpreti delle testimonianze rese incomplete dall'uomo.
La possiamo dedurre come una mancanza di conoscenza o di imposizione sociale sulla creatività dell'uomo.
Dobbiamo disporre di ogni mezzo per scorgere in noi stessi la stessa bellezza di quel tempo, per riproporre la natura nel suo stano naturale.
In questo paesaggio storico ritroviamo la bellezza della natura in uno stato rurale incolto.
Il suo volto naturale era ricoperto di erbe e piante di ogni genere e ricopriva l'intera superfice.
Non esisteva elettricità e le stelle erano molto più visibili di oggi.
Nella preisotira il comportamento dell'uomo rifletteva l'animale in quanto nell'osservazione incorporava la maggiore quantità di informazioni disponibili.
L'esperienza interiore dell'uomo era compresa dall'imparare ad esistere ed evolvere.
Il suo comportamento riportava la complessità del suo modo di comprendere e la semplicità del proporre il problema da risolvere.
Nel suo compito si realizzavano diverse impostazioni mentali che riproponevano le sue osservazioni.
La prima a sviare la sua consistenza in qualcosa di diverso era la soluzione.
Questo meccanismo si è riproposto per millenni.
Adesso in questa occasione, vi comunico che non ci saranno più problemi da risolvere, ma vie da seguire.
Il compito di un uomo è quello che porta la persona a superare tutto ciò che avviene durante il percorso.
Quello che va fatto è liberare la propria mente e recepire il simbolo da seguire.
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Quale è il senso della festa di oggi ? Cosa significa Epifania ? Chi sono i re magi ? Sono tre ? Da dove vengono ? Perché il re Erode e i sacerdoti sono turbati ? Perché la stella sparisce su Gerusalemme ? Quale è il significato della loro adorazione ? Perché danno in dono oro, incenzo e mirra e quale significato hanno questi doni ?
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“IL” mito fiorentino: Il Cinema Universale
Premetto subito una cosa: io, purtroppo, all’Universale non sono mai stata ed è una delle cose che non mi perdono. Quello che vi farò quindi, è solo un resoconto con le testimonianze trovate sul web, e con alcuni degli aneddoti ormai entrati nella leggenda di questo locale. L’Universale venne aperto nel dopoguerra, fu uno dei primi cinema a Firenze ad intraprendere l’attività dopo gli anni bellici: con poche lire la gente poteva entrare e ricominciare a sognare un futuro, guardando le pellicole hollywoodiane. Ben presto però la connotazione di “cinema” cominciò ad andargli stretta, andare all’Universale era un’esperienza di vita. La sala del cinematografo era uno spazio pubblico, sovente teatrale, ma anche di lotta sociale e politica. Si racconta che la polizia vi facesse spesso capolino, per vedere cosa stava accadendo. Era un luogo di aggregazione, in cui si potevano trovare svariate fasce sociali, dalla casalinga all’operaio, dallo studente al politicante. Come cinema chiuse nel 1989, rinascendo come discoteca fino al 2007 quando, a seguito di polemiche di vario tipo, chiuse definitivamente. Attualmente, lo spazio è stato trasformato in unità abitative.
Ma torniamo a parlare del mitico cinema. Il film non era l’attrattiva principale, il vero spettacolo era il pubblico. La sala di proiezione per il pubblico era “casa”, e tutti si sentivano liberi di urlare, far festa, lanciare di tutto, commentare ad alta voce cosa stava accadendo sullo schermo e, perché no, anche qualche poltroncina più in là. Lo schermo era macchiato per via delle lattine di birra che la gente vi lanciava contro. La donna alla biglietteria veniva spesso raggirata e la gente facilmente riusciva ad entrare senza pagare. In sala c’era sempre nebbia fitta: all’Universale era permesso, anzi quasi doveroso, fumare… e non soltanto sigarette! Nelle ultime file c’era chi, impossibilitato a vedere oltre la cortina di fumo, si dilettava a giocare a pallone. D’estate, il locale era dotato di impianto di climatizzazione; venivano infatti aperte le porte ed entrava aria fresca. A volte accadeva che, oltre al fresco, entrassero altre cose, ad esempio un piccione che continuava a dare capocciate sullo schermo di proiezione. Penso fosse l’unico cinema in cui i film venivano proiettati “a richiesta”: gli spettatori, in cassa, dicevano quali volevano vedere ed i primi dieci della “classifica” venivano proiettati. Di aneddoti se ne raccontano a palate e, se gli ex frequentatori ne avranno voglia, potranno aggiungere nei commenti le loro testimonianze; sembra che non vi fosse sera in cui non accadesse qualcosa, quasi sempre di esilarante.
Impossibile non ricordare il leggendario ingresso della Vespa in sala, un paio di giri attorno alle poltroncine con pubblico osannante e tanto di impennata davanti alla prima fila: nessuno con precisione può dire chi sia stato l’autore del tanto acclamato gesto, ci sono perlomeno una decina di attribuzioni; forse il vero pilota non è neppure tra questi. Doveroso il richiamo al neologismo coniato in occasione di “Ultimo tango a Parigi”, quando dalla sala, in direzione di Marlon Brando, si levò quel “abburracciugagnene” diventato quasi un grido di guerra in tutta Firenze, in quel periodo. Al di là della scena del film, veniva usato ed abusato in qualsiasi situazione! E molti, forse, neppure ne conoscevano l’origine. Quando venivano proiettati film musicali, in sala si ballava, si pogava; se il film era lievemente più romantico, in sala si pomiciava.
Ogni sera una media di trecento persone varcava la soglia di quel cinema; sembra che una volta, per più di una settimana, venne lasciata fuori la stessa locandina, mentre il film che veniva proiettato era diverso. Alla domanda posta da uno spettatore, la risposta fu: “Tanto un se n’è accorto nessuno”. Il film era solo una scusa per entrare, in realtà quello che contava era il clima di festa, di amicizia, di allegria da cui la sala era pervasa. Gli spettacoli cui si poteva assistere erano davvero inimmaginabili, sempre diversi, irripetibili. Una volta un tizio riempì la sala di piccioni, durante la proiezione di “Birdy, le ali della libertà”. In un’altra occasione in sala suonò una campana. Trombe da stadio sottolineavano momenti piccanti del film “Miranda”. Notevole anche la volta in cui ai Falciani venne fatta incetta di rospi, che vennero poi riversati in sala, scatenando un putiferio. I lanci di lattine, di lupini, di scarpe, di semi di zucca ciucciati e, anche, il lancio di qualche spettatore sul palco, fanno parte della storia. Oltre alla famosa Vespa, c’era chi entrava in sala con il Ciao o con la bici, risolvendo ogni problema di parcheggio. Durante un film western, qualcuno pensò bene di sparare un colpo con una pistola giocattolo: da lì ci fu una gara a chi riusciva a creare uno spettacolo nello spettacolo. In sala entravano petardi, racchette da tennis, chitarre… di tutto e di più.
Dopo il secondo scudetto della Fiorentina, all’Universale arrivarono i gruppi legati ai Viola. “Fuga per la vittoria” diventava così un Fiorentina-Juventus. Mentre veniva proiettato “Highlander”, Christopher Lambert incontra un amico di colore e gli chiede: “dove sei stato?”… la risposta arrivava immancabilmente dalla sala: “A Follonica, e senza ombrellone”. Qualcuno racconta di un uomo che urlava per la sala: “Hascisch che rimbambisc, accattatelo sinnò finisc”, alla stregua del venditore di cocco sulle spiagge… All’Universale venivano anche fatte le assemblee scolastiche dove, tra gente che si rollava una canna, gente che amoreggiava, c’era qualcuno che tentava di intavolare un discorso, prontamente interrotto dalla musica degli Inti Illimani. Appena in sala si spegnevano le luci, la tradizione imponeva urlare commenti ironici, ancor prima che lo schermo si illuminasse. Ed il giorno in cui quello schermo è rimasto spento, quando l’Universale ha chiuso, è stato un lutto cittadino, per coloro che abitualmente lo frequentavano e per quelli, come me, che ne avevano soltanto sentito parlare, ripromettendosi di andarci, prima o poi… Quel poi che purtroppo non è arrivato mai.
Gabriella Bazzani Read the full article
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#posto con sottotitoli in inglese per il 1) messaggio universale 2) dissing alla thatcher 3) non troppo romanesco qui usato#zerocalcare#questo mondo non mi renderà cattivo#this world can't tear me down#cinema
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Netflix just announced their new show loosely inspired by the Divine Comedy by Dante Alighieri, apparently he is a famous Italian poet if you don’t know him
#Love to see some reference to Buffalmacco’s representation of Dante and Virgilio in Camposanto the Giudizio Universale section🥰#can’t wait‼️🤩👍🍝🇮🇹💯🫶#i bet they will have an amazing pasta al forno in hell‼️🤩#yes I gave Dante tattoos AND WHAT ABOUT IT#joke‼️‼️🫶#im making fun of The Decameron Netflix show if you have lost all my post from the past 12 hours lol#lit tag#dante alighieri#virgilio#divine comedy#la divina commedia#Dante tag#literature#letteratura italiana#the Decameron#inferno#netflix
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PRIMA PAGINA Eco Di Bergamo di Oggi domenica, 20 ottobre 2024
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Dylan Thomas, (1967-1968), When your furious motion [is steadied] (July 1, 1930), in Poesie e racconti, [Poesie inedite], Edited by Ariodante Marianni, «Nuova Universale Einaudi» 222, Einaudi, Torino, 1996, p. 318
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