#Diversità e Inclusione
Explore tagged Tumblr posts
Text
Secondo appuntamento con “Casale che legge: quattro storie in collina”. Alla Biblioteca Civica la rassegna letteraria che si concluderà a maggio. Casale Monferrato
Giovedì 20 marzo 2025 alle ore 18,00 presso la Biblioteca Civica “Giovanni Canna” di Casale Monferrato, si terrà il secondo appuntamento della rassegna letteraria “Casale che legge: quattro storie in collina”: iniziativa dedicata alla narrativa contemporanea realizzata in collaborazione con Neos Edizioni, che per la rassegna ha stretto una media partnership con la testata “Il Monferrato”. Per…
#Alessandria today#autori italiani#Biblioteca Civica Giovanni Canna#biblioteca e cultura#Casale che legge#Casale Monferrato#cultura in Monferrato#Cultura piemontese.#dialetto e narrativa#Diversità e Inclusione#Ernesto Chiabotto#eventi a Casale Monferrato#Eventi culturali#Giovanni Casalegno#Google News#I Buonanima#Il Monferrato#Il respiro della formica#Incontri con gli autori#incontri letterari#italianewsmedia.com#la magia nella narrativa#Lava#letteratura italiana#lettura e territorio#Letture Pubbliche#Licia Allara#musica e letteratura#narrativa contemporanea#narrativa e società
0 notes
Text
Ettore Meccia, fb
Qualche dettaglio in più...
Due settimane fa tre agenzie federali avvisano l'Università di Harvard che stanno facendo una revisione del suo finanziamento federale (9 miliardi di dollari). Alcuni giorni dopo arriva una lettera nella quale si spiega che l'Università, nonostante il suo prestigio, negli ultimi anni si è comportata male, ma si propongono delle misure per rimediare agli errori commessi e mantenere i finanziamenti federali.("Harvard has in recent years failed to live up to both the intellectual and civil rights conditions that justify federal investment. But we appreciate your expression of commitment to repairing those failures and welcome your collaboration in restoring the University to its promise. We therefore present the below provisions as the basis for an agreement in principle that will maintain Harvard’s financial relationship with the federal government").E' una lista di richieste che vanno dalla chiusura di tutti i progetti che riguardino diversità, equità ed inclusione (DEI) alla piena cooperazione con il Dipartimento di sicurezza nazionale (DHS). Pochi giorni dopo arriva una lista di richieste ancora più lunga e dettagliata. Si chiede di mandar via gli studenti coinvolti nelle proteste pro-Palestina del 2023, di sottomettere a controllo i propri programmi, di modificare le regole di ammissione degli studenti stranieri per scongiurare l'ingresso di studenti coinvolti in attività di terrorismo o antisemitismo e di denunciare quegli studenti alle autorità federali.Stiamo revisionando il vostro budget, capisciammè...Alan Garber, il presidente dell'Università non ci sta, ed in una lunga e dettagliata lettera (https://www.harvard.edu/president/news/2025/the-promise-of-american-higher-education/) racconta delle richieste (minacce) ricevute rendendole pubbliche e le respinge in toto spiegando che nessuno governo, di qualsiasi colore, può permettersi di mettere le mani su quello che fa un'università privata."No government—regardless of which party is in power—should dictate what private universities can teach, whom they can admit and hire, and which areas of study and inquiry they can pursue."Garber scrive anche che "Although some of the demands outlined by the government are aimed at combating antisemitism, the majority represent direct governmental regulation of the “intellectual conditions” at Harvard."Ovvero, col pretesto del contrasto all'antisemitismo voi state cercando di prendere il controllo dell'università.Credo che a questo punto sia veramente necessario ricordare (o riascoltare) le parole pronunciate da JD Vance, ora vicepresidente, nel 2021, e tutto diventerà moto chiaro. "...Tanto di quello che vogliamo fare in questo movimento, in questo paese, io penso che dipenderà fondamentalmente dal controllare attentamente un gruppo di istituzioni molto ostili, in modo specifico, le università, che controllano la conoscenza nella nostra società, che controllano quello che chiamiamo vero e quello che chiamiamo falso, che producono la ricerca che dà credibilità ad alcune delle idee più ridicole che esistano nel nostro paese.Per questo, sono eccitato nel chiudere questa conferenza con queste annotazioni, perché credo che se ognuno di noi vuole fare qualcosa per il nostro paese e per le persone che ci vivono dobbiamo, onestamente ed aggressivamente, attaccare le università in questo paese"
(https://www.facebook.com/ettore.meccia/posts/10233544837392369)
Il governo ha risposto tagliando di 2,3 miliardi il finanziamento dell'Università.
https://edition.cnn.com/2025/04/14/us/harvard-rejects-policy-changes/index.html
PS: semba che anche il MIT stia dicendo no alle richieste
https://orgchart.mit.edu/letters/further-responses-federal-actions
Alla fine Vance aveva ragione, le università sono ostili a quello che questi vogliono fare, chiuderle o metterle sotto controllo.Altri link
https://www.npr.org/2025/04/14/nx-s1-5364829/harvard-rejects-trump-demands-on-dei-and-admissions
https://www.thecrimson.com/article/2025/4/15/harvard-denies-trump-demands/
22 notes
·
View notes
Text
L'Italia al femminile ha conquistato l'oro olimpico nella pallavolo: un risultato che ci riempie di orgoglio e gioia. Un trionfo sportivo che però, come spesso accade, è stato accompagnato da una scia di strumentalizzazioni e retorica insopportabile.
Mentre tutti festeggiavamo la vittoria delle nostre ragazze, le maestrine del politicamente corretto non hanno perso l'occasione per propinarci la solita lezioncina su "diversità" e "inclusione". Peccato che, per celebrare in modo praticamente esclusivo Paola Egonu, si siano dimenticate che il successo è stato frutto del lavoro di TUTTE le giocatrici, non solo di quelle che abbracciano un certo orientamento ideologico ma anche delle altre (persino di Ekaterina Antropova, colpevole di aver i capelli biondi e le origini - udite, udite - russe).
Subiamo giornalmente cantilene per esorcizzare lo spettro del razzismo, ma la verità è che ormai il razzismo funziona al contrario. Si mettono all'indice tutti coloro che non rappresentano una qualche minoranza a meno che questi non facciano pubblicamente voto di obbedienza ai dettami del pensiero unico globalista. Echeggiano ovunque parole ecumeniche ma in realtà non si fa altro che alimentare divisioni e rancore.
Festeggiare l'Italia senza riserve e senza distinguo è qualcosa che proprio non riesce alle maestrine. A noi invece sì. Quindi ci godiamo sfacciatamente il trionfo di una squadra che riempie d'orgoglio tutti gli italiani.
Giacomo Del Pio Luogo
Pro Italia - Treviso
👉 Segui PRO ITALIA
Telegram | Twitter | Facebook | Instagram | YouTube | Sito ufficiale
16 notes
·
View notes
Text

L’errore di chi abolisce i programmi di diversità e inclusione è averli introdotti.
Zuckerberg e Jeff Bezos hanno recentemente deciso di abbandonare i programmi di diversità, equità e inclusione (i famigerati Dei) nelle loro aziende (Meta e Amazon), e gran parte dei media commenta pigramente che è “l’effetto Trump”. In realtà e per fortuna l’abbandono delle pratiche aziendali antidiscriminazione woke ha origini antecedenti Toyota, McDonald’s, i grandi magazzini Lowe’s, il produttore di macchinari agricoli John Deere, Bud Light, Harley Davidson, Brown Forman, Ford sono alcune delle grandi aziende ad essersi smarcate dalla corsa a chi è più politicamente corretto e inclusivo, chi riducendo il sostegno alle cause Lgbtq+, chi rivedendo il sistema di quote di assunzioni riservate alle minoranze, chi chiudendo i corsi obbligatori per i dipendenti in cui si insegna che l’uomo bianco è cattivo. Lo hanno fatto prima della rielezione di Trump, intercettando un sentimento sempre più diffuso tra la gente, basta wokismo!
Meta oggi non solo taglia i finanziamenti ai programmi Dei, ma osa persino togliere i distributori di assorbenti dai bagni degli uomini, andando a colpire uno dei pilastri del pensiero woke, quello secondo cui non esistono più uomini e donne ma generi fluidi, femmine col pene e “persone con le mestruazioni”.
2 notes
·
View notes
Text
Roma, 25 mag — Quella sfilza infinita di bandiere arcobaleno che ogni giugno di ogni santo anno infestano i loghi delle aziende del mondo occidentale, quegli improbabili testimonial trans e non binari che spuntano nelle campagne pubblicitarie delle più grosse multinazionali globali non sono messi lì per «sostenere la causa Lgbt», «inclusione», «dare visibilità agli oppressi arcobaleno»: sono da interpretare come una sorta di «pizzo ideologico» da tributare a lobby politiche finanziate da «soliti noti» (ci ritorneremo) per tenere alto un punteggio di «credito sociale» fondamentale per la tenuta o la distruzione degli affari di un’impresa.
Che cosa è il Cei, il sistema di punteggio woke che valuta le aziende Usa
Il punteggio in questione è il Corporate Equality Index — o Cei —, che è supervisionato dalla Human rights campaign, il più grande gruppo di pressione politica Lgbt al mondo. Hrc, che ha ricevuto milioni dalla Open society foundation di George Soros tra gli altri, rende pubbliche pagelle «di virtù sociale» valutando le più grandi società usa tramite il Cei. Come? Assegnando o sottraendo punteggi a seconda di come le aziende aderiscono a ai «criteri di valutazione» emanati da Hrc.
Le aziende che raggiungono il punteggio massimo di 100 guadagnano l’ambito titolo di «Miglior ambiente lavorativo per l’uguaglianza Lgbtq». Quindici tra le prime 20 società classificate da Fortune hanno ricevuto valutazioni del 100% l’anno scorso, secondo i dati HRC. Stando all’ultimo rapporto, più di 840 aziende statunitensi hanno ottenuto punteggi Cei elevati. Il che significa che la stragrande maggioranza delle aziende americane vivono sotto il ricatto di questa lobby. L’Hrc, fondato nel 1980, ha avviato la procedura Cei nel 2002; dal 2022 è guidato da Kelley Robinson, tra gli organizzatori della campagna presidenziale del 2008 di Barack Obama.
I cinque punti di valutazione
Sono cinque i principali criteri di valutazione stilati dall’Hrc, ciascuno con i propri cavillosi sottoinsiemi. Le categorie principali sono: Tutela della forza lavoro, Benefici inclusivi, Sostenere una cultura inclusiva, Responsabilità sociale d’impresa e cittadinanza responsabile. Un’azienda può facilmente perdere punti Cei se non soddisfa la richiesta di Hrc di «integrazione dell’intersezionalità nello sviluppo professionale, formazione basata sulle competenze o di altro tipo» o se non utilizza un «programma di diversità dei fornitori con uno sforzo dimostrato per includere fornitori Lgbtq certificati».
Ricatto a tinte arcobaleno
La pervasiva e tentacolare attività di HRC si esprime nell’invio, a scadenza annuale, di rappresentanti alle aziende ogni anno per illustrare il tipo di migliorie woke da attuare in azienda. Viene fornita alle varie società una lista di richieste che se non soddisfatte provocheranno l’abbassamento del punteggio Cei. Lo stesso meccanismo Cei, a sua volta, fa parte del fiorente movimento di «investimenti etici» ESG (Environmental, Social and Corporate Governance), spinto dalle tre principali società di investimento del Paese (BlackRock, Vanguard e State Street Bank). I fondi ESG investono in società che si oppongono ai combustibili fossili e spingono per le quote razziali e di genere rispetto al merito nelle assunzioni e nella selezione dei consigli di amministrazione. Le conseguenze sono facilmente intuibili: la maggior parte degli amministratori delegati Usa sono più preoccupati di compiacere gli azionisti che di irritare i conservatori.
Il caso Mulvaney
Prendiamo l’eclatante caso di Dylan Mulvaney: 26 anni, ha effettuato la transizione da uomo a donna» nel marzo 2021, guadagnando più di un milione di dollari da sponsorizzazioni tra cui marchi di moda e bellezza come Ulta Beauty, Haus Labs e CeraVe, nonché Crest e InstaCart, più recentemente Bud Lite e Nike.
“Possono renderti la vita difficile”
«I grandi gestori di fondi come BlackRock abbracciano questa ortodossia esercitando pressioni sui migliori team di gestione aziendale e sui consigli di amministrazione e determinano, in molti casi, la remunerazione e i bonus dei dirigenti e chi viene rieletto o riconfermato nei consigli di amministrazione», spiega l’imprenditore Vivek Ramaswamy, candidato alla presidenza come repubblicano e autore di Woke Inc.: Inside America’s Social Justice Scam. «Possono renderti le vita molto difficile se non rispetti i loro programmi».
La lettera-ricatto di BlackRock
Per capire meglio di cosa parla Ramaswamy occorre tornare al 2018 e alla lettera del CEO di BlackRock Larry Fink. Definito il «volto di ESG», scrisse una lettera — che per toni ricattatori è rimasta negli annali — a tutti i Ceo americani intitolata A Sense of Purpose promuovendo un «nuovo modello di governance» in in linea con i valori woke. «La società richiede che le aziende, sia pubbliche che private, abbiano uno scopo sociale», ha scritto Fink. «Per prosperare nel tempo, ogni azienda non deve solo fornire risultati finanziari, ma anche dimostrare di saper contribuire positivamente alla società» secondo la vulgata liberal progressista. Fink ha anche fatto sapere «che se un’azienda non si impegna con la comunità e non ha uno scopo» alla fine «perderà la possibilità di investire».
Le società che osano ribellarsi vengono immediatamente penalizzate dal punteggio Cei. A volte il contraccolpo avviene sulle piccole cose: se un’azienda non ottiene un punteggio di 100 Cei, non sarà ammessa a una fiera del lavoro in un’università, o si vedrà ridotte le possibilità di acquistare spazi pubblicitari. Gli atenei tagliano i rapporti con aziende che non hanno punteggio 100 dipingendole ai futuri laureati come luoghi in cui regna il bigottismo. Se non ritenuta conforme, una società potrebbe essere cancellata dai portfolio di fondi indicizzati e fondi pensione. L’intero sistema di aziende Usa è quindi tenuto prigioniero da una gigantesca ragnatela estorsiva a tinte woke. La mafia arcobaleno.
-Cristina Gauri
-----------
no comment...
2 notes
·
View notes
Text
0 notes
Text




















Vogue Italia Il sogno
prefazione Francesca Ragazzi, Anna Wintour, Hamish Bowles, Edward Ennikful
Condé Nast 2025, 350 pagine, 23,5x31cm, ISBN 9788894532593
euro 65,00
email if you want to buy [email protected]
Vogue Il Sogno: il coffee table book che omaggia la fotografia di moda e la visione creativa del magazine attraverso 150 scatti d'autore
Quante volte avete ascoltato Alice nel Paese delle Meraviglie, Cenerentola, Biancaneve... Ci sono storie che non si finisce mai di raccontare e amare. Le puoi ripetere dieci, cinquanta, cento volte, e sono sempre capaci di stupire, affascinare, affabulare. Quella di Vogue Italia è tra queste. Perché racconta un mondo favoloso, a volte irraggiungibile, ma di certo sempre coinvolgente, ispiratore, onirico. Nel 2024 Vogue Italia ha compiuto 60 anni e nell’ambito della celebrazione di questo importante compleanno esce Il Sogno: un volume prezioso, da conservare, perché permette di fare un rewind generale sull’evoluzione del costume, della moda e del gusto degli ultimi decenni. Sono trecento pagine e 153 scatti d’autore che insieme documentano – a modo nostro, con l’occhio di Vogue – tanti temi d’attualità: dall’emancipazione femminile all’alienazione del mondo digitale, dall’ossessione per la medicina estetica al superamento dei cliché di bellezza, dalla diversità e inclusione al bisogno di rispettare e amare il mondo naturale.
22/03/25
#Vogue il sogno#Vogue Italia#153 scatti autore#photography books#libri fotografia#fashion photography#fashion books#fashionbooksmilano
0 notes
Text
Floor and Chair: Joel e Graham Brown in dialogo con Club Alieno

Ieri sera la compagnia Club Alieno, nell'ambito del progetto Open Dialogo, ha condiviso pratiche di composizione coreografica con Joel e Graham Brown. L'incontro è stato un'importante occasione di scambio, conoscenza reciproca e di confronto sul tema della disabilità, della danza e del processo creativo. L'attività si è concentrata sull'improvvisazione del movimento in relazione al pavimento e alla gravità, sia in gruppo che in coppia, culminando in una sessione di contact improvisation.
Successivamente, il gruppo ha continuato il dialogo in un clima informale durante una cena conviviale presso la casa foresteria.

Club Alieno è una compagnia di danza, musica e performance nata all'interno di Cuore 21 e Centro 21, cooperative sociali di Riccione impegnate nell'inclusione sociale e lavorativa di persone con disabilità intellettive. Selezionata per il programma di scambio culturale Open Dialogo, che ha selezionato quattro artisti dal Regno Unito e dall'Italia per partecipare a residenze artistiche della durata di una settimana nei rispettivi paesi: la compagnia ha così preso parte a una residenza artistica a Londra, dove ha presentato le prove del suo prossimo spettacolo, Vedo il mondo girare, e si è confrontata con altre realtà sul tema della danza integrata.
Club Alieno rappresenta un esempio significativo di come l'arte possa essere un potente strumento di inclusione sociale, offrendo opportunità espressive e professionali a persone con disabilità e promuovendo una cultura della diversità e dell'accoglienza.

Open Dialogo è un programma internazionale di scambio culturale che valorizza le migliori pratiche nella danza e nella disabilità, facilitando la condivisione di conoscenze ed esperienze tra artisti disabili e non disabili, produttori e organizzazioni in Italia e Inghilterra. Gestito dalla Stopgap Dance Company e commissionato dall'Arts Council England, dal Ministero della Cultura italiano (Direzione Generale Spettacolo), dall'Istituto Italiano di Cultura di Londra e dal British Council, il progetto promuove inclusione e innovazione nella danza.
1 note
·
View note
Text
Woke 814
L’ambasciata statunitense in Spagna ha sollevato un polverone chiedendo ai fornitori iberici di firmare una certificazione “anti-woke”, un documento che attesti che le imprese non applicano politiche interne di “diversità e inclusione”. Le aziende hanno cinque giorni di tempo per presentare il modulo, altrimenti rischiano di essere escluse dalle commesse. Ma cos’è Woke che letteralmente signifca…

View On WordPress
0 notes
Text
Donald Trump inaugura il suo secondo mandato: "Inizia una rivoluzione del buon senso"
Il 47° Presidente degli Stati Uniti promette di ripristinare la sovranità nazionale e riformare le istituzioni americane.
Il 47° Presidente degli Stati Uniti promette di ripristinare la sovranità nazionale e riformare le istituzioni americane. Il 20 gennaio 2025, Donald Trump ha prestato giuramento come 47° Presidente degli Stati Uniti, segnando un ritorno storico alla Casa Bianca dopo il suo primo mandato. La cerimonia si è svolta all’interno del Campidoglio a causa delle rigide condizioni climatiche, con circa…
#47° Presidente USA#agenzie governative#Alessandria today#amministrazione Trump#bande criminali#cambiamento significativo#Campidoglio#Casa Bianca#cerimonia di giuramento#clima rigido#combustibili fossili#confine meridionale#Controversie#cupola protettiva#difesa nazionale#discorso inaugurale#Diversità e Inclusione#Donald Trump#Economia#elezioni USA 2024.#Elon Musk#Emergenza Nazionale#ex presidenti#Google News#impeachment#incriminazioni penali#insediamento#italianewsmedia.com#Jeff Bezos#Migranti irregolari
0 notes
Text
4 notes
·
View notes
Link
#CommunityManagement#ComunitàOnline#Informazioni#Marketers#StrategiadiMarketing#StrategiediMarketing
0 notes
Text
Diverse voci silenziate: la mossa di Trump sulla Diversità
Trump elimina parole su diversità e inclusione: cosa significa davvero? Il governo ordina di cancellare termini come “diversità”, “inclusione” e “razza” dai siti web ufficiali. Quali sono le conseguenze per i cittadini americani? L’amministrazione Trump ha imposto la cancellazione di parole legate alla diversità dai documenti ufficiali e dai siti web governativi. Questa decisione solleva…
0 notes
Text
Diverse voci silenziate: la mossa di Trump sulla Diversità
Trump elimina parole su diversità e inclusione: cosa significa davvero? Il governo ordina di cancellare termini come “diversità”, “inclusione” e “razza” dai siti web ufficiali. Quali sono le conseguenze per i cittadini americani? L’amministrazione Trump ha imposto la cancellazione di parole legate alla diversità dai documenti ufficiali e dai siti web governativi. Questa decisione solleva…
0 notes
Text
Melanie Gaydos: La Modella che Ha Superato il Bullismo e le Barriere della Bellezza Convenzionale
Melanie Gaydos, nata nel 1990, è una modella americana che ha saputo trasformare la sua rara condizione genetica in un punto di forza. Affetta da displasia ectodermica, una patologia che influisce su capelli, denti e unghie, Melanie ha affrontato molte sfide sin dalla sua infanzia. Il bullismo è stato una costante nella sua vita, ma la sua resilienza l’ha portata a superare le difficoltà e a diventare un’icona di inclusività nel mondo della moda.

L’Infanzia e le Difficoltà del Bullismo
Sin da bambina, Melanie Gaydos ha dovuto affrontare le conseguenze della sua condizione. La displasia ectodermica le ha impedito di sviluppare capelli, unghie e denti come le altre persone. Questo aspetto diverso ha attirato l’attenzione e spesso l’ostilità dei suoi coetanei. Il bullismo scolastico l’ha segnata profondamente, con episodi di derisione e isolamento sociale. La pressione psicologica di essere trattata in modo diverso ha portato Melanie a una profonda depressione all’età di 16 anni. Tuttavia, invece di arrendersi, ha deciso di affrontare le sue paure e di trasformare il suo aspetto in un punto di forza.
Dalla Sofferenza alla Consapevolezza: La Lotta contro il Bullismo
Il bullismo ha rappresentato per Melanie Gaydos una sfida costante, ma anche un’opportunità per sviluppare una visione unica della vita. Nonostante le difficoltà, ha trovato il coraggio di cambiare la sua prospettiva e di perseguire i suoi sogni. Con una determinazione incredibile, ha deciso di entrare nel mondo della moda, un settore tradizionalmente dominato da standard estetici rigidi.
La sua carriera ha avuto inizio a New York, dove ha trovato opportunità grazie al sito Craigslist. Qui ha iniziato a collaborare con fotografi che cercavano volti fuori dagli schemi convenzionali. Grazie alla sua unicità, Melanie ha attirato l’attenzione del mondo della moda, dimostrando che la bellezza non ha un’unica definizione.
Una Carriera Straordinaria: Dalla Moda al Cinema
Nonostante le difficoltà, la determinazione di Melanie Gaydos l’ha portata a lavorare con alcuni dei fotografi più celebri, tra cui Christian Martin Weiss e Scott Irvine. La sua immagine unica ha affascinato il mondo della moda, trasformandola in un simbolo di diversità e inclusione. Ha anche avuto l’opportunità di recitare nel video musicale Mein Herz Brennt della band tedesca Rammstein, ampliando ulteriormente il suo riconoscimento internazionale.
Il suo talento non si è fermato alla moda. Melanie ha lavorato anche nel mondo del cinema, recitando in film come Insidious: L’ultima chiave (2018), Tous les dieux du ciel (2018) e Vesper (2022). Il suo contributo artistico ha consolidato la sua posizione come icona culturale e simbolo di resilienza.
Superare il Bullismo: Un Messaggio di Forza e Coraggio
Oggi, Melanie Gaydos è un esempio di come sia possibile superare il bullismo e le discriminazioni. Il suo percorso dimostra che la forza interiore può trasformare le difficoltà in opportunità. Ha mostrato al mondo che la bellezza non è solo una questione di estetica tradizionale, ma anche di personalità, carattere e determinazione.
Il suo messaggio è chiaro: il bullismo non deve definire la vita di una persona. Attraverso il coraggio e la consapevolezza, è possibile trasformare anche le esperienze più dolorose in trampolini di lancio per il successo.
Un’Evoluzione Costante: Vita e Futuro di Melanie Gaydos
Attualmente, Melanie vive a Brooklyn, New York, e continua a lavorare come modella e attrice. Conduce una vita ordinaria, nonostante il suo aspetto continui a suscitare curiosità. Tuttavia, a differenza del passato, oggi è orgogliosa della sua immagine e della sua unicità.
Il suo successo ha ispirato molte persone che affrontano situazioni simili. Il bullismo non è più una barriera, ma un ostacolo che ha saputo superare con forza e determinazione. Grazie alla sua storia, molte persone trovano la motivazione per accettarsi e lottare per i propri sogni.
Conclusione
La storia di Melanie Gaydos è una testimonianza potente di come sia possibile trasformare le difficoltà in opportunità. Il bullismo ha segnato la sua infanzia, ma non ha definito la sua vita. Grazie alla sua determinazione, ha raggiunto il successo nel mondo della moda e del cinema, diventando un simbolo di inclusività e accettazione.
Il suo percorso dimostra che la diversità non deve essere vista come un limite, ma come un valore. In un mondo che spesso impone standard irraggiungibili, la sua storia ci ricorda l’importanza di accettare e celebrare ciò che ci rende unici. Il bullismo può essere superato, e Melanie Gaydos ne è la prova vivente.
Leggici su Linkedin
Indicaci come contattarti
#arcobaleno#associazione#associazioneculturale#associazioni#associazionimondovi#cooperativaarcobaleno#eventi#eventiperilsociale#mondovi#monregalese#onlus#sociale#socialemondovi#oltrearcobaleno#moda#disabilità#solidarietà#cinema#modainclusiva#cinemainclusivo#inclusione#bullismo#bellestorie#nobullismo#resilienza#lotta
0 notes
Link
0 notes