#Diversità e Inclusione
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Subacquea Zero Barriere: un grande evento inclusivo ad Alessandria. Domenica 24 novembre: la magia dell’acqua per tutti
Ad Alessandria, presso la piscina della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, si terrà domenica 24 novembre 2024 l’evento gratuito e inclusivo Subacquea Zero Barriere HSA, organizzato da HSA Italia.
Ad Alessandria, presso la piscina della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, si terrà domenica 24 novembre 2024 l’evento gratuito e inclusivo Subacquea Zero Barriere HSA, organizzato da HSA Italia. Saranno oltre 25 le persone con disabilità che si tufferanno per sperimentare nuoto, snorkeling e subacquea. Questo appuntamento straordinario mira a rendere accessibile a tutti la bellezza…
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L'Italia al femminile ha conquistato l'oro olimpico nella pallavolo: un risultato che ci riempie di orgoglio e gioia. Un trionfo sportivo che però, come spesso accade, è stato accompagnato da una scia di strumentalizzazioni e retorica insopportabile.
Mentre tutti festeggiavamo la vittoria delle nostre ragazze, le maestrine del politicamente corretto non hanno perso l'occasione per propinarci la solita lezioncina su "diversità" e "inclusione". Peccato che, per celebrare in modo praticamente esclusivo Paola Egonu, si siano dimenticate che il successo è stato frutto del lavoro di TUTTE le giocatrici, non solo di quelle che abbracciano un certo orientamento ideologico ma anche delle altre (persino di Ekaterina Antropova, colpevole di aver i capelli biondi e le origini - udite, udite - russe).
Subiamo giornalmente cantilene per esorcizzare lo spettro del razzismo, ma la verità è che ormai il razzismo funziona al contrario. Si mettono all'indice tutti coloro che non rappresentano una qualche minoranza a meno che questi non facciano pubblicamente voto di obbedienza ai dettami del pensiero unico globalista. Echeggiano ovunque parole ecumeniche ma in realtà non si fa altro che alimentare divisioni e rancore.
Festeggiare l'Italia senza riserve e senza distinguo è qualcosa che proprio non riesce alle maestrine. A noi invece sì. Quindi ci godiamo sfacciatamente il trionfo di una squadra che riempie d'orgoglio tutti gli italiani.
Giacomo Del Pio Luogo
Pro Italia - Treviso
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Roma, 25 mag — Quella sfilza infinita di bandiere arcobaleno che ogni giugno di ogni santo anno infestano i loghi delle aziende del mondo occidentale, quegli improbabili testimonial trans e non binari che spuntano nelle campagne pubblicitarie delle più grosse multinazionali globali non sono messi lì per «sostenere la causa Lgbt», «inclusione», «dare visibilità agli oppressi arcobaleno»: sono da interpretare come una sorta di «pizzo ideologico» da tributare a lobby politiche finanziate da «soliti noti» (ci ritorneremo) per tenere alto un punteggio di «credito sociale» fondamentale per la tenuta o la distruzione degli affari di un’impresa.
Che cosa è il Cei, il sistema di punteggio woke che valuta le aziende Usa
Il punteggio in questione è il Corporate Equality Index — o Cei —, che è supervisionato dalla Human rights campaign, il più grande gruppo di pressione politica Lgbt al mondo. Hrc, che ha ricevuto milioni dalla Open society foundation di George Soros tra gli altri, rende pubbliche pagelle «di virtù sociale» valutando le più grandi società usa tramite il Cei. Come? Assegnando o sottraendo punteggi a seconda di come le aziende aderiscono a ai «criteri di valutazione» emanati da Hrc.
Le aziende che raggiungono il punteggio massimo di 100 guadagnano l’ambito titolo di «Miglior ambiente lavorativo per l’uguaglianza Lgbtq». Quindici tra le prime 20 società classificate da Fortune hanno ricevuto valutazioni del 100% l’anno scorso, secondo i dati HRC. Stando all’ultimo rapporto, più di 840 aziende statunitensi hanno ottenuto punteggi Cei elevati. Il che significa che la stragrande maggioranza delle aziende americane vivono sotto il ricatto di questa lobby. L’Hrc, fondato nel 1980, ha avviato la procedura Cei nel 2002; dal 2022 è guidato da Kelley Robinson, tra gli organizzatori della campagna presidenziale del 2008 di Barack Obama.
I cinque punti di valutazione
Sono cinque i principali criteri di valutazione stilati dall’Hrc, ciascuno con i propri cavillosi sottoinsiemi. Le categorie principali sono: Tutela della forza lavoro, Benefici inclusivi, Sostenere una cultura inclusiva, Responsabilità sociale d’impresa e cittadinanza responsabile. Un’azienda può facilmente perdere punti Cei se non soddisfa la richiesta di Hrc di «integrazione dell’intersezionalità nello sviluppo professionale, formazione basata sulle competenze o di altro tipo» o se non utilizza un «programma di diversità dei fornitori con uno sforzo dimostrato per includere fornitori Lgbtq certificati».
Ricatto a tinte arcobaleno
La pervasiva e tentacolare attività di HRC si esprime nell’invio, a scadenza annuale, di rappresentanti alle aziende ogni anno per illustrare il tipo di migliorie woke da attuare in azienda. Viene fornita alle varie società una lista di richieste che se non soddisfatte provocheranno l’abbassamento del punteggio Cei. Lo stesso meccanismo Cei, a sua volta, fa parte del fiorente movimento di «investimenti etici» ESG (Environmental, Social and Corporate Governance), spinto dalle tre principali società di investimento del Paese (BlackRock, Vanguard e State Street Bank). I fondi ESG investono in società che si oppongono ai combustibili fossili e spingono per le quote razziali e di genere rispetto al merito nelle assunzioni e nella selezione dei consigli di amministrazione. Le conseguenze sono facilmente intuibili: la maggior parte degli amministratori delegati Usa sono più preoccupati di compiacere gli azionisti che di irritare i conservatori.
Il caso Mulvaney
Prendiamo l’eclatante caso di Dylan Mulvaney: 26 anni, ha effettuato la transizione da uomo a donna» nel marzo 2021, guadagnando più di un milione di dollari da sponsorizzazioni tra cui marchi di moda e bellezza come Ulta Beauty, Haus Labs e CeraVe, nonché Crest e InstaCart, più recentemente Bud Lite e Nike.
“Possono renderti la vita difficile”
«I grandi gestori di fondi come BlackRock abbracciano questa ortodossia esercitando pressioni sui migliori team di gestione aziendale e sui consigli di amministrazione e determinano, in molti casi, la remunerazione e i bonus dei dirigenti e chi viene rieletto o riconfermato nei consigli di amministrazione», spiega l’imprenditore Vivek Ramaswamy, candidato alla presidenza come repubblicano e autore di Woke Inc.: Inside America’s Social Justice Scam. «Possono renderti le vita molto difficile se non rispetti i loro programmi».
La lettera-ricatto di BlackRock
Per capire meglio di cosa parla Ramaswamy occorre tornare al 2018 e alla lettera del CEO di BlackRock Larry Fink. Definito il «volto di ESG», scrisse una lettera — che per toni ricattatori è rimasta negli annali — a tutti i Ceo americani intitolata A Sense of Purpose promuovendo un «nuovo modello di governance» in in linea con i valori woke. «La società richiede che le aziende, sia pubbliche che private, abbiano uno scopo sociale», ha scritto Fink. «Per prosperare nel tempo, ogni azienda non deve solo fornire risultati finanziari, ma anche dimostrare di saper contribuire positivamente alla società» secondo la vulgata liberal progressista. Fink ha anche fatto sapere «che se un’azienda non si impegna con la comunità e non ha uno scopo» alla fine «perderà la possibilità di investire».
Le società che osano ribellarsi vengono immediatamente penalizzate dal punteggio Cei. A volte il contraccolpo avviene sulle piccole cose: se un’azienda non ottiene un punteggio di 100 Cei, non sarà ammessa a una fiera del lavoro in un’università, o si vedrà ridotte le possibilità di acquistare spazi pubblicitari. Gli atenei tagliano i rapporti con aziende che non hanno punteggio 100 dipingendole ai futuri laureati come luoghi in cui regna il bigottismo. Se non ritenuta conforme, una società potrebbe essere cancellata dai portfolio di fondi indicizzati e fondi pensione. L’intero sistema di aziende Usa è quindi tenuto prigioniero da una gigantesca ragnatela estorsiva a tinte woke. La mafia arcobaleno.
-Cristina Gauri
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Madeline Stuart: Un’Icona di Diversità e Inclusione nella Moda
La storia di Madeline Stuart, nata il 13 novembre 1996 a Brisbane, Australia, rappresenta una vera rivoluzione nel mondo della moda. Madeline è la prima modella professionista al mondo con sindrome di Down, una pioniera che ha infranto barriere e sfidato stereotipi, dimostrando che il talento, la dedizione e l’amore per il proprio lavoro possono superare qualsiasi ostacolo.
Dalla Passerella di Brisbane al Palcoscenico Internazionale
L’interesse di Madeline per la moda è nato nel 2014, quando ha assistito a una sfilata a Brisbane insieme a sua madre, Rosanne Stuart. Quell’evento è stato il punto di partenza di un percorso straordinario. Madeline decise di intraprendere la carriera di modella, un settore che fino a quel momento non aveva mai visto una rappresentazione significativa di persone con disabilità. Con l’appoggio di sua madre, ha avviato una trasformazione fisica e mentale, perdendo oltre 20 kg per prepararsi alla sua nuova carriera.
Nel 2015, Rosanne ha lanciato una campagna online per far conoscere il talento di Madeline, che in breve tempo è diventata virale. Il suo volto e la sua storia hanno conquistato il pubblico e attirato l’attenzione di importanti marchi di moda, tra cui Manifesta e everMaya, che le hanno offerto i suoi primi contratti da modella.
Successi nelle Più Grandi Fashion Week
Nel settembre 2015, Madeline ha raggiunto un traguardo storico: ha sfilato per la prima volta alla New York Fashion Week, uno degli eventi più prestigiosi del settore. Da quel momento, la sua carriera è decollata. Ha calcato le passerelle delle principali Fashion Week internazionali, tra cui Parigi, Londra, Dubai, Mosca e persino la Mercedes Benz Fashion Week in Cina. La sua presenza ha portato una ventata di freschezza, diversità e inclusione in un settore tradizionalmente elitario.
Nel 2017, Forbes ha riconosciuto il suo contributo classificandola come la figura numero uno per la diversità nell’industria della moda. La sua capacità di abbattere le barriere l’ha resa una figura di riferimento globale per la rappresentazione delle persone con disabilità.
L’impegno Sociale e il Lancio del Proprio Brand
Oltre a essere una modella di successo, Madeline è un’instancabile sostenitrice della comunità disabile. Ha fondato il marchio di moda 21 Reasons Why by Madeline Stuart, presentato alla New York Fashion Week, dove ogni collezione riflette il suo impegno per l’inclusione e la diversità.
Il suo lavoro non si ferma alle passerelle. Madeline è stata nominata per il Pride of Australia Award e il Young Australian of the Year Award per tre anni consecutivi, dal 2015 al 2017. A livello internazionale, ha ricevuto l’Advocacy Award per il suo lavoro in Uganda e il Quincy Jones Exceptional Advocacy Award da Global Down Syndrome nel 2018.
Ambasciatrice di Diversità e Ispirazione Globale
Madeline continua a supportare numerose organizzazioni benefiche, tra cui Veteran Affairs, Special Olympics e Melange, lavorando a stretto contatto con realtà che promuovono l’inclusione delle persone con disabilità. È anche ambasciatrice di Inside Outside Dance a Brisbane, un’iniziativa che aiuta i giovani con disabilità a entrare nel mondo della danza.
Inoltre, è ambasciatrice di marchi come Art Hearts Fashion e la Australian Foundation for Disability, portando avanti il suo messaggio di empowerment. La sua voce è stata ascoltata in eventi di rilievo, tra cui incontri organizzati dalla Down Syndrome Association e conferenze internazionali.
Un Modello di Inclusione per il Futuro della Moda
La storia di Madeline Stuart è un esempio di come la moda possa essere uno strumento di cambiamento sociale. Attraverso la sua determinazione e il suo talento, ha dimostrato che la bellezza risiede nella diversità e che il settore può essere inclusivo senza rinunciare alla qualità e alla creatività.
Madeline continua a ispirare persone in tutto il mondo, ricordando che ognuno, indipendentemente dalle proprie capacità, può raggiungere i propri sogni. La sua carriera è una testimonianza vivente del potere trasformativo della moda, che non è solo un settore di lusso, ma un mezzo per raccontare storie di resilienza, forza e speranza.
Oggi, Madeline Stuart non è solo una modella, ma un’icona globale, simbolo di una moda che abbraccia la diversità e celebra le differenze.
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Walmart annuncia l'uscita dalle iniziative Diversità Equità Inclusione
fine del woke
Walmart afferma che ‘individuerà e rimuoverà anche i prodotti inappropriati a sfondo sessuale e/o transgender commercializzati per i bambini’. Walmart ha annunciato lunedì di voler porre fine alle sue iniziative in materia di diversità, equità e inclusione (DEI). “Siamo in viaggio e sappiamo di non essere perfetti, ma ogni decisione nasce dal desiderio di promuovere un senso di appartenenza, di…
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Novità Libri: Adele e Oliver - Paul Sterling - Romanzo su Paralimpiadi, sport e disabilità. Prefazione di Eugenio Finardi con 50 frasi di famosi Campioni dello Sport - AEDE books
Adele e Oliver – Il vento dei sogni: il nuovo emozionante romanzo di Paul Sterling con prefazione di Eugenio Finardi. Adele e Oliver – Un libro intenso e appassionato sulla disabilità e sulle Paralimpiadi che celebra resilienza, diversità e inclusione con 50 frasi motivazionali di famosi Campioni Olimpionici, Paralimpici e Personalità dello Sport. Una coinvolgente storia sulla vita di una…
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'Il potere delle parole Inclusione vs Appartenenza'
La #diversità si riferisce alle differenze fisiche, mentali ed emotive di una forza lavoro. L’ #equità implica azioni intenzionali (politiche, processi e procedure) che garantiscono a tutti i dipendenti la stessa opportunità di svolgere al meglio il proprio lavoro. L’ #inclusione si riferisce a comportamenti intenzionali che coinvolgono tutti in modo significativo.
L’ #appartenenza fa un ulteriore passo avanti sul tema DE&I ed esamina come si sentono le persone mentre interagiscono con il resto dell’organizzazione. È uno stato mentale ed emotivo del sentirsi visti, apprezzati e supportati in base all’unicità di una persona.
Potete leggerne di più qui:
https://www.metissagesanguemisto.com/perche-conta-lappartenenza-piu-dellinclusione/
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Progetto NeWMALab 2024: l'arte come ponte tra inclusione ed espressione del femminile
Promosso e finanziato dal Comune di Napoli - Cultura, nell’ambito di Napoli Città della Musica, parte il progetto NeWMALab-Neapolitan World Music and Arts Lab, organizzato dall’associazione di promozione sociale Le Kassandre. NeWMALab 2024 è un’iniziativa sociale e culturale volta a favorire l'inclusione a creare un forte senso di comunità e solidarietà tra donne, che vada oltre le origini. NeWMALab mira a promuovere l'incontro tra diverse culture e comunità presenti sul territorio napoletano, utilizzando il linguaggio universale della voce e del corpo come strumenti di espressione e connessione. Progetto NeWMALab 2024 “Napoli Città della Musica non è solo spettacolo, ma anche inclusione, solidarietà, crescita condivisa” afferma il delegato del sindaco di Napoli per l’industria musicale e l’audiovisivo, Ferdinando Tozzi. “Con NeWMALab abbiamo scelto di partire dall’universalità della musica per promuovere il valore della diversità e il mutuo rispetto, invitare alla libera espressione di sé attraverso l’arte, contrastare ogni forma di violenza o discriminazione. Un impegno che caratterizza la proposta culturale dell’Amministrazione comunale, che supera l’intrattenimento per creare occasioni di riflessione e nuove strade per lo sviluppo personale e sociale”. Il progetto è concepito per offrire alle donne migranti, presenti sul territorio cittadino, e alle donne italiane, in particolare le utenti dei Centri Antiviolenza, un'opportunità unica di condivisione e crescita attraverso l'arte. NeWMALab non solo valorizza le tradizioni e le identità femminili in ambito artistico, creando uno spazio multiculturale, ma sostiene anche il processo di fuoriuscita dalla violenza e la ricostruzione dell'empowerment femminile. Attraverso il progetto, si intende inoltre sensibilizzare le donne migranti sulla conoscenza dei servizi presenti sul territorio napoletano, favorendo al contempo un percorso di emancipazione. "Il progetto NewMaLab è stato pensato in continuità con le attività che l'Associazione Le Kassandre porta avanti da 20 anni per contrastare la violenza di genere, attraverso il Centro Antiviolenza, mirando con questa iniziativa a valorizzare in tutti i campi, compreso quello artistico, l'espressione delle donne provenienti da differenti condizioni sociali e culturali" dichiara Elisabetta Riccardi, presidente emerita dell'associazione Le Kassandre ed ideatrice del progetto. Spettacolo Finale L'esperienza laboratoriale culminerà con uno spettacolo partecipato, che si terrà il 12 dicembre presso il Teatro Bolivar. Questo evento presenterà le proposte artistiche delle partecipanti ai laboratori, offrendo al pubblico uno spettacolo ricco di emozioni e significati, frutto di un intenso percorso di integrazione e scoperta culturale. NeWMALab 2024 rappresenta un'iniziativa significativa per il territorio napoletano, unendo donne di diverse provenienze in un percorso di crescita, solidarietà e scoperta reciproca. Fonte immagine di copertina: Ufficio Stampa Comune di Napoli Read the full article
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Paul Sterling "Adele e Oliver. Il vento dei sogni", AEDE Books Edizioni
Adele e Oliver – Il vento dei sogni: il nuovo emozionante romanzo di Paul Sterling con prefazione di Eugenio Finardi. Adele e Oliver – Un libro intenso e appassionato sulla disabilità che celebra resilienza, diversità e inclusione con 50 frasi motivazionali di famosi Campioni Olimpionici, Paralimpici e Personalità dello Sport. Una coinvolgente storia sulla vita di una bambina, ragazza e donna…
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Un mondo senza paura (Italiano e Inglese)
Un mondo senza paura
In un mondo che trema sotto il peso del silenzio,le ombre gridano storie di cuori spezzati.Ma nei volti delle donne, la forza si accende,un fuoco che brucia ogni catena nascosta. Sono mani che cullano, creano, resistono,sono voci che spezzano il vetro del buio.Ogni lacrima cade, ma non invano,ogni passo incerto traccia un sentiero nuovo. La violenza, un vento freddo che soffia crudele,non può…
#Alessandria today#amore e pace#amore e rispetto#cambiamento sociale#Diritti delle donne#Diversità#donne libere#educazione al rispetto#femminismo#forza delle donne#Forza Femminile#futuro senza paura#giustizia sociale#Google News#Inclusione#italianewsmedia.com#libertà femminile#lotta per i diritti#mondo senza paura#parole che ispirano#Pier Carlo Lava#poesia contro la violenza#poesia di ispirazione.#poesia emozionale#poesia italiana#poesia per il cambiamento#Poesia Sociale#protezione delle donne#Resistenza femminile#rispetto per le donne
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Il caso Harley Davidson fa scuola. Anche Jack Daniel’s abbandona le politiche woke. Dopo che la celebre azienda produttrice di motociclette ha annunciato di voler rinunciare alle politiche DEI (diversità, uguaglianza e inclusione), anche la famosa marca di whisky segue l’esempio. Ha optato per un passo indietro rispetto alla linea ultra-inclusiva. La società Brown-Forman Corp. che detiene il marchio ha confermato di aver cancellato tali programmi a causa delle crescenti pressioni da parte di giornalisti e politici conservatori statunitensi.
Woke addio: Jack Daniel’s come Harley Davidson
I manager hanno detto addio alla linea ultra-inclusiva di Jack Daniel’s. La dirigenza della Brown-Forman Corporation, la più grande azienda di vini e liquori negli Usa, ha inviato una lettera al personale. Rendendo noto che da ora in poi gli incentivi e gli obiettivi dei dipendenti saranno legati alle performance aziendali e non ai progressi in materia di diversità, uguaglianza e inclusività. La società che detiene Jack Daniel’s fa di più: non parteciperà più al “Corporate Equality Index”, che è un indice della Human Rights Campaign Foundation sul trattamento, nelle aziende, di dipendenti e consumatori Lgbt. La stessa decisione presa anche dalla Harley-Davidson.
Anche Jack Daniel’s, come Harly Davidson era finita vittima di proteste
“Il mondo si è evoluto, la nostra attività è cambiata e il panorama è cambiato radicalmente, in particolare negli Stati Uniti” si legge nella comunicazione riportata dal Telegraph e rilanciata dal Giornale. “Con queste nuove dinamiche in gioco, dobbiamo adattare il nostro lavoro per garantire che continui a guidare i risultati aziendali, riconoscendo al contempo in modo appropriato l’ambiente attuale in cui ci troviamo”. Come per Harley Davidson, Jack Daniel’s nelle ultime settimane era finita nell’occhio del ciclone della rete per la svolta legata a un iper-progressismo esasperato. Fondata più di 150 anni fa, la Brown-Forman in precedenza aveva collegato il 10 per cento della retribuzione ai progressi compiuti sugli obiettivi DEI. Poi per il timpore fondato di sabotaggi e reclami è arrivato il dietrofront. Gli inchini al politically correct sono un danno.
Le multinazionali americane hanno lanciato programmi del DEI sull’inda delle proteste del Black Lives Matter del 2020. Ma da tempo il “wokismo” esasperato ha sempre più suscitato divisioni e insofferenza, riporta il Daily Mail, che informa quanto tutto ciò stia diventando divisivo. I sostenitori delle politiche DEI affermano che tali programmi aiutano a portare più donne e minoranze nel mondo del lavoro e nelle università. Ma i critici dicono che troppo spesso si inneschino esclusioni, frenando le opportunità per gli uomini bianchi etero, anche quando sono candidati migliori. “Sebbene i sondaggi mostrino un ampio sostegno pubblico al DEI, gli elettori si oppongono anche al fatto che le aziende siano troppo coinvolte nella politica”.
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«Rich Ciolino è il tenero alieno che ha accompagnato Ghali a Sanremo 2024.»
«Rich Ciolino diventa un simbolo di inclusione e diversità, incarnando i valori di apertura mentale e accettazione dell’altro. Attraverso la sua presenza, il pubblico è invitato a guardare il mondo con occhi diversi, scoprendo la bellezza nelle differenze e l’importanza di abbracciare la diversità.»
«la tenerezza di quest’alieno ha conquistato non solo il palco di Sanremo, ma anche un posto speciale nei cuori del pubblico.»
#rich ciolino#ghali#ghali e rich#ghalich#casa mia#sanremo 2024#festival di sanremo#friendship#best friends#extraterrestrial best friend#besties#rich is so cute#rich sei proprio un tesorino#🩷🛸#i love you! 🩷🍃#🩵🩵🩵#🍉
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DIVERSITÀ E INCLUSIONE, SOCIAL AUT INAUGURA LA SALETTA
Con una tavola rotonda sul tema Progettare un paese inclusivo: rafforzare le reti sociali per costruire un futuro sostenibile sarà inaugurata la sede operativa di Social Aut a.p.s. nell’immobile La Saletta di via Volta. Il taglio del nastro è fissato domani, domenica 30 giugno, alle ore 18:30. Interverranno la vicesindaca e assessora al Welfare Maria Grazia Sodero, l’assessora al Bilancio e…
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Inclusione e Autonomia: La Storia e la Missione di PizzAut
PizzAut non è solo una pizzeria; è un’opportunità di futuro, una visione concreta di inclusione e autonomia per giovani autistici e per la società intera. Nata come associazione nel 2017 da un gruppo di genitori di ragazzi autistici, PizzAut è un progetto che va oltre la semplice sensibilizzazione e si trasforma in azione concreta, grazie al supporto e all’ispirazione del fondatore Nico Acampora, padre di un bambino autistico. In pochi anni, PizzAut è diventata un simbolo di inclusione sociale in Italia, mettendo in campo iniziative che mirano non solo a far conoscere il valore delle persone autistiche, ma anche a includerle pienamente nella vita lavorativa e nella società.
L’inclusione è il pilastro su cui si basa PizzAut. Inizialmente fondata come associazione di volontariato, ha visto nei suoi membri – genitori e sostenitori – un gruppo di sognatori che immaginano un mondo migliore, dove ognuno possa sentirsi accolto e valorizzato. Il 19 novembre 2017, l’associazione si è formalmente costituita come Onlus, con l’obiettivo di sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul tema dell’occupabilità delle persone autistiche. La strada scelta per realizzare questa missione è stata la pizzeria: semplice, familiare, alla portata di tutti, e soprattutto simbolo di convivialità e festa. La pizza diventa così non solo un piatto, ma un veicolo per nutrire l’inclusione sociale, attraverso il contatto diretto e la condivisione di esperienze.
Oggi, i ristoranti PizzAut sono completamente gestiti da ragazzi autistici, che lavorano fianco a fianco con alcuni neurotipici. Questo progetto non si limita a offrire formazione professionale ai ragazzi autistici, ma promuove un percorso completo di autonomia e crescita personale. Grazie all’AutAcademy, l’accademia formativa creata nel 2020, i ragazzi possono intraprendere un percorso di formazione che li prepara al mondo della ristorazione, ma non solo. L’AutAcademy offre circa 200 ore di formazione in aula e 100 ore di formazione pratica sul campo. Questo approccio innovativo punta non solo a migliorare le competenze lavorative, ma anche a sviluppare abilità relazionali e di gestione dell’imprevisto, elementi fondamentali per costruire una reale inclusione.
Un altro aspetto importante del progetto di PizzAut è l’impegno verso l’autonomia abitativa. Con le Palestre di Autonomia Abitativa, i ragazzi e le ragazze autistici possono avvicinarsi a una vita indipendente, apprendendo le competenze quotidiane necessarie per gestire una casa, dalla cura del sé alla gestione degli spazi. L’obiettivo è di garantire una vita dignitosa anche nel “dopo di noi,” senza relegare questi giovani a istituti o strutture chiuse. Si tratta di un’opportunità di inclusione e crescita che consente loro di vivere una vita piena e autonoma, permettendo di sognare un futuro di vera indipendenza.
Ma l’inclusione promossa da PizzAut non si limita ai suoi ristoranti. Grazie ai Truck Food e al PizzAutobus, l’associazione è riuscita a portare il suo messaggio di dignità e inclusione in piazze, scuole, aziende e eventi pubblici. Durante la pandemia, il PizzAutobus ha permesso di continuare a operare, portando pizze e inclusione nelle case delle persone. Questo servizio è diventato non solo un’opportunità per restare attivi in un momento difficile, ma anche un simbolo di resilienza e determinazione. Oggi, il PizzAutobus offre un servizio catering per aziende e eventi speciali, portando ovunque il messaggio di un mondo migliore, fondato sull’inclusione e sulla valorizzazione della diversità.
Un altro importante obiettivo di PizzAut è sensibilizzare il mondo aziendale al tema dell’inclusione. Con il format “Un assaggio di PizzAut,” l’associazione coinvolge imprese che vogliono promuovere politiche di Diversity & Inclusion, dimostrando che l’inclusione delle persone autistiche può essere un valore aggiunto per le aziende stesse. In questo modo, PizzAut non solo promuove l’inclusione a livello lavorativo, ma contribuisce anche a diffondere una cultura del rispetto e dell’accoglienza delle differenze.
La storia di PizzAut è fatta di sfide e successi, come l’apertura del primo ristorante a Cassina de’ Pecchi nel 2021, seguito dal secondo a Monza nel 2024. Quest’ultimo è stato inaugurato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un riconoscimento importante che sottolinea il valore del progetto e la sua rilevanza sociale. Entrambi i locali offrono un menù fatto di qualità e dignità, dove la fretta non è di casa, e ogni pasto diventa un’occasione per fare del bene e per nutrire l’inclusione.
PizzAut è molto più di una pizzeria; è un movimento che vuole cambiare la percezione della disabilità nella società. Attraverso la formazione, il lavoro e l’autonomia abitativa, il progetto permette ai giovani autistici di sperimentare una reale inclusione, sviluppando competenze e acquisendo fiducia in sé stessi. L’inclusione, per PizzAut, non è solo un obiettivo, ma un valore fondamentale che si riflette in ogni aspetto del progetto, dalle attività formative fino agli eventi in giro per l’Italia.
Sostenere PizzAut significa contribuire alla costruzione di un futuro inclusivo, dove ogni persona, indipendentemente dalle sue capacità, possa trovare il suo posto nella società. Con una donazione, è possibile dare più forza alla missione di PizzAut, aiutando l’associazione a continuare a offrire dignità e opportunità ai ragazzi autistici. PizzAut ci ricorda che un mondo migliore è possibile, e che l’inclusione è la chiave per costruirlo insieme.
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Walmart annuncia l'uscita dalle iniziative Diversità Equità Inclusione
Addio al woke
Walmart afferma che ‘individuerà e rimuoverà anche i prodotti inappropriati a sfondo sessuale e/o transgender commercializzati per i bambini’. Walmart ha annunciato lunedì di voler porre fine alle sue iniziative in materia di diversità, equità e inclusione (DEI). “Siamo in viaggio e sappiamo di non essere perfetti, ma ogni decisione nasce dal desiderio di promuovere un senso di appartenenza, di…
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