#Detrazioni Fiscali
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Cambio dell’ora: Il ritorno dell’ora solare e i suoi effetti su persone e industrie. Di Alessandria today
Come l'ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali.
Come l’ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali. Il ritorno dell’ora solare è previsto per la notte tra il 26 e il 27 ottobre 2024, quando le lancette andranno spostate indietro di un’ora. Oltre a modificare il ciclo di luce naturale, questo cambiamento stagionale può avere effetti concreti sui consumi energetici, sulle abitudini quotidiane e…
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ECOBONUS: AUMENTO DE LA DEDUCCIÓN
BENEFICIOS ECOBONUS Y MAXI Maxi facilitación para reactivar la construcción, con posibles efectos económicos beneficiosos de más de 20.000 millones en año y medio. Pero es necesaria la atención del consumidor. De hecho, los gastos a partir del 1 de julio podrán acogerse alEcobonus incrementado hasta el 110%, que será deducible fiscalmente durante cinco años. Y las intervenciones como la…
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Superbonus 2023, tutte le novità
Dalle nuove aliquote di detrazione alle diverse regole per condomini e villette, ecco tutte le novità per accedere al Superbonus nel 2023 Con il Decreto Aiuti Quater e le successive modifiche apportate alla Legge di Conversione al Decreto, ci sono nuove regole per il Superbonus. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Le novità del Superbonus per le villette
La scadenza prevista del Superbonus 110%, per le villette autonome, era fissata al 30 giugno 2022. Successivamente è stata prorogata al 31 dicembre 2022, ma solo per gli edifici che, al 30 settembre 2022, avessero svolto almeno il 30% dei lavori. Oggi, con il Decreto Aiuti Quater, la scadenza per chi ha raggiunto il 30% è stata ulteriormente prorogata al 30 Marzo 2023. Inoltre, sempre per le villette autonome, è stato previsto il Superbonus al 90% anziché al 110% . La detrazione spetta alle medesime tipologie di interventi ma a condizioni che riducono la platea di chi può usufruirne. Infatti, il beneficiario della detrazione deve essere proprietario o usufruttuario della casa che intende ristrutturare con il Superbonus. Non è pi sufficiente, come prima, essere l’affittuario, il comodatario o semplicemente il familiare convivente. Inoltre, deve essere la sua abitazione principale. Un’altra importante novità riguarda il reddito del nucleo familiare, che deve essere inferiore ai 15.000 €. Rispetto ad altre agevolazioni collegate all’ISEE, il parametro di riferimento si basa sul quoziente familiare. In parole semplici, è necessario sommare il reddito lordo percepito da ciascun componente della famiglia. Il totale andrà poi diviso, a seconda dei suoi componenti, per un quoziente così stabilito: - il contribuente pesa per 1, così come il coniuge o convivente; - un solo familiare a carico vale 0,5 - due familiari pesano per 1 - da tre o più familiari a carico il valore è 2 La cessione del credito In questo modo è chiaro che le persone interessate al Superbonus difficilmente riusciranno a recuperare la detrazione fiscale direttamente nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, non tutti hanno la disponibilità economica per affrontare i costi di una ristrutturazione. Il Superbonus funzionerà solo se le banche riprenderanno l’acquisto di crediti dei Bonus e le aziende potranno quindi applicare nuovamente lo sconto in fattura. In questo modo i privati potranno accedere al credito in banca mediante un prestito con successiva cessione del credito.
Superbonus 2023 per condomini, ecco le nuove regole
A partire dal 1 gennnaio 2023, per i condomini il Superbonus passa dal 110 al 90%. Appartengono a questa categoria i palazzi con molti appartamenti, le palazzine con 2 o massimo 8 proprietari, ma anche edifici con 2 o 4 unità abitative la cui proprietà e di un unico soggetto o di una comproprietà di più persone. La riduzione della detrazione ha cambiato i piani finanziari di tutti quei condomini che avevano già approvato i lavori sulla base della precedente normativa. Il governo ha comunque dato la possibilità di mantenere la detrazione del 110% per il 2023, solo per chi ha presentato la “Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata al Superbonus” entro il 25 novembre 2022 o il 31 dicembre 2022.
Bonus Casa
Restano invece confermati fino al 2024 gli altri Bonus Casa. Via libera dunque alla detrazione del 50% sulla ristrutturazione, oppure l’Ecobonus tra il 50% e il 65% a seconda dei lavori eseguiti. Read the full article
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Governo Meloni ha fatto un regalino di fine anno… Non ai disabili, però, ma a suo cognato.
Dopo aver tagliato 400 milioni per le persone con disabilità, adesso ha eliminato anche le detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione che servono ad abbattere le barriere architettoniche (un supporto fondamentale per rendere gli spazi della quotidianità accessibili, come dovrebbe essere per garantire una maggiore autonomia e indipendenza).
Mancanza di fondi? Macché, solo questione di scelte e di priorità: nel frattempo, infatti, sono spuntati ben 2 milioni di euro in più per aumentare lo staff del Ministro dell’Agricoltura, così da permettere al cognato della Premier di assumere figure a lui fedeli attraverso una modifica della Legge di bilancio.
Beh, come si dice in questi casi? Buon anno nuovo? Per qualcuno sicuramente, ma non per le persone più fragili…
@ Iacopo Melio
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NO NON CI PAGHERANNO LE PENSIONI - il basso livello dei redditi medi degli stranieri (13.000€ anno) comporta che non versano imposte e non contribuiscono al sostegno della fiscalità generale.
Inoltre, avendo tipicamente nuclei familiari numerosi (con la possibilità di autocertificare i figli che vivono all’estero, circostanza molto difficile da verificare), ciò consente detrazioni fiscali e la percezione di assegni familiari, l’accesso prioritario rispetto agli italiani a molte integrazioni al reddito, quali i contributi all’affitto, gli alloggi popolari, gli asili nido.
Il che significa una differenza tra quanto versano e quanto usufruiscono per titoli di sanità e di altri servizi e assistenze, con uscite di circa 16 miliardi a carico del bilancio pubblico (...). Da ciò si evince quanto sia falsa e infondata la tesi che “gli immigrati ci pagano le pensioni”, semmai sono un onere rilevante.
Tra l’altro, gli immigrati si avvalgono del diritto di inviare nei loro Paesi di provenienza parte dei guadagni: sono circa 5 miliardi l’anno che non vengono spesi nel territorio italiano e nella sua economia. (...) Inoltre, l’immigrato che fa ritorno nel proprio Paese (...) chiede i trasferimenti dei contributi versati in tale Stato. (...)
Tutte le nazioni del mondo, circa l’ingresso degli immigrati, pretendono il possesso preventivo di un contratto di lavoro: ad esempio Regno Unito, Canada, Usa, Australia (...). Si può aderire online e partecipare a un’intervista o a un colloquio da remoto in videoconferenza. Anche l’Italia ha simili liste quantificate in quote. Come mai coloro che giungono sui barconi, tutti dotati di cellulare, invece di farsi traghettare dalle Ong non accedono alle liste del Ministero Interno e si mettono in contatto con i datori di lavoro, per un colloquio online? Non hanno i requisiti? Allora non possono entrare.
Evidentemente (...) ci sono interessi per favorire l’ingresso illegale di migranti, (...) un sistema di fondi e contributi che arricchiscono organizzazioni e soggetti coinvolti nel miliardario affare della cosiddetta accoglienza (il famoso "business più lucroso del traffico di droga", cit. un protagonista della prima ora, Buzzi)
Solo in Italia si consente l’ingresso di stranieri che non sono in grado di mantenersi ed entrano senza alcun reddito o patrimonio. (...)
(G)li altri Paesi (...) intendono attrarre immigrati che vogliono scambiare lavoro in cambio di una retribuzione, non una immigrazione finalizzata allo sfruttamento dello Stato sociale (...). Senza questa clausola di salvaguardia il Paese si sta trasformando in una sorta di bancomat al servizio delle popolazioni mondiali bisognose, rendendo insostenibile la spesa pubblica, il welfare e l’equilibrio dei conti pubblici.
da https://opinione.it/politica/2023/09/28/elena-vigliano_migranti-pensioni-welfare-contribuenti-reddito/
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Un conto sarebbe stato prevedere sgravi fiscali per le famiglie (anche coppie non sposate) con figli piccoli, un conto è tassare i single. Con quest'ultimo provvedimento lo Stato penalizza chi fa la scelta di vita di non sposarsi e di non avere figli, ed anche chi, pur volendoli, non li ha potuti avere. Più che una manovra di bilancio questo provvedimento mi ricorda la tassa sul celibato introdotta dal fu Benito Mussolini.
Inoltre, se vuoi fare le cose per bene e garantire un supporto economico alle giovani coppie, non devi dare loro un bonus una tantum, ma un introito continuativo per anni , perché i figli costano, e costano molto.
Ciò puoi farlo solo in due modi: o stanziando per ciascun bambino una cifra mensile fino alla sua maggiore età, oppure garantire ai genitori un lavoro ben pagato e la possibilità di occuparsi del proprio figlio, soprattutto quando è piccolo, percependo una percentuale alta dello stipendio, senza perdere il lavoro.
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La recente legge di bilancio approvata dal Parlamento ha introdotto significative modifiche al sistema delle detrazioni fiscali, colpendo in particolare il ceto medio-alto, ossia i contribuenti con redditi superiori ai 75.000 euro. Tra le novità più importanti c'è l'implementazione di un principio di quoziente familiare, volto a sostenere le politiche contro l’inverno demografico. In particolare, per i soggetti con reddito oltre 75.000 euro, le detrazioni saranno calcolate moltiplicando una somma di base per un coefficiente che dipende dal numero di figli a carico. L'importo base stabilito è di 14.000 euro per i redditi tra i 75.000 e i 100.000 euro, e di 8.000 euro per coloro che superano i 100.000 euro. Il coefficiente varia: è di 0,50 se non ci sono figli, 0,70 con uno, 0,85 con due, e 1 con più di due figli o con almeno un figlio disabile. Sono previste alcune esclusioni dal calcolo del totale degli oneri e delle spese deducibili. Tra queste, le spese sanitarie detraibili, gli investimenti in startup innovative e quelli nelle piccole e medie imprese innovative non sono inclusi nel computo. Questo significa che, per i redditi che vanno da 75.000 a oltre 100.000 euro, le detrazioni non saranno influenzate da queste spese specifiche, mantenendo inalterata la loro detraibilità. Queste modifiche mirano a una maggiore equità fiscale e a incentivare le politiche familiari, ponendo l'accento sul supporto alle famiglie e sulla necessità di affrontare le sfide demografiche del paese. Tuttavia, il rischio è che i contribuenti con redditi più elevati possano vedere ridotte le loro detrazioni, aumentando quindi il carico fiscale su questa fascia di popolazione. In sintesi, la legge di bilancio apporta cambiamenti significativi al sistema di detrazioni fiscali, proponendo un nuovo modello di calcolo che tiene conto del numero di figli, con l'obiettivo di favorire le famiglie e contrastare il declino demografico, ma al tempo stesso stringendo le maglie per il ceto medio-alto.
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🛑 Caldaie a combustibili fossili, stop agli incentivi
👉 La bozza di Legge di Bilancio 2025 approvata alla Camera sancisce lo stop alle detrazioni fiscali per le caldaie uniche alimentate a combustibili fossili
#LavoriPubbliciNews
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Stop alle detrazioni fiscali per le caldaie a gas
Dal 2025, in Italia non sarà più possibile ottenere detrazioni fiscali (ecobonus o bonus ristrutturazioni) per l’acquisto e l’installazione di caldaie a gas. Continue reading Stop alle detrazioni fiscali per le caldaie a gas
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Bonus Mobili ed Elettrodomestici 2025: Guida Completa alle Detrazioni Fiscali
Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è stato prorogato anche per il 2025, offrendo ai contribuenti la possibilità di beneficiare di una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi destinati ad arr
Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è stato prorogato anche per il 2025, offrendo ai contribuenti la possibilità di beneficiare di una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici nuovi destinati ad arredare immobili oggetto di ristrutturazione. Chi Può Beneficiare del Bonus? Possono richiedere il bonus i contribuenti che: Hanno avviato…
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Detrazioni Fiscali e Novità nella Legge di Bilancio 2025: Cosa Cambia per i Contribuenti Italiani
Detrazioni Fiscali e Novità nella Legge di Bilancio 2025: Cosa Cambia per i Contribuenti Italiani Introduzione: La Nuova Legge di Bilancio e l’Inatteso Bonus di 260 Euro La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto numerose novità fiscali, destinate a modificare il sistema di tassazione e a offrire vantaggi a specifici gruppi di contribuenti. Tra queste novità, emerge una detrazione fiscale di 260…
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Ieri in farmacia, mentre stavo pagando i miei acquisti, ho notato una scatola per le offerte con scritto "Donazioni per la Ricerca" e mi è venuto in mente con rabbia la parte di Welfare italiano e le donazioni da parte di politici "spontanee" che finisce ad ingrassare una setta di sciamani (la Chiesa Cattolica), invece di essere correttamente impegnata per aumentare la ricchezza procapite dei cittadini in forma di sconti fiscali, detrazioni, incentivi, servizi pubblici eccellenti.
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Oggi assistiamo ad un trend di denatalità che interessa tutte le nazioni sviluppate, (...) le differenze tra le nazioni come Francia e Svezia che si sono più date da fare (...) (tassi di fertilità rispettivamente di 1,86 ed 1,66) ed i Paesi che sono in ritardo su questo fronte come è certamente l’Italia (tasso fermo all’1,24), si limitano a pochi punti decimali (sufficienti comunque a passare da un declino gentile ad un precipizio). [Senza considerare che il delta è in gran parte dovuto a "risorse" che portano altri problemi, ndr]. (...)
Le vie tradizionali delle politiche familiari che (...) ruotano attorno a trasferimenti in denaro (detrazioni fiscali, assegni familiari) o in fornitura di beni e servizi (asili nido gratuiti, congedi parentali) sembrano inefficaci (il caso estremo è Singapore che, nonostante disponga delle politiche nataliste più generose di tutta l’Asia, è fermo ad un tasso di fertilità pari a 1,1).
Forse è giunto il tempo di individuare politiche più audaci, che non si limitino a rendere meno costosa la scelta di avere figli, ma siano piuttosto riforme strutturali (...) per promuovere un ambiente davvero favorevole alla crescita demografica e alla prosperità delle famiglie.
Un articolo scientifico del demografo Paul Demeny, pubblicato nel 1986 con il titolo Politiche pronataliste per Paesi a bassa fertilità, si poneva in maniera innovativa queste stesse domande. Cercando di tenersi egualmente distante dai pericoli di un certo radicalismo utopico e dall’assistenzialismo estremo, Demeny mette sul piatto quattro proposte radicali, che superano l’approccio del mero abbattimento del costo di fare figli e rimettono al centro della questione della natalità la famiglia, il cui ruolo sociale va vigorosamente ricuperato dopo decenni di marginalizzazione.
Solo famiglie forti e stabili - secondo Demeny sono in grado di invertire i trend demografici negativi che stanno travolgendo tutto il mondo sviluppato.
- Una prima proposta (...) è quella di parametrare le prestazioni pensionistiche future alle scelte di fertilità attuali. (...) La tesi di fondo è che senza un sistema pensionistico i lavoratori generino i figli come forma di autoassicurazione per i tempi in cui non saranno più in grado di lavorare (funzionava così anche qui fino alla guerra mondiale), mentre in presenza di un sistema pensionistico universale a riparto, come quello italiano, i figli generati oggi saranno i contribuenti che pagheranno le pensioni di domani anche a coloro che oggi decidono di non avere figli. Insomma, gli economisti parlerebbero di benefici pensionistici futuri pubblici e non escludibili a fronte di costi di crescere figli che rimangono privati; di qui il problema della sottoproduzione, tipico dei beni pubblici.
L’idea di Demeny di agganciare le prestazioni pensionistiche future alle scelte di fertilità attuali riallineerebbe i costi attuali ai benefici futuri e, quindi, indurrebbe scelte di fertilità ottimali. La proposta di Demeny ha già avuto qualche labile eco nella scelte pubbliche. Pensiamo alla discussione recente sulla possibilità di ridurre i requisiti pensionistici per le donne che hanno avuto figli, prevista da Opzione Donna. Rispetto a questa iniziativa, l’intuizione di Demeny suggerisce di non guardare alle scelte di fertilità passate, sulle quali non si può più incidere, ma alle scelte prossime, in vista di pensioni future. Inoltre, le scelte di fertilità riguardano entrambi i genitori, pertanto l’incentivo dovrebbe essere offerto a entrambi, a fronte di un impegno duraturo nel tempo rispetto alla crescita dei figli. Questa prospettiva fa salve le finanze pubbliche nell’immediato, perché nessun incentivo deve essere speso, perché se l’incentivo è efficace, una più alta fertilità permetterà di sostenere il sistema pensionistico.
- Un'altra proposta (...) riguarda rendere il suffragio davvero universale, estendendo il voto anche a quella parte importante della popolazione che ancora ne è priva. (...) La proposta è quella di introdurre il voto fiduciario dei bambini, esercitato attraverso i genitori (fino ai 18 anni o anche meno). Questo meccanismo rafforzerebbe il ruolo delle famiglie e delle future generazioni nel sistema politico decisionale e la conseguente allocazione delle risorse pubbliche (...). Del voto alla Demeny - per la verità già Antonio Rosmini ne aveva parlato a metà 800 - si discute per ora solo a livello accademico (...). Sarebbe (interessante) sperimentarne la sua efficacia in qualche contesto decisionale minore (amministrazioni locali etc.), al fine di poterne misurare l’efficacia (...).
- Un’ulteriore proposta radicale (...) concerne l’incorporazione della famiglia. (S)ignifica considerare la famiglia come un'unità economica interconnessa, simile a un'azienda, in cui i ricavi (salari, rendite, pensioni) sono considerati una risorsa di proprietà della famiglia stessa e non dei singoli coniugi. In Italia è già previsto il regime patrimoniale della comunione dei beni, che però è opzionale e concerne solo i beni acquistati dai coniugi insieme o individualmente durante il matrimonio. La proposta di Demeny estende il regime di comunione anche ai redditi, con l’idea che questa condivisione profonda delle risorse rafforzi in particolare modo la posizione della donna (...) e consenta alle potenziali madri di affrontare con più serenità i rischi connessi agli investimenti specifici della maternità.
- Infine, l’ultima delle idee “dirompenti” di Demeny concerne il rafforzamento della responsabilità e dell’autorità dei genitori (riguardo le scelte educative) (...). Demeny riteneva infatti che lo Stato “balia”, il quale ha l’ambizione di sostituire integralmente le funzioni genitoriali -inclusa quella educativa-, ha finito con il rendere ridondante il bisogno e l’ambizione di costruire una famiglia.
(P)otrebbe pertanto essere auspicabile rafforzare la responsabilità e l'autorità dei genitori sull’educazione dei figli attraverso l'implementazione di voucher che promuovono la competizione tra istituzioni scolastiche e restituiscono il controllo sull'educazione dei figli ai genitori stessi, oltre a favorire un miglioramento complessivo della qualità dell'istruzione e dell'ambiente educativo.
Certo, ciascuna di queste quattro proposte è a suo modo impegnativa (...) con ramificazioni legali sono profonde fino a toccare la Costituzione stessa.
Tempi difficili necessitano però di proposte radicali e le sfide che l’inverno demografico (...) non possono essere affrontate con le consuete (...) politiche basate su incentivi economici volti a compensare il mero costo dei figli.
Non avrei mai pensato di rebloggare un articolo di Avvenire ma stavolta è profondamente LIBERTARIO E MINARCHISTA (minimizzare il ruolo dello Stato, tornare alle famiglie), probabilmente a sua insaputa, via https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/voto-ai-figli-pensioni-ponderate-idee-audaci-contro-la-denatalit
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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha autorizzato la presentazione del disegno di legge di Bilancio in Parlamento, che conta 144 articoli e affronta temi come il cuneo fiscale, le pensioni, il turismo, la crisi idrica, le imprese e le scuole. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha auspicato un’adozione della legge entro il 28 dicembre, preferibilmente prima di Natale, chiedendo di contenere il numero degli emendamenti presentati. La proposta prevede l’aumento della pensione minima a 617,89 euro per il 2025, con una perequazione inflazionistica dell’2,2%. Per le detrazioni fiscali, si introduce una riforma del quoziente familiare per nuclei con redditi superiori ai 75.000 euro. È creato un bonus bebé di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato entro il 2025, destinato a famiglie con ISEE non superiore ai 40.000 euro. Inoltre, il bonus mamme lavoratrici è esteso alle madri autonome, con un esonero contributivo limitato ai redditi fino a 40.000 euro. Si prevedono anche misure di sostegno per gli asili nido e un incremento della spesa per il pagamento delle rette. Il ddl Bilancio amplia il congedo parentale retribuito fino all’80% per tre mesi e introduce fringe benefit esenti da tassazione per affitti e utenze dei dipendenti. Per il settore sanitario, il finanziamento aumenta di oltre 1,3 miliardi di euro nel 2025 e prevede misure specifiche per le regioni virtuose nel trattamento delle liste d'attesa, con somme destinate a migliorare l’efficacia dei servizi sanitari. È prevista una tassazione sulle criptovalute al 42% per le plusvalenze. Per il pubblico impiego, sono previsti 10,85 miliardi per il rinnovo contrattuale triennale, con possibilità di trattenere in servizio anziani oltre i 70 anni per esigenze particolari. Viene introdotto un fondo di 1,5 miliardi per la ricostruzione post calamità e si prevede l’approvazione del Piano casa Italia entro sei mesi. Infine, viene destinato un importo di 110 milioni per sostenere lo sviluppo del turismo nel 2025, favorendo la digitalizzazione e sostenibilità del settore.
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