#riduzione consumi
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Risparmiare sui costi del riscaldamento: accendere i termosifoni in modo intelligente
Con l'arrivo dell'inverno e l'accensione dei termosifoni, le famiglie italiane si preparano a un aumento dei costi del gas.
Con l’arrivo dell’inverno e l’accensione dei termosifoni, le famiglie italiane si preparano a un aumento dei costi del gas. Nel 2024, la spesa media stimata è di circa 1.144 euro per famiglia, ma con alcuni accorgimenti si può risparmiare. Tra le strategie più efficaci ci sono: ridurre la temperatura di un grado, che può far risparmiare fino a 100 euro all’anno, e ridurre l’orario di accensione…
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Vorrei provare a fare una riflessione semplice su un tema, a mio parere, enorme. Le principali banche italiane hanno registrato utili nel 2023 per 43 miliardi di euro, con un incremento del 70% sull'anno precedente, quando già avevano raggiunto il risultato ultra positivo di 25,4 miliardi di euro. La riflessione semplice è questa: ma come è possibile che in un paese in cui il Pil fatica ad arrivare ad una crescita dell'1%, dove i salari hanno perso dal 10 al 20% del proprio potere d'acquisto e dove i consumi stagnano, le banche facciano utili stellari? La risposta, penso, è altrettanto semplice. I loro utili dipendono dalla differenza fra i tassi praticati sui prestiti e quelli pagati ai risparmiatori, e da una significativa riduzione del personale; in sintesi, massicci prepensionamenti. Dunque, le banche hanno ben poco a che fare con l'economia reale. Anche per altre due ragioni. La prima è costituita dalla crescente natura finanziaria del credito bancario che privilegia in maniera evidente gli acquisti di titoli finanziari, magari delle proprie azioni ed obbligazioni per remunerare meglio i propri principali azionisti, che sono i grandi fondi finanziari. La seconda ragione è che gli istituti di credito, al di là dei proclami, hanno una tassazione che oscilla fra il 10 e il 30%. In breve, le banche fanno utili incredibili sui tassi di interesse, pagano profumatamente i propri super azionisti, costituti dai fondi, e ben poco le imposte. Dimenticavano pagano stipendi stratosferici ai propri manager.
(Alessandro Volpi)
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RIVOLUZIONE NEI VOLI AEREI: RISPARMIATI 90 MILIONI DI KG DI CARBURANTE
L’Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo ENAV ha introdotto una nuova procedura di traiettorie dirette che rivoluziona le rotte negli spazi aerei e che stabilisce procedure che permettono di attraversare i cieli nazionali italiani con percorsi diretti, eliminando la rete di rotte tradizionali e riducendo i tempi di volo.
Questa procedura denominata free route sarà applicata a tutti i voli sopra i 6.500 metri ed è stata resa possibile grazie all’introduzione di nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale. “I piloti, nel piano di volo, possono ora indicare solo un punto di ingresso e un punto di uscita dello spazio aereo italiano, tracciando una linea diretta tra questi due punti” spiega Vincenzo Smorto di Enav. Questa modalità rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla tradizionale rete di aerovie predeterminate e pone Enav all’avanguardia in Europa. Questa innovazione sarà obbligatoria per i voli in tutta Europa entro la fine del 2025; l’Italia ha anticipato notevolmente i tempi di introduzione di questa riforma e grazie all’introduzione di traiettorie dirette nello spazio aereo italiano, gli aerei risparmieranno complessivamente circa 90 milioni di kg di carburante solo quest’anno.
Questa nuova procedura permette a una riduzione dell’equivalente di circa 285 milioni di kg di CO2 emessi nell’atmosfera. La free route non solo aiuta a combattere il cambiamento climatico ma comporta anche un notevole risparmio economico per le compagnie aeree. Ottimizzando i tempi di volo e semplificando la pianificazione dello spazio aereo, i consumi di carburante e i relativi costi possono essere significativamente ridotti.
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Fonte: ENAV; Adnkronos; foto di Nur Andy Ravsanjani Gusma
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Due calcoli della serva - ditemi se sbaglio eh.
Ipotizziamo che le batterie delle auto elettriche abbiano una capacità media di 50kWh (oggi poche ci arrivano), con consumi medi di 5km/kWh (poche superano i 7km/kWh: dipende anche da fattori esterni tipo salite/discese e temperatura esterna). Da cui una autonomia massima teorica di 250km con un "pieno" elettrico; un'auto a motore termico ne fa il triplo ma pace, fingiamo pure che ciò stia bene alla metà degli utenti.
Ipotizziamo quindi che, senza pianificatori europei del cazzo, su base "di mercato" (solo aiutini tipo divieti e limitazioni di transito), si arrivi a un certo punto a elettrificare 20 milioni di mezzi, metà del parco auto circolante italiano oggi.
Un'auto in media fa 20.000km/anno, circa 50km/giorno. Significa che serviranno 20m*20k/5 = 80TWh di potenza elettrica aggiuntiva media annua. Oggi in Italia si consumano circa 300TWh totali di elettricità (2021): significherebbe aggiungere +25% ai consumi elettrici. Altro che risparmi. Fattibile? Spoiler: non credo (btw, da tale numero si capisce l'enfasi verso la delocalizzazione industriale e la riduzione dei consumi con scuse varie guerresche).
La vera domanda da farsi sarebbe, si può fare in modo green, altrimenti è una presa per i fondelli? Oggi in Italia si producono circa 25TWh da fonti rinnovabili (fonte Gse). Quindi servirebbe aggiungerne più del triplo.
Dice sia fattibile: vedi Germania che ne produce oltre 130TWh. Crediamoci, intanto però là aumenta il consumo di carbone; mobilitiamoci (tosando le burofurerie locali che rallentano tutto, mica solo gli impianti rinnovabili). Resta da gestire il problema cogente del bilanciamento di potenza (fv e vento non sono costanti) e dei picchi di domanda che so, a pasquetta e ferragosto. A proposito di green, ci sono le centrali nucleari alla francese; solo ne servirebbero diverse, diciamo: le più potenti generano 1.6GW di potenza, cioè producono meno di mezzo TWh in un anno.
Sin qui i conti facili, meno costosi. Lasciamo pur stare come si fa approvvigionare tutto il litio cobalto terre rare che serve ( e i relativi costi socio-ambientali); lo scoglio finale è portare tutta quella potenza capillarmente fino alle colonnine, ai garage nei condo. Si fa col fv sui balconi? In contemporanea con lo switch dai riscaldamenti a gas alle pompe di calore elettriche? Ciao core.
Fingiamo pure che i prezzi della auto elettriche scendano un po' all'aumentare dei volumi venduti (toh, il tanto vituperato "mercato"); in ogni caso, per quanto detto sinora, mi sa che è TUTTO UN BARBATRUCCO PER APPIEDARNE UN BEL PO'. Il che, pensando alle Karen con la Yaris, in fondo confesso non sia prospettiva che mi dispiaccia più che tanto.
In realtà stan dicendo: "Vieni, vieni in città, che stai a fare in campagna?" (cit.). Come foste contadini cino-indiani o allevatori nigeriani (questi ultimi aiutati a decidere da un po' di terrorismo islamico); come fecero del resto coi nonni meridio-polesani trapiantati a Torino e Milano. Perché in città ci stanno i Trasporti Pubblici efficenti (per andare da dove dican loro a dove voglian loro), la Sanità e le Squole (stipendifici maximi), i riscaldamenti centralizzati (cioè spegnibili: chiedere ai malcapitati quest'inverno) e i monopattini a nolo.
Gli zombie sinistri godono: si torna al Lumpen Proletariat, alle periferie straccione ma stavolta non per produrre facendo vivere una generazione o due nella merda, sperando di meglio per figli e nipoti: é per NON consumare, NON fare figli ed eliminare i vecchi (ma non gli Schwab o gli utili idioti alla Mattarella, tutti con 80+ anni).
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Solbiate Olona Comune per la sostenibilità e l’efficienza energetica
Il Comune di Solbiate Olona ha partecipato al Bando "Avviso C.S.E. 2022 - Comuni per la sostenibilità e l’efficienza energetica" per la concessione di contributi a fondo perduto per la realizzazione di interventi di efficienza energetica anche tramite interventi per la produzione di energia rinnovabile negli edifici delle Amministrazioni comunali". Dopo aver completato la posa dei pannelli fotovoltaici sul Municipio, ecco il progetto che riguarda il Plesso Scolastico Aldo Moro, sito in via Martiri della Libertà 2 con l' INSTALLAZIONE DI NUOVE CALDAIE A CONDENSAZIONE (Delibera di Giunta N. 81 del 08-08-2023)
PNRR - Programma Operativo Nazionale Impesa e Competitività 2014 - 2020 - Asse VI “Promuovere il superamento degli effetti della crisi nel contesto della pandemia di COVID-19 e delle sue conseguenze sociali e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente dell’economia”, obiettivo specifico RA 4.1 “Riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili” Finanziato con le risorse del programma Europeo REACT EU P.S. Ricordiamo che attraverso un altro bando regionale erano già stati installatti i pannelli fotovoltaici sia sul tetto della Scuola Media sia sulla palestra
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Miliardi in cocaina dal Sud America all'Europa
Cocaina, produzione record dalla Colombia: così narcos e broker si coprono d’oro. La produzione complessiva nel triangolo sudamericano ha superato 2.800 tonnellate. Consumi e guadagni alle stelle. Gli arresti non fermano il business. Un momento d’oro per i narcotrafficanti di cocaina, un’agonia mortale per il resto del mondo. Nonostante gli arresti dei broker e dei signori della droga si succedano rapidamente – gli ultimi a cadere tra le fila degli italiani sono stati due personaggi legati alla camorra che vivevano nel lusso in Colombia, per non parlare di Ismael Zambada García, detto “el Mayo”, arrestato il 25 luglio 2024 in un aeroporto privato a El Paso nel Texas con Joaquin Guzman Lopez, figlio del “Chapo” – tutto prosegue come se nulla fosse. Qui Colombia Basta dare un’occhiata all’ultimo report appena dato alle stampe dall’Agenzia antidroga (Unodc) dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu), partendo proprio dalla Colombia, terra di narcos e broker della ‘ndrangheta e maggiore produttore di cocaina al mondo (circa il 65% del totale). Il 18 ottobre l’Agenzia scrive che la coltivazione di coca è aumentata del 10% nel 2023, raggiungendo i 253mila ettari, mentre la potenziale produzione di cocaina ha raggiunto le 2.664 tonnellate. Quest’ultimo dato equivale a un potenziale aumento del 53% della produzione di cocaina rispetto al 2022 e segna il decimo anno consecutivo (dal 2013) in cui le stime della potenziale produzione sono aumentate. Gruppi armati La maggior parte della coca è prodotta in territori ad accessibilità limitata tuttavia l’indagine ha rilevato che il numero di ettari piantati entro 12 km da un centro popolato è cresciuto da circa 189mila ettari nel 2022 a circa 209mila ettari nel 2023. «La maggiore vicinanza – scrivono gli analisti dell’Unodc – potrebbe far sì che le economie legali diventino sempre più dipendenti dalle risorse generate da attività illegali. Allo stesso tempo, la capacità dei gruppi criminali di accedere a più beni e servizi può generare potenti incentivi a sostenere o espandere le attività illegali in queste aree». I gruppi armati in Colombia rimangono pesantemente coinvolti nel mercato della cocaina, intensificando i conflitti violenti nelle aree colpite dal traffico di droga, dall’estrazione mineraria illegale e dalla tratta di esseri umani. «L’aumento della coltivazione – conclude il documento sulla Colombia – coincide anche con un aumento della violenza contro i leader sociali, un deterioramento delle condizioni di sicurezza e un’ulteriore pressione contro i gruppi indigeni e afro-colombiani». Qui Perù Devida – la Commissione nazionale peruviana antidroga – il 27 giugno 2024 ha presentato il rapporto per l’anno 2023 “Coca crop monitoring”, nel quale è stata enfatizzata la riduzione di 2.224 ettari rispetto all’anno precedente (complessivamente 92.784 ettari di area coltivata con cespugli di foglie di coca in produzione rispetto ai 95.008 dell’anno precedente). «Stiamo parlando di una rottura di tendenza dopo otto anni di crescita. Questo è il risultato delle azioni congiunte degli enti statali legati al modello di lotta al traffico di droga”, ha sottolineato Carlos Figueroa Henostroza, presidente esecutivo di Devida. Per lo Stato andino, dunque, è un grande risultato ma per l’Agenzia dell’Onu si tratta solo di una modesta riduzione che poco toglie al secondo produttore di cocaina al mondo (posizione che si contende con la Bolivia), causando perdite di biodiversità e colpendo le comunità. Qui Bolivia Dal 2009, la Bolivia ha smesso di conoscere i dati sul potenziale di produzione di cocaina contenuti nei rapporti dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (ma la stessa cosa, attenzione, accade anche in Perù), ma soccorre lo studio condotto dal Centro nazionale per lo sviluppo agricolo (Cedla) “L’economia della droga tratta: deistituzionalizzazione e politiche in Bolivia”. Citando rapporti dello stesso Unodc e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, lo studio indica che il potenziale di produzione di cocaina in Bolivia è aumentato negli ultimi anni, anche se i dati finali differiscono da un rapporto all’altro. Secondo l’Agenzia Onu la capacità di produzione di cocaina della Bolivia nel 2020 era di 140 tonnellate, mentre, secondo gli Stati Uniti era di 312 tonnellate. «Se sottraiamo il volume della produzione potenziale dalla quantità di cocaina sequestrata dalle autorità antidroga, possiamo supporre che il resto sia il volume di cocaina che avrebbe potuto essere commercializzata», indica lo studio preparato dal ricercatore Carlos Arze. Questo significa che la maggior parte della cocaina prodotta viene commercializzata, poiché i sequestri sono a livelli molto più bassi. Secondo i dati ufficiali del Governo, nel 2019 sono state sequestrate 19,56 tonnellate di cocaina, 15,65 nel 2020; 19,72 nel 2021; 20,33 nel 2022 e 32,93 nel 2023. Soldi a palate Di soldi, broker e narcos ne fanno a palate, al netto degli arresti dei boss e dei sequestri. Il 15 ottobre, ad esempio, proprio la Bolivia ha distrutto 21,6 tonnellate di cocaina. Il ministro dell’Interno Eduardo Del Castillo, sulla sua pagina Facebook, ha esultato: «Si tratta del più grande sequestro nella storia della Bolivia e uno dei più grandi sequestri di droga nella regione negli ultimi anni in un’unica operazione». La droga era destinata al mercato tedesco. Sulla base dei dati del 2021, si stima che il mercato della droga nell’Unione europea abbia un valore minimo al dettaglio di almeno 30 miliardi di euro (fonte: Consiglio dell’Unione europea, dato aggiornato al 4 settembre 2024), anche se altre fonti lo stimano tra i 23,7 e i 33,6 miliardi di dollari. Gran parte dei quali proviene dalla cocaina che, a livello mondiale, vale 250 miliardi, circa la metà (calcolato ormai per difetto) del valore globale del traffico di ogni tipo di droga possibile e immaginabile. 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#MobilitaPA - ORDINANZA N. 1139 del 02/10/2024
Adozione soluzione tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici della rete di pubblica illuminazione con sistemi automatici di regolazione. Efficientamento impianti di pubblica illuminazione della zona nord della Città di Palermo Read More Adozione soluzione tecnologiche per la riduzione dei consumi energetici della rete di pubblica illuminazione con sistemi automatici di regolazione.…
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🛫 Transizione 5.0: al via la presentazione delle domande
✅ La misura concede un beneficio sotto forma di credito d'imposta proporzionale alla spesa sostenuta per investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici delle imprese
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Industria 5.0, il nuovo progetto di FCI
La redazione AIDR ci illustra in maniera efficace il progetto innovativo Industria 5.0 della Fondazione Creativi Italiani. La medesima Fondazione è stata presentata, o meglio introdotta, proprio da AIDR in un loro precedente articolo che potete leggere e/o rileggere qui. Industria 5.0, il nuovo progetto di FCI per sostenere la transizione ecologica delle imprese
La Fondazione Creativi Italiani, nell’ottica della propria missione di rigenerazione ai diversi livelli, ha recentemente varato un programma innovativo dedicato all’Industria 5.0, un passo ulteriore nella transizione ecologica delle imprese.
Con il supporto di un qualificato Advisory Board, il nuovo progetto mira a sostenere la trasformazione del panorama industriale italiano, rendendolo più sostenibile e all’avanguardia. Cos’è l’Industria 5.0? Industria 5.0 rappresenta l’evoluzione naturale dell’Industria 4.0, che ha visto l’integrazione di tecnologie digitali avanzate nelle catene di produzione. Mentre l’Industria 4.0 si concentra su automazione, interconnessione e analisi dei dati, l’Industria 5.0 pone l’accento su un'interazione armoniosa tra uomo e macchina, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’ecologia. Il concetto centrale dell’Industria 5.0 è quello di creare un equilibrio tra tecnologie avanzate e competenze umane, sfruttando l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose (IoT), la robotica collaborativa e le tecnologie verdi per sviluppare processi produttivi più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Le Tecnologie della Transizione Il programma varato dalla Fondazione Creativi Italiani introduce diversi modelli adattivi che possono essere applicati in imprese di ogni dimensione, dalla piccola azienda familiare alla grande multinazionale. Le tecnologie chiave includono: 1. Intelligenza Artificiale (IA): Utilizzata per ottimizzare i processi produttivi, ridurre gli sprechi e migliorare la qualità del prodotto. L’IA può prevedere guasti e inefficienze, consentendo interventi tempestivi che riducono il consumo energetico. 2. Internet delle Cose (IoT): Dispositivi interconnessi che monitorano e controllano le condizioni operative in tempo reale. Questo permette una gestione più precisa delle risorse e una riduzione dei consumi energetici. 3. Robotica Collaborativa (Cobots): Robot progettati per lavorare insieme agli esseri umani, migliorando la produttività e la sicurezza sul lavoro. I cobots possono eseguire compiti ripetitivi e pericolosi, lasciando agli operatori umani le attività più creative e a valore aggiunto. 4. Tecnologie Verdi: Include l'adozione di energie rinnovabili, sistemi di gestione energetica avanzati e processi di produzione a basse emissioni. L’uso di materiali riciclati e la riduzione dell'impronta di carbonio sono obiettivi primari. Vantaggi per le Imprese Le imprese che adottano i modelli dell’Industria 5.0 possono aspettarsi numerosi vantaggi, tra cui: • Riduzione dei Consumi Energetici: Implementando tecnologie intelligenti e processi ottimizzati, le aziende possono ridurre i consumi energetici fino al 15%. Questo non solo diminuisce i costi operativi, ma contribuisce anche a un impatto ambientale più positivo. • Vantaggi Normativi: L’adesione alle pratiche sostenibili può facilitare il rispetto delle normative ambientali in continua evoluzione. Le imprese che si dimostrano ecologicamente responsabili possono beneficiare di incentivi fiscali, sovvenzioni e agevolazioni regolatorie. • Reputazione Migliorata: Le aziende che si impegnano nella sostenibilità tendono a godere di una migliore reputazione presso i consumatori, gli investitori e i partner commerciali. Questo può tradursi in un vantaggio competitivo sul mercato. • Innovazione e Competitività: Adottare le tecnologie dell’Industria 5.0 significa rimanere all’avanguardia dell’innovazione, migliorando la competitività e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato. Il Ruolo della Fondazione Creativi Italiani La Fondazione Creativi Italiani, con il sostegno dell'advisory board, sta realizzando un ecosistema favorevole all'adozione dell'Industria 5.0. Attraverso seminari, workshop e consulenze personalizzate, la fondazione fornisce alle imprese le conoscenze e gli strumenti necessari per intraprendere questo percorso di trasformazione. La Presidente Vanna Fadini ha dichiarato: “L’Industria 5.0 non è solo una questione di tecnologia, ma di mentalità. Vogliamo aiutare le imprese a comprendere che la sostenibilità e l’innovazione sono due facce della stessa medaglia. Investire in processi produttivi sostenibili non è solo un dovere etico, ma anche una strategia economica vincente per il futuro”.Immagine di copertina: AIDR Read the full article
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Dai grattacieli di Milano ai soffitti, Salvini vuole allargare il salva-casa Non solo la norma ad hoc per risolvere il caso Milano, ma anche modifiche ai requisiti per l’abitabilità, dall’altezza dei soffitti alla superficie minima. Il decreto salva-casa non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma già si studiano gli interventi destinati ad allargarne il perimetro. Ad annunciarli è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che non intende fermarsi qui: il provvedimento è solo «l’inizio di un percorso», assicura, dopo l’edilizia privata lo step successivo sarà «l’edilizia pubblica, popolare e sociale». Il testo del decreto Salva-casa, approvato venerdì in Consiglio dei Ministri, è stato oggetto di una forte mediazione sotto l’occhio vigile del Quirinale e da più parti si attendono ora migliorie in fase di conversione in Parlamento. L’iter dovrebbe partire dalla Camera, in commissione Ambiente. In attesa della pubblicazione in Gazzetta, al Mit si preparano nuove misure: «Lavoreremo subito come gruppo Lega agli emendamenti perché ci sono alcuni interventi che io ho già pronti, che i parlamentari hanno già pronti», promette Salvini parlando a Milano. Ci sarà innanzitutto l’attesa norma che salva i grattacieli meneghini, tenuta fuori dal decreto ma con la promessa di inserirla nell’iter parlamentare. Arriverà come emendamento, conferma il vicepremier parlando a margine di un evento di Assimpredil Ance. «Sul pregresso non entro nel merito delle inchieste giudiziarie, però una città come Milano non può fermare le autorizzazioni edilizie, non può fermare lo sviluppo della città», sostiene Salvini, indicando la linea: «andiamo a fare un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti». Altro tema allo studio è quello dell’abitabilità. «Penso all’altezza dei soffitti, penso alla riduzione della superficie minima per l’abitabilità», dice il leader leghista. Rivedere al ribasso i requisiti per l’abitabilità, aprirebbe alla possibilità di render abitabili cantine, seminterrati o soffitte. Un tema non nuovo, su cui ha provato a muoversi a settembre il centrodestra della Regione Lazio, con tre proposte di legge in commissione regionale, poi ritirate. Entra intanto nel vivo un’altra sfida che riguarda il mercato immobiliare: la transizione verso la riqualificazione energetica degli edifici. E’ in vigore da oggi la nuova direttiva europea sulle ’Case green’. I Ventisette avranno due anni di tempo per adeguarsi alle norme Ue che puntano a un parco immobiliare a emissioni zero al 2050. Ventiquattro mesi di tempo in cui tutte le capitali, compresa Roma, dovranno stabilire una tabella di marcia per ridurre i consumi medi di energia delle case del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Quanto agli edifici non residenziali, almeno il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà ristrutturato entro il 2030 e il 26% al 2023.
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Borghi storici, pubblicata la graduatoria delle proposte ammesse
Borghi storici, pubblicata la graduatoria delle proposte ammesse Il Ministero della Cultura ha approvato la graduatoria di merito relativa all’avviso pubblico per il sostegno di iniziative imprenditoriali per la rigenerazione dei piccoli borghi storici. È stato dunque definito il complesso delle proposte che sono ammesse a valutazione: con un successivo provvedimento si procederà all’assegnazione delle risorse ai singoli progetti, nei limiti dei fondi disponibili. L’Avviso Imprese Borghi ha l’obiettivo di sostenere iniziative imprenditoriali realizzate nei comuni assegnatari di risorse per l’attuazione di progetti locali di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici. L’Avviso, che rientra nell’ambito dell’investimento Pnrr M1C3|2.1 “Attrattività dei borghi”, è finalizzato a favorire il recupero del tessuto economico-produttivo dei 294 borghi assegnatari delle risorse. Esso assegna circa 200 milioni di euro dei fondi previsti dal MiC per il Piano nazionale borghi, finanziato con il Pnrr, al sostegno di micro, piccole e medie imprese interessate a promuovere in modo innovativo la rigenerazione dei piccoli comuni attraverso l’offerta di servizi, sia per la popolazione locale sia per i visitatori, nonché la sostenibilità ambientale, proponendo progetti attenti alla riduzione delle emissioni inquinanti, alla riduzione dei consumi, allo smaltimento dei rifiuti, alle soluzioni di economia circolare. “I borghi storici costituiscono la spina dorsale del patrimonio culturale italiano, espressione di una bellezza ammirata in tutto il mondo che è fondamentale tutelare e valorizzare. Impedire lo spopolamento e dare una nuova anima a questi luoghi è una delle sfide più ambiziose che vogliamo vincere, per questo ci stiamo impegnando a spendere con serietà, efficienza e lungimiranza le risorse economiche che il Pnrr ha destinato a questo scopo”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Il decreto di approvazione e la graduatoria sono disponibili in questa pagina.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Cambio dell’ora: Il ritorno dell’ora solare e i suoi effetti su persone e industrie. Di Alessandria today
Come l'ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali.
Come l’ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali. Il ritorno dell’ora solare è previsto per la notte tra il 26 e il 27 ottobre 2024, quando le lancette andranno spostate indietro di un’ora. Oltre a modificare il ciclo di luce naturale, questo cambiamento stagionale può avere effetti concreti sui consumi energetici, sulle abitudini quotidiane e…
#abitudini quotidiane#adattamento orario#Cambiamenti climatici#cambio ora#catena di produzione#consumo elettrico#consumo energetico#costi energetici#detrazioni fiscali#effetti sulle industrie#efficienza energetica#emissioni CO2#Energie rinnovabili#fisco e imprese#fisco e incentivi#gestione risorse#illuminazione notturna#impatto economico#impatto economico aziende#impatto sul fisco#incentivi aziendali#manutenzione industriale#Ora Solare#ottimizzazione energetica#politiche energetiche#Produzione Industriale#riduzione consumi#riscaldamento domestico#Risparmio Energetico#ritorno ora solare
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GUIDA ALLA TRANSIZIONE 5.0
Come funzionano i nuovi crediti d'imposta per la Transizione 5.0 e il risparmio energetico?
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto PNRR, sono state rese definitive le regole relative ai nuovi incentivi 5.0 per le imprese che investono in macchinari e software per la transizione energetica. Questo consiste in un credito d'imposta che varia dal 35% al 45%, aumentando in proporzione alla riduzione dei consumi energetici e diminuendo con l'incremento dell'investimento.
INCENTIVI TRANSIZIONE 5.0
I nuovi incentivi sono previsti nel DL n. 19/2024 (ultimo Decreto PNRR) che è stato convertito nella Legge n. 56/2024, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.100 del 30 aprile 2024. Rispetto alla versione approvata dal Consiglio dei Ministri a febbraio, sono state introdotte alcune modifiche all'articolo 38, come l'istituzione di un costo massimo ammissibile per gli impianti di produzione di energia rinnovabile (fotovoltaici e sistemi di accumulo) e la semplificazione delle procedure di domanda, eliminando l'obbligo di certificazione energetica ex post. Tuttavia, gli incentivi non sono ancora applicabili in assenza del decreto attuativo, che è previsto essere rilasciato a breve. Il decreto attuativo, a cura del Ministero delle Imprese e del Made in Italy in accordo con il Ministero dell'Economia, dovrà stabilire, tra l'altro, i criteri per la determinazione del risparmio energetico, le procedure per l'utilizzo dei crediti d'imposta, le modalità di monitoraggio e i requisiti per i professionisti autorizzati a emettere le certificazioni.
COSA NON VIENE INCENTIVATO
Nella transizione 5.0 sono escluse le seguenti attività: - Attività direttamente connesse all'uso dei combustibili fossili; - Nell'ambito del Sistema di Scambio di Quote di Emissione dell'UE (ETS), si generano emissioni di gas a effetto serra che non sono inferiori ai relativi parametri di riferimento. - Discariche, inceneritori e impianti di trattamento meccanico-biologico sono elementi chiave nella gestione dei rifiuti. - I processi produttivi che comportano un'elevata quantità di sostanze inquinanti, classificate come rifiuti speciali pericolosi secondo il regolamento UE 1357/2014, possono causare danni ambientali se non smaltiti correttamente a lungo termine. - Gli investimenti in beni gratuitamente devolvibili da parte delle imprese che operano in regime di concessione e tariffazione nei settori dell'energia, dell'acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, nonché nella raccolta e trattamento delle acque reflue e nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, sono una pratica comune.
COSA VIENE INCENTIVATO
Gli incentivi sono applicati come segue: si applicano all'acquisto di beni materiali e immateriali nuovi, essenziali per l'attività d'impresa e integrati nel sistema aziendale, che garantiscono un risparmio energetico di almeno il 3% o, in alternativa, del 5% dell'intero processo produttivo. Sono inclusi tutti i macchinari e software già contemplati nel credito d'imposta 4.0, specificati negli allegati A e B della legge 232/2016, oltre a ulteriori investimenti: - Software, sistemi, piattaforme o applicazioni per l'intelligenza degli impianti assicurano il monitoraggio costante e la visualizzazione dei consumi energetici, nonché dell'energia autoprodotta e autoconsumata. Inoltre, introducono meccanismi di efficienza energetica mediante la raccolta e l'analisi dei dati, che possono includere anche quelli derivanti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding). - Software per la gestione aziendale, se acquistati insieme ai software, sistemi o piattaforme menzionati in precedenza; - Le spese per la formazione sulle tecnologie importanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi possono essere agevolate fino al 10% degli investimenti, con un tetto massimo di 300mila euro. Le attività formative devono essere fornite da enti esterni designati dal decreto attuativo del MIMIT. Infine, gli incentivi 5.0 includono beni per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinati all'autoconsumo, esclusa la biomassa, e anche gli impianti per lo stoccaggio dell'energia prodotta. Gli impianti fotovoltaici devono rispettare le specifiche del dl 181/2023, articolo 12, comma 1, lettere a, b, c: devono essere prodotti nell'Unione Europea e avere un'efficienza minima del 21,5% a livello di modulo, del 23,5% a livello di cella, o, nel caso di moduli con celle bifacciali ad eterogiunzione di silicio o tandem, un'efficienza di cella minima del 24%. Per gli ultimi due tipi, il costo contribuisce alla base di calcolo del credito d'imposta per un importo pari, rispettivamente, al 120% e al 140% del loro costo.
COME PROCEDERE COL GSE
A differenza dei crediti d'imposta 4.0, per accedere ai benefici della transizione ecologica è necessario presentare una domanda, dato che sono disponibili fino all'esaurimento delle risorse allocate, che ammontano a 6,3 miliardi di euro. La domanda deve essere inoltrata telematicamente al GSE (Gestore Servizi Energetici), che gestirà anche il monitoraggio in collaborazione con il Ministero e l'Agenzia delle Entrate. È richiesta la presentazione di vari documenti, inclusa una certificazione ex ante del risparmio energetico previsto e una ex post sulla reale attuazione. Tali certificazioni devono essere emesse da valutatori indipendenti, i cui requisiti saranno definiti da un decreto attuativo. Per le PMI è prevista un'ulteriore facilitazione: le spese per le certificazioni sono detraibili aumentando il credito d'imposta fino a un massimo di 10mila euro.
CREDITO D'IMPOSTA
Il credito d'imposta varia in base al risparmio energetico ottenuto e all'importo dell'investimento. Il sistema beneficia le PMI, offrendo un vantaggio fiscale maggiore per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, che diminuisce per importi superiori a tale soglia. Ecco il funzionamento: - Un risparmio energetico del 3% o del 5% sull'intero processo produttivo comporta un credito d'imposta del 35% fino a 2,5 milioni di euro, del 15% sulla somma tra 2,5 e 10 milioni di euro e del 5% per l'importo tra 10 e 50 milioni di euro, con un limite massimo di costi ammissibili per ciascuna impresa beneficiaria. - Riduzione dei consumi del 6% o del 10% relativa alla struttura produttiva: credito d'imposta corrispondente al 40%, 20% e 10% per le tre fasi di investimento menzionate sopra. - Una riduzione dei consumi energetici del 10% o, in alternativa, del 15% per l'intero impianto produttivo comporta incentivi rispettivamente del 45%, 25% e 15%. Read the full article
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L’ITALIA TRA LE MIGLIORI IN UE NEL RIDURRE I COSTI ENERGETICI
L’Italia è tra i Paesi europei che hanno adottato le misure più efficienti per abbattere i consumi di elettricità e gas e per diminuire i costi energetici da quando l’Unione Europea ha approvato l’impegno congiunto di tagliare i consumi di gas del 15% e quelli di energia elettrica del 10%.
Entrato in vigore il 9 agosto 2022, il regolamento stabilito dal Consiglio Europeo che prevede la riduzione dei consumi su base volontaria per gli Stati Membri, secondo il rapporto dell’European Environmental Bureau, alla fine del 2022 sono 4 i Paesi ad avere realizzato pienamente questo obiettivo mentre altri hanno introdotto solo misure per gli enti pubblici o solo volontarie e sette Paesi non hanno ancora compiuto alcun progresso.
Gli Stati dell’UE hanno concordato di ridurre il consumo energetico tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, rispetto al consumo medio di questo periodo nei cinque anni precedenti. Questo accordo per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo vede l’Italia, Spagna, Francia e Germania aver messo in atto le misure più solide, rivolte sia agli enti pubblici che al settore privato, alle famiglie, all’industria e alle piccole imprese. Oltre alle misure nazionali, alcune città ne hanno adottate anche di complementari come mandati che limitano l’uso dell’aria condizionata nelle aziende e lo spegnimento della segnaletica pubblicitaria e delle luci dei negozi di notte. Il riscaldamento è stato ridotto nelle piscine pubbliche e in tutti gli edifici e sono state create campagne per incoraggiare i cittadini ad apportare piccoli cambiamenti comportamentali per limitare il consumo di energia.
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Fonte: European Environmental Bureau; Consiglio europeo
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lunedì 17 luglio l’Ufficio nazionale di statistica cinese (Nbs) ha reso noti i risultati sul Pil e il mondo ha finalmente realizzato che l'economia cinese ha rallentato. (...) Il modello “export lead” ha cessato di trainare l’economia: la contrazione delle esportazioni del 5,2% e delle importazioni del 6,9% da Stati Uniti e Unione europea testimonia la trasformazione che sta patendo il sistema Cina. (...) Un altro dato molto indicativo è quello relativo alla produzione industriale, aumentata solo del 3,8% registrando, così, un’anemica crescita dello 0,4% rispetto all’anno precedente. (...) a livello strutturale (l'economia cinese) deve fare i conti con una riduzione notevole degli investimenti e con le difficoltà nel riorientare il proprio sistema economico a favore dei consumi interni. (...) In definitiva la Cina non è riuscita a sfuggire dalla trappola del reddito medio (un paese sottosviluppato arriva a un certo livello di reddito medio soddisfacente e lì si ferma: perché non riesce a fare il salto da una produzione a basso valore aggiunto a una ad alta tecnologia, nonostante i claim, ndr).
via https://www.ilsussidiario.net/news/i-numeri-della-cina-la-frenata-delleconomia-impone-una-svolta-ecco-la-strategia-di-pechino/2569048/
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Dopo le recenti polemiche CVA, la Compagnia valdostana delle acque ha presentato nuove proposte tariffarie
Le nuove tariffe della compagnia valdostana delle acque non hanno pari a livello nazionale. La prima riguarda la proposta "Cva7" a prezzo fisso e consiste in un aggiornamento unilaterale, previsto da una clausola nel contratto, che scatterà dal primo giugno. La riduzione è di oltre 20 euro a MW/h: il valore fisso passa da 0,1193 a 0,0987 euro per Kw/h. "Ribadiamo così la serietà verso la nostra clientela e che la tariffa a prezzo fisso non è tramontata" ha detto De Girolamo. La seconda proposta si chiama "CvaEasyflex" e si potrà aderire dal 15 maggio. Per le prime case prevede zero costi di commercializzazione e uno sconto di 80 euro all'anno (valore medio 0,0582 euro per Kw/h), riduzioni minori per le seconde case e le imprese. "C'è stato un acceso dibattito sulle nostre tariffe - ha spiegato Argirò - e lo ritengo positivo, dimostra grande interesse verso l'azienda. Quando abbiamo lanciato 'Cva7' non potevamo sapere quale sarebbe stata l'evoluzione dei prezzi. Noi cerchiamo sempre le migliori condizioni da proporre al nostro mercato di riferimento. Nel primo trimestre del 2024 abbiamo verificato il calo dei prezzi, legato ad un abbassamento dei consumi. Oggi siamo qui per fare un aggiornamento con una proposta migliorativa a prezzo fisso, ma anche a formulare una nuova proposta a prezzo variabile che ci consente di rispettare tutte le normative". La Cva è un'azienda che opera nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. È posseduta al 100% dalla Finaosta, società finanziaria della Regione Valle d'Aosta. Read the full article
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