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Cambio dell’ora: Il ritorno dell’ora solare e i suoi effetti su persone e industrie. Di Alessandria today
Come l'ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali.
Come l’ora solare influisce sui consumi energetici, sulle abitudini e sulle strategie industriali. Il ritorno dell’ora solare è previsto per la notte tra il 26 e il 27 ottobre 2024, quando le lancette andranno spostate indietro di un’ora. Oltre a modificare il ciclo di luce naturale, questo cambiamento stagionale può avere effetti concreti sui consumi energetici, sulle abitudini quotidiane e…
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Questi giorni piovosi di convalescenza post operatoria operatoria e ridotta mobilità data dal peggior mal di schiena ever, mi stanno dando modo di leggere e pensare più del solito. Solitamente questa sarebbe una buona cosa ma non nel frangente in questione. Ho infatti sconfinato in un territorio che potremmo definire fatalista. I dati registrati negli ultimi decenni sono chiari: la mia generazione e sopratutto quelle successive dovranno convivere (il termine corretto sarebbe sopravvivere) con un pianeta completamente diverso. Il cambiamento climatico non è arrestabile né mitigabile, il computo energetico è già sballato (si vedano le centinaia di record giornalieri delle temperature minime e massime alle varie latitudini) e l'energia in eccesso accumulata dal sistema-pianeta impiegherà secoli se non millenni a tornare forse a livelli pre rivoluzione industriale. Non esistono soluzioni concrete, fantomatici pareggi energetici o netzero, invenzioni fantascientifiche che catturino la CO2 o oscurino il sole con dimensioni e tempi fattibili. Cosa succederà? Ecco alcune ipotesi. Anche senza il collasso della corrente del Golfo il clima è già cambiato portando a fenomeni estremi con sempre più frequenza. Sono già cambiate le stagioni. Questo impatterà ancora di più sugli ecosistemi con l'estinzione di massa a catena di moltissime specie. Desertificazione, deforestazione e acidificazione degli Oceani. Quest'ultima cosa in particolare sfugge alla nostra abilità di immaginare le conseguenze nel medio periodo. L'acqua dolce scaricata in mare dalla fusione delle calotte polari aumenterà l'acidificazione ma non saranno solo i coralli a soffrirne come già è possibile vedere nelle barriere coralline di tutto il mondo. L'impossibilità per gli organismi marini di utilizzare il carbonato di calcio si traduce nella scomparsa di tutte quelle specie che sviluppano un guscio (qui tutti pensano ai crostacei) tra le quali ovviamente va incluso il plankton. Capiamoci, se collassa l'ecosistema marino non c'è ritorno sul breve o medio periodo, il nostro pianeta si chiama Terra ma è per la maggior parte coperto da oceani dai quali dipende buona parte della produzione di ossigeno. Ripeto: abbiamo in pochissimo tempo accelerato e sconvolto processi che si sono verificati e stabilizzati in milioni di anni. Una volta che un equilibrio si rompe non si torna indietro, ne sono la prova le specie che abbiamo visto estinguersi nella nostra vita, i ghiacciai che sono scomparsi sotto i nostri occhi nell'ultimo secolo, la riduzione della quantità e biodiversità del pescato a livello globale. Se togliamo da un sistema circolare un elemento (rapporto preda/predatore) quel sistema non è più circolare ma si sballa fino a stravolgersi completamente. Lo sanno bene tutti coloro coinvolti col granchio blu dal delta del Po e lungo le coste adriatiche. Nel frattempo i miliardari di diversi Paesi si affannato ad identificare delle goldilocks zones lungo il pianeta, aree con più risorse e meno problematiche che impiegheranno più anni a rovinarsi rispetto al resto del mondo, dove andare a costruire i loro bunker. Ci aspettano un pianeta e una popolazione completamente diversi per i quali in pochi (rispetto ai numeri attuali) si dovranno adattare per sopravvivere in condizioni a noi sconosciute. Se pensiamo che guardiamo allo spazio cercando luoghi che siano ospitali alla vita umana mentre rendiamo invivibile l'unico a nostra disposizione, questo credo dia la tara sulla follia e le colpe della nostra specie.
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SCOPERTO IL PRIMO METODO PER RICICLARE LA VISCOSA
I ricercatori dell’Università di Lunds, in Svezia, sono riusciti per la prima volta a individuare il modo per riciclare completamente la viscosa, un materiale finora non sostenibilmente inserito nella catena circolare degli scarti.
Il nuovo metodo consente di convertire le fibre usurate in nuove fibre di viscosa utilizzando un processo che, per la prima volta, consente di sciogliere e convertire le complesse fibre di cellulosa del legno di cui è composto questo particolare tipo di tessuto, in nuove fibre di viscosa. “Le catene di cellulosa, il componente principale delle fibre vegetali, sono complesse e lunghe”, spiega Edvin Bågenholm-Ruuth, dell’Università di Lunds. Il processo sviluppato dai ricercatori svedesi ha il vantaggio di utilizzare un sale solubile, il Cloruro di Zinco Idrato, economico e contenente una percentuale molto minore di solfuro di carbonio rispetto agli inquinanti processi standard di filatura della viscosa.
La viscosa è una fibra artificiale appartenente alla categoria dei rayon che fu inventata per imitare la seta ma che utilizza una grande quantità di soda caustica nel processo di produzione, provocando un forte impatto ambientale. Questo nuovo procedimento evita la procedura di sbiancamento tradizionale, un passaggio che richiede molte risorse. La startup svedese ShareTex sta collaborando con i ricercatori per sviluppare ulteriormente questa tecnologia e per renderla accessibile su scala commerciale in breve tempo.
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Fonte: Lunds Universitet; Sharetex; foto di Karolina Grabowska
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È tutto finito, compagni
Non ci siamo solo noi pasciuti occidentali al mondo, e per occidente intendo il concetto politico prima ancora che geografico, eppure pensiamo di avere la prelazione sulla volontà di tutto il resto del pianeta in virtù delle nostre conoscenze avanzate, del nostro sistema economico, dei nostri progrediti sistemi politici, e riteniamo arretrati tutti gli altri luoghi del pianeta che non adottano i nostri standard. Questa indiscutibile volontà di condurre tutto agli standard occidentali è una volontà ipocrita perché il benessere dell'occidente implica la povertà del mondo che ne resta fuori, per cui i grandi proclami di sviluppo globale accompagnati dalle rituali fotografie in giacca e cravatta davanti a fondali di cartone sono solo un esca per i fessi. La catena di produzione degli oggetti di consumo implica un'originaria base di manovalanza a basso costo che si accontenta di quel poco che riesce a guadagnare in rapporto all'economia del luogo, che deve rimanere depressa, differenziata rispetto alle economie avanzate e quindi in grado di sostenere il costo della vita di un esercito di lavoratori sottopagati, mentre noi in occidente continuiamo a stanziare incentivi per un'industria senza più operai (i sindacati sono diventati una barzelletta). Non c'è più nessuno che ascolta le ragioni dei miserabili del mondo, le sinistre occidentali ormai perse in battaglie sui pronomi e sulle domeniche in bicicletta, è tutto finito, compagni, il capitale ha vinto, vince sempre.
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Uma Jolie
(Fairbanks, California , 8 aprile 1995 ) è un'attrice pornografica, DJ e modella erotica americana
È nato nella città californiana di Fairbanks, nella contea di El Dorado , nell'aprile 1995, da una famiglia di origini messicane, tedesche, ungheresi e rumene. Ha iniziato a lavorare come commessa per la catena Abercrombie & Fitch, oltre che come barista e spogliarellista
È stata scoperta da un agente tramite Facebook, in un momento in cui stava iniziando a fare alcune sessioni come modella erotica- Ha debuttato come attrice pornografica nell'estate del 2014, all'età di 19 anni. La sua prima scena è stata di sesso lesbico con l'attrice Goldie Rush nel film Kissing Cousins
Ha registrato per società di produzione come Bangbros , Digital Sin, , Erotica X, Nubiles, Zero Tollerance , Vixen , Reality Kinos, Brazzer o Jules Jordan Video, tra gli altri. Ha deciso di fare un ritiro di otto mesi, in cui era lontana dalla pornografia, tornando finalmente nell'autunno del 2015. Il suo nome d'arte è un misto dei nomi di Uma Thurman e Angelina Jolie
Oltre al suo aspetto di attrice e modella, Uma Jolie è anche una DJ , come altre attrici pornografiche.
Nel febbraio 2017 è stata scelta Pet of the Month dalla rivista Penthouse e Girl of the Month dal portale Girlsway. 7 Tre mesi dopo, la società di produzione web Cherry Pimpsla ha proclamato Cherry of the Month . 8 Oltre a queste considerazioni, un anno dopo la rivista Hustler l'ha nominata Hustler Honey of the month per luglio 2018, essendone la cover girl per quel mese. 9
Nel 2018, ha ricevuto le sue prime due nomination nel circuito dei premi dell'industria del porno. Al 10 AVN Awards è stata nominata per il premio per la migliore scena di sesso in realtà virtuale per Hey Big Spender , 11 e ai 12 XBIZ Awards per la migliore scena di sesso in un film di vignetteper Young Fantasies 2
È apparsa in più di 180 film come attrice.
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È un concetto semplice. Ogni cittadino crea, con ciò che fa o non fa, delle reazioni, crea un prodotto, che sia materiale o non materiale, che può portare un cambiamento nella vita della società di cui il cittadino fa parte. È quindi necessario che l’individuo sia cosciente di ciò e agisca per il bene di tutti, per creare valore. Idealmente. Il valore può essere di tutti i tipi, anche solo sicurezza o solidarietà o anche conoscenza o bellezza e armonia.
In economia viene chiamata esternalità l’effetto che le azioni di consumo o di produzione di un soggetto ha sugli altri soggetti. Anche un parcheggio fatto male, per esempio quando trovate una macchina piazzata in mezzo tra due posti, crea una esternalità negativa. Chi arriva dopo non riesce a parcheggiare né in uno né nell’altro posto. Il famosissimo caffè sospeso a Napoli è un tipico esempio di esternalità positiva. Chi prende il caffè al bar e decide di lasciarne uno pagato regala un sorriso e un caffè ad un’altra persona. La fabbrica di Gentilini che sta sulla tiburtina a Roma sforna biscotti a catena e succede che se passi vicino senti quest’odore di biscotti nell’aria, è un’esternalità, per me che c’ho lavorato accanto per due anni ad un certo punto da positiva è diventata negativa, dopo qualche mese quell’odore mi faceva venire voglia di strapparmi via il naso a morsi, ma datosi anatomicamente impossibile allora ho desistito.
Non è facile gestire le esternalità e visto che ne ho già scritto e anche abbondantemente sul mio altro tumblr anni fa, oggi volevo solo dirvi questa cosa qui che sto per dirvi.
Ho una vicina, su cui dovrei scrivere molto, ma mi limito a dire che vive con altre quattro persone, tutte adulte e oltre e lei si occupa del bucato di tutti, perché, salvo le due anziane, il marito e la figlia evidentemente sono nati senza mani, ma sorvoliamo. La mia vicina ha la lavatrice fuori casa, sul retro e sul retro ha anche il lavatoio che, dio solo sa come mai, usa in continuazione con una certa passione. Questa mia vicina fa una lavatrice al giorno, almeno, e la fa sempre la mattina presto, questo comporta che dalle mie finestre esposte verso casa sua, ogni mattina entra un piacevole odore di ammorbidente e dura tutto il giorno e io la consideravo una esternalità positiva, mi dicevo che meno male che sta povera disgraziata c’ha da lavare per un esercito ad ogni rotazione terrestre, io mi sveglio ogni mattina con un bellissimo odore che mi accoglie e che profumo e che cazzo di ammorbidente usa e quanto cazzo ne usa? Glielo devo chiedere. Ad onor del vero credo sia talmente forte che anche la mia dirimpettaia dall’altra parte della strada lo sente al punto che la domanda sul prodotto gliel’ha fatta lei, lo so perché, la dirimpettaia, quando parla urla fortissimo, esternalità negativa, so anche quando ha dei problemi con le colleghe e la sorella e quando deve andare dal ginecologo e quando la figlia non rifà il suo letto la mattina, ma non c’ho mai parlato.
Io questa del profumo di bucato la credevo un’esternalità positiva, no? Sono anni che mi dico che fortuna, che bello, che profumo rasserenante, che potenza del bucato che ha la mia vicina, ma come fa? È una maga? E invece no, @autolesionistra a mi ha riportato coi piedi per terra in un suo post in cui ha gentilmente spiegato che non è profumo di bucato la mattina quello che sento, manca poco che sia quello del napalm (cit.) perché in verità è inquinamento amici miei.
Il mio bucato del resto non profuma così perché a momenti lavo solo con acqua e se riuscissi a rifiltrarla la riutilizzerei, giuro, anche perché come dice un tipo su tiktok you do not need to be washing your fucking clothing like a maniac, Are ya’ll rolling in fucking manure, cause a lot of ya’ll wash your clothing like you rolling in fucking manure everyday.
Babies we don’t have all that money to waste and not even all that time to waste and not even the luxury to use all that detergent anymore sis.
La mia vicina inquina ed è un’esternalità negativa, ma certamente non è che adesso posso addossare a lei le colpe di secoli di storia e corporazioni, chiaro, però adesso nella mia testa quella che credevo fosse una roba bella mi metterà invece ansia.
Ciao.
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Si prevedeva per il 2022 un crollo del PIL russo del 10–15%. Niente di tutto questo, alla fine il calo è stato solo del 2,2%. Si prevedeva un ulteriore crollo nel 2023 di svariati punti percentuali mentre nella realtà il PIL russo è in crescita.
La manifattura russa si è enormemente sviluppata negli ultimi anni a ritmi vertiginosi. La componente nel PIL russo dovuta alla produzione energetica è scesa dal 65% del 2010 al 49,5% del 2022. Vuol dire che il resto del PIL è stato prodotto dal settore manifatturiero e dal terziario. Basti pensare che la Russia è diventata un esportatore persino nel settore tessile e delle scarpe. 1,6 miliardi all'anno di esportazioni nel settore.
I russi stanno investendo decine di miliardi nel settore della produzione di chip e semiconduttori. Già adesso producono chip relativamente antiquati con tecnologia a 65nm ma stanno realizzando stabilimenti che costruiranno autarchicamente processori di 16nm che non sono ancora il top del mercato ma saranno sufficienti alle produzioni russe sia nel settore militare che in quello automotive svincolando progressivamente il Paese da Cina e Taiwan. Autarchicamente significa che i russi hanno sia le materie prime, sia i software, roba che hanno già, e avranno gli stabilimenti per la lavorazione dei wafers oggi quasi esclusiva di Taiwan. Tutto. L'intera catena.
La cosa grave è che l'Europa si sta letteralmente rovinando nel tentativo di danneggiare l'economia russa e senza ottenere nessun risultato. Stiamo sbattendo con la testa contro un muro di cemento armato.
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Da adulti se stessimo leggendo appassionatamente un libro di cucina ed arrivasse una persona a levarcelo di mano per darcene uno di chimica organica come reagiremmo? La morte di gran parte dell'entusiasmo scolastico é proprio la standardizzazione dei tempi e dei modi di apprendimento. Lavorare in una Montessori mi sta insegnando che il maestro osserva molto, interviene pochissimo e non interferisce nella libera scelta dei materiali e nel processo di apprendimento ma asseconda la spinta e l'entusiasmo del momento. Ci sono bambini che in prima stanno svolgendo il programma di matematica di seconda perché hanno trovato motivazione e spinta per andare in quella direzione e magari scrivono poco. Altri molto interessati alla musica che come mi sentono suonare si avvicinano per imparare canzoni, suonare l'ukulele, esplorare le percussioni. Si fa tutto, non si tralascia niente ma l'apprendimento con i suoi tempi e modi non é un blocco inscalfibile, come accade nella scuola tradizionale, ma malleabile e fluido. Quando il bambino é nel flusso é in una specie di sacralità che andrebbe rispettata. Perché porta con se una spinta introvabile altrove: la motivazione intrinseca. Non c'è niente di appreso in altro modo che può essere paragonato a tale forza. Ci ostiniamo con programmi, verifiche periodiche, come se l'apprendimento fosse una catena di produzione, la fabbrica del sapere, incasellando e misurandolo costantemente. Imparare é un processo misterioso, che andrebbe lasciato tale, ma torniamo al problema a monte: come sarebbe l'individuo se non si disponesse del suo tempo sin da piccolo? Se non lo si contenesse in una struttura standardizzata in cui gran parte del tempo é in effetti altrove? Cosa ne sarebbe del lavoro se lasciassimo che la scuola sia davvero un tempo in cui non c'è fine, non c'è scopo, e l'apprendere libero?
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Riciclare la plastica?
Riciclare la plastica non basta. Occorre soprattutto limitare la sua produzione nei prossimi anni, ad esempio eliminando del tutto la plastica monouso.
Il consumo e quindi la produzione globale di plastica sono raddoppiati in vent'anni, siamo a 430 milioni di tonnellate nel 2021, con la prospettiva di un ulteriore raddoppio da qui al 2040, in base ai dati dell’Onu. Questa valanga di materia indistruttibile inquina gli ecosistemi marini e terrestri in maniera sempre più capillare, entrando nella catena alimentare e arrivando sulle nostre tavole.
L'Italia è la seconda consumatrice di plastica a livello europeo dopo la Germania: nel 2020 abbiamo consumato quasi sei milioni di tonnellate di plastica, pari a 98 chili per persona.
#sostenibilità#decrescita#ambiente#cambiamenti climatici#crisi climatica#plastic waste#plastica#riciclo#plastica monouso#monouso#onu#italia#consumo#ecosistemi#catena alimentare
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LA MODA GIUSTA (parte II)
(Segue )Ed effettivamente la catena è troppo lunga, tanto è vero che il 42 per cento delle imprese del settore non sa né dove, né da chi siano fabbricati i propri vestiti. Ma tra gli obblighi morali di chi fa moda, oltre a quello di cercare di soddisfare il proprio cliente, ci sarebbe o ci dovrebbe essere anche quello di creare profitto con qualcosa di eticamente sostenibile . Purtroppo ben poche sono le aziende che scelgono di mantenere una dimensione contenuta, ma stabile, a tutto vantaggio di un consumismo sfrenato che promette grandi margini di profitto anche, anzi soprattutto, sulla pelle di chi lavora e viene sfruttato da questa diabolica e perversa macchina. “All’industria della moda interessa poter contare su lavoratori con poca voce e ancor meno diritti: per questo i suoi operai preferiti sono gli animali…” scrive ancora la Riezu: oche e anatre spennate per farci piumoni, conigli d’angora scuoiati vivi e serpenti, anch’essi vivi, gonfiati d’acqua per ottenere maggiori quantità di pelle. Insomma un mondo infernale dove lavoratori e animali sembrano trovarsi nello stesso girone, a tutto vantaggio del nostro futile apparire. Certo che è abbastanza semplice comprendere che, se per produrre un solo paio di jeans occorrono circa 8.000 litri d’acqua, cioè quanto una persona può bere in dieci anni, i danni provocati dalla moda al nostro ambiente diventano più che evidenti. Marta Riezu però non espone solo fatti o denuncia solo il malaffare del sistema moda, ma propone anche soluzioni, in particolare nella seconda parte del libro intitolato “Proposte”. La principale può essere riassunta nel paradigma (che susciterà le ire di qualcuno, anzi più di qualcuno) che afferma che occorre comprare di meno. Secondo l’autrice comprare di meno è quello che distingue una persona con i piedi per terra da un incosciente. Il cliente non ha sempre ragione, poiché siamo davvero arrivati alla fine del percorso: senza materie prime è necessario uno stop ai “negozi carini” (di questo ormai si tratta) per l’indispensabile tutela del pianeta. Per proteggere l’ambiente dovremmo avere più cura delle nostre cose, non solo quindi consumarle, ma anche imparare a ripararle e questo vale per tutti gli oggetti, a cominciare dai capi di abbigliamento che indossiamo. La Riezu cita non a caso il lavoro dell’artista tessile britannica Celia Pym che nel suo lavoro di “rammendo etnografico”, medita sul parallelismo tra cura del corpo e cura dell’indumento che indossiamo. Ma poi, lontano da ogni romanticismo, il volumetto prende in considerazione i veri giganti del vintage, come i siti Yoox, The RealReal, Vestiaire Collective. Poshmark, Rebelle, Designer Exchange, Tradesy, che hanno fatto del riuso una filosofia di massa. Un altro tema trattato è quello della tracciabilità del capo di abbigliamento, che certo richiede un certo allenamento e una alta capacità di discernere tra tessuti, luoghi di produzione, distributori ecc. Insomma un inconsueto viaggio nel mondo della moda per insegnarci a scegliere con consapevolezza, pur accettando l’idea che la moda è un fatto piuttosto serio, non tanto per i suoi aspetti semantici, ma per i risvolti materiali che influenzano massivamente la vita sulla terra e della terra.
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Il gigante dell'abbigliamento sportivo Nike ha annunciato il suo ultimo programma di sostenibilità “Move to Zero”, impegnandosi ulteriormente ad aumentare in modo significativo l'uso di plastica riciclata nei prossimi anni. Questa iniziativa non solo riflette l'attenzione di Nike per l'ambiente, ma dimostra anche il potenziale dei grandi marchi nel promuovere la sostenibilità.
Sebbene Nike e altri marchi abbiano fatto progressi nell'utilizzo di plastiche riciclate, rimangono alcune sfide da affrontare. In primo luogo, la gestione della catena di approvvigionamento e il controllo dei costi della plastica riciclata sono fattori chiave. Attualmente, la quantità e la qualità delle plastiche riciclate non sono uniformi, il che può influire sull'efficienza della produzione e sulla qualità dei prodotti.
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La produzione dei nuovi MacBook Pro M4 è quasi pronta in vista del lancio
La produzione dei nuovi MacBook Pro M4 è quasi pronta in vista del lancio Sembra che la catena di produzione di Apple si stia preparando all’ormai imminente lancio dei nuovi MacBook Pro M4. Powered by WPeMatico Sembra che la catena di produzione di Apple si stia preparando all’ormai imminente lancio dei nuovi MacBook Pro M4. {authorlink}…
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L’EUROPA CREA IL GRANDE PATTO EOLICO COMUNITARIO
24 Paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia, hanno siglato a Bruxelles la Carta Europea dell’Eolico (European Wind Charter). L’atto sancisce la nascita di un’alleanza che vede tutti gli Stati membri, insieme ad oltre 300 aziende del settore, concretamente coinvolti in un processo per arrivare a produrre almeno il 42,5% del fabbisogno energetico europeo da fonti rinnovabili entro il 2030, con l’eolico al centro.
L’accordo definito da molti “un punto di svolta” per il settore, vede l’Europa stabilire parametri e impegni comuni per accelerare la diffusione dell’energia eolica nell’UE, sia onshore che offshore, e per permettere agli sviluppatori di questa tecnologia pulita di competere non solo in base al prezzo ma anche alla sicurezza informatica e agli standard di lavoro.
La Carta prevede la progettazione delle aste e le autorizzazioni degli impianti secondo l’attuazione delle norme di semplificazione previste dalla nuova direttiva sulle energie rinnovabili (RED III) che accelerano permessi e iter burocratici. Sono inoltre stabiliti nuovi criteri per alzare i parametri di qualità delle turbine e per incrementare gli investimenti nella catena del valore dell’energia eolica e la nascita di nuovi stabilimenti per la produzione di componenti di turbine eoliche in Europa.
“Questo è solo l’inizio” ha dichiarato la commissaria UE all’energia Kadri Simson. “L’energia eolica è una storia di successo europea che sarà la spina dorsale per garantire la trasformazione verde e l’indipendenza energetica dell’Europa”, secondo U. Stridbaek, di Orsted, il più grande operatore energetico europeo. Nell’ultimo anno l’energia eolica ha rappresentato il 16% della produzione di energia elettrica dell’UE.
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Fonte: European Commission; foto di Thomas Reaubourg
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Push System e Pull System nelle Certificazioni ISO
I concetti di Push System e Pull System si riferiscono a due modelli di gestione della produzione e della supply chain. Pertanto rappresentano concetti molto importanti nell'ambito delle certificazioni ISO che racchiude gli Standards più importanti e implementati del mondo. In contesto di riferimento resta quello aziendale, ma oggi molte organizzazioni seguono questo modello per migliorare le performance e i rendimenti.
La produzione in massa è un modello produttivo caratterizzato dalla creazione di grandi volumi di prodotto standardizzato, spesso utilizzando linee di assemblaggio e tecnologie automatizzate. Questa modalità consente di ottenere economie di scala, riducendo i costi unitari e rendendo i prodotti accessibili a un mercato più vasto.
Tuttavia, nell'ambito delle certificazioni ISO uno dei principali svantaggi di questo approccio è che le aziende tendono a produrre senza avere informazioni precise sulla domanda futura. Ciò può portare a surplus di magazzino se la domanda è inferiore alle aspettative oppure a carenze se la domanda supera le previsioni. Questo rischio di disallineamento tra produzione e vendita rende fondamentale per le aziende investire in previsioni di mercato più accurate e in strategie di gestione dell'inventario più flessibili.
Per affrontare questa sfida, molte aziende stanno adottando modelli produttivi più agili e orientati al cliente, come la produzione just-in-time o i modelli di produzione personalizzata, che tentano di rispondere meglio alle esigenze reali del mercato. Inoltre, l'analisi dei dati e l'intelligenza artificiale stanno diventando strumenti cruciali per migliorare le previsioni di domanda e ottimizzare la produzione.
Push System (Sistema a Spinta)
Definizione: In un sistema a spinta, la produzione e la distribuzione sono basate su previsioni e pianificazioni. I prodotti vengono "spinti" attraverso la catena di fornitura, a prescindere dalla domanda effettiva.
Pianificazione: Gli stock vengono accumulati in base a previsioni della domanda, creando ordini di produzione pianificati anticipatamente.
Controllo: Il controllo della produzione è affidato principalmente ai gestori e ai pianificatori, i quali decidono quanto produrre e quando.
Esempi: Un esempio tipico è la produzione in massa, dove grandi quantità di prodotti vengono realizzate senza sapere esattamente quando e come verranno vendute.
Vantaggi: Pu�� ottimizzare l'efficienza produttiva nel breve termine e ridurre i costi di produzione in contesti stabili.
Svantaggi: Rischio di eccedenza di scorte, maggiore immobilizzo di capitale e difficoltà a rispondere rapidamente ai cambiamenti nella domanda.
Pull System (Sistema a Tiraggio)
Definizione: In un sistema a tiraggio, la produzione è basata sulla domanda reale. I prodotti vengono "tirati" attraverso la catena di fornitura solo quando c'è una necessità specifica.
Pianificazione: Non ci sono previsioni ampie; gli ordini di produzione vengono generati in risposta a ordini di vendita o di consumo.
Controllo: Gli operatori e le vendite influenzano direttamente la produzione, creando un sistema più adattabile e reattivo.
Esempi: Un esempio è il Just-in-Time (JIT), dove i materiali vengono forniti e prodotti solo quando sono necessari.
Vantaggi: Riduzione delle scorte e del capitale immobilizzato, maggiore flessibilità e capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti nel mercato.
Svantaggi: Potrebbero sorgere ritardi nella produzione se non ci sono scorte sufficienti, e richiede una gestione più attenta della supply chain.
In sintesi, la principale differenza tra i due sistemi è il modo in cui viene gestita la produzione e la distribuzione: nel Push System la produzione è basata su previsioni, mentre nel Pull System è guidata dalle richieste effettive del mercato. La scelta tra i due sistemi dipende dalle specifiche esigenze aziendali, dalla natura dei prodotti e dalle dinamiche di mercato, dalle certificazioni iso che si decide di implementare in azienda.
Nel mondo della gestione della produzione e della supply chain, i sistemi push e pull rappresentano due approcci distinti per la gestione del flusso dei materiali e delle informazioni. Comprendere le differenze tra questi due sistemi è essenziale per implementare strategie di produzione più efficienti e reattive (fonte: https://www.acsq.it)
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Lana Rhoades
Lana Rhoades, pseudonimo di Amara Maple (Chicago 6 sett 1996), è nata in Illinois da una famiglia di origine cecoslovacca Ha lavorato come cameriera nella catena di ristoranti The Tilted Kit.
Gira le prime scene pornografiche nell'aprile del 2016 quando, dopo essersi trasferita da Chicago e Los Angeles, acquista velocemente un'ampia porzione di pubblico. Nell'agosto del 2016, stando a quanto riportato dalla stessa attrice, aveva già preso parte a circa 50 produzioni. Dopo una pausa di tre mesi per far ritorno a Chicago è tornata da novembre a girare scene. Lana Rhoades ha già lavorato con famose case di produzione del mondo del porno tra le quali figurano Evil Angel, Jules Jordan Video, Tushy, Elegant Angel e HardX. Ad agosto 2016 è comparsa nell'edizione americana della rivista Penthouse come "Pet of the Month". Il suo nome d'arte è stato scelto dal suo agente Mark Spiegler e ha tatuato due cuoricini rossi con la scritta "Jon" sulla natica destra, un drago rosso sulla spalla destra e una scritta in arabo sulla gamba sinistra.
Nel gennaio 2017 è stata premiata agli XBIZ Awards nella categoria "Best New Starlet"e agli The Girlfriend Experiencecon il premio del pubblico "Hottest Newcomer". A marzo è uscito il suo progetto dal titolo "Lana", disponibile sia in formato DVD che in streaming e sowload digitale. La trama è liberamente ispirata alla serie americana The Girlfriend Experience uscita nel 2016. Sempre a marzo si è di nuovo trasferita a Los Angeles. Alla fine di settembre è uscito il DVD del suo secondo progetto "Lana Rhoades Unleashed".
Alla cerimonia di premiazione degli AVN Awards tenutasi a gennaio 2018 durante l'Adult Entertainment Expo a Las Vegas ha vinto il premio nella categoria "Best Anal Sex Scene" per "Anal Savages #3" girato con Markus Dupree.
Ha firmato un contratto da aprile ad agosto 2016 per l'agenzia Spieglergirls, successivamente è stata ingaggiata come rappresentante di LA Direct Models da gennaio a ottobre 2017.
Alla fine dello stesso anno ha annunciato il suo ritiro dal porno, dedicandosi all'attività web nei suoi profili Snapchat e OnlyFans, oltre che a quella di influencer su Instagram; ha successivamente rivelato che tale decisione era nata da un crescente disgusto, e in seguito depressione, causata dal fatto di sentirsi obbligata dal proprio agente a girare certi tipi di scene hard.. Ha, infatti, raccontato di aver chiesto di poter cancellare dal web tutte le scene girate nella sua carriera, ma della maggior parte di essa non dispone dei diritti d'autore
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