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Ritardo delle rinnovabili in Italia: un costo di 8 miliardi l’anno per le famiglie. Ener2Crowd denuncia la lentezza della transizione energetica e il peso economico sulle bollette
ITALIA – Il ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili in Italia sta costando caro alle famiglie: ben 8 miliardi di euro in più ogni anno sulle bollette domestiche
ITALIA – Il ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili in Italia sta costando caro alle famiglie: ben 8 miliardi di euro in più ogni anno sulle bollette domestiche. A rivelarlo è Ener2Crowd.com, la principale piattaforma italiana per gli investimenti green, che sottolinea come il mancato progresso nel settore non solo penalizzi l’ambiente ma gravi pesantemente sulle finanze dei…
#Alessandria today#ambiente e lavoro#bilancio energetico#bollette italiane#competitività industriale#costi energetici#crescita sostenibile#crisi energetica#decarbonizzazione#economia verde#emissioni zero#Ener2Crowd#energia eolica#Energia pulita#energia rinnovabile Italia#Energia Solare#Energie rinnovabili#finanziamenti sostenibili#futuro dell’energia#Giorgio Mottironi#Google News#GreenVestingForum#infrastrutture energetiche#innovazione energetica#investimenti green#investimenti redditizi#italianewsmedia.com#mix energetico#modernizzazione energetica#Niccolò Sovico
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Pagato caro, ma bello.
Il conflitto russo-ucraino, dal 2022 ad oggi, è costato alle imprese italiane 155,1 miliardi di euro.
Ai 13,4 miliardi di mancate esportazioni verso Russia e Ucraina si sommano la perdita di 18,4 miliardi di export verso la Germania, 78,9 miliardi di maggiori costi per l'acquisto di energia dall'estero e 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari a causa dell'aumento dei tassi d'interesse per contrastare l'inflazione.
In prospettiva, il protrarsi della crisi in Medio Oriente potrebbe determinare uno shock sui prezzi energetici con un impatto recessivo sul Pil dell'Italia per 18,8 miliardi di euro nel biennio 2025-2026.
L'impatto economico dei conflitti in corso è calcolato nel rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato presentato oggi all'Assemblea della Confederazione e che fotografa oneri e ostacoli sulle aziende italiane, in particolare sui 4,6 milioni di piccole imprese che danno lavoro a 11,4 milioni di addetti.
A cominciare dalla pressione fiscale che nel 2024 fa registrare 36,6 miliardi di maggiore tassazione su cittadini e imprese italiani rispetto all'Eurozona, pari a 620 euro pro capite in più. Al peso del fisco si aggiunge la batosta del caro-bollette: nel biennio 2022-2023 le piccole imprese italiane hanno pagato l'energia elettrica 11,8 miliardi in più rispetto alla media dei Paesi dell'Unione economica e monetaria.
Ma ora basta parlare di spiccioli e di vil denaro. L'importante è aver fatto qualcosa di fondamentale per far tornare la pace nel mondo sconfiggendo il vile invasore.
Siatene orgogliosi.
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Gli europei si stanno ribellando contro Net Zero
Negli ultimi dieci anni circa, i politici tradizionali di tutta Europa hanno smesso di promettere di migliorare il tenore di vita dei loro elettori.
Invece, si sono vantati dei loro piani per limitarlo.
Hanno esaltato le virtù di un costo della vita più elevato, della deindustrializzazione e delle restrizioni alle libertà personali.
E si aspettavano che la maggior parte delle persone non se ne sarebbe preoccupata o forse addirittura se ne sarebbe accorta, perché tutto ciò doveva essere fatto in nome del "salvataggio del pianeta" dal cambiamento climatico.
Ma nel 2023, quel consenso dell’élite verde si è schiantato sulla Terra.
La crescente rabbia pubblica nei confronti di Net Zero ha iniziato a scuotere un'élite politica compiacente. In effetti, l’opposizione al greenismo è oggi uno dei principali motori del populismo europeo.
Ha portato la gente in strada, con le proteste degli agricoltori nei Paesi Bassi e Irlanda e, più recentemente, Germania. E ha ispirato una serie di rivolte alle urne.
A novembre, Geert Wilders, attaccabrighe dell'estrema destra e scettico sul clima, ha ottenuto una vittoria elettorale shock, sconfiggendo il suo rivale più vicino, Frans Timmermans, l'architetto e il volto delle politiche climatiche dell'UE.
In Germania, una disputa sulle pompe di calore ha recentemente minacciato di far cadere il governo, di cui il Partito dei Verdi è uno dei partner minori della coalizione.
La “legge sul riscaldamento” proposta dalla Germania avrebbe vietato l’installazione di nuove caldaie a gasolio e gas.
Inoltre, questo costo doveva essere imposto a una nazione che si sta già riprendendo da una grave crisi energetica, dove le bollette delle famiglie sono tra le più alte d'Europa e dove industrie critiche stanno chiudendo a causa degli esorbitanti costi energetici.
Più o meno nello stesso periodo, dall'altra parte della Manica, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto una "pausa" nelle nuove norme ambientali.
Aveva già imparato a sue spese che il pubblico non sopporterà politiche ambientali rigorose.
Nel 2018 e nel 2019, un'eco-tassa sul carburante ha scatenato proteste gilets jaunes durate un anno la ribellione pubblica più significativa avvenuta in Francia dal maggio ’68.
La classe politica deve riconoscere che gli elettori non vogliono pagare bollette energetiche più alte, pagare una cifra esorbitante per l’uso della propria auto o installare pompe di calore costose e inaffidabili invece delle affidabili caldaie a gas.
Come hanno dimostrato le rivolte dello scorso anno, nessun discorso sul “salvare il pianeta” potrà cambiare la situazione. L’opinione pubblica non si lascerà ingannare dai tentativi di etichettare l’austerità come “verde”.
Nel 2024, abbiamo bisogno di una nuova politica che metta gli standard di vita delle persone al centro. L’abbandono di Net Zero sarebbe il punto di partenza perfetto.
(da un art. di Fraser Myers – Spiked)
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione è tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030. Sembrano pochi 8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare. Bisognerebbe da oggi al 2030 installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento, raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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I CONTI DELLA SERVA. Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il "miliardario del popolo" alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all'Italia e quindi "i conti della serva" del titolo, sono i conti dell'Italia. Ogni altra attribuzione dell'epiteto "serva" ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell'autore del post. Pierluigi Fagan, Facebook
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Il peggiore spreco della storia della repubblica, per ampio distacco.
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Ciao, fan dei granchi. Wow, hai avuto un periodo impegnativo! Il 29 luglio, noto anche come Crab Day, hai utilizzato il TumblrMart per regalare granchi ai tuoi amici. Abbiamo notato non solo tutti i fantastici meme sui granchi e i post di tendenza del giorno, ma anche l'esplosione delle vendite che ha costituito un sostanziale incremento finanziario dei costi di gestione di Tumblr. E ci ha davvero tolto il fiato.
Ci siamo così emozionati che siamo tornati al tavolo da disegno e abbiamo creato i segni di spunta granchio, semplicemente giocando un po' coi normali segni di spunta. Il 1° agosto abbiamo lanciato un segno di spunta granchio normale e un segno di spunta granchio arcobaleno da regalare e regalarsi.
Ecco alcune statistiche del Crab Day:
Sono stati regalati 8k granchi quel giorno. Questo è un aumento quasi del 20k% nelle vendite di granchi.
Abbiamo registrato un aumento di oltre il 7k% delle vendite totali di Tumblrmart.
Tutti questi soldi vanno direttamente reinvestiti nei costi di gestione, come un mese di costi energetici per i server delle applicazioni Tumblr. Tutto grazie a voi! Merito vostro! State tenendo Tumblr in vita con la vostra generosità verso i vostri amici. I granchi vi ringrazieranno ❤
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Fai nascere le decisioni dal profondo…
IL METODO
Se continui a dire “devo decidere a tutti i costi“, il problema si complica perché attivi solo funzioni razionali.
Se invece entri in uno stato di “non decisione“, allora ti puoi appellare a stati energetici differenti, più profondi, che decidono in modo più consono a te; alla parte di te autentica e innata, che razionalmente non conosci.
Per avvicinarla, prima di tutto, cerca il vuoto, il buio dentro di te, la non-azione.
Sei in preda ai dubbi?
Prova a dire: “non devo decidere. Cerco il buio. E poi aspetto che la decisione arrivi da sola. Non viene? lo rifaccio“.
Perché esistono due tipi di decisione: le decisioni della superficie e quelle che vengono dal profondo. Queste ultime vengono scelte da energie del profondo. E sono sempre giuste.
Luciana Zillio 
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UNA NUOVA TECNOLOGIA PER REFRIGERARE RIDUCE DEL 30% I CONSUMI
Una nuova tecnologia sviluppata dall’Oak Ridge National Laboratory del Tennessee (USA) è riuscita ad ottenere un sistema per la refrigerazione degli alimenti che riduce le emissioni di carbonio del 30%.
Centinaia di milioni di frigoriferi domestici nel mondo consumano fino a 2 kilowatt di elettricità al giorno utilizzando compressori che si accendono e si spengono giorno e notte, pompando refrigeranti attraverso le serpentine dell’evaporatore per mantenere basse temperature, con alti consumi energetici ed emissioni di carbonio. L’innovazione di questa tecnologia si basa su evaporatori avanzati che utilizzano materiali a cambiamento di fase installati in ciascun compartimento per l’accumulo di energia fredda. Questi materiali immagazzinano e rilasciano energia quando il loro stato passa da solido a liquido o viceversa. I ricercatori hanno applicato metalli porosi, una tecnologia di sbrinamento a contatto diretto e un refrigerante con un basso potenziale di riscaldamento globale per migliorare le prestazioni e ridurre al minimo l’impatto ambientale dei frigoriferi tradizionali, realizzando un nuovo modo di effettuare la refrigerazione domestica che esegue un ciclo una volta durante la notte e mantenendo la temperatura e le prestazioni durante tutto il giorno.
“I materiali a cambiamento di fase sono integrati con serpentine dell’evaporatore per mantenere la temperatura costante, richiedendo un ciclo operativo e consentendo ai frigoriferi di funzionare quasi al 100% di notte, quando il consumo di energia è inferiore”, ha spiegato Zhiming Gao dell’ORNL. “Questo permette di ridurre la domanda di elettricità, fa risparmiare sui costi e mantiene l’efficienza.”
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Fonte: Oak Ridge National Laboratoy; foto di 燕京赵大知识分子
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.L'attuale inflazione in Europa è frutto della bolla speculativa sugli energetici e delle folli politiche green, che a cascata si ripercuotono su tutti i costi di produzione e di consumo. La politica monetaria della Bce non fa che aggravare la situazione spingendoci verso il baratro della recessione. Gli effetti delle (auto)sanzioni? Aver sostituito il gas naturale russo col più caro e inquinante gas liquefatto statunitense. La grande vittima di questo conflitto bellico è l'Europa, sempre più colonia americana e prigioniera di un'Unione Europea nemica delle sue stesse popolazioni.
Ilaria Bifarini
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Come Risparmiare su Corrente, Gas e Acqua: Consigli Pratici per Risparmiare Energia e Denaro
Strategie efficaci per risparmiare su corrente, gas e acqua: riduci le bollette e vivi in modo più sostenibile.
Come Risparmiare sull’Elettricità
Per ridurre il consumo di energia elettrica, esistono diverse tecniche che possono fare una grande differenza nel lungo termine. Ecco alcune delle più efficaci:
1. Usa Lampadine a LED
Le lampadine a LED consumano circa il 75% in meno rispetto a quelle tradizionali e durano molto di più. Nonostante il costo iniziale leggermente più alto, sono un ottimo investimento per ridurre i costi energetici a lungo termine.
2. Spegni le Luci Quando Lasci una Stanza
È facile dimenticare le luci accese quando si lascia una stanza, pensando di tornare subito. Tuttavia, spegnere le luci ogni volta che si esce da una stanza può portare a un risparmio significativo sulla bolletta.
3. Evita lo Stand-by degli Elettrodomestici
Anche in modalità stand-by, molti elettrodomestici continuano a consumare energia. Scollega completamente i dispositivi o utilizza prese multiple con interruttore per spegnere tutto in un solo gesto.
4. Usa Prese Multiple con Interruttore
Le ciabatte elettriche con interruttore permettono di spegnere contemporaneamente più elettrodomestici. Questo riduce il consumo elettrico in stand-by e semplifica la gestione degli apparecchi.
5. Scegli Elettrodomestici di Nuova Generazione
Come Risparmiare su Gas e Riscaldamento
Con l'aumento dei costi del gas e del riscaldamento, è essenziale adottare delle misure per limitare lo spreco di energia senza compromettere il comfort domestico.
1. Sfrutta il Calore Residuo di Fornelli e Forno
Puoi risparmiare gas spegnendo i fornelli o il forno qualche minuto prima della fine della cottura. Pentole e padelle, soprattutto se riempite di liquidi, trattengono il calore e continuano a cuocere gli alimenti.
2. Installa una Caldaia a Condensazione
Le caldaie a condensazione sono più efficienti rispetto a quelle tradizionali. Consentono di risparmiare energia poiché recuperano parte del calore che altrimenti andrebbe perso con i fumi di scarico.
3. Utilizza Pompe di Calore e Pannelli Solari
Investire in pompe di calore e pannelli solari è una strategia a lungo termine per ridurre i costi energetici. Questi sistemi utilizzano risorse rinnovabili e possono diminuire sensibilmente la dipendenza dal gas.
4. Scegli Fornitori Convenienti
Confronta le tariffe dei vari fornitori di gas nella tua zona per trovare le offerte più vantaggiose. Spesso, cambiare fornitore può portare a un risparmio notevole sulle bollette.
5. Mantieni la Temperatura Interna Adeguata
Imposta il riscaldamento a 20°C quando sei in casa e abbassalo a 16°C durante la notte o quando non sei presente. Questa pratica riduce significativamente il consumo di energia senza sacrificare il comfort.
6. Migliora l'Isolamento
Assicurati che porte e finestre siano ben sigillate per evitare dispersioni di calore. Utilizza gomma piuma o altri materiali isolanti per bloccare gli spifferi e migliorare l'efficienza del riscaldamento.
7. Arieggia Solo a Riscaldamento Spento
Come Risparmiare Acqua
Oltre a risparmiare sulla bolletta, adottare pratiche per ridurre il consumo di acqua contribuisce a preservare una risorsa preziosa per l’ambiente.
1. Usa Elettrodomestici di Nuova Generazione
Lavatrici e lavastoviglie moderne utilizzano meno acqua rispetto ai modelli più vecchi. Quando è il momento di sostituirli, scegli modelli che siano certificati per il risparmio idrico.
2. Utilizza Elettrodomestici a Piena Capienza
Quando usi lavastoviglie e lavatrice, assicurati di caricarle al massimo della loro capienza. Utilizzare questi elettrodomestici a carichi parziali spreca acqua e energia.
3. Chiudi l'Acqua Quando Non Serve
Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti o fai lo shampoo. Ogni secondo che l'acqua scorre inutilmente contribuisce a sprechi di risorse e aumento della bolletta.
4. Preferisci la Doccia al Bagno
Fare la doccia consuma molta meno acqua rispetto a un bagno. Se vuoi risparmiare, riduci la durata delle docce e preferiscile ai bagni in vasca.
5. Installa un Frangigetto sui Rubinetti
I frangigetto sono dispositivi economici che riducono il flusso d’acqua dai rubinetti senza comprometterne l’efficacia. Aiutano a risparmiare acqua nelle attività quotidiane.
6. Scegli WC con Scarico a Doppia Opzione
Molti WC moderni offrono la possibilità di scegliere tra uno scarico ridotto o uno completo. Utilizzare lo scarico ridotto quando possibile può portare a un risparmio significativo.
7. Ripara le Perdite
Un rubinetto che gocciola o una perdita nel sistema idraulico possono causare uno spreco d'acqua importante nel tempo. Controlla e ripara eventuali perdite il prima possibile.
8. Raccogli e Riutilizza l’Acqua
Quando fai scorrere l’acqua in attesa che si riscaldi, raccoglila in un secchio e usala per innaffiare le piante o per altre attività domestiche. Anche l’acqua usata per il lavaggio delle verdure può essere riutilizzata.
Conclusione
Seguendo questi consigli pratici, non solo potrai risparmiare sulle bollette di elettricità, gas e acqua, ma contribuirai anche a un utilizzo più sostenibile delle risorse. Piccoli gesti quotidiani, come spegnere le luci, scegliere elettrodomestici efficienti e migliorare l'isolamento della casa, possono fare una grande differenza sia per il tuo portafoglio che per l'ambiente.
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EGATO6: Tariffa Acqua e Bonus Idrico Integrativo - Un Aumento Contenuto per il 2024
Un incremento moderato delle tariffe idriche e l'introduzione di un bonus per le famiglie in difficoltà economica nella provincia di Alessandria.
Un incremento moderato delle tariffe idriche e l’introduzione di un bonus per le famiglie in difficoltà economica nella provincia di Alessandria. L’Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 6 ‘Alessandrino’ (EGATO6) ha approvato un aumento contenuto della tariffa del servizio idrico integrato. La decisione, presa all’unanimità nella conferenza tenutasi il 29 ottobre 2024, rappresenta…
#accesso agevolato#Acqua potabile#acqua pubblica#aiuto economico#Alessandria#ambito territoriale#aumento contenuto#aumento tariffa#bolletta acqua#Bonus Idrico#conferenza EGATO6#costi energetici#costi operativi#costi utenze#crisi energetica#Egato6#Ente di Governo#equità tariffaria#gestione idrica#gestione sostenibile#Giacomo Perocchio#Inflazione#infrastrutture idriche#ISEE#Piemonte#politica idrica#politica tariffaria#regione Alessandria#risorsa acqua#Risorse idriche
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🏠 Ristrutturare, riqualificare e risparmiare: come investire nel futuro della casa sostenibile
🚧 La ristrutturazione accresce il valore di un immobile, migliorandone la qualità e riducendone i costi energetici
👉 Vediamo insieme gli interventi più efficaci e a chi affidarli
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Monomeri da catalisi dei rifiuti plastici
Trasformare i rifiuti plastici in materia prima, da Berkeley un processo innovativo. John Hartwig, professore di chimica all’UC Berkeley, ritiene che questo processo avvicini significativamente le poliolefine a una vera circolarità. Insieme allo studente laureato RJ Conk e all’ingegnere chimico Alexis Bell, mirano a scalare la tecnologia per uso industriale. Il processo innovativo trasforma PE, PP, o una miscela dei due, incluse le forme post-consumo, in propilene o in una miscela di propilene e isobutilene. L’Università della California, Berkeley, ha sviluppato un nuovo processo chimico catalitico che ha il potenziale di rivoluzionare il riciclaggio ella plastica, convertendo i rifiuti di polietilene (PE) e polipropilene (PP) in preziosi monomeri. La necessità di un riciclaggio efficiente dei rifiuti plastici
Il polietilene e il polipropilene sono le plastiche predominanti nel flusso globale dei rifiuti. Nonostante il loro ampio utilizzo, dalle buste monouso ai resistenti contenitori per microonde, i metodi attuali di riciclaggio di questi materiali sono inefficienti. Spesso producono grandi quantità di gas serra o dipendono da catalizzatori costosi e monouso. La conversione selettiva di PE e PP in prodotti ad alta domanda è fondamentale per ridurre i rifiuti plastici e il loro impatto ambientale. Tuttavia, la maggior parte dei metodi attuali soffre di bassa selettività e alti costi energetici. Un processo catalitico rivoluzionario Il processo innovativo utilizza una semplice combinazione catalitica di ossido di tungsteno su silice e sodio su gamma-allumina. Questa combinazione trasforma efficacemente PE, PP, o una loro miscela, incluse le forme post-consumo, in propilene o in una miscela di propilene e isobutilene. Notevolmente, questa reazione raggiunge una resa superiore al 90% a 320°C senza necessità di deidrogenare prima le poliolefine. Questo metodo non è solo energeticamente efficiente, ma elimina anche la necessità di costosi catalizzatori omogenei di metalli nobili. Questo nuovo approccio rappresenta un significativo avanzamento nella creazione di un percorso di riciclaggio sostenibile ed ecologico per le poliolefine. Potenziale di economia circolare per le poliolefine L’aumento di scala di questo processo potrebbe stabilire un’economia circolare per le plastiche monouso, convertendo i rifiuti in monomeri per nuove plastiche. Questa trasformazione ridurrebbe la dipendenza dai combustibili fossili e diminuirebbe significativamente l’impatto ambientale dei rifiuti plastici. Mentre il riciclaggio delle bottiglie in PET è efficace da anni, la maggior parte dei rifiuti plastici è costituita da poliolefine come PE e PP, che sono state molto più difficili da riciclare efficientemente. Affrontando questo problema, il nuovo processo offre una soluzione innovativa per la gestione dei rifiuti di poliolefine. La strada da percorrere
John Hartwig, professore di chimica all’UC Berkeley, ritiene che questo processo avvicini significativamente le poliolefine a una vera circolarità. Insieme allo studente laureato RJ Conk e all’ingegnere chimico Alexis Bell, mirano a scalare la tecnologia per uso industriale. Aumentando la scala, sperano di creare un ciclo di riciclaggio efficiente per le plastiche quotidiane come polietilene e polipropilene. Credono che questo metodo possa rivoluzionare il riciclaggio delle poliolefine, similmente a come il riciclaggio del PET ha chiuso il ciclo per le plastiche in poliestere. Questa scoperta potrebbe trasformare la gestione dei rifiuti plastici su larga scala. Il processo segna un passo chiave verso la costruzione di un’economia più sostenibile e circolare per le plastiche. Di conseguenza, offre una soluzione promettente per ridurre l’inquinamento plastico e la dipendenza dai combustibili fossili. Read the full article
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Il caro energia spaventa ancora l'85% degli italiani mentre il 60% vuole ridurre il consumo energetico
(Adnkronos) – Questi i risultati di uno studio condotto dall’Osservatorio tado che fornisce anche alcuni suggerimenti per ridurre l’impatto dei costi energetici Read More (Adnkronos) – Questi i risultati di uno studio condotto dall’Osservatorio tado che fornisce anche alcuni suggerimenti per ridurre l’impatto dei costi energetici Adnkronos – Tech&Games tecnologia
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