#Chiara Atti
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nonsaremodellestar · 2 years ago
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Eh niente, stavolta la scommessa con @awesomebitchyuniverse l'ho persa io (ero convinta andasse male oggi, non avevo per nulla good vibes) e quindi mi tocca quest'icon fino a domenica, che gioia
Ma per far vincere l'acmilan questo e altro
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queerographies · 1 year ago
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[Sensi migranti][Stefano Candellieri][Davide Favero]
L’obiettivo delle giornate di studio/performance è stato quello di sensibilizzare e aumentare la conoscenza/competenza dei partecipanti relativamente ai fenomeni di indebolimento identitario, nel senso che dà Vattimo al termine, fenomeni sempre più riscon
Susan Sontag con Note su “Camp”, Gender Trouble di Judith Butler, la Teoria Queer con le sue sfide all’identità di genere, il lavoro decostruzionista di Derrida, poststrutturalista di Foucault e soprattutto quello semioanalitico di Kristeva sono stati gli assi culturali portanti in cui si sono inscritte le giornate di studio. Si è cercato di porre in comunicazione la metapsicologia junghiana,…
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susieporta · 8 months ago
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All’improvviso, come se un destino chirurgo mi avesse operato per una cecità antica ottenendo un grande successo immediato, alzo la testa dalla mia vita anonima verso la chiara conoscenza del come esisto. E vedo che tutto quanto ho fatto, tutto quanto ho pensato, tutto quanto sono stato, è una specie di inganno e di follia. Mi stupisco di quello che non sono riuscito a vedere. Mi sorprendo di quanto sono stato accorgendomi che in fin dei conti non sono.
Guardo, come in una distesa al sole che rompe le nuvole, la mia vita passata; e mi accorgo, con uno stupore metafisico, di come tutti i miei gesti più sicuri, le mie idee più chiare e i miei propositi più logici non siano stati altro che un’ebbrezza congenita, una pazzia naturale, una grande ignoranza. Non ho neppure recitato. Sono stato recitato. Non sono stato l’attore, ma i suoi gesti.
Tutto quanto ho fatto, ho pensato e sono stato, è una somma di subordinazioni, sia a un ente falso che ho creduto mio perché ho agito partendo da lui, sia di un peso di circostanze che ho scambiato per l’aria che respiravo. In questo momento del vedere, sono un solitario immediato che si riconosce esiliato nel luogo in cui si è sempre creduto cittadino. Nel più intimo di ciò che ho pensato non sono stato io.
Mi sopravviene allora un terrore sarcastico della vita, uno sconforto che va oltre i limiti della mia individualità cosciente. So che sono stato errore e traviamento, che non ho mai vissuto, che sono esistito soltanto perché ho riempito tempo con coscienza e pensiero. E la mia sensazione di me è quella di chi si sveglia dopo un sonno pieno di sogni reali, o quella di chi è liberato, grazie a un terremoto, dalla poca luce del carcere a cui si era abituato.
Mi pesa, mi pesa veramente, come una condanna a conoscere, questa nozione improvvisa della mia vera individualità, di quella che ha sempre viaggiato in modo sonnolento fra ciò che sente e ciò che vede.
È così difficile descrivere ciò che si sente quando si sente che si esiste veramente, e che l’anima è un’entità reale, che non so quali sono le parole umane con cui si possa definirlo. Non so se ho la febbre, come sento, se ho smesso di avere la febbre di essere dormitore della vita. Sì, lo ripeto, sono come un viaggiatore che all’improvviso si trovi in una città estranea senza sapere come vi è arrivato; e mi vengono in mente i casi di coloro che perdono la memoria, e sono altri per molto tempo. Sono stato un altro per molto tempo (dalla nascita e dalla coscienza), e mi sveglio ora in mezzo al ponte, affacciato sul fiume, sapendo che esisto più stabilmente di colui che sono stato finora. Ma la città mi è sconosciuta, le strade nuove, e la malattia senza rimedio. Aspetto dunque affacciato al ponte, che passi la verità, e che io mi ristabilisca nullo e fittizio, intelligente e naturale.
È stato un attimo, ed è già passato. Vedo ormai i mobili che mi circondano, il disegno della vecchia carta alle pareti, il sole attraverso i vetri polverosi. Ho visto la verità per un attimo. Sono stato per un attimo, coscientemente, ciò che i grandi uomini sono verso la vita. Ricordo i loro atti e le loro parole, e non so se non sono stati anche loro tentati vittoriosamente dal Demone della Realtà. Non sapere di sé vuol dire vivere. Sapere poco di sé vuol dire pensare. Sapere di sé, all’improvviso, come in questo momento lustrale, vuol dire avere subitamente la nozione della monade intima, della parola magica dell’anima. Ma una luce improvvisa brucia tutto, consuma tutto. Ci lascia nudi perfino di noi stessi.
È stato solo un attimo e mi sono visto. Poi, non so più dire ciò che sono stato. E, alla fine, ho sonno, perché, non so perché, penso che il senso è dormire.
Fernando Pessoa
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staipa · 1 year ago
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/sul-conflitto-israelo-palestinese/?feed_id=1093&_unique_id=654e18cb126e3 %TITLE% Un tempo questo blog si chiamava "Staipa's Blog - PoesiPolemiPolitica", lo premetto per chi mi conoscesse o seguisse da poco, e invito anche a leggere la pagina Questo è un blog politico apartitico (https://short.staipa.it/politico), per chi avesse qualche dubbio. Il tema è già divisivo per partito preso, lo era ben prima di questo conflitto, ben prima della risoluzione Onu del 1948 (https://short.staipa.it/tkey9) e dell'olocausto della Seconda Guerra Mondiale, non sono uno storico, non sono un geopolitico e non ho nessuna intenzione di fare un riassunto tecnico di quanto accaduto, per questo posso rimandare a un video di GeoPop in cui il tutto viene spiegato in maniera chiara e senza troppe prese di posizione (https://youtu.be/hBImPpGnYKE) https://www.youtube.com/watch?v=hBImPpGnYKE Geopolitix: La questione Isreaelo-Palestinese raccontata bene Un mio obiettivo di vita è sempre quello di cercare non schierarmi a priori, e negli ultimi anni ho diminuito di molto il mio desiderio di discutere di determinati argomenti. Non perché non sia importante anzi, se posso scendo in piazza a manifestare ben più di quanto facessi un tempo, ma perché oramai internet e i social sono un guazzabuglio di litigi e di persone che sentono di poter dire qualunque cosa sempre e costantemente dalla parte della ragione e questo mi annoia terribilmente. Non c'è voglia di riflettere ma solo di attaccare e così il mio modo riflessivo e provocatorio di scrivere finisce per alimentare discussioni noiose e poco proficue. Lo stesso vale per voi ovviamente, se siete già annoiati di leggere questo articolo o se pensate già di sapere dove andrà a parare fatevi un favore: smettete pure di leggerlo. Ho comunque l'impressione che in determinati casi scrivere resti utile, se non altro lo è per me. In ogni modo il discorso è annidato, arrotolato e parte degli argomenti che tratto abitualmente in articoli come Quando siamo estremamente divisivi è probabile siamo vittime di Fake News (https://short.staipa.it/gsin5). Ma c'è una ragione più importante: sta morendo un sacco di gente e degli stronzi ci lucrano per ricevere consensi. Il riassunto lo farò a modo mio in ogni caso, due nazioni si odiano per motivi religiosi, politici, etnici, territoriali (tanto per cambiare) e non importa a nessuno chi dei due abbia ragione perché probabilmente nessuno ha mai una ragione completa. Il meccanismo è sempre lo stesso e può agire su ognuno di noi quando si semplifica troppo qualcosa di complesso, quando si cerca una ragione e un colpevole fuori e non ci si guarda dentro. Ne ho parlato anche in Perché odi gli immigrati. O gli omosessuali. O le donne. O i tossici. O… (https://short.staipa.it/ja0z9). Succede ovunque, in grande come in questo caso o nel piccolo dei continui stupidi scontri di "opinione" sui social. In questo caso, nello specifico si promette alla più debole delle due nazioni un'autonomia e non si fa nulla per portarla avanti perché gli interessi economici e culturali sono legati all'altra. La più debole decide di farsi sentire per smuovere la situazione, lo fa nel peggiore dei modi, con un atto terroristico assolutamente inaccettabile e vile, sì. Ma davvero così incomprensibile? La risposta dall'altra è uno schieramento di potenza mostruoso e l'inizio di un genocidio di massa in cui sono coinvolti indistintamente adulti, uomini, donne e bambini, azioni altrettanto terroristiche, inaccettabili e vili. (Guterres, a Gaza numero bimbi morti supera qualunque guerra https://short.staipa.it/l5poi). Non credo che nessuno sano di mente riterrebbe nessuno dei due atti come non terroristico, non inaccettabile e non vile. Non importano quali siano le motivazioni e quanto queste possano essere comprensibili. Le azioni che ne conseguono non sono accettabili. Non è questione di tifoseria, eppure tutti si stanno schierando. Indipendentemente
dall'azione fatta dall'una o dall'altra parte si stanno schierando o perché una religione è meno peggio dell'altra, o perché con una nazione ci sono interessi economici e con l'altra meno, o perché una delle due nazioni è più filoccidentale e l'altra più filorientale. Gi stati stessi si stanno schierando decidendo per i loro cittadini, ma si stanno schierando con o contro altri governi, non pensando ai i loro cittadini, non alle persone. Quelle che stanno venendo ammazzate, trucidate, uccise e che non hanno scelto questa guerra. Si sa, siamo in una società in cui Il bullismo viene spacciato come valore (https://short.staipa.it/sdktc), in cui la gestione passiva del bullo è oramai interiorizzata (https://short.staipa.it/4bdv2): o ci si schiera con il più forte o si resta a guardare, rendendo il bullo più potente, dandogli un tifo e un pubblico, dando valore alle sue atrocità. Per questo è importante parlare, urlare, manifestare una visione quando questa non è allineata con chi prende le decisioni, ma c'è modo e modo di manifestare e c'è una forma di coerenza che non è quella di chi fino a pochi mesi fa dava del pacifinto ai pacifisti e ora predica una pace. UNA pace, non LA pace. In entrambi i casi difendendo il più forte ovviamente, sia quando si trattava di dare del pacifinto sia quando ora si dichiara pacifista. Ci vuole uno sguardo più ampio e privo di assoluzioni, quelle le dà la religione: sia le assoluzioni che le scuse per combattersi. Vanno guardate le persone, gli assassini, le vittime, le popolazioni soverchiate e le nazioni potenti. Non è con l'eccesso di legittima difesa, con io tengo in casa un fucile e se qualcuno entra lo ammazzo che si risolvono le cose. Chi entra è colpevole, -se non sono stato io in precedenza a spingere verso quella situazione- ma questo non assolve le mie colpe quando colgo l'occasione per sfogare i miei istinti ammazzando. Se Hamas fosse la mafia, non sarebbe comunque distruggendo la Sicilia, abbattendo tutti i suoi ospedali, bombardando ogni casa che si sospetta contenere un mafioso, ammazzando tutti i siciliani che si combatterebbe la mafia. Contro questo voglio protestare, e su questo ogni cittadino dovrebbe riflettere: quanto è giusto che la propria casa, la propria famiglia, la propria vita vengano distrutte da una bomba quando non si è fatto personalmente nulla per provocare quella reazione? Questa domanda dovrebbe essere indipendente dalla religione, dall'appartenenza etnica, dalla posizione politica, altrimenti stiamo disumanizzando una fetta di umanità al pari di chi considerava altre etnie come esseri inferiori e accettando lo stesso genere di barbarie che ci orripila quando pensiamo allo schiavismo, al 1945 o al Massacro di Srebrenica. Stiamo guardando il bullo che invece di offendere, o rubare la merendina ammazza migliaia di persone innocenti perché pochi del loro gruppo hanno fatto qualcosa di deprecabile e ingiustificabile, ma pur sempre non quelli che stanno subendo ora il massacro. In fondo, nonostante i secoli, il progresso e la storia restiamo pur sempre gli stessi umani. “Restiamo umani”? Ma anche no. (https://short.staipa.it/uadcm)
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vividiste · 2 years ago
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6 gennaio 1980, ucciso a Palermo in viale Libertà il presidente della regione Siciliana Piersanti Mattarella. Appena entrato in auto insieme con la moglie, coi due figli e con la suocera per andare a messa, un killer si avvicinò al suo finestrino e lo uccise a colpi di pistola. Il vice presidente, il socialista Gaetano Giuliano, guidò la giunta regionale fino al termine della legislatura cinque mesi dopo. Nel luogo dove è avvenuto l'omicidio, in Via della Libertà tra il numero civico 135 e il 137, è stata posta una targa in suo ricordo. Le indagini giudiziarie procedettero con difficoltà e lentezza, anche se una chiara linea interpretativa del delitto si rileva negli atti giudiziari che portarono la Procura di Palermo a quella corposa requisitoria sui "delitti politici" siciliani (le uccisioni di Michele Reina, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, dello stesso Mattarella, di Pio La Torre e del suo autista Rosario Di Salvo) che, depositata il 9 marzo 1991, costituì l'ultimo atto investigativo di Giovanni Falcone.
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notiziariofinanziario · 25 days ago
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Giampaolo Morelli torna alla regia con “L’amore e altre seghe mentali” al cinema dal 17 ottobre.
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Giampaolo Morelli è regista e anche il co-protagonista con Maria Chiara Giannetta del film “L’amore e altre seghe mentali” al cinema dal 17 ottobre. e interpreta Guido, un uomo che rifiuta l’amore in ogni sua forma e limita i rapporti umani alle chiacchierate con i suoi amici storici Niky e Armando. La sfera del sesso è invece ridotta alla pratica compulsiva dell’autoerotismo. L’arrivo inaspettato di Giulia nella sua quotidianità, però, stravolge le carte in tavola e lo porta a adottare una nuova visione dell’amore e della vita. Nel cast al fianco di Giampaolo Morelli e Maria Chiara Giannetta troviamo anche Leonardo Lidi, Marco Cocci, Giulia Fiume e con Marco Messeri. “Guido è un uomo ferito, è un uomo che è rimasto ancorato al suo dolore del passato. – racconta a FqMagazine Giampaolo Morelli – È un uomo piegato su se stesso, cinico, cupo, che pratica l’autoerotismo attraverso un visore che permette di realizzare le sue fantasie, che è una cosa che più o meno esiste già, esistono già dei visori per fare sesso. Il rischio è proprio quello, è proprio quello di rimanere chiusi una propria zona di comfort e quindi di non darsi la possibilità di lanciarsi nella vita e di abbandonare le proprie ferite e le proprie paure. Molto spesso quello che non fa vivere una nuova storia d ‘amore sono proprio le nostre paure, le paure del dolore che possiamo aver provato per una storia precedente o anche quello che ci ha ferito quando eravamo bambini. È l’incontro con Giulia, la scintilla che fa mettere di nuovo in gioco Guido”. “L’autoerotismo credo di averlo scoperto sui 12 anni. – continua il regista – Ho provato una sensazione. penso buona, perché continuo ancora oggi. Cioè, era brutto abbandonare, eh? (ride, ndr). Detto questo penso che in Italia, il sesso rappresenti ancora un tabù. Siamo un po’ più indietro su alcune cose, su alcuni temi, quali la sessualità, a causa della nostra cultura, della presenza, della forte, della Chiesa sul nostro territorio… Questo ci fa vivere la sessualità in maniera in maniera meno libera. La sessualità è importante, con questo non voglio direche va vissuta così, senza la responsabilità perché la sessualità mette in gioco tutto noi stessi. Quindi è una cosa molto importante”. In qualche modo i frequenti casi di cronaca legati alle violenze sulle donne sono anche attribuiti alla scarsa educazione sessuale nell’infanzia? “Sì, secondo me anche. Sicuramente è importante cercare di educare uomini e donne. Sono atti anche violenti legati all’ignoranza e non solo della sfera sessuale, ma anche affettiva, amorosa in generale”. Read the full article
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eyewearcatherine · 4 months ago
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🏋️‍♀️🍾Guardate come si porta un paio di occhiali in un ospedale per gli occhi?
03, che combina la funzione visiva con il controllo ambientale degli occhi
Realizzare una difesa miope della scienza
Per ogni telefonata presbiopia, affrontare e miopia dei pazienti con adolescenti, raggi wuhan amore eye hospital a seconda del centro allo stato di rifrazione andrà in curvatura cornea, l’asse dall’occhio, riserve e presbiopia raggi in funzione dei parametri affini, per una disfunzione a seconda setaccio all’inizio controlli ulteriori funzioni secondo i pazienti, in base al risultato della luce e funzioni secondo i controlli, Concedere formazione visiva, materie cornea, mirate al centro più morbido di specchi miopia come misure di controllo applicate parallelamente la nube di fissaggio per adolescenti con occhio il comportamento dei pazienti e per l’ambiente l’intervento di monitoraggio, valutazione e prevenzione non miopia pazienti attraverso atti di monitoraggio fare ritardo e miopia, la miopia di pazienti con interventi atti a ritardare il processo di sviluppo miopia.
1, cloni — dispositivi intelligenti di protezione degli occhi
Il clone, che funge da dispositivo intelligente di protezione per gli occhi, ha soltanto le dimensioni di due coperchi per unghie e misura la distanza visiva normale del bambino, l’intensità luminosa dell’ambiente circostante, l’ambiente interno ed esterno. Grazie alla nuvolosa, gli oculisti dell’ospedale di wuhan hanno una chiara comprensione delle abitudini oculari dei bambini, della loro durata all’aria aperta, e sono in grado di individuare con maggiore precisione i fattori di rischio per la vista di breve distanza nella loro vita, fornendo così un efficace programma di prevenzione.👇👇
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fiorile-arte · 23 years ago
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Bruno Mangiaterra Purchè si parli di esistenza a cura di Gabriele Perretta (...) L’esortazione è chiara, l’incoraggiamento, lo stimolo, il suggerimento è trasparente come il bianco dell’uovo: vi prego non parliamo d’altro, parliamo solo di esistenza. L’esistenza ha bisogno di essere seguita, essa si può trasformare in un segno o può mostrarsi al di là del segno come forma di vita. Chiedere il perché dell’esistenza significa chiedersi in qualche modo la ragione dell’arte. È un’esultanza tacita, dal significato sottile che traspare nella settima Elegia Duinese di R. M. Rilke: Hiersein ist herrlich (Esistere in terra è divino). Terra qui potrebbe stare anche per una parte del cognome di Bruno, dunque potremmo sgarrare dicendo Esistere in mangiaterra è divino. Del resto, dopo la scorpacciata heideggeriana che ci siamo fatti negli ultimi due decenni, non ci rimane che rispolverare le difficili parole di chi è stato da tempo dimenticato. Sartre nel 1938 scrive: “L’essenziale è la contingenza. Voglio dire che per definizione, l’esistenza non è la necessità. Esistere è esserci, semplicemente; gli esistenti si vedono, si lasciano incontrare, ma non si possono mai dedurre” (La nausea). E se volessimo affondare ancora di più la lama nello sberleffo dell’esistenza basta ricordare una frase famosa de L’age de la raison del 1945: “Che cos’è esistere? Bersi senza sete!”. Alla luce di tutti i nichilismi presenti, e già acquisibili nello stato di realtà, presupponendo che l’arte non ha più niente da dire e l’espressione si presenta assolutamente vuota all’esistenza, veramente resta solo la possibilità di “bersi senza sete”. Oppure, nell’età della ragione globalizzata l’esistenza può essere capace di un atto di resistenza? La parola è affidata alle nuove esistenze sociali, ai nuovi atti di esistenza, all’essere comunitario e new-global! Gabriele Perretta
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lamilanomagazine · 6 months ago
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Martina Franca, imbrattamenti ed atti vandalici: continua la caccia all'autore
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Martina Franca (Taranto), imbrattamenti ed atti vandalici: continua la caccia all'autore La Polizia di Stato continua senza sosta le indagini finalizzate ad individuare il presunto autore degli atti vandalici compiuti a Martina Franca in provincia di Taranto nei giorni scorsi e consistenti in imbrattamenti di auto in sosta, di attività commerciali e di abitazioni private, nella zona tra Via Mercadante, Via Paisiello e Piazza Umberto. Dai primi accertamenti svolti dai poliziotti della Volante del Commissariato, le scritte, prodotte con vernice chiara, sono apparse prive di significato e, quasi certamente, non riconducibili alla stessa mano che, nell’ultima settimana, aveva riprodotto simboli celtici nell’area della Villa Garibaldi. Gli accertamenti condotti dagli investigatori del Commissariato di Martina Franca attraverso la minuziosa analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, hanno consentito di raccogliere indizi utili ad individuare il presunto autore in un 58enne del posto il quale verrà denunciato. I proprietari delle auto e degli edifici oggetto degli imbrattamenti potranno presentare querela presso il Commissariato di Martina Franca o presso qualunque ufficio di polizia. Le indagini sono ancora in corso.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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incamminoblog · 6 months ago
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suor Chiara Curzel"La storia degli effetti"
VI Domenica di Pasqua (Anno B)  (05/05/2024)Liturgia: Atti 8,5.8.14-17; 1Pietro 3,15-18; Giovanni 14,15-21 In questa VI domenica di Pasqua ascoltiamo da Gesù l’invito dolce e forte ad amarci gli uni gli altri, per portare ancora un frutto che rimane: Gv 15,9-17. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete…
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m2024a · 7 months ago
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Caso Ferragni, intricate reti societarie e valzer quote: la galassia dell'influencer
Intricate reti societarie, sospette prassi di 'vasi comunicanti', dipendenti pagati poco rispetto al fatturato, valzer di quote azionarie e partner ingombranti: un'inchiesta de 'L'Espresso' mette in luce aspetti poco chiari della galassia delle attività dell'influencer Chiara Ferragni, travolta dallo scandalo del pandoro Balocco che la vede indagata dalla Procura di Milano per truffa aggravata per pubblicità ingannevole nella beneficenza.  La società The blonde salad crew, si legge sull'Espresso, conta 16 dipendenti per un costo di 67mila euro a testa (compresi Tfr e contributi) a fronte di un fatturato 2022 di 14,5 milioni di euro e utili per 5,1 milioni. Ferragni e il suo braccio destro, il manager Fabio Maria Damato, scrive l'Espresso, incasserebbero compensi da consiglieri per 320mila euro. In questa società è, inoltre, avvenuta una miracolosa moltiplicazione delle quote societarie, si osserva ne L'Espresso. Ferragni, si legge nell'articolo, ha spostato il 10% delle sue quote nella società Esuriens, che detiene anche il 35% della partecipazione del suo ex fidanzato Riccardo Pozzoli, socio delle origini di Tbs. Esuriens si divide poi in due srl: Delirus di Pozzoli e Esuriens, ceduta poi alla società N1 del produttore pugliese del tessile Pasquale Morgese. Qui che si verifica un balletto delle quote fino a quando la Ferragni ottiene il 100% di Tbs Crew. Ma resta li 45% della partecipazione in pancia a Delirus.  Poco dopo Ferragni conferisce tutte le quote a Sisterhood, srl che oggi funziona da holding interamente controllata dall'influencer. Qui i dipendenti sono due e costano 15mila euro l'uno, si legge nell'Espresso, a fronte di un valore di Tbs da 1,7 milioni di euro, mentre il conferimento alla Sisterhood è di 10 mila euro, con un sovrapprezzo di 995mila euro. C'è poi l'intricata vicenda della srl Fenice, scrive l'Espresso, licenziataria del marchio Chiara Ferragni e gestore di altre royalties, indirettamente coinvolta nel dissesto dell'Enpapi, ente nazionale di previdenza degli infermieri, attraverso il socio Paolo Barletta, erede del'omonima società di real estate laziale e socio di Nicola Bugari con la controllata Arsenale.  Il gruppo Barletta, rileva l'articolo de L'Espresso, ha da tre anni i bilanci in perdita, così come soffre Alchimia che detiene quote di Fenice. Qui si assiste ad vorticoso passaggio di quote, spartite fra Febo Holding (società riconducibile a Barletta), la socia Camilla Barindelli e tre società di Morgese (Esuriens, N1 e Mofra). Barletta avvia poi un processo di conferimento delle partecipazioni di Fenice da Febo Holding ad Alchimia, in sede di perizia la Fenice vale 36,2 milioni, cifra esorbitante tanto più se si considera che ad una seconda perizia, fatta 4 anni dopo vale è 4,7 milioni. Gli ultimi atti delle vicissitudini societarie sono infine legate al tentativo di Barletta di uscire da Fenice cedendo il suo 40% al fondo Avm, che però dopo il pandoro-gate ha congelato l'operazione. L'impressione – si legge infine nel testo dell'articolo dell'Espresso – è che le tre srl, Tbs Crew, Fenice e Sisterhood, agiscano come vasi comunicanti e, all'occorrenza, sia possibile caricare costi e fatturato sull'una o sull'altra.
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experience-made-chella · 8 months ago
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giancarlonicoli · 11 months ago
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13 dic 2023 11:04
IL PD HA PASSATO ALLA BANDA DI CASARINI NOTIZIE RISERVATE DELLA GUARDIA COSTIERA DA SFRUTTARE PER LA GRANDE PESCA DI MIGRANTI IN MARE - LE CHAT AGLI ATTI SVELANO GLI INFORMATORI CHE RIVELAVANO ALLA “CIURMA” (SOTTO INCHIESTA) DELLA ONG MEDITERRANEA LA POSIZIONE DEI BARCONI. IN PRIMA LINEA MATTEO ORFINI, GIUDITTA PINI, SANDRO RUOTOLO, L’EX MINISTRO DE MICHELI E MANCONI GRATIFICATO DA UNA FRASE (“QUANDO C’E’ DI MEZZO LUI, TEMO SEMPRE CACATE”) - SUL FOGLIETTO C’È PURE ENRICO LETTA, IN QUEL MOMENTO SEGRETARIO DEL PD, ANCHE SE IL SUO NOME È SEGUITO DA UN PUNTO INTERROGATIVO... -
Giacomo Amadori e Fabio Amendolara per la Verità - Estratti
Il Partito democratico ha strepitato per settimane perché il sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro ha condiviso con il compagno di partito Giovanni Donzelli alcune informative sulla vita in carcere del terrorista Alfredo Cospito e sui suoi incontri con i parlamentari dem dentro al penitenziario.
I piddini hanno sollevato un gran polverone, ma scopriamo ora che erano praticamente gli informatori sotto copertura della banda di Luca Casarini e Giuseppe Caccia (alla sbarra a Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) con cui condividevano un intenso flusso di informazioni sulla posizione dei barconi e sul loro recupero.
Un capitoletto dell’informativa, con la quale la Guardia di finanza ha riassunto l’esito delle indagini ai magistrati, è stato denominato «Rapporti con le istituzioni». Infatti, stando agli investigatori, le connessioni «sia in ambito politico che militare», avrebbero aiutato i dirigenti dell’associazione Mediterranea, oggi sotto inchiesta, a ottenere informazioni riservate da sfruttare per la grande pesca di migranti in mare.
Un papello sequestrato a bordo della Mare Jonio, la nave di Med, scritto a matita su carta a quadretti, insieme ad annotazioni su spese bancarie, spese generali e di viaggio, proprio sotto la parola «garanti», riportava quelli che gli inquirenti di Ragusa indicano come «i contatti che tutta l’organizzazione», ovvero i Casarini boys, intratteneva «sia con il mondo politico», sia con quello «militare». Della lista fa parte, per esempio, Luigi Manconi, senatore del Partito democratico e responsabile del comitato per il diritto al soccorso, gratificato dalle parole di stima di Caccia: «Quando c’è di mezzo Manconi temo sempre cacate».
Nel pantheon anche Armando Spataro (ex procuratore di Torino) e Gherardo Colombo, ex pm di Mani pulite.
Sul foglietto c’è pure Enrico Letta, in quel momento segretario del Pd, anche se il suo nome è seguito da un punto interrogativo. Fanno parte della rosa anche l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di Stato maggiore della Marina militare dal 2013 al 2016, e il capitano di fregata Gregorio De Falco, l’uomo simbolo della notte della Costa Concordia poi diventato senatore pentastellato. Tra i contatti compare pure il nome di Chiara Cardoletti, rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati.
In chat vengono scambiati numeri di telefono. Da quello del deputato del Pd Nicola Pellicani a quello di De Falco, che Casarini soprannomina «senatore comandante».
Il contatto chiave è, però, l’ex segretario pro tempore e presidente del Pd (sino a marzo 2019) Matteo Orfini, il quale ricopre un ruolo centrale in questa storia: oltre a far parte della ventina di garanti parlamentari che hanno permesso a Mediterranea di ottenere il mutuo chirografario per acquistare la barca, si è messo a disposizione anche per scrivere emendamenti utili ai pescatori di migranti.
I rapporti tra la politica e l’equipaggio della Mare Jonio emergono dalle chat acquisite dagli inquirenti.
Casarini, per esempio, il 26 settembre 2020, lancia un suggerimento: «Concentratevi di più sui membri del Pd che sostengono Med. Primo per evitare che si dica che siamo una nave di partito (di Liberi e uguali, ndr), secondo perché le contraddizioni sono lì. Giuditta Pini (altra deputata dem, ndr), Orfini, eccetera».
(...)
Caccia chiede se debba mettere in moto Andrea Martella, sottosegretario all’editoria, e la risposta dell’ex leader delle Tute bianche è positiva. A stretto giro l’esponente politico risponde di aver informato la De Micheli. L’ex assessore veneziano invia anche un messaggio al capo di Gabinetto di Conte, Alessandro Goracci.
Ma il messaggio, forse, più interessante è quello che Casarini, l’ex arruffapopoli del G8 di Genova, il 28 dicembre 2020, invia a Caccia, informandolo dell’arrivo di un dossier delicato: «Resoconto riservato ricevuto da Giuditta Pini da Mrcc».
L’acronimo indica il Comando generale del corpo delle capitanerie di porto.
Quello attribuito alla Pini è un appunto dettagliato sulla ricerca di un barchino partito dalla Libia il giorno di Natale con poco più di 10 migranti.
La nota, che a detta di Casarini proverrebbe dalla Guardia costiera, rappresenterebbe un clamoroso cortocircuito, visto che le informazioni sulle ricerche in mare, mentre sono in corso, sono riservate e non divulgabili, tanto meno a soggetti come partiti e Ong.
Le capitanerie le possono condividere, su richiesta, con i vertici dei ministeri coinvolti, a partire da quello dei Trasporti da cui dipendono, ma non al di fuori di questa ristretta cerchia istituzionale, anche perché queste ricerche quasi sempre innescano fascicoli penali, coperti dal segreto istruttorio.
Ma in questo caso tali basilari regole sarebbero state infrante ed esponenti del Pd avrebbero passato notizie sensibili sui clandestini in viaggio a soggetti che per quegli stessi comportamenti sono oggi alla sbarra con l’accusa di favoreggiamento clandestino, ovvero uno di quei reati che la Guardia costiera deve contrastare.
Significativa anche una chat del dicembre del 2019. Casarini inoltra a Caccia un messaggio che avrebbe ricevuto da Orfini: «Sentita. Ovviamente non sapeva, ma si informa subito». Poi il parlamentare avrebbe anche aggiunto: «I numeri tornano. Dovrebbe essere quella soccorsa dalla Ocean viking».
Caccia condivide un messaggio postato sul social network X da Sos Mediterranee sul recupero in mare di una cinquantina di migranti operato proprio dalla Ocean viking. Casarini esulta: «Il nostro servizio informazioni funziona».
Tra le email acquisite dagli inquirenti, ce ne sono due inviate a vari indirizzi di Mrcc Italia e per conoscenza a Unhcr. Manca il mittente, ma i contenuti sono riconducibili a segnalazioni di soccorsi in mare. In entrambe viene indicata la posizione Gps. E non sono le uniche informazioni che i Casarini boys maneggiano.
Altra chat rilevante è quella datata 23 gennaio 2020. I nostri sono a caccia di un barcone. Casarini commenta: «I libici sono vicini». Orfini inoltra questo messaggio: «Dove segnalato da voi non trovano nessuno. Una barca con 70 a bordo risulta sta altrove. Gli sto dicendo di farvi contattare direttamente». Casarini avverte Caccia, in quel momento capo missione: «Dico che chiamino te. Ministero Difesa».
Dopo circa un’ora l’armatore della Mare Jonio informa l’amico che «non si è fatto vivo nessuno». In serata Caccia inoltra le coordinate precise su «eventi Sar (Search and rescue, ricerca e soccorso, ndr) ancora aperti».
La fonte dovrebbe essere Alarm phone, il numero di emergenza utilizzato dai migranti, che farebbe riferimento anche a un dispaccio nautico (Navtex) «emesso da Mrcc Italia». Casarini inoltra un altro messaggio di Orfini, con questo testo: «Prova a far sentire da Beppe quello che lo ha chiamato...dovrebbe essere un canale informale sempre attivo».
Caccia risponde: «Non mi ha dato un numero. E mi ha lasciato dicendo “passate sempre da Mrcc, non da noi che siamo struttura militare operativa”». Casarini invita il sodale «a sentire Guerini», che in quel momento era ministro della Difesa. Caccia replica che «è più roba da Guardia costiera adesso». Casarini riflette: «Si vede che con G (Guerini, ndr) ha canale diretto e glielo fa fare a loro di chiedere a Mrcc».
E in un messaggio delle 22.34 annuncia: «Tra dieci minuti mi chiama Orfini». Il giorno seguente il gommone di cui parlava Caccia viene rintracciato al largo di Lampedusa. E Casarini gira in chat la comunicazione che avrebbe ricevuto dalla De Micheli: «Li stiamo andando a prendere».
L'1 agosto 2020 ci sono altre informazioni da raccogliere.
Caccia, a proposito di una notizia di Alarm phone, scrive: «Sarebbe davvero importante avere riscontri da Mrcc attraverso Ruotolo (Sandro, senatore del Pd, ndr) od Orfini». Poco dopo Casarini ottiene notizie: «Su Open arms Ruotolo ha parlato con Interni. Entro stamattina li sbarcano. No porto sicuro, medevac (trasporto medico urgente, ndr)». Caccia: «Come i nostri 27, ministero Interno per “ragioni sanitarie”». Insomma con il Pd al potere la Mare Jonio era praticamente un pattugliatore della Guardia costiera ad honorem. Chissà se adesso qualcuno, come ha fatto Angelo Bonelli per il caso Donzelli-Delmastro, chiederà alla Procura di verificare se quell’intenso scambio di informazioni tra i palazzi del potere romano e il rimorchiatore fosse legittimo.
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roma-sera-giornale · 11 months ago
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Quali sono i punti ancora poco chiari circa il caso del "mostro di Firenze"?
Una delle caratteristiche legate alla vicenda "mostro" é proprio la caterva di personaggi che appaiono e scompaiono nei vari atti,
De Ficchy Giovanni Antropologo Criminale La morte del Narducci è il punto più oscuro intorno tutta la vicenda, secondo il dottor Mignini il medico era verosimilmente collegato agli omicidi, forse inserito in un qualche tipo di organizzazione, il che fa supporre che gli omicidi rientravano all’interno di una operazione più grande, di natura non ben chiara, ad oggi le indagini su Narducci sono…
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delectablywaywardbeard-blog · 11 months ago
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Meloni, la sinistra condanni la violenza contro Pro Vita
“Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee? È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara”. Così sui social la premier Giorgia Meloni, condannando gli “intollerabili atti di violenza e intimidazione” contro Pro Vita e Famiglia.…
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lanuovaalleanza · 1 year ago
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LA GUERRA CONTRO DON FRANCO BIASUZZI - Parte 4
Nel luglio 1991 ero in campeggio a #Cimolais e facevo da autista a don Franco. Ogni giorno, dopo averlo portato a prendere il pane per il campo scuola, lo portavo in un bar dove, con un telefono a gettoni, don Franco telefonava alla sig.na Chiara Zamparo di #Mussons e le chiedeva informazioni sulla situazione della parrocchia.
Un giorno Chiara disse a don Franco che il sig. Gianfranco Venudo (capo dei fabbricieri di Mussons) le aveva chiesto di aprire le porte della canonica, per poter timbrare con il timbro parrocchiale una lettera agli abitanti di Mussons con la quale si chiedeva un aiuto economico per avviare la tradizionale Sagra dell' Asino. La lettera iniziava con queste parole: <Anche quest'anno, con l' aiuto del Signore, stiamo organizzando la tradizionale sagra....>. Don Franco andò su tutte le furie per l' uso dei timbri parrocchiali e del nome del Signore Dio per la raccolta di soldi per la Sagra paesana e mi disse:< i membri del Consiglio degli Affari Economici (fabbricieria) sono ipso facto decaduti e quando torno a Mussons gli invio una lettera con la quale li dichiaro decaduti>.
Fu così che, ad inizio agosto 1991, don Franco inviò una lettera a Gianfranco Venudo, Pia Picci, Denis Bertoni, Giuseppe Mancini ed Antonio Fasan detto Berto, con la quale veniva loro comunicata la cessazione della loro attività di fabbricieri. Celio Donadonibus e Milva Tomasa si erano già dimessi, tempo addietro, per motivazioni loro.
A fine agosto 1991, Gianfranco Venudo, a nome di tutta la fabbricieria, inviò una lettera raccomandata con la ricevuta di ritorno a don Franco, lettera con la quale si comunicava che la loro estromissione dalla carica di membri del Consiglio degli Affari Economici (fabbricieria) era nulla ed illegittima e lo si diffidava dal procedere con ulteriori atti giuridici, volti ad estrometterli da una carica che ricoprivano su esplicito mandato della comunità di Mussons.
CONTINUA
#StoriaDelFriuli
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