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Flash sui migliori siti di incontri nel 2024
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mi sto facendo una mini cultura su 41-bis e condizioni carcerarie in senso lato: visitando la scheda di un carcere a caso sul sito del ministero della giustizia scopro che non è consentito portare ai detenuti varie cose (comprensibilmente), tra le quali le melanzane alla parmigiana. okay!
#sì la ratio immagino sia vietare qualsiasi cibo possa contenere o nascondere altro#o rappresentare un pericolo o qualcosa con cui farsi del male e morire o uscire etc etc#ma la cosa che mi fa ridere è che ci sia proprio il nome del piatto#appuntato però queste non sono melanzane alla parmigiana. sono le melanzane a modo mio. come la mettiamo? andiamo davanti al signor giudice?
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Ero arrivato all'indirizzo e avevo suonato il clacson. Dopo aver aspettato qualche minuto, suonai di nuovo. Visto che quella sarebbe stata la mia ultima corsa del turno, pensai di andarmene, ma invece misi la macchina in parcheggio, mi avvicinai alla porta e bussai. 'Un attimo,' rispose una voce fragile e anziana. Sentii qualcosa trascinarsi sul pavimento.
Dopo una lunga pausa, la porta si aprì. Davanti a me c'era una piccola donna sui novant'anni. Indossava un vestito a fiori e un cappellino con un velo appuntato, come qualcuno uscito da un film degli anni '40.
Accanto a lei c'era una piccola valigia di nylon. L'appartamento sembrava disabitato da anni. Tutti i mobili erano coperti da lenzuola.
Non c'erano orologi alle pareti, né soprammobili o utensili sui ripiani. In un angolo c'era una scatola di cartone piena di foto e oggetti di vetro.
'Potresti portare la mia valigia alla macchina?' disse. Presi la valigia e la portai al taxi, poi tornai ad aiutarla.
Mi prese per il braccio e camminammo lentamente verso il marciapiede.
Continuava a ringraziarmi per la mia gentilezza. 'Non è niente,' le dissi. 'Cerco solo di trattare i miei passeggeri come vorrei che trattassero mia madre.'
'Oh, sei un bravo ragazzo,' disse. Quando salimmo in taxi, mi diede un indirizzo e poi chiese: 'Potresti passare per il centro?'
'Non è la strada più breve,' risposi rapidamente.
'Oh, non importa,' disse. 'Non ho fretta. Sto andando in un hospice.'
Guardai nello specchietto retrovisore. I suoi occhi luccicavano. 'Non ho più famiglia,' continuò con voce dolce. 'Il dottore dice che non mi resta molto tempo.' Spensi il tassametro in silenzio.
'Quale percorso vuoi che faccia?' chiesi.
Per le successive due ore, guidammo attraverso la città. Mi mostrò l'edificio dove aveva lavorato come operatrice di ascensori.
Passammo per il quartiere dove lei e suo marito avevano vissuto da novelli sposi. Mi fece fermare davanti a un magazzino di mobili che un tempo era stata una sala da ballo dove andava a ballare da ragazza.
A volte mi chiedeva di rallentare davanti a un particolare edificio o angolo e restava a fissare nel buio, senza dire nulla.
Quando l'alba iniziava a intravedersi all'orizzonte, disse improvvisamente: 'Sono stanca. Andiamo ora.'
Guidammo in silenzio fino all'indirizzo che mi aveva dato. Era un edificio basso, simile a una piccola casa di riposo, con un vialetto che passava sotto un portico.
Appena arrivammo, due inservienti uscirono dal taxi. Erano premurosi e attenti, osservando ogni suo movimento. Dovevano aspettarla.
Aprii il bagagliaio e presi la piccola valigia. La donna era già seduta su una sedia a rotelle.
'Quanto ti devo?' chiese, mettendo mano alla borsa.
'Niente,' dissi.
'Devi guadagnarti da vivere,' rispose.
'Ci sono altri passeggeri,' replicai.
Quasi senza pensarci, mi chinai e la abbracciai. Mi tenne stretta.
'Mi hai regalato un piccolo momento di gioia,' disse. 'Grazie.'
Le strinsi la mano e poi mi allontanai nella luce fioca del mattino. Dietro di me, una porta si chiuse. Era il suono della chiusura di una vita.
Non presi più passeggeri per quel turno. Guidai senza meta, perso nei miei pensieri. Per il resto della giornata, riuscii a malapena a parlare. Cosa sarebbe successo se quella donna avesse avuto un autista arrabbiato o impaziente di finire il turno? E se avessi rifiutato la corsa, o avessi suonato il clacson una volta, poi me ne fossi andato?
Ripensando a tutto, non credo di aver fatto nulla di più importante in vita mia.
Siamo abituati a pensare che le nostre vite ruotino attorno a grandi momenti.
Ma spesso i grandi momenti ci sorprendono, splendidamente avvolti in quello che altri potrebbero considerare un piccolo gesto.
LE PERSONE POTREBBERO NON RICORDARE ESATTAMENTE COSA HAI FATTO, O COSA HAI DETTO MA RICORDERANNO SEMPRE COME LE HAI FATTE SENTIRE.
In fondo a questa grande storia c'era una richiesta di inoltrarla - ho eliminato quella richiesta perché se hai letto fino a questo punto, non avrai bisogno di essere invitato a passarla oltre, lo farai spontaneamente...
La vita potrebbe non essere la festa che speravamo, ma mentre siamo qui possiamo anche ballare...
Da Marco Gigli.
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Appuntato
Appuntato sost.s.m. sottufficiale biscazziere.
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14.08.42. Una lettera mai inviata trovata presso il soldato tedesco Iosef. La lettera era destinata alla sua sorella Sabina: “ Oggi ci siamo organizzati con 20 polli e 10 mucche. Stiamo portando via dai paesi tutti- sia adulti che bambini. Non li aiutano le loro preghiere. Sappiamo essere spietati. Se qualcuno rifiuta di venire, viene ammazzato. Poco fa in un paesino un gruppetto di abitanti si sono intestarditi e non volevano venire. Siamo andati su tutte le furie e li abbiamo fucilati sul colpo tutti quanti. Poi è successa una cosa terribile: due donne russe pugnalarono col tridente due soldati tedeschi… Ci odiano qui. Nessuno a casa riesce immaginare la collera che hanno i russi nei nostri riguardi”.
Un appuntato Felix Kendels scrive all’amico: “Abbiamo frugato nei bauli, poi abbiamo organizzato una buona cena e abbiamo deciso di divertirci un po’. La bimba è capitata cattivella, ma l’abbiamo sistemata pure lei. Ce la siamo spassata tutti quanti…Fa niente…Non preoccuparti. Mi ricordo bene il consiglio del tenente- la bambina è muta come una tomba…”
24.07.42. Mateas Zimlih scrive al fratello, un’appuntato Henrih Zimlih: “A Laiden c’è un campo per i russi, li si possono contemplare. Non hanno paura delle armi, infatti usiamo la frusta quando parliamo con loro…”
Il soldato Ximan della SS scriveva alla sua moglie in Munhen il 3 dicembre 1941: “Adesso siamo a 30 km da Mosca. Quando esci di casa puoi vedere alcune torri di Mosca. Fra poco il cerchio si chiude e ci prenderemo i lussuosi appartamenti moscoviti, ti manderò i regali talmente belli da Mosca che Minna morirà di invidia”.
29.10.41. La lettera trovata presso il tenente Gafn: “Era molto più facile a Parigi. Ti ricordi quei giorni di miele? Le russe sono le diavole, bisogna legarle. Prima mi piaceva pure, ma oramai sono pieno di graffi e lividi, di morsi, quindi la risolvo mettendole la pistola alla tempia. Vedi che si raffreddano subito. Poi è successo un fatto eclatante qui, mai successo niente di simile: una ragazza russa si è fatta esplodere insieme al tenente maggiore Gross. Adesso prima di…le spogliamo e controlliamo tutto. Dopo le buttiamo nei campi”.
La lettera del soldato Gainz Muller: “Gerta, mia dolce cara, ti scrivo la mia ultima lettera. Non riceverai più nulla da me. Maledico il giorno in cui sono nato tedesco. Sono sconvolto da quello che fa il nostro esercito in Russia. Perdizione, sciacallaggio, violenza, omicidi su omicidi. Tutti vengono massacrati: vecchi, donne, bambini. Uccidono per il gusto di uccidere. Ecco perché i russi si difendono cosi’ all’impazzata e cosi’ da coraggiosi”.
Tenente maggiore Langhe (il trasferimento postale 325324) scriveva a Ghedi Beisler: “A Lvov c’è stato un vero spargimento di sangue…La stessa cosa fu a Tarnopol. Nessuno fra gli ebrei è rimasto in vita. Come puoi ben immaginare, noi non avevamo nessuna pietà. Cos’altro poi è successo non te lo posso scrivere”.
La fidanzata del maresciallo Zigfrid Kruger, Lenhen Shtenger gli scrive il 13 giugno dal Dattingen:
��Il pellicciotto è meraviglioso, era un po’ sporco ma la mamma l’ha pulito bene e ora è bellissimo…Le scarpe vanno bene alla mamma, giuste- giuste. Anche il tessuto per il vestito è bellissimo. Sono contenta anche di calze e delle altre cose”.
La lettera dell’appuntato Mang alla moglie Frida: “Se tu pensi che mi trovo tuttora in Francia, sbagli. Sono già sul fronte orientale…Mangiamo le patate e le altre cose che portiamo via ai russi. I polli non ce ne sono più…Abbiamo scoperto una cosa: i russi mettono tutto quello che hanno sotto la neve. Poco fa abbiamo trovato nella neve un boccione di carne di maiale salata e lardo. Abbiamo trovato anche il miele, i vestiti pesanti e il tessuto per il vestito. Di giorno e di notte siamo alla ricerca delle cose nascoste…Qui ci sono tutti nemici, ogni russo, indipendentemente da quanti anni abbia, 10, 20 o 80. Quando li distruggeranno tutti si starà meglio. I russi devono essere ammazzati tutti. Bisogna ucciderli tutti, fino all’ultimo”.
Un appuntato Zimmah: “Oggi noi con tutta la divisione abbiamo “organizzato la maialata”,- scrive all’inizio della guerra alla sua amata uno dei rappresentanti della “razza superiore”,- io ho bevuto come non mai. Ho mangiato tutta la testa del maiale per intero. Ma non ce l’ho fatta a finire un’orecchio e l’ho buttato al mujik bielorusso. Ma il nostro pastore Nettuno lo afferrò per primo. C’era da morire dal ridere”.
Ecco la lettera della moglie Lota al marito-tenente Gotfrid Verner, inviata al fronte:
“Non potresti togliere da qualche lurido ebreo un cappotto col pelo? Tanto non ne risentono, loro. Dicono che in Russia ce ne sono tanti di cappotti cosi’. E non ti dimenticare del tessuto per il vestito. Pensaci cos’altro c’è da portare, non aver pietà di quei bastardi. Almeno compensiamo un po’ questi tempi duri. Io qui proprio non ci riesco trovare un buon tessuto per il vestito”.
09.08.41. Dal diario del tenente maggiore Krauze, ucciso a seguito in Ucraina. Krauze passò per Polonia, Francia, Ugoslavia, Grecia, alla fine arrivò in Ucraina. Le pagine del suo diario condotto in tutti questi paesi si assomigliano parecchio: è un resoconto delle violenze, sciacallaggi e teppismo:
“Fra poco divento un’amante a livello internazionale! Ho sedotto le contadine in Francia, le polacche, le olandesi….” Poi seguono i dettagli dei suoi “atti eroici” a dir poco improponibili. Segue: “Oggi finalmente ce l’ho fatta a rilassarmi. La bambina aveva 15 anni ed era molto impaurita, mi mordeva le braccia. Poverina, ho dovuto legarla…Il tenente mi disse: per questi atti epici meriti una croce di ferro”.
Un carrista Karl Fux:
“Qui è impossibile vedere il viso gradevole e intelligente. Tutti selvaggi, impauriti, deficienti a tutti gli effetti. Pensa che questa feccia guidata dai giudei e galeotti aveva in mente di sottomettere l’Europa e il resto del mondo. Grazie a dio il nostro fuhrer Adolf Hitler non lo ha permesso”.
La lettera al soldato tedesco Gainz da parte di Ioganna Rohe di Vaissenfels: “Da noi adesso lavorano molti russi, uomini, donne e bambini. Ci odiano a morte e colgono ogni occasione per scappare. Due settimane fa signor Kushtbah ha fermato due russi in Vinberger. Un boscaiolo vicino al Fraiburg tentò di fermare alcuni russi scappati dal campo, ma gli fecero resistenza. In settimana il nostro maresciallo di cavalleria ha fermato in paese due ragazze russe che scapparono dal casale. Le han frustate con i bastoni di gomma”.
Hamurg, 12 agosto 41.
“Mio caro Gans, oggi ho ricevuto ancora la tua lettera ed ero felice (…). Nei settimanali ci fanno vedere bene come sono terribili lassù, si fa fatica a guardare. È una vergogna che questa feccia vive su questa terra, persino quando vedi le facce terribili dei prigionieri viene lo schifo. Ma basta parlare di questo (…). Sono molto raffreddata e visto il tempo, non c’è da stupirsi. Fa freddo come in autunno e voi che dovete sudare lassù. Tua Gisel”.
La cittadina Anna Geller scrive al marito dal Naikirhen (Sassonia): “Quando bisognava raccogliere il pane, la russa s’impiccò. Questa gente fa veramente schifo. Le davo da mangiare e le ho dato persino il grembiule. Prima urlava che non vuole stare nel seminterrato assieme al Karl. Io penso che questa feccia dovrebbe essere onorata dal fatto che un tedesco non abbia schifo di lei. Poi rubò i crackers della zia Mina. Quando io la puni’ s’impiccò nel seminterrato. Ho già i nervi sottosopra, immagina vedere uno spettacolo del genere. Dovresti dispiacerti per me”.
Come fonti di informazione sono stati usati i libri: N.I.Buslenko- “ Sui rubiconi di Rostov- le lettere tedesche del 41”, “ Sconfitta dei tedeschi vicino a Mosca. Dichiarazioni del nemico”, Robert Kershow- “Lettere tedesche del 41. Croci di betulla invece delle croci di ferro.”
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Nassiriya, 20 anni fa la strage: i messaggi di Mattarella e Meloni
Nassiriya, 20 anni fa la strage: i messaggi di Mattarella e Meloni. È il 12 novembre 2003 quando, a Nassiriya, in Iraq, un camion carico di 400 chili di tritolo e liquido infiammabile viene lanciato contro l’ingresso della base “Maestrale”, dove i Carabinieri e l’Esercito italiano hanno stabilito il proprio quartier generale. Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all'entrata, abbatte uno dei due terroristi, ma il mezzo prosegue la sua folle corsa. Poi l'esplosione che, con un effetto domino, fa saltare in aria il deposito munizioni. I sassi di ghiaia con cui erano stati riempiti i bastioni partono come proiettili in tutte le direzioni. Scene apocalittiche, inclusa la rottura dei vetri delle finestre delle case nel raggio di quasi un chilometro. Perdono la vita 28 persone, tra cui 19 italiani. "La Giornata del ricordo dedicata ai Caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace, ricorre nel ventesimo anniversario della strage di Nassiriya, ove, a causa di un vile attentato, morirono 19 italiani tra soldati, carabinieri e civili. Il sentimento del lutto ci accompagna in questo giorno in cui la Repubblica rivolge il suo pensiero ai tanti feriti e caduti nelle missioni che l’Italia ha sviluppato in questi anni a servizio della comunità internazionale e dei diritti dei popoli, insieme all’espressione della solidarietà e vicinanza alle famiglie colpite". A dichiararlo è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Ministro della Difesa, Guido Crosetto. "La partecipazione a queste importanti operazioni in tante travagliate regioni del mondo, è il segno - sottolinea il Capo dello Stato - dell’impegno e del contributo del nostro Paese allo sforzo concreto della comunità internazionale per combattere gli orrori e le atrocità delle guerre e del terrorismo”. "Venti anni ci separano dalla terribile strage di Nassiriya. Venti anni da quel vile e brutale attentato in cui morirono 19 italiani. In questa Giornata, dedicata al ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, l'Italia onora e ricorda tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la pace e la sicurezza della nostra Nazione e del mondo. A loro, e a quanti ogni giorno sono impegnati nelle aree più travagliate, va la nostra profonda riconoscenza". A scriverlo sui social è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Il popolo italiano - sottolinea Meloni - non dimenticherà mai ciò che vent'anni fa è successo a Nassiriya, il più grave attentato terroristico subito dall'Italia nelle missioni internazionali di pace nelle aree di crisi. Sono ancora vivide nelle nostre menti le immagini di quella drammatica giornata e la profonda commozione che l'attentato suscitò in tutta la Nazione, che non mancò di tributare agli eroi di Nassiriya un fortissimo sentimento di affetto e riconoscenza”. A 20 anni dalla strage, i familiari delle vittime chiedono ancora la concessione delle medaglie d'oro al valor militare, per onorare la memoria e il sacrificio dei loro cari. Dei 19 italiani morti nell'attentato di Nassiriya, 5 erano militari dell'esercito e 12 carabinieri. Ecco i loro nomi, con relativi ruoli e gradi. I carabinieri morti a Nassiriya Massimiliano Bruno - maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte Giovanni Cavallaro - sottotenente Giuseppe Coletta - brigadiere Andrea Filippa - appuntato Enzo Fregosi - maresciallo luogotenente Daniele Ghione maresciallo capo Horacio Majorana - appuntato Ivan Ghitti - brigadiere Domenico Intravaia - vice brigadiere Filippo Merlino - sottotenente Alfio Ragazzi - maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte Alfonso Trincone - maresciallo I militari morti a Nassiriya Massimo Ficuciello - capitano Silvio Olla - maresciallo capo Alessandro Carrisi - primo caporal maggiore Emanuele Ferraro - caporal maggiore capo scelto Pietro Petrucci - caporal maggiore Nell'attentato morirono anche due civili: Marco Beci, cooperatore internazionale, e il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Rahul Mishra, Butterfly People: gli artigiani sono farfalle che ricamano il giardino della vita
“Vivere non è abbastanza" disse la farfalla, “uno deve avere il sole, la libertà e un piccolo fiore”: l’essenza del racconto prezioso che si dipana nella collezione Couture a/i 2020-21 Rahul Mishra la incastona qui, in queste parole che hanno la semplicità della realtà e la suggestione della fantasia. Sono, infatti, parole prese in prestito da una fiaba di Hans Christian Andersen, opera, come lo sono tutte le fiabe, di sincerità e poesia: ovvero un’alchimia narrativa creata con minuzia e dedizione generosa, per intessere nelle trame surreali composte di parole e immaginari gli insegnamenti universali che compongono la grande trama della vita vera.
L’antica fiaba in questione s’intitola “il farfallone”: narra le vicende di una farfalla che spreca la giovinezza sua e della primavera rigogliosa scartando la bellezza peculiare di ogni fiore in virtù della ricerca di una egoistica perfezione, finché giunto l’inverno che spegne la natura e con essa anche la gioventù, il farfallone si ritrova invecchiato e imprigionato nel compromesso di sopravvivere chiuso dentro una casa, appuntato con uno spillo dentro una teca, privato della bellezza essenziale della vita di cui ha scoperto e rimpianto ormai troppo tardi il sentimento.
Ecco, come fosse un gesto di ribaltamento al contempo romantico ed eroico, Rahul Mishra ha creato la collezione Couture a/i 2020 su quello che il farfallone della fiaba aveva dato per scontato: il valore vitale della bellezza della natura che va difesa e celebrata. Ma anche, e soprattutto il valore etico della condivisione umana che tale bellezza la crea ogni giorno nell’armonia del lavoro da cui sbocciano i capolavori couture, così come le farfalle nutrono ogni giorno la linfa vitale della natura.
La fiaba contemporanea narrata da Rahul Mishra s’intitola per l’appunto “Butterfly People”: ed è un gesto di celebrazione e ringraziamento alle “sue” farfalle, ovvero i Karigar, gli artigiani ricamatori e sarti indiani che con le loro mani abili e le conoscenze sapienti danno forma e vita alla meraviglia delle creazioni. Ed è anche un gesto di profonda consapevolezza che dalla dimensione personale abbraccia con gentilezza anche quella universale: la forza dell’ispirazione e del messaggio della collezione si rinsaldano con la violenza della pandemia che si è abbattuta in India infliggendo al suo popolo una crisi devastante, in cui migliaia di lavoratori migranti si sono ritrovati chiusi in casa, privati del lavoro, a lottare per sopravvivere. Rahul Mishra, infatti, che sin dall’inizio ha fondato l’essenza del brand sull’etica della “migrazione inversa”, cioè valorizzando il lavoro artigiano dislocato nei villaggi indiani d’appartenenza anziché convogliare gli artigiani in massa nella capitale dove sono gli headquarter, non solo è riuscito a realizzare la collezione Couture a/i 2020 ma l’ha trasformata in un diario interiore, e al contempo in una grande metafora di umanità che in ogni ricamo narra e celebra l’importanza della partecipazione collettiva alla co-creazione della vita.
Un’allegoria dell’animo che si dipana sui tessuti diafani: nel cuore dell’immaginario c’è il giardino, quello che in natura riprende a fiorire rigoglioso grazie al lock-down che blocca l’intervento infestante dell’uomo, e quello metaforico della couture, in cui Rahul Mishra è il couturier-giardiniere che solo grazie alla sinergia con i suoi artigiani-farfalla può ricreare a distanza l’ecosistema dell’atelier e realizzare la meraviglia rigogliosa delle creazioni, facendo fronte al lock-down con un’azione collettiva in cui in brevissimo tempo son stati recuperati ricami e stoffe dall’archivio di collezioni precedenti, e in sei settimane son stati plasmati gli abiti, una paillette alla volta, una perlina alla volta.
Una storia ricamata che narra il ritorno alla vita: le gru e gli uccelli migratori che sono tornati a volare nei cieli di Delhi che nel frattempo si sono tinti di sfumature di un blu mai stato così intenso, la leggerezza poetica delle libellule che sono tornate a brillare sui fiumi, la magnificenza dei fiori di loto che celebrano la rinascita di una vita purificata, i fondali marini con le barriere coralline guarite dall’inquinamento e dallo sfruttamento.
Una storia che con i ricami sartoriali narra l’importanza vitale del lavoro che nobilita l’animo degli artigiani eccellenti che la allestiscono: artigiani che di solito esprimono la propria preziosa impressione sulle opere attraverso le espressioni delle labbra, ma che ora per via delle mascherine hanno trasferito la loro validazione nell’espressione degli occhi, sfumature di linguaggio che Rahul Mishra per primo ha imparato a decodificare, un cambiamento piccolo eppur epocale che ha riportato nelle mascherine in collezione, che sembrano sculture, ma che nella bellezza racchiudono il valore del monito sociale, e nessun intento commerciale.
La collezione Couture a/i 20-21 è stata presentata alla Paris Couture Week nella sua edizione digitale: tutte le suggestioni, e la bellezza della realizzazione delle creazioni ad opera delle Butterfly People sono narrate in un bellissimo fashion film realizzato in collaborazione con il fotografo e film-maker Hormis Anthony Tharkan.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
#Rahul Mishra#Karigar#India#migrazione inversa#modaresponsabile#artigianatoresponsabile#modaesociale#modaeterritorio#sostenibilità#fashionwriting#webelieveinstyle
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Una volta ho letto un libro camminando. Era piccolo e stava dentro la passeggiata di un’ora. L’avevo preso in prestito senza chiedere permesso. Sarebbe appropriazione indebita se non l’avessi riportato in giornata al suo posto.
Era di Agota Kristov e mi sono appuntato, per non dimenticarla, questa frase: ”È diventando assolutamente niente che si può diventare uno scrittore”.
A proposito del prelievo da uno scaffale di altro proprietario, credo che ogni lettura sia un’appropriazione di parole altrui, durata quanto il tempo impiegato a leggere. Dopo la dimentico facilmente, titolo e nome del titolare della storia.
Non per questo è spreco di tempo. Me lo ha fatto capire il prete anziano di un piccolo centro, raccontandomi di un suo parrocchiano. Ritornato a casa dalla funzione domenicale diceva alla moglie che il prete aveva parlato tanto bene. Alla domanda di lei su cosa avesse detto, non aveva saputo ricordare nulla. Lei gli aveva rimproverato di avere perso tempo se già si era dimenticato.
Lui si era giustificato all’incirca così: ”Quando il prete parla per me è come l’acqua che lava l’insalata. L’acqua scorre via, non la trovi più, ma dopo l’insalata è pulita”.
Così è per me per i libri che leggo. Lo scorrere delle pagine scivola via, ma la testa, come l’insalata, è stata rinfrescata.
Erri De Luca
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Nassiriya 12 nov 2003. Quella mattina di 20 anni fa alle 10,40 (ora di Bagdad) le 8,40 italiane, (ricordo come se fosse oggi , perché ero lì) la sede dei carabinieri MSU (Multinational Specialized Unit) un camion cisterna forzò l'entrata del l’edificio, che una volta ospitava la camera di commercio della città, per poi saltare in aria. Sul veicolo c’era un kamikaze e bordo aveva tra i 350 ed i 500 chili di esplosivo , provocando successivamente l'esplosione del deposito munizioni della base e portanto la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili. Massimiliano Bruno, Maresciallo Aiutante
Giovanni Cavallaro, Sottotenente
Giuseppe Coletta, Brigadiere
Andrea Filippa, Appuntato
Enzo Fregosi, Maresciallo Luogotenente
Daniele Ghione, Maresciallo Capo
Horacio Majorana, Appuntato
Ivan Ghitti, Brigadiere
Domenico Intravaia, Vice Brigadiere
Filippo Merlino, Sottotenente
Alfio Ragazzi, Maresciallo Aiutante
Alfonso Trincone, Maresciallo Aiutante
Massimo Ficuciello, Capitano
Silvio Olla, Maresciallo Capo
Alessandro Carrisi, Primo Caporal Maggiore
Emanuele Ferraro, Caporal Maggiore Capo Scelto
Pietro Petrucci, Caporal Maggiore
Marco Beci, cooperatore internazionale
Stefano Rolla, regista.
A PERENNE MEMORIA E AFFINCHE’ I LORO VOLTI NON VENGANO DIMENTICATI
#Nassiriya#carabinieri#esercitoitaliano#action#iraq war#bagdad#mission impossible#strage#feriti#civilization#12 novembre#nondimentichiamo#ricordi
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🍎 Post n.2 in cui vi racconto di come ho iniziato a usare Notion in classe e perché mi sono trovata benissimo: edizione maestra precaria.
Durante il mio percorso di tesi ho iniziato a sostituire Notion a Google Drive trovandolo uno spazio di lavoro molto più flessibile e adatto alle mie esigenze di ordine estremo ma con qualche luccichio. ✨ Durante lo scorso anno scolastico mi sono scontrata con un numero spropositato di supplenze brevi per le quali non ho mai avuto accesso al registro elettronico (no, neanche dopo aver lavorato 6 mesi nella stessa scuola) e ho riaperto il mio spazio di lavoro Notion per costruirmi il mio registro elettronico. Ho creato le mie pagine per ogni classe in cui entravo annotando come in un diario di bordo tutto ciò che facevo, dagli argomenti trattati agli interventi delle bambine e dei bambini che mi sarebbero potuti tornare utili in seguito. Ho annotato allergie (immaginate piombare in una scuola dell’infanzia, all’ora di pranzo e scoprire appena in tempo che una bambina della vostra sezione è celiaca 😱 - appuntato!), film, cartoni animati, aneddoti, uscite anticipate, compleanni, colori preferiti e orari delle lezioni per tutto l’anno.
Quest’estate ho realizzato che avrei continuato a usare la piattaforma e ho sistemato le mie pagine in modo più fluido, con sezioni più chiare, spazi appositi per ogni cosa in modo da non dover perdere nemmeno un secondo. E soprattutto, ho organizzato tutto in italiano. Perché se c’è una pecca a Notion è che è tutto tutto tutto completamente in inglese, e anche il mio inglese qui sgomita offeso, quando arrivo a casa drenata dalla giornata di lavoro non ho la forza neanche di fare 2+2 senza calcolatrice, figuriamoci per tradurre l’inglese di base.
🛒 Scaricabile dal mio shop Etsy, link nella bio 🚀 #Insegnanti #GestioneLezioni #Organizzazione #NotionTemplate
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15(S)PUNTI DI RIFLESSIONE
Buongiorno Anime Belle,
e buon inizio mese!
In questi giorni facendo ordine dentro casa (e quindi dentro di me) tra le scartoffie è uscito un foglietto su cui avevo appuntato alcuni principi da seguire, atteggiamenti che ritenevo importanti per dare una svolta alla mia vita. Era qualche anno fa quando lo scrissi e stavo attraversando un periodo di profonda crisi personale.
Questi 15 punti, suggerimenti, spunti e non regole, sono stati importanti per superare quel periodo e visto che sono tornati fuori, li voglio condividere con voi così se qualcuno ne avesse bisogno sono a disposizione. Sono semplici e qualcuno potrebbe trovarli scontati o superficiali, ma vi assicuro che cambiando una sola abitudine anche la più scontata e semplice nella nostra vita, si crea una reazione a catena che condiziona poi tutto il resto.
Di solito si pensa che per cambiare la vita sia necessario apportare un grande cambiamento (come per “dipingere una parete grande ci vuole un pennello grande” cit. pubblicità anni 80). Invece si inizia sempre da aspetti “normali”, quotidiani, piccoli gesti o atteggiamenti. Poi, di conseguenza, avvengono i grandi cambiamenti.
1)Mantieni la tua mente positiva;
2)Sii grato per le cose che hai e per quelle che non hai;
3)Respira profondamente;
4)Fatti la doccia a fine giornata;
5)Mangia più frutta e verdura;
6)Leggi tutti i giorni;
7)Allenati tutti i giorni anche se per soli cinque minuti;
8)Frequenta persone che ti vogliono bene e persone a cui vuoi bene;
9)Compra solo le cose che ti servono veramente;
10)Pratica la bellezza;
11)Stai a contatto con la natura;
12)Mantieni la tua casa in ordine e pulita;
13)Mantieni riservati i tuoi progetti;
14)Utilizza bene l’energia che hai a disposizione;
15)Evita i social almeno un’ora prima di coricarti.
… e prendi un caffè la mattina con la panna!
Buona giornata!
AKASH - astrologia evolutiva
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parole che ho appuntato finora sulle prime 40 pagine di dracula: cristo, che ansia, descr. paesaggio, inquietante, ansia, disagio, descr. paesaggio, che ansia
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Se io fossi nella FIGC per ora penserei solo ad evitare il disastro ai mondiali poi dopo si vedrà. Con così poco tempo la Morace è l'unica che può provare in parte ad invertire la rotta. ( Anche perché non credo ci siano altri allenatori o allenatrici disposti a prendersi questa responsabilità 5 mesi prima del mondiale). L'Italia non vince una partita da settembre,è assurdo presentarsi al mondiale così.... per questo nonostante sia azzardata per me la Morace sarebbe la miglior opzione al momento. Ma purtroppo non cambierà nulla e Bertolini rimarrà sulla panchina della nazionale.
No ma infatti cambiare adesso sarebbe un suicidio, siamo già messi male così e sostituire Milena a pochi mesi dal mondiale sarebbe un problema in più che una soluzione. Milenona nostra deve presentare le dimissioni il giorno dopo dell'ultima partita del mondiale (tanto sappiamo che sarà un disastro e non supereranno il girone) e uscire dalla porta principale senza troppi giri di parole. Correggimi se sbaglio ma le prime partite della nuova Women's Nations League si svolgeranno in autunno, giusto? Ecco, spero che per allora la FIGC abbia già appuntato una nuova figura.
La mia paura è che Gravina voglia darle una seconda possibilità e farla restare in panchina fino alla fine dell'anno. 💀
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