#evento commemorativo
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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Addio a Mario Leopoldo Marenco, pronipote di Romualdo Marenco e figura fondamentale per la memoria culturale di Novi Ligure. Il cordoglio dell’Associazione Novi Musica e Cultura. Scopri di più su Alessandria today.
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siciliatv · 2 months ago
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In un’atmosfera di grande emozione e partecipazione, la comunità di Joppolo Giancaxio si è riunita per celebrare due personalità di spicco del paese: Pino Minio, noto per la sua recente partecipazione al talent show "Io Canto Senior", e il Dott. Vito Maggio, insignito del prestigioso titolo di "Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana". L’evento, intitolato "Talento e Onore: Joppolo Giancaxio celebra i suoi protagonisti", ha avuto inizio con il saluto istituzionale del Sindaco Domenico Migliara, il quale ha espresso con orgoglio il riconoscimento della comunità per i traguardi raggiunti dai due concittadini. A condurre la serata con eleganza e professionalità sono state Miriam Di Rosa e Maria Portella, che hanno saputo valorizzare i momenti più significativi della cerimonia. Pino Minio ha raccontato con entusiasmo la sua esperienza all’interno del programma televisivo di Canale 5, ripercorrendo i momenti più emozionanti della sua avventura artistica. Il pubblico ha avuto modo di rivivere alcune delle sue interpretazioni più sentite, tra cui "You Are So Beautiful" di Joe Cocker e il duetto con Lola Ponce in "Up Where We Belong". Un toccante intervento della moglie, Maria Portella, ha arricchito la serata con un punto di vista personale sulle emozioni vissute dietro le quinte dello show. La celebrazione ha raggiunto uno dei suoi momenti più intensi con la sorpresa di un duetto con Fausto Leali sulle note di "Mi Manchi". Successivamente, è stato reso omaggio al Dott. Vito Maggio, accolto con un caloroso applauso. Un video commemorativo ha ripercorso le tappe fondamentali del suo percorso professionale, culminato con il conferimento dell’onorificenza da parte della Repubblica Italiana. Nel corso dell’intervista, il Dott. Maggio ha espresso la propria gratitudine per il riconoscimento ricevuto, condividendo riflessioni sul suo percorso e offrendo preziosi consigli alle nuove generazioni. La serata è proseguita con ulteriori esibizioni di Pino Minio, che ha incantato il pubblico con brani celebri del suo repertorio, tra cui "Indaco" di Zucchero, "E m’innamorerai" di Gino Paoli, "Era già tutto previsto" di Riccardo Cocciante e "Baila Morena" di Zucchero. Il momento conclusivo è stato segnato dall’intensa interpretazione di "My Way" di Frank Sinatra, che ha lasciato un segno profondo nel cuore dei presenti. A suggellare la serata, il Sindaco e la giunta comunale hanno consegnato a Pino Minio e al Dott. Vito Maggio delle targhe celebrative, riconoscendo ufficialmente il loro contributo all’onore e al prestigio di Joppolo Giancaxio. I festeggiamenti si sono conclusi con una grande torta e un buffet di specialità dolciarie, chiudendo in bellezza un evento che ha unito la comunità nel segno del talento e dell’eccellenza. Read the full article
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simonettaramogida · 5 months ago
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WINE/ COLLIO CONTINUANO I FESTEGGIAMENTI PER I 60 ANNI DEL CONSORZIO A VILLA ATTEMS DI LUCINICO
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michelangelob · 11 months ago
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Mostra agli Uffizi: i capolavori restaurati dopo la strage dei Georgofili
La Galleria degli Uffizi ospita una straordinaria esposizione per celebrare la rinascita artistica a trentun anni di distanza dalla devastante strage di Via dei Georgofili del 1993. Tale evento commemorativo mette al centro della scena i due capolavori restaurati: il Concerto e i Giocatori di carte del celebre pittore caravaggista Bartolomeo Manfredi. Le opere sono state ripristinate grazie a un…
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agrpress-blog · 1 year ago
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Roma Capitale si prepara a celebrare il 60° anniversario della visita di J.F. Kennedy con un evento speciale la mattina del 29 novembre. L'Amministrazione ha concesso l'uso della Sala Protomoteca, riconoscendo il significato culturale di questo evento unico. L'iniziativa prevede la proiezione di immagini storiche della visita di J.F. Kennedy a Roma nell'1/2 luglio 1963, concentrando l'attenzione sulla sua presenza nella Piazza del Campidoglio. Sarà esposta una vasta collezione fotografica con documenti in parte inediti provenienti da archivi fotografici e video, tra cui quelli dell'Archivio Storico della Presidenza della Repubblica, del Pontificio Collegio Americano del Nord, dell'Archivio Giulio Andreotti, dell'Archivio Riccardi, e di altre istituzioni e fondazioni. Il convegno commemorativo dedicato al Presidente Kennedy ospiterà interventi di personalità autorevoli nel campo della cultura, della diplomazia, degli storici e testimoni dell'epoca. Durante l'evento sarà inoltre allestita una mostra che documenta gli avvenimenti storici legati all'attentato di Dallas, presentando una selezione di giornali d'epoca, italiani, americani e internazionali, e una sezione bibliografica dall'Archivio-Emeroteca del Centro per la Promozione del Libro. Il percorso della visita di J.F. Kennedy a Roma, incluso l'incontro al Campidoglio e l'udienza in Vaticano, sarà illustrato attraverso documentazione giornalistica fotografica e video. Il Presidente Kennedy fece tappa al Quirinale, all'Altare della Patria, pronunciò un breve discorso al Campidoglio e soggiornò a Villa Taverna. La sera partecipò a una cena di gala al Quirinale e concluse la giornata con una cena privata al ristorante Alfredo. Il giorno successivo ebbe un'udienza privata con il Papa Paolo VI al Vaticano e successivamente visitò il Pontificio Collegio Americano del Nord sul Gianicolo. In seguito, si recò a Napoli, accolta da una folla di oltre un milione di persone. L'evento è promosso dal Centro per la Promozione del Libro, in collaborazione con numerose associazioni ed enti culturali della Capitale.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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La Tragedia di Marcinelle sessantasette anni dopo
La tragedia di Marcinelle, conosciuta anche come il Disastro del Carbone di Marcinelle, fu uno dei peggiori incidenti minerari nella storia d'Europa. Si verificò il 8 agosto 1956 nella miniera di carbone di Bois du Cazier a Marcinelle, una cittadina vicino a Charleroi, in Belgio. Questo evento drammatico ebbe un impatto profondo sulla comunità mineraria e portò a importanti cambiamenti nelle norme di sicurezza e nelle condizioni lavorative nel settore minerario belga e in Europa. Cosa accadde l'8 agosto 1956? Nel giorno dell'incidente, un incendio esplose nella miniera di carbone durante il turno di notte. La causa dell'incendio fu un cortocircuito elettrico nei cavi sotterranei. L'incendio causò un'enorme quantità di fumo tossico, gas velenosi e polveri, rendendo difficile la fuga per molti minatori intrappolati nelle profondità sotterranee. Di conseguenza, 262 minatori persero la vita, compresi molti lavoratori stranieri provenienti da diverse nazioni europee. Quale furono le reazioni alla tragedia di Marcinelle? L'incidente di Marcinelle suscitò grande shock e rabbia a livello nazionale e internazionale. Gli sforzi di soccorso furono complicati dalle difficili condizioni sotterranee e dalla necessità di gestire il fumo tossico. La tragedia riportò l'attenzione sui problemi di sicurezza nelle miniere e portò a importanti riforme nel settore minerario belga. Il disastro accelerò anche la transizione dall'industria mineraria alle fonti di energia alternative in Europa. Simbolo e monito per il futuro Il disastro di Marcinelle divenne un simbolo delle condizioni di lavoro pericolose e spesso disumane dei minatori in Europa durante il periodo postbellico. La tragedia spinse i governi a rivedere le leggi e i regolamenti per migliorare la sicurezza e le condizioni lavorative nelle miniere. Sessantasette anni dopo Oggi, il sito della miniera di Bois du Cazier è un importante monumento commemorativo e un museo dedicato alla storia dei minatori e alle loro lotte. La tragedia di Marcinelle rimane una memoria dolorosa di quanto potrebbe costare la mancanza di sicurezza sul lavoro e ha contribuito a plasmare il futuro delle industrie minerarie e delle norme di sicurezza in Europa. Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay Read the full article
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gonagaiworld · 3 years ago
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Il cast e lo staff di Science Ninja Team Gatchaman si riunisce a Tokyo per un evento commemorativo del 50º anniversario dell'anime Tatsunoko L'evento in due parti in programma a Nakano il 18 settembre e a Toshima il 24 settembre proietterà una selezione di 6 episodi rappresentativi di ciascuna serie. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/il-cast-e-lo-staff-di-science-ninja-team-gatchaman-si-riunisce-a-tokyo-per-un-evento-commemorativo-del-50o-anniversario-dellanime-tatsunoko/?feed_id=296420&_unique_id=6317392d98203 #Eventi #Gatchaman #ScienceNinjaTeamGatchaman #TatsunokoProduction #TecnoNinjaGatchaman #科学忍者隊ガッチャマン
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Commemorazione dei tre Carabinieri decorati con la Medaglia d’Argento al Valor Militare uccisi in servizio nel 1971. Novi Ligure
Novi Ligure – Ieri mattina, alla Stazione Ferroviaria, si è tenuta la cerimonia di commemorazione delle Medaglie d’Argento al Valor Militare Appuntato Candido Leo, Carabiniere Giuseppe Barbarino e Carabiniere Clemente Villani Conti.
Novi Ligure – Ieri mattina, alla Stazione Ferroviaria, si è tenuta la cerimonia di commemorazione delle Medaglie d’Argento al Valor Militare Appuntato Candido Leo, Carabiniere Giuseppe Barbarino e Carabiniere Clemente Villani Conti. All’evento, tenutosi davanti al Monumento ai Carabinieri vittime del dovere, erano presenti il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Alessandria, il Comandante…
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claudiodangelo59 · 3 years ago
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La Storia del popolo ucraino giustifica la  NON VOLONTA’ di  “russificazione" ma di  voler fare parte dell’EU  e, magari anche della NATO. All'ingresso del parco commemorativo di Kiev, c'è una scultura di una ragazza estremamente magra con uno sguardo molto triste che tiene in mano una manciata di spighe di grano.  Alle sue spalle c'è la Candela della Rimembranza, un monumento con dettagli che ricordano i ricami autentici che si trovano sui costumi tradizionali ucraini.  Questo è un monumento che commemora un evento storico noto come HOLODOMOR Cos'è l’ HOLODOMOR? Dopo la fine della prima guerra mondiale, l'Ucraina era uno stato indipendente, ma nel 1919 l'Unione Sovietica l'ha "risucchiata" nella comunità degli stati sovietici.   Gli ucraini, che già allora si consideravano un popolo dell'Europa centrale come i polacchi e non un popolo dell'Europa orientale come i russi, cercarono di ripristinare l'indipendenza dell'Ucraina. Nel 1932, non volendo perdere il controllo del principale granaio d'Europa, Stalin ricorse a una delle forme più efferate di terrore contro una nazione.   Nel processo di nazionalizzazione, tolse ai contadini ucraini la terra per la produzione di grano, assieme a ciò che veniva prodotto, lasciando la popolazione senza niente da mangiare e creando, così, una carestia artificial… Fu come una Guerra mondiale.  Fu come l’olocausto. Il loro gas velenoso fu la fame.   Il loro Hitler fu Stalin.   Il loro olocausto fu l'Holodomor.   Per loro, la Berlino nazista  fu la Mosca sovietica e il loro campo di concentramento fu l'Unione Sovietica.   Oggi, 28 paesi in tutto il mondo hanno riconosciuto l'Holodomor come un genocidio contro gli ucraini, di cui non si poteva venire a conoscenza a scuola, perché quasi tutte le prove furono distrutte e le vittime furono insabbiate per decenni, i sopravvissuti furono messi a tacere. L'Holodomor a quel tempo spezzò la resistenza ucraina, ma rese eterno il desiderio di indipendenza dell'Ucraina dalla Russia. Gli studiosi ritengono che l'intera perdita di popolazione dell'Ucraina tra il 1929 ed il 1939 sia stata nell'ordine dei 4,6 milioni di individui. Questo fu per gli Ucraini il “paradiso Comunista”. Per questo motivo gli Ucraini accolsero come liberatori i tedeschi nella 2^ Guerra Mondiale e costituirono la 14^ Divisione Waffen SS  “Galizien” che fu formata da 80.000 ucraini. La creazione di una divisione SS Ucraina fu percepita da molti come il primo passo verso uno Stato Ucraino indipendente, e trovare volontari non fu un problema. La divisione fu operativa dal dicembre 1943 e si distinse per l’accanimento con cui combattè sul fronte orientale contro i russi.
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pangeanews · 7 years ago
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“Lo so, in cielo non si sale, nel cielo si sprofonda”: ode a Luigi Poiaghi, il sublime Re Mida della quotidianità. Ovvero: come “non” bisogna onorare un artista post-mortem
Luigi Poiaghi, formatosi all’Accademia di Brera, in Milano, sodale di Fausto Melotti, apprezzato, tra i tanti, da Federico Zeri, si è trasferito nel cuore della Romagna dal 1981, diventando, in quella terra, uno dei più acuti artisti, dei più riservati e alti. Con Tonino Guerra realizza “L’Angelo coi baffi”, a Pennabilli, “il più sguarnito e poetico museo del mondo”. Il 6 luglio Verucchio organizza, attraverso l’Anpi provinciale, un “incontro commemorativo”. Che brutta parola, “commemorativo”. Il rapace Silvano Tognacci ci spiega perché in quell’incontro c’è tutto, sulla carta, tranne l’essenza di Poiaghi.
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Un’opera di Luigi Poiaghi da ‘Ombre’, raccolta nel 2015 nel ‘Portfolio Italia’ del Centro Italiano della Fotografia d’Autore
Nel mondo vellutato dei ‘non fumo, non bevo e non sporco’ bisogna aspettare un anno per ‘celebrare’ chi non c’è più, bisogna aspettare un anno per accorgersi che un silenzioso artista non arricchisce più le nostre terre con la Sua presenza, bisogna sempre aspettare un anno perché tre re magi portino inchini e parole al cospetto di chi vale più di loro. Quindi, esattamente un anno dopo, a Verucchio, si ricorderanno di Luigi Poiaghi, venerdì 6 luglio alle ore 17 con un massiccio spiegamento di forze, folder patinato a tre ante con tanto di biografia breve, ma smemorata. Nell’effluvio di date, nomi, titoli e premi si sono dimenticati di un fiore all’occhiello di Luigi, un fiore candido e profumatissimo dal titolo espressamente creato da lui.
L’estensore della fluviale “biografia breve” sicuramente non era al corrente di questa chicca di vent’anni fa, uscita nel silenzio della nostra valle, anche se a suo tempo fu omaggiata da diverse recensioni sui mezzi di informazione locale, prontissimi, ora, a strombazzare il prossimo evento “col patrocinio di”, l’intervento “nell’ordine di”, “in collaborazione con” e per non farci mancare niente, anticipatamente, “si ringraziano per”. Con più poesia e spensieratezza, nell’estate del 1999, fu sufficiente una telefonata : “… che ne dici se quest’anno, per Natale, facciamo un librettino, a mo’ di calendario, con dodici poesie di Luigi e dodici tue fotografie della casa-studio dove vive ?”, mi disse l’amico libraio Franco… “va bene, però facciamo tutto noi senza l’intervento del Paraclito locale, che ne ho avuto abbastanza dall’altra volta”, risposi , e così nacque con leggerezza e semplicità Profumi per l’anno del mai, una plaquette di 30 pagine sull’opera schiva e ritirata di Luigi Poiaghi, abitatore di una casa carica di storia sulle colline di Verucchio, nascosta e splendente di polvere e lacrime. Già residenza della dama di compagnia Elena Fattori, con bassorilievi esterni sulle quattro stagioni, era il luogo ideale per custodire la vita e le opere di Luigi e Girolamo; con i pavoni nel cortile che si stagliavano sulle pietre ottocentesche era lo scenario migliore per illustrare la pittura di Luigi con la sua serena attenzione al tratto, un segno evanescente ma deciso, ereditato dal realismo milanese, dove le cose e gli oggetti si impreziosiscono di un lusso estetico e narrativo come la Polvere, il sublime Re Mida della quotidianità.
Luigi scriveva poche parole, perché nelle praterie dell’Arte bisogna cavalcare, non scrivere… perché bisogna prendere le cose e farle vedere ai distratti, perché anche nel Vittoriale di Luigi e Girolamo andava scritto: “io ho quel che ho donato”.
Il 6 luglio del 2017 a Davide Brullo che mi chiedeva un ricordo, ho scritto queste parole che vanno lette ascoltando il secondo movimento del Concerto per piano n°2, op.18 di Rachmaninov:
Era un uomo buono e riflessivo, si nutriva di bianco (inteso come colore) e di fili… e forse attraverso i fili voleva unire le grigie periferie lombarde, quelle dei muri che profumano di nebbia e di peccato, con il sole marino della Riviera Adriatica dove si era trasferito per amore, sulle colline di Verucchio… l’ultimo ricordo che ho di lui sono le parole che scrissi sul libro delle firme di una mostra fotografica che fece anni fa nella piazza di Verucchio… erano foto in bianco e nero con pochi soggetti, minimaliste nella forma, barocche nel significato… si vedevano bottiglie vuote e bottiglie con acqua… la semplicità di quelle foto era la misura della battaglia che aveva ingaggiato con il Dolore e gli scrissi: ‘dalle tue foto si vede che conosci il valore salvifico delle lacrime’.
Silvano Tognacci
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Certe mattine sul tavolo del mio studio non ci sono che pietre, allora esco e con Melo, il mio cane, salgo fin sulla collina per vedere, dall’altra parte, il mare. E giù di corsa lui che insegue l’ombra di una nuvola e io dietro con le tasche che si riempiono d’aria.
Allineo bicchieri d’acqua ai sassi del tuo cortile liquidi pensieri al sole d’agosto che li evapora
In giardino osservavo soprattutto le punte degli alberi per vederli crescere sul chiaroscuro delle nuvole quasi ad elevarmi con loro un millimetro al giorno. Adesso preferisco le radici: le innaffio, le nutro con letame e solfato di ferro, le immagino ramificare nel soffice buio della terra, come se anch’io potessi emettere emettere radici e attecchire coi piedi al suolo; poiché, lo so, in cielo non si sale, nel cielo di sprofonda.
Luigi Poiaghi
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COME SPIEGARE LA MORTE A UN BAMBINO
Come si spiega la morte a un bambino? “È importante dirgli la verità”, risponde la dottoressa Tropeano
A volte un genitore sceglie di non raccontare per intero la realtà, ma di ricorrere a eufemismi come “è partito per un lungo viaggio”. Queste frasi però rischiano di sconvolgere ancora di più il bambino e di fargli perdere fiducia nell’adulto. La dottoressa Claudia Tropeano, psicoterapeuta, ti spiega invece come è meglio parlare ai più piccoli.
In questi giorni hai dovuto avere a che fare con un'esperienza molto intensa e per certi versi brutale: la perdita quasi improvvisa di una persona cara. Nella maggior parte dei casi ha iniziato ad avere un po' di febbre e ad emettere qualche colpo di tosse, poi la temperatura corporea è salita e i suoi polmoni non sembrano essere più in grado di funzionare. Da quando l'ambulanza l'ha portata d'urgenza in ospedale, non hai più potuto vederla. Nemmeno dopo che una telefonata ti ha avvertito dell'avvenuto decesso.
E come te, sono in tanti quelli che oggi piangono un genitore, un parente o un amico a cui non hanno potuto dire addio. Tra loro, ci sono anche bambini. A differenza di quello che potresti pensare, anche i più piccoli avvertono forte quel senso di mancanza, quel non riuscire a capire fino in fondo cosa sia accaduto, quel non accettare la scomparsa. E anche loro hanno bisogno di elaborare il lutto. Ma come puoi spiegare un evento così tragico a tuo figlio? Abbiamo rivolto questa domanda alla dottoressa Claudia Tropeano, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale che collabora con il centro di Psicologia per l'Infanzia, l'Adolescenza e la Famiglia Amamente di Milano.
Dottoressa Tropeano, come si può preparare un bambino a ricevere una notizia di questo tipo?
Prima di tutto, è importante che il bambino apprenda quello che è successo dalla persone di cui si fida di più, come il proprio genitore o un suo punto di riferimento nella famiglia. Inoltre, è necessario il contatto fisico e quindi l'adulto lo può prendere per mano o abbracciarlo, per fargli avvertire la vicinanza. Per aiutarlo ad elaborare le emozioni che lo coglieranno, una buona idea è quella di anticiparle e cominciare il discorso con frasi del tipo "sto per dirti qualcosa che potrebbe spaventarti o farti sentire triste", perché il bambino è in una fase di crescita e non riesce a dare un nome a tutto quello che avverte dentro di sé.
Mentre si spiega cosa è accaduto è meglio raccontare la verità o utilizzare altre parole, magari eufemismi?
Bisogna cercare di essere il più sinceri possibile, tenendo naturalmente conto della sua età e del livello evolutivo. Spesso i genitori ricorrono a frasi del tipo "l'abbiamo perduto", oppure "è dovuto partire per un lungo viaggio", ma si rischia di generare dei fraintendimenti e di aumentare il senso di confusione nel bambino. Potrebbe ad esempio attendere invano il ritorno da questo viaggio o sentirsi tradito e abbandonato da questa partenza improvvisa e ingiustificata.
I più piccoli hanno infatti un pensiero concreto e legato ai dati di realtà, quindi è meglio ricorrere a parole a lui comprensibili e spiegare la verità. Inoltre, è importante non dire che la persona è morta perché era malata: potrebbe creare l'idea errata che tutti quelli che contraggano una malattia, anche banale, non sopravvivono e potrebbe quindi spaventarsi anche di fronte a semplici malesseri. Meglio quindi raccontare che è morto perché alcune parti del suo corpo non funzionavano più, perché il cuore ha smesso di battere e così via.
Come può reagire il bambino a una simile notizia?
Può succedere che rifiuti la realtà e inizi a porre una serie di domande riguardo questa assenza improvvisa. Il ruolo del genitore, o dell'adulto in quel momento, è quello di accogliere le loro emozioni e fornire delle risposte e quando non si hanno, dire semplicemente "non lo so".  È difficile, ma è molto importante.
In ogni caso, non bisogna neanche mostrarsi come dei supereroi, per paura che i propri sentimenti possano sconvolgere il bambino. È importante che il bambino capisca l'emozione della tristezza, perché solo così potrà avere l'opportunità di elaborarla. Il rischio altrimenti è che questa scoppi in maniera disfunzionale e si trasformi in rabbia. Solo la presenza fisica dell'adulto di riferimento lo può rassicurare e solo la persona che lo conosce bene può aiutarlo a gestire la sua emotività.
In questo periodo non è possible celebrare il funerale, può essere un ostacolo all'elaborazione del lutto?
Si discute spesso sull'opportunità o meno di far partecipare un bambino al funerale di un parente deceduto. Molto dipende dalla sua età e di solito noi psicologi consigliamo di lasciarlo libero di scegliere, soprattutto quando ha ormai raggiunto i 4 o i 5 anni. Questo non significa obbligarli a vedere il defunto, ma fargli sentire in modo concreto che è avvenuta questa perdita.
Oggi però queste commemorazioni collettive non sono possibili e quindi il consiglio è quello di celebrare un piccolo rito in casa, che agisca come conferma della realtà della morte. Può anche trattarsi banalmente di un pensiero da scrivere o un disegno da mettere in quella che diventa la scatola dei ricordi. Quello diventerà poi uno scrigno che, per definizione, contiene cose preziose e da conservare. Sarà una forma di saluto, ma anche un aiuto per le fasi successive dell'elaborazione del lutto e tornerà utile ogni volta che il bambino rivivrà quello stato depressivo legato alla presa di coscienza che quella persona cara non è più presente.
Ha parlato di elaborazione del lutto, come avviene per un bambino?
I più piccoli attraversano le stesse fasi degli adulti. Partono quindi con un momento di negazione e di incredulità rispetto alla notizia. Per questo motivo, non raccontare, non rispondere alle domande e provare a distrarre il bambino non lo aiuta, anche se ci sembra di assumere un atteggiamento protettivo nei suoi confronti. Stiamo invece sottovalutando la sua capacità di affrontare le esperienze dolorose e rischiamo di rompere quel rapporto di intimità e fiducia che ci deve essere all'interno di un nucleo famigliare. Solo in questo modo si può arrivare all'ultima fase, ovvero l'accettazione di una condizione diversa della realtà, senza la presenza della persona cara.
E una volta terminato il rito commemorativo, cosa si può fare?
È fondamentale riprendere al più presto la routine quotidiana, perché aiuta a fornire quel senso di sicurezza e stabilità che con la morte è venuto meno. Può succedere, ad esempio, che il bambino abbia difficoltà a concentrarsi o ad addormentarsi, oppure che sia abbia un atteggiamento più irritabile. Il genitore deve saper leggere e accogliere le sue difficoltà e aumentare anche il contatto fisico, perché alimenta il senso di vicinanza e sicurezza nel figlio. È utile anche promuovere il rapporto con parenti e amici (anche se in questo momento solo virtuale), in modo che il bambino trovi uno spazio per dialogare ed esprimere le proprie emozioni con le persone più care, da cui potrà ricevere un supporto psicologico. Solo così può sentirsi meno solo nell'avere a che fare con un fardello di emozioni così sconvolgenti.
Quindi è dalla famiglia che deve arrivare il primo sostegno psicologico?
Esatto, deve essere fornito dai genitori o dalla figura di riferimento più vicina. E soprattutto bisogna essere pronti a riconoscere nel bambino anche reazioni di rabbia o di aggressività, che possono verificarsi soprattutto a partire dai 5 o dai 7 anni, ovvero quando avverte il malessere e inizia a riconoscere le emozioni, ma non le sa ancora gestire. Quella rabbia che viene espressa non deve essere trattenuta, ma accolta e spiegata.
Quando invece la persona è ancora viva, ma deve essere portata via d'urgenza in ambulanza e non si è sicuri se riuscirà a sopravvivere o meno, come lo si può spiegare al bambino?
Anche in questo caso è importante non provare a rassicurarlo con frasi del tipo "non ti preoccupare, poi torna a casa", perché se non dovesse verificarsi, si perderebbe la fiducia del bambino. E lui non poi non avrebbe più figure di riferimento sulle quali contare. Si rischia quindi di aumentare il senso di sconforto e frustrazione e lasciarlo ancora più spaventato rispetto alla situazione che sta vivendo.
È meglio invece raccontare i fatti come se si stesse facendo una sorta di breve telecronaca, naturalmente utilizzando sempre i termini più appropriati. Bisogna tenerlo informato e, intanto, ricordargli che il genitore o il famigliare non ha paura delle sue emozioni, ma è lì proprio per ascoltarlo e rispondere alle sue domande. Si deve quindi puntare sull'ascolto attivo e sull'empatia.
https://www.ohga.it/come-si-spiega-la-morte-a-un-bambino-e-importante-dirgli-la-verita-risponde-la-dottoressa-tropeano/
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newsintheshell · 6 years ago
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LOVE LIVE: tutte le news per il 9° anniversario
Tutte le novità annunciate per celebrare il nono anniversario del fortunato franchise musicale!
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Si è tenuta in data odierna una diretta speciale sul canale ufficiale di Love Live su Youtube. A condurre questa trasmissione sono state le seiyuu Emi Nitta (voce di Honoka Kousaka), Anju Inami (voce di Chika Takami) e Aguri Onishi (voce di Ayumu Uehara), che hanno presentato numerosi annunci riguardanti il progetto per celebrare il nono anniversario del celebre franchise targato Sunrise.
In primis è stato pubblicato un video commemorativo, che ripercorre gli esordi di Love Live, dalla nascita delle μ’s fino a quella della terza generazione (ancora acerba, ma comunque di degna nota) delle Nijigasaki Gakuen School Idol Club.
youtube
Ecco nel dettaglio quanto annunciato durante la diretta:
Nasce la rivista ufficiale dedicata esclusivamente a Love Live, titolo da decidere
Love Live! School Idol Diary Special Edition manga
SIF Nationals 2019
SIF AC (Arcade) Tournament
Quarto singolo delle Aqours  “Mitaiken HORIZON” in uscita il 25 settembre
Collab singles dalle sub-unit per il gioco SIF
Nuovo Live Tour delle Aqours per il 2020
Singolo speciale delle Aqours per il mobage School Idol festival All Stars (SIFAS), dal titolo “KOKORO Magic ‘A to Z’” e in uscita il 30 ottobre
SIFAS uscirà sugli smartphone questo autunno
Primo singolo per la unit Saint Snow, avranno anche un video musicale
Ultimo ma non meno importante, il LOVE LIVE FES, un grande evento che si terrà presso la Saitama Super Arena il  18/19 Gennaio, vedrà sul palco le  μ’s (che fanno ritorno da dopo il Final Live del 2015). le Aqours, le Saint Snow e le Nijigasaki Gakuen!
Maggiori informazioni verranno svelate molto probabilità durante il 5th Live delle Aqours, che si terrà i prossimi 8 e 9 giugno!
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SenpaiD
[FONTE]
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sciscianonotizie · 7 years ago
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tmnotizie · 5 years ago
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GROTTAMMARE – Il 25 aprile 2020 a Grottammare torna la manifestazione “Donne in Rosa”. Dopo le due stupende e partecipatissime edizioni del 2018 e 2019, oltre 1.100 amatori della passeggiata e dell’agonismo nel 2019. si sono incontrati per dare uno spettacolo incantevole,l ungo la passeggiata ciclopedonale fino a Cupra Marittima e quindi contribuire al sostegno sulla ricerca e prevenzione oncologica.
Oltre 6.500 euro,raccolti e donati in due anni , hanno fatto si che tutte le forze in campo stiano già predisponendo nuove idee, nuove realizzazioni per dare maggior impulso e lustro a questa manifestazione Regina del Piceno. L’organizzazione ha avuto l’onore di essere autorizzata dalla famiglia del Maestro Pericle Fazzini di poter inserire sulla medaglia Donne in Rosa 2020, il monumento “Ragazzo coi gabbiani” oggetto anche di un francobollo commemorativo della Zecca dello Stato,
Amministrazione Comunale di Grottammare , A,S,D, Running Riviera delle Palme, insieme, per creare e dare a questo evento il giusto spazio nell’olimpo organizzativo del podismo dei ranners incalliti di tutta Italia, attenti alle problematiche al servizio dei più deboli. 10 km per l’agonismo ,nel 2019 oltre 430 alla partenza, camminatadi 5km per tutti al servizio e a sostegno della ricerca ,nel 2019 oltre 650, uniti per rendere questa nuova realtà questa manifestazione un punto di riferimento.
Il sostegno da parte di tutti la sta rendendo unica ed ha fatto si che anche quest’anno la premiazione e la partecipazione venga premiata al massimo Medaglia, di ben oltre i 90gr, meravigliosa, coniata e realizzata da un notissima azienda italiana per tutti i partecipanti, maglietta “ tecnica Rosa “ per la camminata e arancione per l’agonistica 10 km.
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ultimavoce · 6 years ago
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Archeologia: indagini a Bethel Woods, il sito del concerto di Woodstock
Si può fare un'indagine archeologica legato al festival di #Woodstock? La risposta è sì e sono emersi dei dati interessanti sul campo di #BethelWoods #archeologia #musica #1969 #storiacontemporanea
Nel 2019 ricadono molto anniversari importanti per la storia contemporanea e tra questi vi è il cinquantenario del festival di Woodstock, un evento di importanza capitale per la storia della musica e della cultura del Novecento.
Tra le diverse celebrazioni dell’anniversario c’era anche l’intenzione di organizzare un evento commemorativo proprio dove si tenne il concerto dell’agosto 1969, nel…
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samdelpapa · 6 years ago
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I tempi sono cambiati={Blog | Ungheria, sono stato a Sopron e ho capito perché non possiamo accettare quel filo spinato - Il Fatto Quotidiano
Mentre Salvini celebrava il nuovo filo spinato ungherese contro i profughi della rotta dei Balcani, mi sono trovato – ovviamente per coincidenza casuale – a visitare il piccolo parco commemorativo del picnic di Sopron, che celebra invece la caduta della cosiddetta cortina di ferro che separava l’Austria dall’Ungheria fino al 1989. Era un pezzo della divisione fisica e militarizzata tra Europa dell’Ovest ed Europa dell’Est, il primo che è caduto. Nell’agosto del 1989 il picnic di Sopron – bella cittadina storica ungherese di confine, a meno di un’ora di auto da Vienna – fu un evento organizzato dal basso, per accelerare la normalizzazione dei confini. Il regime ungherese di allora era timidamente riformista e aveva iniziato a negoziare con l’Austria. Gruppi della opposizione democratica ungherese organizzarono questo picnic, un incontro con gli austriaci della regione, e per l’occasione il confine fu aperto per tre ore.
Alcune decine di cittadini della Ddr, la Germania Est, che erano in vacanza in Ungheria, ne approfittarono per fuggire in occidente. Si può dire che l’Ungheria è stata trent’anni fa l’avanguardia, l’avamposto della caduta del Muro di Berlino e della cortina di ferro. Lo stesso Paese, e in parte la stessa gente, che festeggeranno il trentennale del picnic di Sopron, oggi sostengono Orban, Salvini e la politica dei fili spinati. Certo il parallelo tra le due recinzioni è molto facile per certi versi, ma è molto improbabile per altri. La cortina di ferro serviva per impedire l’emigrazione. Il filo spinato di Orban serve per impedire la immigrazione. Agli occhi di un ungherese privo di ideali umanitari probabilmente il filo spinato di oggi sta a quello di trent’anni fa come la serratura della sua villetta sta alla serratura di una eventuale cella in cui fosse eventualmente detenuto. Allora si sentiva segregato, oggi si sente più sicuro. E tuttavia non possiamo accettare che i Paesi che stanno nell’Unione Europea perché trent’anni fa hanno/abbiamo abbattuto quelle recinzioni oggi si possano vantare delle recinzioni che erigono, questo volta contro il sud. Sarà questa, credo, la visione che cercheremo di portare nel trentennale del 1989.
PS: Una menzione in tutto ciò va anche alle cicogne che oggi passano i mesi caldi nelle adiacenze di Sopron, provenienti in genere dai mesi meno caldi che trascorrono in Nordafrica.}
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