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Molinari (Lega): 20 milioni di euro per il nuovo ponte Bormida, un passo decisivo per Alessandria
Approvato un importante finanziamento nella legge di Bilancio: la Lega e l’on. Molinari puntano su un’infrastruttura strategica per il futuro della città.
Approvato un importante finanziamento nella legge di Bilancio: la Lega e l’on. Molinari puntano su un’infrastruttura strategica per il futuro della città. 20 milioni di euro per il nuovo ponte Bormida: una svolta per Alessandria Venerdì pomeriggio la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno che stanzia 20 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ponte sul fiume Bormida ad…
#Alessandria#Alessandria futuro#Alessandria today#Alessandria viabilità#collegamenti stradali#comune di Alessandria#Crescita economica#fondi Mef#fondi pubblici#Gianfranco Cuttica#Google News#Infrastrutture#Infrastrutture Strategiche#infrastrutture viarie#innovazione infrastrutturale#interventi strategici#investimenti pubblici#italianewsmedia.com#Lega#Lega Alessandria#Legge di Bilancio#Logistica#Mobilità sostenibile#mobilità su gomma#modernizzazione#modernizzazione urbana.#Novi#Nuovo ponte#Opere pubbliche#PAI regionale
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che cos'era una chiesa cristiana?
si usavano già allora queste parole? Probabilmente si. Nelle lettere Paolo parla delle sue "chiese" - che per essere meno clericali potremmo chiamare semplicemente "gruppi". E "cristiana"? Anche. La parola è nata ad Antiochia, in Siria, dove Paolo ha cominciato la sua predicazione una decina d'anni dopo la morte di Gesù. Sotto la guida di Paolo si sono moltiplicate le conversioni e si sono cominciati a chiamare christianoí i seguaci di quel Christós che parecchi, a partire dalle autorità romane, consideravano un capo ribelle ancora in vita. Questa leggenda metropolitana ha cominciato a diffondersi e nel 41 è arrivata a Roma dove per tutta risposta l'imperatore Claudio ha emanato un decreto contro gli ebrei, accusati di provocare disordini in nome del loro leader Christós.
Roma, Antiochia e Alessandria erano le capitali del mondo, ma anche in una zona periferica dell'Impero come la Macedonia, dove viveva Luca, poche decine di persone in qualche città si consideravano la Chiesa di Cristo. Queste poche decine di persone non erano poveri pescatori incolti come nella Galilea delle origini, di cui non sapevano nulla, e nemmeno uomini di potere, ma piuttosto bottegai, artigiani, schiavi. Luca mette l'accento su alcune reclute di classe più elevata, soprattutto romane, ma Luca è un po' snob, portato al name-dropping, il tipo capace di precisare che Gesù non era soltanto figlio di Dio ma discendeva anche, da parte di madre, da un'ottima famiglia.
Alcuni erano ebrei ellenizzati, la maggior parte greci giudaizzanti, ma dopo il loro incontro con Paolo tutti, ebrei e greci, pensavano di aver aderito a una delle correnti più pure e autentiche della religione d'Israele, non a una fazione di dissidenti. Continuavano ad andare in Sinagoga, se non venivano accolti con eccessiva ostilità. L'ostilità si manifestava, ovviamente, laddove c'erano una vera sinagoga, una vera colonia ebraica e veri ebrei circoncisi. Non era il caso di Filippi, mentre era il caso di Tessalonica, dove Paolo è andato subito dopo. Quando il nuovo arrivato ha attratto a sé una parte dei loro fedeli, gli ebrei non l'hanno presa bene. Lo hanno denunciato alle autorità romane come fomentatore di disordini e lo hanno costretto a fuggire; la scena si è ripetuta a Berea, la città vicina. Che cosa potevano fare allora i convertiti di Paolo? O andare come prima in sinagoga, e vedersi in privato, senza richiamare l'attenzione, per mettere in pratica le istruzioni lasciate dal nuovo guru. O aprire un'altra sinagoga.
Ma davvero? Era così semplice? Facciamo un po' di fatica a crederlo. Pensiamo subito a scismi, eresie. Il fatto è che siamo abituati a vedere in ogni religione un fenomeno più o meno totalizzante, ma nell'antichità non era affatto così. Su questo punto, come su molti altri che riguardano la civiltà greco-romana, mi rifaccio a Paul Veyne, scrittore magnifico oltre che grande storico. Ora, dice Paul Veyne, nel mondo greco-romano i luoghi di culto erano piccole imprese private; il tempio di Isis di una città non aveva più rapporti con il tempio di Isis di un'altra città di quanti non ne abbiano, per esempio, due panifici. Uno straniero poteva dedicare un tempio a una divinità del proprio paese esattamente come oggi potrebbe aprire un ristorante etnico. Era il pubblico a deciderne il futuro, andandoci o no. Se arrivava un concorrente, al massimo poteva soffiare dei clienti al tempio - rimprovero che veniva mosso spesso a Paolo.
Già gli ebrei prendevano questi argomenti meno alla leggera dei pagani, ma sono stati i cristiani a creare un'organizzazione religiosa centralizzata, con la sua gerarchia, il suo Credo valido per tutti e i provvedimenti contro chi non si allineava. Nel periodo di cui parliamo questa invenzione era ancora ai suoi primi vagiti. Quello che cerco di descrivere somiglia, più che a una guerra di religione - gli antichi non sapevano nemmeno che cosa fosse -, a un fenomeno che si osserva spesso nelle scuole di yoga e di arti marziali, e di sicuro anche in altre realtà, ma io parlo di quella che conosco. Un allievo di livello avanzato decide di passare all'insegnamento e si porta dietro una parte dei condiscepoli. Il maestro ci rimane male, e lo fa più o meno vedere. Per amor di concordia alcuni allievi alternano i corsi dell'uno e dell'altro, e dicono che si trovano bene, che i due corsi si integrano. Dopo un po', la maggior parte fa una scelta.
-Emmanuel Carrère -Il Regno
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POVERE CREATURE!
In una Londra da "futuro anteriore" (probabilmente vittoriana), il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), un Frankestein con ambizioni fantascientifiche restituisce la vita all'aspirante suicida Bella (una credibilissima Emma Stone) che da aspirante diventa poi effettivamente suicida nelle torbide acque del Tamigi; in realtà il suicidio riesce a metà, poiché questo Dottor Calligari alla rovescia, invece di farsi i fatti suoi, raccoglie il cadavere della sventurata che è pure incinta e la porta nel suo laboratorio dove, con una operazione in day-hospital, preleva il cervello del nascituro e lo inseirsce nella scatola cranica della giovane donna. Il risultato finale è un corpo di donna con il cervello di un neonato. Del resto anche Goldwin Baxter non dovrebbe aver avuto un'infanzia tranquilla, in considerazione del suo aspetto a dir poco inquietante. A sorvegliare i progressi della donna-bambina vien chiamato Max McCandles, giovane studente di medicina che la aiuterà a districarsi nel mondo, compreso quello dell'eros, tanto che il dottor Baxter decide di darla in moglie al giovane studente. "Bella" però si invaghisce di Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un avvocato capitato per combinazione in casa Baxter. Con Wedderburn, Bella intraprende una sorta di "Grand Tour" del piacere e dei piaceri tra Lisbona, Alessandria d'Egitto e Parigi. Ma il viaggio insegna anche alla giovane cos'è la povertà e il bisogno, tanto che, quando a causa di una perdita al gioco Wedderburn finisce sul lastrico, Bella decide di prostituirsi in un bordello parigino, facendo così conoscenza con il cinismo degli uomini, ma anche con le necessità materiali. Tornata a casa Bella decide di sposare Max, ma al matrimonio si oppone Alfie Blessington, militare e militarista che fu il marito di Bella, prima del tragico quasi-suicidio. Sempre desiderosa di nuove esperienze Bella acconsente di vivere con l'uomo che presto si rivelerà un tirannico maschilista. Liberatasi di lui con una salutare pistolettata in un piede, Bella torna da Baxter, che nel frattempo è sul letto di morte, ma ancora abbastanza desideroso di sperimentazione, tanto da inserire il cervello di Blessington nella testolina di una deliziosa capretta. Raccontato così il film di Yorgos Lanthimos potrebbe sembrare una abominevole boiata, ma niente di più sbagliato poiché si tratta di un film visionario e neo-barocco di grandissima poesia, aggiungerei “sorprendentemente”, poiché bisogna ammettere che il plot narrativo, letto a tavolino, qualche ragionevolissimo dubbio lo può sollevare. “Poor Things!” si muove infatti in quell’ambito del cinema “fantasy” che è spesso un genere che, con una certa facilità, può scadere nella banalità. Lanthimos riesce nell’impresa di costruire una storia raccontata anche attraverso una ambientazione oltremodo affascinante e giocata tutta in una dialettica serrata tra scenografia (Zsuzsa Mihalek) e tecniche di ripresa inconsuete (come le lenti grandangolari della macchina da presa). Oltre a qualche irrinunciabile effetto speciale, ma usato con molta misura, sono assolutamente pregevoli le ricostruzioni delle città (Londra, Lisbona, Alessandria e Parigi), piranesiane ed eccessive, disneyane e langhiane. Non c’è infatti nel film solo la lezione di Robert Wiene, ma anche quella di Fritz Lang con qualche strizzata d’occhio allo Scorsese di “Hugo Cabret”. Il film veicola, con una stravagante originalità, anche un forte messaggio anti-patriarcale. Non nuovissima l’idea della sfasatura temporale dello sviluppo corpo-mente che ebbe già la sua apoteosi cinematografica nell’indimenticabile “L’Enfant sauvage” di Francois Truffaut. Sconsigliato ai deboli di stomaco, ma consigliatissimo alle menti immaginifiche.
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tappa 15
Tappa 15 Da Voghera a Carrù
Distanza: 152 km tempo complessivo: 8 ore 01 min ascesa 805 m
anche questa tappa una di trasferimento, un po di salite attorno ad Alessandria (colline), attorno ad Asti e per salire a Carrù, tempo buono, caldo a tratti, vento modesto, traffico scarso, strade abbastanza buone.
Ultima tappa del viaggio perchè per domani sono previsti temporali sulla provincia di Cuneo, sono già vicino a casa, strade conosciute e quindi poche ragioni per pedalare sotto la pioggia,
Così la Iride mi viene a prendere al casello autostradale di Carrù, previsto incontro alle 16.00.
Passata la notte al albergo Corona di Voghera, molto sui generis, molto decadente, ma per il week end non si trova nulla: vorrei sapere quali sono le attrattive di Voghera e dintorni di questa stagione per rendere tutto sold out per gli hotel. Ma tant'è.
Anche oggi decido di tenermi alla larga delle strade principali, sempre su stradine in mezzo ai campi (asfaltate) che mi hanno fare un po' di colline per lasciare fuori Alessandria.
Passato attraverso posti conosciuti per lavoro ( Felizzano, Quattordio, nessun rimpianto) un po di turbolenza attraversando Asti, stradine in periferia e poi su, lungo il Tanaro.
Alba tagliata fuori, come Bra e Cherasco, poi la strada di fondovalle del Tanaro fino a Farigliano e poi l'ultima salita a Carrù. Arrivato verso le 15.00 mi fermo al ristorante Il Bue Grasso per una ben meritata birra, aspetto poco la Iride, anche lei in anticipo.
Fine della avventura, quest'anno più corta (molto) del solito ma molto più travagliata. Un segnale?
Alla fine sono stati 1.673km con un dislivello di 13.491m: veramente niente di spettacolare, 800km in meno del piano e circa 16.000m di dislivello. Vedremo il futuro cosa ci riserva.
Mi spiace molto per quelli che hanno fatto fatica a seguirmi: Tumblr è cambiato, non me ne ero accorto, adesso è più complicato, bisognerà trovare qualcosa più semplice per il futuro.
Comunque grazie mille a quelli che ci hanno provato.
Un caro saluto a tutti.
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La città di Bergen (Briggen) ha un quartiere di case e fondachi cinquecenteschi costruiti da mercanti tedeschi provenienti dalla costa anseatica. Si tratta di un esempio di come al tempo il baricentro commerciale si stava spostando verso Nord con il conseguente declino di Venezia e dell’intera penisola.
La letteratura italiana è una letteratura in cui dominano i temi del rimpianto dal “Ahi serva Italia” dantesco fino alla delusione successiva all’Unità. Dopo le due guerre mondiali predomina poi l’inquietudine dell’uomo moderno verso la tecnica, l’imperialismo, il cinismo della società.
Di seguito alcuni esempi successivi alla Restaurazione.
1821 - Santorre di Santa Rosa guida i moti liberali che invocano la Costituzione. Il tricolore è issato alla Cittadella di Alessandria. Vittorio Emanuele I abdica in favore di Carlo Felice.
1831 - Carlo Alberto Re di Sardegna
Canti (Leopardi). I componimenti presentano un’evoluzione dai primi testi di stampo alfieriano e romantico agli Idilli, frutto della poetica dell’indefinito e di una filosofia schopenaueriana (Il mondo come volontà e rappresentazione è del 1819) in cui vi è il contrasto fra finito (il mondo) e l'infinito (il pensiero) restituito in forma poetica.
All'Italia
O patria mia, vedo le mura e gli archi / E le colonne e i simulacri e / l’erme / Torri degli avi nostri, / Ma la gloria non vedo, / Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi / I nostri padri antichi
Il passero solitario
D’in su la vetta della torre antica, / Passero solitario, alla campagna / Cantando vai finchè non more il giorno; / Ed erra l’armonia per questa valle. Primavera dintorno / Brilla nell’aria, e per li campi esulta, / Sì ch’a mirarla intenerisce il core. / Odi greggi belar, muggire armenti; / Gli altri augelli contenti, a gara insieme / Per lo libero ciel fan mille giri, / Pur festeggiando il lor tempo migliore:/ Tu pensoso in disparte il tutto miri; / Non compagni, non voli, / Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi; / Canti, e così trapassi / Dell’anno e di tua vita il più bel fiore. Oimè, quanto somiglia / Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso, / Della novella età dolce famiglia,/ E te german di giovinezza, amore, / Sospiro acerbo de’ provetti giorni / Non curo, io non so come; anzi da loro / Quasi fuggo lontano; / Quasi romito, e strano / Al mio loco natio, / Passo del viver mio la primavera. / Questo giorno ch’omai cede alla sera, / Festeggiar si costuma al nostro borgo. / Odi per lo sereno un suon di squilla, / Odi spesso un tonar di ferree canne, / Che rimbomba lontan di villa in villa. / Tutta vestita a festa / La gioventù del loco / Lascia le case, e per le vie si spande; / E mira ed è mirata, e in cor s’allegra. / Io solitario in questa / Rimota parte alla campagna uscendo, / Ogni diletto e gioco / Indugio in altro tempo: e intanto il guardo / Steso nell’aria aprica / Mi fere il Sol che tra lontani monti, / Dopo il giorno sereno, / Cadendo si dilegua, e par che dica / Che la beata gioventù vien meno. Tu, solingo augellin, venuto a sera / Del viver che daranno a te le stelle, / Certo del tuo costume / Non ti dorrai; che di natura è frutto / Ogni vostra vaghezza. / A me, se di vecchiezza / La detestata soglia / Evitar non impetro, / Quando muti questi occhi all’altrui core, / E lor fia voto il mondo, e il dì futuro / Del dì presente più noioso e tetro, / Che parrà di tal voglia? / Che di quest’anni miei? che di me stesso? / Ahi pentirommi, e spesso, / Ma sconsolato, volgerommi indietro.
L'infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle, / E questa siepe, che da tanta parte / Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. / Ma sedendo e mirando, interminati / Spazi di là da quella, e sovrumani / Silenzi, e profondissima quiete / Io nel pensier mi fingo; ove per poco / Il cor non si spaura. E come il vento / Odo stormir tra queste piante, io quello / Infinito silenzio a questa voce / Vo comparando: e mi sovvien l’eterno, / E le morte stagioni, e la presente / E viva, e il suon di lei. Così tra questa / Immensità s’annega il pensier mio: / E il naufragar m’è dolce in questo mare.
A Silvia
Silvia, rimembri ancora / Quel tempo della tua vita mortale, / Quando beltà splendea / Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, / E tu, lieta e pensosa, il limitare / Di gioventù salivi?
"il maggio odoroso"
"le sudate carte"
Il sabato del villaggio
La donzelletta vien dalla campagna, / In sul calar del sole, / Col suo fascio dell’erba; e reca in mano / Un mazzolin di rose e di viole, / Onde, siccome suole, / Ornare ella si appresta / Dimani, al dì di festa, il petto e il crine. / Siede con le vicine / Su la scala a filar la vecchierella, / Incontro là dove si perde il giorno; / E novellando vien del suo buon tempo, / Quando ai dì della festa ella si ornava, / Ed ancor sana e snella / Solea danzar la sera intra di quei / Ch’ebbe compagni dell’età più bella. / Già tutta l’aria imbruna, / Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre / Giù da’ colli e da’ tetti, / Al biancheggiar della recente luna. / Or la squilla dà segno / Della festa che viene; / Ed a quel suon diresti / Che il cor si riconforta. / I fanciulli gridando / Su la piazzuola in frotta, / E qua e là saltando, / Fanno un lieto romore: / E intanto riede alla sua parca mensa, / Fischiando, il zappatore, / E seco pensa al dì del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face, / E tutto l’altro tace, / Odi il martel picchiare, odi la sega / Del legnaiuol, che veglia / Nella chiusa bottega alla lucerna, / E s’affretta, e s’adopra / Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba. Questo di sette è il più gradito giorno, / Pien di speme e di gioia: / Diman tristezza e noia / Recheran l’ore, ed al travaglio usato / Ciascuno in suo pensier farà ritorno. / Garzoncello scherzoso, / Cotesta età fiorita / E’ come un giorno d’allegrezza pieno, / Giorno chiaro, sereno, / Che precorre alla festa di tua vita. / Godi, fanciullo mio; stato soave, / Stagion lieta è cotesta. / Altro dirti non vo’; ma la tua festa / Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.
"Dolce e chiara è la notte senza vento" (La sera del dì di festa)
"natio borgo selvaggio" (Le ricordanze)
"le magnifiche sorti e progressive" (La ginestra)
"Passata è la tempesta: / Odo augelli far festa, e la gallina, / Tornata in su la via, / Che ripete il suo verso" (La quiete dopo la tempesta)
1840 - Promessi sposi (Manzoni). I personaggi del popolo non sono più ritratti in modo macchiettistico come in Goldoni, anche se ancora non emerge la dimensione tragica che connoterà il Verismo.
1848 - Prima guerra d’indipendenza e sconfitta, l’anno successivo, a Novara. Abdicazione a favore di Vittorio Emanuele II.
1852 - Cavour primo ministro
1853 - Scoppia la guerra di Crimea
1859 - Seconda guerra d’indipendenza. Battaglia di Solferino e San Martino. Armistizio di Villafranca
1860 - Spedizione dei Mille. Brixio seda una rivolta contadina a Bronte, origine del fenomeno del brigantaggio che perdurerà dopo l’Unità.
1861 - Unità d’Italia
1862 - Garibaldi ferito sull’Aspromonte
1864 - Strage di Torino per via dello spostamento della capitale a Firenze come promesso a Napoleone III
1866 - Terza guerra d’indipendenza
1867 - Nel tentativo di conquistare Roma, Garibaldi sconfitto a Mentana
1869 - la tassa sul macinato consente di raggiungere il pareggio di bilancio. Fosca (Tarchetti), romanzo della Scapigliatura milanese, movimento tardo-romantico che avverte la lontananza, anche generazionale, degli ideali risorgimentali.
1870 - Francia sconfitta a Sedan e presa di Roma. Ostilità della Chiesa nei confronti del Regno (non expedit)
1876 - Sinistra storica al governo con Depretis che governa grazie a pratiche clientelari e trasformiste e che supporta l’industria settentrionale.
1879 - Odi barbare (Carducci)
"I cipressi che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti" (Davanti San Guido)
1881
I Malavoglia, capolavoro del verismo italiano. La lettura dell’Italia post-unitaria compiuta dal verismo e dal suo atteggiamento di osservazione dei fatti come accadeva in Francia con Zola corre parallelamente al simbolismo (Pascoli) e al decadentismo (D’Annunzio) perché rappresentano la sfiducia contro la scienza. Altrove il realismo racconta la finis Austriae come in Philip Roth. Se Carducci è il cantore del Risorgimento e usa la metrica classica, Pascoli la disarticola e si ispira al ruolo anche sonoro ed evocativo della parola come Baudelaire e Rimbaud: da qui la poesia del Novecento. Mentre Zola indaga la società degli operai, Tolstoj l’aristocrazia moscovita (Anna Karenina), Verga si rivolge ancora al mondo dei pescatori e manca quella volontà di denuncia che in Francia è costituita dallo J’accuse, ma che contiene anche i semi decadenti del languore di Verlaine e dell’estetismo di Huysmans. Precursore dell'Esistenzialismo del '900 è invece Fedor Dostojevskij che rifiuta il capitalismo europeo e vede nel dolore la via per la salvezza. In Delitto e Castigo (1866), ad esempio, Raskolnikov vuole affermare la sua libertà assoluta uccidendo un'usuraia e sfidando la polizia, ma l'umanità delle persone che incontra fuggendo e l'amore di Sonja lo portano a redimersi e a costituirsi. Anche ne I fratelli Karamazov (1880), la leggenda del Grande Inquisitore mette in evidenza, con il bacio di Gesù al prelato spagnolo, quanto la risposta al cinismo per il quale l'umanità non ha bisogno di libertà non possa che essere l'amore.
“Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo” (Anna Karenina, Tolstoj)
"L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo" (Delitto e castigo, Dostojevskij)
Malombra (Fogazzaro), romanzo non verista, ma lirico, impressionista e simbolista da cui traspare quella lettura evocativa del reale (le Corrispondenze di Baudelaire, il Battello ebbro di Rimbaud) e quel languore di Verlaine che sfoceranno nel Crepuscolarismo e nella sua visione demitizzante della poesia, anti dannunziana, ma anche nella poetica della memoria di Proust (“i veri paradisi sono quelli perduti”).
1882 - Triplice Alleanza siglata in funzione antifrancese. La “via prussiana” perseguita dall’Italia è anche frutto degli investimenti tedeschi nell’industria locale.
1885 - La conquista di Roma (Serao)
1886 - Cuore (De Amicis), opera che guarda manzonianamente al mondo degli umili, ma in modo solo caritatevole e bozzettistico.
1887 - Crispi primo ministro
1889 - Il piacere (D’Annunzio), opera principale del decadentismo italiano che altrove assume le forme di Des Esseintes in A Ritroso (Huysmans, 1884), Il ritratto di Dorian Gray (Wilde, 1890) e Il grande Gatsby (Scott Fitzgerland, 1925)
1893 - Scandalo della Banca Romana
1894 - I Viceré (De Roberto)
1895 - Piccolo mondo antico (Fogazzaro)
1896 - Sconfitta di Adua
1898 - Bava Beccaris, primo ministro Rudinì, seda una rivolta a Milano
1900 - L’anarchico Gaetano Bresci uccide Umberto I. Zanardelli primo ministro
1902 - La pioggia nel pineto (D’Annunzio)
Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri t'illuse, che oggi m'illude, o Ermione.
Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitìo che dura e varia nell'aria secondo le fronde più rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino. E il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancóra, stromenti diversi sotto innumerevoli dita. E immersi noi siam nello spirto silvestre, d'arborea vita viventi; e il tuo volto ebro è molle di pioggia come una foglia, e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco più sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce più roco che di laggiù sale, dall'umida ombra remota. Più sordo e più fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancor trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Non s'ode voce del mare. Or s'ode su tutta la fronda crosciare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda più folta, men folta. Ascolta. La figlia dell'aria è muta; ma la figlia del limo lontana, la rana, canta nell'ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su le tue ciglia, Ermione.
Piove su le tue ciglia nere sì che par tu pianga ma di piacere; non bianca ma quasi fatta virente, par da scorza tu esca. E tutta la vita è in noi fresca aulente, il cuor nel petto è come pèsca intatta, tra le pàlpebre gli occhi son come polle tra l'erbe, i denti negli alvèoli son come mandorle acerbe. E andiam di fratta in fratta, or congiunti or disciolti (e il verde vigor rude ci allaccia i mallèoli c'intrica i ginocchi) chi sa dove, chi sa dove! E piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, o Ermione.
1903 - Vittorio Emanuele III nomina Giolitti primo ministro. I canti di Castelvecchio (Pascoli)
Oh! Valentino vestito di nuovo, / come le brocche dei biancospini!
1904 - Il fu Mattia Pascal (Pirandello). L’imprevisto rivela la frammentarietà dell’io, fra maschera e persona, e mette in luce il contrasto fra pubblico e privato.
1908 - Umorismo (Pirandello) che deriva dal sentimento del contrario e dalla volontà di raccontare i fatti interpretandone le ragioni non evidenti, sottolineando la differenza fra realtà e verità. È il concetto alla base del teatro di Pirandello (Così è se vi pare) come la frattura fra persone e personaggi: Maschere nude sarà il titolo di tutte le opere teatrali.
1909
Manifesto del futurismo (Marinetti)
I vecchi e i giovani (Pirandello) che racconta la disillusione degli ideali risorgimentali nella Sicilia dei fasci socialisti repressi dal governo Crispi nel 1894
1910 - Salvemini definisce Giolitti “ministro della malavita” mentre i nazionalisti di Corradini lo dichiara simbolo dell’Italietta imbelle. La violenza politica è sospinta dai pensieri di Nietzsche e Sorel, ma anche dall’ irrazionalismo antipositivista di autori come Papini e Prezzolini ai quali si oppone il pensiero borghese di Benedetto Croce. Lo stesso conflitto tra conservatori e rivoluzionari si troverà ne La montagna incantata di Mann (1924).
1911 - Invasione della Libia. Il Codice di Perelà (Palazzeschi)
1912 - Suffragio universale maschile. È l’avvento delle masse nella politica con una élite liberale incapace di guidarle mentre vige ancora il non expedit. Mussolini saprà incanalare il consenso sfruttando la paura di capitalisti e borghesi di fronte all’avanzare del socialismo dopo la tragedia della Prima guerra mondiale.
1913
Canti orfici (Campana), forse l’unica poeta maudit italiano
Canne al vento (Deledda). Come Dostojevski che rifiuta il razionalismo illuminista e riconosce il “sottosuolo” in cui si tormenta l’uomo , si ha l’innesto su temi veristi di sensibilità quasi religiose che affrontano la fragilità umana e il senso della colpa. È il tempo della crisi della società borghese: l’incapacità di gestire i problemi sociali e di offrire una risposta alle problematiche individuali, avendo disgregato la società precedente, apre la vita ai grandi autori del declino. Kafka affianca un racconto minuzioso del reale alle sue inquietudini nascoste, Mann ne i Buddenbrook o in La morte a Venezia quasi raffigura questa epoca e si dimostra affascinato dal mito irrazionale della gioventù anche se poi leverà la propria voce contro il nazismo.
1914 - Canti orfici (Campana)
1919 - Occupazione di Fiume
Allegria di naufragi (Ungaretti) in cui prevale la poetica simbolista della parola, contro la retorica dannunziana, contro la semplice rivoluzione futuristica della metrica. In quell'anno Paul Valery pubblica la "Crisi del pensiero" che sottolinea come la guerra abbia spazzato via le istanze delle avanguardie sulla stessa linea di Pensiero del poeta russo Majakovskij.
Si sta come / d'autunno / sugli alberi / le foglie (Soldati)
Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla (L'eterno)
Di queste case / non è rimasto che qualche brandello di muro / Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto / Ma nel cuore nessuna croce manca / È il mio cuore il paese più straziato (San Martino del Carso)
1921 - Nascita del Partito comunista. Canzoniere (Saba)
1922 - Marcia su Roma. L'Enrico IV (Pirandello) spiega la differenza fra la comicità derivante dall'avvertimento del contrario (il protagonista che crede di essere l'imperatore Enrico IV) e il pensiero dal sentimento del contrario: da tale confronto anche il dissidio fra maschera e persona.
1923 - La coscienza di Zeno (Svevo). Come nel modernismo di Joyce (Ulysses è del 1922), di Proust (La ricerca del tempo perduto è pubblicata fra il 1920 e il 1927) e di Schnitzler (Doppio Sogno, 1925), il racconto non è fatto da un narratore onnisciente, ma la realtà è determinata dalla psicologia dei personaggi che, dall’inettitudine nei confronti della vita, maturano una coscienza. Incalzata dal cinema, la letteratura fra scomparire l’azione ed emergere il monologo interiore, il flusso di coscienza.
1924 - Omicidio di Matteotti
1925
Manifesto degli intellettuali fascisti (Gentile) e antifascisti (Croce)
Ossi di seppia (Montale) in cui si riprende la lezione simbolista nella tecnica del correlativo oggettivo, ideata da T.S. Elliot, ove le sensazioni possono essere espresse solo dalle cose: ne emerge una poesia metafisica come nella poetica di De Chirico
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare pallido e assorto / presso un rovente muro d'orto, / ascoltare tra i pruni e gli sterpi / schiocchi di merli, frusci di serpi.
E andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'è tutta la vita e il suo travaglio / in questo seguitare una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Non chiederci la parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco / lo dichiari e risplenda come un croco / Perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro, agli altri ed a se stesso amico, e l'ombra sua non cura che la canicola stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirtisì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti,ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
Spesso il male di vivere ho incontrato
Spesso il male di vivere ho incontrato: / era il rivo strozzato che gorgoglia, / era l’incartocciarsi della foglia / riarsa, era il cavallo stramazzato. / Bene non seppi, fuori del prodigio / che schiude la divina Indifferenza: / era la statua nella sonnolenza / del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
1929 - Gli indifferenti (Moravia) a sfatare i luoghi comuni sulla borghesia italiana rivelandone il cinismo e le miserie contro al moralismo fascista del tempo.
1933 - Fontamara (Silone) pubblicato in Svizzera
1938 - Anschluss. Trattato di Monaco. Leggi razziali in Italia. Un anno sull’altopiano (Lussu)
1939 - Patto Molotov - Ribbentrop. Invasione della Polonia, dei Paesi Bassi e della Francia
1940
L’Italia entra in guerra venendo sconfitta in Africa e in Albania
Il deserto dei Tartari (Buzzati), esempio di realismo simbolico
1941 - Attacco di Pearl Harbour. Conversazione in Sicilia (Vittorini)
1942 - Montgomery sconfigge Rommel e la Folgore ad El Alamein. Ed è subito sera (Quasimodo)
E come potevamo noi cantare / con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze / sull’erba dura di ghiaccio, al lamento / d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero / della madre che andava incontro al figlio / crocifisso sul palo del telegrafo? / Alle fronde dei salici, per voto, / anche le nostre cetre erano appese, / oscillavano lievi al triste vento
1943
Battaglia di Stalingrado e ritirata di Russia. Sbarco alleato in Italia. Caduta di Mussolini che poi, liberato dai tedeschi, fonda la Repubblica di Salò. Badoglio firma l’armistizio. Bonomi primo ministro
Cristo si è fermato ad Eboli (Carlo Levi) in cui il neorealismo riprende la volontà verista di raccontare le vite dei più umili anche con un atteggiamento di denuncia.
1944 - Battaglia di Cassino
1945 - Fucilazione di Mussolini. Uomini e no (Vittorini), primo romanzo neorealista sulla lotta partigiana dopo la retorica fascista.
1947 - Se questo è un uomo (Levi). Dialoghi con Leucò (Pavese), esempio di realismo simbolico
1949
La bella estate (Pavese). In opposizione all’ermetismo, Pavese usa la “poesia racconto” come Whitman e Rilke.
L’Agnese va a morire (Renata Viganò)
1951 - Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (Pavese)
"E Cesare perduto nella pioggia / Sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina" (Alice, De Gregori)
1952 - Il visconte dimezzato (Calvino) in cui ad una narrazione puntuale si accosta la dimensione fiabesca: è il realismo simbolico. Della trilogia “I nostri antenati” seguono Il barone rampante e Il cavaliere inesistente di cui vi è solo l’armatura.
1953 - Il sergente nella neve (Rigoni Stern)
1957 - Quer pasticciaccio brutto di via Merulana (Gadda) con una lingua sperimentale e barocca che imita la complessità della vita
1958 - Il Gattopardo (Tomasi di Lampedusa)
1961 - Il giorno della civetta (Sciascia) dall’umorismo di tipo pirandelliano
1962 - Il giardino dei Finzi-Contini (Bassani) sulle leggi razziali in Italia
1963 - Centomila gavette di ghiaccio (Bedeschi)
1968 - pubblicato postumo, Il partigiano Johnny (Fenoglio) in cui emerge l’influenza crescente della letteratura americana (Faulkner, Steinbeck, Dos Passos, Hemingway) in Italia e l’uso dell’inglese dopo anni della retorica di Strapaese.
1979 - Se una notte d’inverno un viaggiatore (Calvino) in cui due lettori non riescono a continuare a leggere il libro che hanno iniziato e finiranno per sposarsi. Esempio di metanarrativa.
1980 - Il nome della rosa (Eco)
1985 - Rinascimento privato (Bellonci)
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Cuneo: due arresti per spaccio di stupefacenti in pieno centro a Bra ed Alba.
Cuneo: due arresti per spaccio di stupefacenti in pieno centro a Bra ed Alba. Resta alta l’attenzione dell’Arma dei Carabinieri verso i fenomeni di degrado urbano che sempre più spesso si traducono in forti disagi per i cittadini e che rappresentano uno dei fattori in base ai quali cala la “sicurezza percepita”. Dopo l’operazione dello scorso settembre portata a termine dai Nuclei Operativi delle Compagnie Carabinieri di Alba e Bra, che aveva portato all’arresto di numerose persone sospettate di essere tra gli attori dello spaccio di stupefacenti nei due centri, ed i servizi straordinari di controllo del territorio dei giorni scorsi, prosegue lo sforzo teso alla repressione del fenomeno dello spaccio di stupefacenti. La scorsa settimana i Carabinieri della Compagnia di Bra hanno tratto in arresto un 30enne di nazionalità senegalese in prossimità della centralissima piazza Roma, avendo accertato alcune cessioni di hashish a giovani del luogo, i quali sono stati segnalati amministrativamente alla Prefettura di Cuneo quali assuntori di stupefacenti. Il cittadino extracomunitario, deferito all’Autorità Giudiziaria anche per la violazione della normativa sull’immigrazione, è stato processato con rito direttissimo, celebrato presso il Tribunale di Asti nella mattinata del 18 ottobre, e condannato alla reclusione di mesi 8 con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Nel pomeriggio del 23 ottobre scorso, nel corso di un servizio appositamente programmato presso il Parco dell’Acqua di via dell’Acquedotto ad Alba, un cittadino albanese di venticinque anni è stato sorpreso dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Alba mentre tentava di disfarsi di ventitré dosi di cocaina. Arrestato condotto dagli operanti presso il Carcere di Alessandria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, nella giornata di ieri è stato processato con rito direttissimo e, anch’egli, condannato alla reclusione per 8 mesi. Occorre evidenziare come le segnalazioni dei cittadini, in tale ultimo caso, si siano rivelate fondamentali per l’orientamento dei servizi disposti dalla Compagnia Carabinieri di Alba, ragione per la quale si auspica, anche per il futuro, una sempre maggiore collaborazione da parte della cittadinanza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Convegno "Protagonisti del Made in Italy" 2^ Edizione
Il Made In Italy rappresenta una sfida e una scelta strategica nel presente per il futuro del sistema Italia. Questo sarà il tema del Convegno che si terrà a Borgomanero, provincia di Novara in Alto Piemonte, in data 12 Ottobre 2023 alle ore 17.00 presso la Fondazione Achille Marazza. INGRESSO LIBERO (fino a esaurimento posti). La valorizzazione e promozione del Made in Italy si basano su un sistema di valori, competenze e marchi di qualità dell'Italia nel mondo, che hanno dimostrato di essere una risorsa fondamentale anche in momenti critici. Le imprese italiane spostano sempre più la competizione sul terreno della qualità e dell'innovazione, oltre che della sensibilità sociale e ambientale: una scelta che richiede un confronto generazionale per un allineamento che si arricchisce della diversità di visioni ed obiettivi. Questo è lo stimolo che vuole dare il convegno, portando punti di vista differenti come contributo ad una costruzione congiunta. Agenda del Convegno: 17.00 Saluto di benvenuto Marco Croce Presidente Fondazione Achille Marazza 17.05 Apertura dei lavori e moderatore Marco Claudio Colombo Presidente Polo Universitario Metis 17.15 Un marchio di qualità nel mondo On. Alberto Gusmeroli Presidente Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo 17.30 Il valore del Made in Italy come driver strategico di crescita delle PMI Marco Masselli CEO - Italian Identity Group Impact Company Delegato al Made IN IGGI Confindustria Piemonte 17.45 La promozione all'estero e gli attori coinvolti Cristina D'Ercole Vice Segretario Generale Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte 18.00 Lavoro e Generazione Z: un matching possibile Elena Coppa Account Permanent Placement della Filiale di Alessandria di Openjobmetis 18.15 Il fattore X dell'eccellenza Daniela Fantini Amministratore Delegato di Fantini Rubinetti 18.30 Dar forma alla professionalità Ugo Carlo Agnellini Docente discipline Economiche presso Istituto Universitario Salvo d'Acquisto 18.45 Conclusioni - Domande & Risposte Saluto finale Marco Claudio Colombo Presidente Polo Universitario Metis INGRESSO LIBERO (fino ad esaurimento posti). Fondazione Achille Marazza Viale Marazza 5 - 28021 Borgomanero (NO). Il convegno è di interesse pubblico ed è rivolto principalmente a Docenti e Genitori, Studenti di scuola secondaria di primo grado e universitari, Rappresentanti istituzionali e Giornalisti. Per la partecipazione in presenza o in streaming, si prega di contattare [email protected]. Questo convegno offre un'opportunità unica per approfondire il ruolo e l'importanza del Made In Italy nel panorama internazionale, esplorando i valori, le visioni e gli obiettivi delle diverse generazioni che contribuiscono a mantenerlo un punto di riferimento di eccellenza nel mondo. Unisciti a noi per una discussione stimolante e illuminante sul futuro del Made In Italy. Convegno organizzato da Istituto Salvo d'Acquisto e Polo Universitario Metis, Fondazione Onlus nata dalla collaborazione tra Istituti universitari (IUSDA e Carolina Albasio), centri di ricerca, imprese e mondo della certificazione. IUSDA, oltre all'indirizzo in Relazioni Internazionali e Diplomatiche, ha attivato un nuovo indirizzo in "Imprese e Made in Italy" per l'Anno Accademico 2023-24. Read the full article
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Costruiamo il futuro con STM32,vince istituto di Alessandria
Isis Marconi si aggiudica premio con app per riabilitazione mano (ANSA) – CATANIA, 22 MAG – E’ l’Isis Gugliemo Marconi di Tortona (Alessandria) la scuola vincitrice della settima edizione concorso “Costruiamo il futuro con STM32”, lanciato lo scorso ottobre da STMicroelectronics Italia e dedicato a tutte le scuole secondarie di secondo grado italiane. In finale, con la gara che si è disputata…
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LUNEDI 02 GENNAIO 2023 - ♦️ SANTI BASILIO MAGNO E GREGORIO Nazianzeno ♦️ Basilio Magno (in greco antico: Βασίλειος ὁ Μέγας, Basíleios ho Mégas; in latino: Basilius Magnus («il Grande»); Cesarea in Cappadocia, 329 – Cesarea in Cappadocia, 1º gennaio 379) è stato un vescovo e teologo greco antico, venerato da tutte le Chiese cristiane; porta anche i titoli di confessore e Dottore della Chiesa. È considerato il primo dei Padri cappadoci. È uno dei quattro Padri della Chiesa d'Oriente che portano il titolo di "Grande" insieme ad Antonio Abate, Atanasio ed a Fozio di Costantinopoli. Era figlio di un ricco retore e avvocato, mentre suo nonno, che fu discepolo di Gregorio Taumaturgo del Ponto, morì martire nella persecuzione di Diocleziano. Sua nonna Macrina, i suoi genitori Basilio ed Emmelia, i fratelli Gregorio (vescovo di Nissa) e Pietro (vescovo di Sebaste) e la sorella primogenita, Macrina, sono pure venerati dalla Chiesa cattolica come santi. Fu molto amico di Gregorio Nazianzeno, venerato come santo e commemorato nello stesso giorno, il 2 gennaio. Ha scritto la regola che ancora oggi ispira la vita dei Monaci basiliani. Gregorio Nazianzeno Nazianzo, 329 – Nazianzo, 25 gennaio 390 circa) è stato un vescovo e teologo greco antico; fu maestro di san Girolamo. Venerato dalle Chiese cristiane, è riconosciuto dalla Chiesa cattolica come Dottore e Padre della Chiesa. È uno dei Padri cappadoci.Nacque a Arianzo, cittadina presso Nazianzo in Cappadocia. Figlio di Gregorio e Nonna. Il padre, che era ebreo della setta degli Ipsistari, fu convertito dalla moglie al cristianesimo e divenne vescovo di Nazianzo. Il fratello Cesario (morto nel 368) fu dottore presso la corte dell'imperatore Giuliano e governatore di Bitinia. Gregorio, nato qualche anno dopo il concilio di Nicea nel quale si condannò l'eresia ariana, fu fortemente condizionato per tutta la vita dalle lotte che si scatenarono attorno alla definizione della vera natura della Trinità. Studiò prima a Cesarea in Cappadocia, dove conobbe e divenne amico di Basilio, poi a Cesarea Marittima e ad Alessandria presso il Didaskaleion, infine, tra il 350 e il 358, ad Atene, sotto Imerio; qui conobbe il futuro imperatore.. (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/Cm6TvI-ocvT/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ALESSANDRIA. P. D.-"PER UN NUOVO PIANO LABURISTA", MA MANCANO LAVORO, GIOVANI E DIRITTI.
ALESSANDRIA. P. D.-“PER UN NUOVO PIANO LABURISTA”, MA MANCANO LAVORO, GIOVANI E DIRITTI.
Un momento di riflessione nella sala della ex Taglieria del Pelo ad Alessandria con Marco Bentivogli e Enrico Morando per discutere del futuro del Pd, che dopo la sconfitta elettorale e le dimissioni del segreatario in carica Enrico Letta, si avvia verso il congresso. L’apertutra dell’incontro affidata al segretario cittadino Rapisardo Antinucci seguito dagli interventi di Marco Bentivogli, Rita…
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#ALESSANDRIA#diritti#Enrico Morando#GIOVANI#lavoro#Marco Bentivogli#Partito democratico#POLITICA#SCUOLA
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Lega, 25 milioni di euro per Alessandria e Gavi: un successo targato Riccardo Molinari
Grazie all'impegno della Lega e dell’on. Molinari, Alessandria avrà un nuovo ponte sul Bormida e Gavi una circonvallazione strategica.
Grazie all’impegno della Lega e dell’on. Molinari, Alessandria avrà un nuovo ponte sul Bormida e Gavi una circonvallazione strategica. 25 milioni di euro per lo sviluppo infrastrutturale: Alessandria e Gavi al centro delle priorità Un risultato straordinario per il territorio alessandrino: 20 milioni di euro per il secondo ponte sul fiume Bormida ad Alessandria e 5 milioni di euro per la…
#Alessandria#Alessandria futuro#Alessandria today#Alessandro Rolando#amministratori locali#circonvallazione di Gavi#comune di Alessandria#Crescita economica#economia del vino#Enrico Bussalino#fondi pubblici#Gavi#Giacomo Perocchio#Gianfranco Cuttica di Revigliasco#Google News#Infrastrutture#Infrastrutture Strategiche#Investimenti#italianewsmedia.com#Lega#Lega territorio#Legge di Bilancio 2025#Lino Pettazzi#Logistica#logistica nord-ovest.#Mattia Roggero#Mobilità sostenibile#nuovi fondi infrastrutturali#nuovi progetti#Opere pubbliche
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Epidemie
Si dice spesso che un grande romanzo è quello che racchiude in sé, oltre sue le storie, un Tempo che il suo autore ha voluto fermare nelle sue pagine. Questa è ovviamente una delle possibili soluzioni alla domanda su cosa sia un grande romanzo, ma se vogliamo tenerla per buona, questo che ho appena finito di leggere è un grandissimo romanzo. Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, torna con un libro che si rifà negli intenti ai romanzi storici dell’Ottocento, quelli di Tolstoj, di Manzoni, di Stendhal: Le Notti Della Peste (Einaudi) Lo è nella struttura, nell’incedere, nella costruzione della trama. Ma è allo stesso tempo tempo una grandiosa allegoria dei nostri tempi, soprattutto di un epocale biennio appena passato.
Tutta la storia è incentrata nei circa 240 giorni che sconvolsero l’isola di Mingher, tra aprile e ottobre del 1901: isola fittizia, è situata sulla rotta che da Alessandria d’Egitto porta a Smirne, non lontano da Creta. Perla dell’Impero Ottomano, in quei tempi sull’orlo della dissoluzione, è famosa per l’acqua di rose, la bellezza dei paesaggi e per la pacifica e centenaria convivenza tra i romei, ovvero le diverse popolazioni orientali di tutte le regioni dell'antico Impero bizantino che utilizzavano il greco come lingua franca nei servizi liturgici, per i commerci e gli affari, i musulmani e le altre minoranze. Ma dall’Asia sono arrivati, su una nave proveniente da Honk Kong, dei ratti portatori di peste. Ai primi segnali, su una nave che trasportava anche una principessa nipote del Sultano, Pakize, con suo marito medico, il dottor Nuri, scende il Dottor Bonkowski, il massimo esperto di malattie infettive dell’Impero, con il suo fido assistente, Dottor Ilias, tutte e due inviati dal Sultano. La prima cosa che trova Bonkowski è la reticenza delle autorità che non credono ci sia la peste, infatti tutto sembra scorrere come sempre: arrivano le navi dagli altri porti, le strade brulicano di commerci, i minareti e i campanili chiamano alla preghiera. Ma basta una settimana a Bonkowski per confermare, scientificamente, che è in atto un’epidemia di peste. Subito la voce percorre le strade, sono già in atto le prime azioni di contenimento e di quarantena, quando il Dottor Bonkowski viene trovato senza vita. Pochi giorni dopo stessa sorte toccherà al Dottor Ilias, avvelenato durante un pranzo. Il Sultano ordina al Dottor Nuri di indagare sulle morti dei due medici. In un drammatico crescendo di eventi, la peste dilaga, acutizzando e frantumando quell’equilibrio che aveva regnato, magari fittiziamente, sull’isola: ogni decisione ha troppe implicazioni politiche, religiose, di diplomazia internazionale (l’isola è contesa dalle grandi potenze europee che fiutano la malattia dell’Impero intero), dove si intrecciano vecchi dissapori, nazionalismo, paura della scienza, obblighi tradizionali. L’isola ne verrà totalmente sconvolta, in modi talmente travolgenti che la Storia verrà totalmente cambiata, facendo anche di chi era lì per altri motivi radice storica e comunitaria indelebile, pedina indiretta di una nuova speranza.
Questo è un libro monumentale, per l’idea mondo che contiene: le analogie, le sensazioni che trasmette nelle sue oltre 600 pagine, sono un motivo per ricordare ciò che tutta l’umanità ha appena passato, non si sa nemmeno ancora se definitivamente. È un affresco che brulica di personaggi, di strade e monumenti inventati, di personaggi storici e di religioni, tradizioni, profumini e cibi esotici, e che indaga a fondo e in maniera esemplare alcuni dei problemi dei nostri giorni: il legame tra paura e potere, tra particolare e generale, tra fede e ragione, tra pratica e scienza, tra passato, presente e futuro.
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LIBRI IN ITALIANO CON VIAGGI NEL TEMPO SEZIONE NARRATIVA GENERALE, video 2
- Timeline, di Michael Crichton
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Il romanzo inizia in un mondo in cui le nuove tecnologie, sfruttando anche le teorie della fisica quantistica, permettono di muovere istantaneamente informazioni e oggetti, senza cavi né reti. Computer piccoli come una molecola consentono anche agli uomini di visitare qualunque istante del passato: la storia potrebbe diventare un immenso luna park a disposizione dei turisti del tempo. È difficile immaginare i rischi di viaggi di questo tipo: lo apprende a proprie spese un gruppo di storici e archeologi che “visita” la Francia del Trecento e si trova catapultato nel pieno della Guerra dei Cent'Anni, tra assedi, duelli, briganti, soldataglie e affascinanti castellane.
- La confraternita degli storici curiosi, di Jodi Taylor (serie di 12 libri)
Link al libro: https://amzn.to/3sHjV9z
Link al post dove parlo di questa serie: https://weirdesplinder.tumblr.com/post/643733196166545408/jodi-taylor
Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che siano solo dei tipi un po’ eccentrici: a ben vedere, se li si osserva mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria, una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il finimondo.
- La mappa del tempo, di Felix J. Palma
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Londra, 1896. Il giovane e ricco Andrew Harrington è inconsolabile per la perdita dell'amata Marie, una prostituta uccisa anni prima da Jack lo Squartatore. A un passo dal suicidio però decide di tentare un'ultima, disperata mossa: tornare nel passato per cambiare il corso degli eventi e salvare la donna. In un'epoca di scoperte e invenzioni, questo sembra infatti possibile tanto che una nuova compagnia, la Viaggi Temporali Murray, dichiara di aver realizzato una macchina del tempo, già immaginata un anno prima da H.G. Wells nel suo celebre romanzo. Ma i viaggi nel tempo hanno effetti imprevisti: lo scrittore stesso è minacciato da un ciarlatano arrivato dal futuro, Marcus Rhys, che tenta di rubargli il manoscritto della sua ultima opera. Rhys è a sua volta inseguito dall'ispettore Garrett, che lo ritiene responsabile di una serie di crimini compiuti con armi misteriose. A servirsi del prodigioso apparecchio c'è anche l'eccentrica Claire Haggerty che, per scappare dalla rigida morale vittoriana, si sposta nell'anno 2000, dove incontra finalmente l'uomo della sua vita. Per tutti è solo una questione di tempo: sfuggirgli, trasformarlo, modificarlo potrebbe offrire loro l'unica possibilità di cambiare il proprio destino.
- Serie Oxford Time Travel di Connie Willis (5 libri, ma in realtà solo Blackout e All Clear vanno letti per forza asssieme, i romanzi precedenti seppur ambientati nello stesso universo sono a sé stanti)
1. Fire watch (inedito in italiano)
2. To say nothing of the dog (inedito in italiano)
3. L'anno del contagio
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Per la giovane Kivrin viaggiare nel tempo è un'esperienza unica e affascinante, ma in fondo non troppo difficile: l'importante è osservare le regole perché il suo improvviso arrivo nel 14° secolo risulti plausibile e passi inosservato. Il resto è compito della tecnologia futura che rende possibile un simile trasferimento temporale. Tuttavia il suo viaggio nel Medioevo sarà molto di più che la realizzazione di un sogno, anzi si trasformerà in un'esperienza decisiva, non solo per sé, ma addirittura per due epoche separate dall'abisso del tempo, eppure unite da un solo drammatico destino. disposizioni normative, prodotta al riguardo dal Ministero delle Finanze. nella distribuzione dei redditi personali e familiari.
4. Blackout (collana Urania)
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Inghilterra 2060. Tre esperti di viaggi nel tempo si preparano a tornare in momenti diversi della Seconda guerra mondiale. La missione: osservare, da un punto di vista "sicuro", la vita quotidiana in un periodo storico critico. Quindi dall'evacuazione di Dunkerque agli orrori del blitz su Londra. Peccato che qualcosa vada storto e gli osservatori si trovino intrappolati nel flusso della storia, costretti a partecipare agli eventi che determineranno un'intera epoca e tutto il nostro futuro.
5. All Clear (collana Urania)
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Michael Davies, Merope Ward e Polly Churchill sono i tre storici di Oxford che dal 2060 sono rimasti intrappolati nell'Inghilterra della Seconda guerra mondiale. Tornando nel 1940 dovevano essere semplici osservatori della storia, invece piccole discrepanze nella documentazione sembrano indicare che in qualche modo hanno influenzato il passato, cambiando l'esito della guerra e smentendo la convinzione che il passato possa essere osservato ma mai alterato. Nel frattempo a Oxford, nel 2060, il supervisore del progetto cerca di ritrovare i tre aghi nel pagliaio della Storia...
-Hyperversum, di Cecilia Randall (serie di 3 libri con molti spin off)
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Daniel, studente universitario, ha una passione bruciante per un videogioco online, “Hyperversum”, che trasporta la sua fantasia nella storia. Dentro la realtà virtuale ha imparato a essere un perfetto uomo del Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco. Una sera, Daniel gioca con alcuni amici e mentre vivono tutti insieme la loro avventura virtuale nel Medioevo vengono sorpresi da una tempesta che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra, nel bel mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore.
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Passano i giorni, i mesi; ma tu sei la mia costante in queste giornate buie, solo tu riesci a colorarle con un semplice messaggio. Mi fai stare bene, senza magari rendertene conto.
Per me sei essenziale e speciale.
Non sai minimamente cosa potrei arrivare a fare per poter far si che tu, ti possa fidare ciecamente di me.
Lotterei contro tutto e tutti pur di vederti felice e di nuovo insieme.
Saremmo una coppia perfetta.
Amo follemente il tuo sorriso a trentadue denti.
I tuoi occhi che mi guardano in un modo speciale, quegli sguardi che riservi solo a me.
Anche quando sei arrabbiamo, sei bello da morire.
Mi fai davvero impazzire in tutti i sensi.
Sei l’uomo con cui voglio condividere gioie e dolori, alti e bassi.
Quell’uomo che spero sia mio per sempre e che per nessun motivo al mondo si allontani nuovamente da me.
Ti voglio mio. Tutto mio per l’eternità.
Ti amo.
Il sentimento che provo per te e ben oltre a quello che la tua mente e la tua immaginazione possono arrivare a comprendere.
Sei persino nei miei sogni.
Ti penso tutto il tempo, sei nel mio cuore è lì ci rimarrai. Sei inciso lì e non vai da nessuna parte.
L’importanza che hai per me è maggiore di qualsiasi altra cosa che mi sta a cuore.
Amami, non aver paura. Non voglio farti del male. Lasciati amare come vorrei. Fatti entrare dentro e travolgere come un urgano.
Io sono il tuo girasole più bello quello più giallo, che spicca di lucentezza in mezzo a tutti gli altri.
Sono la luce che vedi nel mio sorriso quando ti guardo.
Ho gli occhi lucidi di felicità quando mi chiedono di te.
Sono innamorata persa, cotta come una pera.
Altro che farfalle nello stomaco c’è tutto lo zoo, la fauna e la flora.
Guadami negli occhi e dimmi che mi ami, quello che provi veramente nei miei confronti e cosa vorresti fare veramente di noi e dei nostro futuro insieme.
Sei l’uomo più bello che mi potesse capitare di incontrare e conoscere.
Voglio sistemare tutto tra di noi, anche la sciocchezza più banale.
Mi piacerebbe che tra di noi tornasse la normalità, la felicità e la serenità.
Voglio stare veramente bene al tuo fianco e farti stare bene.
Non arrivo ad immaginare una vita senza il mio Simone tra le braccia. Non posso, non voglio e non lo farò mai e poi mai.
Poi ti giuro che recupererò tutto, dall’andare a pescare a portare i cani a fare un giro in campagna.
Ogni cosa si sistemerà spero nei migliore dei modi.
Due persone che sono destinate a stare insieme, in un modo o nell’altro si ritrovano e saranno più forti di prima.
Io credo in te. In noi. Nel nostro presente e futuro insieme.
Credo che ce la potremo fare, solo se lo vogliamo veramente entrambi.
Spaccherei il mondo solo per averti mio.
Non mi importa se non mi ami, ho tanto di quell’amore per tutte e due che basta e avanza pure. Lo so che non è giusto, ma che colpa ne ho io se ti amo?
È colpa tua che sei stramaledettamente bello ed irresistibile.
Hai una bellezza che sovrasta anche le sette meraviglie del mondo.
Sei unico, bello, intelligente, un gran lavoratore ed un uomo a tutti gli effetti.
Ai miei occhi sei il migliore sulla faccia del pianeta. Non esiste uomo che mi affascina e mi sa prendere come te.
Dimmi come posso fare per sistemare tutto. Ed io lo farò.
So di essere stata una stronza nei tuoi confronti, ma devi capire che tu non mi hai mai detto ciò che provavi realmente. Me lo hai dimostrato non c’è dubbio, ma potevi anche sforzarti un minimo a dirmi cosa provi. Non ti mangio mica, anzi.
Sono qui che pendo dalle tue labbra nonostante tutto.
Sono felice di essere ancora importante per te, nonostante tutto quello che abbiamo passato.
Pure tu sei importante per me, tanto.
Ci siamo conosciuti due e cinque mesi fa.
Io che ballavo davanti a te e ho fatto apposta a venirti addosso, solo per attirare la tua attenzione.
Da quella sera tutto in me è cambiato.
Abbiamo incominciato con un giro assurdo da Mede ad Alessandria a Vigevano a Garlasco per poi tornare a casa tua a dormire insieme e fare l’amore.
Da lì in poi non ci siamo mai separati; ero tutta tua e tu tutto mio.
Sapevo di felicità. Ogni tanto quando ancora me lo faceva ascoltare, sentivo i tuoi audio dove dicevi che con me eri felice. Soprattutto quella mattina che ti sei svegliato mentre io cantavo.
Portavo allegria dentro quelle quattro mura.
Cosa che adesso di felicità non ne ho nemmeno una briciola. Solo quando mi scrivi posso ritenermi un pochino felice, ma quando non ci sentiamo sto male.
So che in questi due anni ti ho fatto fare praticamente tutto quello che piaceva a me e so bene che non è giusto nei tuoi confronti; ma se vorrai mi farò perdonare te lo prometto.
Per me sei tutto. Tutto ciò di cui ho bisogno per stare bene, per essere felice.
Mi amavi in un modo che sai solo tu, ma dio se mi amavi.
Ti chiedo solo un’altra possibilità per poter essere felici da far invidia al mondo, non butterò via questa occasione.
Fissami un secondo negli occhi e dimmi cosa vedi.
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ROME WASN’T BUILT IN A DAY Cantavano così i Morcheeba e stamattina ho fatto un pensiero al riguardo: é un anno ormai che preso una decisione molto forte riguardo alla mia vita. Non é stato facile, e non lo é, perché per concentrami ho dovuto praticamente isolarmi con una forza mentale che non credevo di avere, ma tassello dopo tassello, oggi sorrido per quello che ho creato, per la community che mi segue e per il mio futuro che prende forma. Nessuno tra le persone che mi sono state vicino se lo aspettava ma del resto si sa... Allegra é imprevedibile! (A volte troppo come dice mia mamma😂)... di sicuro la mia vita non é monotona e di conseguenza anche quella degli altri che mi seguono... ma detto questo... oggi si, sorrido😉 WWW.ALLEGRADEEVASIS.COM #allegradeevasis #fitness #fit #fitnessmotivation #fitnessgirl #fitnessmodel #fitnessaddict #fitnessathome #fitnessonline #fitnesscoach #fitnesslifestyle #wellness #wellnesslifestyle #wellnesscoach #reebok #reebokambassador #bemorehuman #mindset #positivevibes #smilealways #blackandwhite 📸 @shot_by_el @elisaleonetti 💇🏼♀️ @alessandropennisibeautycreator 📍 @thisislifeto (presso Alessandria, Italy) https://www.instagram.com/p/CNSAuXWBXpy/?igshid=1cw8snve0y3wl
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La logica binaria che sottende la divisione degli umani in generi distinti implica uno iato tra il più ed il meno, il pieno e il vuoto, il vaso e il seme, lo spazio dei sentimenti e quello della ragione. Questa logica, che si pretende naturale, fonda l’ordine patriarcale. L’universale umano nasce e resta a lungo saldamente maschile. Un maschile cui vengono iscritte le qualità “naturali” che “spiegano” la gerarchia tra i generi, all’interno della gabbia normativa familiare. La “famiglia” come nucleo etico rappresenta l’elemento normalizzatore delle anomalie, che le lotte delle donne, delle persone omosessuali, asessuali, transessuali, hanno reso visibili e pericolose per ogni pretesa di socializzazione autoritaria dei bambini, delle bambine, dei bambinu. A sua volta il binarismo tra etero e omo sessualità ripropone maschere rigide cui le persone sono chiamate ad adeguarsi. Le famiglie arcobaleno sono la mimesi delle famiglie eterosessuali, sia nel rapporto tra coniugi, che nella loro relazione con i bambin*, che per legge vivono con loro. La storia della libertà delle persone le cui identità non sono conformi all’universale maschile nell’ultimo secolo ha tracciato nuovi sentieri dell’umano. Tuttavia il mero afflato paritario sul piano dei diritti si limita a riempire il vuoto, inserire l’eguale, dare corpo al vaso, attenuare la dicotomia tra ragione e sentimento, ma non spezza la logica binaria, che, anzi, si insinua anche dove le differenze sono l’humus culturale in cui cresce la possibilità di passare dal genere all’individuo. La pratica in cui ciascuno approda, transitoriamente, a se stesso in un divenire fluido di continua sperimentazione. Sul piano teorico è nodale l’apporto pionieristico di Foucault, che considera le “identità sessuali”, anche nel loro farsi storico, non un conglomerato concettuale da cui partire, ma semmai la questione stessa. Il costruzionismo queer riprende da Foucault la strategia di decostruire le identità che passano come naturali considerandole invece come complesse formazioni socio-culturali in cui si intrecciano discorsi diversi. Un approccio libertario deve e può andare oltre la decostruzione delle narrazioni che costituiscono le identità di genere, perché vi innesta l’elemento di rottura rappresentato dall’agire politico e sociale di soggetti, che si costituiscono a partire dalle proprie molteplici alterità, rivendicate ed esperite sul piano della lotta. Soggetti capaci di una autonoma produzione di senso, di relazioni, di pratiche sovversive rispetto all’ordine patriarcale, alla logica binaria, alla naturalizzazione delle relazioni sociali. A Foucault il merito di aver riconosciuto l’importanza delle relazioni di potere e la necessità di riconoscerle come tali per poterle spezzare. L’ordine patriarcale non si fonda solo sulla pretesa che la gerarchia sia biologicamente fondata ma anche sulla prospettiva culturale di identità costanti, fisse, socialmente definite. Questa pretesa consente alla gerarchia di riprodursi in ogni relazione umana. L’attacco frontale alle identità rigide ed escludenti attuato da chi vive al di là e contro i generi, i ruoli, le maschere ha una forza dirompente. La critica all’essenzialismo si nutre della decostruzione dell’identità di genere. Concepire l’identità, ogni identità, come costruzione sociale, confine mobile tra inclusione ed esclusione, è un approdo teorico che si alimenta della rottura operata dai movimenti transfemministi ed lgtbtq. All’interno delle nostre società questi percorsi fanno paura. Per le destre la riconquista dell’identità, o la difesa dell’identità minata, diviene il centro nevralgico dell’azione politica e di governo. Ogni locuzione, ogni motto si regge su un piedistallo “identitario”. Il lutto per le identità forti, smarrite e da ritrovare, attraversa anche certa sinistra, orfana di una narrazione che dia senso al proprio mondo. La deriva identitaria non è mero patrimonio delle destre sovraniste, localiste, fasciste, misogine, omofobe, razziste, perché sfiora anche ambiti di movimento, che si pretendono distanti dall’approccio essenzialista della destra. La reazione alla violenza del capitalismo, all’anomia della merce, alla feroce logica del profitto, alla paura dell’onnipotenza della tecnica rischiano di produrre mostri peggiori di quelli da cui si fugge. L’anarchismo si sta confrontando con un mondo dove, in pochi decenni, si sono dati cambiamenti epocali. La mia generazione è stata catapultata dal pallottoliere al web, dalla macchina fotografica alle immagini satellitari, dalle lettere alle chat, dai sorveglianti umani agli occhi elettronici, dal posto fisso alla incertezza strutturale, dal lavoro alla catena alle catene del telelavoro. Un lungo processo di straniamento. Il moloch tecnologico, assunto come nemico totale, ha aperto la strada ad un anarchismo che fugge in un passato immaginario, dove germogli un futuro che nega l’umano, così come si è costruito nel processo di civilizzazione, identificato tout court con la nascita e il consolidarsi della gerarchia, del dominio, della violenza dei pochi sui molti. Il futuro diviene “primitivo”, nel senso etimologico del termine, un tempo-spazio dove si torna al primus, ad una dimensione in cui l’umano si (ri)naturalizza, in una concezione essenzialista e non culturale della “natura”. Una fuga nichilista che riflette l’impotenza di fronte ad una complessità che non si riesce a capire, né a controllare: il moloch può essere distrutto solo a prezzo di rinunciare alla libertà, per rifugiarci tra le braccia esigenti e soffocanti della natura-madre. Il processo di rinaturalizzazione dell’umano operato da queste correnti nega i percorsi costruiti dalle identità fluide, disancorate, in viaggio che si reinventano fuori e contro la logica binaria dei generi. Fuggire al dominio della merce, al controllo dello stato, alla paura della tecnica che non si immagina di poter controllare, porta quest’approccio a negare la diversità e pluralità dei percorsi individuali. Manca la gerarchia formale ma non c’è traccia di libertà. L’unica libertà è quella di adeguarsi ad essere quello che “spontaneamente” saremmo, se le incrostazioni della “civiltà” non si avessero snaturat*. Da qui a negare l’aborto, le tecniche contraccettive non “naturali”, l’utilizzo di ormoni e tecniche chirurgiche per modificare il proprio corpo, il passo è stato breve. La negazione dei percorsi di decostruzione del genere conduce ad approdi non troppo distanti da quelli di preti e fascisti. Le questioni di genere vengono relegate ai margini di un discorso di trasformazione sociale, che, nella migliore delle ipotesi, le considera inessenziali. Eppure. I corpi fuori norma, i corpi fuori luogo, che scientemente si sottraggono alla logica identitaria, per fare i conti con le cesure che il genere, la classe, la razza hanno imposto ai singoli, sono pericolosamente sovversivi. Le dislocazioni, i transiti e le ricombinazioni che rompono con qualsiasi pretesa di pietrificare le identità, frantumano l’essenzialismo ed aprono una sfida su più fronti. Sfida allo Stato (etico), al patriarcato reattivo e al capitalismo. Una sfida che, non è mera astrazione o suggestione filosofica, ma si attua in pratiche di intersezione delle lotte, delle prospettive e degli immaginari capaci di dar vita ad una prospettiva inedita. Una sfida che a tutte le latitudini del pianeta si deve confrontare con la violenta reazione del patriarcato, che si traduce sia in gabbie normative, sia in violenza sistemica nei confronti delle identità mobili, irriducibili ad ogni logica binaria. L’intersezionalità tra diverse cesure identitarie, che spesso coincidono con varie forme di esclusione, permette una contestazione permanente di ogni forma di privilegio. Nessuna posizione può pretendere di riassumere in se l’oppressione e i relativi percorsi di liberazione, se non divenendo, a sua volta, escludente. In questa prospettiva il relativismo dei posizionamenti, viene superato dall’universalismo della spinta ad una radicale trasformazione della società. Maria Matteo (articolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova)
Nè dio.né stato, né patriarcato
Venerdì 5 marzo Femministe, anarchiche, rivoluzionarie Incontro online con Eulalia Vega, storica e autrice di Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche in Spagna dalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo, edizioni Zero in condotta Meeting alle 21 in Zoom al link: https://us02web.zoom.us/j/89085856759
Evento curato da La Miccia di Asti, Perlanera di Alessandria, Federazione Anarchica Torinese, Wild C.A.T. Torino
Domenica 7 marzo Ruoli in gioco. Rappresentazione De-Genere in piazza Carlo Alberto dalle 15,30 manifestazione antisessista Interventi, azioni performanti, musica Lunedì 8 marzo Né dio, né stato, né patriarcato giornata di lotta in giro per la città Contatti:
Wild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese corso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem
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