#Marco Bentivogli
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ALESSANDRIA. P. D.-"PER UN NUOVO PIANO LABURISTA", MA MANCANO LAVORO, GIOVANI E DIRITTI.
ALESSANDRIA. P. D.-“PER UN NUOVO PIANO LABURISTA”, MA MANCANO LAVORO, GIOVANI E DIRITTI.
Un momento di riflessione nella sala della ex Taglieria del Pelo ad Alessandria con Marco Bentivogli e Enrico Morando per discutere del futuro del Pd, che dopo la sconfitta elettorale e le dimissioni del segreatario in carica Enrico Letta, si avvia verso il congresso. L’apertutra dell’incontro affidata al segretario cittadino Rapisardo Antinucci seguito dagli interventi di Marco Bentivogli, Rita…
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anchesetuttinoino · 6 months ago
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Tutta la storia sembra sgorgare direttamente dalla penna di Tom Wolfe, il giornalista e scrittore americano inventore dell'espressione «Radical chic». I luoghi comuni sono più concreti che mai, nel condominio (occupato) di Alleanza Verdi e Sinistra. C'è il papà ingegnere di idee piuttosto liberali. Non può mancare la figlia scapestrata e di estrema sinistra. Poi abbiamo il politico equo e solidale con la casa al mare, ma senza frigo, per non consumare. E che dire del suo alleato. Parlamentare da più di 100mila euro di reddito e due case in Umbria. Lo stesso che dice che occupare le case degli altri non dovrebbe essere un reato.
Fin troppo facile smascherare il cortocircuito. Gli interpreti di questa sit-com rossoverde sono Roberto Salis e la figlia Ilaria. Con loro la coppia d'attacco più glam della nuova sinistra-sinistra: Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. I due, presi dalla foga di difendere a tutti i costi la loro beniamina, si sono lanciati in un elogio degli occupanti abusivi. Ilaria Salis è accusata di occupazione abusiva e deve 90mila euro all'Aler, l'Ente che gestisce le case popolari in Lombardia. Fratoianni fa da scudo umano alla neo eurodeputata: «Mi ritrovo nelle battaglie per il diritto alla casa, anche nelle occupazioni». Segue il socio Bonelli, secondo cui «in questo paese il tema del diritto alla casa è un tema che è stato trascurato da tutti i governi». Nella saga rossoverde spunta il padre della Salis, che due anni fa vergava questo tweet in risposta al senatore renziano Ivan Scalfarotto: «Quando vedete una proprietà privata siete spinti da un irrefrenabile desiderio di invaderla! Sempre della serie quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio!» Adesso è il primo testimonial della figlia europarlamentare.
Il solito copione da «Radical chic». Ed ecco la recente intervista rilasciata da Bonelli all'edizione romana di La Repubblica. Una beffa. Una settimana fa il leader dei Verdi apre le porte della sua dimora con «affaccio sul mare» al quotidiano del gruppo Gedi. Siamo a Ostia, in una palazzina del 1908. La vera chicca è il frigo fantasma. L'elettrodomestico c'è. Ma è staccato. «Compro del pesce e lo preparo subito. Il freezer non lo uso mai. Per il risparmio energetico ho collocato dei riduttori di volume e di flusso», racconta il politico ecologista, angosciato dall'emergenza abitativa. L'oscura intervista, relegata nelle pagine locali, brilla sul web. «Urge indirizzo per occupargli casa», ironizza su X il giornalista Pierluigi Battista.
Fioccano le prese in giro. Eccone una: «Casomai vi venisse voglia di occupare la casa di Bonelli venite già mangiati». Troppo facile sfottere Fratoianni. Più di 100mila euro di reddito e consorte collega in Parlamento. Proprietario di un fabbricato a Foligno, con un altro in comproprietà. Al netto dell'ironia, bisogna segnalare il duro commento di Marco Bentivogli, ex leader dei metalmeccanici Cisl. «Quando i figli dei ricchi dicono che è lecito occupare le case degli operai non c'entra nulla né la sinistra, né il comunismo», scrive Bentivogli.
Che infierisce: «È solo uno dei giochini con cui chi ha tutto disprezza chi fatica dalla mattina alla sera e si è guadagnato tutto ciò che ha col lavoro». Infine smaschera i finti Robin Hood delle occupazioni: «Le occupazioni avvengono solo nei quartieri dove abita la classe lavoratrice». Tutto così scontato. Radical chic, senza fantasia.
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lamilanomagazine · 11 months ago
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Milano, Palazzo Marino, gli appuntamenti della seconda giornata del forum del welfare
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Milano, Palazzo Marino, gli appuntamenti della seconda giornata del forum del welfare Domani, venerdì 26 gennaio, torna per la seconda giornata il Forum del Welfare a Base Milano, in via Bergognone 34. La discussione si aprirà alle 9:30 con un panel di approfondimento dedicato alla disabilità. Interverranno la vicesindaco Anna Scavuzzo, il delegato del sindaco per le Politiche sull'accessibilità Giuseppe Arconzo, il presidente del Comitato parenti FSF Paolo Caimi, il fondatore di Casa della Carità don Virginio Colmegna, la rappresentante del Tavolo permanente disabilità Elena Dottore, la presidente della Consulta per le persone con disabilità del Comune Haydée Longo, la direttrice generale della Direzione Famiglia, Solidarietà, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia Claudia Moneta, il rappresentante di LEDHA Milano Marco Rasconi, la presidente del Coordinamento familiari dei CDD Maria Spallino e il presidente di ANFFAS Milano Umberto Zandrini. Alle 11:30 il secondo panel della giornata si concentrerà sul lavoro sociale che troppo spesso diventa lavoro povero e eccessivamente gravoso per gli uomini e le donne che se ne occupano tutti i giorni, influendo negativamente sulla capacità del sistema di welfare di costruire risposte. Sul tema si confronteranno il direttore di Vita Stefano Arduini, il co-fondatore di Base Italia Marco Bentivogli, il presidente di Confcooperative Federsolidarietà Stefano Granata, la direttrice del Dipartimento di Scienze per la formazione dell'Università Bicocca Cristina Palmieri, la portavoce del Forum del Terzo settore di Milano Rossella Sacco, il segretario della Camera del Lavoro metropolitana Luca Stanzione, la presidente di Legacoopsociali Eleonora Vanni e la presidente del Consiglio Regionale degli assistenti sociali Manuela Zaltieri. Alle ore 14, il terzo panel avrà come focus il disagio adolescenziale e il malessere psicologico di ragazze e ragazzi che, spesso, si riflettono anche sulla coesione sociale nei quartieri. Introduce il sociologo e co-fondatore di Codici Stefano Laffi e intervengono il direttore dell'UONPIA dell'ASST Santi Paolo e Carlo Alessandro Albizzati, la dirigente scolastica dell'IIS Galilei Luxemburg Annamaria Borando, la prorettrice dell'Università Statale di Milano Marina Brambilla, la coordinatrice pedagogica di Comunità Progetto Cristina De Michele, il delegato del Sindaco per la sicurezza e la coesione sociale Franco Gabrielli, la referente dell'area dipendenze del CNCA regionale Rita Gallizzi, il presidente della Commissione Economia civile del Comune di Milano Valerio Pedroni, il fondatore di Comunità Nuova don Gino Rigoldi, il presidente de La Strada Gibo Sbaraini. Alle ore 16, per l'ultimo panel, si parlerà di "Disuguaglianze: come rendere Milano più giusta?", superando la frammentazione del welfare territoriale, consolidando reti sociali, costruendo misure locali di contrasto alla povertà e alla marginalità che siano adeguatamente accompagnate da misure nazionali altrettanto importanti. Introduce il portavoce di Oxfam Italia Francesco Petrelli e intervengono l'assessore alla Casa Pierfrancesco Maran, la referente del Programma QuBì di Fondazione Cariplo Laura Anzideo, la presidente di Spazio aperto servizi Maria Grazia Campese, l'epidemiologo Giuseppe Costa, la delegata del sindaco per le Pari opportunità Elena Lattuada, la responsabile dell'Unità Diritti e grave emarginazione del Comune di Milano Miriam Pasqui, il responsabile dell'area Grave emarginazione di Caritas Ambrosiana Alessandro Pezzoni e la direttrice dei servizi di Progetto Arca Tina Regazzo. Previsto, infine, alle 18, un momento di dialogo che ha l'obiettivo di allargare la partecipazione anche alle persone non addette ai lavori. L'incontro "Lo sport specchio della contemporaneità. La retorica dei valori e il difficile dialogo tra competizione e inclusione" vedrà il confronto tra gli assessori Martina Riva (Sport) e Lamberto Bertolé (Welfare e Salute) e l'ex pallavolista e giornalista Andrea Zorzi. Per consultare il programma e registrare la propria partecipazione è possibile visitare il sito... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 2 years ago
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14 feb 2023 12:30
“L’ASTENSIONE? LA GENTE SI È STUFATA DEL ‘MENO PEGGIO’. STAVOLTA, ANCHE IL ‘CETO MEDIO RIFLESSIVO’ HA DISERTATO LE URNE” - IL SINDACALISTA MARCO BENTIVOGLI CONTRO L’ESTABLISHMENT DEL PD: “L’ARROGANZA DELLE NOMENCLATURE DEI PARTITI PERDENTI È AL MASSIMO STORICO. ANCORA CREDONO CHE UNO SLOGAN A SANREMO, IL PROGRESSISMO CHIC DEGLI INFLUENCER O I TALK SERALI, POSSANO SOSTITUIRE LE CAPACITÀ DI RAPPRESENTANZA DI UN PARTITO VERAMENTE POPOLARE. LE CAMPAGNE ELETTORALI SONO ACCOLTE DAL DISINTERESSE, DAL “TANTO NON CAMBIA NULLA”. IL CANDIDATO È SOLO E I PARTITI NON ESISTONO QUASI PIÙ”
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Estratto dell’articolo di Marco Bentivogli per “la Repubblica”
[…] stavolta il divorzio con la politica e ancora di più con il centrosinistra (terzo polo incluso) è profondo. Crollo della partecipazione e antipolitica sono due colpi durissimi alla democrazia. Proprio “la gente” si è stufata del “meno peggio” e piuttosto si butta sul nazional populista. Stavolta, anche il cosiddetto “ceto medio riflessivo” si è stufato e ha disertato le urne. Eppure l’arroganza delle nomenclature dei partiti perdenti è al massimo storico.
Ancora credono che uno slogan a Sanremo, il progressismo chic degli influencer o i talk serali, possano sostituire le capacità di rappresentanza di un partito veramente popolare. Rispetto alle regionali precedenti (senza concomitanza con le politiche e su due giorni) vota il 30% di elettori in meno. Non solo, crollano iscrizioni, i comizi finali sono sempre più eventi piccoli, spesso solo online.
Lo stesso per congressi e primarie. Tutti a lamentarsi della qualità dei candidati, ma la malattia è più profonda. […] La partecipazione è crollata in ogni ambito: sociale, sindacale, associativo, politico. Per i gruppi dirigenti non sembra un grosso problema. Tra “pochi”, la pratica della cooptazione funziona anche meglio. Il guaio è che quando ci si auto-coopta si finisce con il non leggere più la realtà.
[…] Il nostro stato sociale sta crollando, crescono le persone abbandonate e chi rinuncia a curarsi. Ma è arretrato, da molti anni, per molti italiani. […] non è un caso che, più in generale, le campagne elettorali siano accolte dal disinteresse, dal “tanto non cambia nulla”. Il candidato è altrettanto “solo”, i partiti non esistono quasi più. È, tuttavia, un bel segnale che i partiti più strutturati nel territorio reggano meglio. Ma anche lì l’insofferenza è notevole. C’è da sperare che almeno stavolta, dopo le sconfitte più cocenti o elezioni senza la metà degli aventi diritto, ci sia il coraggio di fare sul serio. Non come è accaduto prima e dopo il 25 settembre. E non usate la carta “giovani” mettendo in pista dei “giovani bonsai” di loro stessi. Con la stessa mimica, la stessa furbizia e cinismo per imparare a galleggiare. […]
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toscanoirriverente · 5 years ago
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crossroad1960 · 2 years ago
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corallorosso · 3 years ago
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Oggi 7° anniversario del genocidio Yazidi. Un genocidio dimenticato. Migliaia di bambini e bambine rapiti, violentati, torturati, costretti a combattere in guerra, in nome dell'Islam e poi, anche quando liberati, abbandonati a loro stessi. Bisogna ringraziare l'America imperialista, che non ha voluto un processo di pace, iniziando una guerra che ancora oggi sembra infinita. 📷 IBL/REX Una bambina yazida in un campo profughi del Kurdistan iracheno. Marco Bentivogli
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lavocemetropolitana · 6 years ago
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Pensioni e lavoro, sindacati e populisti. Parla Bentivogli
Pensioni e lavoro, sindacati e populisti. Parla Bentivogli
Marco Bentivogli intervistato da Salvatore Merlo da ilfoglio.it
Marco Bentivogli, segretario generale della Federazione Italiana Metalmeccanici (Fim Cisl) è stato ospite alla Festa del Foglio a Firenze, intervistato da Salvatore Merlo.
Perché i sindacati parlano solo di pensioni e poco di lavoro? Sembra la stessa logica che è stata poi adottata anche da Lega e M5s.
“Non è mai utile generalizzare,…
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francescoocchetta · 7 years ago
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Le nuove vie del lavoro #illavorochevogliamo
Alla Civiltà Cattolica il 30 settembre è stato organizzato una conferenza LE NUOVE VIE DEL LAVORO in vista della Settimana Sociale. Hanno partecipato Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università Tor Vergata e membro del comitato scientifico della settimana sociale; Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl; Gianluca Comin, imprenditore, fondatore di Comin&Partners,…
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effemerideitalia · 8 years ago
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Sud Corea, Bentivogli (Fim-Cisl): “Ma non salviamo le multinazionali”
Sud Corea, Bentivogli (Fim-Cisl): “Ma non salviamo le multinazionali”
ROMA – “Il rapporto tra la Presidente Park Geun-hye e le grandi multinazionali sudcoreane, tra cui Samsung e Hyundai, era fondato su un meccanismo di ‘dare e avere’ reciproco”. Marco Bentivogli, Segretario generale di Fim-Cisl, all’agenzia Dire approfondisce alcuni punti sulla vicenda della destituzione del capo di Stato Sud Coreano. Alcuni quotidiani nazionali e internazionali, nel raccontare la…
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abr · 6 years ago
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Agghiacciante la prima pagina de "Il Manifesto" di domenica su Sergio Marchionne. Sono certo che i fondatori e direttori storici del quotidiano comunista, Luigi Pintor e Valentino Parlato, non avrebbero consentito che il giornale mancasse di rispetto a una PERSONA ricoverata (...) in terapia intensiva. Sui social, molti militanti e dirigenti della sinistra hanno condannato la prima pagina del quotidiano comunista. E si sono dissociati dal trattamento sprezzante, disumano, riservato a un avversario in fin di vita. Marco Bentivogli, segretario generale dei metalmeccanici della CISL, ha ricordato le sfide, insieme a Marchionne, all' "Italietta della rendita e dei ricatti". E all'estremismo de "Il Manifesto" ha replicato : "A parte che, con le fabbriche chiuse, si tolgono TUTTI i diritti, potete elencare quali diritti siano stati tolti da Marchionne ai lavoratori ?". (...)
P.Mancini via http://www.affaritaliani.it/mediatech/marchionne-italia-del-rancore-la-pessima-uscita-de-il-manifesto-552097.html
L’Italietta sindacale delle rendite garantite e dei ricattini affronta la sua propria DISUMANITA’. Altro che “italiani brava gente”, hanno il livore  che scorre al posto del sangue. 
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rideretremando · 3 years ago
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Marco Bentivogli
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giancarlonicoli · 4 years ago
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3 feb 2021 12:05 1. E’ LA BANCAROTTA DELL’INCOMPENZA AL POTERE (IL CONTE CASALINO), È IL DEFAULT DI PARTITI (PD E M5S) E LEADER ALLO SBANDO (ZINGARETTI, BETTINI, DI MAIO, D’ALEMA, BERSANI) 2. E’ LA FINE ANCHE DI UN CIRCO. QUELLO MEDIATICO CHE RUOTA INTORNO AL ‘’FATTO’’, VALE A DIRE INTORNO A MARCO TRAVAGLIO. OSSIA TUTTI I TALK CHE PENDONO DAI SUOI GHIGNI /SMORFIE 3. POVERA ANCHE LILLI GRUBER, A LUTTO IERI SERA. RIENTRA IN STUDIO DOPO AVER MANDATO IN DIRETTA MATTARELLA E SINTETIZZA: “ALLORA, NUOVE ELEZIONI O UN GOVERNO TECNICO”. SÌ, BUONANOTTE. IL CAPO DELLO STATO AVEVA APPENA SCOLPITO: ELEZIONI NEL 2030, FORSE... 4. L’ALTRO SCONFITTO È URBANETTO CAIRO CHE LA SCORSA SETTIMANA, CON GRANDE SCELTA DI TEMPO, HA SCOMMESSO SUL CONTE TER, METTENDO LA7 E "CORRIERE" A DISPOSIZIONE...
DAGOREPORT
E’ la bancarotta di una classe dirigente, è il default di partiti e leader allo sbando. Come Tangentopoli, ma senza tangenti (aggravante dunque). E come nel ’93 deve intervenire un banchiere a salvare l’Italia: stavolta Mario Draghi al posto di Carlo Azeglio Ciampi.
I numeri, dicono. Ballerini. Chissà se SuperMario ha i numeri in Parlamento. Lo vedremo. Ma qualche numeretto, minaccioso e incazzato, lo ha fornito ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per evitare che il suo fosse solo un appello alla Nazione caduto dall’alto: 4 mesi per formare il governo nel 2013 (120 giorni), 5 mesi nel 2018 (180 giorni). In mezzo alla pandemia!!! E alla campagna vaccinale!!! E al varo del Recovery Plan!! E alla crisi economica che esplode!! Lo schiaffo finale ai grandi sconfitti della ex maggioranza, quelli del Conte ter (già finito sabato scorso) o elezioni subito. Un modo per dire: capisco che siete poco svegli ma almeno a 2 + 2 ci arrivate?
Eccola la compagnia dei #votosubitisti come li chiama Giuliano Ferrara, dei grandi feriti di guerra in questa Caporetto giallorosa: il premier col ciuffo Giuseppi; Ta-Rocco Casalino, le sue veline e i suoi vocali (amo’, tesoro et similia) che non hanno mai aiutato il suo capo a darsi un profilo più alto;
Nicola Zingaretti, il segretario che confonde sempre il dito con la luna (“un doroteo senza la Dc”, lo definisce sprezzante Lorenzo Guerini, cioè uno del Pd); lo stratega Goffredo Bettini che conosce solo lo schema del consociativismo romano sinistra-Gianni Letta-Caltagirone, che è troppo in generale, troppo poco durante una crisi mondiale.
E che non fosse la persona più indicata a dettare la linea si capì quando qualche mese fa, con il lockdown e il bollettino di guerra, fu l’unico politico sul pianeta cui venne in mente di creare una corrente (un paio di ministri ci cascarono pure). Iniziativa veramente fuori dal mondo.
Infine, ci sono Massimo D’Alema (ma a lui qualche operazioncina è riuscita), Pier Luigi Bersani (che invece non ne ha mai fatta una col buco), insomma la pattuglia degli odiatori di Renzi in calo di lucidità.
E’ la fine anche di un circo. Quello mediatico che ruota intorno al ‘’Fatto Quotidiano’’, vale a dire intorno a Marco Travaglio. Ossia tutti i talk che pendono dalle sue labbra, quasi più di Conte.
Travaglio non ha risparmiato nessuno, a cominciare da questo disgraziato sito, accusando l’universo di spacciare fake news (nel più buonista dei casi). Al contrario: le bufale erano le sue, i consigli sballati al Principe pure, l’assoluta mancanza di senso della realtà anche. Una lezione di non giornalismo in purezza. Altro che Dagospia.
L’altro sconfitto è Urbanetto Cairo, l’editore intempestivo, che ad aprile 2020 gasava i venditori di spot dicendo che in Italia andava tutto benissimo (mentre morivano 1000 persone al giorno) e che la scorsa settimana, con grande scelta di tempo, ha scommesso sul Conte ter, mettendo La7 e Corriere della Sera a disposizione. Poi uno dice perché non sarà mai l’erede di Berlusconi.
Povera anche Lilli Gruber, a lutto ieri sera. Rientra in studio dopo aver mandato in diretta il discorso di Mattarella e sintetizza: “Allora, nuove elezioni o un governo tecnico”. Sì, buonanotte. Il capo dello Stato aveva appena scolpito: elezioni nel 2030, forse.
Il gruppone dei pugili suonati è nutritissimo. Non abbiamo parlato dei grillonzi: il M5s, Di Maio, Dibba, Crimi e tutto il cucuzzaro, rischiano l’esplosione e meriterebbero un discorso a parte.
I vincitori sono meno interessanti: Renzi, Berlusconi (e il sottovalutato Tajani, preso di mira da Bettini, altra mossa geniale), Giorgetti, mezzo Pd. Hanno buttato giù il bersaglio grosso: Conte. Ma anche loro, da oggi, si muoveranno in terra incognita. Non è che Draghi si mette lì al telefono a parlare con Matteuccio dei guai di Briatore o di dove piazzare certi amichetti.
A proposito: avviso agli aspiranti ministri maschi (tipo Marco Bentivogli, che via Calenda e Montezemolo, sta puntando lo Sviluppo economico). Il governo di SuperMario, se nasce, sarà quasi tutto al femminile. L’ex capo della Bce ha un debole (solo professionale s’intende) per le donne. Sentimento ampiamente ricambiato dalle collaboratrici che hanno lavorato con lui.  
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ultimenotiziepuglia · 4 years ago
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campaniareturns · 5 years ago
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Sere d’Estate: è leggera Politica!
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                                                 di Silvia Davite 
In una sera di fine estate del 2017 la compagnia era piacevole: il lodigiano è una terra piuttosto elegante in qualsiasi anfratto tu giunga, sia navigando sulle acque, camminando per la via francigena o studiando nelle ariose biblioteche, come visitando i diversi luoghi di culto, leggendo la storia maliziosa delle opere d’arte esposte o ammirando le ville d’epoca.
 Anche le trattorie, i circoli, i centri culturali e gli stessi eventi a partire dal Festival della Fotografia Etica sono curati in ogni aspetto tanto da aver mosso la platea di Assolombarda a condizionare l’elezione di Bonomi alla carica della prestigiosa organizzazione imprenditoriale milanese, dietro il compimento di un processo di cui Confcommercio è l’apripista: il comprensorio Milano Lodi Monza Brianza.
Per chi non è avvezzo alla storia della cultura politica lodigiana, per chi non conosce il ruolo guida di Carlo Sangalli, per chi non apprezza lo sviluppo di un sito come la Triennale di Milano che seppe in tempi non sospetti connettersi alla scuola sperimentale dell’Istituto d’Arte di Monza e Brianza, oltre che, più recentemente, al Parco Tecnologico padano, una precisa visione urbanistico e di sviluppo del comprensorio è un semplice cambio di nome.
Eppure Carlo Bonomi riceve la piena sintonia della platea di Assolombarda proprio su questo tema, mentre sono evidenti le perplessità delle grandi imprese nell’attacco che all’epoca l’imprenditore svolge alla Francia: non solo perché nessuno ravvede il motivo di merito strategico che giustifichi un simile passaggio nell’intervento di nomina di Bonomi, pure perché le imprese francesi sono un partner fondamentale per quelle italiane… soprattutto, ci viene da dire, la diplomazia francese in Italia è molto attenta a tutti i livelli creando le condizioni “di sistema” qualsiasi siano gli orientamenti politici di Italia e Francia. Quella francese in Italia è un’abile diplomazia economica mossa da una sensibilità ‘letteraria’…
Per Assolombarda come Confindustria  “il fare squadra” è il primo mandato perché crea le condizioni per un’economia prospera: le simpatie politiche non sono state il motore della storia politica dell’organizzazione di rappresentanza imprenditoriale che ha sempre espresso, con Vincenzo Boccia Marcella Panucci più che in passato, una propria visione praticata, prima di essere rivendicata.
La lealtà al Presidente della Repubblica è l’altro cardine confindustriale.
Non sarà un caso se gli “azionisti” di maggioranza sulle policy, non sulle appartenenze del governo Conte 1, furono proprio la Confindustria di Boccia unitamente al Sindaco di Milano: Cortina arriva grazie alla capacità glocal di Giorgetti, Boccia e va detto del Sindaco Giuseppe Sala che vince la sua battaglia, col coraggio di chi crede e va fino in fondo.
Bene ha fatto dunque Carlo Calenda a ricordare al Presidente Bonomi (e alla sua comunicazione) “Confindustria dovrebbe porsi il tema della patrimonializzazione delle imprese”.
Per la serie la gente è matura caro amico Bonomi: le imprese al nord hanno preteso di lasciare aperto oltre il dovuto, in molti casi non hanno anticipato la cassa integrazione come avrebbero potuto fare, per la verità non si è nemmeno chiesto ad ABI e alle sigle sindacali di Torino di proporre ai tavoli delle Prefetture un censimento sulle difficoltà di liquidità e patrimoniali delle imprese legate all’anticipo della cassa integrazione di modo da trovare la procedura più fluida per fare squadra appunto: perché la sussidiarietà può essere a costo zero, se l’organizzazione per l’individuazione di un problema, il confronto e la sua soluzione è ben strutturata.
Zaia e De Luca si accordano col governo perché hanno praticato prima di rivendicare: torniamo ad insistere su questo punto, la sussidiarietà non è assistenzialismo che pure è importante perché come detto da Giorgetti nell’incontro con la lega campana durante il lockdown “l’assistenza a chi è in difficoltà e la prima cosa insieme all’essersi garantiti livelli efficaci di sicurezza”; la sussidiarietà è la capacita di liberare l’intraprendenza, l’intelligenza e l’orizzontalità in supporto dello Stato, non contro lo Stato nè prima dello Stato. Insieme
Per questo Expo ha avuto successo, per questo abbiamo ottenuto Cortina, per questo Milano silenziosamente sta andando avanti anche se ancora non appare come dovrebbe.
Per questo ci permettiamo di dire con l’assenso ricevuto a suo tempo dagli Onorevoli Lupi e Guerini, l’accordo degli anni 90 sulle defiscalizzazioni per famiglie e studenti liberi di scegliere dove formarsi in un quadro di programmi condivisi a livello nazionale, sono, insieme all’autonomia didattica delle scuole, cioè la capacità di sperimentare, l’accordo trasversale migliore che la Lombardia ha saputo portare a Roma sino ad oggi. Il punto di partenza per rilanciare la formazione nel suo complesso, le 150 ore, i percorsi per coloro che sono in reddito di cittadinanza come, in ferma prova, o in reddito di asilo politico europeo secondo quella proposta che sempre Vincenzo Boccia e il Procuratore Greco portarono nel 2018 a Deloitte e che il Sindaco Sala fece propria durante un convegno ISPI: il fondo europeo per la formazione permanente di tutti coloro che sono fuori dalle agenzie formative tradizionali, alimentato con donazioni costanti delle grandi imprese multi tecnologiche nell’ottica di favorire economia circolare, non certo aumento delle tasse.
In questo contesto hanno senso le dimissioni di Bentivogli dalla FIM? Sì se i sindacati tutti hanno la lungimiranza di affiancare il leader metalmeccanico alla CES di Luca Vinsentini. Marco è forse un tantino irruente nella gestione delle dinamiche locali, ma sia chiaro nella sua generosità è stato lasciato troppe volte solo dal sistema cultural economico napoletano come nazionale: diversamente forse gli accordi potevano risultare più leggeri, accontentando tutti. La stessa leggerezza deve averla subita il Ministro dello Sviluppo Di Maio, il cui impegno troppe poche volte è stato valorizzato e al quale spesso vengono attribuite responsabilità improprie.
Ancora la leggerezza del Premier Conte nella gestione delle trattive con l’Europa pare non interessare la politica, tuttavia noi condividiamo gli orientamenti espressi dall’Ambasciatore Pietro Benassi.
Potevano essere più “leggeri” come direbbe Calvino, Tajani e il Ministro Amendola? A nostro avviso sì: non c’è motivo di litigare con l’Austria se analiziamo gli effetti della loro azione di diplomazia economica, anzi c’è da valorizzarli per quel che oggi possiamo apprendere da loro!
Non c’è motivo di essere più realisti del re se al Parlamento europeo i Verdi propongono un emendamento che a sua volta può essere discusso, cambiato verificando in ogni sede parlamentare se si è in grado di ottenere un avanzamento ulteriore verso gli eurobond: Tajani non occorre mettersi medagliette per dimostrare la lealtà innata che possiedi per l’Italia nella discussione europea frutto di accordo col Premier, non siamo forze di difesa e sicurezza alle quali giustamente bisogna garantire i gradi non usurati, perché siano in bella mostra come si conviene.
Vale anche per la discussione sull’abbattimento IVA: l’Antitrust ha disposto un’indagine sull’aumento dei prezzi a fronte delle minori entrate economiche come dei sussidi pubblici e delle possibilità concesse dai decreti sull’emergenza sanitaria e dalle discussioni sui codici Ateco.
Bisogna che ci intendiamo su come riequilibrare la dinamica dei prezzi: non possiamo sempre scaricare sulla BCE!
E il Commissario Borrell ? Non è facile il suo ruolo… Una cosa che non sappiamo è se la Commissione UE abbia un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per armonizzare il lavoro ottimo della taskforce voluta dalla Presidente, ah perfetto il nostro Colao!, con quello dei singoli commissari a partire da Gentiloni e Borrell.
Poi noi non pensiamo che si possa fare a meno di Malta, per esempio.
Non ci sono scorciatoie, bisogna trovare un accordo con tutti.
Certo, ci si dirà, e se qualcuno l’accordo non lo vuole? Al momento non lo sappiamo, risponderemmo, ci sono strade non percorse.
 “Onorevole posso fare un selfie con lei?” mentre sorseggiamo acqua seduti in cerchio in una sera di fine estate lodigiana. Guerini sorride, ironizza, scherza e poi acconsente.
Noi ci permettiamo di dire appena “più lontano il telefono, la foto viene meglio”, accade, siamo tutti felici. L’ultima parola all’attuale Ministro: “è un mio elettore di Fratelli d’Italia, non ditelo in giro, però, se no dicono che sono di destra” scherza Lorenzo.
In realtà per chi conosce la storia del suo successo quando viene candidato Sindaco a Lodi, l’affermazione del leader lodigiano è un insegnamento: il consenso maggioritario si guadagna con fatica unita al divertimento.
La politica consente tutto questo, se ti approcci con animo sincero!
Quale insegnamento affettuoso per il Dem Gori? L’identità di un partito si costruisce giorno per giorno agendo le responsabilità come le deleghe che il Segretario Zingaretti ha attribuito: quella Presidenza del forum enti locali, per esempio. In quella sede molto si può fare concretamente senza levate di scudi che non servono perché non ha senso il cambio di leadership a scissioni non ricomposte.
Tuttavia il Premier Conte ha bisogno di un PD meglio organizzato, che oggi è l’anello debole della catena: le linee in fatto di organizzazione che il Segretario propose da candidato, oggi non si vedono… ha poco senso dunque porre in essere critiche sulla comunicazione istituzionale che cerca dentro il perimetro che il ruolo impone di far comprendere la bontà delle misure fin qui adottate, le opportunità che esse creano se si fa squadra, gli ulteriori benefici che possono nascere proprio da una convergenza con gli enti locali in alleanza con le imprese.
Ci pare molto buono il lavoro di De Caro come Matteo Ricci per esempio: il Presidente del Forum Gori ha materia per fare.
“Siete sicuri di candidare Gori e Micari, a me sembra troppo presto per un profilo come il loro… “ dice una voce fuori campo che il Ministro Guerini ha sempre ricordato pubblicamente essere instancabile oltre che saggia “piuttosto concentriamoci sul portare l’Ente europeo per i brevetti a Lodi, ne beneficerà Milano come Piacenza… ne ho parlato con il Presidente Bonomi, condivide!”
Sono sere d’estate, profumate, semplici, innamorate anche quelle appena iniziate
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corallorosso · 5 years ago
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Salvini parla tanto di poltrone ma lui è ancora lì, attaccato alla sua Di Giulio Cavalli C’è una cosa che sfugge in questo rumore di fondo urlato da Salvini che continua a fare gne gne per avere perso l’opportunità di rimanere al governo (e ha fatto tutto da solo, un genio): ogni volta che il leader leghista parla di poltrone non fa altro che rendere ancora più ostico il suo curriculum di uomo che vive di politica dal lontano 1993, qualcosa come 26 anni, da quando cominciò da consigliere comunale a Milano per avviarsi a un carriera nelle istituzioni che, di fatto, non l’ha mai visto lavorare in vita sua, se non come politico pagato con soldi pubblici. Non è un caso che il giornalista Davide Vecchi lo scrisse su Il Fatto Quotidiano e venne assolto dopo essere stato querelato: Salvini non ha mai lavorato in vita sua, lo dice anche il tribunale. Sempre a proposito di attaccamento alla poltrona, stupisce anche che il leader leghista si sia presto dimenticato le sue mirabolanti imprese in termini di assenteismo: da ministro ha saltato l’85 per cento dei vertici europei per impegni molto gravosi, come quando lo scorso 6 giugno, mentre in Europa di discuteva di sicurezza e immigrazione (temi su cui Salvini ha costruito la propria fortuna), il quasi ex ministro dell’interno ha preferito dedicarsi a un comizio elettorale a Paderno Dugnano e poi a un’ospitata nel salotto televisivo di Pomeriggio 5 con Barbara D’Urso. Ha saltato sei incontri internazionali su sette preferendo dedicarsi alle sue dirette Facebook in cui se la prendeva proprio con l’Europa. Sempre da ministro vale la pena ricordare che, prima della crisi che lui stesso ha innescato mentre stava in spiaggia, si è visto al lavoro negli uffici del Viminale per una giornata intera solo 17 volte in tutto il 2019: si potrebbe dire che sia un fulgido esempio di furbetto del cartellino. Tra i dipendenti del ministero girava una battuta che non lo era: “Incontrare il ministro? Si fa prima con VinciSalvini, sperando che sia lui a richiamare…”, dicevano. Le sue assenze al Parlamento Europeo ormai sono un caposaldo della letteratura: quando il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, lo definì “il più grande assenteista di Bruxelles”, venne querelato e assolto. Nella Commissione sul commercio internazionale di cui faceva parte da eurodeputato, Salvini ha partecipato al 18 per cento delle sedute. E da ministro? Da ministro non si è ancora dimesso. Strepita, urla, ma rimane lì fino all’ultimo secondo. Questo per chiarire di cosa stiamo parlando quando si sente dire di poltrone.
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