#sprar
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scopophilic1997 · 1 year ago
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scopOphilic_micromessaging_829 - scopOphilic1997 presents a new micro-messaging series: small, subtle, and often unintentional messages we send and receive verbally and non-verbally.
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jossujb · 7 months ago
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Karate woes:
I've been training kumite with thing young dude for a while. It's been extremely developmental for me - the hard truth is tho that regarless of my gender in my head, my physical attributes makes it so I can't really give any challenge to him.
It would be a different thing if I was very skilled in tecnique, but I am not. I am below average when it comes the green belts. I cannot compensate with skill, so in a free sparring I just get hit very hard, and it's somewhat dangerous to me, and extremely boring for him.
I don't really want him to quit, cos then I don't anyone to train with and it's essential for my developmet. But he wabt more, a d free sprarring with looser rules that WKF allows.
And you know, it is somewhat demotivating to be green belt and more practices, and still worse than a dude who barely bothered with getting a yellow belt. But the facts are facts.
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ninocom5786 · 1 year ago
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A Napoli e Torino gli infami in divisa con casco manganellano a sangue chi protesta contro il genocidio in atto di Israele a Gaza quando la RAI giustifica tale atto come 'autodifesa' con tanto di fake news sui fatti del 7 ottobre; a Scordia, in provincia di Catania, paese dove io vivo, un gruppo di ratti prende di mira uno Sprar e aggredisce alcuni ospiti quando le FF.OO. sono altrove.
Più che Polizia di Stato, è Stato di Polizia. Sono pur sempre degli infami.
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giancarlonicoli · 2 years ago
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18 set 2023 10:34
“SI STA SGRETOLANDO IL MITO CHE GIORGIA MELONI E’ ‘BRAVISSIMA’” - IL DIRETTORE DI “DOMANI”, EMILIANO FITTIPALDI, FRIGGE LA DUCETTA: “HA SBAGLIATO TUTTO QUELLO CHE POTEVA SBAGLIARE. LO SBANDIERATO ‘PIANO MATTEI’ È UNO SLOGAN-TRUFFA. GLI ACCORDI CON LA TUNISIA SONO CARTA STRACCIA. HA LITIGATO CON FRANCIA E GERMANIA, HA IPOTIZZATO RIMPATRI NON FATTIBILI. SUL PNRR LA DECISIONE DI ACCENTRARE IL DOSSIER A PALAZZO CHIGI NON HA DATO I FRUTTI SPERATI - LE PROMESSE SULLE PENSIONI SONO RIMASTE INEVASE E LA TASSA SULL'EXTRAGETTITO DELLE BANCHE E’ STATA BOCCIATA - LA PREMIER È PREDA, DAVANTI ALLE CRITICHE, DI UN VITTIMISMO SISTEMATICO NON CONSONO A CHI DEVE GUIDARE IL PAESE” -
Estratto dell’articolo di Emiliano Fittipaldi per “Domani”
C'è un mantra che dallo scorso 25 settembre ripetono i media simpatizzanti e le classi dirigenti salite sul carro del vincitore […]: Giorgia Meloni sarà anche di estrema destra, sarà circondata da balilla impresentabili e incapaci assortiti, ma lei, Giorgia, è «davvero brava. La più brava di tutti». […] dopo quasi un anno di governo l'assioma si sta sgretolando. […] Lo sbandierato “Piano Mattei” per aiutare i migranti a casa loro è uno slogan-truffa dietro il quale non c'è né contenuto né strategia, mentre gli accordi con il dittatore tunisino Kaïs Saïed valgono – come dimostra il boom degli sbarchi – quanto carta straccia.
Meloni ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare: prima ha litigato con Francia e Germania, i grandi d'Europa senza il cui appoggio è irrealistico pensare di cambiare il regolamento di Dublino; poi ha ipotizzato rimpatri non fattibili, blocchi navali chimerici e, soprattutto, ha copiato Salvini puntando tutto sulla propaganda securitaria.
Senza rimettere in piedi l’unico piano che – in attesa di riforme delle norme Ue – può funzionare per gestire i flussi eccezionali: cioè il sistema degli ex Sprar per un’accoglienza diffusa e a basso impatto sul territorio.
[…] Sul Pnrr la decisione del capo del governo di accentrare il dossier a Palazzo Chigi nelle mani del fedelissimo Raffaele Fitto non ha dato i frutti sperati, e ora i tagli ai progetti rischiano di buttare alle ortiche un'opportunità storica. Il fiasco non sarà da addebitare solo all'esecutivo […] ma è un fatto che la premier non abbia mai voluto metter mano alla riforma della burocrazia locale e centrale, primo inceppo alla messa a terra del NextGenerationEu. Ha preferito concentrarsi su premierato e autonomia, due riforme che difficilmente vedranno mai la luce in questa legislatura.
Le promesse sulla detassazione a tappeto o sulle pensioni sono rimaste inevase, mentre la cancellazione del reddito di cittadinanza ha eliminato un sostegno essenziale a centinaia di migliaia di famiglie disagiate. Mentre misure estemporanee […] per placare il populismo della sua base (in primis la tassa sull'extragettito delle banche) sono state bocciate […]. Anche perché scritte con i piedi: saranno modificate con emendamenti ad hoc, ma comunque non porteranno nelle casse dello Stato quanto ipotizzato. […]
[…] Dopo i disastri della conferenza stampa di Cutro, la premier si è chiusa nella sua casamatta. Isolata e arrabbiata, è incapace di svestire i panni dell'agitatore d’opposizione per indossare quelli della presidente del Consiglio, rimanendo così preda davanti alle critiche di un vittimismo sistematico non consono a chi ha l'alta responsabilità di timonare il paese. […] le favole della propaganda si infrangono sul principio di realtà, che svela come Meloni – ahinoi – sia assai più scarsa di quello che le leggende tramandavano.
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salvo-love · 2 years ago
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Carissima Eva Crosetta di Sulla Via di Damasco è bellissimo quello che dite sui migranti e tocca il cuore di chiunque, ma la realtà è diversa e molto più complicata. Invitiamo Lei e tutta la redazione di #sullaviadiDamasco ad aprire e leggere questo link e poi a leggere qui di seguito:
https://voxnews.info/
IMMIGRAZIONE Con il falso buonismo errori imperdonabili Il falso buonismo,
Il Gazzettino. 29 agosto 2023
IMMIGRAZIONE
Con il falso buonismo
errori imperdonabili
Il falso buonismo, in nome di una indiscriminata accoglienza, della carità e della carica umana, rischia di compiere errori imperdonabili. Infatti tende a falsare atteggiamenti apparentemente umanitari perchè:
si incentiva l'opera degli scafisti, uomini senza scrupoli che antepongono il dio denaro al rispetto della vita umana. E questo è male;
si è accertato che i guadagni illeciti legati al trasferimento dei migranti, superano quelli del traffico della droga. E questo è male;
non è lecito permettere che persone umane attraversino il mediterraneo su imbarcazioni sovraccariche e pericolose, trasformando il mediterraneo in un grande cimitero. E questo è male;
in Italia i presunti profughi, che profughi nella maggioranza non sono (80%), sono costretti spesso a vivere una volta usciti o scappati dagli alloggi forniti dallo stato e sottratti ai nostri milioni di senza tetto e poveri italiani, si dedicano per vivere, a furti, rapine ed uccisioni, perchè diventano necessità. E questo è male;
l'immigrazione incontrollata, specie dai paesi africani, comporta necessariamente l'introduzione nella nostra Italia di malattie tropicali (per il trattamento delle quali non siamo ancora bene preparati) e forme di tubercolosi, talora resistenti alle comuni terapie. E questo è male;
inoltre, poiché spesso si tratta di problemi umanitari, perchè non si accolgono i migranti nella Russia europea o nei ricchi paesi arabi, figli dei petroldollari, per sollevare il peso sociale ed economico ad alcuni paesi, con in testa l'Italia? E questo è male.
Regola principale: non si può fare il bene passando attraverso il male. Si legge sullo Sprar (servizio protezione dei rifugiati) che l'Italia spende più di 7 miliardi di euro annui (oltre a quelli concessi dalla Ue), per accogliere i migranti e questi costi sono sempre in crescita. Nel 2022 il governo italiano ha speso 9 miliardi di €. Sarebbe opportuno riuscire a trasformare l'accoglienza indiscriminata in assistenza nei loro paesi.
Bisogna agire in Africa dove Russia e Cina fanno man bassa di territori conquistati, l'ultimo stato è il Niger, costringendo le popolazioni a lasciare le loro terre e a venire in Italia e in Europa per destabilizzare tutta la UE.
Prof. Giovanni Brigato
Primario in quiescenza della Divisione Ostetrico-Ginecologica di Padova e presidente della Federazione dei Sanitari in pensione
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imcubo · 6 years ago
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paoloxl · 6 years ago
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Il business dell’accoglienza non è quel di cui hanno parlato per anni alcuni esponenti politici che oggi fanno parte della maggioranza di governo. Non esattamente. O meglio, con il passare dei mesi scopriamo che fare affari sulla pelle dei migranti, a prescindere da quanto questi siano accolti in maniera dignitosa, potrebbe poi non essere qualcosa di riprovevole per il governo in carica. Partiamo da lontano e poi scopriamo perché.
Nel 1979, negli Stati Uniti, una legge legalizzò la possibilità di affidare le carceri in appalto a privati. Il primo Stato ad approfittarne fu il Texas nel 1989, gli Stati che avevano approvato una qualche forma di privatizzazione erano trenta e i detenuti rinchiusi in carceri private erano diventati 140mila. Gli ultimi dati disponibili sul sito del Bureau of Justice statistics indicano come nel 2011 le persone rinchiuse in carceri private fossero l’8,2% del totale del quasi milione e seicentomila detenuti negli Stati Uniti contro il 7,9 dell’anno precedente – 6,7% del totale dei carcerati statali e 18% di quelli federali. Negli Usa le carceri private ha significato cosi più alti, condizioni di detenzione peggiori e anche tassi di incarcerazione più alti – per delle ragioni collegate direttamente al sistema degli appalti. Ma fermiamoci qua, che quello degli Stati Uniti è solo un esempio e qui parliamo di Italia ed Europa.
Cosa c’entra tutto questo con l’Italia, l’immigrazione e il razzismo? Semplice: la nuova concezione del sistema di accoglienza delle persone che chiedono asilo nel nostro Paese, quelle in attesa di sapere che destino avranno, quelle in attesa di essere identificate (e così via) sembra richiamare il sistema di detenzione privato americano, appaltato a soggetti privati. Questo almeno è quanto spiega bene un dossier pubblicato dal periodico Valori nel quale si racconta della potenziale cessione a multinazionali del sistema di accoglienza. Spieghiamo citando Valori:
Il giro di vite governativo sul sistema di accoglienza di migranti, rifugiati e richiedenti asilo imposto dal Decreto Sicurezza ha già prodotto un sicuro vincitore: il gruppo privato elvetico ORS. La società, controllata dal private equity londinese Equistone Partners, gestisce da anni decine di centri per migranti in Svizzera, Austria e Germania e il 22 agosto scorso ha annunciato ufficialmente il suo arrivo in Italia. Il contesto legale plasmato da Matteo Salvini non potrebbe essere più favorevole. Il drastico ridimensionamento del sistema Sprar in favore dei CAS, gestiti dai privati, rappresenta un’occasione troppo ghiotta. Grandi centri di massa, improntati al risparmio (almeno in apparenza) e orientati al profitto.
La società lavora in Austria, dove però il governo in carica sta pensando di riassumere in house il sistema di accoglienza per due ragioni: appaltare fa diminuire i costi per persona ma fa crescere quelli complessivi e l’accoglienza è di pessimo livello. I centri gestiti da ORS sono infatti spesso sovraffollati e in un caso questo ha portato a una denuncia da parte di Amnesty International. Nel 2015 a Traiskirchen, centro pensato per 1800 persone, ne dormivano 4500, alcuni all’aperto. In Germania e Norvegia operano invece la Homecare e la Hero Norge AS, che a loro volta hanno visto calare i profitti (per ragioni collegate alla chiusura della rotta balcanica) e che neppure sono nuove a scandali. Ospiti della Homecare sono morti durante risse e altri hanno denunciato maltrattamenti. Trentuno dipendenti sono sotto processo in Renania.
Il modello, insomma, non è dei migliori. Anzi: non c’è luogo del pianeta dove la privatizzazione del sistema carcerario o di accoglienza abbia generato risparmi o una maggiore qualità del servizio. Di solito, vale negli Stati Uniti come in Austria, succede che queste società abbiano una grande capacità di condizionare le scelte politiche. Negli Stati Uniti  investendo pesantemente in lobbying, in Austria offrendo lavoro ad ex politici dei partiti di governo.
Torniamo all’Italia. Perché Valori avverte del pericolo che sistemi come quello austriaco vengano adottati da noi? In parte abbiamo risposto con la citazione qui sopra: la ORS ha aperto una sede legale nel nostro Paese. E la ragione risiede nella riorganizzazione del sistema di accoglienza voluta dal governo. La chiusura dei CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) come Castelnuovo di Porto e l’abolizione del permesso di protezione umanitaria, che ha generato (e genererà) l’espulsione dalle strutture di accoglienza di migliaia di persone non è frutto della voglia di migliorare i servizi o di colpire quello che viene definito “il business dei rifugiati”. Probabilmente una parte degli ospiti dei CARA che ne hanno titolo verranno inviati negli Sprar che nel frattempo vengono svuotati da chi, grazie al Decreto sicurezza, non ha più le carte in regola per risiedervi.
Obbiettivo del Decreto sicurezza è quello di avere dei centri grandi, non pensati per l’integrazione e l’accoglienza ma semplicemente come parcheggi di persone che sono in attesa di conoscere il loro destino. Che, nella mente di chi ha concepito le nuove leggi, sono per la maggior parte dei millantatori che dicono di aver diritto allo status di rifugiato pur essendo migranti economici. La conseguenza è che questi non necessitano di servizi volti a facilitare l’inclusione sociale, perché nella maggior parte finiranno con l’essere espulsi. Falso, ma utile a distruggere un sistema di accoglienza diffusa, quello degli Sprar, che stava lentamente cominciando a funzionare. I nuovi centri saranno quindi, leggiamo ancora sul dossier di Valori (e abbiamo scritto varie volte anche noi):
Più grandi, senza gare pubbliche e con un sistema che, pur avendo costi medi inferiori, farà spendere di più allo Stato. E per i migranti non ci sarà alcun obiettivo di integrazione e un destino certo di emarginazione sociale. Saranno così i centri di “accoglienza” versione Salvini: il ministro degli Interni punta a renderli sempre più simili a strutture di detenzione. Ma il nuovo sistema costerà meno alle casse pubbliche? Basta leggere i numeri ufficiali per dire di no. Nelle strutture del Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati (il cosiddetto SPRAR), mediamente, un migrante costa circa 6.300 euro per i 6 mesi in cui mediamente resta in uno SPRAR. In un Centro di Accoglienza Straordinaria (i cosiddetti CAS) da 10 a 14mila. A rivelarlo sono i documenti ufficiali depositati dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) alla commissione Affari Costituzionali della Camera.
Con la possibile gestione dell’accoglienza da parte dei grandi privati il business dell’accoglienza è dunque destinato a crescere, non a diminuire. Non solo, gli scandali che in questi anni hanno investito le organizzazioni che gestivano i centri, svelando corruzione e cattivi servizi, sono in buona parte colpa dello Stato. Perché? Perché spesso le assegnazioni sono state fatte ad affidamento diretto, senza gara, e perché le prefetture non facevano controlli. Non solo: i tempi di permanenza dovuti ai tempi lunghi di esame delle domande di asilo, ha reso più lunga la permanenza nei centri dei richiedenti asilo e, di conseguenza, fa crescere i costi. Anche da questo punto di vista, insomma, il Decreto sicurezza non è buono. Non per i migranti e i richiedenti asilo, non per i diritti umani e neppure per le casse pubbliche e la lotta alla corruzione.
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suedtirolerfreiheit · 7 years ago
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Schriftliche Anfrage: Aufnahme von Asylwerbern
Fast alle Gemeinden Süd-Tirols haben beschlossen, sich am SPRAR-Programm zur Unterbringung von Asylwerbern in den Gemeinden zu beteiligen. Einige Gemeinden, die die ihnen zugewiesenen Unterbringungsquoten erfüllen wollen, tun sich aber schwer geeignete Wohnungen für die Asylwerber zu finden.
(more…)
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ilsimplicissimusblog · 5 years ago
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L'ipocrisia ha sempre la schiena dritta
L’ipocrisia ha sempre la schiena dritta
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 Anna Lombroso per il Simplicissimus
Grande e unanime soddisfazione è stata espressa in questi giorni di inizio anno: pare che le misure pre-Salvini e post- Salvini abbiano avuto successo, sarebbe calato il numero dei disperati che arrivano da noi, la chiusura degli Sprar avrebbe sortito l’effetto desiderato, quello cioè di rendere invisibile agli occhi pronti alle lacrime ed alle coscienze più��
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madonienotizie-blog · 6 years ago
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A Roccamena (Pa) dibattito sull'agricoltura sociale e sull'occupazione giovanile A Roccamena, uno dei Comuni della provincia di Palermo maggiormente esposti al rischio di desertificazione produttiva e demografica, la presentazione dei risultati di un progetto che coniuga occupazione e legalità https://is.gd/bVkbXF
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luciamosca14 · 6 years ago
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Presentato a Roma il film-documentario sullo Sprar sangiorgese PORTO SAN GIORGIO - La sala Nilde Iotti della Camera dei Deputati ha visto martedì scorso la proiezione di alcuni episodi del film-documentario “Paese Nostro”, che racconta il mondo dell’accoglienza attraverso l’attività di sei progetti Sprar, tra cui quello di Porto San Giorgio, unico nella Regione Marche ad essere rivolto a richiedenti asilo e rifugiati con problematiche di disagio mentale.
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vertenzeambientali · 8 years ago
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Accoglienza: una soluzione “democratica”
(Irpinia e migranti: la proposta)
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Quanto fino a ieri potevamo considerare “emergenza”, oggi è, più semplicemente, una situazione strutturale dell’Europa e, in virtù della sua posizione geografica, in particolare dell’Italia.
Attualmente risulta indispensabile operare un cambio di paradigma nel sistema di “accoglienza”. I modelli messi in atto finora, hanno risposto, soprattutto, a logiche transitorie e limitate nel tempo che non considerano i flussi migratori come un elemento antropologico e sociale della contemporaneità. Tale visione ha portato a gestire l’accoglienza attraverso lo strumento dei “Centri di Accoglienza Straordinari - C.A.S.” che, considerato il loro modello di riferimento, presentano spesso una carenza nella gestione dei servizi offerti e dei percorsi di integrazione/assistenza. I C.A.S , non sono espressione diretta delle politiche sociali di una comunità ma si collocano nella gestione “privata”, tra Prefettura e cooperative che gestiscono i servizi. Inevitabilmente, questo può creare attriti sociali nei Comuni che ospitano le strutture, alimentando quei fenomeni di xenofobia che, poi, vengono amplificati da alcune forze politiche. I tanti casi di cronaca ne sono un esempio.
A differenza del modello C.A.S., caratterizzato dallo “scollamento” tra la gestione delle scelte ed il territorio in cui vengono calate, esiste, dal 2001, il “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – S.P.R.A.R.”, caratterizzato dalle possibilità di protagonismo dei Comuni o delle loro reti nella progettazione, realizzazione e gestione di progetti di accoglienza integrata finanziabili con le risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Questo sistema che pone i Comuni in prima linea e instaura un rapporto diretto tra questi e il ministero, creano un sistema di accoglienza di secondo livello, ben diverso dal primo e potenzialmente più virtuoso.
Lo S.P.R.A.R., per sua natura  gestionale, è obbligato a un sistema di monitoraggio economico e di integrazione sociale molto rigido, il che porta la qualità dei servizi offerti ad uno standard molto elevato.
Il modello S.P.R.A.R., infatti, si realizza attraverso progetti della durata massima di 3 anni, presentati direttamente dai Comuni al Ministero degli Interni, dimensionati per un’accoglienza massima pari al 2,5x1000 dei residenti, gestibili a livello territoriale dagli enti locali, anche con il supporto (non con la delega) delle realtà del terzo settore, per garantire interventi concreti e costruttivi di “accoglienza integrata” che vadano oltre la sola distribuzione di vitto e alloggio e guidino i processi di integrazione attraverso servizi di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Attraverso gli S.P.R.A.R. , infatti, i Comuni possono
garantire i servizi fondamentali quali: supporto psicologico, assistenza legale, integrazione, corsi di alfabetizzazione, tirocini lavorativi, tutti fattori funzionali alla creazione di basi solide che permettano agli ospiti di inserirsi nel tessuto sociale ed economico;
adattare e contenere le dimensioni dell'accoglienza alle caratteristiche dei territori. Infatti, i centri S.P.R.A.R. hanno dimensioni definite, sono ideati e attuati a livello locale, con la diretta partecipazione degli attori presenti sul territorio che contribuiscono a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza presso le comunità cittadine e favoriscono la continuità dei percorsi di inserimento socio-economico dei beneficia;
dare ai percorsi di accoglienza una scadenza naturale. Gli ospiti quando si vedono riconosciuto uno status di protezione lasciano il centro che li ospita e possono a secondo del tipo di status ricevuto muoversi sul territorio nazionale o Europeo;
migliorare la qualità dei servizi attraverso meccanismi di trasparenza amministrativa e di monitoraggio efficaci (clausola di salvaguardia);
investire sul lavoro, valorizzando le forze produttive del territorio e mettendo i centri per l’impiego nelle condizioni di erogare con efficacia servizi di formazione e avviamento lavorativo attraverso appositi sportelli per l’integrazione da finanziare, a livello nazionale e regionale, ricorrendo ai fondi europei;
evitare l’apertura di altri centri di accoglienza da parte della Prefettura sul territorio comunale, se il numero di ospiti dello S.P.R.A.R. è equilibrato rispetto alla popolazione
Per quanto esposto e per le analisi pubblicate sul blog Vertenze ambientali,
Chi ha girato l’Africa
Le invasioni percepite
SPRAR: l’accoglienza ”altra”
i sottoscritti, ritengono fondamentale che il Partito Democratico in Irpinia, attraverso i suoi Circoli e i suoi amministratori, si faccia carico di rispondere all'emergenza “percepita” con strumenti di politica organica, facendosi testimone della possibilità di riformare il carente sistema di accoglienza in provincia di Avellino e promuovendo nelle amministrazioni comunali e/o loro reti, la presentazione di “progetti S.P.R.A.R.”.
Alfonso Bruno - segretario PD Circolo di Contrada
Salvatore Casale - iscritto PD (dott. in psicologia)
Alessandro Ciasullo - consigliere comunale Ariano Irpino
Virginio D’Adamo - segretario Circolo PD Gesualdo
Sabatina D’Avanzo - segretario PD Circolo Baiano
Anna Dello Buono - reggente Circolo PD Montella
Antonio De Feo - segretario Circolo PD di Serino
Marisa Di Cicilia - segretario Circolo PD Flumeri
Giuseppina Di Crescenzo - iscritta PD (componente camera penale)
Antonio Fieramosca - consigliere comunale San Michele di Serino
Maria Teresa Filippone - consigliere comunale Paternopoli
Paola Gerola - iscritta PD (operatore associazioni)
Giuseppe Iuliano - segretario Circolo PD San Michele di Serino
Claudio Mazzone - segretario Circolo PD Senerchia
Mario Pagliaro - iscritto PD (blog Vertenze ambientale)
Salvatore Petito - segretario Circolo PD Santa Lucia di Serino
Armando Sturchio -  segretario Circolo PD Caposele
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overthedoors · 7 years ago
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“Earth and Skin – A cu’ Apparteni”: identità e appartenenza nel documentario su Sant’Alessio in Aspromonte
“Earth and Skin – A cu’ Apparteni”: identità e appartenenza nel documentario su Sant’Alessio in Aspromonte
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Pubblicato il 3 novembre 20171 novembre 2017 da Critica Impura Di FRANCESCA NEGLIA Segnaliamo che Sabato 4 novembre, dalle 13 alle 17, si terrà presso il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, il secondo evento finalizzato alla promozione del progetto di documentario “Earth and Skin – A cu’Apparteni” di Clelia Carbonari e Valentina Auliso, dedicato al paese Sant’Alessio in…
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Aoyama/ deku friendship, jealous katsuki, bad bitch aoyama
Katsuki was pissed. Okay here’s the thing, Katsuki wasn't a jealous person, even as a child, heashared his toys, food, parents, everything. But the one thing he would not share was deku. That's HIS deku. So why the FUCK was Aoyama taking all of deku’s time. Literally all the time, katsuki wants to go eat?
“Sorry kacchan i have plans with Aoy-san”
He wants to sprar?
“Sorry kacchan not today!”
So yes katsuki was pissed he thought him and izuku were good, there were obvious feelings on both ends, katsuki was planning on confessing but apparently izuku prefers the company of that blond bimbo. What's so good about him anyway? Katsuki does not pout as he sees Izuku walk by with Aoyama both of them carrying a picnic basket and a blanket. He gets it they like each other. Why do they have to run it in Katsuki's face? He feels tears start to well up as he hears izuku laugh, that was a laugh for katsuki now he's laughing that way for other people. Katsuki grabs his phone and stomps upstair to his room, fuck it he’s gonna play some olivia rodrigo and cry it out.
Izuku was ecstatic, finally he planned the perfect way to confess to Katsuki, a picnic underneath the willow tree. The weather was perfect, he picked the best spot and on top of that he had a beautiful charcuterie board set up. He had his laptop out and flowers he picked for the boy. It took him weeks to put it together with the help of Aoyama. Izuku knew that katsuki is very specific with his food so Izuku took weeks to taste test everything and figure out what pairs well with each other. He was proud.
“Do you think he’ll like it?”
“Oui oui mon chéri! He better or ima rip his balls off.” he said with a cheerful smile
Izyku let out a laugh. He took out his phone and called Katsuki, frowingin when it sent him to voicemail, he called again, nothing. He shot katsuki a text and watched it marked that katsuki read the message and ignored it. Izuku sent another text
/Kachhan are you okay?/ and all he got was //Leave.me.alone.//
“Oh.” izuku said with tears pooling in his eyes, ``he doesn't want to hang out with me.”
“What?” Aoyama said, snatching the grenettes phone from his hand. He frowned before smiling at Izuku.
“Give me 5 minutes love”
“Wait Aoy-san what are you gonna do? He doesn't want to see me.”
“Give me a minute Zu. wait right here.”
Aoyama took off running nonstop until he got to the blonds dorm room. He didn't even knock, he kicked the door open startling KAtsuki out from his angst fest.
“What. The. FUCK. do you think you're doing ignoring izuku you blond bitch?”
“Get out of my room?”
“No. izuku is waiting for you with tears in his eyes because youre up here being a little bitch, GET THE FUCK UP”
Katsuki immediately got up, he's not going to lie he was terrified, he had never seen Aoyama mad. It was almost as scary as IZuku.
“What is your fucking problem.”
Katsuki snapped
“You and izuku, we get it you're in love stop shoving it in our face”
Aoyama stared at Katsuki before he broke down laughing
“OI STOP LAUGHING AT ME”
“Mon Cheri, we are not in love, we’re besties.”
“Wait what?”
“Oui. I was helping him set up a date for you.”
Katsuki felt terrible, so Izuku planned something for him? And here he was being a little bitch.
“Go to him katsuki, he's under the willow tree.”
Katsuki moved to grab his shoes when Aoyama stopped him.face dark
“If you EVER maje izuku cry agin i will fucking evecerate you. Do you understand?”
Katsuki gulped “yes” and he ran away
He ran all the way to Izuku
“Kacchan!” izuku said
Katsuki kneeled in front of him as grabbed his face
“I fucking love you” and kissed izuku. Izuku froze for a moment before he got with the program, kissing back. He pulled away
“I love you too.”
They both placed their foreheads together and just smiled, izuku broke the moment
“Look what I made you, do you wanna go on a date with me?”
Katsuki smiled softly, “i'd love too”
Ayonama still scares katsuki to this day.
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paoloxl · 7 years ago
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L’ipotesi di Decreto Salvini in materia di immigrazione e asilo, un testo che andrebbe a modificare la legge 286/98, che circola da qualche giorno e ha come obiettivo quello di modificare in maniera restrittiva la normativa in materia di immigrazione, non si trova in buone acque. Si tratta di un testo pessimo e prima di vedere perché potrebbe non vedere la luce, sarà bene capire cosa contiene.
La prima modifica sostanziale riguarda l’abolizione di fatto della protezione umanitaria: questo tipo di permesso di soggiorno si concede a chi, pur non avendo diritto a essere riconosciuto come rifugiato presenti “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, oppure nel caso di persone fuggite da conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità. La nuova norma prevede l’abolizione della protezione umanitaria, che in varie forme esiste in numerosi Paesi europei, una serie di “casi speciali” e concede il permesso per ragioni sanitarie: se la persona è malata e può provarlo e il suo trasferimento mette a rischio la sua salute, allora avrà diritto a un permesso di un anno rinnovabile. Si badi, il permesso per cure esiste già e ai “casi speciali” oggi viene concesso un permesso di due anni.
La giustificazione dell’abolizione di questo tipo di protezione risiede nell’idea che i permessi concessi siano troppi.  La verità è che tra le prime quattro nazionalità, per citare quelle, come ha notato su Twitter Matteo Villa dell’Ispi, a cui il titolo viene riconosciuto, ci sono Nigeria, Gambia e Pakistan, Paesi dove alcuni segmenti della popolazione (o tutti nel caso del Gambia fino all’inizio dell’anno) sono a rischio persecuzione o conflitti armati non ufficiali. L’altra verità è che non concedere alcun permesso alle persone che lo richiedono significa semplicemente alimentare il numero di persone straniere che si troveranno nel nostro paese senza un titolo di soggiorno. In assenza di accordi con i Paesi di provenienza, infatti, le persone non possono essere rimpatriate e rimarranno in Italia ma prive di diritti e invisibili. Il testo prevede poi l’introduzione di un permesso premiale: se hai fatto qualcosa di eroico, allora, ti concediamo un permesso e ti concediamo persino di cercare lavoro. Ma solo se ti comporti da eroe.
L’ipotesi di decreto riorganizza anche il sistema di accoglienza e raddoppia i tempi di permanenza (da 90 a 180 giorni) nei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) prevedendo che le autorità di polizia possano trattenere le persone in attesa di essere espulse in “strutture diverse e idonee nella disponibilità delle autorità di pubblica sicurezza”. La detenzione per chi non ha commesso reati, insomma, si allunga. E le risorse destinate all’orientamento degli stranieri nella difficile navigazione nel sistema legale e burocratico italiano vengono trasferite al fondo per i rimpatri. La logica è quella della chiusura. Ma non c’è da stupirsene. Il riordino dell’accoglienza implica un ridimensionamento dello Sprar – il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – che gestisce i progetti locali di accoglienza ed è il migliore strumento in essere per favorire l’inserimento sociale e la partecipazione dei richiedenti asilo alla vita civile. Nei progetti Sprar potranno essere accolti solo coloro che sono già titolari di protezione o i minori non accompagnati.
Un altro aspetto grave riguarda sia la revoca della protezione: il testo amplia le ipotesi di reato che possono causarla. Peccato che nell’elenco dei reati ci siano anche la resistenza a pubblico ufficiale, la detenzione e lo spaccio di stupefacenti (non viene naturalmente specificato quali, né in che misura) o il furto. Nel primo caso il reato può essere dovuto a situazioni di stress emotivo, scarsa comprensione della situazione e molto altro. Nei casi successivi, invece, la modalità con cui si viola la legge varia moltissimo: se ho in tasca delle droghe leggere o se viaggio in treno con un chilo di eroina, sto facendo due cose molto diverse tra loro.
L’ipotesi di decreto interviene anche sulla legge 91/1992 che regola la cittadinanza: raddoppio dei tempi massimi di attesa dalla presentazione dell’istanza da due anni a quattro. Non solo, chi chiede la cittadinanza italiana non deve avere a proprio carico “o dei familiari o conviventi” provvedimenti di pubblica sicurezza, giudiziari o di condanna “anche non definitiva”. Si introduce dunque una normativa per cui la responsabilità penale non è individuale – se tuo fratello o il tuo compagno/a ha rubato in un supermercato, tu non hai diritto a divenire cittadino – e  una condanna in primo grado diventa di fatto definitiva: se tuo fratello è stato condannato in primo grado ma ha presentato appello, tu non hai diritto a diventare cittadino. Sono previsti limiti anche alla concessione della cittadinanza ai discendenti di italiani: in caso di approvazione del testo Salvini, varrebbe solo la linea diretta (padre, madre, nonni, ecc.). Aumentano anche le possibilità di revoca della cittadinanza: il numero di reati commessi che la farebbe perdere cresce non poco.
Fin qui l’analisi del testo che ha come finalità quella di rendere più difficile, faticoso, lento l’iter di riconoscimento dello status giuridico di una persona che giunta in Italia richieda una forma di protezione.
La parte politica riguarda invece le tensioni nella maggioranza: il Movimento 5 Stelle sembra frenare sul decreto per ragioni che non riguardano necessariamente i suoi contenuti. Il braccio di ferro sulla manovra economica (reddito di cittadinanza contro flat tax e così via) e il rilancio del centrodestra in vista delle amministrative battezzato dall’incontro a tre Berlusconi-Salvini-Meloni stanno provocando tensioni. Dare a Salvini anche una misura “anti-immigrazione” da appuntarsi come una medaglia, al M5S proprio non conviene. Ma il ministro degli Interni ha fretta e vuole fare approvare il decreto con carattere di urgenza dal prossimo Consiglio dei ministri.
Sulla vicenda vigila il Presidente Mattarella: diversi giuristi e operatori del settore hanno scritto e commentato in questi giorni che l’ipotesi di decreto ha caratteri di incostituzionalità. E il Presidente della Repubblica, scrivono diversi giornali, ha reso note le sue perplessità. Sarà forse lui, in qualità di custode e garante della Costituzione, ad evitare che un pessimo testo diventi legge dello Stato. O almeno a costringere il governo a rivederne gli aspetti peggiori.
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corallorosso · 3 years ago
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In ricordo di Becky Moses, morta bruciata viva, per un diniego dello Stato 5 anni fa, il 28 gennaio 2017!🌹❤️ Becky Moses aveva 26 anni quando è morta carbonizzata, nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2018, a causa di un rogo scoppiato nel ghetto di San Ferdinando, vicino Rosarno, in Calabria. Era arrivata in Italia nel 2016 dalla Nigeria. Voleva solo lavorare. Era stata accolta a Riace da Mimmo Lucano e nel piccolo paese in provincia di Reggio Calabria stava mettendo radici ma la commissione territoriale le aveva negato la richiesta di asilo politico. Quindi, avendo ricevuto il diniego e non poteva essere trasferita in uno Sprar, Becky aveva fatto ricorso, ma non era riuscita a vincerlo. Lasciava Riace, sola e con in mano un diniego della prefettura. Decise di spostarsi a San Ferdinando, dove c’erano altri nigeriani suoi conoscenti. Lì, in uno dei ghetti più grandi d’Italia, Becky Moses trovò la morte dopo essere stata avvolta dalle fiamme di un braciere rimasto accesso per scaldarsi in una fredda notte d’inverno. Becky a Riace abitava in un alloggio, condiviso con altre sue coetanee. La sua carta d’identità portava ancora la firma del sindaco Domenico Lucano, che all’epoca aveva voluto riconoscerle la dignità di essere umano. San Ferdinando era un ammasso di baracche dove i migranti stagionali cercavano di sopravvivere come potevano. Quel giorno i migranti, vedendo il corpo di Becky incenerito e portato via dentro un sacco blu, non andarono a raccogliere le arance. Dopo il diniego alla richiesta d’asilo, Becky era diventata una “lungo-permanente” e non poteva restare a Riace. Secondo i protocolli ministeriali, i migranti non possono rimanere presso le strutture di accoglienza per più di sei mesi. Per di più Becky aveva avuto il diniego dell’asilo politico e aveva perso anche il ricorso. Questo la rendeva a tutti gli effetti un’irregolare. Come facilmente prevedibile, per tutti ma non per la Commissione asilo, era finita nel ghetto di San Ferdinando-Rosarno. Pochi giorni per passare da un possibile percorso di inserimento al girone infernale dello sfruttamento. Il giorno della sua morte Mimmo Lucano andò fuori di sé. Chiese di seppellire Becky a Riace. Era arrabbiato perché nell’inchiesta giudiziaria che lo coinvolgeva gli contestavano un prolungamento dell’accoglienza. Esattamente ciò che avrebbe salvato la vita a Becky. “L’accoglienza degli esseri umani non ha scadenza”, diceva. A maggio finalmente si riuscì a dare degna sepoltura alla 26enne. “Era stata qui a Riace, ma per la legge non poteva più restare e adesso le autorità si dispiacciono. Troverà sepoltura qui da noi”, disse Lucano. Michi Caravelli
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