#centri accoglienza
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ISTERISMO CULINARIO di Elena Nel Mondo
Clown-Show con Danza, Fuoco e Funambolismo30 minuti di risate, emozioni e colpi di scena…Per Festival, Eventi in Piazza, Matrimoni, Compleanni… A disposizione! Continue reading ISTERISMO CULINARIO di Elena Nel Mondo
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pedrop61 · 2 years ago
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Se tutti pagassero le tasse, sbarchi di clandestini e centri di accoglienza potrebbero essere almeno il doppio!
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anchesetuttinoino · 6 months ago
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Bologna, rapina violenta con machete in una pizzeria d’asporto: arrestati un 18enne tunisino nato in Italia con precedenti per rapina e lesioni, 2 tunisini 17enni con precedenti per furto, entrambi ospiti di centri di accoglienza per minori migranti, e un altro 17enne tunisino. Via Francesca totolo su telegram
Stavano raccogliendo spicci per pagarci le pensioni?
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cutulisci · 1 year ago
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"Piero Sansonetti su Rete 4 dice, parlando del problema dei migranti, che ci sono due metodi per affrontare il problema: quello post fascista inaugurato da Minniti che li ricaccia indietro verso i campi di concentramento africani, e quello umanitario auspicato da Bergoglio che vuole studiare dei piani di accoglienza usando i fondi del PNRR. Altri non ce ne sono, dice. E invece, volevo rispondergli, c’è per chi volesse, il metodo Mimmo Lucano. Prendi tutti questi poveretti che sbarcano, gli dai una casa in uno dei tanti paesini abbandonati del Sud fra Calabria, Sicilia e Lucania, gli dai un lavoro usando i fondi del PNRR per costruire strade, infrastrutture, riconversione urbana dei piccoli centri, piccole aziende agricole che abbattano il caporalato. Nel giro di 10-15 anni hai dato loro un futuro e hai fatto rinascere il Sud. Se te ne importa."
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wutternach · 7 months ago
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Posta non risposta
Ricevo e volentieri ri-pubblico.
Non è una domanda la mia, ma è solo un pensiero di un signore per bene, che prende il the con i pasticcini, da solo o talvolta con la famiglia.
La cittadina di provincia limitrofa a quella dove abito ha una serie di negozi che frequentiamo, centri commerciali, piccoli negozi, servizi utili, ristoranti piacevoli. Tra questi c'è una deliziosa pasticceria, gestita da una coppia, moglie e marito. Una pasticceria dove, oltre ai dolci molto buoni, fanno caffetteria, sala da the, eventi, corsi di pasticceria per tutti, insomma un vero e proprio laboratorio artigianale raffinato. Lui lavora in un'agenzia di viaggi in realtà, ma è molto presente e segue tutta la parte amministrativa e gestionale dell'attività, curandone anche gli aspetti estetici e di accoglienza. Ha un'aria sempre molto cordiale e interessata al cliente, ancora non ho capito bene se fintamente cordiale o meno. Con alcuni aspetti, confesso, che mi stanno un po' sul cazzo, due tatuaggi piccolini stile fighetto finto giovane, un taglio di capelli e barba troppo studiato e delineato ma insomma, particolari estetici, nulla di più. Pare un bravo cristiano, come dicono i coatti romani con aria un po' compassionevole. Lei invece è la mente e il braccio del locale: è la pasticciera, inventa e realizza dolci di gran classe, progetta eventi, attività coinvolgenti e divertenti. Una bellissima donna, capelli corti probabilmente tinti senza darlo a vedere, viso sempre curato, trucco mai esagerato, gonnelline colorate, vestiti eleganti e scarpe di gran classe, sempre in ordine, stile un po' anni venti molto chic, un nome anch'esso molto chic, Carolina. Ascolta spesso Paolo Conte. Molto chic, sì, quasi snob che ti fa venire i nervi.
"Ciao carissimo Alessandro, come stai?" Tanti sguardi e tanti sorrisi.
"Salutami Francesca!" e ancora sguardi e tanti sorrisi cordiali.
"Buon weekend, anche ai ragazzi." Sguardi, sorrisi, sempre tanti.
Gentilezze.
Un gran rapporto cordiale.
Ecco, io, in tutta sincerità, l'elegante Carolina, la scoperei senza nessuna esitazione e tutto sommato con poca cordialità, con gli occhiali rossi da presbite che indossa sempre tenuti al collo con la cordicella raffinata; Ie alzerei le gonnelline fantasia anni venti per scoparla davanti e per scoparla dietro, sul bancone delle preparazioni e farciture; le farei tenere parte dei suoi vestiti eleganti addosso, mentre le lecco la fica nel laboratorio; la riempirei di parole forti, ma da apprezzare per sincerità, mentre mi prende il cazzo nella sua bocca perfetta, elegante, signorile.
Io, Carolina, la voglio sentire che mi chiede di schiaffeggiarle il culo, mentre mi prega cortesemente di venirle sulle tette esibite. La voglio percepire trasformata, mentre gode, quando il suo charme diventa solo un ricordo lontano ma che mi fa venire il cazzo ancora più duro.
Perché no, Carolina, a me Paolo Conte proprio non piace.
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bicheco · 5 months ago
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I have a big dream
Passa la riforma costituzionale, quella del premierato. Esultanza della destra. Nuove elezioni e vince, di pochissimo, la Schlein. Opporcoddio!
Il sogno inizia con Elly che diventa una vera tiranna ma solo verso gli ex governanti della destra, tipo che manda Sangiuliano a raccogliere i pomodori (la sua destinazione naturale peraltro) o Lollobrigida in Albania a pulire i "centri accoglienza" per migranti.
E la Meloni?! Muta e incazzata nera (satira politica).
Non sarebbe splendido?
La nemesi, cazzo!
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petello993 · 8 months ago
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Pagare le tasse per pagare i debiti che i vari governi hanno creato al paese per " problemi " interni , non è bello ma bisogna farlo...
Pagare i debiti che il governo crea per finanziare guerre; creare centri di accoglienza in altri paesi stranieri; finanziare case automobilistiche ( FIAT ) che non sono piu italiane; pagare i condoni agli evasori fiscali; pagare i condoni per far tornare gli italiani che vivono all'estero e che hanno ingannato il fisco ; pagare TUTTI i dipendenti, TUTTI, i dipendenti politici che non fanno un CAZZO ! Mi fa girare i coglioni !
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vintagebiker43 · 11 months ago
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Poi i destronzi lamentano che "non si integrano" 🤬🤬🤬
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canesenzafissadimora · 2 years ago
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Vogliamo ringraziare tutti i soccorritori e i volontari che si sono prodigati in queste ore funestate dal dramma dei migranti di Steccato di Cutro.
Vogliamo ringraziare i cittadini di Crotone e della provincia che hanno portato mazzi di fiori, corone, pensieri scritti su un biglietto, davanti al Palasport della Città dove sono poste le bare in attesa del funerale.
Vogliamo ringraziare gli amministratori calabresi, dal sindaco di Crotone a quello di Catanzaro e tutti gli altri, che si stanno prodigando per dare un sepolcro ai naufraghi che hanno perso la vita e rimarranno per sempre in Calabria.
Ringraziamo i privati cittadini che hanno offerto i loculi e le capelle cimiteriali per ospitare le bare.
Infine, ricordiamo tutti i volontari che si spendono quotidianamente nei centri di accoglienza, nei luoghi di sbarco (in Calabria c'è Roccella Jonica "sotto pressione" da tempo), nelle mense, che si organizzano per raccogliere vestiario, coperte, vivande e quanto è necessario per una prima, degna accoglienza in terra europea.
E facciamo nostro il contenuto di un cartello esposto davanti il Palazzetto dello Sport di Crotone, senza se e senza ma: LE PERSONE IN BALIA DEL MARE SI SALVANO SEMPRE.
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dalla pagina fb "calabria meravigliosa"
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archivio-disattivato · 1 year ago
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https://www.meltingpot.org/2023/09/trattenere-e-umiliare-procedure-hotspot-a-porto-empedocle/
Trattenere e umiliare: procedure hotspot a Porto Empedocle
Il rapporto sul monitoraggio del progetto Mem.Med (Memoria Mediterranea)
22 Settembre 2023, di Silvia Di Meo e Yasmine Accardo, Mem.Med (Memoria Mediterranea)
Con i numerosi arrivi di persone via mare sull’isola di Lampedusa, è stata istituita una tensostruttura sulle coste siciliane di Porto Empedocle dove le persone vengono trattenute in condizioni critiche per espletare le procedure di identificazione e foto segnalamento. Davanti alle carenze strutturali, al sovraffollamento e alle violazioni di diritti, le persone migranti protestano.
La tensostruttura di Porto Empedocle
“No care, no help, no travel, no food”. Sono queste le parole scritte su un foglio di carta che Khaled sventola in mezzo alla strada principale di Porto Empedocle. Lui e Mohamed sono due minori somali approdati sull’isola di Lampedusa e poi trasferiti nella tensostruttura di Porto Empedocle dove stazionano ormai da 5 giorni. La situazione che sperimentano è chiara: “No freeedom” sintetizza Mohamed. 
Li incontriamo insieme a centinaia di persone MSNA senza tutori e richiedenti asilo di diversa nazionalità, età e genere che nel corso di quest’ultima settimana sono state trasferite all’interno del campo empedoclino in attesa di essere ricollocate in centri di accoglienza in Sicilia e in altri luoghi della penisola. 
Infatti, la tensostruttura collocata nel porto della cittadina agrigentina è da diversi mesi il secondo approdo delle persone migranti che giungono via mare a Lampedusa e che, a fronte dei numeri esponenziali di arrivi sull’isola delle Pelagie, sono stati spostati rapidamente sul territorio siciliano per alleggerire l’hotspot di Lampedusa. 
La tensostruttura – che consiste in un piazzale di cemento dove sono collocati due tendoni, 18 bagni chimici e poche docce esterne – è un’area di sbarco temporanea che la Prefettura di Agrigento sembra utilizzare per identificare e smistare le persone migranti, coadiuvando di fatto le attività di pre-identificazione implementate dalle autorità nell’hotspot di Lampedusa. La tensostruttura è quindi un secondo punto di approdo in cui le persone – trasferite qui anche poche ore dopo lo sbarco lampedusano attraverso le navi traghetto Galaxy – vengono foto segnalate e viene rilasciato loro un numero identificativo. Si tratta di un numero stampato su un quadratino di carta senza cedolino e senza foto. 
Qui le persone – donne, uomini, minori e famiglie originarie della Guinea Conakry, Costa D’Avorio, Senegal, Gambia, Burkina faso, Camerun, Sierra Leone, Giordania, Egitto, Tunisia, Siria, Mali, Sudan, Somalia, Etiopia, Liberia  – stazionano per giorni e giorni, trattenute in maniera prolungata all’interno di un campo di cemento, presidiato dalle forze dell’ordine e gestito dal personale della Croce Rossa, dove sono praticamente assenti rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, grandi e piccole.
Nonostante il trattenimento dovrebbe durare solo il tempo necessario all’identificazione e alla disposizione del trasferimento, il transito non è breve e sembra durare una media di almeno 5 giorni. In questo tempo, alle persone è impedito di uscire dal cancello principale pertanto queste sono costrette, a causa della totale invivibilità del luogo, a saltare dalle recinzioni laterali e posteriori per cercare all’esterno aiuto, cibo, contatti, informazioni, libertà. 
Le persone trattenute in questo luogo raccontano di non aver ricevuto alcuna informativa relativa all’accesso ai loro diritti, alla protezione internazionale o altre forme di tutele. Inoltre riferiscono di essere trattate come animali in gabbia: il campo infatti è senza letti, sedie, tavoli e le persone stazionano stese a terra – i più fortunati su cartonati di non precisata origine – sotto il sole cocente, in uno spiazzale ricoperto di spazzatura, cassonetti e avvolto dall’odore pungente dell’urina. Le persone riferiscono di vivere in stato di continua incertezza e forte stress dipendente non solo dalle condizioni strutturali di invivibilità del campo ma anche a causa dell’attesa prolungata di un trasferimento in accoglienza che sembra non arrivare mai.
E mentre si passa la giornata nell’afa di settembre – tra un cambio turno delle forze dell’ordine e un’intervista ufficiale rilasciata dalle autorità ai giornalisti – arrivano da Lampedusa traghetti carichi di almeno altre 400 o 500 persone migranti che vengono scortate fino all’ingresso del centro e fatte entrare nei piccoli vuoti di spazio rimasti nel piazzale. Qui le persone vengono sottoposte ad un appello pubblico, senza alcun rispetto della privacy e attraverso l’uso esclusivo delle lingue veicolari principali: francese, inglese, arabo.
In queste giornate di permanenza, qualche turista passava per il porto e fotografava le persone dietro le sbarre, qualche locale si lamentava del “disagio”, qualche giornalista riprendeva quelle persone trattenute che si infuriano dopo l’ennesima giornata di prigionia. 
In questo circo periferico, la tensostruttura di Porto Empedocle risulta una zona d’ombra rispetto alle luci dello “spettacolo Lampedusa” che continua ad avere i riflettori puntati sulle proprie coste. Eppure nel corso della settimane le persone trattenute in questo piccolo piazzale – senza assistenza legale, sanitaria e libertà personale; senza letti, senza sufficienti professionisti medici e sociali, con carenze alimentari e patologie mediche – sono  state più di 1.000, di cui l’80 per cento costituito da MSNA e altre figure cosiddette vulnerabili.
Le proteste delle donne
Il malessere è progressivamente cresciuto e così le manifestazioni di scontento delle persone trattenute. Diversi gruppi di persone hanno iniziato delle proteste per la condizione di trattamento disumano a cui sono costrette a Porto Empedocle: l’inadeguatezza alimentare – pane con formaggio e pomodoro a tutti i pasti, cibo in quantità e in qualità insufficiente – l’assoluta promiscuità senza separazioni spaziali tra uomini e donne, l’esposizione ad ulteriori condizioni di violenza e soprattutto la condizione di privazione della libertà. 
Nella giornata del 19 settembre, un gruppo di donne minori guineane ha dato avvio ad una protesta femminile davanti al cancello principale della struttura, al grido di: “Liberateci! Liberateci! non siamo prigioniere, lasciateci andare!” Le ragazze sono dunque salite sul muro che delimita la struttura e hanno cominciato a gridare e ad arrampicarsi, tentando di scavalcare le inferriate. 
Le donne hanno poi occupato l’ingresso della tensostruttura sedendosi a terra in segno di protesta. Questa condizione di esposizione alla violenza, a cui specifiche categorie di persone vulnerabilizzate – quali le donne e i MSNA, sono sottoposte – connota la gestione disciplinante di una struttura ideata e pensata come “deposito” di persone. 
Persone che, giunte dalla violenta Sfax in Tunisia o dalla Libia, vivono un processo costante di sopraffazione, sottoposte a gravi violazioni di diritti e a continue forme di abuso, coercizione e limitazione della libertà che continuano ad essere raccontate, gestite e strumentalizzate a livello pubblico – tanto da politici che da giornalisti – come normali conseguenze di una condizione emergenziale. Un’emergenza che giustifica e normalizza il trattamento riservato ai neo sbarcati sulle coste nord del Mediterraneo, destinati ad essere “ritirati” e “riconsegnati” dai vari porto mediterranei, come abbiamo sentito dire in queste ore da chi gestisce la tensostruttura.
Tuttavia le persone migranti non sono inermi e continuano ad opporsi a questo controllo violento. Le diciassettenni guineane hanno preteso di avere nel piazzale un’area femminile di loro uso esclusivo, poiché ormai da più di 7 giorni erano completamente esposte senza alcuna tutela, preoccupate delle possibili violenze nel centro. Nei giorni successivi, esasperate, hanno scavalcato il muro del centro per cercare all’esterno un minimo di libertà e benessere. Due di loro erano fortemente indebolite da patologie pregresse che non erano state adeguatamente attenzionate e, per le strade del centro empedoclino, cercavano cibo e acqua.
Tra le numerose donne qui detenute, ce n’erano varie in stato di gravidanza. Alcune di loro sono state trasferite in ospedale per partorire e subito dopo ricollocate nella tensostruttura, senza i loro figli neonati.
Molte delle persone incontrate si trovavano in evidente stato di disidratazione e deprivazione fisica, nonché di forte sofferenza psicologica dipendente dal trattenimento prolungato e dalla mancanza di contatti con il mondo esterno. Tutti i trattenuti cercavano la possibilità di comunicare con le famiglie di origine o con conoscenti, desiderosi di avvisare i propri familiari del loro arrivo, non avendo potuto farlo nonostante l’approdo fosse avvenuto ormai da quasi una settimana.
Stazione di transito, trattenimento e deportazione
Questa stazione di transito e identificazione successiva a Lampedusa, sarà nelle prossime settimane potenziata e al posto della tensostruttura verrà adibito una struttura facente ufficialmente funzione hotspot, che sta nascendo dai lavori in corso in queste ore. Il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano ha dichiarato che: “l’hotspot di Porto Empedocle sarà collegato a quello di Lampedusa dalla stessa gestione, la Croce Rossa (…) I due hotspot devono essere visti come una sorta di ponte: quello di Lampedusa accoglie in prima battuta e quello di Porto Empedocle instrada, il più velocemente possibile, verso i pullman“.
In continuità con la gestione migratoria che ha caratterizzato le politiche europee negli anni passati, l’unico “ponte” finanziato e promosso è quello che conduce alla sorveglianza, all’umiliazione, allo smistamento e incanalamento giuridico di persone che vengono irregolarizzate, dove il dispositivo della detenzione continua ad essere principale strumento di controllo degli spostamenti umani.
Questa modalità di controllo della mobilità delle persone in arrivo alla frontiera siciliana è da inquadrare nelle nuove riforme promesse dal governo: il rafforzamento a livello nazionale del sistema detentivo del CPR, con nuove strutture e un periodo di trattenimento esteso a 18 mesi; l’introduzione di nuovi centri identificativi e di rimpatrio come CPRI a Modica, nella Sicilia orientale costituiscono la risposta europea e nazionale all’aumento degli arrivi dalla Tunisia e dalla Libia, due luoghi da cui le persone continuano a fuggire forzatamente, sopravvissute ai regimi che i governi europei continuano a finanziare.
In tal senso, i discorsi di Meloni e Von Der Leyen che – durante la passerella a Lampedusa nei giorni del sovraffollamento – hanno inneggiato all’arresto dei trafficanti e alla sorveglianza militare, sono in continuità con un sistema che pone come soluzione la detenzione al posto di una vera accoglienza, la violenza al posto dei diritti e che – con l’ausilio delle nuove strutture – affinerà la macchina criminalizzante della deportazione. 
Intanto, mentre nei diversi angoli della Sicilia occidentale e orientale proliferano hotspot e ghetti istituzionali, mentre le politiche promettono blocchi nel Mediterraneo e pseudo accoglienza a terra, le persone migranti continueranno a protestare per la libertà di movimento ed ad arrampicarsi sui muri della detenzione per pretendere rispetto dei diritti e reclamare la loro libertà.
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salvo-love · 2 years ago
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“Ecco a chi dà le case di lusso”. #Gualtieri nella #bufera: l’ultima #follia del giunta #piddina a #Roma
Mentre in Italia, la povertà e l'indigenza si stanno diffondendo a macchia d’olio. Pare incredibile, ma oggi milioni di persone chiedono un pacco alimentare o un pasto gratuito.
Case in centro per gli omosessuali #migranti: il bando del #Comune di #Roma
21 Gennaio 2023 - Il provvedimento della la Giunta #PD del sindaco piddino di Roma #Gualtieri: "Il sospetto è che dietro ci sia un interesse lobbistico" di Ignazio Riccio de " Il Giornale.it "
Le coppie migranti gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender che chiedono asilo a Roma potranno usufruire di residenze in zone centrali della città dotate di wi-fi gratis e ascensore. Il bando di gara presentato dal Comune scade il prossimo 20 gennaio, ma le polemiche già imperversano da giorni. Ad essere presa di mira è Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Roberto Gualtieri. Nel bando si legge che le abitazioni dovranno essere individuate in “quartieri che favoriscano l'inserimento delle persone accolte nel contesto locale, facilitando la costruzione di rapporti relazionali necessari per il raggiungimento di un'adeguata integrazione sociale”.
Molte coppie di migranti si dichiarano gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender per rientrare nei requisiti richiesti dal bando per ottenere le suddette case di lusso.
VEDI IL SERVIZIO QUI SOTTO di #QUARTAREPUBBLICA⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️
I privilegi
La casa, inoltre, dovrà garantire una serie di comfort per le coppie migranti. Dall’ascensore, se l’abitazione non è al piano terra, al servizio wi-fi gratuito “per permettere alle persone accolte la possibilità di poter accedere gratuitamente ai collegamenti online, in modo da consentire la fruizione di servizi educativo-formativi e lavorativi previsti dal progetto”. L’iniziativa, come riporta il quotidiano Libero, fa parte del progetto Sistema accoglienza e integrazione (Sai) voluto dall’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, ed è finanziato con fondi nazionali. L’obiettivo è evitare che le coppie Lgbt possano essere ospitate nei centri di accoglienza dove, secondo un rapporto dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, c’è il rischio che venga “ostacolata l'emersione o l'espressione di un'identità di genere o di un orientamento sessuale dissimile dal resto dei conviventi”. In questo modo si paragonano le persone Lgbt ad altri soggetti fragili come disabili e donne vittime di violenza sessuale.
Le polemiche
Ad essere contraria al bando è la Lega che lancia una serie di accuse alla giunta Gualtieri. “Il provvedimento – ha dichiarato Fabrizio Santori, capogruppo del partito di Matteo Salvini – mette sullo stesso piano i problemi che potrebbero incontrare queste persone con quelli sicuramente già sperimentati, subiti e sofferti per anni dalle donne vittime di violenza con i loro bambini e per le quali è assurdamente previsto lo stesso numero di sistemazioni”. Il leghista, poi, ha aggiunto: “Perché dedicare alle persone Lgbt oltre 600mila euro, richiedendo oltretutto sistemazioni che non è esagerato definire da hotel di lusso? Il sospetto è che dietro ci sia un interesse lobbistico”.
Pro Vita Famiglia: migranti Lgbt equiparati a donne vittime di violenza
Sulla vicenda interviene anche Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus: "Il bando choc di Roma Capitale mette in campo una palese e vergognosa discriminazione tra migranti di serie A e migranti di serie B. Come farà ora il Comune a distinguere tra persone Lgbt e non per dare seguito al bando? Cosa dovrà fare un migrante per accertare di essere Lgbt e giovare dell’accoglienza? Questo progetto 'esclusivo' - prosegue Coghe - lede i diritti delle persone e gioca ideologicamente sulla pelle di tutti i migranti pur di portare avanti l’agenda arcobaleno promossa dall’amministrazione Gualtieri e iniziata con la creazione, appena eletto, dell’Ufficio Lgbt+ con a capo Marilena Grassadonia, ex presidente di Famiglie Arcobaleno. La solidarietà non dovrebbe aver nessun colore politico, figuriamoci quello arcobaleno che vuole aiutare i migranti solo in base al loro orientamento sessuale".
Roma. Da Comune 500mila euro per migranti Lgbt equiparati a donne vittime di violenza
«Accoglienza dei migranti Lgbt, finanziata con 500mila euro dei contribuenti, con appartamenti in centro, preferibilmente con ascensore e tutti i comfort come la rete Wi-Fi e soprattutto equiparando le difficoltà di questi ultimi a quelle delle donne vittime di violenze e con minori al seguito che scappano da discriminazioni, povertà e conflitti. E’ il bando choc di Roma Capitale che mette in campo una palese e vergognosa discriminazione tra migranti di serie A e migranti di serie B. Come farà ora il Comune a distinguere tra persone Lgbt e non per dare seguito al bando? Cosa dovrà fare un migrante per accertare di essere Lgbt e giovare dell’accoglienza? Questo progetto “esclusivo” lede i diritti delle persone e gioca ideologicamente sulla pelle di tutti i migranti pur di portare avanti l’agenda arcobaleno promossa dall’amministrazione Gualtieri e iniziata con la creazione, appena eletto, dell’Ufficio Lgbt+ con a capo Marilena Grassadonia, ex presidente di Famiglie Arcobaleno. La solidarietà non dovrebbe aver nessun colore politico, figuriamoci quello arcobaleno che vuole aiutare i migranti solo in base al loro orientamento sessuale», così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
Nazionale #Gualtieri regala #case ai #migranti #Lgbt. E "scorda" i #minori nei #commissariati
17 Gennaio 2023 - 21:34
I sindacati di #polizia di Roma sul piede di guerra: #agenti costretti a sfamare i migranti minori. "Ma non siamo baby sitter" di Bianca Leonardi
Gualtieri regala case ai migranti Lgbt. E "scorda" i minori nei commissariati
"Non siamo babysitter". Così i poliziotti rispondono al sindaco di Roma, riguardo alla situazione insostenibile all’interno dei commissariati della capitale dove ogni giorno sono accampati decine di minori migranti non accompagnati, mentre Roberto Gualtieri indice bandi per le case dedicati a migranti Lgbt+.
La prima #denuncia è arrivata dal Mosap, il #sindacato autonomo di #polizia: "I ragazzini sono accampati in condizioni disumane, costretti a dormire sulle panche perché non ci sono alloggi”, raccontava il Segretario Generale Fabio Conestà, “Il comune non è ancora riuscito a collocarli e di conseguenza alcuni agenti vengono distolti dal servizio in strada per provvedere alle esigenze die minori". Minori che restano insieme alle forze dell’ordine anche per più di una settimana in tutti i commissariati romani, costretti a dormire nelle celle o sulle panche in sala d’attesa a con gli agenti che devono prendersi cura di loro sfmanadoli e facendo i conti con le condizioni igienico sanitarie precarie.
Questa la situazione che, anche pochi giorni fa, è stata nuovamente presentata al sindaco di Roma, questa volta dalla Silp Cgil secondo cui "è questa la condizione in cui Roma gestisce l’accoglienza".
A conferma, l’altra denuncia all’Adnkronos, quella del Siulp - il sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia -, che ha mostrato la foto di piccoli migranti costretti a dormire per terra definendo la situazione "ignobile". A rispondere, timidamente, è Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali della giunta dem capitolina che afferma “non ci sono fondi né strutture”. E ancora: “Le strutture a loro dedicate (i minori, ndr) sono quasi sature e stiamo lavorando in sinergia con la prefettura per ampliare l’offerta di accoglienza a loro destinata, da quando non ci sono più le strutture di transito”.
Eppure, se si parla di accoglienza, non si può non pensare - appunto - al bando milionario che scadrà tra qualche giorno e che, tra i vari lotti, dedica addirittura 580mila euro per 10 posti destinati ai migranti Lgbt+. Un “progetto pilota”, come lo definiscono dall’amministrazione, e che destinerà a queste persone appartamenti in centro per favorire l’integrazione: case con ascensore e copertura wifi. Una decisione voluta fortemente dall’ufficio Lgbt+ del Comune di Roma, cabina di regia creata ad hoc da Gualtieri. Il sindaco però sembra essere distratto sul concreto problema del sovraffollamento nei centri accoglienza.
“Una prassi inaccettabile che si consuma da anni”, hanno infatti dichiarato i portavoce del sindacato Silp. “Minori non accompagnati, perlopiù extracomunitari senza documenti e senza dimora, custoditi a volte per giorni grazie alla solidarietà delle donne e degli uomini in divisa”, concludono.
Roma, 23 gen — Casa di lusso in centro Roma con wifi e ascensore per le coppie di immigrati Lgbt che chiedono asilo politico o mirano all’ottenimento dello status di rifugiato in Italia: lo prescrive un bando di gara del Comune di Roma lanciato il 13 dicembre scorso, con scadenza il 20 gennaio.
Entro questa data dovranno pervenire le offerte per la messa a punto di un piano che, come fa sapere oggi Affaritaliani, mira a tutelare adulti singoli e famiglie «titolari del sistema nazionale di accoglienza Sai, in centri residenziali e di accoglienza diffusa». Come da determina comunale del 24 novembre, il progetto utilizza parte dei fondi statali per 23 milioni e 780 mila euro l’anno e prevede 1320 posti da utilizzare nel triennio 2023-2025». Un fiume di soldi.
Case accoglienza di lusso per immigrati Lgbt
Il bando ha la firma dell’assessore alle Politiche Sociali, Barbara Funari. E’ il lotto 4 a lasciare particolarmente a bocca aperta, quello in cui vengono elencati i requisiti degli appartamenti destinati agli immigrati Lgbt. Questi dovranno «essere ubicati in zone centrali, in quartieri che favoriscano l’inserimento delle persone accolte nel contesto locale, facilitando la costruzione di rapporti relazionali necessari per il raggiungimento di un’adeguata integrazione sociale». Niente quartieracci periferici per i cocchi della giunta Gualtieri: quelli rimangono prerogativa di quei pezzenti dei romani, che tanto, a vivere stipati in casermoni malsani e senza servizi, ci sono abituati.
Gli appartamenti dovranno poi «prevedere l’assenza di barriere architettoniche e/o essere provvisti di ascensore, laddove gli stessi non siano edificati al pian terreno o non si sviluppino all’interno di unità immobiliari terratetto» e garantire al loro interno «la copertura di una rete wifi per consentire alle persone accolte la possibilità di poter accedere gratuitamente ai collegamenti on-line, in modo da consentire la fruizione di servizi educativo-formativi e lavorativi previsti dal progetto».
Gli immigrati sono i primi omofobi
Il motivo di tanto riguardo nei confronti degli immigrati Lgbt è spiegato dal rapporto dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati: «Il livello di accettazione delle persone LGBT+» risulta essere «molto basso nei centri d’accoglienza: l’esperienza di convivenza di persone LGBT+ in contesti di accoglienza collettiva rischia di ostacolare l’emersione o l’espressione di un’identità di genere o di un orientamento sessuale dissimile dal resto dei conviventi». Che tradotto significa: i cari fratelli migranti non sopportano la convivenza con persone Lgbt nelle strutture di accoglienza; ma chi riceve implacabilmente la lettera scarlatta dell’omofobia (e del razzismo, e del riscaldamento climatico, e del sessismo) è sempre il signor Rossi.
Così, per evitare che i rifugiati riducano a brandelli le coppie gay o genderfluide di turno, si piazza queste ultime in strutture di accoglienza di super lusso, equiparandole alle donne vittime di violenza o di riduzione in schiavitù. Resta solo da capire se gli immigrati Lgbt dovranno tangibilmente dimostrare le loro inclinazioni sessuali non etero, oppure, come è più probabile, verranno creduti sulla parola. In tal caso, permetteteci di nutrire qualche dubbio sulla genuinità delle dichiarazioni che alcuni di questi soggetti effettueranno per ottenere un «posto in paradiso».
Il #partitodemocratico, con il suo falso buonismo e finto filantropismo, continua ad essere sempre dalla parte sbagliata, inopportuna, scorretta, ingiusta e favorisce una immigrazione clandestina, che per il 92% è maschile, giovanile e di tenore borghese e NON certo gente che scappa da povertà e neanche da guerre e persecuzioni. SI HA LA FORTE SENSAZIONE CHE AL PD INTERESSINO POCO O NIENTE I PROBLEMI DI MILIONI DI ITALIANI POVERI E SENZA FUTURO MENTRE INVECE INTERESSI TANTISSIMO OCCUPARSI DI MIGRANTI, CHE COME DETTO, PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA, NON SONO VITTIME NÉ DI GUERRE, NÉ DI PERSECUZIONI NÉ DI POVERTÀ O INDIGENZA !!! IL PD NON non HA ANCORA CAPITO PERCHÉ HA PERSO le ELEZIONI POLITICHE ULTIME SCORSE . Cristina Gauri
https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/quartarepubblica/roma-lattenzione-nei-confronti-dellimmigrazione_F312336401004C11
Dal settimanale " Milano è Milano.it "⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️
Altro sindaco del #PD ➡️➡️➡️Milano, 28 gennaio – Beppe Sala non si smentisce mai. Per non tradire i suoi amici immigrati, ora pensa a dar loro uno stipendio. Alla faccia dei disoccupati milanesi. Perché Milano è una città dove la disoccupazione giovanile, seppur in controtendenza con il resto d’Italia, è al 18% e al 10% quella generale.
Ma non basta, a Milano la parola migranti fa rima con delinquenza. Perché il blitz dei giorni scorsi in Stazione Centrale, elevata a dimora abituale di migliaia di immigrati che bivaccano notte e dì, ha restituito uno spaccato di furti, vandalismo, degrado, oltre a due arresti e all’espulsione di 9 risorse, per lo più marocchine, romene e tunisine. Altri 19 dovranno lasciare l’Italia entro una settimana, su altri 7 si sta decidendo in questi giorni.
Dinnanzi a uno spettacolo degno delle peggiori città malfamate, Sala che fa? Pensa a ripulire la città? Pensa ad aumentare la vigilanza? Pensa a mettere ordine? Niente di tutto questo. Pensa a dare uno stipendio agli immigrati. Come riporta il Giornale, il sindaco, ricordiamo indagato per scandali legati a Expo, a proposito dei migranti giunti a Milano sostiene: “bisogna cercare di farli lavorare, ma perché devono avere una assicurazione e il lavoro va retribuito. Il punto è solamente essere legittimati a farli lavorare: di lavoro a Milano, anche relativo alla manutenzione e al decoro della città, se ne può trovare. Continuo a insistere con il governo perché credo che sia nell’interesse di tutti il Paese, non solo di Milano”. La priorità a cercar forza lavoro, quindi, secondo Sala non va data ai milanesi, magari ai giovani o a quei cinquantenni che il lavoro l’hanno perso, faticano a ritrovarlo e per loro la pensione è un miraggio. No, bisogna pensare prima ai migranti.
Intanto la Questura ha precisato che Sala non è sotto scorta, ma che in seguito alle contestazioni al primo cittadino milanese da parte di militanti di Casapound, “la Questura ha disposto un’attività preventiva di vigilanza, a cura della Digos, nei luoghi degli incontri pubblici del Sindaco”.
Anna Pedri
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State organizzando il vostro matrimonio?
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finnianson · 2 years ago
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IUS SCHOLAE
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Fermo restando che ho una enorme fiducia nella capacità della scuola di creare senso di comunità e integrazione reale..
Ritengo tuttavia che si tratti di un provvedimento a mio modo di vedere incompleto e insufficiente che deve essere migliorato per rafforzare la tutela degli interessi dei minori.
in determinate occasioni, sia emergenziali che ordinarie, il fatto che un minore abbia una cittadinanza differente da quella dei genitori può costituire una fonte di problemi di difficile soluzione.
Non dimentichiamoci che in determinate circostanze, come in occasione di vacanze nella madre patria, la cittadinanza di origine rappresenta una tutela per il minore e la possibilità di accedere più facilmente a determinati servizi.
È opportuno che il provvedimento preveda la possibilità di mantenere la doppia cittadinanza. Sarà il minore stesso al compimento della maggiore età a decidere se mantenere la doppia cittadinanza o se scegliere una delle due.
Una reale politica di integrazione si persegue conoscendo e riconoscendo, anzi esaltando la differenza tra le diverse culture, che rappresentano una grande ricchezza da preservare,
non è attraverso una mera omogeneizzazione burocratica che si costruisce una società multietnica.
E neppure attraverso una omogeneizzazione di tipo commerciale che passa attraverso alla diffusione di beni di consumo e di intrattenimento uguali per tutti.
Questo modello di integrazione ha già mostrato tutta la sua drammatica inefficacia in America, come in Francia.
Non è consigliabile tentare di appiattire e smussare le differenze culturali in una pappa indistinta e indifferenziata.
Al contrario è necessario apprendere il più possibile gli uni dagli altri in modo da gestire le differenze nella loro talvolta incredibile complessità.
In questo la Scuola italiana ha fatto e sta facendo dei miracoli, malgrado ogni governo si accanisca su di essa, con tagli selvaggi, gravami burocratici, privatizzazioni. Le morti degli studenti durante l'alternanza scuola-lavoro che gridano vendetta, gli insegnanti e i bidelli più sottopagati d'Europa usati come carne da cannone durante la pandemia, i sistemi di aerazione e il potenziamento dei trasporti pubblici mai attuati.
Esattamente come il Green Pass, lo Ius Scholae è il tentativo burocratico di nascondere le inadempienze dei governi.
Centri di accoglienza simili a lager gestiti per fare profitto, lavoratori stranieri sfruttati e sottopagati quando non schiavizzati dal caporalato, assenza di accordi per corridoi umanitari, rotte migratorie pericolosissime appaltate alla vigilanza di enti privati invece che agli Stati.
Ci servono azioni concrete sull'integrazione, sulla scuola, sulla sanità e non i soliti paraventi con cui creare alibi all'inattività, o peggio, tentativi maldestri di insabbiare i delitti contro la personalità dello Stato e contro gli esseri umani.
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cerentari · 2 months ago
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Le nuove grida manzoniane 732
La banda merdoni ha partorito il solito sgorbio, e lo ha battezzato decreto sicurezza (di finire al gabbio). Vediamo i nuovi gravissimi reati. Resistenza passiva in carcere e nei centri per migranti (norma Alcatraz) Uno dei nuovi reati previsti riguarda la partecipazione a rivolte o resistenze passive nei penitenziari e nei centri di accoglienza per migranti. Chiunque prenda parte a tali azioni…
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notiziariofinanziario · 2 months ago
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Le piogge intense portate dalla tempesta Boris hanno provocato inondazioni in diverse zone dell’Emilia-Romagna
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Nei giorni scorsi la tempesta Boris aveva già causato grosse inondazioni e la morte di una ventina di persone nell’Europa centrale. Nella notte tra mercoledì e giovedì ha creato disagi soprattutto nel bolognese e in provincia di Ravenna, dove ci sono centinaia di persone sfollate. La presidente regionale Irene Priolo ha detto che la quantità di pioggia caduta nelle ultime ore è paragonabile e in alcuni casi superiore a quella delle gravi alluvioni del maggio del 2023. Tra i comuni coinvolti ci sono Faenza e Castel Bolognese, che avevano già subìto gravi danni a causa delle inondazioni dell’anno scorso. A Faenza è straripato il fiume Lamone, che ha allagato alcune campagne a sud della città, mentre il sindaco Massimo Isola ha detto che il torrente Marzeno ha causato inondazioni e disagi nella zona intorno a via Cimatti, sempre a sud-est: nella zona l’acqua alta è arrivata a «un metro e mezzo-due», ha detto Isola, e una decina di persone ha lasciato la propria abitazione con l’aiuto dei vigili del fuoco. Giovedì mattina sono cominciati gli interventi della Protezione Civile sia nelle zone dove si sono verificate criticità nel sistema fognario, sia in quelle allagate dall’esondazione del Marzeno; il Comune invece sta coordinando lo svuotamento di cantine e altri locali riempiti da acqua e fango. «Siamo molto distanti dall’evento impattante dell’anno scorso» perché in città il Lamone «non ha creato problemi», pur avendo continuato a riempirsi a valle, ha detto giovedì mattina Priolo. A Castel Bolognese, a pochi chilometri da lì, è straripato il Senio, provocando inondazioni che si stanno avvicinando al centro. Il Comune di Lugo, che nel 2023 era stata una delle località più colpite dalle alluvioni, ha fatto sapere che una rottura nell’argine del Senio rischia di causare inondazioni e disagi in diverse aree del comune: per questo giovedì mattina è stata ordinata l’evacuazione di tutte le abitazioni del territorio con il solo piano terra, mentre al resto della popolazione è stato raccomandato di portarsi ai piani alti, con beni di prima necessità, cellulare e caricabatterie. Sempre a causa dell’esondazione del Senio ci sono stati allagamenti anche a Bagnacavallo. Al momento non risultano feriti o dispersi, ma in tutta la regione ci sono oltre mille sfollati, che hanno passato la notte nei centri di accoglienza predisposti dai vari Comuni: la prefettura di Ravenna ha comunicato che in provincia sono state evacuate circa 800 persone, tra cui 130 a Brisighella, dove ci sono state frane su varie strade. «Non ci avviciniamo assolutamente ai numeri dello scorso anno», ha comunque commentato Priolo, ricordando che durante le alluvioni del 2023 erano stati circa 45mila. Le forti piogge hanno creato disagi anche nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Rimini. Mercoledì sera il Comune di Bologna aveva disposto l’evacuazione di diversi edifici a causa dell’innalzamento delle acque del torrente Savena, che scorre nella parte orientale della città, e nella notte è stata diffusa un’allerta anche per il livello delle acque del Ravone, che attraversa il centro. Nel bolognese ci sono state varie frane e hanno dovuto lasciare le loro case 165 persone, 120 delle quali a Budrio. Altre decine di persone sono state evacuate a Loiano, Fontanelice, Molinella, Monterenzio, Imola, Castel Maggiore e Castel San Pietro Terme. In tutta la provincia sono in corso interventi dei vigili del fuoco per gestire gli edifici allagati e rimuovere gli alberi caduti. A Rimini le mareggiate hanno allagato alcuni stabilimenti balneari, mentre a Forlì sono state evacuate 14 persone che erano ospiti in una RSA. A Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, diversi edifici sono stati allagati a causa dell’esondazione del torrente Tramazzo, che passa attraverso il centro storico: in base alle prime misurazioni il livello delle acque del fiume ha superato quello registrato durante le alluvioni del maggio del 2023. In tutta la provincia di Bologna ci sono strade e ponti chiusi o percorribili con limitazioni, come anche in altre zone della regione. A causa del maltempo la circolazione ferroviaria è sospesa tra Forlì e Faenza, tra Ravenna e Castel Bolognese, tra Ravenna e Ferrara, tra Ravenna e Faenza, e tra Varano e Loreto (che si trovano nelle Marche): diversi treni ad alta velocità sono stati cancellati oppure hanno subìto modifiche al percorso. In seguito all’allerta rossa Priolo aveva disposto per giovedì la chiusura delle scuole nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. In alcuni videocondivisi su Facebook nella notte, Priolo aveva parlato di una situazione «molto complessa» per quanto riguarda i bacini dell’Idice e del Sillaro nel bolognese, del Senio e del Lamone nel ravennate e del Montone, nel forlivese, citando tra le situazioni più critiche quelle a Castrocaro e a Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, dove il sindaco Jader Dardi ha detto che la situazione rischia di essere ancora più grave rispetto a quella del 2023. In vista delle piogge intense attese per mercoledì e giovedì, sono state mobilitate trenta squadre della Protezione Civile provenienti da Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana e dalla Provincia autonoma di Trento. Nelle prossime ore la situazione dovrebbe migliorare, ma nel frattempo sindaci e autorità locali hanno chiesto alle persone di restare ai piani alti delle case, evitare gli spostamenti non necessari e, quando possibile, ricorrere allo smart working. Per giovedì è ancora prevista l’allerta rossa per i rischi collegati alle piogge intense per tutta la Romagna e per buona parte del bolognese, mentre è in vigore quella arancione per altre aree dell’Emilia-Romagna e delle Marche, dove è esondato il torrente Arzilla, nel pesarese, e sono stati segnalati alcuni allagamenti ad Ancona. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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Al via il Pride Park di Napoli
Ha aperto i battenti a Piazza Carlo III, la seconda edizione del Pride Park di Napoli. Anche quest’anno, nello storico palazzo monumentale si alterneranno eventi culturali, politici e artistici nel segno dell’inclusione e della condivisione. L’Albergo dei Poveri ospiterà anche, martedì 25 giugno, alle ore 10.00, alla presenza del Sindaco Gaetano Manfredi e dell’Assessore Emanuela Ferrante, la conferenza di presentazione del Napoli Pride 2024 in programma a Napoli, sabato 29 giugno. "L’adesione del Comune al Pride – ha affermato l’Assessora Ferrante – è il segnale di quanto questa Amministrazione sia sensibile al rispetto delle persone e pronta a condannare qualunque forma di discriminazione. Con i tempi che corrono, è necessario manifestare e diffondere tale messaggio con un segnale forte e colorato, affermando con determinazione l’impegno e la costanza nella difesa dei diritti" Pride Park di Napoli, seconda edizione La seconda edizione del Pride Park di Napoli, fortemente voluta dal Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, è organizzata dal comitato Napoli Pride (Antinoo Arcigay Napoli, ALFI le Maree, Associazione Trans Napoli e Pride Vesuvio) in collaborazione con il Comune di Napoli.Tra gli ospiti della prima giornata l’ex Presidente della Camera, Roberto Fico, da sempre vicino alle istanze delle persone LGBTQIA+, e ad aprire il Pride Park l’Assessora per le Pari Opportunità Emanuela Ferrante. Sabato 22 giugno, alle ore 17:30, nella sala conferenza del Pride Park, avrà luogo un talk su CENTRI ANTIDISCRIMINAZIONE E STRUTTURE D’ACCOGLIENZA PER PERSONE LGBTQIA+ a cui interverranno: SERGIO MAZZOCCA (Servizio antiviolenza e pari opportunità del Comune di Napoli), ALESSANDRO BATTAGLIA (Presidente associazione Quore e referente progetto ToHousing), GIORGIO ZINNO (Sindaco di San Giorgio a Cremano), ANTONELLO SANNINO (Casa delle Culture e dell’Accoglienza delle persone LGBTQIA+ di Napoli e Codice Rainbow Caivano), CARLO CREMONA (Casa accoglienza LGBT Questa casa non è un albergo), PAOLO RUSSO (Centro antidiscriminazione LGBT Pomigliano d’Arco). Da remoto, si collegheranno i delegati dei Centri d’accoglienza di diverse città italiane. Nella stessa giornata, alle ore 21:00, un gruppo di attrici e attori del format di successo DIGNITÀ AUTONOME DI PROSTITUZIONE, creato e diretto da LUCIANO MELCHIONNA, irromperà con la sua consueta esuberanza iconoclasta nello spazio del Pride Park. Il programma per domenica La giornata di domenica 23 giugno sarà dedicata, invece, a tematiche connesse alla scuola e alla legalità. Dalle 18:00 alle 19:00, nella sala conferenze, si svolgerà un talk su scuola, identità alias e bullismo, a seguire avrà luogo l’evento centrale della giornata, dedicato al lavoro e al drammatico fenomeno dell’usura a partire dall’opera teatrale CRAVATTARI del drammaturgo e regista FORTUNATO CALVINO, pièce che, proprio quest’anno, festeggia trent’anni di successi. Sarà l’occasione per assistere al film tratto dallo spettacolo teatrale e per approfondire l’argomento con un talk a cui parteciperanno lo stesso FORTUNATO CALVINO (drammaturgo e regista), GILDA CERULLO (Scenografa  e insegnante all'Accademia di Belle Arti di Napoli), VITTORIO CICCARELLI (Direttore generale per la Campania della Fai), ROSARIO D’ANGELO (referente regionale FAI), NINO DANIELE (Presidente del Premio Amato Lamberti , LUIGI FERRUCCI (Presidente FAI -Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiana), DIEGO GUIDA (editore), RENATO LORI (Scenografo e insegnante dell'Accademia di Belle Arti di Napoli) e alcuni attori del cast di Cravattari.  Coordinano il talk Mara Biancamano e Claudio Finelli. La due giorni di lunedì e martedì Le giornate di lunedì 24 e martedì 25 giugno, dedicate rispettivamente alla Transizione ecologica e all’immigrazione (24 giugno) e alla Costituzione (25 giugno), recepiscono il supporto organizzativo dell’Associazione Aperitivo Resistente. Lunedì 24 giugno, alle ore 19:00, dopo lo svolgimento di una conferenza internazionale organizzata dall’associazione iKen, sarà la volta del talk LA PACE PER L’AMBIENTE: CRISI CLIMATICA, GIUSTIZIA AMBIENTALE E DIRITTI a cui parteciperanno: ANNAMARIA ARNESE (Greenpeace), ANTONELLA CAPONE (Alfi Le Maree), ANNA FAVA (Italia Nostra), MARIA LIONELLI (Slow Food), ROBERTO MEZZALAMA (Ingegnere Ambientale) , GUIDO SANNINO (Rigenera) , ANTONELLO SANNINO (Antinoo Arcigay Napoli). Modera: VINCENZO CAPUANO (Aperitivo Resistente). Diritti e Costituzione Martedì 25 giugno, sempre alle 18:00, si discuterà di Costituzione con l’evento: DIRITTI E COSTITUZIONE: NON VOGLIAMO CAMBIARLA VOGLIAMO ATTUARLA, Tavola Rotonda organizzata da Aperitivo Resistente con FRANCESCO AMORETTI (ANPI), MAURIZIO DE GIOVANNI (Scrittore), EMMA FERULANO (Chi Rom E Chi No), ANDREA MORNIROLI (Dedalus), CHIARA PICCOLI (Alfi Le Maree), MASSIMO VILLONE (Coordinamento Per La Democrazia Costituzionale), NOOR SHIHADEH (Attivista). Modera e interviene per Antinoo Arcigay Napoli: Vincenzo Capuano. Martedì 25 giugno sarà la volta anche dell’evento dedicato alla GIORNATA INTERNAZIONALE DEL RIFUGIATO con la presenza di MATTIA PERADOTTO, coordinatore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. La conclusione Dal 26 al 28 giugno, il calendario diventerà ancora più fitto d’eventi con OMAGGIO A ENZO MOSCATO a cui prenderanno parte ISA DANIELI, CRISTINA DONADIO, IMMA VILLA, GINO CURCIONE, EMILIO MASSA e GIUSEPPE AFFINITO (mercoledì 26 giugno alle 18:30); con la giornata dedicata al corpo e alla libertà (giovedì 27 giugno); con gli eventi politici e culturali imperdibili dell’ultimo giorno del Pride Park, dedicato a politica e diritti. Read the full article
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