#soggettività
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gregor-samsung · 3 months ago
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– Quei due sembrano cosí felici di vedersi, – disse Direttrice. E allora mi accorsi che li stava osservando non meno attentamente di me. – Sí, sembrano felicissimi, – dissi. – Però è strano, perché sembrano anche turbati. – Oh, Klara, – mormorò Direttrice. – A te non sfugge mai nulla. Poi Direttrice tacque a lungo, reggendo in mano il cartello con lo sguardo fisso al di là della strada, anche dopo che la coppia era scomparsa alla vista. Infine disse: – Forse non si vedevano da molto tempo. Forse l’ultima volta che si erano abbracciati cosí, erano ancora giovani. – Vuol dire che si erano persi, Direttrice? Restò zitta un altro momento. Poi disse: – Sí. Deve essere andata cosí. Si erano persi. E forse solo adesso, per puro caso, si sono ritrovati. Direttrice aveva una voce diversa dal solito e, anche se i suoi occhi erano puntati sul fuori, pensai che non stava guardando niente in particolare. Cominciai addirittura a chiedermi che cosa avrebbero pensato i passanti vedendo Direttrice trattenersi in vetrina con noi tanto a lungo. Si girò dando le spalle al vetro e mentre ci passava accanto mi sfiorò una spalla. – Certe volte, – disse, – in momenti speciali come quello, la gente prova un dolore insieme alla felicità. Mi fa piacere che tu osservi tutto quanto cosí attentamente, Klara. Poi Direttrice se ne andò, e Rosa disse: – Che strano. Chissà che cosa voleva dire.
Kazuo Ishiguro, Klara e il Sole, traduzione di Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2021, p. 22.
[Edizione originale: Klara and the Sun, Faber and Faber Limited, 2021]
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lucabaldassari · 3 months ago
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Rotoforo review
Sono felice di condividere con voi una review del mio progetto “Rotoforo”, scritta da Steve Bisson del Paris College of Art e Chief Editor di Urbanautica Institute. “Rotoforo” rappresenta per me un viaggio tra paesaggi esterni e interiori, una riflessione sulla molteplicità del nostro sguardo e su come la fotografia possa diventare un mezzo per esplorare e interpretare il mondo in modi…
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lospalatoredinuvole · 2 years ago
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La bellezza è nell'occhio di chi guarda.
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marcogiovenale · 9 months ago
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22 aprile, accademia di brera: primo incontro di francesca marica sulla pratica di scrittura poetica
Inventario Privato, Accademia di Brera, aula 8.Ospite del Prof. Pasquale Polidori e del suo corso di Arti Pittoriche, domani mattina Francesca Marica terrà un primo incontro sulla pratica di scrittura poetica analizzata lungo tre direttive variabili e scalari: soggettività/ linguaggio ed elemento spaziale.Lo spazio è uno degli argomenti centrali del corso di studi di questo anno e sul concetto di…
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divulgatoriseriali · 2 years ago
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La nostalgia dell'analogico: perché ci manca il linguaggio dei vecchi tempi? Perchè rivogliamo il tubo catodico e la pellicola?
Ricordi quando la TV era solo una scatola grande con un tubo catodico al suo interno e i colori erano nitidi e vivaci? O quando ascoltare una canzone significava mettere un disco in vinile su un giradischi? Quei vecchi tempi erano caratterizzati dal linguaggio analogico, un tipo di comunicazione che ora sta diventando sempre più raro. Continue reading Untitled
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deathshallbenomore · 2 months ago
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Soggetto nomade
Agosti Battaglia Carmi Catalano Russo
Identità femminile attraverso gli scatti di cinque fotografe italiane 1965 1985
Postfazione di Rosi Braidotti. Introduzione di Cristiana Perrela e Elena Magini.
Produzioni Nero, Roma 2020, 176 pagine, brossura, 22 x 26,3 cm, ISBN  9788880560760
euro 25,00
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"Soggetto nomade" raccoglie in un unico volume gli scatti di cinque fotografe italiane realizzati tra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta, che restituiscono da angolazioni diverse il modo in cui la soggettività femminile è vissuta, rappresentata, interpretata in un periodo di grande cambiamento sociale per l'Italia. Anni di transizione dalla radicalità politica all'edonismo, anni di piombo ma anche anni di grande partecipazione e conquiste civili, dovute principalmente proprio alle donne, e alle battaglie femministe. Una riflessione sull'identità e sulla sua rappresentazione che prende le mosse dai ritratti dei travestiti di Genova di Lisetta Carmi (Genova, 1924), dove la femminilità è un'aspirazione, e si declina attraverso le immagini di attrici, scrittrici e artiste di Elisabetta Catalano (Roma, 1941-2015), gli scatti sul movimento femminista di Paola Agosti (Torino, 1947), le donne e le bambine di una Sicilia sfigurata dalla mafia di Letizia Battaglia (Palermo, 1935) e infine gli uomini che per un giorno assumono l'identità femminile nel carnevale di piccoli centri della Campania esplorati da Marialba Russo (Napoli, 1947). 
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11/02/23
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queerographies · 8 months ago
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[Alla prova delle passioni][Tommaso Scaramella]
Amori Nascosti e Storie Non Conformi: La Rilettura della Storia Lesbica e l’Omoerotismo nell’Arte e nella Letteratura Italiana Titolo: Alla prova delle passioni. Sessualità non conformi e soggettività fra età moderna e contemporaneaScritto da: Tommaso ScaramellaEdito da: Edizioni ETSAnno: 2024Pagine: 188ISBN: 9788846767776 La sinossi di Alla prova delle passioni di Tommaso Scaramella La…
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iimsc · 1 month ago
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forse un oggetto è un legame che ci permette di passare da un soggetto all'altro, di vivere in società, di stare insieme. eppure un oggetto che ciascuno vede soggettivamente diverso è il solo legame che stabilisce un rapporto sociale e permette di dire che si vive insieme. ma allora poiché il rapporto sociale è così ambiguo, e il pensiero divide così come unisce, e le parole uniscono per quello che esprimono e separano per quello che omettono; poiché il mio pensiero diverso da quello di tutti gli altri mi divide dagli altri mentre mi rende simile a loro; poiché un abisso separa la certezza soggettiva che io ho di me stesso, dalla realtà oggettiva che io rappresento per gli altri; poiché il senso di colpa mi opprime anche quando mi sento innocente; poiché ogni evento trasforma la mia vita quotidiana; poiché non mi riesce di comunicare, cioè di comprendere e farmi comprendere - di amare e farmi amare; poiché ogni fallimento mi confina nella solitudine; poiché non posso sottrarmi dall'obiettività che mi schiaccia, né alla soggettività che mi esilia; poiché non posso inalzarmi fino all'essere, né cadere nel nulla io devo ascoltare, devo guardare intorno a me più che mai. il mondo, il mio simile, mio fratello
due o tre cose che so di lei; jean-luc godard
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risposte-e-reblog-randagi · 3 months ago
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ma non è la questione di essere leoni....perché è capitato anche a me di essere mollata e allontanata senza tante spiegazioni o, peggio ancora, di essere ghostata ....e ciao .... arrivederci....
La questione è che forse soffriamo per un qualcosa che abbiamo idealizzato nella nostra testa...e che forse realmente non c'e mai stato....
Era solo un pensiero profondo sul fatto che essere lasciati fa male ,certo, ma in fondo quella persona che ha deciso di allontanarsi forse non meritava così tanto.....
...puoi avere ragione, ma il tuo è l'atteggiamento di chi, a cenere fredda, va a descrivere cosa ha causato l'incendio, come si è sviluppato, come avrebbe potuto essere evitato, quale sarebbe stato il miglior modo di scampargli...converrai che, se nell'incendio ci si trova nel bel mezzo del rogo, la percezione delle cose è meno confortevole e metabolizzabile...memento (anche a me stesso): è la percezione a definire la realtà, e per quanto ci si sforzi di oggettivizzare, se siamo molto coinvolti, la soggettività prende il sopravvento...
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astra-zioni · 6 months ago
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Piena di gente che mi scrive - quindi non dovrei sentirmi sola, giusto? Eppure è tutta gente che mi scrive all’una di notte in vena di confidenze, mi scrive la sera per chiedermi di vederci in quel momento “proposta random” a cui neanche più rispondo perché come glielo spieghi senza risultare stronza che i rapporti umani non possono basarsi sulle altrui esigenze egoriferite in cui io non conto più come soggettività unica, come Chiara, la quale diventa prontamente sostituibile al fine di riempire quel buco esistenziale con qualcun altro. E allora che senso ha vederci, sentirci, se la base al fondo è sbagliata - non è genuina voglia di conoscere l’altro - ma di accollare all’altro il peso della solitudine che sentite. E tutti quei “raccontami qualcosa”, come se l’altro dovesse intrattenervi, essere a disposizione sempre, ignorando financo il periodo che l’altro sta passando; vi fiondate, come sempre, nella mia esistenza senza alcun garbo, alcun tatto, mossi unicamente da scopi egoistici; e non me ne faccio niente di te, Pinco Pallo, che ti ricordi che esisto perché una volta ogni tanto pubblico una mia foto - che a quanto pare ti accende (quella, e non altro) il desiderio di avere una conversazione con me. In sostanza io non invado nessuno ma sono continuamente invasa da gente con pretese, più o meno consapevoli, francamente assurde. Dove poi trovi io la forza in tutto questo marasma di merda di instaurare un legame autentico con chicchessia non lo so e onestamente non ne ho più voglia.
Non è che c’ho il disturbo borderline è che c’ho il disturbo che mi sono rotta i coglioni.
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thegianpieromennitipolis · 4 days ago
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ARTISTI CONTEMPORANEI - di Gianpiero Menniti
LA MISTERIOSA VITA DELLE COSE
"Nulla esiste se non attraverso il linguaggio."
E ancora:
"Il focus della soggettività è uno specchio deformante".
Sono frasi pronunciate da Hans Georg Gadamer, il maestro di Marburgo, padre dell'ermeneutica contemporanea, arte e teoria dell'interpretazione dell'esistenza.
Davvero singolare la figura di Gadamer, nato esattamente nell'anno 1900 e scomparso nel 2002: si può affermare che nessuno meglio di lui sia stato un uomo del Novecento.
Eppure, raggiunse la notorietà solo negli anni '60 dopo la pubblicazione del suo capolavoro "Verità e Metodo".
Lo cito per raccontare un artista altrettanto singolare, calabrese, vibonese: Silvestro Bonaventura.
E per metterne in connessione le opere con il riferimento alla metafora dello "specchio deformante": la percezione soggettiva è influenzata da vari fattori culturali, sociali e storici che distorcono la visione della realtà.
In altre parole, ciò che vediamo e come ci vediamo è sempre mediato da questi "specchi" che non riflettono mai una verità pura e incontaminata.
Estrema espressione della soggettività: cosa c'è di più intensamente creativo di questo?
E di più profondamente reale?
Gli oggetti, la scena che li contiene e si costituisce innanzi agli occhi dell'osservatore, non è che l'effetto di un'interpretazione.
Non a caso Maurice Merleau-Ponty (filosofo francese dal pensiero raffinato, morì prematuramente nel 1961, quando Gadamer iniziava ad essere conosciuto) se ne fece carico per spiegare la controversa e resistente ricerca pittorica di Paul Cézanne: quella visione "im-mediata" che condusse alla mutazione dell'arte tra '800 e '900 e alla nascita dell'espressione artistica contemporanea.
Nelle sue tele, Silvestro Bonaventura racconta l'impossibilità dell'immagine ipostatizzata in una illusoria oggettività rivelandone, al contrario, l'incarnazione materiale, personificata, soggettiva.
Ed ecco che l'ermeneutica di Gadamer torna in campo.
E con lui l'idea che il linguaggio artistico formi l'esistenza delle cose.
Dopotutto, svelandone la natura: nulla di quanto appaia può essere astratto dalla relazione con l'osservatore, muta di sguardo in sguardo fino a quando il miraggio dell'oggettività non tracolli nell'utopia, in una fragilissima costruzione dalla consistenza chimerica.
La radicalità di quest'esperienza conduce, necessariamente, verso una pittura che stressa la concezione fino al limite possibile: non sfocia nell'astrazione ma riflette un modello di mondo nel quale le "cose" possiedono l'anima degli stessi occhi che le osservano.
Gli oggetti prendono vita e varcano la scena loro assegnata con la vividezza cromatica e l'impeto impedito alle "burrose" nature morte di Giorgio Morandi.
Dunque, da annullare in partenza ogni suggestione verso Derrida, nessuna "decostruzione", nessuna contraddizione con la "realtà" mentre è vivida la sensazione del "reale": l'irrappresentabile plasmato nella forma simbolica della deformazione, del dinamismo, del movimento.
Così, con Silvestro Bonaventura, il muro invalicabile della percezione viene saltato di slancio per approdare a un testo pittorico che si anima in una narrazione piacevolmente caotica e coinvolgente, imprevedibile, ricca di colpi di scena.
Come a teatro.
Il teatro come la vita.
La vita che si fa arte.
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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L'affinità elettiva
è una circostanza eccezionale.
Essa è caratterizzata dall'incontro
di due soggettività tra le quali si stabilisce repentinamente una sintonia totale,
che investe il corpo non meno dell'anima.
Una sintonia siffatta non implica né l'identità dei soggetti né la loro complementarietà.
Essa attesta che, per alcuni aspetti significativi, che riguardano il modo di sentire,
di pensare e di agire,
due mondi di esperienza vibrano all'unisono
e pertanto realizzano, tra loro, un'intimità che non può essere espressa dalle parole: un'intimità viscerale,
le cui radici affondano nell'inconscio.
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Johann Wolfgang von Goethe
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marcogiovenale · 8 months ago
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estratto dal saggio di marianna marrucci sulla "funzione pagliarani" (ieri su 'il manifesto')
Marianna Marrucci_ Elio Pagliarani, un’epica di fondazione di nuove soggettività_ in “il manifesto”_ 23 mag. 2024 LINK sul sito: https://ilmanifesto.it/elio-pagliarani-unepica-di-fondazione-di-nuove-soggettivita nella cartella stampa: https://mega.nz/file/7o81hazQ#enT7FBBAhhoWjTpGYoVckjm4AlCscl0Hc08OCxotpjg indirizzo della cartella stampa Pagliarani 2024: https://tinyurl.com/pagliarani2024 la…
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francesca-70 · 10 months ago
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
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Silvana Blasco
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blacklotus-bloog · 25 days ago
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L'orgasmo...
...è perdita di controllo, spersonalizzazione del corpo, perdita temporanea della propria soggettività mentale, accantonamento del proprio ego, caduta nell'anonimato. È divenire attraverso il proprio corpo uno strumento di piacere per l'altro godendo della remissività, dell'accoglienza del corpo. L'orgasmo è l'applauso finale di una serata all'opera quando si mette in scena la passione. È lei che ha aperto il sipario con un bacio.
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BLACKLOTUS
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