#visione distorta
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Rotoforo review
Sono felice di condividere con voi una review del mio progetto “Rotoforo”, scritta da Steve Bisson del Paris College of Art e Chief Editor di Urbanautica Institute. “Rotoforo” rappresenta per me un viaggio tra paesaggi esterni e interiori, una riflessione sulla molteplicità del nostro sguardo e su come la fotografia possa diventare un mezzo per esplorare e interpretare il mondo in modi…
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Sembra che le donne più belle scelgano sempre gli stronzi più tremendi, i fasulli più evidenti. Credi che io sia geloso o che abbia una visione delle cose un po' distorta? Hai perfettamente ragione, amico. La donna va col fasullo perché lui sa mentire bene. Charles Bukowski
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“contraflow driving without control” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram) Erano circa le undici di una mattina come molte altre. Con la testardaggine di chi è convinto di sfidare il destino potendolo battere, Raymon pedalava senza mani, nel senso opposto a quello di marcia, mentre il suo volto esprimeva una smodata sicurezza.
Ogni pedalata era un atto di puro coraggio, un inno alla vulnerabilità di chi decide di andare alla deriva senza mappe.
Le automobili che lo sfioravano suonavano il clacson, ma lui continuava la sua sciocca cavalcata, come se la sua visione distorta del mondo lo proteggesse da ogni pericolo.
Si infilò in un vicolo all'ombra, dove la luce stessa pareva troppo timida per seguirlo.
Chissà se in quel momento, mentre il suono di una sirena di un'ambulanza si faceva sempre più vicino, Raymon capì l'assurdità delle sue scelte. La vita, come una strada al crepuscolo, non fa sconti a chi trascura il buon senso per inseguire una libertà priva di significato.
La città, con le sue strade illuminate come palcoscenici e gli angoli in ombra a fare da sipario all'ordinarietà, assisteva impotente alla tragedia di un uomo. Convinto di attraversare indenne l'oscurità, finì per smarrirsi per sempre nella sua stessa incoscienza.
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Da: The Fiery Cross
Parte seconda, cap. 18
La chiamata dei capo clan.
La brezza proveniva da ovest. Jamie alzò il mento, godendosi il suo tocco freddo sulla pelle accaldata. La terra digradava a onde di marrone e di verde, accese qua e là da sprazzi di colore che illuminavano la bruma degli anfratti come il chiarore di un fuoco da campo. Si sentì calare addosso una gran pace a quella vista, e respirò a fondo, mentre il suo corpo si rilassava. Anche Gideon si rilassò, ogni irascibilità ormai prosciugata come acqua da un secchio bucato. Pian piano Jamie lasciò cadere le mani sul collo del cavallo, che restò immobile, le orecchie puntate in avanti. Ah, pensò, mentre si impossessava di lui la consapevolezza di essere in un Posto con la P maiuscola. Pensava a posti del genere in una maniera inspiegabile a parole, limitandosi a riconoscerlo quando ne scovava uno. Avrebbe potuto definirlo sacro, se non fosse che la sensazione che gli procurava non c’entrava niente né con la chiesa né con i santi. Era semplicemente un luogo a cui sentiva di appartenere, e ciò bastava, anche se preferiva essere solo, quando gli capitava di trovarlo. Abbandonò del tutto le redini sul collo del cavallo. Nemmeno una creatura dalla mente distorta come Gideon avrebbe provocato guai, qui. E infatti il cavallo rimase tranquillo, con il massiccio e scuro garrese che fumava al freddo. Pur non potendo trattenersi a lungo, Jamie si sentiva profondamente soddisfatto di quella tregua... non solo dalla battaglia con Gideon, bensì anche dalle pressioni del prossimo. Aveva appreso molto tempo prima l’arte di isolarsi in mezzo a una folla, di cercare la privacy nella propria mente quando il corpo non poteva averne. Però era un montanaro nato, e aveva imparato presto anche l’incanto della solitudine, e l’aura di guarigione che emanavano i luoghi silenziosi. Tutto a un tratto ebbe una visione di sua madre, uno di quei piccoli, vividi ritratti che il suo cervello conservava gelosamente per poi tirarli fuori di punto in bianco in risposta a Dio sapeva cosa: un suono, un odore, qualche momentaneo ghiribizzo della memoria. Stava posando trappole per i conigli su una collina, quel giorno, tutto accaldato e sudato, con le dita irritate dalle ortiche e la camicia appiccicata alla pelle per via del fango e dell’umidità. Sua madre se ne stava là sotto l’ombra verdognola, a terra accanto a una piccola sorgente, del tutto immobile – il che non era da lei – con le lunghe mani ripiegate in grembo. Lei gli aveva sorriso in silenzio e lui le si era avvicinato, a sua volta senza parlare ma pieno di un grande senso di pace e contentezza, per poi appoggiarle il capo contro la spalla con un braccio di lei attorno alla vita, sapendo di trovarsi al centro del mondo. Aveva cinque anni all’epoca, o magari sei. All’improvviso, così come era arrivata, la visione svanì, simile a una trota luminosa che scompaia nell’acqua scura. Si lasciò dietro di sé la stessa sensazione di pace profonda, tuttavia, quasi che qualcuno lo avesse abbracciato, e una mano morbida gli avesse sfiorato i capelli. Scese rapidamente di sella per il bisogno di sentirsi gli aghi di pino sotto gli stivali, in una specie di collegamento fisico con quel posto. Per cautela legò le redini a un pino robusto, benché Gideon apparisse abbastanza calmo; abbassata la testa, stava brucando a terra in cerca di ciuffi d’erba secca. Jamie restò fermo un istante, poi si girò con cura a destra verso il nord. Non ricordava più chi glielo insegnato, se sua madre, suo padre o il Vecchio John, il padre di Ian. Recitò le parole, tuttavia, mentre girava in tondo seguendo il corso del sole, mormorando la breve preghiera a ciascuno dei quattro venti, per poi terminare a ovest, nel sole del tramonto. Raccolse a coppa le mani vuote e la luce le riempì, traboccandogli dai palmi.
Che Dio possa tenermi in salvo a ogni passo, Che Dio possa aprirmi ogni valico, Che Dio possa sgombrarmi ogni strada, E che possa accogliermi nelle Sue mani.
Seguendo un istinto più antico della preghiera, prese la fiaschetta dalla cintura e ne versò qualche goccia a terra. Brandelli di suoni gli giunsero sulle ali della brezza; risate e richiami, rumori di animali che si inoltravano nel sottobosco. Non lontana da lì, la carovana si trovava giusto dall’altra parte di una valletta, intenta ad aggirare lentamente la curva della collina di fronte. Doveva andare, adesso, raggiungerli nell’ultimo tratto di salita verso il Ridge. Eppure esitò qualche istante, restio a infrangere l’incantesimo di quel Posto. Captando con la coda dell’occhio un minuscolo movimento si chinò, strizzando gli occhi per scrutare la fitta ombra sotto un cespuglio di agrifoglio. Se ne stava lì immobile, perfettamente fuso con lo sfondo cupo. Non lo avrebbe mai visto, se i suoi occhi da cacciatore non ne avessero percepito il movimento. Un gattino piccolo piccolo, il pelo grigio gonfiato come un soffione maturo, gli enormi occhi spalancati che non battevano ciglio, quasi incolori nella tenebra. « A Chait», sussurrò tendendogli lentamente un dito. «Che cosa ci fai tu qui?»
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Queste persone in foto devono essere preda di enormi disagi psichici.
A prima vista, la maggior parte di loro sembra appena scesa da un bus proveniente dal Pio Albergo Trivulzio o dal Cottolengo, gita organizzata e pagata dal PD con annessa colazione al sacco (morbida, che denti in quelle bocche ce ne stanno pochi).
Tuttavia il disagio mentale, una vera e propria patologia psichiatrica, è ben più evidente di un mero tornaconto economico di una gita fuori Serraglio.
Lo dimostra la MASCHERINA in faccia alla vecchiaccia in sandali e calzini e maglioncino azzurro, un MUST dell'idiozia Piddiota.
Per quanto si possa essere dei venduti, infatti, NESSUNO approfitterebbe di una gita pagata mettendosi in faccia una roba del genere, che non ti permette di respirare, per quanta abitudine già ci sia alla maschera d'ossigeno nel proprio letto d'agonia.
Il disagio, la turba, è pertanto fortissima, enorme.
Nella visione distorta della realtà , infatti, dove si scambia un volgare e pericoloso criminale , per una vittima, solo perché diversamente pigmentato e dal nome africano (a parti invertite, se a crepare accoltellato fosse stato l'italianissimo e bianchissimo poliziotto, CO' CAZZ' che stavano là a far finta di piangere).
E , di conseguenza, per il fortissimo, schiacciante complesso di inferiorità che questi poveri negletti accusano nei confronti di questa sterpaglia rampicante che ci si è avvinghiata addosso.
Se li amate tanto e li ritenete così al di sopra di tutto, incluso voi stessi, dipingetevi le facce col carboncino e trasferitevi in Africa e non sfraganate i coglioni con queste minchiate.
Che pure lì , un fottutissimo Ospizio che vi accolga pure lo trovate.
Gius. Sab.
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Il vivere in modo eccessivamente negativo quello che ci capita è spesso conseguenza, oltre che di un impuntarsi sul lato emotivo a posteriori della scontentezza, anche di una visione distorta della realtà: una visione che vuole escludere il caso e il caos, pretendendo di etichettare ogni evento con un giudizio eziologico che ne individui le cause e uno di valore che sancisca il giusto e lo sbagliato. Tuttavia, in natura, caso e caos regnano sovrani ed è regola, piuttosto che eccezione, che gli eventi non siano inquadrabili in una struttura di senso che abbia fondamenta in cause determinabili e affacci su orizzonti valoriali.
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Che visione distorta che avete
Una visione diversa è solo diversa non distorta.
Se fosse distorta implicherebbe una sola visione delle cose nel mondo, e fortunatamente non è così.
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Ehi ciao, provo a scegliere di farti 2 delle domande che hai proposto:
60. Sai ascoltare?
83. Pratichi la gratitudine?
☀️
Ciao 😊 Grazie per queste domande, le hai scelte entrambe molto dolci ✨
60. Sai ascoltare? 🎀
Chi mi conosce o chi semplicemente è entrato in contatto con me mi ha sempre detto che so ascoltare, anzi, sarei addirittura una psicologa mancata. Non avendo motivi per mentirmi, non mi resta che fidarmi. Credo che questa mia capacità dipenda dall'avere empatia, sensibilità ed intelligenza emotiva elevate, ma secondo me queste caratteristiche la rendono più spontanea, naturale, istintiva, non certo esclusiva. Tutti possono praticare l'arte del saper ascoltare; c'è chi fa più fatica di altri, ma con un costante allenamento si ottengono sempre dei risultati, basta volerlo.
Il mondo di oggi ha tanto bisogno di riscoprire la bellezza di sapere ascoltare gli altri e ciò che ci circonda; ci sarebbero più umiltà, misericordia e amore, un po' come scrisse Alda Merini in una sua poesia:
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturare l’anima.
Coloro che hanno la carne a contatto
con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.
83. Pratichi la gratitudine? 🙏🏻
Credo in Dio, quindi sto imparando a ringraziarlo più spesso per tutto ciò che mi dona ogni giorno, soprattutto nei momenti più difficili, quando sembra che non ci sia niente per cui essere grati.
Da circa un anno sto anche scrivendo e decorando un bullet journal, in cui mi annoto tutte le cose belle accadute nell'ultimo periodo. Credo sia importante mantenere lo sguardo fisso sulla bellezza che ci circonda, perché nella società in cui stiamo vivendo non solo siamo bombardati di notizie, ma anche di negatività, quasi morbosa, come se ogni giorno accadessero solo disgrazie. Abbiamo, nostro malgrado, una visione distorta della realtà, per questo è importante riappropriarci della nostra obiettività, ricordarci che esiste anche il bene e che vale la pena combattere per esso, come ricorda Samvise Gamgee:
C'è del buono in questo mondo, padron Frodo; è giusto combattere per questo.
Infine, mi impegno anche a ringraziare gli altri il più possibile, non solo quando mi sono di aiuto (altrimenti si tratterebbe solo di educazione), ma anche per il semplice fatto di averli incontrati lungo il cammino o di averli addirittura come punti fermi nella mia vita. Spesso si tende a dare per scontata la presenza di qualcuno nella nostra quotidianità, invece bisogna sempre prendersene cura, perché tutti, che rimangano accanto a te per sempre o solo un giorno, che siano un bene o un male, sono un dono, un'opportunità per amare, crescere e imparare.
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Purtroppo hai una visione distorta non conoscendo la realtà. Lì fuori c'è un mondo crudele
Non so a cosa ti riferisci, ma in generale siamo noi che scegliamo cosa accettare e cosa no, le cose giuste verranno prima o poi.
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Per raggiungere un nuovo piano di coscienza l’uomo ha soprattutto bisogno di comprendere che una parte del suo essere è dominata dall’illusione dello spazio-tempo mentre l’altra sua parte vive nell’illimite e nell’eterno. L’individuo umano quando dice “io” si riferisce alla sua personalità limitata dallo spazio-tempo, e di conseguenza la sua visione dei problemi della vita è limitata e distorta. Bernardino del Boca di Villaregia art by_maldek_innovation_ ********************** To reach a new level of consciousness, man needs above all to understand that a part of his being is dominated by the illusion of space-time while the other part of him lives in the limitless and eternal. When the human individual says “I” he refers to his personality limited by space-time, and consequently his vision of the problems of life is limited and distorted. Bernardino del Boca di Villaregia art by_maldek_innovation_
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non capirò mai l’odio per i Wheeler (soprattutto Mike) da parte di alcune persone…
Guarda posso capirlo se guardi lo show solo una volta quando sei giovane e sono passati anni + tu non presti attenzione a Mike magari e segui quello che viene detto online su di lui... così in pratica ricordi più lo show dalla visione distorta di altre persone invece che avere una tua opinione equilibrata... ma una volta che riguardi lo show prestando davvero attenzione (se sei una persona matura e non un bambino o hai la mentalità da bambinetto) per me è impossibile odiarli... e sinceramente Mike OGGETTIVAMENTE non ha fatto nulla di così terribile da meritare tutto questo odio online e lo dico da persona il cui personaggio preferito è Will Byers ✌️
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LIMONOV
Quando si conversa di un film, tratto da un libro, è inevitabile che qualcuno si interroghi se il film sia meglio o peggio del libro e viceversa. Allora sgombriamo subito il campo dall’equivoco: un film è un film e un libro è un libro, quindi niente paragoni. “Limonov” (il film) di Kirill Serebrennikov, se non è un capolavoro, va molto vicino ad esserlo. Com’è noto (almeno a chi ha letto il libro di Emmanuel Carrère), Eduard (Eddie) Limonov è stato un poeta, un dissidente sovietico, un rivoltoso, un sognatore, un teppista, un leader politico, ma anche un maggiordomo, un metalmeccanico, un senza fissa dimora. A raccontarne la storia (stavo per scrivere la ballata e forse non sbagliavo) è stato Emmanuel Carrère nell’omonimo libro di qualche anno fa (edito in Italia da Adelphi) e ora la stessa storia la riscrive, con grande perizia narrativa cinematografica, Kirill Serebrennikov che riesce nell’impresa di raccontare la profonda anima russa di Limonov e allo stesso tempo riesce a ritagliare, con altrettanto spessore poetico, la figura del rivoltoso, quello che considerava i lavoratori “i cornuti della storia”, quello che sta con “i rossi, i neri, i gay, i portoricani, ossia con chi non ha niente da perdere”. Limonov nel 1974 lascia l’Unione Sovietica e le ristrette vedute di un ambiente intellettuale e dissidente sempre troppo ancorato ai riti, ai temi e alla poesia della tradizione in un ambiente soffocante e privo di grandi stimoli. La sua destinazione è la New York psichedelica e decadente degli anni Settanta, dove conduce una sregolatissima vita, ma sempre innervata della sua poesia, a contatto con fotomodelle e puttane, con una po’ prevedibile, benché adeguatamente distorta, “Walk on the Wilde Side” che fa da colonna sonora. Come si dice in questi casi, Limonov ama essere rotto a tutte le esperienze sia letterarie che sessuali e in questo, occorre dire, assomiglia molto ai bohémien di ogni latitudine e di ogni periodo, ma quel che di nuovo sembra portare il suo personaggio è una non-visione del mondo, sostituita da un lucido delirio guidato da un sano desiderio di sovversione che, parafrasando Leo Trotskj potremmo chiamare “sovversione permanente”. Ma tanto è forte la sete di rivolta, tanto è irresistibile il richiamo della (santa o meno) madre Russia. Tornato nella Mosca della Perestrojka, Limonov, inquieto poeta agit-prop, anarchico e ribelle come sempre, crea un movimento bolscevico-nazionalista più vicino alla cultura punk che a quella patriottica, movimento col quale partecipò fattivamente all’assalto al parlamento di Mosca nel settembre del 1993. Del resto il KGB lo temette sempre, proprio in virtù della sua difficile collocazione all’interno di un profilo di dissidente tradizionalmente inteso. Occorre aggiungere, e non è una questione di poco conto, che il titolo originale del film è “Limonov: the ballad”, titolo che indica molto più efficacemente, che non quello della versione italiana, che Serebrennikov abbia inteso girare un film sul personaggio, più che sulla sua epoca, e che i fatti e le cronache di quegli anni non hanno avuto una specifica rilevanza, poiché in altre epoche Limonov avrebbe trovato altre motivazioni ma sarebbe rimasto un poeta dall’anima tempestosa. Ricordiamo che Serebrennikov, da sempre in contrasto col regime di Putin, è stato costretto ad interrompere la lavorazione del film a causa dell’invasione dell’Ucraina. “Se i tuoi eroi sono Jim Morrison, Lenin, Mishima, Baader, sei già membro del nostro partito…” urla Limonov al suo esercito di disperati, quanti di noi, sono potenzialmente parte del suo partito?
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per quanto cinica possa essere la mia opinione, la realtà dei fatti è che il sistema patriarcale influenza e agisce su tutti i generi
è necessario e doveroso agire ed educare i nostri figli all'amore, così come è necessario educare le nostre figlie al rispetto di sé stesse
cresciamo bombardati da media che ci propongono relazioni disfunzionali, ci innamoriamo di quei sistemi e li trasportiamo nella vita reale, incapaci di distinguere finzione da realtà
e quelle storie disfunzionali, costituite da maschi "difficili e tormentati" e femmine "crocerossine", offrono e nutrono una visione distorta, corrotta e patriarcale dell'amore, che verrà ricercata nelle relazioni, fin dalle prime esperienze, illudendoci di un lieto fine, di un cambiamento di quell'uomo cattivo, ma il lieto fine non c'è, c'è solo violenza, perché le persone non cambiano
quando e se avrò dei figli insegnerò loro ad amare, ad accettare e a comprendere ciò che attraversa il loro animo, ad abbracciare la tenerezza e allontanarsi dalla violenza
e quando e se avrò delle figlie insegnerò loro che l'amore vero si basa sul rispetto, incondizionato e necessario, e che non dovranno accettare nessuna imposizione, nemmeno la più piccola e insignificante, e fuggire lontane dalle persone che al posto di amare cercano di possedere
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La Bugiarda
Le bugie della Meloni sui ristori agli alluvionati.
Quí non è arrivato un solo euro di quelli annunciati dal Governo nei primi giorni dell'alluvione, (soldi annunciati a favore di telecamere). I soli ristori sono arrivati dalla Protezione Civile e dai Comuni che ora si trovano impossibilitati a far fronte a qualsiasi altra spesa.
Il Governo dopo aver tergiversato più di due mesi prima di nominare il Commissario straordinario (il generale Figliuolo), non lo ha dotato nemmeno dei fondi necessari.
Come ammesso dallo stesso Generale che scherzosamente si è definito "un Commissario senza alcun portafoglio" e ha invitato i Comuni ad attendere il mese di settembre nella speranza che il Governo gli faccia arrivare gli indispensabili fondi.
È ora di sbugiardare le messinscene di questa poveraccia, spergiura e inadeguata a svolgere funzioni di Governo, allo stesso modo del manipolo di sbandati e inetti, che ha posto a capo dei Ministeri italiani.
Una Presidente del Consiglio indegna di considerazione e capace soltanto di incolpare i predecessori (Draghi) e rovesciare le sue inadempienze sugli Enti locali.
Il sindaco di Ravenna: «Meloni ha una visione totalmente distorta, torni in Romagna»
Sulla lettera inviata da Meloni al governatore dell’Emilia Romagna, è intervenuto anche il sindaco di Ravenna. Per Michele de Pascale, la Presidente del Consiglio «non ha un quadro esatto della situazione in Romagna e in tutta la Regione», si legge sul post Facebook. «Forse – continua de Pascale – le dichiarazioni surreali di qualche suo collaboratore le hanno fornito una visione totalmente distorta sull’efficacia delle misure previste dal suo governo».
Poi la richiesta a Meloni di «incontrarla direttamente nei prossimi giorni, a Roma, o dove ritiene», ma, forse, continua il primo cittadino di Ravenna, «sarebbe meglio che tornasse lei in Romagna, nei luoghi più colpiti, e che, se non si fida dei sindaci (anche di quelli di centrodestra a quanto pare), dei sindacati e di tutte le associazioni di impresa, ascolti direttamente le persone colpite, visiti le case distrutte dall’alluvione e provi ripetere lì le 5 pagine sui 4,5 miliardi già spesi per l’alluvione».
La lettera della premier, per De Pascale, «purtroppo è totalmente negativa, prosegue nella narrazione surreale dei 4,5 miliardi già spesi dal governo per cittadini, imprese e opere pubbliche; rinvia ad ottobre le nostre due proposte per avere subito risorse reali per gli indennizzi a famiglie e imprese ed elude completamente la nostra richiesta di incontrarla subito personalmente per decidere insieme come procedere».
Il quadro �� sufficientemente chiaro. Un Governo totalmente sordo e cieco davanti alle esigenze dei territori. Un Governo capace di andare avanti solo con annunci, interventi propagandistici e pillole di marketing televisivo.
La totale separazione dalla realtà concreta che vivono i cittadini delle zone alluvionate.
"Fascisti su marte" mi pare un ottima sintesi dell'attuale situazione!
😛🙈
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Il mio sogno è quello di diventare una scrittrice famosa. Ma a volte penso di non essere brava a scrivere, però ho già tutti gli appunti, i regni, i personaggi, la Lis delle varie razze, simboli, castelli. Ho scritto i primi capitoli, ma sono sempre lì a riscriverli, a correggerli, a modificare personaggi.
Voglio una visione distorta, diversa, coinvolgente, e il finale deve essere diverso da tutti i Libri che ho letto, voglio innovazione
Però forse e proprio questa innovazione che mi farà cadere nei soliti tranelli da "sembra tutto uguale"
#scrivere#scripture#innovation#leggere#leggere libri#books#reading#creative writing#fantasy#riflessioni#silenzio#pensieri miei
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Penosi gli individui che si sentono pungolati nell'ego dopo constatazioni veritiere, ma che problemi hanno?
Non si può dire che questa piattaforma è popolata da gente con DCA - che hanno una visione distorta dell'argomento - o che esiste gente veramente complessata mancante d'sutostima che frignano? Manco li avessimo insultati.
In questo caso io non mi riferivo a te personalmente ma alla forma di "domanda in anonimo" che regala molti pro e pochi contro.
Lo ammetto tranquillamente anche io mettendoci la faccia che questa piattaforma è sempre stata anche il porto di gente con squilibri, anche se negli ultimi anni la trovo migliorata in fatto di DCA.
Dieci anni fa tra autolesionismo gratuito e blog pro anoressia era molto più problematica la situazione.
Adesso però ho riscontrato più ritardo mentale, e un generale impoverminento culturale, che non è proprio un miglioramento.
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