#servizio sociale
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principiodiverita · 2 months ago
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dionysman · 6 months ago
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GABRIELLA BON
GIAMPIERO COSTANTINI
FRANCESCA ANGELUCCI
MARIA TUDECH HENKE
ALESSANDRA GAVA
SCOVINO LIVIA
MARELLO LUCIANO
FRANCESCO ISOLDI
SIMONA AGOSTINIS
MARCO VISINTIN
ORESTE, IL DELINQUENTE NAPOLETANO ASSIEME A TUTTI I DISTURBATI E DELIQUENTI COME LUI, IN QUEL DI GORIZIA.
COOPERATIVA SOCIALE TEA
CONSORZIO FHOCUS DI #TRIESTE
#ASUGI
SERVIZIO SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO
PERSONALE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA
PERSONALE OSPEDALIERO DEL CATTINARA DI #TRIESTE
#CONFCOOPERATIVE
SERVIZIO SOCIALE DEI MINORI DI TRIESTE
CONSORZIO IL MOSAICO
E ANCORA TANTI ALTRI, IN MOLTI SETTORI.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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Gentilezza come Valore Fondamentale: Il Guardasigilli Riceve un Riconoscimento dal Movimento Italiano. Palermo
Durante l’XI Assemblea Mondiale della Gentilezza a Palermo, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato insignito di un attestato di benemerenza per il suo impegno nella promozione della gentilezza come principio fondante di giustizia.
Durante l’XI Assemblea Mondiale della Gentilezza a Palermo, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato insignito di un attestato di benemerenza per il suo impegno nella promozione della gentilezza come principio fondante di giustizia. Il 19 ottobre, a Palermo, durante la seconda giornata di lavori dell’XI Assemblea Mondiale della Gentilezza, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha…
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viviween · 3 months ago
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È più che giusto che una donna esibisca il proprio corpo, in pubblico, anche in atti sessuali, per il puro piacere maschile: ma deve essere a pagamento: farlo a gratis, non va bene, perché alimenta l'idea che agli uomini sia concesso tutto: alimenta il patriarcato, con le sue connotazioni tossiche come violenza, stupro e femminicidio.
Il dover pagare per un servizio, come il vedere la foto del viso di una utente donna su un social, condiziona l'interessato nel comprendere che niente è dovuto.
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nusta · 2 years ago
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Rebloggo di nuovo per aggiungere un dettaglio che magari ti può tornare utile nella scelta: la zona di porta San felice per me è molto bella, ma tieni conto che tra qualche mese cominciano i cantieri del tram che la coinvolgono in pieno. Come sempre tra i tempi previsti e quelli reali c'è da scommettere, ma si prevedono diversi mesi di viabilità compromessa e presumibilmente rumori molesti x_x
Magari scenderanno i costi delle camere, eh, ma sia se devi passare molto tempo in casa, sia se devi muoverti spesso, potrebbe essere un problema :(
Se cerchi online cantieri tram Bologna si trovano diversi articoli (anche sul sito del comune) che postano un video della cronologia dei lavori: quelli che coinvolgono la zona di porta san felice dovrebbero partire tra qualche mese e durare alcuni mesi, fino all'anno prossimo se ho capito bene.
Giusto per regolarti tieni conto che il tram passerà da castel maggiore, lungo via saffi e poi san felice fino al centro in piazza maggiore, gira per via indipendenza verso la stazione e dopo il ponte della stazione arriva a piazza dell'unità e nelle zone nord est verso via san donato fino al pilastro e alla facoltà di agraria.
In bocca al lupo per la ricerca!
Eccomi qui, anch’io ad utilizzare questo spazio per un annuncio.
Questo è uno di quelli importanti! 
Sto cercando una stanza a Bologna, di qualsiasi tipo veramente. Valuto qualsiasi situazione: in condivisione, da sola, al centro o più lontano (se sapete di annunci su Modena, pure zona Casalecchio di reno e dintorni) in particolare però mi interessa zona porta san felice. 
Anzi se volete consigliarmi delle zone meglio di altre ancora meglio, fatevi avanti, sarò felice di ascoltarvi. 
Fate girare se potete! un grande grazie 
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ideeperscrittori · 5 months ago
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SULLA LEVA OBBLIGATORIA
Un 17enne ha ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni. È un fatto orribile che ha prodotto accese discussioni e io ho commesso l'errore di leggere i commenti sui social network.
Tanto per fare un esempio, un tizio ha scritto: "Queste cose succedono perché non c'è più la leva obbligatoria".
Un sacco di gente gli dava ragione.
Pioggia di like e applausi.
Bene.
Anzi, male.
Io sono radicalmente antimilitarista, quindi potete immaginare il mio punto di vista sull'argomento.
Ma vorrei aggiungere che:
1. L'omicida ha 17 anni. Il servizio di leva riguardava persone maggiorenni. Quindi che diavolo c'entra? Ma un minimo di logica?
2. Ci manca solo la leva rivolta ai minorenni.
3. Sono nato nel 1973 e ho vissuto gli anni Ottanta e Novanta. In quel periodo, malgrado la possibilità dell'obiezione di coscienza, c'erano moltitudini che facevano il servizio di leva. E credetemi: le pagine di cronaca non erano una testimonianza di pace, concordia e fratellanza universale.
4. Non fai una bella pubblicità al servizio di leva se ti vanti di averlo fatto e poi scrivi commenti di una superficialità sconcertante. Significa che qualcosa è andato terribilmente storto nella tua vita. Forse proprio durante il servizio di leva. Strano.
5. L'esercito ha prodotto fascisti come Vannacci.
[L'Ideota]
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blogitalianissimo · 7 months ago
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In quel social metafisico che è Twitter oggi scoprono che il RdC è stato tolto anche a persone che ne avevano realmente bisogno, e nel frattempo gli imbroglioni continuano a fare gli imbroglioni, magari tesserandosi nella "gioventù meloniana" e prendendo i 500 euro mensili del servizio civile senza fare realmente il servizio civile.
Oh Dio prendi le pene di tutto il quartiere di Secondigliano e dalle a Flaminia Pace e ai suoi amici camer4ti
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ilfascinodelvago · 11 months ago
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L'educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere. Dunque agisce nel loro interesse, e contro l'interesse degli spettatori, cioè delle masse. Solo che il suo funzionamento è assai più pervasivo, più potente, più subdolo: l'educazione si realizza manipolando. E la manipolazione avviene in forme accattivanti, divertenti, solleticanti, tendenti al massimo ascolto. Così siamo stati “educati". Dunque il problema all'ordine del giorno è mettere a fuoco una verità elementare. È la tv a plasmare gli individui e a definire lo stato psicologico, intellettuale, morale di un popolo intero. In quanto tale, essa non dovrebbe essere né al servizio dei pochi, né fuori dal controllo democratico dei molti. In una società “debole”, cioè con un livello civile ridotto o elementare, la tv ha effetti più devastanti. Cento trasmissioni sono devastanti per lo stato intellettuale e morale di un intero paese. Hanno prodotto lo spettacolo necessario per stemperare gli obiettivi di trasformazione sociale; per oscurare, marginalizzare, ridicolizzare la critica al sistema; per produrre il rumore di fondo sufficiente a impedire l’ascolto di altre voci. Penso che per fare la televisione bisogna avere la patente. Perché l'informazione è un diritto e non può essere subordinata al mercato; perché la cultura è un patrimonio comune; perché l'educazione è un dovere.
P.P. Pasolini
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principiodiverita · 3 months ago
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PSICHIATRICA GRAVISSIMA OSSESSIONATA CHE NEANCHE TURETTA IN POLTRONA.
SPERIAMO CHE TI FACCIANO FUORI COME MERITI. PSICHIATRICA EVIDENTE, OSSESSIONATI, PERVERTITA SESSUALE, SENZA COSCIENZA, BUGIARDA PATOLOGICA, MANIPOLATRICE, NULLITÀ, APPROVA LE VIOLENZE FISICHE, PSICOLOGICHE, LE PERVERSIONI SESSUALI ANCHE DAVANTI AI MINORI.
È ALESSANDRA GAVA, LA PEGGIOR DISTURBATA DA MANICOMIO E DA DENUNCIA CHE IN POLTRONA DEL SERVIZIO SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO ABUSA, VIOLA LA PERSONA SANA PER GARANTIRE STALKING E RIDE DELLE SITUAZIONI DI GRAVI DIFFICOLTÀ UMANE.
DOVEVI ESSERE UN POMPINO, INVECE SEI UNA PSICHIATRICA GRAVISSIMA E PALESE LAUREATA COME MOLTI ALTRI E COMMETTE GRAVISSIME VIOLAZIONI CON CON LA CONVINZIONE DI POTER ABUSARE MALAMENTE DELLA VITA ALTRUI, NEGANDO TRASPARENZA.
MERITI LA MORTE.
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dionysman · 6 months ago
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L'ITALIA GARANTISCE IMPUNITÀ E OPPORTUNITÀ DI CARRIERA A MALATI MENTALI PSICHATRICI NON IN CURA COMPROVATI E DA GALERA.
DOVE CI SONO SOLDI E DEPRAVAZIONE SESSUALE, SI FIONDA A CAPOFITTO E A GAMBE APERTE.
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missviolet1847 · 4 months ago
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Un anno dopo la falsa libertà dell’indifferenza | il manifesto
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Pubblicato circa 12 ore fa
Edizione del 6 ottobre 2024
# Mario Ricciardi
«La storia conosce molti periodi di tempi bui in cui lo spazio pubblico è stato oscurato e il mondo è diventato così esposto al dubbio che le persone hanno cessato di chiedere alla politica niente altro se non che presti la dovuta attenzione ai loro interessi vitali e alla loro libertà personale. "
Sono parole di Hannah Arendt, scritte nel settembre del 1959, in occasione del conferimento del premio Lessing, ma rimangono attuali ancora oggi.
Le riflessioni di Arendt erano in parte ispirate dalla sua esperienza di ebrea apolide, sfuggita alla persecuzione nazista e alla Shoah, ma non avevano un carattere esclusivamente retrospettivo, e neppure riferito soltanto allo sterminio degli ebrei. L’oscuramento dello spazio pubblico cui allude Arendt è una condizione che deriva dall’impoverimento del tessuto connettivo da cui dipende la politica nel suo senso più nobile, che non la riduce al nudo uso della forza, ma si alimenta invece nel dialogo e nel confronto tra i cittadini di una repubblica.
Nei tempi bui il conflitto sociale, che è un fattore essenziale di una democrazia sana, perde il proprio carattere positivo, di espressione della pluralità delle opinioni e della parzialità delle verità che esse esprimono, e lascia il posto a contrapposizioni identitarie, e alla fuga dalla politica di ampi settori della popolazione, che si rifugiano nel culto esclusivo dei propri interessi e della propria libertà personale, priva di alcun collegamento con l’azione collettiva.
Chi si sente minacciato – i perseguitati, gli oppressi – cerca soltanto la compagnia di chi condivide lo stesso destino, e chi si trova invece in una condizione di relativa sicurezza vive sovente come un esiliato in patria, coltivando una visione individualista della vita e degli scopi che essa si prefigge. In una situazione del genere è inevitabile che si perda la sensibilità nei confronti delle ingiustizie che colpiscono gli altri, quelli che non appartengono alla nostra cerchia, e che si finisca per accettare come un fatto la prevalenza del forte sul debole.
In gioventù Arendt aveva conosciuto questo atteggiamento di acquiescenza nel modo in cui tanti tedeschi, persone in molti casi colte e ben educate, scelsero semplicemente di ignorare «la chiacchiera intollerabilmente stupida dei nazisti». Noi lo vediamo oggi nel modo in cui molti voltano lo sguardo dall’altra parte mentre c’è chi ripropone una visione suprematista e violenta dei “valori” della società occidentale, negando l’umanità delle vittime innocenti dei bombardamenti a Gaza e in Libano.
Un anno di guerra
A un anno dal 7 ottobre questa forma di cecità morale si manifesta nel ricordare la vittime dell’attacco di Hamas solo per tentare di giustificare la reazione, sproporzionata e illegale, del governo Netanyahu, e nel disinteresse nella sorte degli ostaggi israeliani, molti dei quali sono morti o rischiano di morire come “danni collaterali” di una guerra che potrebbe estendersi a tutto il Medio Oriente a servizio di un disegno politico di pura potenza.
Chi potrebbe permettersi di coltivare l’altruismo e l’apertura verso il prossimo rinuncia a farlo, lasciando il campo aperto a una guerra in cui tutti si considerano aggrediti, nessuno è in grado di riconoscere le ragioni altrui, ma una parte può mettere in campo una forza militare di gran lunga superiore, e non si fa alcuno scrupolo di usarla in modo indiscriminato, non per colpire il nemico, ma per punire un intero popolo. All’orizzonte c’è la concreta possibilità che si compia un genocidio, perpetrato dalle vittime di ieri che hanno scelto di farsi carnefici.
Dopo un anno persino chi ha criticato in modo più convinto le scelte del governo Netanyahu corre il rischio di soccombere al senso di impotenza, alla difficoltà che si incontra nel far sentire la propria voce di dissenso superando gli ostacoli e le intimidazioni provenienti da chi è convinto che lasciare mano libera all’uso indiscriminato della forza da parte di Israele soddisfi un “superiore” interesse strategico, e sia utile per puntellare una sempre più fragile egemonia.
Lasciare sole le vittime – i palestinesi, i libanesi, gli israeliani che hanno ancora il coraggio di opporsi alle scelte del proprio governo – è una tentazione ricorrente, per rifugiarsi nello spazio ristretto, ma per alcuni soddisfacente, del proprio interesse e della propria libertà. La lezione che ci trasmette Hannah Arendt e che, così facendo, ci stiamo incamminando sulla stessa strada percorsa nel secolo scorso dai tedeschi che scelsero di ignorare la «volgarità» nazista.
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gregor-samsung · 3 months ago
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" «Con la cultura non si mangia» ha dichiarato […] Tremonti il 14 ottobre 2010. Poi, non contento, ha aggiunto: «Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia». Che umorista. Che statista. Meno male che c’è gente come lui, che pensa ai sacrosanti danè. E infatti, con assoluta coerenza, Tremonti ha tagliato un miliardo e mezzo di euro alle università e otto miliardi alla scuola di primo e secondo livello, per non parlare del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo e altre inutili istituzioni consimili. Meno male. Sennò, signora mia, dove saremmo andati a finire?
In questi ultimi anni, però, l’ex socialista Tremonti non è stato il solo uomo politico a pronunciarsi sui rapporti tra cultura ed economia. Per esempio, l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha sostenuto che per i laureati non c’è mercato e che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli dottori invece che artigiani. Sapesse, contessa… E il filosofo estetico Stefano Zecchi, in servizio permanente effettivo nel centrodestra, ha chiuso in bellezza, come del resto gli compete per questioni professionali: ha detto che in Italia i laureati sono troppi. Insomma, non c’è dubbio che la destra italiana abbia sposato la cultura della non cultura e (chissà?) magari già immagina un ritorno al tempo dell'imperatore Costantino, quando la mobilità sociale fu bloccata per legge e ai figli era concesso fare solo il lavoro dei padri. (Non lo sapeva, professor Sacconi? Potrebbe essere un’idea…) E la sinistra o come diavolo si chiama adesso? Parole, parole, parole. Non c’è uno dei suoi esponenti che, dal governo o dall'opposizione, non abbia fatto intensi e pomposi proclami sull'importanza della cultura, dell'innovazione, dell'istruzione, della formazione, della ricerca e via di questo passo, ma poi, stringi stringi, non ce n’è stato uno (be’, non esageriamo: magari qualcuno c’è stato…) che non abbia tagliato i fondi alla cultura, all'innovazione, all'istruzione, alla formazione, alla ricerca e via di questo passo. Per esempio, nel programma di governo dell'Unione per il 2006 si diceva: «Il nostro Paese possiede un’inestimabile ricchezza culturale che in una società postindustriale può diventare la fonte primaria di una crescita sociale ed economica diffusa. La cultura è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale. Le attività culturali stimolano l’economia e le attività produttive: il loro indotto aumenta gli scambi, il reddito, l’occupazione. Un indotto che, per qualità e dimensioni, non è conseguibile con altre attività: la cultura è una fonte unica e irripetibile di sviluppo economico». Magnifico, no? Poi l’Unione (o come diavolo si chiamava allora) vinse le elezioni e andò al governo. La prima legge finanziaria, quella per il 2007, tagliò di trecento milioni i fondi per le università. Bel colpo. Ci furono minacce di dimissioni del ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi. Ma le minacce non servirono. Tant’è che, nella successiva legge di bilancio, furono sottratti altri trenta milioni dal capitolo università a favore… degli autotrasportatori. E inoltre, come scrivono Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi, nel 2006 con il governo Prodi «c’è stato un calo del trenta per cento circa dei finanziamenti, cosicché il già non generoso sostegno alla ricerca di base è diminuito, da circa centotrenta a poco più di ottanta milioni di euro, proprio nel periodo in cui al governo si è insediato lo schieramento politico che, almeno a parole, ha sempre manifestato un grande interesse per la ricerca». Certo, dopo quanto avevano scritto nel programma, non sarebbe stato chic e «progressista» avere la faccia tosta di dire che bisognava sottrarre risorse alla scuola e all'università, e allora non l’hanno detto. Però l’hanno fatto, eccome. "
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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francescosatanassi · 11 months ago
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DEBOLI COI FORTI, FORTI COI DEBOLI
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L’amministrazione comunale prosegue la guerra contro le categorie di persone già marginalizzate. In 4 anni nessun progetto o proposta che non fosse finalizzata alla repressione verso migranti, antifascistx, femministx e chiunque non rientri in quella che la destra definisce “normalità”. La nuova ordinanza firmata dal sindaco Zattini ha colpito due minimarket etnici del centro storico con obbligo di chiusura alle 19:30. Il Resto del Carlino la racconta come “una bella notizia per gli abitanti della zona” e cita un imprecisato agente di polizia: “le persone che bighellonano potrebbero trovare rifugio nei bar accanto” dimostrando così di non aver risolto ciò che loro definiscono problema, ma semplicemente spostandolo. Un’operazione tipica della destra, spostare l’attenzione su altro, chiudendosi dietro a slogan elettorali. “La rivendita ha chiuso la saracinesca alle 19:35, cinque minuti oltre l’orario” scrive il giornalista ricordando anche il divieto di sedersi sui gradini dei palazzi del centro: “l’inizio è apparso incoraggiante”. Una volta si diceva servi dei servi, ora siamo all’orgoglio razzista. Il vicesindaco esulta e come in ogni post ringrazia polizia, carabinieri e guardia di finanza. Oltre alle decine di dichiarazioni e scelte politiche volte a reprimere i più deboli, un gruppo di cittadini ha organizzato un comitato dal nome “Orgogliosi forlivesi” per segnalare situazioni da loro definite di degrado, come pericolosissime scritte sui muri e violenti cestini pieni di rifiuti. Intanto, mentre le persone colpite dall’alluvione contestavano la gestione dell’emergenza, Zattini regalava piadine a Meloni e Von der Leyen e il vicesindaco si esaltava per l’entrata in servizio di Saetta, il cane-robot utile per rilevare esplosivi e agenti chimici nella sovversiva Forlì. Ah, sui social dell’assessora Cintorino è sparito il post dove sventolava la bandiera di Israele definendola “unica democrazia del medio oriente”, ma sappiamo che l’assessora non brilla come le luminarie di Natale. A Forlì funziona così, deboli coi forti e forti coi deboli. I nomi cambiano, ma le colpe sono sempre degli altri. Come diceva una vecchia canzone: cambiare tutto per non cambiare niente.
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nusta · 2 years ago
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MAI cliccare sui link!!! ×_×
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Se vi arriva un messaggio come questo, mi raccomando non fatevi fregare e non cliccate sul link. Se vi viene il dubbio, andate su PayPal digitando manualmente l’indirizzo.
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raffaeleitlodeo · 1 month ago
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I CONTI DELLA SERVA. Ieri Trump ha fatto sapere di aver avvertito l’Unione che i paesi europei che hanno avanzo attivo nella bilancia dei pagamenti (cioè che esportano in US più di quanto importano) dovranno pareggiare i conti acquistando più petrolio e gas americano, altrimenti “saranno dazi senza fine!”.
Solo nell’automotive, dazi pesanti sarebbero -25.000 posti di lavoro, per lo più tedeschi ed italiani. Vediamo un po’ la faccenda in soldoni.
La bilancia dei pagamenti Italia-US è attiva per 42 MLD €. La nostra bolletta energetica è di 66 MLD €. Dovremmo quindi stornare 2/3 dei nostri acquisti energetici dai ns fornitori abituali (tra cui il 25% dalla Russia) in favore degli americani. Da vedere però le tariffe applicate dagli americani, tra cui l’oneroso trasporto, ma soprattutto il costo dello shale gas che è parecchio fiori mercato rispetto a gas e petrolio afro-arabo-russo.
Se l’eventuale riorientamento delle forniture sarebbe un terremoto geopolitico e delle relazioni internazionali (operazioni Eni in Libia, Nigeria etc.), il costo sarebbe probabilmente un significativo ammanco di bilancio (spesa su Pil), una importazione netta di inflazione ed un aumento dei costi di produzione (per via del costo energetico) con effetti ultimi di aumento generalizzato dei prezzi e diminuzione delle esportazioni. In pratica, il suicidio non assistito dell’economia nazionale.
Forse potremmo mitigare un po’ la faccenda aumentando l’import dagli US di beni non energetici. Ma questo significherebbe infarcirci di roba per noi non immediatamente utile o fuori mercato. Comunque è da vedere se la condizioni le possiamo trattare o le decide Trump e basta.
Poco tempo fa, il nuovo segretario NATO Rutte, ha fatto sapere che il 2% di Pil in spese militari non è più il traguardo da raggiungere, ma il 3% o forse di più. Ieri Financial Times ha detto di saper per certo che Trump chiederà addirittura il 5%! Noi spendiamo circa 32 MLD € cioè il 1,42% del Pil. Arrivare al 3% significa raddoppiare la spesa ovvero altri 32 MLD €, un altro ammanco deciso del bilancio nazionale.
Che ci frega se abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo e medici ed infermieri scappano dai pronto soccorso perché non più in grado di operare umanamente il servizio? Ci faremo ricoverare in fureria.
A questo punto o Bruxelles manda in soffitta tutte le norme che governano le economie dell’area euro (rapporto debiti/Pil) o dovremo andare a tagliare la spesa pubblica (aumentare le tasse per carità, magari ai redditi più alti non se ne parla nemmeno). Il tutto per infarcirci di sistema d’arma per lo più americani. Forse una parte di questi nuovi acquisti potranno scalare i 42 MLD € di disavanzo attivo commerciale.
Trump realizzerebbe così diversi goal.
Il primo sarebbe che i vecchi patti ipotizzati da Obama anni fa quali il TTIP che doveva legare in una matassa commerciale US ed europei, sarebbero superati da questo ordine di importazioni coatte dove il guadagno è tutto da una parte. Pollo al cloro? Oh yes!
Il secondo è che forzando la vendita di energia americana oltre a rinforzare non più il legame ma la dipendenza geopolitica EU-US, beneficerebbe i principali sponsor della sua presidenza che sono -da sempre- i big dell’energia fossile.
Il terzo sarebbe la totale distruzione dell’economia europea a vari livelli, gli europei pagherebbero la svolta multipolare e l’espansione commerciale e produttiva cinese (e non solo) nel mondo che va a detrimento delle posizioni americane.
Infine, quarto, ci ritroveremmo gonfi di armi la cui gran parte è in elettronica ovvero US e quindi saldati una volta di più al polo US che deciderà dove, come e quando mandarci a far guerra di qui e di là secondo proprie intenzioni e benefici.
Tutto ciò verrà gestito dalla signora in immagine, affascinata da Milei e Musk, con i sodali della Lega e di Forza Italia per i quali tasse ai più capienti, politiche redistributive e di spessa sociale sono anatema. Non sono più di destra come molti dicono (categorie superate!), ci assomigliano solo.
Arrivati qui mi verrebbe voglia di intingere il pennino nel veleno e scrivere una notarella sui teorici del sovranismo e del populismo che forse negli ultimi anni non hanno ben capito che in mondo siamo capitati, i “non c’è più destra e sinistra”, quelli che si son bagnati vedendo eletto il "miliardario del popolo" alle ultime elezioni americane, coloro che passano il loro tempo ancora a volgere le loro ossessioni contro il genderismo, il green deal ed altre ininfluenti questioni di ininfluente guerriglia culturale, ma mi asterrò.
Del resto, se costoro non capiscono la lingua che parla la realtà concreta figurati quanto gliene importa di una nota di Fagan.
Auguri a Voi e famiglia!
NOTA. I conti si riferiscono al bilancio statale, cioè all'Italia e quindi "i conti della serva" del titolo, sono i conti dell'Italia. Ogni altra attribuzione dell'epiteto "serva" ad altro soggetto non era nelle intenzioni dell'autore del post. Pierluigi Fagan, Facebook
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abr · 9 months ago
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Lo statalista sociale ogni tanto paragona il liberismo al suo primo cuggino, lo statalista bolscevico. Come i figli del cuggino, i sessantottini, comparano ancor oggi liberismo ("selvaggio") e fascismo. Tra parenti prima di parlare mettetevi d'accordo, su.
Diamo un servizio:
a) le ideologie social stataliste nazi o mao differiscono nella teoria e nelle prassi assassine, quanto il dna di gemelli omozigoti;
b) storicamente, nazional-socialismo o fascismo e internazional-socialismo o (bene-)comunismo, son mostri fatti sgravare nel reale dai gas iprite della "inutile strage" (cit.), la I Guerra Mondiale, evento che ha annichilito l'Europa ma per fortuna non solo nostra, di tutto il mondo, non il suo refugium che come tutti i bambini sani che han giocato ai cowboy sanno, è l'America;
c) i perdenti ce l'hanno col liberismo perché li ha sconfitti, a loro e ai cugini loro, trattandoli per quel che sono: carcinomi degenerati;
d) l'Occidente è tornato a salvare se stesso dalle metastasi più e più volte - la citata I guerra, la II, la Guerra Fredda; oggi l'Occidente difende se stesso dalle degenerazioni woke e Dems, così come da bravi fradei difende gli Avamposti di Civiltà come Israele contro le superstizioni barbariche circostanti (i veri liberisti come i veri Cristiani non forzano nessuno ad adottare la Civiltà: puntiamo sulle Best Practices e sul parlar dolcemente ma con un grosso bastone a portata di mano); ben diverso è il discorso Ucraina, dove il più pulito ci ha la rogna;
e) Dulcis in fundo, dalla nuda cronaca alla pars construens: il liberismo è l'unico autentico erede di quel grande filo storico filosofico che parte dall'antica Grecia e dall'ebraismo e si radica a Roma, assieme si fanno Cristianesimo, poi Scienza, Rinascimento mercantilista e capitalismo: la Civiltà, ovvero le radici dell'Occidente Cristiano, dominante e vincente su ogni idealismo degenere, su ogni statalismo sia esso satrapia, caciccato, ortodossia, fondamentalismo, dittatura del proletariato o confucianesimo. Spiaze.
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