#servizio sociale
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GABRIELLA BON
GIAMPIERO COSTANTINI
FRANCESCA ANGELUCCI
MARIA TUDECH HENKE
ALESSANDRA GAVA
SCOVINO LIVIA
MARELLO LUCIANO
FRANCESCO ISOLDI
SIMONA AGOSTINIS
MARCO VISINTIN
ORESTE, IL DELINQUENTE NAPOLETANO ASSIEME A TUTTI I DISTURBATI E DELIQUENTI COME LUI, IN QUEL DI GORIZIA.
COOPERATIVA SOCIALE TEA
CONSORZIO FHOCUS DI #TRIESTE
#ASUGI
SERVIZIO SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO
PERSONALE DEL CENTRO DI SALUTE MENTALE DI GORIZIA
PERSONALE OSPEDALIERO DEL CATTINARA DI #TRIESTE
#CONFCOOPERATIVE
SERVIZIO SOCIALE DEI MINORI DI TRIESTE
CONSORZIO IL MOSAICO
E ANCORA TANTI ALTRI, IN MOLTI SETTORI.
#trieste#italia#fvg#diritti#cooperativa sociale#friuli venezia giulia#lgbt free#soldi#criminalità#ospedale#lgbt#lgbtq community#lgbtqia#Servizio sociale#Minori#Violenza#Csm#Basaglia#Gorizia#Gradisca D'Isonzo#Psichiatrici#Criminali#Psicoterapeuti#Narcisisti#Alessandra Gava#Gabriella Bon#Francesca angelucci#Cooperativa sociale Tea#Consorzio Fhocus#Giampiero costantini
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Gentilezza come Valore Fondamentale: Il Guardasigilli Riceve un Riconoscimento dal Movimento Italiano. Palermo
Durante l’XI Assemblea Mondiale della Gentilezza a Palermo, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato insignito di un attestato di benemerenza per il suo impegno nella promozione della gentilezza come principio fondante di giustizia.
Durante l’XI Assemblea Mondiale della Gentilezza a Palermo, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato insignito di un attestato di benemerenza per il suo impegno nella promozione della gentilezza come principio fondante di giustizia. Il 19 ottobre, a Palermo, durante la seconda giornata di lavori dell’XI Assemblea Mondiale della Gentilezza, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha…
#Assemblea Internazionale#Assemblea Mondiale della Gentilezza#azioni concrete gentilezza#Benemerenza#benessere sociale#Carlo Nordio#Carlo Nordio intervento#conferenza gentilezza#dedizione e spirito di servizio#dialogo sulla gentilezza#dignità dei cittadini#documento programmatico#educazione alla gentilezza#gentilezza#gentilezza come valore#gentilezza e benessere#giustizia e gentilezza#giustizia illuminata#indicatore del benessere#istituzioni e gentilezza#Ministero della Giustizia#Movimento Italiano per la Gentilezza#Movimento Mondiale della Gentilezza#Natalia Re#Palermo evento#politiche educative#politiche pubbliche gentilezza.#prassi operativa#Relazioni umane#riconoscimento
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È più che giusto che una donna esibisca il proprio corpo, in pubblico, anche in atti sessuali, per il puro piacere maschile: ma deve essere a pagamento: farlo a gratis, non va bene, perché alimenta l'idea che agli uomini sia concesso tutto: alimenta il patriarcato, con le sue connotazioni tossiche come violenza, stupro e femminicidio.
Il dover pagare per un servizio, come il vedere la foto del viso di una utente donna su un social, condiziona l'interessato nel comprendere che niente è dovuto.
#donna#esibire#corpo#proprio corpo#pubblico#atti sessuali#puro piacere maschile#maschile#piacere#pagamento#gratis#alimentare#idea#concesso#patriarcato#connotazioni#tossico#violenza#stupro#femminicidio#pagare per un servizio#foto#viso#utente#social#condiziona#interessato#comprendere#niente#dovuto
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Rebloggo di nuovo per aggiungere un dettaglio che magari ti può tornare utile nella scelta: la zona di porta San felice per me è molto bella, ma tieni conto che tra qualche mese cominciano i cantieri del tram che la coinvolgono in pieno. Come sempre tra i tempi previsti e quelli reali c'è da scommettere, ma si prevedono diversi mesi di viabilità compromessa e presumibilmente rumori molesti x_x
Magari scenderanno i costi delle camere, eh, ma sia se devi passare molto tempo in casa, sia se devi muoverti spesso, potrebbe essere un problema :(
Se cerchi online cantieri tram Bologna si trovano diversi articoli (anche sul sito del comune) che postano un video della cronologia dei lavori: quelli che coinvolgono la zona di porta san felice dovrebbero partire tra qualche mese e durare alcuni mesi, fino all'anno prossimo se ho capito bene.
Giusto per regolarti tieni conto che il tram passerà da castel maggiore, lungo via saffi e poi san felice fino al centro in piazza maggiore, gira per via indipendenza verso la stazione e dopo il ponte della stazione arriva a piazza dell'unità e nelle zone nord est verso via san donato fino al pilastro e alla facoltà di agraria.
In bocca al lupo per la ricerca!
Eccomi qui, anch’io ad utilizzare questo spazio per un annuncio.
Questo è uno di quelli importanti!
Sto cercando una stanza a Bologna, di qualsiasi tipo veramente. Valuto qualsiasi situazione: in condivisione, da sola, al centro o più lontano (se sapete di annunci su Modena, pure zona Casalecchio di reno e dintorni) in particolare però mi interessa zona porta san felice.
Anzi se volete consigliarmi delle zone meglio di altre ancora meglio, fatevi avanti, sarò felice di ascoltarvi.
Fate girare se potete! un grande grazie
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SULLA LEVA OBBLIGATORIA
Un 17enne ha ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni. È un fatto orribile che ha prodotto accese discussioni e io ho commesso l'errore di leggere i commenti sui social network.
Tanto per fare un esempio, un tizio ha scritto: "Queste cose succedono perché non c'è più la leva obbligatoria".
Un sacco di gente gli dava ragione.
Pioggia di like e applausi.
Bene.
Anzi, male.
Io sono radicalmente antimilitarista, quindi potete immaginare il mio punto di vista sull'argomento.
Ma vorrei aggiungere che:
1. L'omicida ha 17 anni. Il servizio di leva riguardava persone maggiorenni. Quindi che diavolo c'entra? Ma un minimo di logica?
2. Ci manca solo la leva rivolta ai minorenni.
3. Sono nato nel 1973 e ho vissuto gli anni Ottanta e Novanta. In quel periodo, malgrado la possibilità dell'obiezione di coscienza, c'erano moltitudini che facevano il servizio di leva. E credetemi: le pagine di cronaca non erano una testimonianza di pace, concordia e fratellanza universale.
4. Non fai una bella pubblicità al servizio di leva se ti vanti di averlo fatto e poi scrivi commenti di una superficialità sconcertante. Significa che qualcosa è andato terribilmente storto nella tua vita. Forse proprio durante il servizio di leva. Strano.
5. L'esercito ha prodotto fascisti come Vannacci.
[L'Ideota]
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In quel social metafisico che è Twitter oggi scoprono che il RdC è stato tolto anche a persone che ne avevano realmente bisogno, e nel frattempo gli imbroglioni continuano a fare gli imbroglioni, magari tesserandosi nella "gioventù meloniana" e prendendo i 500 euro mensili del servizio civile senza fare realmente il servizio civile.
Oh Dio prendi le pene di tutto il quartiere di Secondigliano e dalle a Flaminia Pace e ai suoi amici camer4ti
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L'educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere. Dunque agisce nel loro interesse, e contro l'interesse degli spettatori, cioè delle masse. Solo che il suo funzionamento è assai più pervasivo, più potente, più subdolo: l'educazione si realizza manipolando. E la manipolazione avviene in forme accattivanti, divertenti, solleticanti, tendenti al massimo ascolto. Così siamo stati “educati". Dunque il problema all'ordine del giorno è mettere a fuoco una verità elementare. È la tv a plasmare gli individui e a definire lo stato psicologico, intellettuale, morale di un popolo intero. In quanto tale, essa non dovrebbe essere né al servizio dei pochi, né fuori dal controllo democratico dei molti. In una società “debole”, cioè con un livello civile ridotto o elementare, la tv ha effetti più devastanti. Cento trasmissioni sono devastanti per lo stato intellettuale e morale di un intero paese. Hanno prodotto lo spettacolo necessario per stemperare gli obiettivi di trasformazione sociale; per oscurare, marginalizzare, ridicolizzare la critica al sistema; per produrre il rumore di fondo sufficiente a impedire l’ascolto di altre voci. Penso che per fare la televisione bisogna avere la patente. Perché l'informazione è un diritto e non può essere subordinata al mercato; perché la cultura è un patrimonio comune; perché l'educazione è un dovere.
P.P. Pasolini
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model: Simone Bonaccorsi IG profile: @simonebonaccorsireal
photographed by Alfonso Anton Cornelis for YummyZine
Classe 1995, originario di Catania, Simone Bonaccorsi è un modello. Ha lavorato per diversi brand di moda e nel 2018 è stato eletto "Il più bello d'Italia". La tv è una delle sue passioni: ha partecipato a 'Ciao Darwin' nella puntata 'Belli contro Brutti'. Fa coppia con Chiara Esposito, conosciuta a Taormina proprio durante un servizio fotografico.
Noto al grande pubblico come ex volto di “Temptation Island VIP“, il modello ha lasciato tutti senza parole per alcuni scatti condivisi sui social, realizzati dal fotografo Alfonso Anton Cornelis per Yummy Magazine, in cui appare completamente nudo, con il fisico scolpito in bella vista e la tanto amata tan line tipica della stagione estiva.
Scatti che lasciano ben poco spazio all’immaginazione, ma che allo stesso tempo non hanno esclusivamente l’intento di celebrare il corpo maschile fine a se stesso bensì quello di dare lustro ad un’arte che in Italia è ancora troppo trascurata: il nudo artistico.
Simone rappresenta il tipico uomo mediterraneo (con il fisico possente, l’addome scolpito, villoso) e forse anche per questo è stato scelto come volto per la cover del numero 9 della noto pubblicazione fotografica in edizione limitata dedicata a tutti coloro i quali amano l’uomo “delizioso”! Anche in questo caso si tratta di “una celebrazione della nudità maschile, che mostra immagini frontali di uomini bellissimi fotografati dai migliori fotografi del mondo, dove la fotografia incontra l’arte e il desiderio” e di una bella vetrina per i modelli che dopo questi scatti possono sperare di raggiungere nuovi lidi, sempre più prestigiosi.
Il ragazzo non si è più fermato, conquistando numerosi brand di moda – come nel caso di dsquared2 - dove appare con le natiche al vento e i pattini a rotelle ai piedi. E dunque ora possiamo dire a gran voce che questi scatti non potranno far altro che incoronarlo come uno dei modelli italiani più interessanti e seducenti del momento.
Per questo Simone può dunque ritenersi soddisfatto per l’ottimo lavoro svolto e per gli scatti da urlo che si è saputo regalare e di cui le persone di tutto il mondo ora potranno godere, che sia attraverso i suoi profili social oppure tramite le pagine del magazine cartaceo che le ospita.
#male beauty#male model#hot boy#cute boy#temptation island#simone bonaccorsi#male nude model#male physique#male photography#hot male#hot guy#naked male model
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PSICHIATRICA GRAVISSIMA OSSESSIONATA CHE NEANCHE TURETTA IN POLTRONA.
SPERIAMO CHE TI FACCIANO FUORI COME MERITI. PSICHIATRICA EVIDENTE, OSSESSIONATI, PERVERTITA SESSUALE, SENZA COSCIENZA, BUGIARDA PATOLOGICA, MANIPOLATRICE, NULLITÀ, APPROVA LE VIOLENZE FISICHE, PSICOLOGICHE, LE PERVERSIONI SESSUALI ANCHE DAVANTI AI MINORI.
È ALESSANDRA GAVA, LA PEGGIOR DISTURBATA DA MANICOMIO E DA DENUNCIA CHE IN POLTRONA DEL SERVIZIO SOCIALE DI GRADISCA D'ISONZO ABUSA, VIOLA LA PERSONA SANA PER GARANTIRE STALKING E RIDE DELLE SITUAZIONI DI GRAVI DIFFICOLTÀ UMANE.
DOVEVI ESSERE UN POMPINO, INVECE SEI UNA PSICHIATRICA GRAVISSIMA E PALESE LAUREATA COME MOLTI ALTRI E COMMETTE GRAVISSIME VIOLAZIONI CON CON LA CONVINZIONE DI POTER ABUSARE MALAMENTE DELLA VITA ALTRUI, NEGANDO TRASPARENZA.
MERITI LA MORTE.
#fvg#friuli venezia giulia#italia#psichiatrici#alessandra gava#abuso#abuso di potere#Violazioni#Violenza#Pervertita sessuale#servizio sociale#Servizio sociale di Gradisca D'Isonzo#Psicopatica#Ossessione#Ossessionata#Stalking
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L'ITALIA GARANTISCE IMPUNITÀ E OPPORTUNITÀ DI CARRIERA A MALATI MENTALI PSICHATRICI NON IN CURA COMPROVATI E DA GALERA.
DOVE CI SONO SOLDI E DEPRAVAZIONE SESSUALE, SI FIONDA A CAPOFITTO E A GAMBE APERTE.
#trieste#italia#fvg#diritti#friuli venezia giulia#soldi#Stalking#ospedale#Asugi#Oss#Scovino Livia#Violenza#Minore#Gradisca D'Isonzo#Cattinara#Psichiatria#Servizio sociale#Violazioni
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Un anno dopo la falsa libertà dell’indifferenza | il manifesto
Pubblicato circa 12 ore fa
Edizione del 6 ottobre 2024
# Mario Ricciardi
«La storia conosce molti periodi di tempi bui in cui lo spazio pubblico è stato oscurato e il mondo è diventato così esposto al dubbio che le persone hanno cessato di chiedere alla politica niente altro se non che presti la dovuta attenzione ai loro interessi vitali e alla loro libertà personale. "
Sono parole di Hannah Arendt, scritte nel settembre del 1959, in occasione del conferimento del premio Lessing, ma rimangono attuali ancora oggi.
Le riflessioni di Arendt erano in parte ispirate dalla sua esperienza di ebrea apolide, sfuggita alla persecuzione nazista e alla Shoah, ma non avevano un carattere esclusivamente retrospettivo, e neppure riferito soltanto allo sterminio degli ebrei. L��oscuramento dello spazio pubblico cui allude Arendt è una condizione che deriva dall’impoverimento del tessuto connettivo da cui dipende la politica nel suo senso più nobile, che non la riduce al nudo uso della forza, ma si alimenta invece nel dialogo e nel confronto tra i cittadini di una repubblica.
Nei tempi bui il conflitto sociale, che è un fattore essenziale di una democrazia sana, perde il proprio carattere positivo, di espressione della pluralità delle opinioni e della parzialità delle verità che esse esprimono, e lascia il posto a contrapposizioni identitarie, e alla fuga dalla politica di ampi settori della popolazione, che si rifugiano nel culto esclusivo dei propri interessi e della propria libertà personale, priva di alcun collegamento con l’azione collettiva.
Chi si sente minacciato – i perseguitati, gli oppressi – cerca soltanto la compagnia di chi condivide lo stesso destino, e chi si trova invece in una condizione di relativa sicurezza vive sovente come un esiliato in patria, coltivando una visione individualista della vita e degli scopi che essa si prefigge. In una situazione del genere è inevitabile che si perda la sensibilità nei confronti delle ingiustizie che colpiscono gli altri, quelli che non appartengono alla nostra cerchia, e che si finisca per accettare come un fatto la prevalenza del forte sul debole.
In gioventù Arendt aveva conosciuto questo atteggiamento di acquiescenza nel modo in cui tanti tedeschi, persone in molti casi colte e ben educate, scelsero semplicemente di ignorare «la chiacchiera intollerabilmente stupida dei nazisti». Noi lo vediamo oggi nel modo in cui molti voltano lo sguardo dall’altra parte mentre c’è chi ripropone una visione suprematista e violenta dei “valori” della società occidentale, negando l’umanità delle vittime innocenti dei bombardamenti a Gaza e in Libano.
Un anno di guerra
A un anno dal 7 ottobre questa forma di cecità morale si manifesta nel ricordare la vittime dell’attacco di Hamas solo per tentare di giustificare la reazione, sproporzionata e illegale, del governo Netanyahu, e nel disinteresse nella sorte degli ostaggi israeliani, molti dei quali sono morti o rischiano di morire come “danni collaterali” di una guerra che potrebbe estendersi a tutto il Medio Oriente a servizio di un disegno politico di pura potenza.
Chi potrebbe permettersi di coltivare l’altruismo e l’apertura verso il prossimo rinuncia a farlo, lasciando il campo aperto a una guerra in cui tutti si considerano aggrediti, nessuno è in grado di riconoscere le ragioni altrui, ma una parte può mettere in campo una forza militare di gran lunga superiore, e non si fa alcuno scrupolo di usarla in modo indiscriminato, non per colpire il nemico, ma per punire un intero popolo. All’orizzonte c’è la concreta possibilità che si compia un genocidio, perpetrato dalle vittime di ieri che hanno scelto di farsi carnefici.
Dopo un anno persino chi ha criticato in modo più convinto le scelte del governo Netanyahu corre il rischio di soccombere al senso di impotenza, alla difficoltà che si incontra nel far sentire la propria voce di dissenso superando gli ostacoli e le intimidazioni provenienti da chi è convinto che lasciare mano libera all’uso indiscriminato della forza da parte di Israele soddisfi un “superiore” interesse strategico, e sia utile per puntellare una sempre più fragile egemonia.
Lasciare sole le vittime – i palestinesi, i libanesi, gli israeliani che hanno ancora il coraggio di opporsi alle scelte del proprio governo – è una tentazione ricorrente, per rifugiarsi nello spazio ristretto, ma per alcuni soddisfacente, del proprio interesse e della propria libertà. La lezione che ci trasmette Hannah Arendt e che, così facendo, ci stiamo incamminando sulla stessa strada percorsa nel secolo scorso dai tedeschi che scelsero di ignorare la «volgarità» nazista.
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" «Con la cultura non si mangia» ha dichiarato […] Tremonti il 14 ottobre 2010. Poi, non contento, ha aggiunto: «Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia». Che umorista. Che statista. Meno male che c’è gente come lui, che pensa ai sacrosanti danè. E infatti, con assoluta coerenza, Tremonti ha tagliato un miliardo e mezzo di euro alle università e otto miliardi alla scuola di primo e secondo livello, per non parlare del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo e altre inutili istituzioni consimili. Meno male. Sennò, signora mia, dove saremmo andati a finire?
In questi ultimi anni, però, l’ex socialista Tremonti non è stato il solo uomo politico a pronunciarsi sui rapporti tra cultura ed economia. Per esempio, l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha sostenuto che per i laureati non c’è mercato e che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli dottori invece che artigiani. Sapesse, contessa… E il filosofo estetico Stefano Zecchi, in servizio permanente effettivo nel centrodestra, ha chiuso in bellezza, come del resto gli compete per questioni professionali: ha detto che in Italia i laureati sono troppi. Insomma, non c’è dubbio che la destra italiana abbia sposato la cultura della non cultura e (chissà?) magari già immagina un ritorno al tempo dell'imperatore Costantino, quando la mobilità sociale fu bloccata per legge e ai figli era concesso fare solo il lavoro dei padri. (Non lo sapeva, professor Sacconi? Potrebbe essere un’idea…) E la sinistra o come diavolo si chiama adesso? Parole, parole, parole. Non c’è uno dei suoi esponenti che, dal governo o dall'opposizione, non abbia fatto intensi e pomposi proclami sull'importanza della cultura, dell'innovazione, dell'istruzione, della formazione, della ricerca e via di questo passo, ma poi, stringi stringi, non ce n’è stato uno (be’, non esageriamo: magari qualcuno c’è stato…) che non abbia tagliato i fondi alla cultura, all'innovazione, all'istruzione, alla formazione, alla ricerca e via di questo passo. Per esempio, nel programma di governo dell'Unione per il 2006 si diceva: «Il nostro Paese possiede un’inestimabile ricchezza culturale che in una società postindustriale può diventare la fonte primaria di una crescita sociale ed economica diffusa. La cultura è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale. Le attività culturali stimolano l’economia e le attività produttive: il loro indotto aumenta gli scambi, il reddito, l’occupazione. Un indotto che, per qualità e dimensioni, non è conseguibile con altre attività: la cultura è una fonte unica e irripetibile di sviluppo economico». Magnifico, no? Poi l’Unione (o come diavolo si chiamava allora) vinse le elezioni e andò al governo. La prima legge finanziaria, quella per il 2007, tagliò di trecento milioni i fondi per le università. Bel colpo. Ci furono minacce di dimissioni del ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi. Ma le minacce non servirono. Tant’è che, nella successiva legge di bilancio, furono sottratti altri trenta milioni dal capitolo università a favore… degli autotrasportatori. E inoltre, come scrivono Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi, nel 2006 con il governo Prodi «c’è stato un calo del trenta per cento circa dei finanziamenti, cosicché il già non generoso sostegno alla ricerca di base è diminuito, da circa centotrenta a poco più di ottanta milioni di euro, proprio nel periodo in cui al governo si è insediato lo schieramento politico che, almeno a parole, ha sempre manifestato un grande interesse per la ricerca». Certo, dopo quanto avevano scritto nel programma, non sarebbe stato chic e «progressista» avere la faccia tosta di dire che bisognava sottrarre risorse alla scuola e all'università, e allora non l’hanno detto. Però l’hanno fatto, eccome. "
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
#Bruno Arpaia#Pietro Greco#La cultura si mangia#saggistica#intellettuali italiani#economia#Giulio Tremonti#industria culturale#scritti saggistici#produzione creativa#libri#Italia contemporanea#scuola#ricerca scientifica#educazione#economia della conoscenza#artigianato#formazione#Maurizio Sacconi#Stefano Zecchi#centrodestra#centrosinistra#Fabio Mussi#Francesco Sylos Labini#Stefano Zapperi#Romano Prodi#Fondo unico per lo spettacolo#Divina Commedia#lavoro#società italiana
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DEBOLI COI FORTI, FORTI COI DEBOLI
L’amministrazione comunale prosegue la guerra contro le categorie di persone già marginalizzate. In 4 anni nessun progetto o proposta che non fosse finalizzata alla repressione verso migranti, antifascistx, femministx e chiunque non rientri in quella che la destra definisce “normalità”. La nuova ordinanza firmata dal sindaco Zattini ha colpito due minimarket etnici del centro storico con obbligo di chiusura alle 19:30. Il Resto del Carlino la racconta come “una bella notizia per gli abitanti della zona” e cita un imprecisato agente di polizia: “le persone che bighellonano potrebbero trovare rifugio nei bar accanto” dimostrando così di non aver risolto ciò che loro definiscono problema, ma semplicemente spostandolo. Un’operazione tipica della destra, spostare l’attenzione su altro, chiudendosi dietro a slogan elettorali. “La rivendita ha chiuso la saracinesca alle 19:35, cinque minuti oltre l’orario” scrive il giornalista ricordando anche il divieto di sedersi sui gradini dei palazzi del centro: “l’inizio è apparso incoraggiante”. Una volta si diceva servi dei servi, ora siamo all’orgoglio razzista. Il vicesindaco esulta e come in ogni post ringrazia polizia, carabinieri e guardia di finanza. Oltre alle decine di dichiarazioni e scelte politiche volte a reprimere i più deboli, un gruppo di cittadini ha organizzato un comitato dal nome “Orgogliosi forlivesi” per segnalare situazioni da loro definite di degrado, come pericolosissime scritte sui muri e violenti cestini pieni di rifiuti. Intanto, mentre le persone colpite dall’alluvione contestavano la gestione dell’emergenza, Zattini regalava piadine a Meloni e Von der Leyen e il vicesindaco si esaltava per l’entrata in servizio di Saetta, il cane-robot utile per rilevare esplosivi e agenti chimici nella sovversiva Forlì. Ah, sui social dell’assessora Cintorino è sparito il post dove sventolava la bandiera di Israele definendola “unica democrazia del medio oriente”, ma sappiamo che l’assessora non brilla come le luminarie di Natale. A Forlì funziona così, deboli coi forti e forti coi deboli. I nomi cambiano, ma le colpe sono sempre degli altri. Come diceva una vecchia canzone: cambiare tutto per non cambiare niente.
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Lo statalista sociale ogni tanto paragona il liberismo al suo primo cuggino, lo statalista bolscevico. Come i figli del cuggino, i sessantottini, comparano ancor oggi liberismo ("selvaggio") e fascismo. Tra parenti prima di parlare mettetevi d'accordo, su.
Diamo un servizio:
a) le ideologie social stataliste nazi o mao differiscono nella teoria e nelle prassi assassine, quanto il dna di gemelli omozigoti;
b) storicamente, nazional-socialismo o fascismo e internazional-socialismo o (bene-)comunismo, son mostri fatti sgravare nel reale dai gas iprite della "inutile strage" (cit.), la I Guerra Mondiale, evento che ha annichilito l'Europa ma per fortuna non solo nostra, di tutto il mondo, non il suo refugium che come tutti i bambini sani che han giocato ai cowboy sanno, è l'America;
c) i perdenti ce l'hanno col liberismo perché li ha sconfitti, a loro e ai cugini loro, trattandoli per quel che sono: carcinomi degenerati;
d) l'Occidente è tornato a salvare se stesso dalle metastasi più e più volte - la citata I guerra, la II, la Guerra Fredda; oggi l'Occidente difende se stesso dalle degenerazioni woke e Dems, così come da bravi fradei difende gli Avamposti di Civiltà come Israele contro le superstizioni barbariche circostanti (i veri liberisti come i veri Cristiani non forzano nessuno ad adottare la Civiltà: puntiamo sulle Best Practices e sul parlar dolcemente ma con un grosso bastone a portata di mano); ben diverso è il discorso Ucraina, dove il più pulito ci ha la rogna;
e) Dulcis in fundo, dalla nuda cronaca alla pars construens: il liberismo è l'unico autentico erede di quel grande filo storico filosofico che parte dall'antica Grecia e dall'ebraismo e si radica a Roma, assieme si fanno Cristianesimo, poi Scienza, Rinascimento mercantilista e capitalismo: la Civiltà, ovvero le radici dell'Occidente Cristiano, dominante e vincente su ogni idealismo degenere, su ogni statalismo sia esso satrapia, caciccato, ortodossia, fondamentalismo, dittatura del proletariato o confucianesimo. Spiaze.
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