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CALL per un laboratorio di giornalismo musicale gratuito
Eccoci alla seconda edizione del laboratorio di giornalismo musicale gratuito di Ubu Dance Party! Come al solito il laboratorio sarà a aperto a tutti, 4 incontri, 9 recensioni e 3 interviste, e no: non è incluso il buffet.
Questo blog tramite il canale YouTube Ubu Dance Party apre una chiamata pubblica per un laboratorio gratuito d’introduzione alla critica e al giornalismo musicale. L’invito è rivolto a giovani appassionati di musica, musicisti, amanti di concerti e ascoltatori entusiasti a cimentarsi con la scrittura, sperimentando la narrazione transmediale e le potenzialità dei social media. Il laboratorio,…
#call laboratorio gratuito di giornalismo musicale#critica musicale#discord#giacomo stefanini#giornalismo#introduzione agli strumenti teoretici e pratici del lavoro redazionale#laboratorio#laboratorio di critica#laboratorio di giornalismo#laboratorio di giornalismo musicale#laboratorio online di giornalismo musicale#laboratorio su Discord#livore#musica rock#newsletter#Prato#rock#santa valvola#scritttura#substack#ubu dance party
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Melanzane ripiene, melanzane alla beccafico, involtini melanzane e ricotta, caponata, parmigiana, pasta ncaciata, sformato pasta e melanzane, melanzane ripiene, pasta alla norma, involtini di pasta
LA NONNA, FIPEDDU E A ‘NDUJA
N - Prontu o prontu Petru - Pronto nonna, sono io petru…. N - Prontu Petru, cori i to nonna chi, succidiu ti sentu chi pari hai u cori a punta ula (il cuore in gola) Petru - Nonna sono disperato. Devi aiutarmi nonna N - Oh cori mei, chi succidiu dillu a to nonna, non mi fari stari accussi scantata (spaventata) Petru - E’ tutta colpa di da rannissima testa di minchia di to niputi Filippeddu N - O Matri Santa chi fici? ti rigoi a maghina (ti ha rigato la macchina) comi l’otru ionnu? Petru - No Nonna peggio! Lo sai che devono venire i genitori di Samantha a mangiare da mia madre. Lei stava cucinando e le è finità la bombola. Dato che sono all’ aeroporto di Catania a prendere i genitori di Sammy N - E cu je Sammy Petru - Nonna è Samantha N - E figghiu mei parra mi ti scutu (fatti capire) chi ni sacciu jo di Sammi e colicaifraschi… Petru - Va bhe nonna, io sono a Catania, la mamma ha chiamato du scunchiudutu (cretino) di Filippo e gli ha chiesto di cambiare la bombola. Lui l’ha cambiata e ha aperto al massimo la valvola. Appena mia mamma ha acceso il gas sono saltati tutti i fornelli, si è fusa la plastica della cappa e mia mamma si è bruciata le dita N - Oh Santilibbiranti (che i santi ci scansino questi problemi) e ora come sta Petru - Bene, niente di grave ma non può cucinare e io ho qua sti minchia di parenti di Sammi che oggi per il viaggio non hanno mangiato niente. N - Va bhe portali in qualche ristorante Petru - Ma quali nonna, lo sai che nei ristoranti di vegetariano c’è solo il pane e Samantha non ci vuole andare. N - Allura scuta a to nonna, ma capiscimi quannu ti parru (ascoltami bene)!! Tu ora prendi i to soggiri (suoceri), e li porti a Taormina, gli fai fare un giro veloce, prendete na peritivu, parrati un po', quattru su i me dui su i toi (parlare del più e del meno) e poi venite qui da me. Anciulina mi ha portato delle mulanciane buonissime, quelle viola dolcissime. Sono grandi e piccole. Il tempo che tu arrivi e io ti cucinu a capunata, i mulanciani chini, a pasta alla Norma, la parmigiana. Tu alla pasticceria qui sotto prendi un Bianco e Nero di due chili, due chili di paste e siamo a posto. Petru - Grazie nonna, faccio così, ti do il tempo di cucinare e veniamo da te ma le melanzane non le friggere….. N - Eh San Gilommu, San Gilommu .. ( intercalare che finisce con “tanti cazzi nun ci vonnu” e ha il senso di “tanti vizi non ci vogliono) , jo i fazzu fritti! I mulanciani si ne frii su comi i fimmini senza sticchiu: nun sebbunu a nenti! Petru - Va bene nonna, fai come vuoi, saranno più buone. Quando arrivo però devo dare a Filippo tanti di quei calci in culo da farlo arrivare alla luna. N - Ma lassalu stari poviru figghiu! Iddu è già stammatu dell’ultima gita che ha fatto a Siracusa Petru - Perché che gli è successo N - Ah no sai? E’ andato con i suoi amici a Siracusa quando c’erano 48,8 gradi Petru - E allora N - Allora è andato a vedere il teatro greco e stu rannissimu cugghiuni u sai chi si è portato da mangiare? Petru - No Nonna N - Un paninu ca nduja Petru - Ca nduja, ma pacciu jè N - Si , diceva che u focu combatti u focu…! Ma quali focu … fatto stà che già c’erano 50 gradi al teatro greco, lui si è mangiato anche mezzo chilo di pane con la nduia sotto il sole, ma non la nduja normale, ma quella della comare calabrese Petru - Ah quella che appena la vedi già ti bruciano le emorroidi N - Esattamente, pensa come sutta du suli è diventato russu foco! Ci vinni un coppu i caudu che lo hanno dovuto buttare nell’acqua che c’è sopra il teatro per farlo tornare in se!! E’ stato due giorni con le ghiaccette del ghiaccio attaccate in testa tanto è stato mali Petru - Moriri avia, tu dicu jo!! Ha ragione suo fratello Massimo a chiamarlo “Le-dieci-piaghe-dell’Egitto” N - I dieci piaghi? ma lui da solo vale per venti Petru - Nonna, bonu parrasti…..
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la frase che ripeto più spesso da qui a tre mesi è non me lo ricordo.
non me lo ricordo, io che ho una memoria eidetica faccio fatica a ricordarmi cosa ho fatto stamattina o di cosa ho parlato ieri con giuly.
studio le canzoni o quegli assoli di basso che ogni Santa volta devo re- imparare perché non mi rimangono in testa.
dormo sempre poco, penso sempre troppo, mi sento un paradosso.
credo di essere serena perché sto facendo qualcosa che mi piace con persone a cui voglio bene e poi va giù il salvavita, salta la valvola e tutto diventa scuro senza stelle, senza luci, senza nessuno.
credo di non aver ancora pienamente compreso il fatto che mia mamma abbia un tumore. mi sento proprio scema.
giuly mi ha detto che per me c'è sempre anche quando sembra che non ci sia, che basta scrivere e lei risponde. è stata carina, mi ha fatta piangere ma non riesco più a fidarmi delle persone.
oggi mi hanno fatto una carezza sulla spalla.
mi mancano le carezze.
ho cambiato lo sfondo del telefono, ho chiuso con te definitivamente ma quando mi chiedono il perché io riesco solo a rispondere che non me lo ricordo.
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Wotka Varichina
Era una casa abbandonata dopo santa Lucia,. Tra la strada che collega la piccola contrada di campagna tra Famrville e la terra dei Menocchi, dove tutti sono un po' menolli. La particolarità della casa era di essere intera, cioè non franata o composta da sole mura e tetto sfondato, con l'allaccio dell'acqua ancora attivo, poiché collegato direttamente alla falda acquifera che era perpendicolare alla casa, e un'intera fiancata della casa era coperta da alberi e edera per cui era possibile vederla dalla strada antistante, guardando a sinistra per chi veniva da destra più che guardando a destra per ci veniva da sinistra. L'avevo scoperta per caso un pomeriggio d'estate quando eravamo dovuti fuggire con l'erba addosso perché il nostro autista voleva aumentare la sua parte e noi tre dalla canicola ci eravamo nascosti lì. La casa era ancora dipinta all'esterno e il giardino manteneva ancora un briciolo d'ordine, oltre che un pesco, un fico e due melo cotogni nel retro della casa, ma l'abitazione non aveva né porte né finestre, se non due sole al secondo piano, le attività che si svolgevano al primo piano erano coperte dalla strada dalle piante e dal fatto che il primo piano fosse posto più in basso del manto stradale, il che permetteva solo d'intravedere qualche vago movimento, se solo ci si fosse attardate a guardare in quella direzione, andando molto piano e sapendo dove guardare. Entrai quella mattina presto in casa perché avevo bisogno di alcol gratis, ero già in astinenza e sapevo che fare sport avrebbe peggiorato le cose, la casa era ancora fresca e terra secca accennava a sollevarsi alle prime brezze del mattino. Inforcai la bicicletta e mi diressi da un vecchio produttore di vino che sapevo aveva fatto l'uva da una paio di settimane. Senza chiedere il permesso andai ai bidoni dove teneva le vinacce che non usava e calandomi nel cassone di metallo che emanava un odore putrido acre e nauseabondo riuscita a riempire due sacche di vinacce, epr un totale di quattro chili. Feci questo viaggio un paio di volte e in una mattinata riuscii ad accumulare il materiale che mi serviva. Avevo un fornello da campo, una vecchia pentola a pressione di cui avevo alterato le valvole in modo da far uscire tutto il vapore da un solo foro, anche a costo di far esplodere il sistema per via della pressione, poi avevo fuso sopra la valvola della pentola a pressione un imbuto di alluminio che ero riuscito a manovrare rovinando nove presine dei cinesi, di cui la maggior parte era morta bruciando, che manco Ivo Jima. All'imbuto era stato attaccato un tubo d'acciaio che era fatto per incastrarsi con l'imbuto in alluminio, questo tubo conduceva ad una serpentina che era immersa in un secchio pieno d'acqua, il secchio l'avevo forato con un trapano per far fuoriuscire l'estremità della serpentina. Infilando in una volta sola tutta la vinaccia nella pentola a pressione e accendendo un fuoco di legna sotto la pentola sollevata usando il treppiede del fornello a gas. La cosa non attirava l'attenzione del passanti perché mettevo una pila di vecchi mattoni a proteggere il fuoco in modo che il fumo non andasse sulla strada, e non essendo particolarmente alto poteva essere tranquillamente confuso con il fuoco di un qualunque contadino che, come si usa in campagna, invece di sbarazzarsi col camioncino delle erbacce del campo le ammucchia e gli dà fuoco per ottenerne del fertilizzante per i suoi campi. Nel giro di due ore avevo ottenuto a gratis un liquore da 78 gradi centigradi. Ma berlo così sarebbe stato un suicidio. Bisognava metterlo dentro il vino, dentro la birra, dentro il caffè o la lattina di Redbull per renderlo ance vagamente edibile, perché anche se diluito comunque ustionava la faringe, da puro avrebbe portato al pronto soccorso, da diluito significava avere una voce roca ma un forte irritazione alla gola e a volte sputare pus per qualche settimana. La prima volta avevo con me un mezza bottiglia di vino rosso della Coop, quello per cucinare al costo di 90 centesimi. Travasai nel vino un po' nella bottiglia di vino pessimo, poi mi attaccai alla bottiglia di vino corretto. Fu un meraviglioso disastro. Mi sembrava di essermi attaccato al pisello di Dio che mi stava pisciando una nuova anima in corpo, il sapore era quello del Tavernello che stà due, tre ore sotto il sole calco, il retrogusto era quello dell'alcool puro caldo che esala ancora il fetore di vinaccia che è diventato liquido. Ma quel sapore così disgustoso dava anche un senso di pace e di tranquillità che nessuna donna o opera d'arte avrebbe mai potuto regalarmi, ne ero certo. Quel giorno avevo corso molto, e nonostante mi fossi ripreso bevendo acqua e mangiando pane e cotoletta mentre che la vinaccia bolliva, non resistetti alla tentazione di esagerare con quella bevanda mefitica, dopo trenta minuti dal primo soro iniziai a sentire i cerchi alla testa e nel giro di nemmeno un'ora dormivo sul pagliericcio di quel luogo dimenticato da tutti ove avevo trovato la mia pace.
L’alcohol e l’abbraccio della madre che non ho mai avuto, e un modno fatto di ombre che consoco benissimoe che mi fannos tare bene, è una linfa che nustre la mia anima, placa le mie insicurezze. Bevo da solo, da anni e vorrei tanto che questa follia finisse.
#alcohol#scrivere#dipendenza#bere#inventare#storia#raccontare#sbronza#sbronzarsi#festa#oblio#pace#follia#inventiva#tossico#don't stop me now#drugs#giovani scrittori#scrivetemi
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“Devi lottare contro raccomandati, leccaculo, arrampicatori sociali… ma il poeta è fuori controllo”: esperienza di lavoro in cooperativa
Essere qualcuno, è un discorso da mondo del lavoro. Essere nessuno, è stigma, macchia da letteratura. Cosa voglio dire? Essere introdotto in cooperativa, lavorando, facendo tutto un percorso di crescita, passo dopo passo, mese dopo mese, anno dopo anno, ha permesso di far rinascere la mia personalità. Il mio io e la mia stima ne hanno tratto profondo beneficio, e ne sono grato. Nonostante nuove o vecchie inimicizie, rancori e quant’altro, io mi realizzo. Invece: scrivere per il mondo intero ‒ ci hai mai pensato? ‒ necessita di umile stima, per se stessi e verso gli altri. Marchiati da epifanie, graffi, visioni, crudeltà, amplessi, non si dovrebbe desiderare altro che l’opera nasca sorgiva e cresca imperterrita, silenziosamente.
E se poi accadesse il contrario? Accade già. Continuamente, accade. C’è chi lavora per gli altri, senza lagne né vanti; c’è chi compare sempre, comunque e ovunque nello scenario letterario italiano. Fenomeni da baraccone. Fondere i linguaggi per un unico scopo, sembra roba da caritativa. Ma anche lì, viaggiano interessi nascosti. Caravanserragli di invidia e giochi di potere, si intrecciano a finto buonismo e perbenismo dell’ultim’ora, se non dell’ultimo secondo: maschere.
*
Tutti, in cooperativa, abbiamo un peso specifico. Almeno, quelli assunti con regolare contratto. S’intende. C’era bisogno che lo scrivessi? E io finalmente sono riuscito a raggiungere questo obiettivo. Purtroppo, il miraggio di sentirsi almeno un po’ più sicuri nel mondo delle cooperative sociali, permane ancora per molti. Avere un peso specifico equivale a dire che, chi ci supporta a livello educativo nel lavoro quotidiano, ne dovrebbe avere altrettanto in termini di competenza e professionalità. Cosa, quest’ultima, che in alcuni casi non accade, anzi vacilla in maniera scandalosa, provocando solo danni ai malcapitati tirocinanti… essere raccomandato spesso non coincide con l’essere presente agli altri, soprattutto in questo mestiere. Lo ribadisco, si fanno solo danni: si crea rabbia, malcontento, soprattutto sfiducia. E, pianti. Sto parlando di situazioni che sono sotto gli occhi di tutti, ma se non hai potere di decisione, nulla potrà mai cambiare.
*
M, come è arrivato da noi se ne è pure andato, tempo fa. M, da quel che mi racconta, poteva avere un futuro brillante; avrebbe potuto persino bagnarmi il naso nel mondo della letteratura. Se… appunto, se… la sua vita non avesse preso pieghe distorte. Ma chi lo sa come va il mondo, eh?! Nessuno lo sa veramente. M ha problemi con la valvola mitralica, e un passato da alcolista anonimo. Da quel che mi dice, prima, faceva lavori di sedici ore al giorno, e li svolgeva alla grande. ‒ G, mi chiede M.
Dimmi.
‒ Ho saputo che sei poeta e scrittore. Mi interesserebbe un giorno leggere qualche tuo libro. Io, invece, scrivo tutti i giorni da diversi anni; tengo un diario personale dove racconto a fiume tutto quello che mi succede. E mi aiuta, scrivere, sai?
Fai solo bene. Gli rispondo.
‒ Forse un giorno mi darai una mano a sistemare i miei appunti, G?
Perché no, gli faccio. E sarebbe stata una bella sfida per me, anzi, per entrambi. Ma la legge della selezione, passa anche dalle nostre parti, e M, che non possiede purtroppo quella lucidità indispensabile per lavori di concentrazione come quelli che facciamo noi, viene tagliato fuori dai giochi.
‒ Ecco, lo sapevo G, mi hanno detto che mi aiuteranno a cercare un altro lavoro, ma qui il mio tirocinio finisce. Ora subentreranno mesi difficili, e l’autostima andrà sotto zero. ‒, mi confida sconsolato M, durante la pausa caffè. Stanchezza e distrazione, insieme a qualche assenza di troppo, fanno perdere punti e fiducia verso i nuovi arrivati. Allora devi farti forza, almeno tu. Devi dotarti di corazza, per evitare di legarti troppo a quelle persone che come te credevano in un sogno, poi andato in frantumi. Devi far finta di niente, dimenticarli alla svelta, prima che i loro ricordi si impossessino di te, senza lasciarti in pace. Sono uguali a me, santo Iddio! Più sfortunati di me, perché non ce l’hanno fatta. Tutto però deve continuare… Chissà, se i miei responsabili soffrono un pochino anche loro, per dover lasciare a piedi questi uomini e donne, non consoni ai ritmi della cooperativa? Qualcuno di loro, lo rivedo per le strade della mia città. Come quel ragazzo giovanissimo, inesperto con la vita, che il sabato sera brinda insieme a un amico, seduto su una panchina, in mano una bottiglia di birra. Sembra voglia godersela tutta, è soddisfatto, ha gli occhi raggianti e un sorriso beffardo di chi ha sete di rivincita verso il mondo. Brandisce lentamente quella bottiglia, quasi fosse uno scettro. E io, rivedendolo, spiandolo di nascosto, obliquamente tifo per lui. Perché so che per fortuna non esiste solo la nostra cooperativa, ma molte altre realtà sociali, magari più affini al suo limite e destino. Ogni sconfitta fortifica, e potrebbe portare a qualcosa di migliore. Ogni sconfitta, brucia, svergina per sempre il potente motore, il cuore fragile dell’uomo.
*
Essere abbandonati, è un discorso da mondo del lavoro. Essere qualcuno, è ferocia, burla da letteratura. Cosa voglio dire? Mai come oggi, se non rendi di più di quello che già puoi dare, spesso sei fuori. Devi contare solo su te stesso. Devi lottare contro raccomandati, leccaculo e arrampicatori sociali, che faranno di tutto per primeggiare e tagliarti le gambe. Lo stesso, ahimè, accade nel mondo letterario. In realtà: accade ovunque. Quasi, ovunque. In tanti, troppi, vogliono avere il controllo su chi ne sa meno o più di loro. Vogliono avere tanto, e il prima possibile. Si creano fazioni, ci si imbosca in ambienti in apparenza estranei, per avere i propri uomini pronti a reagire, in situazioni di disavanzo. Giochi di potere, che tristezza, il mondo è questo. Se non ti va bene, è così lo stesso. Ciò nonostante, il poeta ‒ che si ripeta ‒ è fuori controllo… preferisco rimanere solo come un cane, piuttosto che sopportare la maschera di finte amicizie; e voglio avere idee mie personali, anziché ripetere a pappagallo quelle degli altri.
*
Fortunatamente, però, viene sempre qualcuno a disinnescare la mia boriosa solitudine (che aspettate! venite a stanarmi…). Arriva, proprio quando meno me lo aspetto, un nuovo amico, questa volta a trarmi fuori dall’ultima grande depressione nella quale ero caduto. A dire il vero, l’avevo cercato io, parecchio tempo prima, Antonio Zanoletti. Attore e regista, nome importante del teatro italiano, mi chiede all’improvviso se voglio scrivere per la sua compagnia teatrale (la Compagnia dell’Eremo, che poi è quello di Santa Caterina) un testo tratto da una sua idea. La cosa, oltre a farmi onore, mi aiutò davvero, e molto, ad allontanare definitivamente quella sporca compagna che è la depressione. Infida e impostora, tanto da abbracciarti nel silenzio della notte inesplorata, per violentarti il più possibile, ficcandoti in gola la sua lunga lingua sottile. Finalmente potevo scrivere un testo per il grande teatro. Antonio mi prestò dei libri, grazie ai quali potei documentarmi e mettermi al lavoro. Ma, oltre ai se, la vita riserva a volte dei ma. L’amico che mi aveva in qualche modo guarito, fu colpito lui stesso da un problema di salute, poi fortunatamente risolto. Tanto che tutt’ora, quel testo che avevo abbozzato timidamente, giace sonnecchiante in un cassetto (non mi ricordo nemmeno quale). E forse un giorno, forse no, vedrà la luce nei teatri italiani…
Giorgio Anelli
*In copertina: Mickey Rourke in una immagine da “Angel Heart”, film di Alan Parker del 1987
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DINOSAUR JR in concerto a Prato La leggenda dell’indie-rock americano giovedì 9 giugno 2022 sul palco di Officina Giovani
Biglietti disponibili da oggi Primi nomi per l’edizione 2022 di Off Tune Festival, a Prato: saranno i leggendari Dinosaur Jr a inaugurare la rassegna, giovedì 9 giugno sul palco di Officina Giovani. I biglietti (posto unico 22 euro, escluso diritto di prevendita) sono disponibili da oggi su www.dice.fm. Band di culto della scena indie americana, in attività dai primi anni ’80, i Dinosaur Jr combinano elementi hardcore e punk con tratti di classic rock: un sound unico, sguaiato e rumoroso, con momenti di accattivante melodia, che ha ispirato musicisti a ogni latitudine. Un nome per tutti, i Nirvana di Kurt Cobain. Ad aprire la serata saranno Appaloosa, Djeco e Astrogang. Dinosaur Jr è solo il primo headliner di Off Tune Festival. In arrivo altri grandi nomi della musica internazionale. L’abbonamento per le quattro serate è disponibile su www.dice.fm a 66 euro. In programma a Prato dal 9 al 12 giugno 2022, Off Tune Festival è il progetto a cura di A-live, Santa Valvola Records e Ass. South Park, con la collaborazione del Comune di Prato e Officina Giovani: 4 giornate di musica e tanti eventi paralleli che invaderanno gli spazi dei Cantieri Culturali Ex Macelli / Officina Giovani. Info www.offtunefestival.it Programma prima giornata del Festival: Giovedì 9 giugno 2022 DINOSAUR JR APPALOOSA DJECO ASTROGANG Biglietti: Posto unico €22+dp Prevendite già disponibili esclusivamente su DICE – www.dice.fm Off Tune Festival c/o Cantieri Culturali Ex Macelli Piazza dei Macelli, 4 Prato www.offtunefestival.it
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DINOSAUR JR in concerto a Prato La leggenda dell’indie-rock americano giovedì 9 giugno 2022 sul palco di Officina Giovani Biglietti disponibili da oggi Primi nomi per l’edizione 2022 di Off Tune Festival, a Prato: saranno i leggendari Dinosaur Jr a inaugurare la rassegna, giovedì 9 giugno sul palco di Officina Giovani. I biglietti (posto unico 22 euro, escluso diritto di prevendita) sono disponibili da oggi su www.dice.fm. Band di culto della scena indie americana, in attività dai primi anni ’80, i Dinosaur Jr combinano elementi hardcore e punk con tratti di classic rock: un sound unico, sguaiato e rumoroso, con momenti di accattivante melodia, che ha ispirato musicisti a ogni latitudine. Un nome per tutti, i Nirvana di Kurt Cobain. Ad aprire la serata saranno Appaloosa, Djeco e Astrogang. Dinosaur Jr è solo il primo headliner di Off Tune Festival. In arrivo altri grandi nomi della musica internazionale. L’abbonamento per le quattro serate è disponibile su www.dice.fm a 66 euro. In programma a Prato dal 9 al 12 giugno 2022, Off Tune Festival è il progetto a cura di A-live, Santa Valvola Records e Ass. South Park, con la collaborazione del Comune di Prato e Officina Giovani: 4 giornate di musica e tanti eventi paralleli che invaderanno gli spazi dei Cantieri Culturali Ex Macelli / Officina Giovani. Info www.offtunefestival.it Programma prima giornata del Festival: Giovedì 9 giugno 2022 DINOSAUR JR APPALOOSA DJECO ASTROGANG Biglietti: Posto unico €22+dp Prevendite già disponibili esclusivamente su DICE – www.dice.fm Off Tune Festival c/o Cantieri Culturali Ex Macelli Piazza dei Macelli, 4 Prato www.offtunefestival.it
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È un brutto posto dove vivere in collaborazione con 999
Presenta: È un Brutto Duo
21/04/2018 h 21.00
Circolo ARCI Binario 1
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BOLOGNA VIOLENTA (TV - Drunkcore Power Duo) Progetto nato nel 2005 da un’idea di Nicola Manzan, violinista, polistrumentista e produttore trevigiano. Ha lavorato in studio e dal vivo con artisti italiani ed internazionali, tra cui Jesu, Menace, Igorrr, Baustelle e Fast Animals and Slow Kids. Dalla fondazione del progetto ha pubblicato sotto questo pseudonimo cinque album, vari ep, split e remix. I suoi lavori sono caratterizzati da sonorità estreme, in cui le batterie elettroniche vengono arrangiate con chitarre grindcore e orchestre classiche. Le tematiche affrontate sono per lo più riferite ai drammi della vita, al forte contrasto tra l’essere umano e il mondo che lo circonda, ma soprattutto al diffcile rapporto tra gli esseri umani stessi. Nel 2015 il progetto è diventato un duo con l’ingresso in formazione di Alessandro Vagnoni come batterista dal vivo e polistrumentista in studio. Ha collaborato con band death metal quali Dark Lunacy, Resurrecturis, Infernal Poetryed è titolare del progetto BUSHI.
Cani Dei Portici (BO - Dogcore Power Duo) Esordiscono nel 2013 con Cave Canem, uscito per Toten Schwan Records / L’Odio Dischi / È un brutto posto dove vivere, che viene ristampato l’anno successivo. Abbaiano per tutta Italia con Bologna Violenta, Bachi Da Pietra, Giorgio Canali, Marnero, Zu, Ornaments, Storm{O}. Latrano al MEI e in svariati festival della penisola. Nel 2016 esce Due, per Dischi Bervisti / Toten Schwan Records / Vollmer Industries / Santa Valvola Records / È un brutto posto in cui vivere / L’Odio Dischi / Oh! Dear Records / Effetti Collaterali Records. Cani Dei Portici, decibel & hardcore canini, sono: Demetrio Sposato (batteria) e Claudio Adamo (chitarra e voce). Cave canem.
Nadsat (BO - Mathcore Power Duo) Duo Italiano sperimentale / Noise / Math con base nella Bassa Bolognese ritorna in veneto con le battute finali del "Cruderie Tour".
I Need a Plastic Face (TO - Eletric Organ Bass Duo) Band di Torino. Entro la fine del 2017 fondano uno studio nel seminterrato e comprano un organo elettrico - un Farfisa Matador - e iniziano a scrivere le canzoni che faranno il loro album di debutto "Knicks Knacks", che è stato registrato e mixato in 48 ore. L'influenza principale viene da The Velvet Underground in termini di coesistenza tra dissonanza e armonie pop; ma si può effettivamente trovare la rilevanza della musica elettronica, dello shoegaze e del noise rock. Sono disposti ad esprimere un'identità precisa, suggerita dallo spazio in cui si svolgono le prime prove, specialmente di notte.
Grafica a cura di Mattia Laureti
CIRCOLO ARCI BINARIO 1 | Piazzale Duca D'Aosta, Treviso *************************** Contributo responsabile di 5 € Ingresso riservato ai soci ARCI, con possibilità di tesseramento in serata *************************** Il circolo, situato di fianco alla Stazione Ferroviaria di Treviso è raggiungibile in treno, bici, a piedi (15 minuti a piedi dal centro) e in auto con possibilità di parcheggio nelle vie laterali adiacenti.
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#999#è un brutto posto dove vivere#binario 1#treviso#bologna violenta#nadsat#cani dei portici#i need a plastic face
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Allagata la scuola Barruero di Moncalieri, crolla il controsoffitto della mensa
E’ stata probabilmente una valvola di sfiato dell’impianto di riscaldamento a causare un grave danno alla scuola elementare Barruero di Moncalieri. Una zona dell’istituto è completamente allagata e l’acqua ha causato il crollo del controsoffitto nella sala mensa. Impossibile fare lezione e così il dirigente ha spostato tutti in altre aree della scuola comprensiva Santa... Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2BtOfKF via Adriano Montanaro - Alessandria
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FUZZ ORCHESTRA - SUMMER 2017
09.07 - Terlizzi - MAT laboratorio urbano 10.07 - Selva di Fasano - Jerbéras 11.07 - Reggio Calabria - Spazio Lupardine 13.07 - Messina - Retronouveau @ Lido Glirrerammare 14.07 - Catanzaro - Lido Moon Beach 15.07 - Soveria Mannelli - Tirabusciò 19.07 - Villa di Serio - Rock sul Serio 27.07 - Curtarolo - Curtarock Festival 05.08 - Winterthur (CH) - Bambole Openair 2017 09.09 - Prato - Santa Valvola Records Fest
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Cruel Experience, "Lives of Ugly Demons": la recensione
Cruel Experience, “Lives of Ugly Demons”: la recensione
Dopo un doppio ep (di cui avevamo trattato qui) è uscito l’album d’esordio dei Cruel Experience: Lives of Ugly Demons(L.O.U.D.) per Santa Valvola Records/Annibale Records/Brigante Records/Hopetone Records per l’Italia, Oh Dear Records per U.K. e Deadstache Records per gli U.S.A. interamente autofinanziato grazie ai live e registrato DIY, è il manifesto d’una voglia d’esprimersi appieno, senza…
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Dio prego che crepi al più presto.. è invivibile una vita cosi, non siamo figlie, siamo solo delle entrate per lui. Oggi dovrebbe essere il tuo giorno? Ma giorno di cosa? Non sei mai stato un padre esemplare e non lo sarai mai. Vuoi sapere perchè appena arrivi tu nei paraggi scappo? Perchè sono sempre stata la tua valvola di sfogo. Su 3, solo io le ho sempre prese di santa ragione. Ti ricordi quando mi hai mandata a scuola con un occhio nero? O quando mi hai preso a righellate da 60cm spezzandomela sulla schiena? O quando mi hai preso per il collo e sono andata a scuola con il collo viola? O quando per una cosa stupidissima non mi hai presa a sberle fino a quando non ho picchiato la testa sul muro? Oppure quando mi hai tirato un rovescio e la mia faccia è finita sulla pizza, appena sfornata. Ecco, ora chiediti perchè me ne vado appena ti vedo, ti prego.
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TOCCATA DAL RE DEI RE
Quest’uomo con gli occhi piccoli (Rev. Sun Myung Moon) è la persona che ho visto nei miei sogni e che mi ha dato una seconda vita View this email in your browser TOCCATA DAL RE DEI RE La seguente testimonianza è stata ricevuta nel gennaio 2017 e l’autore, che desidera rimanere anonimo, ha chiesto di pubblicarla. Per favore chiamatemi Mira. Ho 62 anni. Vorrei condividere con voi un’esperienza, che ho avuto due mesi fa, e che mi ha letteralmente salvato la vita e ha cambiato tutta la mia prospettiva su quello che la vita significa. A novembre ho subito un grave incidente. Prima di essere operata, i dottori mi hanno dato una probabilità di sopravvivenza del 50%. Dopo due giorni, una equipe di medici ha deciso di praticare un’incisione nella valvola del mio cuore e di fare un’operazione alle ossa fratturate del mio braccio e piede sinistro. L’ultima cosa che ricordo nella sala operatoria era il dottore che mi praticava una rianimazione cardio polmonare quando il mio cuore ha smesso di battere. Più tardi, mi hanno detto che i dottori avevano cercato di rianimarmi per quasi 30 minuti prima di arrendersi e dichiararmi morta. Poi, miracolosamente, pochi minuti dopo, sono ritornata in vita. Permettetemi di raccontarvi l’esperienza che ho avuto durante il tempo in cui era sotto rianimazione. In quel periodo di tempo, era come se fossi in uno stato di “sogno lucido”. Sapevo che stavo morendo, così sono andata a visitare i miei familiari nelle Filippine e in altre parti del mondo per abbracciarli, specialmente mia madre, e salutarli per l’ultima volta. Mi pareva come di essere guidata dal vento e andai a finire in un posto che sembrava il cielo. Le persone lì indossavano vesti bianche, qualcuno rosa. Tutti erano felici lì, godendo la loro vita eterna, sia giovani che vecchi. C’era una corrente di acqua limpida che scorreva dalla cima di una montagna e io potevo sentire un odore di bosco fresco. L’aria trasudava di vita eterna. Era un posto bello, sereno e vasto. Poi vidi una persona che aveva gli occhi piccoli e che indossava delle vesti bianche. Mi mostrò gli eventi della mia vita, come in un film. Alla mia sinistra c’era il male, e alla mia destra c’era il bene. Ero giudicata in base al valore del bene che avevo fatto agli altri. D���improvviso vidi mio padre che piangeva mentre parlava con persona dagli occhi piccoli che indossava le vesti bianche. Mi disse: “Nessuno è arrivato alla sua posizione se non attraverso di Lui”. Poi mio padre mi diede il benvenuto e chiamò i suoi nipoti (A proposito, mio padre è nel mondo spirituale da quasi venti anni). La persona che aveva gli occhi piccoli teneva mio padre con la mano destra, e con la mano sinistra mio figlio e i miei nipoti che erano già morti. Mi disse che lui è la via, la verità e la vita, e il Messia”. Nel mio cuore l’accettai come mio Salvatore e gli dissi: “Sì, ti accetto e ti seguirò”. Lui disse: “Grazie per avermi accettato”. Poi mi versò sulla testa l’acqua della vita e disse: “Tu sei benedetta e io ti guiderò – torna indietro prima che sia troppo tardi!” Mi portò al cancello del cielo. Dopodiché mi ritrovai nella sala operatoria, avendo ripreso conoscenza. Le infermiere sentirono un forte vento nella stanza. Poi le mie mani cominciarono a muoversi. Il personale medico mi disse che era un miracolo che fossi sopravvissuta. Uno mi disse: “Dio ha qualcosa in serbo da fare per te”. Dopo aver ripreso conoscenza, essendo – per così dire – ritornata dai morti, feci una serie di sogni ricorrenti con un tema simile. Nei miei sogni vedevo la stessa persona che avevo visto quando avevo perso conoscenza all’ospedale – la persona con gli occhi piccoli che indossava vesti bianche. Il suo volto era sempre lo stesso ma non io non conoscevo questo individuo, né l’avevo mai incontrata di persona. Ero confusa perché continuavo a sognarlo. Nella mia mente questa persona è colui che mi ha dato la mia seconda vita, perché è quello che mi ha versato l’acqua santa sulla testa proprio prima che riprendessi conoscenza nella sala operatoria. Nel mio primo sogno, l’uomo con gli occhi piccoli era in cima a una montagna insieme ad un altro uomo più giovane che aveva la testa pelata. L’uomo con gli occhi piccoli puntava la mano sinistra verso l’uomo con la testa rasata. L’uomo con gli occhi piccoli usava la mano destra per attirare la mia attenzione e dava un segnale che io interpretai come: “Segui l’uomo dalla testa rasata”. Mi apparve diverse volte dicendo che dovevo seguire l’uomo con la testa rasata. Un altro sogno riguardava un grande matrimonio, dove l’uomo con la testa rasata mi teneva per mano e pregava insieme a persone di diverse nazionalità e l’uomo con gli occhi piccoli stava in piedi accanto a lui. Ero molto confusa e raccontai questo sogno a mia sorella che attualmente vive negli Stati Uniti. Lei ascoltò la mia storia e poi mi mostrò delle foto della persona con gli occhi piccoli e anche della persona con la testa rasata. Rimasi allibita nel vedere quelle foto, perché lei aveva esattamente le stesse immagini del mio sogno. Solo allora mi resi conto, dopo che mia sorella me lo disse, che la persona con gli occhi piccoli in realtà era il Reverendo Sun Myung Moon, il fondatore della Chiesa dell’Unificazione che era passato a miglior vita il 3 settembre 2012. Dalla Chiesa dell’Unificazione lui è considerato il Secondo Avvento del Messia. La persona con la testa rasata è il figlio più giovane del Rev. Sun Myung Moon, Hyung Jin Moon. Lui è l’erede e il rappresentante del Reverendo Sun Myung Moon, che mi ha dato una seconda vita. Perciò io ho accettato il Reverendo Moon come mio Messia e Salvatore e Hyung Jin Nim come il suo erede e successore. Quest’uomo con gli occhi piccoli (Rev. Sun Myung Moon) è la persona che ho visto nei miei sogni e che mi ha dato una seconda vita, mentre l’uomo dalla testa pelata (Hyung Jin Moon) è colui che avrò bisogno di seguire. Perciò io testimonio che il REV. SUN MYUNG MOON è il Signore del Secondo Avvento e che Gesù sta lavorando con lui. Insieme essi stanno sostenendo Hyung Jin Nim. Io sono rinata nello spirito e mi è stata promessa la vita eterna perché ho accettato il Messia. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna”. [Giov. 3:16] [Nota del traduttore: Dal testo originale inglese non si capisce se l’autore è un uomo o una donna, ma poiché chiede di essere chiamato “Mira” e Mira è un nome femminile mi sembra che sia una donna. Questa però è solo la mia deduzione personale] Grazie per aver letto questa testimonianza commuovente Ramdane
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Vacantze@Chiesino di San Giovanni da Valentina Ceccatelli
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N E W * I N 📺🎶
“ALLEYS OF THE NIGHT ” - Cruel Experience Video: Paolo Pierattini
Santa Valvola Records
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