#rompere il ghiaccio
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inadeguata · 6 months ago
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ti ho rivisto, ma tu non hai visto me.
ti ho scritto un messaggio per rompere il ghiaccio insultando la t shirt che avevi, che non mi è mai piaciuta, ma non hai risposto.
gli amici mi dicono che sei ancora innamorato di me e che lo sarai per sempre e che con lei non durerà,
ieri ti ho visto e volevo salutarti, ma anche se mi fossi sbracciata non mi avresti visto, potevo urlare ma la voce non è uscita.
ieri ti ho visto ed è stato come lasciarti andare una seconda volta, non ho fatto niente per farti guardare verso di me e tu hai continuato a guardare altrove
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scogito · 7 months ago
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Care donne,
che avete abituato gli uomini a non fare niente, a fare il primo passo voi, a rompere il ghiaccio voi, a incoraggiarli voi, a corteggiarli voi, a rassicurarli voi.
Poi vi trovate davanti bimbi minkia di 30 anni incapaci anche di dirvi ciao e restate male perché non sono temerari e coraggiosi!
Poi incontrate belle statuine convinte che "corteggiare" sia lanciarvi l'occhiata e mettersi in mostra, e vi lagnate perché sono indecifrabili e sfuggenti!
Poi avete a che fare con un vostro alter ego che vi batte pure in emotività, e vi disturba che sia instabile e in difesa!
Li avete creati voi nel momento in cui gli avete dato la pappa in bocca, nel momento in cui lui non si avvicinava e allora giù a inseguirlo! Nel momento in cui li avete trattati come bambini, e tutte le volte in cui il "femminismo" è diventato "prendere il posto loro".
E questa cosa vale molto per le nuove generazioni, perché si comportano già così ragazze di 12-13 anni.
Continuate, mi raccomando.
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vittimenonlosiamotutti · 5 months ago
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C'é qualcuno che legge dei post scritti anche bene, interessanti, arguti...ma quanto lo scrittore poi gli scrive in chat, gli cascano le palle.
Ma non hanno capito che è un altro registro? Quando scrivi un pensiero ti ci metti lí, lo curi, lo rileggi, lo rendi interessante da assimilare.
Quando sei in chat la butti anche in caciara. O fai l'ebete per rompere il ghiaccio, dici due cagate, oppure fai un complimento, attacchi bottone. Non puoi esprimerti da professorone come hai fatto nel post, dio che palle che saresti!
Eppure sta cosa ovvia in tanti non la capiscono. Viviamo in un mondo di stereotipi, e vediamo gli altri come stereotipi, piatti, monodimensionali. Non riusciamo piú a comprendere che uno può essere sia profondo sia far l'idiota? Che si possono fare riflessioni amorose, e amare le tette? Che si puó fare una battuta, e amare filosofia? Tempi. Esistono i tempi. Un tempo per ridere, uno per piangere, uno per godere, uno per scherzare, uno per giocare, uno per essere seri. Non è che siamo decerebrati, chi la pensa cosí lo è per primo! Chi pensa di riuscire ad inquadrare una persona con due parole, è la prima ad essere insulsa. Eddai su.
Siamo complessi, siamo un mondo che teniamo troppo spesso nascosto. Ma non siamo scemi, siamo "molteplici". Siamo tante cose. Siamo infiniti!
...cazzo! tette pipí popò!
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mucillo · 8 months ago
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"Un libro deve essere un’ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi.”
(Franz Kafka)
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bicheco · 10 months ago
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Seriamente, io quando faccio l'amore con il mio uomo penso a te e ai tuoi post. Secondo te questo succede perché il mio uomo non è abbastanza bravo o è perché sei più bravo tu? (a scrivere, di persona non ti conosco, non ancora).
Se sì, tu per me saresti disposto a trasferirti in Groenlandia per conoscermi meglio?
💛🧡❤️❤️‍🔥
In Groenlandia, dove ho vissuto per dieci anni, non sono mai riuscito a conoscere nessuna ragazza perché mi risultava troppo difficile rompere il ghiaccio.
E dopo questa battuta dovresti essere tu a raggiungermi qui dove vivo: all'equatore, ma equatore centro, non periferia.
E prima di accoppiarci ci faremo una promessa solenne: durante il sesso penseremo a qualcosa di lontano e di neutrale. Tipo la Svizzera.
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umi-no-onnanoko · 2 years ago
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"Provan a rompere il ghiaccio con te [...], non sanno che tu sei l'Antartide."
-Pinguini Tattici Nucleari (Antartide)
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zheniakirsikkalove · 2 years ago
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02.03.2023 - Alcatraz, Milan, Italy
photos by Piero Paravidino (Metal Hammer Italy)
+ interview 23.02.2023
Ville Valo – Il ritorno del principe malinconico.
Abbiamo avuto l’occasione di raggiungere Ville Valo telefonicamente a qualche giorno dall’uscita del suo primo, nuovo, lavoro solista ‘Neon Noir’ (trovate la recensione qui) e dopo un breve scambio di battute per rompere il ghiaccio siamo entrati nel vivo dell’intervista…
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condividiamolavita · 1 year ago
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frasi per rompere il ghiaccio
"come sta il pitone?"
(dialogo con fratello di M che ha la passione per questi simpatici animaletti e simili)
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scrittricesenzatalento · 2 years ago
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15 giugno 2023
È da mesi che parliamo in una chat di gruppo eppure stasera dal nulla mi hai detto "scrivimi dopo" e io orgogliosa come sono ti ho detto di farlo tu se ci tenevi tanto.
Non avevo aspettative, so solo che i minuti passano e un pochino ci inizio a sperare; poi vibra il telefono, leggo il tuo nome e riesco quasi a sentire una vocina nella mia testa che mi dice che non finirà bene. Probabilmente ha ragione ma solo per stasera non la voglio ascoltare.
Parliamo del più e del meno, d'altronde non ci conosciamo nemmeno, sono più che altro battute per rompere il ghiaccio ma la sensazione che non riesco ad ignorare è quella di aver appena dato inizio a qualcosa che non mi farà dormire la notte. Questa sensazione la sento dal primo istante, quasi come se qualcuno volesse dirmi che questo è solo l'incipit di lunghe giornate al telefono tra parole e pensieri disordinati.
Per stasera la vocina non la voglio ascoltare.
Per stasera il pensiero di svegliarmi domani con un buongiorno nuovo mi fa sorridere.
Per stasera mi va bene così.
-@scrittricesenzatalento
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voidcore-italia · 2 years ago
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in your opinion, what color is objectively the best one?
(secondo te, quale colore è oggettivamente il migliore?)
. il colore migliore? ottima domanda! bisogna pulire la frutta prima di mangiarla. è importante lavare bene e accuratamente la frutta, se si mangia con la buccia. se la buccia non si mangia non c'è bisogno di lavarla accuratamente. se la frutta non si mangia non c'è bisogno di lavarla affatto. se la frutta è brutta si butta tutta.
. il colore migliore? ottima domanda! mi ha stretto la mano una volta? non lo so. e poi mi ha chiesto di fare qualcosa, così ho iniziato a disegnare frattali (figure a dimensione frazionaria.) non lo so. ho dovuto cercare la dimensione di quel frattale che parte da un segmento per poi dissolversi in una polvere infinitamente piccola, perché non la sapevo. è stata una bella serata.
. il colore migliore? ottima domanda! almeno tre volte nella mia vita, forse di più. due volte cadendo dall'altalena al parco giochi! prima succedeva più spesso, ma �� da un po' che non vado al parco giochi perché ho sempre impegni e non ce n'è tanti qua vicino. l'altra volta è stata mentre stavo correndo troppo velocemente per non perdere un autobus (alla fine l'ho perso), morale della favola non indossare i sandali quando vai di fretta.
. il colore migliore? ottima domanda! sinceramente non l'ho trovato troppo interessante? cioè l'ho guardato più che altro perchè ne parlavano tutti ed era un modo per rompere il ghiaccio, ma in sé non mi è piaciuto particolarmente. non dico che è un brutto film ma non fa per me. alcuni personaggi erano interessanti però, e la parte con gli orologi era carina.
. il colore migliore? ottima domanda! praticamente il personaggio principale era una fata magica che volava sulle nuvole, e aveva sempre una bisaccia di polvere magica, e le nuvole erano tutte rosa e sapevano di zucchero filato. poi non l'ho mai scritta però mi piaceva immaginare come sarebbe stato stare lontano dalla terra, oltre le nuvole!
. il colore migliore? ottima domanda! nel 2004, prima che si diffondessero gli smartphone a livello di massa. a quei tempi c'era skype con tutte quelle emoji animate carine, io le adoro, specie quella con gli occhiali scuri e quella che balla!! e poi il bibup delle chiamate di skype è troppo carino.
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laeliana · 25 days ago
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Dal capitolo 10
Artemis seguì con lo sguardo la cameriera che li aveva scortati al tavolo, impegnata ora ad arretrare con un’espressione d’orrore dipinta sul volto: “Ogni tanto mi diverto a venire qui e parlare in italiano”, spiegò a Minerva. “Per evitare che abbassino la guardia, se capisci cosa voglio dire.”
La ragazza aveva sorriso: “Sei senza cuore!”
Si era cambiata, Minerva, e ora indossava un lungo abito blu notte, molto scollato, con un taglio semplice che faceva risaltare la sua figura. Le uniche decorazioni erano degli inserti d'argento che le scendevano lungo le gambe. Era stupenda.
Quando gliel'aveva detto, chiedendole nel mentre perché non avesse usato quell'abito per il gala, Minerva aveva riso: "Loro meritavano il costume da Atena. Questo, invece, è per te, Artemis Fowl."
Tuttavia, né il sorriso né la risata avevano raggiunto gli occhi e, non appena si era seduta, Minerva aveva aperto un pacchetto di grissini. Ora li stava meticolosamente facendo a pezzi, portandosi poi alla bocca i frammenti e masticandoli lentamente. Non sembrava sentirne il sapore.
Non è fame, aveva subito realizzato Artemis. Ha paura di dare di stomaco. Grazie a Dio non sono l’unico qui dentro ad essere nervoso.
La rinnovata sicurezza che aveva provato a pranzo era evaporata assieme al ticchettare dell’orologio, e ora gli sembrava di sentirsi peggio di prima. Era quasi paradossale, se pensava che sia lui sia Minerva avevano un dottorato in psicologia del comportamento. Avrebbero dovuto essere in grado di dissezionare le proprie emozioni con precisione chirurgica, e la conoscenza era potere. In teoria. In pratica, erano entrambi seduti a guardarsi imbarazzati.
Cosa ti tormenta, cavaliere in armi, che solo e pallido indugi?
“Dunque, Minerva”, fece Artemis, e il suono della sua voce sorprese anche se stesso. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stato lui a rompere il ghiaccio. Ma, evidentemente, le sue avventure a fianco di elfi, nani e compagnia bella l’avevano dotato di una tempra più robusta di quanto si desse credito: "C'era qualcosa che volevi dirmi?”
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fabianocolucci · 3 months ago
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Capitolo 6: Nomi
Le fronde sopra di loro si piegavano dolcemente al soffio di un vento leggero, come in un sussurro che accompagnava la conversazione tra Sergio e Aberfa. Seduti all’ombra di un albero possente, lontani dal brusio della piazza e dalla chiacchierata di Talulah e Vana, i due si studiavano con curiosità, come se ciascuno rappresentasse un enigma da decifrare.
Aberfa inclinò leggermente la testa, osservandolo con un sorriso intrigato. «E così, Sergio, tu sei un mercante che proviene da terre lontane, e ti sei ritrovato a stanziarti a Folach» disse, la sua voce morbida, quasi sognante. Sergio annuì, e nei suoi occhi si riflessero brevemente immagini di città lontane e strade polverose che solo lui aveva percorso. «Esatto, Aberfa,» rispose, facendo un piccolo cenno col capo, come per confermare la sua identità. «Ho visitato i vari angoli del Continente, alcuni luoghi più e più volte, altri soltanto di sfuggita, domandandomi se li avrei mai potuti rivedere. Sono il tipo di persona a cui non piace restare per molto tempo nello stesso luogo.»
L’espressione di Aberfa divenne pensierosa, e un’ombra le attraversò gli occhi. «Questo spiega come mai io non ti conoscessi, prima di vederti far cadere quei vasi, stamane,» disse, un sorriso malizioso che ammorbidì le sue parole.
Sergio rise, uno di quei suoni profondi e brevi, quasi un abbozzo di riso che trasmetteva una sincerità impacciata. «Ammetto di essere stato sia sbadato sia sorpreso, in quel momento,» confessò, con un leggero imbarazzo che sfumava rapidamente in un tono affettuoso. «Non vedevo la mia amica da un po'.»
Aberfa lo osservò per un attimo, in silenzio, come se cercasse di leggere il significato dietro alle sue parole. Poi chiese, con un tono curioso e quasi dolce: «Ma…»
Sergio abbassò lo sguardo, e il suo volto assunse un’espressione più seria. «Vana ha avuto un ruolo importante nella mia vita,» disse, la voce che tradiva una sfumatura di affetto e gratitudine. «Ci tenevo a salutarla. Probabilmente, non sarei quello che sono adesso, senza di lei.»
Aberfa lo fissò con uno sguardo che pareva leggere a fondo ogni parola, un leggero sorriso appena accennato sulle labbra. «Avere amicizie a cui teniamo con tutto il nostro cuore è qualcosa di meraviglioso,» disse dolcemente, come se rivelasse una parte nascosta di sé. «Una delle ragioni per cui ho iniziato a guidare le persone in giro per la città è proprio perché desidero poter avere quanti più amici possibili.»
Sergio annuì, appoggiandosi contro il tronco dell’albero. «Spero che tu ci stia riuscendo, in tal caso,» disse, la sua voce più calda, quasi divertita. «Mi sembri alquanto carismatica… e curiosa.»
Aberfa incrociò le braccia, inclinando il capo verso di lui. «Lo sembro soltanto, oppure lo sono?» chiese con un sorriso che celava una sfida, gli occhi che brillavano con una luce maliziosa.
Sergio le restituì lo sguardo, un sorriso accennato che tradiva divertimento. «Tranquilla, so che il tuo era un complimento, e ti ringrazio. Sai rompere il ghiaccio proprio come rompi la tua merce.»
Aberfa scoppiò in una risata, scuotendo il capo e facendo svolazzare i capelli nella brezza. «Guarda che non si è rotto nulla!» rispose in tono scherzoso, dondolando leggermente il piede nell’erba.
Seduti sotto l'albero, Sergio e Aberfa gettarono uno sguardo verso Vana e Talulah, che chiacchieravano poco distanti, immerse in una conversazione dai toni calorosi. La ragazza sembrava sorridere in continuazione, e Vana le aveva appoggiato una mano sulla spalla, con un gesto naturale e affettuoso che tradiva un’intimità inaspettata.
Aberfa seguì la scena, le sopracciglia appena sollevate per la curiosità. Dopo un momento di silenzio, chiese, «Di cosa credi che stiano parlando loro due?»
Sergio si sfiorò il mento pensieroso, osservando i gesti e le espressioni di Vana con uno sguardo attento, quasi protettivo. «Mah…» iniziò, una parola che si lasciò sfuggire come un respiro. Sembrava esitare, come se stesse scegliendo accuratamente ogni parola. «Conoscendo Vana… direi che una ragazza come Talulah l’affascinerebbe tantissimo. Lei ha due sorelle minori, a cui tiene tantissimo. Probabilmente, una parte di lei sta legando con Talulah proprio perché vede loro due in lei.»
Aberfa lo ascoltava con attenzione, il capo leggermente inclinato, e un sorriso enigmatico le aleggiava sulle labbra. «Sai,» mormorò, «è curioso che, quando parli di Vana, le tue frasi tendano a iniziare con “ma”!»
Sergio alzò un sopracciglio, colto alla sprovvista da quell’osservazione. Si lasciò sfuggire un breve sorriso imbarazzato, allungando le gambe nell’erba. «Lascia stare, è una cosa mia,» ammise con una risata soffocata, vagamente imbarazzata. «A volte, inizio a parlare prima ancora di sapere cos’è che dirò, ritrovandomi a blaterare robe a caso.»
Aberfa gli lanciò un’occhiata divertita, gli occhi che luccicavano di un’ironia giocosa. «Non vedo l’ora di sapere di più su di te, Sergio,» disse, con una sincerità nascosta sotto il suo tono scherzoso. Sergio la guardò per un lungo momento, come per misurare quella curiosità sincera che scorgeva nei suoi occhi. «Lo stesso vale per me, Aberfa,» disse piano, come se si stesse aprendo un po’ di più, senza fretta. In quel momento, un lampo di rosso riflesso al sole attirò la sua attenzione: era un ricciolo dei capelli di Vana che brillava alla luce. Sergio scosse la testa, tornando alla conversazione. «Comunque, sarò sincero: se Talulah avesse avuto i capelli rossi, l’avrei potuta scambiare davvero per una sorella di Vana,» mormorò, con un tono pensieroso e quasi affettuoso. «Lei avrebbe potuto dirmi di avere sempre avuto tre sorelle, anziché due, e le avrei creduto.»
Aberfa ridacchiò piano. «Sembra che tu tenga anche a loro due, da come ci pensi,» disse, un’osservazione che veniva dal cuore.
Sergio abbassò lo sguardo, un’espressione tenera sul viso. «Le ho praticamente viste crescere,» rispose, la sua voce più bassa, come se stesse rivelando un segreto. «Io stesso ho fratelli e sorelle, nella mia terra, ed è sempre stato come se loro due facessero parte di quel gruppo.»
Aberfa gli rivolse uno sguardo più profondo, quasi toccata da quel lato così delicato e intimo di Sergio. Non aggiunse nulla, lasciando che il silenzio accarezzasse le parole che lui aveva appena sussurrato, come se anch’esse meritassero il loro spazio nel fruscio delle foglie e nel profumo quieto della sera. Seduti sotto il vecchio albero, loro due avevano lasciato vagare lo sguardo su Talulah e Vana, osservandone i movimenti e i cenni. La loro conversazione, però, stava prendendo una piega più personale, con Aberfa che sembrava nutrire una certa familiarità con Vana, come se ne conoscesse dettagli che andavano oltre una semplice guida.
«Non temere, Sergio. Sono sicura che Dorena e Minù stiano bene, ovunque si trovino in questo istante.»
Sergio annuì distrattamente, lasciando che il suono familiare di quei nomi gli scorresse nella mente, come le onde tranquille di un fiume. Le sue labbra si incresparono in un sorriso affettuoso, come se potesse immaginarle proprio lì, di fronte a lui, prese dai loro guai e dalle loro piccole avventure. «Me lo auguro, per il bene di quelle due. Chissà in quali guai si…» Si fermò di colpo, come se il significato di quelle parole avesse colpito una nota stonata nella sua mente.
La sua espressione cambiò, e lo sguardo che prima vagava nell’aria si fissò dritto negli occhi di Aberfa. «Come conosci i loro nomi?»
Aberfa sorrise appena, senza mostrare il minimo imbarazzo. Si limitò a inclinare leggermente il capo, guardandolo con un misto di sfida e un’ironia che brillava nei suoi occhi. «Pensi davvero che io guidi due donne in giro per la città e non comunichi con loro?» Il suo tono era leggero, quasi scherzoso, ma non lasciava dubbi sul fatto che avesse ascoltato più di quanto Sergio avesse intuito.
Sergio si ritrasse appena, sorpreso, ancora con l’eco di quella rivelazione nelle orecchie. Aberfa continuò, con una voce più bassa, avvolgente, quasi sussurrata: «So anche dirti che Talulah viene da Cryneach, su a nord. Praticamente ogni volta che apre bocca per parlare di Folach, la paragona alla sua città.» Il suo sguardo sembrava riflettere qualcosa di enigmatico, come se stesse giocando con un segreto che solo lei conosceva.
La risposta di Sergio arrivò più rapida di quanto pensasse. «Dovresti fare attenzione quando riveli qualcosa in mia presenza.»
Aberfa trattenne una risata, gli occhi che brillavano di malizia. La sua espressione sembrava calcolata per apparire misteriosa e, forse, un po’ provocante. «Vedi, io ho una buona memoria, e tendo sempre ad assimilare una nozione, quando la condividono con me.» Si chinò appena verso di lui, come per dare maggior peso a quelle parole, quasi volesse suggerire che sapeva molto di più di quanto non rivelasse.
Sergio le lanciò un’occhiata attenta, cercando di scorgere cosa ci fosse di vero dietro quella posa studiata. «Stai cercando di sembrare pericolosa e provocante?» mormorò, una nota di sfida nella voce.
Aberfa sorrise, sciogliendo quella tensione con un lampo di schietta dolcezza. «Perché hai un viso troppo grazioso e adorabile,» disse ridendo piano. «Guardarti mi fa venire voglia di accarezzare i tuoi capelli.»
Sergio si lasciò andare a una risata sincera, scuotendo il capo mentre sentiva la tensione scivolare via dalle sue spalle. «Mi hai smascherato, Aberfa,» ammise, trattenendo un sorriso.
Sotto l’albero, il silenzio si era appena trasformato in un mormorio amichevole tra Sergio e Aberfa, ma una voce chiamò Sergio, interrompendo il loro dialogo con un tono dolce ma deciso.
«Sergio, mi auguro di non star interrompendo un bel momento, ma ho bisogno del tuo aiuto.»
Vana si avvicinava con passo rapido, i suoi occhi brillanti che puntavano dritti su di lui, e un sorriso che sembrava voler ammorbidire la richiesta di aiuto. Aberfa, colta di sorpresa, alzò lo sguardo e inclinò la testa in modo ironico. «Tranquilla: io e lui stavamo solo facendo conoscenza, ma…» fece un cenno con la mano, incoraggiandolo a seguire Vana.
«Parlaci pure,» scherzò Aberfa, lanciando uno sguardo malizioso verso Sergio, «lo so che hai a che fare con faccende importanti. Poi, Sergio tornerà qui a parlare del mio viso grazioso.»
Lui rise, con un cenno di ringraziamento verso Aberfa. «A dopo, Aberfa.» Mentre si allontanava con Vana, le ultime parole dell’amica le aleggiavano intorno, leggere ma piene di mistero.
Rimasta sola sotto l’albero, Aberfa chiuse gli occhi per un attimo, godendosi il silenzio della sera che avanzava. Ma il suo sguardo venne presto attratto da qualcosa. Non lontano da lei, una figura si muoveva furtiva, cercando forse di confondersi tra le ombre del giardino accanto alla strada principale. Aberfa strizzò gli occhi, come per mettere meglio a fuoco: l'uomo indossava un mantello scuro, e, gettando occhiate sospettose intorno a sé, si allontanava lentamente, quasi come temesse di essere visto.
La sua figura era fugace, ma familiare; un pensiero inquietante la colse, rammentandole i recenti misteri e le sparizioni che avevano turbato Folach nelle ultime settimane. Le sue dita giocherellavano nervose con un anello che portava al dito, il metallo freddo tra le mani quasi un conforto mentre il dubbio e la curiosità crescevano in lei. Poi, qualcosa di ancora più strano la distolse da quell'ombra fuggevole.
In lontananza, oltre la folla e gli alberi, Aberfa notò un’altra figura, solitaria e immobile, la pelle pallida come il marmo, e le folte chiome argentate. La riconobbe all’istante. Un sorriso appena accennato le sfiorò le labbra, insieme a un misto di nostalgia e sorpresa. «Mi stavo domandando per quale motivo Lynn non fosse ancora arrivata» sussurrò il suo nome, quasi incredula.
Tale figura si voltò appena, e i loro occhi si incontrarono per un breve, intenso istante, prima che la donna svanisse lentamente tra le ombre che si allungavano.
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io-confesso · 3 months ago
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Da uomo convinto per anni di averlo sotto misura, salvo poi capire che non era così, vorrei fare un po' di domande all'anonimo con la sindrome auto-diagnosticata del pene piccolo:
1. A riposo o da eretto? A riposo serve solo a pisciare e le donne riescono a farlo anche senza...
2. Lo pensi guardandolo dall'alto o allo specchio, magari anche di profilo? Spoiler: una donna ti guarda da davanti, il tuo punto di vista è solo tuo.
3. Dici che sei fissato con la forma fisica, quindi non ti chiedo della massa grassa. Però, anche i muscoli sono grossi: magari la tua sensazione di inadeguatezza dipende dal confronto con una muscolatura molto sviluppata?
4. Se la tua convinzione dipende da una misurazione a pene eretto, hai considerato che ci sono tanti modi per fare godere una donna senza usare il pene? Hai preso in considerazione l'ipotesi di usare sex toys, finanche uno strap-on, per compensare?
5. Dici non essere mai stato con una donna, allora come fai a sapere che verrai trattato con derisione o disprezzo? Se non sei mai stato con una donna a 38 anni, probabilmente ti ritroverai a fare sesso con una donna della tua età decisamente esperta e alla quale avrai parlato dei tuoi problemi: perché non pensi che potresti trovare una donna amorevole e paziente che scelga consapevolmente di venire con te? Io farei una prova, male che va continui a non fare sesso, ma se non provi mai a cercarla...
6. Vista la tua inesperienza, hai pensato ad una escort alla stregua di ogni altro specialista a cui ti rivolgi per risolvere un problema? Potresti pagarla per fare esperienza, per farti insegnare alcuni trucchi, per sciogliere quel nodo di ansia e di paura che ti stringe il collo, per rompere il ghiaccio, insomma. Poi ti potrai relazionare con le altre donne con più sicurezza, sapendo a cosa vai incontro e come comportarti...
7. Per finire, hai pensato di leggere racconti erotici, anziché vedere i porno? Nei racconti non si parla mai di dimensioni...
Ah, io da uno psicologo ci andrei, ma anche da un andrologo: le diagnosi facciamole fare a chi ha speso dieci anni a studiare la materia e la esercita quotidianamente. 😉
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byebyebombay · 4 months ago
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rompere il ghiaccio con una ragazza che incroci ogni mattina mentre vai in ufficio dicendole che somiglia parecchio a charlotte sartre è una buona mossa? chiedo per un collega
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un-intruso-nel-mondo · 5 months ago
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Una volta a settimna, come attività iniziale della mattina facciamo fare una specie di italia got talent ai bambini. Per la prima volta (almeno per me) l'abbiamo fatto tra noi istruttori in modo tale che questa volta fossero i bambini ad assistere. Uno dei miei responsabili mi ha "obbligato" a esibirmi, costringendomi a cantare (io lo supplicai di poter ballare perchè sono proprio stonato e tra l'altro non sapevo cosa cantare). Indoviante chi ha dovuto rompere il ghiaccio?
ed ecco a voi Leonardo da Parma che ha vinto anni fa lo zecchino d'oro. Io che dentro di me ridevo e morivo d'ansia nello stesso momento. Comunuqe ai bambini più o meno è piaciuto, quindi dai forse tanto schifo non è stato ahahah
Durante la giornata è capitato AHhh ma tu sei quello che stamattina ha cantato. sei stato bravo.
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angelinamagazine · 6 months ago
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CRUSH
Ah, le uscite di gruppo Ho l'impressione che non siamo più in quattro Appena incrocio per sbaglio il tuo sguardo Non restiamo mai da soli, è meglio così, ah Ma dimmi che ho fatto Per meritarmi questo Ci mancava solo 'sta crush Non mi lascia manco mezzo secondo Ma quanto si bell' (Quanto si bell') Con tutte le eclissi che hai (Quanto si bell')Non servono neanche i lampioni Se butti fuori la luce dagli occhi E dici: "Andiamo a casa", ma non ci casco Mi ingoio 'sti vent'anni mentre ci passo Il massimo che hai detto è che mi porti a pranzo Quaranta gradi all'ombra, ma tu si pazz', mhm
La mia nuova crush Che ci muoio dietro non lo sa La mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm La mia nuova crush Non importa se lui non ci sta La mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm
Aspetta un momento Se passo da te mi sa che mi incastro Non so nemmeno com'è che ti piaccioSarà il mio modo di rompere il ghiaccio Una figuraccia un commento a caldo Gli unici rimasti svegli alle otto Non prendermi la mano sotto il tavolo che dopo da cotta passo a cenere Te lo dico subito, fa chian' che
La mia nuova crush Che ci muoio dietro non lo sa La mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm La mia nuova crush Non importa se lui non ci sta La mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm (Ah) Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm (Ah) Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm La mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm
No, no, no, no, no, no, non mi ricordo Co-co-co-co-come ti chiami E tutti 'sti nomi Poi saranno problemi No, no, no, no, no, no, non mi ricordo Più se eri tu la mia nuova crush Ti prendo e ti lascio, ah Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm
La mia nuova crush Che ci muoio dietro non lo sa La mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm La mia nuova crush Non importa se lui non ci sta La mia nuova crush fa, fa, ah Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm Ehi, la mia nuova crush fa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm La mia nuova crush Che ci muoio dietro non lo sa Non lo sa Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm
Ehi Mhm-mhm, mhm-mhm-mhm
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