#romanzo contemporaneo.
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Nei nervi e nel cuore di Rosella Postorino: Un memoriale per il nostro tempo. Recensione di Alessandria today
Un diario pubblico che esplora le difficoltà dell'esistenza e il desiderio di cambiare il proprio destino.
Un diario pubblico che esplora le difficoltà dell’esistenza e il desiderio di cambiare il proprio destino. “Nei nervi e nel cuore. Memoriale per il presente” è un’opera che va oltre la semplice narrazione autobiografica, diventando una riflessione collettiva sui dilemmi dell’esistenza. Rosella Postorino parte dall’infanzia, un tempo di sradicamento e differenze, per tracciare un percorso che…
#Analisi#Aspirazioni#Autenticità#Autobiografia#Cambiamento#catarsi#contemporaneità#desiderio di riscatto#Destino#diario pubblico#dilemmi etici#empatia#Famiglia#felicità#femminilità#Infanzia#Ingiustizia sociale#Letteratura#Memoria#Memoriale per il presente#narrativa italiana#narrazione autobiografica#narrazione collettiva#Nei nervi e nel cuore#Riflessioni sulla vita#Rigore#romanzo contemporaneo.#rosella postorino#scrittrici italiane#sradicamento
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Sussurri di Verità
Non avrei mai pensato di dover fingere di essere la fidanzata di qualcuno, eppure eccomi qui, con la mano intrecciata a quella di Luca, mentre sorridiamo ai suoi genitori come se fossimo davvero innamorati. Tutto era iniziato una settimana fa, quando Luca, il mio collega di lavoro, mi aveva chiesto un favore piuttosto insolito. “Mia madre non mi darà pace finché non le presenterò qualcuno,” mi…
#Amore e finzione#Libri romantici da leggere#Romanzo rosa contemporaneo#Storia d’amore falsa ma vera
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[Roommate][Sarina Bowen]
Roderick è tornato a casa, ma il passato lo insegue. Un incontro inaspettato lo porterà a rimettere in discussione tutto. Amore, segreti e pane fresco: la vita a Vermont non sarà più la stessa.
Due cuori feriti, un segreto da scoprire: la storia di Roderick e Kieran Titolo: Roommate. Aaa cerco teScritto da: Sarina BowenTitolo originale: RoommateTradotto da: Laura VivacquaEdito da: Always PublishingAnno: 2024Pagine: 320ISBN: 9791255170426 La trama di Roommate. Aaa cerco te di Sarina Bowen Roderick è tornato in Vermont dopo otto anni di assenza, con un’auto che ha visto giorni…
#2024#Aaa cerco te#accettazione#Always Publishing#amore#coinquilini#coming-out#famiglia#fiction#gay#Laura Vivacqua#LGBT#LGBTQ#LGBTQIA+#libri gay#mm#Narrativa#panettiere#romance#Romance MM#Romanzo contemporaneo#Roommate#Sarina Bowen#segreto#USA#Vermont
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se d’amore si muore, siamo morti noi:
siamo un romanzo d’appendice in atto: (anzi,
siamo un romanzo nazional-popolare, ma calibraticamente camuffato da romanzetto rosa): (anzi,
siamo un romanzo osè): (un rosè): (anzi, una coppia di vegeti, di vegetanti vecchietti,
torchiati nel torpido torchio delle nozze d’argento): (a un passo, a un pelo, appena,
da un romanzo nero): (siamo un romanzo rosso, quasi): e noi facciamo, parliamoci chiaro,
pena piena, e pietà
comunico le coordinate necessarie; torno da Como, è il 26
settembre, sono le 21,37, ho chiesto il conto al ristorante, prenderò il rapido
delle 21,50, e ti ho capito: è tutto:
perchè, per te, per me, non è possibile
sopportarla più oltre, questa ambivalenza insolubile, nel vino della vita che viviamo:
questa vita, anzi: (la vita): (annacquata, innacquata): e se ti dico e se ti scrivo che
non sono altro che un contemporaneo, a capirmi, a capirci, se va bene, abbiamo, in tutto
e per tutto, il 25% dei nostri eredi naturali, allo stato attuale delle cose:
così, con tanti auguri, ti aggiungo, poi, che noi
se d’amore si vive, siamo vivi
Edoardo Sanguineti
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Conrad usava il monocolo e non gli piaceva la poesia. Ma l'autore che detestava di piú era Dostoevskij. Lo odiava in quanto russo, in quanto pazzo e in quanto confuso, e la sola menzione del suo nome gli provocava attacchi di furia. Era un divoratore di libri, con Flaubert e Maupassant in testa ai suoi prediletti, e gli piaceva tanto la prosa che, molto prima di chiedere in matrimonio quella che sarebbe stata sua moglie (vale a dire, quando ancora non c'era molta confidenza fra loro), una sera comparve con un pacco di fogli e propose alla giovane di leggergli ad alta voce alcune pagine, appartenenti al suo secondo romanzo. Jessie George obbedí, piena d'emozione e timore, ma il nervosismo di Conrad non aiutava: «Salta questo», le diceva. «Questo non ha importanza; comincia tre righe dopo; volta pagina, volta pagina». Oppure, addirittura, la riprendeva per la sua dizione: «Parla chiaramente; se sei stanca, dillo; non ti mangiare le parole. Voi inglesi siete tutti uguali, fate lo stesso suono per tutte le lettere». La cosa curiosa della vicenda è che l' esigente Conrad fino alla fine dei suoi giorni ebbe un fortissimo accento straniero in quella lingua che, da scrittore, era giunto a dominare meglio di chiunque altro a lui contemporaneo.
- Javier Marias, Vite scritte
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Marjane Satrapi

Marjane Satrapi, fumettista, regista, sceneggiatrice e illustratrice, con il suo lavoro illustrato ha dato voce all’Iran contemporaneo.
È l’autrice del famosissimo Persepolis, il primo fumetto autobiografico sulla storia iraniana poi diventato un film, nel quale descrive la sua infanzia in patria e la sua adolescenza in Europa. La protagonista è una bambina, i suoi giochi, la scuola e la scoperta del rock, che si svolgono in mezzo all’ascesa del fondamentalismo religioso in Medio Oriente.
Una riflessione sui comportamenti legati alla superficialità e al pregiudizio che portano a identificare un paese, un’intera civiltà, con alcuni estremi, drammatici aspetti della sua storia recente.
Scritta con l’intento di “ribattere ai pregiudizi sul mio Paese senza essere interrotta” è la saga di una famiglia iraniana a Teheran tra il 1960 e il 1990.
Sua è anche l’immagine simbolo della lotta delle donne iraniane contro il regime: Donna, Vita, Libertà.
Nata a Rasht, il 22 novembre 1969, è stata educata secondo principi progressisti da genitori illuminati, che, per evitarle il clima oppressivo ed estremista del regime di Khomeini, l’hanno fatta studiare prima al Liceo Francese di Teheran e poi, ancora giovanissima, a Vienna, dove ha dovuto fare i conti con pregiudizio e razzismo nei suoi confronti.
Nel 1988, alla fine della guerra con l’Iraq, è tornata a casa e ha frequentato la Facoltà delle Belle Arti. Incapace di reggere il clima di censura e privazione delle libertà, terminati gli studi, si è trasferita prima a Strasburgo e poi a Parigi dove, frequentando l’Atelier des Vosges, gruppo di disegnatori e disegnatrici che hanno dato vita al movimento d’avanguardia della Nouvelle bande dessinée.
Nel 2001 è nato il suo capolavoro Persepolis che ha riscosso subito un grande successo grazie allo stile semplice e immediato del disegno, volutamente naif e talvolta elementare, sempre efficace.
Il libro ha venduto oltre tre milioni di copie in tutto il mondo ed è stato tradotto in oltre venti lingue. La storia ha assunto un carattere universale grazie all’astrazione conferita dal segno in bianco e nero e alla semplificazione delle figure. La forma del romanzo grafico è riuscita magistralmente a sintetizzare specificità culturali entrando in comunicazione con culture e età diverse.
Nel 2007 ne è stato tratto l’omonimo film d’animazione candidato al Premio Oscar nel 2008. Scritto e diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud è stato realizzato interamente a mano, secondo le tecniche più tradizionali, per ricreare il segno del fumetto.
Dopo Persepolis ha pubblicato Taglia e cuci, Pollo alle Prugne con cui ha vinto l’Oscar del fumetto al festival internazionale di Angoulême, Il sospiro, favole persiane, Il velo di Maia. Marjane Satrapi o dell’ironia dell’Iran.
La trasposizione filmica di Pollo alle prugne, in live action, del 2011, è stata presentata in anteprima alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ha anche diretto The Voices (2014) e Radioactive (2019).
La sua ultima fatica letteraria è stata Donna, vita, libertà, in cui ha riunito esperti di storia, politica e comunicazione e i più grandi talenti del mondo del fumetto per raccontare l’evento che ha segnato la storia contemporanea: l’uccisione di Mahsa Amini dovuta al pestaggio della polizia morale perché non indossava “correttamente” il velo. La morte della giovane ha scatenato in tutto l’Iran un’ondata di protesta che ha dato vita a un movimento femminista senza precedenti.
Marjane Satrapi vive e lavora a Parigi, collabora con numerose riviste e cura una colonna illustrata per il The New York Times.
Nel 2024 è stata insignita del prestigioso Premio Principessa delle Asturie 2024 per la comunicazioni e gli studi umanistici per “la sua voce essenziale nella difesa dei diritti umani e della libertà“.
Nella motivazione, la giuria ha evidenziato che “è un simbolo dell’impegno civico guidato dalle donne. Per il suo coraggio e la sua produzione artistica è considerata una delle persone più influenti nel dialogo fra culture e generazioni“.
Nel ringraziare per il riconoscimento, Marjane Satrapi ha affermato: “approfitto l’opportunità per celebrare la feroce lotta del mio popolo per i diritti umani e la libertà. Oggi si onorano tutti i giovani che hanno perso la vita e a quanti continuano nella battaglia per la libertà in Iran“. E ha dedicato il premio a Toomaj Salhebi, artista di rap, condannato a morte per il suo canto alla libertà.
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Libri che vanno letti 34
L’effettivo valore di uno scrittore prescinde nella maniera più totale dal genere letterario nel quale ha scelto di esprimersi. Quando uno è bravo, lo è qualunque cosa scriva. E io credo che Douglas Adams fosse un genio. Aveva scelto la fantascienza, che finiva però per essere un mero pretesto. Il reale obiettivo era prendere di mira il mondo reale e contemporaneo. La saga che parte con Guida galattica per gli autostoppisti - e che temo sia rimasta incompiuta, perché l’ultimo volume, Praticamente innocuo, lascia in sospeso più di una questione - è un capolavoro di umorismo e ironia. E - lasciatemelo dire - il film che ne è stato tratto, per quanto gradevole, non gli rende grande giustizia. Potete sempre fare così: vi leggete il primo romanzo; poi, se vi piace, passate agli altri. Sono sicuro che vi piacerà. E che passerete agli altri.

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«Amo
lanciandosi contro i mulini a vento gridava Don Chisciotte.
Amo –
avvelenato dalla gelosia urlava Otello.
Amo –
deponendo Ossian singhiozzava Werther.
Amo –
sobbalzando nelle carrozze di Jašvin ripeteva Vronski.
Amo –
separandosi da Grušenka vaneggiava Dmitrij Karamazov.
Amo –
roteando la spada scandiva Cyrano.
Amo –
tornando dal comizio sussurrava Jaques Thibault.
Amo –
griderebbe anche l’eroe di qualche romanzo contemporaneo,
ma non glielo permette l’autore:
non sarebbe di attualità»
(Izet Sarajlić)
[Giorgio Celiberti]

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Non mancavano le distrazioni. Ma leggere era una di esse. Non perché eravamo più colti: perché il telefono era attaccato al muro, e serviva per telefonare. Se avessi avuto un telefono che faceva le foto, non avrei mai letto un romanzo. Se avessero avuto telefoni con le foto e i giochini e i fatti degli altri dentro, le servette di quando i romanzi erano considerati cose da servette non avrebbero mai letto Dickens e Balzac. È un’ovvietà così ovvia che mi vergogno a rimarcarla, eppure mi pare non se ne tenga conto, nei discorsi sul degrado contemporaneo e sui giovani di oggi scemi come sono sempre stati i giovani ma anche scemi in un modo nuovo e anabolizzato.
Dall'articolo "Saggio breve sull’Italia | Storia dell’educazione nazionale, dal Tuca Tuca a TikTok" di Guia Soncini
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se d’amore si muore, siamo morti
noi:
siamo un romanzo d’appendice in
atto: (anzi,
siamo un romanzo nazional-
popolare, ma calibraticamente
camuffato da romanzetto rosa):
(anzi,
siamo un romanzo osè): (un rosè):
(anzi, una coppia di vegeti, di
vegetanti vecchietti,
torchiati nel torpido torchio delle
nozze d’argento): (a un passo, a un
pelo, appena,
da un romanzo nero): (siamo un
romanzo rosso, quasi): e noi
facciamo, parliamoci chiaro,
pena piena, e pietà
comunico le coordinate necessarie;
torno da Como,
è il 26
settembre, sono le 21,37, ho chiesto il
conto al ristorante, prenderò il
rapido
delle 21,50, e ti ho capito: è tutto:
perché, per te, per me, non è
possibile
sopportarla più oltre, questa
ambivalenza insolubile, nel vino
della vita che viviamo:
questa vita, anzi: (la vita):
(annacquata, innacquata): e se ti
dico e se ti scrivo che
non sono altro che un
contemporaneo, a capirmi,
a capirci, se va bene, abbiamo,
in tutto
e per tutto, il 25% dei nostri eredi
naturali, allo stato attuale delle
cose:
così, con tanti auguri, ti aggiungo,
poi, che noi
se d’amore si vive, siamo vivi.
Edoardo Sanguineti
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Il Mare Senza Stelle

Scheda informativa
Titolo originale: The Starless Sea Autore: Erin Morgenstern Editore: Fazi Editore Prima edizione: luglio 2020 Pagine: 615 Prezzo: € 18,50
Trama
Zachary Ezra Rawlins è uno studente del Vermont che un giorno trova un libro misterioso nascosto fra gli scaffali della biblioteca universitaria. Mentre lo sfoglia, affascinato da racconti di prigionieri disperati, collezionisti di chiavi e adepti senza nome, legge qualcosa di strano: fra quelle pagine è custodito un episodio della sua infanzia. È soltanto il primo di una lunga catena di enigmi. Una serie di indizi disseminati lungo il suo cammino — un'ape, una chiave, una spada — lo conduce a una festa in maschera a New York, poi in un club segreto e infine in un'antica libreria sotterranea. Là sotto trova ben più di un nascondiglio per i libri: ci sono città disperse e mari sterminati, amanti che fanno scivolare messaggi sotto le porte e attraverso il tempo, storie bisbigliate da ombre. C'è chi ha sacrificato tutto per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per proteggere questo regno ormai dimenticato, trattenendo sguardi e parole per preservare questo prezioso archivio, e chi invece mira alla sua distruzione. Insieme a Mirabel, un'impetuosa pittrice dai capelli rosa, e Dorian, un ragazzo attraente e raffinato, Zachary compie un viaggio in questo mondo magico, attraverso miti, favole e leggende, alla ricerca della verità sul misterioso libro. Ma scoprirà molto di più.
Recensione
[...] I libri sono pi�� belli quando vengono letti, invece che spiegati. [...]
Il Mare Senza Stelle è il secondo romanzo di Erin Morgenstern, ed è un libro che parla di libri e di vite di personaggi di libri che in realtà sono persone in carne e ossa (o, al contrario, di persone in carne e ossa che, in realtà, sono personaggi di libri).
[...] sono tutte diverse. Però hanno degli elementi simili. Tutte le storie li hanno, a prescindere dalla forma che assumono. Prima c'era qualcosa, poi qualcosa è cambiato. Dopo tutto, il cambiamento è l'essenza di una storia. [...]
È un libro che parla di storie e di destini, i quali possono variare a seconda che il personaggio decida di diventarne il protagonista o meno. Dell'impossibile che è possibile, proprio perché “I'm possible”.
[...] Un corso specializzato in Lettura, ecco che cosa ci vuole. Niente compiti scritti, niente esami, nessuna analisi, soltato lettura. [...] È strano, non è vero? Amare un libro. Quando le parole sulle pagine diventano così preziose che ti sembrano parte della tua stessa storia perché lo sono. È bello avere qualcuno che finalmente ha letto le storie che io conosco così intimamente. [...]
Ed è un libro che parla di lettori, che non possono fare a meno di amare i libri, di immaginarsi nella storia, di voler essere parte della storia, facendoti inoltre riflettere su cosa faresti e su cosa provano anche gli altri. Perché leggere, e parlare di ciò che si è letto, è condividere non solo emozioni, ma anche storie. Ma l'Amore ne Il Mare Senza Stelle non si limita a essere quello per i libri. E, da questo punto di vista, è molto contemporaneo e aperto, dal momento che inserisce, naturale come dev'essere, non solo l'amore tra un uomo e una donna, ma anche quello tra due uomini e due donne. La narrazione è scorrevole e diretta, facendo entrare il lettore nella storia anche se la sua storia non è tra quelle raccontate.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Della stessa autrice
Il Circo della Notte, Fazi Editore, 2021
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Sorelle in fuga, di A. Pagliaro – Un thriller emotivo tra segreti, sopravvivenza e legami indissolubili. Recensione di Alessandria today
Informazioni bibliografiche:Autore: A. PagliaroTitolo: Sorelle in fugaAnno di pubblicazione: 2025Genere: Thriller psicologico / Narrativa contemporaneaValutazione: ★★★★☆ Nel cuore di una notte carica di presagi, due bambine scappano per salvarsi. È questa l’immagine potente e simbolica che apre Sorelle in fuga, romanzo di A. Pagliaro, che mescola abilmente suspense, dramma familiare e mistero.…
#A. Pagliaro#Alessandria today#autori emergenti italiani.#autori italiani#fuga dalla violenza#Google News#infanzia violata#italianewsmedia.com#Lava#legame tra sorelle#letteratura italiana#letteratura sul trauma#libri da leggere 2025#libri emozionanti#libri sul segreto#libri sull’amore familiare#misteri familiari#narrativa al femminile#narrativa civile#narrativa intensa#narrativa italiana#Pier Carlo#Relazioni Familiari#romanzi di fuga#romanzi su bambini#romanzi sulla forza interiore#romanzo 2025#romanzo con colpi di scena#romanzo con tensione#romanzo contemporaneo
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L’ombra di un sorriso nella tempesta
La pioggia tamburellava contro il tetto di lamiera, scandendo il tempo con dita d’acqua fredda. L’aria odorava di terra bagnata e legna umida, un profumo che si mescolava al fumo sottile del camino acceso. Non avrei mai pensato di tornare qui, eppure eccomi, rannicchiata su una vecchia poltrona, avvolta in una coperta pesante che sapeva di ricordi lontani. La luce tremolante della lampada a olio…
#Amore e destino#Lettura coinvolgente sentimentale#Racconto breve passione#Romanzo romantico contemporaneo#Storia d’amore emozionante
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Quando, tra il settembre e l’ottobre del 1935, si dedicò alla stesura de L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Walter Benjamin non sapeva ancora che la pubblicazione di quello che unanimemente è considerato il suo lavoro più influente sarebbe stato rimaneggiato dalla redazione della rivista Zeitschrift für Sozialforschung tanto da farlo incazzare come una iena e spingerlo all’ennesima riscrittura di un testo che avrebbe visto la luce solo postumo nel 1955.
Nel tredicesimo capitolo della prima stesura dattiloscritta dell’opera, Benjamin gettò lì una frase che pur fotografando una situazione fattuale anticipava nelle sue implicazioni di qualche decennio Andy Warhol: «Ogni uomo contemporaneo avanza la pretesa di essere filmato». Nella sua lapidarietà, questa frase rivela un mondo. Non soltanto ci parla di una nascente società di massa che si interfaccia con lo shock del cinematografo, ma ci fa comprendere come, pur cambiando a distanza di quasi un centinaio d’anni la natura dei media, l’approccio dell’ uomo “contemporaneo” non sia cambiato, anzi.
Ma quanto colpisce del testo di Benjamin è la requisitoria che segue, una critica sociale verso la tendenza autoriale dei lettori, che abbandonavano il ruolo passivo di fruitori per diventare essi stessi scrittori. Nulla da eccepire: ci troviamo agli albori di una democratizzazione della scrittura, che in linea di massima non sarebbe in contrasto con gli ideali di Benjamin, ma che in realtà fece scattare in lui un allarme. Il sospetto era che dietro la scomparsa della distinzione tra autore e pubblico vi fosse all’opera una logica capitalista: era il lavoro stesso a prendere la parola.
Nel suo secondo pantagruelico romanzo Il pendolo di Foucault, Umberto Eco ambientò parte delle vicende nella redazione della casa editrice Garamond, dove Casaubon, Jacopo Belbo e Diotallevi vengono introdotti proprio dall’editore ai perversi meccanismi delle Edizioni Manuzio. Quest’ultima è un APS (acronimo di Autori a proprie spese): cioè una classica vanity press, con gli stessi autori che, nell’illusione di entrare a far parte del fantastico mondo dell’editoria, finanziano la stampa del proprio libro.
Il malcapitato di turno (nello specifico Eco decide per un pensionato con il vizio della poesia, tal commendator de Gubernatis) farà i salti mortali per firmare un contratto vessatorio celato dietro un lancio editoriale “satrapico”: delle diecimila copie promesse ne saranno stampate solo 1.000, di cui solo 350 rilegate. Per finire in bellezza, 200 di queste saranno cedute all’autore, le altre distribuite a biblioteche locali, redazioni e riviste pronte a cestinare il plico, nonostante le dieci cartelle di presentazione entusiasta. Un meccanismo spiegato con sottile ironia dal filosofo piemontese, ma che sostanzialmente illustra un mercato dell’editoria parallelo e, che in alcuni casi, si sovrappone a quello ufficiale.
Il mercato editoriale post-pandemico ha conosciuto un’evidente e positiva crescita, che ha visto come settore trainante quello dei fumetti, unico segmento che nell’ultimo decennio è stato in costante e continua crescita. Eppure, questo scenario idilliaco è stato scosso da un dato allarmante. Secondo uno studio realizzato da CAT Confesercenti Emilia-Romagna in collaborazione con SIL, Sindacato Italiano Librai Confesercenti, e con il supporto scientifico di Nomisma, i dati non sono così incoraggianti.
Il 30% dei libri pubblicati – spesso tra autopubblicazioni, editori improvvisati e vanity press – non vende neanche una copia, e 35.000 titoli su quelli pubblicati nel corso del 2022 hanno venduto meno di dieci copie. Quando ho letto la notizia ho subito pensato alle pagine del romanzo di Eco, e sostanzialmente la situazione nell’arco di quasi trent’anni è peggiorata: il bacino dei lettori si è notevolmente ristretto a scapito invece di quello degli autori. Certo, è indubbio che il quadro è più complesso: a una scarsa selezione a monte – con un lavoro quasi nullo di scouting e editing – si aggiunge una promozione assente o basata sull’improvvisazione e sulla buona volontà dell’autore.
Al computo dei libri che nessuno compra vanno sicuramente annoverati una serie di titoli “scientifici” o accademici spesso pubblicati grazie a sovvenzioni pubbliche o fondi personali utili a creare un rating spendibile e che praticamente hanno una vita editoriale praticamente nulla. Ma quest’ultimo è un discorso un po’ ostico.
Senza dubbio, di libri inutili ne vengono pubblicati a migliaia ogni anno, alimentando un mercato dopato e falsamente democratico. La falsa speranza che la possibilità che a tutti venga data voce e dignità di stampa nasconde, come sottolineato da Walter Benjamin, una strategia del capitale che in maniera bulimica si sostenta della vanità autoriale di lettori avidi di gloria editoriale.
Se i dati possono essere riportati anche sul segmento che riguarda il fumetto dobbiamo inferire che molti dei titoli pubblicati spesso da editori minori e con scarsa capacità di proiezione sul mercato non vengono acquistati e letti. Questo dato non può non essere sovrapposto alla scarsa qualità dei contratti proposti agli esordienti. Sull’onda della campagna #ComicsBrokeMe, anche i fumettisti italiani hanno evidenziato situazioni di sfruttamento e scarsa tutela del diritto d’autore. Spesso contratti vessatori e capestri diventano la norma,soprattutto nel caso di esordienti e wannabe interessati a entrare a far parte di questo settore.
L’associazione MeFu ha sottolineato il problema, evidenziando soprattutto le ricadute sul diritto d’autore e sulle royalties. Fermo restando che sono pochi gli autori in grado di vendere tante copie da generare compensi derivanti da royalty in un mercato curvato sui soliti nomi. Che, pur generando interesse e facendo da traino per l’intero segmento, monopolizzano un settore con poche reali possibilità di successo per giovani autori che meriterebbero più attenzioni anche e soprattutto da parte dei loro editori.
Ora, a latere sarebbe opportuno forse avere il coraggio di demistificare l’importanza del libro cartaceo: nonostante alcuni lavori non possano fare a meno della capacità del supporto cartaceo – vuoi per soluzioni cartotecniche particolari, vuoi per un formato di lettura che ha nel libro la sua struttura cardine – ci sono decine di migliaia di titoli, tra cui sicuramente anche fumetti, che non meritano la dignità di stampa e che potrebbero forse vivere una vita più agevole nella loro dematerializzazione, sfruttando le opportunità democratiche e anarchiche del web.
Forse è arrivato il momento di invertire la rotta e sovvertire l’idea che la dignità di stampa renda un’opera degna di essere letta. Il feticismo del libro come simulacro del proprio pensiero è una narrazione un po’ obsoleta e deleteria: ognuno avanza la pretesa di essere pubblicato in un mercato in cui la maggior parte dei libri finisce al macero o a prendere polvere sugli scaffali. Il libro nell’epoca dei social è un oggetto anacronistico, un vezzo avvolto da un romanticismo affettato e imbolsito.
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Joël Dicker, uno degli autori più apprezzati della letteratura contemporanea, ha raggiunto un nuovo straordinario successo con il suo ultimo libro, La catastrofica visita allo zoo. In appena una settimana dalla sua uscita, il romanzo ha venduto ben 44.000 copie in Italia, confermandosi come un vero e proprio fenomeno editoriale. Ma come è possibile che un autore riesca a conquistare così rapidamente i lettori, in un mercato letterario sempre più competitivo e affollato? Il segreto del successo di Joël Dicker non risiede solo nel talento narrativo, ma anche nella sua capacità di mantenere una coerenza stilistica e tematica che ha conquistato un pubblico sempre più vasto nel corso degli anni. Dopo il clamoroso successo internazionale del suo La verità sul caso Harry Quebert, che lo ha proiettato nell'élite della letteratura mondiale, Dicker ha saputo mantenere una solida identità come autore.Con La catastrofica visita allo zoo, Dicker non si limita a riproporre formule narrative già collaudate, ma dimostra una notevole volontà di evolversi e di progredire. Questo nuovo libro non è solo un thriller avvincente, ma anche una riflessione sul nostro tempo e sulle sfide del vivere contemporaneo, che sa coniugare mistero e introspezione psicologica. Il lettore viene coinvolto fin dalle prime pagine, grazie a uno stile asciutto e a una trama ben costruita che non lascia respiro. In questo modo, Dicker riesce a tenere alta l’attenzione, coinvolgendo il lettore a tal punto da farlo tornare, con ansia, alla lettura, pagina dopo pagina.In un mondo editoriale sempre più dominato dai nomi più famosi e da tendenze di mercato, Dicker si distingue per la sua capacità di rendere protagonista assoluta la storia, e non l’autore. La sua scrittura è orientata interamente al lettore, con trame avvincenti e personaggi ben sviluppati, che non si sovrappongono mai all’intreccio principale. In La catastrofica visita allo zoo, la storia si sviluppa attraverso il coinvolgimento emotivo e psicologico dei protagonisti, mantenendo sempre il mistero al centro dell’attenzione, senza mai indulgere in eccessi o digressioni.Ogni dettaglio sembra pensato per spingere il lettore a rimanere legato alla storia, senza mai annoiarsi o distrarsi. La trama, pur avendo gli ingredienti tipici di un thriller, non si perde mai in meccanismi troppo complicati. Al contrario, Dicker sa rendere ogni elemento narrativo funzionale alla costruzione di un racconto che coinvolge in modo diretto ed emozionante.Nel panorama della letteratura di massa, Joël Dicker rappresenta una sorta di "Serie A", con un appeal che riesce a incrociare la qualità letteraria con il grande pubblico. La sua abilità nel raccontare storie che non solo intrattengono, ma anche fanno riflettere, lo ha reso un autore capace di conquistare non solo gli appassionati di lettura, ma anche lettori occasionali e curiosi.Dicker ha imparato a coniugare la scrittura di alta qualità con la capacità di attrarre un vasto pubblico, una caratteristica che non tutti gli autori riescono a raggiungere. La sua prosa scorrevole, unita a trame complesse e affascinanti, gli permette di muoversi agilmente tra il grande pubblico e i critici letterari, che lo apprezzano per la sua maestria narrativa. In un mondo dove il mercato del libro è sempre più competitivo, Dicker ha saputo trovare un equilibrio perfetto tra l'ambizione letteraria e la domanda di libri che possano soddisfare le aspettative di un pubblico ampio.L'Italia, uno dei mercati più importanti per la letteratura, ha confermato l’incredibile successo di Dicker, con 44.000 copie vendute in una sola settimana. Questo dato non è solo un numero, ma un chiaro segno di come il romanzo sia stato accolto dal pubblico italiano. Le sue storie sono universali, ma riescono a entrare nel cuore dei lettori anche per la loro capacità di esplorare temi che toccano le corde più profonde delle emozioni e dei dilemmi umani.A livello editoriale, questo successo non è una coincidenza. La promozione del libro, il passaparola e la presenza nei principali circuiti di distribuzione hanno sicuramente giocato un ruolo, ma ciò che davvero ha fatto la differenza è la qualità del libro stesso. Dicker riesce a toccare i temi universali del tradimento, della verità e dell’identità, rendendo la sua scrittura non solo un’esperienza di lettura, ma anche un’occasione di riflessione.Joël Dicker non è solo un autore di successo, ma un vero e proprio fenomeno culturale. Con La catastrofica visita allo zoo, ha confermato di essere in grado di evolversi, di rispondere alle aspettative del pubblico e, al contempo, di rimanere fedele alla sua vocazione letteraria. Il suo successo dimostra che, quando la storia è protagonista assoluta e l’autore sa come coinvolgere i lettori, i numeri parlano chiaro.Con la sua capacità di trascendere i confini tra letteratura di massa e alta narrativa, Joël Dicker si conferma un gigante del panorama editoriale, capace di mantenere un posto di rilievo nella letteratura contemporanea. E La catastrofica visita allo zoo è solo l'ennesima conferma del suo talento indiscusso. Read the full article
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Dove sei, mondo bello
Trama: Alice ha scritto due romanzi di enorme successo, ma per trovare compagnia deve andare su Tinder. Eileen lavora per una rivista letteraria, però non ci paga l'affitto. Simon ama da sempre la stessa donna, ma da sempre ne frequenta altre. Felix passa in birreria il tempo libero dal lavoro di magazziniere, ma la sua è una fuga. Alice, Eileen, Simon e Felix si parlano, si fraintendono, si deludono e si amano e, mentre attraversano il cerchio di fuoco dei trent'anni, si chiedono se esista davvero, al di là, ancora, un mondo bello in cui sperare.
Questo libro mi è stato regalato per natale, nonostante fosse già in ogni caso nella mia tbr. Avevo aspettative abbastanza alte, considerando quanto mi ero trovata coinvolta da Persone Normali.
Purtroppo, devo dire che le mie aspettative sono state deluse. Ho trovato lo stile di scrittura scadente, quando nel secondo pubblicato dalla Rooney invece risultava ancora fresco e pieno di novità.
Sarà sicuramente anche colpa dei tempi in cui viviamo oggi, dove tutto evolve ad una velocità impressionante e ciò che era nuovo ieri, oggi già ci annoia. Però devo anche dire che ho trovato l'evoluzione di stile da un romanzo del 2018 ad uno del 2021 veramente minima, anzi, retrocedente. Il lettore sa avvertire la sincerità oppure una forzatura da parte dello scrittore, nella scelta delle parole e dei temi.
Partendo da un'idea di fondo anche carina, adatta a mantenere l'intrattenimento attivo con l'alternarsi di prosa narrativa e un format da e-mail, purtroppo non ha saputo spiccare il volo.
I voli pindarici che affrontano entrambe le protagoniste in queste mail, forzatamente intellettualiste ed innaturali, risultano quasi irritanti. Con questo non intendo che in letteratura non possano esistere personaggi pretenziosi, soprattutto considerando che la gran parte degli scrittori stessi peccano di questo vizio, ma bisogna saperlo scrivere con proposito.
La componente autobiografica nel personaggio di Alice, scrittrice trentenne irlandese esattamente come Rooney, è evidente. Le riflessioni sul mondo letterario contemporaneo sono state interessanti, e la domanda di fondo sulla possibilità di fare letteratura in un mondo come il nostro è valida e realistica.
La componente sul discorso sulla salute mentale è un po' un buco nell'acqua, affronta in superfice un argomento sin troppo delicato, mancando l'opportunità di approfondimento.
La storia d'amore tra Eileen e Simon mi ha lasciata dubbiosa. Non comprendo il tratto in entrambe le protagoniste di completa sottomissione ai rispettivi partner, dove viene non solo esplicitato, ma addirittura elogiato il bisogno femminile di approvazione maschile. Entrambe si lasciano trattare malamente, e si autocelebrano per questo. Eileen ha un'evoluzione narrata dall'infanzia di una personalità ferita, e anzi che accompagnare il personaggio verso un risolvimento personale, Rooney decide di mantenerla statica nella sua sottomissione a Simon, elogiato come uomo perfetto nella sua cristianità.
Credo sia fondamentale ricordaci che la letteratura è tutta, al suo nucleo, un simbolo, un messaggio. Una scrittrice con una target audience di giovani ragazze, dovrebbe ricordarlo ancor di più e non dimenticare che i suoi personaggi non restano suoi, vengono assorbiti dalle personalità delle sue lettrici.
Il confine tra la rappresentazione di una fetta di società, la rappresentazione delle convinzioni malate che le donne si ritrovano a dover combattere e la sua normalizzazione è sottile.
Per oggi è tutto, alla prossima! Se avete suggerimenti per altre recensioni sentitevi liberi di commentare xx
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