#romanzi Alaska
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pier-carlo-universe · 15 days ago
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Il grande inverno: Kristin Hannah e il coraggio di sopravvivere nei ghiacci dell’Alaska. Recensione di Alessandria today
Un romanzo epico che esplora l’amore, la resilienza e le sfide di una terra selvaggia.
Un romanzo epico che esplora l’amore, la resilienza e le sfide di una terra selvaggia. Kristin Hannah, autrice bestseller internazionale de L’Usignolo, torna con “Il grande inverno”, un romanzo intenso e struggente ambientato nei paesaggi maestosi e implacabili dell’Alaska. Pubblicato da Mondadori, questa opera è una celebrazione dell’animo umano e della capacità di adattarsi alle avversità,…
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weirdesplinder · 3 days ago
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Romanzi rosa storici ambientati in America nel selvaggio West
DISPONIBILI IN ITALIANO
-Rinascere all’amore, di Maggie Osborne
Trama: Kansas. Fine Ottocento. Siamo nel West e Rosie Mulvehey è in difficoltà: la sua fattoria sta fallendo e le serve al più presto un aiuto. Così decide di salvare un uomo destinato all’impiccagione, appellandosi alla legge del Kansas che consente di riscattare un condannato a morte sposandolo. L’uomo su cui cade la scelta è Bowie Stone, un ex soldato di cavalleria dai trascorsi misteriosi, che accetta di darle una mano ma solo per una stagione, deciso poi a tornare alla sua vita. Non ha però messo in conto il sentimento che, contro ogni aspettativa, è destinato a nascere tra loro scombussolando i suoi progetti…
La mia opinione: La trama che c’è qui sopra è un poco fuorviante, così come il titolo italiano, mentre il titolo inglese era molto più esplicito: Le due mogli di Bowie Stone. Sì, perché colui che stava per essere impiccato, Stone, si ritrova con due mogli in quanto era già sposato quando Rosie lo sceglie, ma pur di non morire le tace la verità. Ora, sposato è una parola grossa in quanto in realtà la prima moglie di Stone non era sua moglie a tutti gli effetti….ma non vi rivelo questo colpo di scena poiché è una delle belle parti del finale del libro, e non voglio rovinarvelo.
-Tutto cambierà, di Maggie Osborne
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Trama: La corsa all'oro è stata un abbaglio che ha colpito molti uomini, ma anche qualche donna. Una di queste è Low Down, che è finita sulle Rockies, ad estrarre il prezioso minerale vestita di stracci e ridotta ad un essere che definire femminile sarebbe alquanto difficile. Non c'è spazio su quelle aspre montagne per bei vestiti o dolcezza, solo duro lavoro dalla mattina alla sera, ma l'animo generoso della donna è sopravvissuto a quella dura vita e quando il piccolo gruppo di disperati cercatori viene colpito dalla malattia è lei che si prende cura di loro instancabilmente salvandoli tutti. Quelli sono uomini cinici e duri, ma pur sempre umani e concordano tutti che l'abnegazione di Low Dow deve essere premiata., perciò si riuniscono e le chiedono quale sia la cosa che più desidera al mondo. Sorprendendoli tutti la donna non nomina l'oro o qualche altra cosa materiale, ciò che vuole è un bambino. Poichè fra gli uomini c'è anche un ministro di Dio viene deciso che per avere un bambino Low deve avere un marito e tirano a sorte per decidere chi tra loro sarà lo sfortunato, visto l'aspetto non proprio pulito e affascinante di Low. La sorte decide che tocchi a Max McCord l'onore di sposarla. Proprio Max che a casa sua in pianura ha ad attenderlo una fidanzata. Poichè gli altri lo minacciano di morte non ha altra scelta che sposare Low, ed entrambi concordano che sarà solo un matrimonio temporaneo….
La mia opinione: Di questo libro mi è piaciuto molto l'inizio, la prima parte sulle montagne, meno la parte centrale, e abbastanza la parte finale. Il giudizio è positivo, intendiamoci, ma il personaggio maschile mi è stato abbastanza antipatico poichè tratta la protagonista femminile malissimo. Ok lei non è bellissima, ma gli ha salvato la vita, caspita, un pochino di gratitudine all'inizio sarebbe apprezzata. Poi anche in seno alla sua famiglia le cose non migliorano molto, ci vuole molto tempo affinché lui apra gli occhi sulle qualità della moglie. Non parliamo poi della sua fidanzata che all'inizio mi è stata odiosa.
-Matrimonio per tre, di Maggie Osborne
Trama: America, Kansas e Wyoming, 1880 circa. Vuoi tu, Jean Jacques Villette, prendere la qui presente Zoe Wilder come tua legittima sposa?” Naturalmente sì. Lui è bellissimo e sembra amarla molto. Peccato che in realtà sia già sposato con Juliette March, e anche con Clara Klaus. Questo è ciò che scoprono le tre mogli, poco dopo le ultime nozze, quando l’affascinante sposo si è ormai dileguato con i loro soldi, forse in Alaska. Animate da propositi battaglieri, le tre donne non perdono tempo, si alleano per rintracciare il truffatore che le ha sposate tutt’e tre, allo scopo di tornare in possesso del loro denaro, ma lungo il viaggio le cose precipitano, specialmente per quei tre gentiluomini che hanno incontrato sulla strada…
La mia opinione: Molto carino e divertente, forse il più divertente fra i libri della Osborne che ho letto fino ad ora. E tenete conto che io non amo i libri con più punti di vista e in questo caso ne abbiamo tre, le tre spose, eppure mi è piaciuto. Sono tre donne molto diverse fra loro, eppure si troveranno unite specie dopo il viaggio, anche se all’inizio comprensibilmente non si stavano certo simpatiche e il lettore steso vede più i loro difetti che altro.
-Volpe di fuoco, di Maggie Osborne
Trama: Matthew Tanner ha un solo modo per salvare la vita del padre: portare una grossa somma di denaro a Denver attraverso le Montagne Rocciose. E per riuscirci ha bisogno di Fox, la migliore guida della zona. La ragazza accetta l’incarico, ma con un secondo fine: vendicarsi proprio del padre di Matthew. Nel loro viaggio, lungo e irto di pericoli, i due giovani si abbandonano alla passione. Ma basterà l’amore a fermare la vendetta?
La mia opinione: Fox è una delle classiche eroine mascoline della Osborne, si comporta come un maschio ed è diventata dura e cinica, ma non è altro che il risultato di un passato difficile. In questo caso è il personaggio di Fox che risolleva un romanzo dalla trama piuttosto classica, la vendetta che viene frenata dall’amore. Carino e godibile, ma ho preferito altri libri della Osborne personalmente, questo era un poco prevedibile nelle sue fasi.
-Tornare ad amarsi, di Maggie Osborne
Trama: Dopo essersi sposati e subito separati, Sam Holland e Angie Bartoli si incontrano nuovamente a Willow Creek, cittadina mineraria in Colorado. Sono trascorsi dieci anni dal loro matrimonio: da quando Sam è stato costretto dal suocero a partire in cerca di fortuna e Angie si è sentita tradita e abbandonata. Lei ora vuole il divorzio, per poter sposare il ricco e affidabile Greg. Ma in un mondo povero e genuino, Sam e Angie scopriranno che a Willow Creek il vero tesoro sono gli affetti.
La mia opinione: Qui è il punto di partenza ad essere un poco fiacco, ma poi il romanzo mi è piaciuto molto. E’ solo che il motivo della separazione tra Sam e Angie è veramente da romanzo. Cioè è il padre di lei che mente per separarli, quei due giovani si bevono tutte le sue frottole e si separano pur senza divorziare.
-Lo straniero, di Maggie Osborne
Trama: Dalla morte del marito, scomparso durante la Guerra di secessione, Della Ward conduce una vita stentata nel suo piccolo ranch in Texas. Il rimorso di una lettera che non avrebbe dovuto scrivergli la perseguita da dieci lunghi anni, avvelenandole l’esistenza e impedendole di costruirsi un futuro. Fino al giorno in cui, attraverso la prateria, arriva uno straniero a cavallo, la cui presenza risveglia un cuore troppo a lungo sopito. Ma James Cameron, uomo di legge che si trovava su quel fatale campo di battaglia, porta con sé una verità scomoda da confessare. Una verità che potrebbe distruggere le loro vite, oppure schiudere orizzonti del tutto impensabili.
La mia opinione: Le premesse sono piuttosto classiche e mi hanno ricordato alcuni regency dove una lettera spedita a un soldato inglese impegnato contro Napoleone creava non pochi problemi. Perciò ritrovare qui quell’idea, in un contesto del tutto diverso, mi ha spiazzato. Mi ha ricordato anche un poco Sparks in alcuni punti, perciò, l’ho trovato un poco prevedibile, ma è comunque godibile.
-Moglie per procura, di Jude Deveraux
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Trama: Carrie Montgomery è un'incantevole e viziatissima ragazza del Maine. Insieme alle sue amiche si occupa di combinare matrimoni per corrispondenza: attività davvero insolita, ma capace di riservare imprevedibili sorprese. Joshua Greene è uno dei suoi clienti. Contadino di un piccolo villaggio del Colorado, Joshua è alla ricerca di una donna che si prenda cura dei suoi figli e della fattoria dove vivono. Carrie si innamora del suo sguardo in fotografia, e pur non possedendo i requisiti richiesti decide di sposarlo per procura e di partire alla volta di Eternity. L'ostilità di Joshua, però, mette a dura prova la sua testardaggine. E qualcosa d'inaspettato emerge dal passato dell'uomo…
La mia opinione: anche questo è un libro molto ironico e divertente. Diverso dagli latri di questa autrice di solito molto più pesante.
-Sposa di città, di Ruth Langan
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Trama: Isabella, Izzy, McCree non ha mai conosciuto l'affetto di una famiglia e per questo motivo si lascia tutto alle spalle per iniziare una nuova vita rispondendo all'appello della lettera di un uomo che cerca una moglie per sé e una madre per i suoi bambini. Ma Matt Prescott, troppo impegnato ad allevare i quattro figli e a mandare avanti la fattoria, ha dimenticato come si faccia a corteggiare una donna, specialmente se questa si ritrae spaventata ogni volta che lui la sfiora. Sarà Isabella che, a poco a poco, scoprirà il lato tenero e affettuoso di Matt cominciando a fidarsi di lui e delle sue carezze…
La mia opinione: libro estremamente semplice e molto simile a The bridal veil, però comunque piacevole.
-Un raggio di sole per Jenny di Carolyn Davidson
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Trama: Louisiana, 1869. Sono passati quattro anni da quando Jenny Pennington ha ricevuto la terribile lettera che le annunciava la morte del marito Carl, quattro anni di duro lavoro e sacrifici per riuscire a trarre di che vivere dalla piantagione. Eppure i suoi sforzi sono serviti solo a rimandare l'inevitabile: una volta completato il raccolto e venduto il cotone, sarà infatti costretta a vendere tutto, casa e terre. Poi un raggio di sole arriva inaspettato a rischiararle la vita: Shay Devereaux, compagno d'armi e di prigionia del suo defunto marito, è lì per onorare una promessa fatta in punto di morte all'amico. Possibile che quell'uomo cupo e senza passato sia in grado di regalare a lei e al piccolo Marshall un nuovo, radioso futuro?
-Verso l’amore, di Beverly Jenkins
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Trama: Volitiva e indipendente, l'ereditiera Grace Atwood non è tipo da piangersi addosso. Abbandonata dal promesso sposo neppure mezz'ora prima della cerimonia, decide di lasciare per qualche mese la banca che dirige a Chicago: condurrà una carovana di sole donne fino a Kansas City, dove sono attese da uomini sposati per corrispondenza. Ha bisogno però di una guida esperta, e l'affascinante e sfacciato Jackson Blake è l'uomo giusto, in ogni senso. Si dimostrerà infatti il solo a saperle tenere testa, e allo stesso tempo capace di portare alla luce la donna sensuale che si cela in lei. Ma Jackson, perseguitato dai demoni del proprio passato, sembra non poter offrire a Grace altro che una vita in fuga…
La mia opinione: anche questo è un libro fuori dalle solite trame, con protagonisti di colore e appartiene al filone dei libri mail order bride dove si racconta il viaggio, più che l’arrivo delle spose.
-Una scuola nella prateria, di LaVyrle Spencer
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Trama: Linnea, giovane maestra elementare, all'apparenza esile e delicata, è invece forte, decisa e coraggiosa. Parte per Alamo dove insegnerà in una scuola nella prateria e sarà ospitata da una famiglia del paese, i Westgaard. L'arrivo della bella maestrina, la sua vivacità, il suo entusiasmo portano una ventata di giovinezza e di allegria. Theodore, 34 anni, fisico atletico e forte, è vedovo con un figlio già adolescente. Primogenito dei Westgaard, una numerosa famiglia di agricoltori, è onesto, semplice e leale. Pur essendo fortemente attratto da Linnea, cerca in tutti i modi di reagire ai propri sentimenti ripetendosi che sarebbe follia rivelare l'amore che sta provando per una donna molto più giovane di lui.
La mia opinione: Se amo The gamble per i dialoghi, e Forgiving per la trama e la storia dei protagonisti, sicuramente amo Years per i personaggi veramente approfonditi in modo magistrale. Mentre leggevo mi sembrava di vivere con loro e conoscerli da sempre. Qui non ci sono scontri o avventure, è una semplice storia d’amore, che però di semplice non ha nulla. La protagonista mi ha ricordato Anna dai capelli rossi da adulta. Un libro toccante e totalmente realistico che racconta le tragedie quotidiane di una grande famiglia e l’amore di coppia che sboccerà e durerà nonostante le avversità. toccante.
-Giorni di gloria, di LaVyrle Spencer
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Trama: Elly, vedova con due figli e in attesa di un terzo, è una donna forte e coraggiosa, ma tutti la considerano pazza a causa della sua ritrosia, conseguenza di una terribile infanzia. Figlia illegittima, è stata tenuta dai nonni, fanatici religiosi, rinchiusa in casa per anni e anni. Will, attraente, onesto, intelligente e gran lavoratore, ha avuto una vita difficile. A Whitney, una cittadina della Georgia spera di gettarsi alle spalle il passato. E’ rimasto orfano piccolissimo ed è convinto che nessuno potrà mai amarlo davvero. Un uomo e una donna, con i quali la vita non è stata generosa, portano con sé ricordi angosciosi, timori e insicurezze che sembrano offuscare la serenità della loro unione. L'amore che nutrono l'uno per l'altro, però, è talmente forte che li aiuterà a superare ogni difficoltà.
La mia opinione: questo è un poco struggente per il passato dei protagonisti, ma poi è semplicemente romantico (ma con una vena malinconica) perchè non puoi non fare il tifo per loro. Certo non è la trama più innovativa di questo mondo. Avrò letto almeno dieci romance simili ambientati nell’America di inizi 1900, ma questo è scritto molto ma molto bene.
-Giocare d’’azzardo, di LaVyrle Spencer
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Trama: Kansas, 1888. In una piccola cittadina è in atto una guerra senza esclusione di colpi. Da un lato abbiamo i proprietari dei Saloon e delle Sale da gioco, dall'altro le donne del paese, mogli e madri stanche di vedere i loro uomini ubriacarsi e perdere soldi sui tavoli da gioco.  Coinvolti nella guerra due personaggi interessanti. Agata, la proprietaria di un negozio da modista. Zitella di oltre trent'anni a causa di una gamba ferita che la fa zoppicare e le rende difficile interagire con gli altri. Soffre di un'acuta solitudine e sogna di poter ballare, di poter avere dei figli e un marito, ma non osa cercare di far avverare i suoi sogni, crede siano irraggiungibili. Poi abbiamo Scott proprietario di un nuovo Saloon, che viene dal profondo Sud.  Affascinante ma segnato dalla Guerra civile e dalle gravi perdite subite da anni viaggi senza meta, mantenendosi col gioco d'azzardo. Sembra che queste due persone non abbiamo nulla in comune, invece non è così.  Entrambi dietro la corazza che presentano al mondo hanno un cuore d'oro e aiutano il prossimo ogni volta che possono. Un piccolo orfano li avvicinerà l'uno all'altra e forse entrambi potranno guarire se sapranno ascoltare il loro cuore…… 
La mia opinione: Bello bello bello. E’ un romance corposo, non breve.  Eppure avrei voluto l'autrice andasse avanti a raccontare poichè si interrompe proprio sul più bello. Voglio sapere cosa succede dopo ai due protagonisti. Due personaggi veramente belli e ben ponderati. Costruiti talmente bene da sembrare reali, con una complessità rara da trovare eppure semplici al tempo stesso. E anche i personaggi secondari non sono da meno. Abbiamo persino una storia d’amore secondaria. Insomma, un libro che consiglio veramente. Abbiamo manifestanti urlanti, bottiglie pallottole e coltelli che volano.  Ballerine di can can, una antica piantagione di cotone e persino un fantasma e una stupenda macchina da cucire. Non manca nulla a questo romanzo. La parte che ho preferito credo siano stati i dialoghi. Lui poi è il classico cattivo ragazzo che però nasconde un lato tenero.
-A Braccia Aperte, di LaVyrle Spencer
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Trama:1876: Sarah Merritt arriva a Deadwood, nel Dakota, decisa a fondare il primo giornale della cittadina. È però anche sulle tracce della sorella minore, Addie fuggita di casa cinque anni prima, per portarle la triste notizia della morte del padre. Alta, compassata, l'aria austera nonostante i venticinque anni, Sarah deve combattere l'atteggiamento ostile dell'intera comunità, soprattutto quello dello sceriffo Noah Campbell. Uomo testardo e impetuoso, dai baffi ramati e dai sardonici occhi verdi, costui non esita ad arrestare la donna. Inizia così una guerra tra due forti personalità, che riescono ad allearsi solo in nome di un comune obiettivo: ritrovare al più presto Addie e ricondurla sulla retta via. La ragazza, infatti, non lavora come domestica presso la “famiglia” Hossiter, come ha sempre fatto credere. Una spirale di vizio e corruzione l'ha intrappolata… Che cosa può averla trasformata tanto e in che modo Sarah la persuaderà a cambiare vita, a ritornare la dolce fanciulla di una volta?
La mia opinione: Ricco di personaggi indimenticabili e delineati con grande sensibilità, una trama avvincente intrecciata a fatti storici realmente accaduti. Due storie d’amore, due sorelle, diverse ma unite da affetto sincero e gli uomini che lotteranno per loro. Una storia di perdono verso gli altri e verso sé stessi. Super consigliato.
-La sposa di Boston, di Lavyrle Spencer
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Trama: Un fratello di tredici anni ed un cumulo di menzogne è tutta la dote che Anna Reardon porta a Karl Lindstrom, l'uomo che ha ordinato una moglie per posta. Ridotta alla disperazione da una vita di stenti e di squallore, Anna lascia Boston diretta nel lontano Minnesota, dove l'attende il suo futuro marito. Anche se la giovane non corrisponde affatto alla donna matura ed efficiente che Karl aveva richiesto, tra i due scocca la scintilla di un amore tenero e appassionato. Il generoso Karl perdona alla moglie i tanti inganni, ma c'è ancora un segreto che lei gli nasconde e che il suo orgoglio d'uomo non può accettare…
La mia opinione: libro dalla trama semplicissima, e con personaggi altrettanto semplici perchè veramente molto giovani. Però scritto veramente bene e molto più lungo degli altri.
-Segreti e bugie, di Cheryl St.john
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Trama: Colorado, 1875. Segreti e bugie non sono certo le migliori referenze per trovare lavoro, Linnea McConaughy se ne rende conto, ma sa anche che l'unico modo per sopravvivere è tener nascosto il più a lungo possibile il suo sordido e triste passato a Will Tucker, l'uomo che l'ha assunta come governante convinto che lei fosse una robusta vedova di mezza età, e che solo a malincuore ha accettato di concederle un breve periodo di prova. Decisa a dimostrargli di essere all'altezza dei compiti che le sono affidati malgrado l'apparenza fragile e delicata, Linnea non si risparmia e ben presto si guadagna il rispetto e la simpatia degli abitanti del ranch. Persino Will sembra colpito dal suo coraggio, e la gentilezza con cui la tratta le fa sognare cose che lei sa di non poter desiderare. Quale uomo, infatti, sarebbe disposto ad accettare una donna che porta in grembo il figlio di un altro?
-Una sposa inattesa, di Mary Burton
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Trama: Montana, 1879. Abby Smyth, stanca di essere trattata male dal ricchissimo zio, ha intrecciato una relazione per corrispondenza con un uomo che non ha mai visto, Matthias Barrington, allevatore di Crickhollow, e ha accettato la sua proposta di matrimonio nella speranza di costruirsi una nuova vita. Quando però arriva nel Montana, scopre che Matthias non ha mai sentito parlare di lei, e che a firmare le lettere sono stati in realtà i suoi amici. Peggio ancora, quando se la trova di fronte lui rifiuta categoricamente di portarla con sé. Abby però non ha intenzione di accettare un no come risposta, e facendo leva sul fatto che i due figlioletti di Matthias hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro, propone al brusco e scontroso allevatore di fargli da governante fino al termine dell'estate. Perché una cosa ha capito immediatamente: tutto ciò che vuole dalla vita è un posto nel cuore dei Barrington. Tutti e tre.
-La moglie degli altipiani, di Jillian Hart
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Trama: Montana, 1881. Vedovo e con due figli piccoli da accudire, Nick Gray deve assolutamente risposarsi. Tra lo stupore generale, la sua scelta cade su Mariah Scott, considerata da tutti una zitella acida e scostante. Nessuno sa che lei è stata il primo amore di Nick, e nemmeno che Mariah, pur a distanza di tanti anni, è ancora innamorata di lui. Dopo le nozze Nick, che aveva voluto un matrimonio di convenienza, rimane sorpreso nel ritrovarsi accanto una sposa affettuosa e appassionata. Ferito dai numerosi tradimenti della prima moglie, però, non è disposto a concedere a Mariah il proprio cuore e dopo una lunga serie di fallimenti lei decide infine di lasciarlo. Ma non ha fatto i conti con la piccola Georgie...
-La buona terra, di Carolyn Davidson
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Trama: Stati Uniti, fine XIX secolo - Tate Montgomery, rimasto tragicamente vedovo, è un uomo "con i piedi per terra". Sua ferma intenzione, infatti è quella di ricostituire la sua famiglia dando una madre ai propri figli, e Johanna Patterson, grande lavoratrice nonché sana e piacevole ragazza, sembra proprio fare al caso suo, anche se conquistarne il cuore, indurito dalla solitudine e da una storia d'amore finita male, non è un compito facile. Ma con l'aiuto dei suoi due bambini Tate spera di riuscirci.
-Giarrettiere, di Pamela Morsi
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Trama: Mai sottovalutare il potere di un paio di giarrettiere. Esme Crabb ha trascorso tutta la vita tra le montagne, cercando di fare del proprio meglio per vivere col poco che possiede senza poter contare sull’aiuto del buono a niente di suo padre o delle sue sci ocche sorelle. La famiglia riesce a malapena a tirare avanti, perennemente in debito con i vicini. Esme sperava che le gemelle potessero trovare un buon marito, ma, come tutto il resto in quella famiglia, sembra che debba essere lei stessa a farlo. Cleavis Rhy, prosperoso commerciante di Vader, non si è mai accorto di lei, almeno fino a quando lei non prepara un piano per incastrarlo e costringerlo a sposarla.
La mia opinione: romanzo molto ironico, il fatto che la protagonista incastri un uomo non la rende subito simpatica, ma poi ci si affeziona. E qui senza dubbio lei fa di tutto prima per sposarlo e poi per conquistarlo.
-Bollenti spiriti, di Pamela Morsi
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Trama: Cora nella piccola cittadina di Dead Dogs è una donna senza reputazione poichè è divorziata. Il giovane Jedwin che vuole sperimentare l’amore fisico per la prima volta e l’ammira da tempo da lontano, prende il coraggio a due mani e una sera va a trovarla per proporle di diventare amanti. Cora è scioccata, furibonda e ferita, e lo prende a male parole ma poi decide di poterlo usare per vendicarsi della madre di lui una delle donne della cittadina che più sparlano di lei e la odiano. I due si vedono di nascosto, ma Cora pretende romanticismo e non ha certo intenzione di cedere le sue grazie. Jedwin però si rivela presto romantico e dolce, oltre che appassionato….
La mia opinione: Molto carino. Il libro mi è piaciuto molto. Il fatto che stavolta la protagonista non sia un’innocente, ma che lui lo sia stravolge i soliti canoni, anche se in fondo l’amore è sempre amore. I personaggi secondari poi sono tutti interessanti e molto vividi e molte storie si intrecciano le une sulle altre. Non è solo un romanzo d’amore ma un piccolo ritratto di una cittadina di provincia. Ironico, dolce e romantico. Consigliato.
-La fiera delle mogli, di Cheryl Reavis
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Trama: North Carolina, 1868 - Al termine della guerra di secessione, il colonnello Max Woodard torna a Salisbury a capo delle forze d'occupazione nordiste, deciso ad amministrare quella piccola cittadina del Sud con mano ferma ma giusta. Qui trova alloggio in casa di Maria Markham, una giovane donna che vive con il padre malato e che ha accettato di ospitare l'odiato Yankee solo per sbarcare il lunario. Malgrado l'iniziale ostilità, ben presto Maria impara ad apprezzare la rettitudine morale e la generosità del colonnello nordista, mentre Max, dal canto suo, si rende conto che la giovane, a differenza delle sue concittadine, non ha la benché minima intenzione di partecipare a quella che lui definisce "la fiera delle mogli" per accalappiare un marito. Del resto, perché mai quella ragazza sensibile e altruista dovrebbe desiderare di sposare un odiato nordista?
-Un destino per due, di Linda Howard
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Trama: Annie Parker si è trasferita a Silver Mesa, Arizona, perché sembra essere l'unico posto dove un medico donna sia quantomeno tollerato. La sua vita solitaria si complica quando, una notte d'inverno, Rafe McCay irrompe nel suo studio con una pallottola nel fianco e i cacciatori di taglie alle calcagna. Però quella casa non può essere un rifugio sicuro e Rafe, minacciando la donna con la pistola, la porta via con sé sulle montagne. In un mondo di pericolo e passione, ben presto Annie scoprirà che Rafe non è solo un uomo ferito ma anche un'anima tormentata, capace di risvegliare in lei un desiderio insopprimibile...
-La nave delle spose di Deborah Hale
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Trama: Nuova Scozia, 1818 - Una nave che trasporta quaranta giovani spose destinate ai coloni della Nuova Scozia arriva senza preavviso nel porto di Halifax. Anziché accoglierle con un caldo benvenuto, però, il governatore della colonia, Sir Robert Kerr, scambiandole per donne di malaffare proibisce loro di scendere a terra e cerca addirittura di rimandarle indietro. Ma Jocelyn Finch, avvenente vedova che accompagna le ragazze, non si dà per vinta e sfida il governatore a duello, lasciando a lui la scelta delle armi. L'uomo, restio a combattere contro una donna con la spada o la pistola, decide per una partita a scacchi… e viene clamorosamente sconfitto. Così Jocelyn ottiene il permesso di restare e di portare a termine la sua missione. E inevitabilmente, come Sir Robert temeva, finisce per creare scompiglio in città e nel cuore dell'affascinante governatore.
La mia opinione: non è il mio libro preferito della Hale, direi piacevole, ma non ho amato tantissimo i protagonisti, in particolar modo lei.
-Un amore nuovo, di Lorraine Heath  
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Trama: Dopo una vita trascorsa a giocare, bere e amoreggiare con donne sposate, Grayson Rhodes parte per l'America convinto di fare fortuna, ma subito si rende conto che forse potrà ottenere solo quell'eredità che suo padre gli ha sempre negato: il rispetto. Conquistato dalla bellezza di quella terra, inizia a lavorare nella piantagione di cotone di Abigail Westland, donna ben diversa dalle frivole bellezze che era abituato a frequentare. Grayson desidera stringerla tra le braccia fin dal primo momento in cui la vede e ben presto fra loro si accende una grande passione. Ma sul più bello, il passato di Abbie minaccia di dividerli per sempre...
-Liberi insieme, di Lorraine Heath
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Trama: Harrison Bainbridge, secondogenito di un conte, si stabilisce in Texas per condurre una vita libera dalle restrizioni sociali. Non si aspetta di ritrovarsi affascinato e irresistibilmente attratto dalla bella e insolente figlia del proprietario del saloon locale, Jessye Kane. Dopo un periodo trascorso a raccogliere cotone, Harrison decide di occuparsi di bestiame e si lancia in questa nuova avventura coinvolgendo Jessye. Tuttavia la giovane, pur disposta ad averlo come partner d¿affari, non pare affatto interessata alla passione che Harrison le offre: ancora brucia in lei il ricordo del suo ultimo devastante amore. Ma quando Harrison rischia la vita per salvarla, tutto sembra cambiare...
-La forza dell’amore, di Lorraine Heath
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Trama: Ashton Robertson si è innamorata di Kit Montgomery dal momento in cui ha posato gli occhi su di lui. Ora il suo sogno più grande si è avverato e l’affascinante aristocratico è divenuto suo marito, anche se purtroppo sarà solo per poco tempo: qualche giorno di paradiso tra le sue braccia, dopodiché Ashton dovrà suo malgrado lasciarlo andare. Kit, infatti, ha acconsentito a sposare la sorella del suo amico David solo per nobiltà d’animo, sapendo che era malata e che non le rimaneva molto da vivere. Ma la gentilezza e lo spirito fiero di Ashton riescono a toccare il suo animo tormentato e a catturargli il cuore, facendo nascere in lui il desiderio di un futuro insieme…
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alaska2302 · 3 years ago
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Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani.
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
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falcabooks · 4 years ago
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ALASKA [capoluogo: Juneau]
03. Eowyn Ivey - La bambina di neve Einaudi Trad. Monica Pareschi Alaska. Anni 20. Eowyn Ivey, giornalista e libraia che vive in Alaska ci racconta la fiaba russa di Snegurochka ambientandola nella propria terra. E ci appassiona. E vediamo bianco bianco tanto bianco e freddo con dei colori fortissimi quando appaiono e dei sentimenti ugualmente forti e che fanno da contraltare in questo mondo di neve. La storia è emozionante e Mabel, la vera protagonista del romanzo, ce la fa gustare fino alla fine. Da recuperare.
04. Jack London - Il richiamo della foresta Newton Compton Editore Trad. Laura Felici Libro per ragazzi? Mah. Non lo so. Questa è la storia di Buck un cane. Un cane che capisce tutto e che sente il richiamo dell’istinto, il richiamo della foresta, il richiamo del lupo. La storia, scritta da London, è scritta benissimo. E ci sono delle scene incredibili. Certo, vi devono piacere i romanzi d’avventura, i luoghi freddi e le lotte all’ultimo sangue, io non ne vado matta ma alla fine l’ho letto. Preferisco comunque il London di “Martin Eden” per me il suo capolavoro.
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iannozzigiuseppe · 2 years ago
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Raffaele La Capria - Alcune citazioni tratte dai suoi romanzi
Raffaele La Capria – Alcune citazioni tratte dai suoi romanzi
Raffaele La Capria Alcune citazioni tratte dai suoi romanzi – Raffale La Capria – Opere – Meridiani Mondadori – “La parte biografica è indispensabile, è richiesta. Benissimo, allora diciamo: Nato a Napoli nel 1922. E poi? Poi niente. Quando mai a uno scrittore italiano capitano nella vita cose ed eventi memorabili, da raccontare? lo non sono stato cercatore d’oro in Alaska come London, non ho…
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atlantidekids · 5 years ago
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Si tratta di un romanzo che rientra nella tradizione dei più intensi romanzi d’avventura da dispersi ma non ne contempla la stessa crescita, la stessa maturazione dei personaggi. Senza la loro crescita, che in qualche condizione c’è ma solo emotiva, tutto viene affidato alla fortuna, a un fato che li prende sotto la propria ala benevola di corvo e li protegge, cura e salva. Da soli, il loro destino sarebbe stato segnato. [Link in bio] The Skeleton Tree, di #IainLawrence (traduzione #ChristinaMortara) - #EdizioniSanPaolo #castawaystory #naufragio #fratelli #alaska #sopravvivenza (presso Il Giardino Incartato) https://www.instagram.com/p/B7IrWRwoanJ/?igshid=1l6vb5gtm5hpk
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volevoimparareavolare · 7 years ago
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00:44 Ho bisogno di lui e di un buon libro.Mi piacciono molto i romanzi,cosa mi consigli ?😉❤️
Romanzi.... io ti consiglierei Il mio inverno a Zerolandia, il mio cuore e altri buchi neri, l'universo nei tuoi occhi, raccontami di un giorno perfetto, cercando Alaska, città di carta, the maze runner, 13, 1984... Sono di vari generi e sono certa che qualcosa la in mezzo ti piacerà 🌸 scrivetemi che ore sono e a che cosa state pensando
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pangeanews · 5 years ago
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Letteratura della crisi. Cormac McCarthy, “La strada”. Il romanzo che perfora la notte con una lingua di fuoco
Il ragazzo urlava “signor McCarthy, signor McCarthy”, con la voce roca, spaccata, dei coyote, mentre un sole violento gli faceva lo scalpo. La fattoria poco fuori El Paso era un cubo di legno, la dimora di uno che sa cos’è la fame e ha voglia di ricordarsi quella morsa. Attorno al ragazzo, che si copre gli occhi con la mano, schermandosi dalla luce, un nulla rosso e marrone, radi bronchi d’erica, un cavallo, forse, che si perde in una bolla di polvere fitta come nebbia. Il ragazzo torna a urlare in quel feroce giorno del 1992, finché dalla porta della fattoria non esce un tizio, qualcosa tra Democrito e un re in esilio, comunque un uomo senza tempo. “Il signor McCarthy?”, dice il ragazzo, stravolto. L’uomo fa un cenno con la testa, gli occhi perduti oltre l’orizzonte terrestre. Il ragazzo sorride, prende la rincorsa per dire qualcosa di lungo e pomposo, ma il fiato gli si blocca in gola, come un nodo, e dice semplicemente “lei ha vinto il National Book Award”. L’uomo riceve quelle parole ma sembra ignorarle, si volta e rientra in casa. Non offre al ragazzo neppure un bicchier d’acqua, e decide di ignorarne il destino.
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In quel giorno del 1992 il mondo conosce Cormac McCarthy, che non è un giovane e rampante talento della letteratura a stelle e strisce, ma un uomo di quasi sessant’anni, che ha già scritto cinque libri, un paio dei quali dei sonori capolavori. Il romanzo premiato è All the Pretty Horses, di certo non il libro più bello di McCarthy, eppure pur sempre un libro che ti s’incide nel torso con la tensione di una lama. È il primo volume della così detta “Border Trilogy”, la trilogia della frontiera, che ricama i destini drammatici e sfiatanti di John Grady Cole e di Billy Parham. Seguiranno The Crossing (1994), il più intenso, il primo libro di McCarthy tradotto in Italia da Einaudi, un anno dopo l’uscita negli States (da allora l’editore torinese pubblicherà tutti i libri di Cormac: dopo le imprese di Igor Legati e di Rossella Bernascone con Andrea Carosso, trovando un abilissimo traduttore in Raul Montanari – gli ultimi libri sono firmati dalla brava Martina Testa), e infine il melò di dai risvolti sciamanici Cities of the Plain (1998).
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Fino al giorno prima, prima della consacrazione pubblica, Cormac non era proprio uno sconosciuto: restava pur sempre scrittore per iniziati e per dodici discepoli. Cormac, nato a Providence il 20 luglio del 1933, è della stessa classe di Philip Roth e di Donald Barthelme, più vecchio di Thomas Pynchon (1937), che quanto a rassegna critica è un matusalemme rispetto a lui. Questione di stile e di destino, dirà qualcuno. Dopo tutto, parlano gli anni. Cormac nasce alla letteratura nel 1965, con The Orchard Keeper, quando Philip Roth ha già alle spalle un paio di romanzi e si appresta a scrivere e completare Portnoy’s Complaint (1969) che farà urlare al capolavoro massimo. Thomas Pynchon, dal canto suo, precocissimo, ha già scritto un libro come V (1963) e di lì a poco siglerà The Crying of Lot 49 (1966). Questione di scrittura, dico io, perché con la scrittura puoi giocare ma non puoi mentire, altrimenti ti si ritorce contro, e Cormac, uomo integro ed integrale, leggendario, è ciò che ha scritto. Soprattutto, è uno a cui importa pochissimo del mondo dei vivi, men che meno dei letterati.
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Raccontiamo le cose dal principio. In principio fu il figlio di un avvocato nato per caso a Providence, Rhode Island, ma cresciuto a Knoxville, Tennessee, dove la famiglia si era trasferita nel 1937, che è anche la patria di James Agee. In principio fu il terzo di sei fratelli, suddivisi in tre maschi e tre femmine, dagli studi irregolari, prima del 1953, quando il ragazzo si arruola nell’Air Force e vi rimane per quattro anni, due dei quali in Alaska. Nel 1957 Cormac torna all’università. Soprattutto, affila la penna. Pubblica due racconti su un foglio studentesco e vince, nel 1959 e nel 1960, l’Ingram-Merrill Award, uno dei molti premi di provincia che comunque ti rinfrancano con vitamine e dobloni. Per non farsi mancare nulla l’anno seguente, nel 1961, si sposa con Lee Holleman, da cui ha un figlio, Cullen. È l’anno in cui Cormac chiude il sipario con l’università, se ne va a Chicago e si getta a scrivere qualcosa. La città lo risucchia, lo ossessiona. E lui, americano bello e bravo, con la faccia che è ancora alla Robert Redford, ma già è straziata da un dolore inspiegabile, inimmaginabile, che riguarda l’intera specie umana, non porta un soldo in casa. Quando dice alla moglie ce ne andiamo a Sevier County, Tennessee, prepara la borsa, lei gli sbatte la porta in faccia e gli risponde vattene. Scrive e passa giorni, è lui a ricordarlo, di adamantina povertà, senza una ghinea per comprarsi un dentifricio, migrando tra motel e baracche. Comincia lì, forse, in austera ma decorosa sofferenza, la storia del monaco-scrittore, soprattutto, della scrittura in quanto clausura.
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Intanto termina il suo primo romanzo, duecentocinquanta pagine che sono puro Faulkner, mescolato magari alla visionaria Carson McCullers. Cormac spedisce il manoscritto alla Random House, non per presunzione ma perché è l’unico editore che conosce, almeno per sentito dire. Albert Erskine, che è stato l’editor di Guglielmo il Grande fino alla sua morte, nel 1962, legge il lavoro e stenta a crederci: sono passati tre anni e Faulkner ha già trovato l’erede. Destino segnato nei pianeti, The Orchard Keeper vince il Faulkner Prize.
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Mettiamola così, McCarthy deve ringraziare gli Stati Uniti delle borse di studio e dei premi letterari se è diventato McCarthy. Uno di questi premi gli ha pure offerto una moglie. Nel 1965 Cormac, grazie al Travelling Fellowship concessogli dalla American Academy of Arts and Letters, s’imbarca per l’Irlanda, la terra dei suoi avi. Una tipa che lavora sulla chiatta come cantante lo conquista. Si chiama Anne DeLisle, e dal cocktail all’altare il balzo è brevissimo: nel 1966 i due si sposano in Inghilterra. Nello stesso anno, Cormac s’intasca il Rockefeller Foundation Grant, se ne va a Ibiza e completa Outer Dark (1968), il libro, acuminato ed euripideo, con cui salda ogni debito contratto con Flannery O’Connor. Poi è poco altro, vita granitica scolpita dalle parole. Nel 1969 Cormac rimette in piedi una stalla neogotica e depressa a Louisville. Lì scrive Child of God (1973), sotto la protezione spirituale di Erskine Caldwell, evocando il primo dei suoi cattivi integrali, Lester Ballard, stupratore e omicida idiota, stordito dalla miseria, così privo di sadico eroismo da restare intollerabile.
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Ogni libro è uno scandaglio sempre più perfetto nell’orrore e nell’uomo, e ha la consistenza di una stele di sale. Ogni libro è un azzeramento di sé, perché su ciascuna parola ci giochiamo tutto, è come se non avessimo scritto altro, come se non potessimo scrivere più altro. Nel 1976 Cormac lascia il Tennessee per sempre, si trasferisce a El Paso. Da solo, quello con Anne è un altro matrimonio in fumo. In Texas scrive Suttree (1979) e grazie ai fiorini che gli versa il McArthur Fellowship nel 1981 si paga la possibilità di un altro libro. Con Blood Meridian (1985), il western sulfureo ed eschileo, allucinato e stordente, cosa viva incorniciata dalla violenza del Mucchio selvaggio di Sam Peckinpah e dalla sgranata desolazione de I cancelli del cielo di Michael Cimino, che punta direttamente a Herman Melville squalificando ogni concessione all’ironia e allo shakespearismo acuto (in una linea pittorica che tiene insieme anche Joseph Conrad), non ci sono più scuse, tutti si accorgono del suo genio. Robert Penn Warren lo benedice, Harold Bloom lo enuclea tra i santi e i papi, dicendo a chiare lettere che un libro così originale non è stato mai scritto, per Ralph Ellison «è uno scrittore da leggere, da ammirare, ma soprattutto invidiare».
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Cormac, come al solito, non muove ciglio, se ne sta serrato nella sua stamberga, non si fa fotografare né tanto meno intervistare, è uno che ti getta addosso un libro ogni quattro o cinque anni, che non ha tempo da perdere. Sappiamo che non sopporta scrittori da altri giudicati grandissimi come Henry James e Marcel Proust, che legge e rilegge Moby Dick, ma cosa importa, infine? Le parole lo fondano, e bastano. Parole ancestrali, dimenticate, terribili. Parole semplici ed eterne. John Sepich si è preso la briga di stilare una tabella delle concordanze nei libri di McCarthy. Le parole che ricorrono di più sono “water” e “wind”, “desert” e “dead”, “fire”, poi, ovviamente, “dark” e “darkness”, “light” e “god”. Cose piccole, ossidate nei millenni, che solidificano l’uomo e il suo mistero. McCarthy si risposa per la terza volta, e per la terza volta divorzia (nel 2006), con Jennifer Winkley, da cui ha un figlio, John (nato nel 1998), a cui è dedicato l’ultimo, stupendo e patetico libro di Cormac, The Road (2006).
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Nel mondo «arido, muto, senza dio», un uomo cammina con il figlio, «il bambino». Una malattia, una pestilenza, una rovina nucleare ha svuotato la terra di vita. I sopravvissuti, s’intonano a una grave aggressività – domina il caos e la sua gemella, violenza. L’uomo e il bambino vagano senza un fine, verso il definitivo: percorrere La strada – il regno opposto del mondo di Kerouac, di On the road – significa aderire a una via, a una regola. Il bambino chiede con reiterata costanza – come ad aggiornare il codice – se lui e il padre sono i buoni, se sono loro i portatori del fuoco.
«Devi portare il fuoco. Non so come si fa. Sì che lo sai. È vero? Il fuoco, intendo. Sì che è vero. E dove sta? Io non lo so dove sta. Sì che lo sai. È dentro di te. Da sempre. Io lo vedo. Portami con te. Ti prego. Non posso… Tu sei il migliore fra i buoni. Lo sei sempre stato».
Il romanzo è il testamento della paternità; è un annuncio, una parabola evangelica. Il bambino è il fuoco ed è il candore, è il bene, perciò va difeso fino a uccidere, è l’avvenire – ed è per l’avvenire che si dà la vita.
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Le parole che ricorrono in The Road sono dark e fire, l’oscurità e il fuoco; è un romanzo binario, questo, eschileo, con un coro di cannibali. È un fuoco che escoria la schiena dell’oscuro, agisce con pazienza di chiodo. Alcuni brani sono di corrosiva bellezza («Una volta nei torrenti di montagna c’erano i salmerini. Li potevi vedere fermi nell’acqua ambrata con la punta bianca delle pinne che ondeggiava piano nella corrente. Li prendevi in mano e odoravano di muschio. Erano lucenti e forti e si torcevano su se stessi. Sul dorso avevano dei disegni a vermicelli che erano mappe del mondo in divenire. Mappe e labirinti»). Da allora McCarthy non pubblica. Sono passati quattordici anni, da tre si parla di un romanzo che s’intitolerebbe The Passenger. Da quel libro, dieci anni fa, John Hillcoat ha tratto un film, omonimo, con Viggo Mortensen.
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Dicono che Cormac ami passare le giornate alla Santa Fe University, ad ascoltare uomini di scienza che parlano del cosmo e della fine di tutte le cose. Wystan H. Auden, in uno dei suoi saggi barocchi e spocchiosi, scrisse che Kafka è «il sommo maestro della parabola pura», e che è per questo, in fondo, che spiazza un po’ tutti i critici. Chi scrive parabole oltrevarca la letteratura, per cui gli “strumenti critici” sono al dunque piccozze inutili. McCarthy, in fondo, e lo svela quest’ultima lancinante favola, è uno scrittore kafkiano, uno scrittore di vangeli. Sa che la letteratura è incenerita, esausta, e che il libro non è né più né meno che una strategia di sopravvivenza. Dopo tutto, biblico al pari di Kafka, Cormac è interamente vivo nel Salmo 39, quello che antivede le fulminanti e drastiche sentenze di Kohelet, per cui l’uomo è «un’ombra che cammina», un «filo di fumo», uno sbuffo di nebbia. «Getta via da me il tuo sguardo», prega Davide al Potente, lasciami così, solo, prima che vada, che svanisca. (d.b.)
*In copertina: Cormac McCarthy, 23 anni, con scimmietta in braccio
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alemicheli76 · 5 years ago
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Il blog consiglia il libro di Gianluca Piattelli "Lunarmalia" Pedratti editore. Imperdibile!
Il blog consiglia il libro di Gianluca Piattelli “Lunarmalia” Pedratti editore. Imperdibile!
  Lui entra in libreria come un cliente in cerca di una lettura appassionante, le mani dietro la schiena, il volto sereno. Louisiana sta facendo il conto ad una signora che ha comprato sette romanzi, un migliaio di pagine ciascuno, di una saga fantasy infinita. Alaska sta consigliando un ragazzo su quale scegliere tra gli horror in svendita questa settimana. Io sto mettendo a posto uno scaffale…
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pier-carlo-universe · 6 days ago
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Il grande inverno – Kristin Hannah. Recensione di Alessandria today
Un romanzo di amore, sopravvivenza e resilienza nel cuore della natura selvaggia.
Un romanzo di amore, sopravvivenza e resilienza nel cuore della natura selvaggia. Kristin Hannah, autrice di bestseller internazionali, ci trasporta nella gelida e affascinante Alaska con Il grande inverno, una storia intensa e avvolgente che esplora i legami familiari, la fragilità umana e la forza necessaria per sopravvivere nelle condizioni più estreme. Trama emozionante e ricca di…
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weirdesplinder · 6 years ago
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Maggie Osborne
Oggi un post per aggiornarvi riguardo le uscite italiane di una delle mie autrici preferite per quanto riguarda il genere Western Romance: Maggie Osborne.
Ecco i suoi romanzi ad oggi disponibli in italiano:
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Titolo: Rinascere all’amore
Titolo originale: The Wives of Bowie Stone
Trama: Kansas. Fine ottocento. Siamo nel West e Rosie Mulvehey è in difficoltà: la sua fattoria sta fallendo e le serve al più presto un aiuto. Così decide di salvare un uomo destinato all’impiccagione, appellandosi alla legge del Kansas che consente di riscattare un condannato a morte sposandolo. L’uomo su cui cade la scelta è Bowie Stone, un ex soldato di cavalleria dai trascorsi misteriosi, che accetta di darle una mano ma solo per una stagione, deciso poi a tornare alla sua vita. Non ha però messo in conto il sentimento che, contro ogni aspettativa, è destinato a nascere tra loro scombussolando i suoi progetti…
La mia opinione: La trama che c’è qui sopra è un poco fuorviante, così come il titolo italiano, mentre il titolo inglese era molto più esplicito: Le due mogli di Bowie Stone. Sì, perché colui che stava per essere impiccato, Stone, si ritrova con due mogli in quanto era già sposato quando Rosie lo sceglie, ma pur di non morire le tace la verità. Ora, sposato è una parola grossa in quanto in realtà la prima moglie di Stone non era sua moglie a tutti gli effetti…..ma non vi rivelo questo colpo di scena poiché è una delle belle parti del finale del libro, e non voglio rovinarvelo.
Fatto sta che le due mogli di Bowie sono al centro del libro. La prima moglie Susanna, che lo crede morto, si ritrova destituita e non in grado di mantenersi con un figlio a carico, così disperata, decide di diventare una sposa per corrispondenza, e risponde ad un annuncio su un giornale. Un avvocato di uno sperduto paesino del West cerca una moglie in gamba che sappia badare alla sua casa e sia in grado di supportarlo in tutto, quando si ritrova davanti Susanna è più che deluso, si vede subito che non ha mai lavorato un solo giorno nella sua vita e per di più ha un figlio con sé. Decide di non sposarla, lei è disperata e lui decide di darle una mano, trovandole un occupazione, potrà essere la nuova maestra del paese e così mantenersi da sola. E’ molto toccante vedere come Susanna che da sempre ha lasciato che gli uomini decidessero tutto per lei, inizi a prendere piano piano coraggio, e ha decidere per sé. E’ un percorso lento, come è giusto che sia, ma poi si rende conto che tutte le difficoltà che sta affrontando la stanno rendendo più forte e cosa ancora più importante, si rende conto che suo figlio è il suo tesoro. Prima lo affidava sempre alla sua tata e praticamente non lo conosceva, ma ora che ha solo lui e pensa a lui ogni minuto, lo ama talmente tanto che non capisce come facesse prima a fare a meno di lui. L’avvocato poi, che comunque è sempre stato attratto da Susanna perché è molto bella, ora la ammira anche per il suo carattere, vuole bene a suo figlio e inizia a corteggiarla seriamente quando accade…… ma non vi rivelo altro.
L’altra moglie di Bowie , Rosie , è un caso ancora più difficile. Si veste come un uomo, non si lava, impreca ed è sempre ubriaca. Bowie è perplesso da lei finché non la vede pulita e scopre che in realtà è bellissima e sceglie volutamente di nascondersi dietro sporcizia e abiti da uomo poiché ha subito per ben quattro anni molestie sessuali dal suo patrigno. La cosa l’ha segnata a tal punto che non riesce a resistere sobria e solo con il velo dell’ubriachezza riesce a sopravvivere, anche se non è certo vita la sua. L’unica cosa che desidera è vendetta contro il patrigno, ma lui è morto ormai prima che lei potesse ucciderlo e l’unico tipo di vendetta che può ottenere riuscendo a rendere proficua la tenuta che lui ha mandato in rovina. Per questo ha bisogno di Bowie.
Bowie a sua volta è un uomo abbastanza problematico di suo, e con lo spirito un pochino del martire. Ha sposato Susan per ragioni altruistiche, è stato congedato con disonore dall’esercito che era tutta la sua vita solo per essersi rifiutato di massacrare donne e bambini indiani, e poi è stato condannato a morte per un omicidio che ha commesso solo per autodifesa. Diciamo che è un pochino depresso e non ha molta voglia di vivere, anche se ha afferrato la possibilità di sopravvivere che gli ha dato Rosie. Si sente in debito e vuole aiutarla. Poi piano piano se ne innamora anche se cerca di non farlo. Rosie è così selvatica e così vulnerabile…e lui ha il temperamento giusto per farla uscire dal suo guscio, anche se non sarà facile. Ma una volta che lei l’amerà, l’amerà per sempre poiché Rosie non conosce mezze misure nella vita e Bowie invece ha altri doveri da rispettare verso Susanna e il figlio di lei…..
Questo è stato uno di quei romanzi in cui mi sono piaciuti sia i personaggi maschili che quelli femminili, e anche se ci sono due storie d’amore invece di una, l’autrice dedica ad entrambe il giusto spazio.
Come vedete c’è molta carne al fuoco nella trama e i personaggi sono molto ben costruiti e hanno tratti molto realistici. Già solo l’alcolismo di Rosie, una giovane donna, è qualcosa di molto atipico in un romance.
Io adoro le autrici con personaggi e trame atipiche, e adoro anche l’ambientazione Western (se non ci sono fuorilegge, quelli non mi piacciono, non so perché), e adoro Maggie Osborne, proprio per le sue trame fuori dalle solite righe, per le sue protagoniste femminili quasi sempre molto forti, e per il suo stile chiaro, scorrevole e piuttosto semplice come linguaggio. Non si perde in lunghe descrizioni, o in alti discorsi lirici, tende a parlare per azioni e i suoi personaggi sono spesso sanguigni e semplici. E’ un autrice semplice con i piedi per terra che crea personaggi con i piedi per terra, e non crea cattivi senza scrupoli che intralcino i piani dei buoni, non è mai tutto bianco o tutto nero con lei, anche chi agisce male ha le sue ragioni o cause per farlo, c’è molto della natura umana nei suoi libri, a volte esasperata o semplificata, ma le sue creazioni sono proprio umane in ogni senso della parola.
Inoltre c’è sempre ironia e simpatia nei suoi romanzi, in modo che il tono resti leggero o incoraggiante anche in momenti drammatici. Io senza ironia non vivrei, perciò adoro questo suo stile gaio ed irriverente a tratti, ma anche capace di approfondimento psicologico senza mai cadere nel melodrammatico.
Penso si capisca che mi piace questa autrice. E pensate, non scrive delle serie! Tutti i suoi libri sono romanzi singoli. Che brava donna.
Nel caso via abbia incuriosito sono lieta di potervi dire che diversi suoi libri sono già stati pubblicati in italiano nella collana i romanzi della Mondadori:
Titolo: Tutto cambierà
Titolo originale: Silver Linings
Trama: La corsa all'oro è stata un abbaglio che ha colpito molti uomini , ma anche qualche donna. Una di queste è Low Down, che è finita sulle Rockies, ad estrarre il prezioso minerale vestita di stracci e ridotta ad un essere che definire femminile sarebbe alquanto difficile. Non c'è spazio su quelle aspre montanee per bei vestiti o dolcezza, solo duro lavoro dalla mattina alla sera, ma l'animo generoso della donna è sopravvissuto a quella dura vita e quando il piccolo gruppo di disperati cercatori viene colpito dalla malattia è lei che si prende cura di loro instancabilmente salvandoli tutti. Quelli sono uomini cinici e duri, ma pur sempre umani e concordano tutti che l'abnegazione di Low Dow deve essere premiata., perciò si riuniscono e le chiedono quale sia la cosa che più desidera al mondo. Sorprendendoli tutti la donna non nomina l'oro o qualche altra cosa materiale, ciò che vuole è un bambino. Poichè fra gli uomini c'è anche un ministro di Dio viene deciso che per avere un bambino Low deve avere un marito e tirano a sorte per decidere chi tra loro sarà lo sfortunato, visto l'aspetto non proprio pulito e affascinante di Low. La sorte decide che tocchi a Max McCord l'onore di sposarla. Proprio Max che a casa sua in pianura ha ad attenderlo una fidanzata. Poichè gli altri lo minacciano di morte non ha altra scelta che sposare Low, ed entrambi concordano che sarà solo un matrimonio temporaneo….
La mia opinione: Di questo libro mi è piaciuto molto l'inizio, la prima parte sulle montagne, meno la parte centrale, e abbastanza la parte finale. Il giudizio è positivo, intendiamoci, ma il personaggio maschile mi è stato abbastanza antipatico poichè tratta la protagonista femminile malissimo. Ok lei non è bellissima, ma gli ha salvato la vita, caspita, un pochino di gratitudine all'inizio sarebbe apprezzata. Poi anche in seno alla sua famiglia le cose non migliorano molto, ci vuole molto tempo affinchè lui apra gli occhi sulle qualità della moglie. Non parliamo poi della sua fidanzata che all'inizio mi è stata odiosa. ….. Il libro mi è piaciuto, ma meno di altri per colpa di alcun personaggi, e alla fine lui si sarebbe meritato di perdere Low perchè non la meritava! O almeno doveva strisciare e scusarsi per un anno!
Titolo: MATRIMONIO PER TRE
Titolo originale: I Do, I Do, I Do (traduzione: Lo voglio, lo voglio, lo voglio)
Trama: America, Kansas e Wyoming, 1880 circa. Vuoi tu, Jean Jacques Villette, prendere la qui presente Zoe Wilder come tua legittima sposa?” Naturalmente sì. Lui è bellissimo e sembra amarla molto. Peccato che in realtà sia già sposato con Juliette March, e anche con Clara Klaus. Questo è ciò che scoprono le tre mogli, poco dopo le ultime nozze, quando l’affascinante sposo si è ormai dileguato con i loro soldi, forse in Alaska. Animate da propositi battaglieri, le tre donne non perdono tempo, si alleano per rintracciare il truffatore che le ha sposate tutt’e tre, allo scopo di tornare in possesso del loro denaro, ma lungo il viaggio le cose precipitano, specialmente per quei tre gentiluomini che hanno incontrato sulla strada…
La mia opinione: Molto carino e divertente, forse il più divertente fra i libri della Osborne che ho letto fino ad ora. E tenete conto che io non amo i libri con più punti di vista e in questo caso ne abbiamo tre, le tre spose, eppure mi è piaciuto. Sono tre donne molto diverse fra loro, eppure si troveranno unite specie dopo il viaggio, anche se all’inizio comprensibilmente non si stavano certo simpatiche e il lettore steso vede più i loro difetti che altro. Ma le avversità faranno emergere il meglio in loro e uscendo dal loro guscio (soprattutto Zoe) diverranno persone migliori e incontreranno tre uomini veramente degni di loro. Qui il marito truffatore non è un personaggio reale quanto una causa esterna che muove tutta l’azione, ma non ha quasi forma e alla fine la ricerca viene abbandonata poiché non conta più. Non è la meta che conta, ma il viaggio in questo caso.
Una delle cose che mi piacciono di Maggie Osborne è il fatto che non crea protagonisti piatti e perfetti, non sono bellissimi, bravissimi o coraggiosissimi, sono umani e hanno molti difetti, ma sono anche in grado di cambiare.
Titolo: Volpe di fuoco
Titolo originale: Foxfire Bride
Trama: Matthew Tanner ha un solo modo per salvare la vita del padre: portare una grossa somma di denaro a Denver attraverso le Montagne Rocciose. E per riuscirci ha bisogno di Fox, la migliore guida della zona. La ragazza accetta l’incarico, ma con un secondo fine: vendicarsi proprio del padre di Matthew. Nel loro viaggio, lungo e irto di pericoli, i due giovani si abbandonano alla passione. Ma basterà l’amore a fermare la vendetta?
La mia opinione: Fox è una delle classiche eroine mascoline della Osborne, si comporta come un maschio ed è diventata dura e cinica, ma non è altro che il risultato di un passato difficile. In questo caso è il personaggio di Fox che risolleva un romanzo dalla trama piuttosto classica, la vendetta che viene frenata dall’amore. Carino e godibile, ma ho preferito altri libri della Osborne personalmente, questo era un poco prevedibile nelle sue fasi.
Titolo: TORNARE AD AMARSI
Titolo originale: The Bride of Willow Creek
Trama: Dopo essersi sposati e subito separati, Sam Holland e Angie Bartoli si incontrano nuovamente a Willow Creek, cittadina mineraria in Colorado. Sono trascorsi dieci anni dal loro matrimonio: da quando Sam è stato costretto dal suocero a partire in cerca di fortuna e Angie si è sentita tradita e abbandonata. Lei ora vuole il divorzio, per poter sposare il ricco e affidabile Greg. Ma in un mondo povero e genuino, Sam e Angie scopriranno che a Willow Creek il vero tesoro sono gli affetti.
La mia opinione: Qui è il punto di partenza ad essere un poco fiacco, ma poi il romanzo mi è piaciuto molto. E’ solo che il motivo della separazione tra Sam e Angie è veramente da romanzo. Cioè è il padre di lei che mente per separarli, quei due giovani si bevono tutte le sue frottole e si separano pur senza divorziare. A parte che il padre di lei, mi rientra nella categoria cattivi senza remore e perciò è un poco più piatto dei soliti personaggi della Osborne, ma poi c’è sempre la solita domanda che mi faccio quando mi capitano queste trame con separazioni di decine di anni tra due coniugi per un nonnulla. Ma parlarsi a quattrocchi no? Spiegarsi? Prima di dirsi addio per dieci anni, non sembrerebbe il caso di tentare di chiarire i nostri problemi? E poi, se decido di separami, magari, non è il caso di divorziare prima di risposarmi?
Invece Sam, si innamora di un'altra donna, ci fa un figlio , la seppellisce e tutto senza divorziare da Angie per poterla sposare….. E’ Angie che quando deve sposarsi, prima di farlo si decide ad andare da Sam per chiedergli finalmente il divorzio, e lì scopre che lui si era fatto un’altra famiglia senza divorziare.
Da questo punto in poi, passate queste premesse un po’ troppo ridicole e romanzate, il romanzo prende quota. Angie è costretta a passare del tempo con Sam e con suo figlio prima di vedersi firmare le carte e in questo periodo i due riscoprono tutte le ragioni per cui si erano sposati, e ne scoprono di nuove, poiché ora sono persone diverse e più adulte, nonché più ferite dagli eventi.
E’ questa parte del libro che mi è piaciuta e che vale la pena di leggere, e questi fatti giustamente vanno a formare la parte più cospicua del romanzo.
Titolo: Lo straniero
Titolo originale: Prarie Moon
Trama: Dalla morte del marito, scomparso durante la Guerra di secessione, Della Ward conduce una vita stentata nel suo piccolo ranch in Texas. Il rimorso di una lettera che non avrebbe dovuto scrivergli la perseguita da dieci lunghi anni, avvelenandole l’esistenza e impedendole di costruirsi un futuro. Fino al giorno in cui, attraverso la prateria, arriva uno straniero a cavallo, la cui presenza risveglia un cuore troppo a lungo sopito. Ma James Cameron, uomo di legge che si trovava su quel fatale campo di battaglia, porta con sé una verità scomoda da confessare. Una verità che potrebbe distruggere le loro vite, oppure schiudere orizzonti del tutto impensabili.
La mia opinione: Le premesse sono piuttosto classiche e mi hanno ricordato alcuni regency dove una lettera spedita a un soldato inglese impegnto contro Napoleone creava non pochi problemi. Perciò ritrovare qui quell’idea, in un contesto del tutto diverso, mi ha spiazzato. Mi h ricordato anche un poco Sparks in alcuni punti perciò l’ho trovato un poco prevedibile, ma è comunque godibile.
Tra le opere di Maggie Osborne già pubblicate nella collana I Romanzi ci sono anche i romanzi MAGIA DELLE ANTILLE ( Rage to Love ) e MATRIMONIO DI FUOCO ( Shotgun Wedding ), ma io ve li sconsiglio, non sono belli quanto gli altri romanzi della stessa autrice, perciò non ve li recensisco. Il primo è uno dei primi romanzi che scrisse e non l’ho nemmeno letto, il secondo l’ho letto e ne avrei pure fatto a meno, non è tra i suoi più riusciti (e c’è un fuorilegge nella trama….e sapete cosa penso riguardo le trame con fuorilegge western).
Ma Maggie Osborne è stata pubblicata in italiano anche da Harlequin, che ha scelto di pubblicare delle sue opere brevi scritte sotto lo pseudonimo Margaret St. George: due romanzi della multiserie DeWilde, con protagonisti i membri di una famiglia che gestiscono una serie di centri commerciali per sposi, e La notte di San Silvestro, un racconto carino su due amici che si scoprono qualcosa di più.. Vi lascio il link:  https://www.eharmony.it/Autori/Margaret-St.-george
Naturalmente, poiché è un’autrice che mi piace molto ho letto anche alcuni suoi romanzi inediti in italiano:
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Titolo: The Brides of Praire gold
Trama: Cody Snow non sa cosa l’abbia spinto ad accettare l’incarico di guidare una carovana di dodici spose per corrispondenza dal Missouri fino a Clampet Falls, Oregon, ma già prima di partire si è pentito di averlo fatto. Non solo dovrà sorbirsi le loro innumerevoli lamentele e proteggerle dai pericoli del viaggio, ma dovrà anche combattere contro l’attrazione che prova verso una di loro, Perrin Waverly, poiché lei è promessa ad un altro, e lui ha giurato a se stesso dopo la morte della moglie, che non si sarebbe mai più sposato.
La mia opinione: Il mio libro preferito di questa autrice al momento. Non li ho ancora letti tutti, ma sarà sicuramente ai primi posti, poiché mi è piaciuto un sacco, nonostante sia piuttosto corale. Che dire. Mi è piaciuto talmente tanto che ora sto leggendo tutti i romance che riesco a trovare con protagoniste spose per corrispondenza. Nel vecchio west vista la mancanza di donne alla frontiera e nei nuovi territori appena colonizzati, era usanza che gli uomini mettessero annunci sui giornali cercando moglie, e le donne, spinte dalle più varie ragioni potevano rispondere all’annuncio via lettera. Ne conseguiva una corrispondenza che spesso si concludeva con l’uomo che pagava il viaggio alla donna che lo raggiungeva e i due, pur non essendosi mai visti, si sposavano.
Ora, di solito, se una donna rispondeva ad un tale annuncio era perché aveva dei problemi a trovare marito in altro modo o non aveva altro modo di mantenersi.
In questo libro le dodici donne della carovana hanno avuto diversi motivi per decidere di affrontare un viaggio così duro e pericoloso: Perrin è vedova, non può mantenersi da sola e non vuole rimanere nel suo paesino dove la sua reputazione è a pezzi a causa di un suo errore di giudizio dovuto però alle sue circostanze. Le pesa andare a sposarsi lontano, non per il viaggio, ma per il fatto che gli uomini l’hanno sempre sfruttata o delusa e non crede che la cosa sarà diversa stavolta. Mem invece è una donna troppo indipendente, troppo alta e schietta per trovare marito nel suo paesino, e ha sempre sognato di vivere un’avventura, desidera ardentemente questo viaggio, e le spiace un poco che sua sorella, che dipende un po’ troppo da lei, abbia deciso di seguirla perché è rimasta vedova da poco. Hilda è una maestra troppo brutta per trovare marito in altro modo e abbastanza piena di coraggio tedesco per tirarsi indietro davanti a questa sfida. Sarah, vedova di un ufficiale, ha viaggiato al suo fianco per il mondo e sa cosa aspettarsi da questo viaggio, troppo avanti con gli anni, ormai trentenne se vuole marito deve andarselo a trovare e non ha certo remore a farlo. Augusta dopo gli sbagliati investimenti del padre e il suo suicidio non possiede più nulla al mondo se non l'orgoglio di quella che una volta era la famiglia più ricca della città e odia l'idea di questo viaggio, ma non ha altra scelta. Jane, figlia di un pastore si unisca alla carovana per non viaggiare sola verso il suo promesso sposo che conosce già bene e che l'aspetta. Alice è in fuga sotto falso nome da un marito troppo manesco. Thea, una dotata disegnatrice, timida e riservata, spera in un nuovo inizio. Cora, una povera serva illetterata non ha altre prospettive. Winnie è assuefatta all'oppio e i genitori sperano che allontanarla dal paese potrà aiutarla, mentre Ona nasconde un segreto ancora più oscuro.
Il viaggio viene descritto non con troppi tediosi particolari, ma con la giusta accuratezza. Le difficoltà grandi e piccole, i problemi su come e dove occuparsi dei propri bisogni, la polvere, la sporcizia, la stanchezza la malattia, eppure è tutto parte di uno sfondo pittoresco e verosimile a una storia romantica e avvincente. In particolare, oltre alla storia principale tra Perrin e Cody. Assistiamo al triangolo amoroso tra Webb, la guida indiana della carovana (che in realtà è solo per metà indiano ed è unico erede maschio di Lord Albany, Un ricco Duca inglese), Augusta bellissima, ma arrogante e razzista, e Mem, non bella, ma atletica, dolce coraggiosa e sopra ogni cosa amichevole, leale e curiosa. Webb all'inizio è attratto dall'incredibile bellezza di Augusta, ma quando lei lo respinge perché mezzo indiano, per fortuna si accorgerà di Mem…..Ora queste poche parole non vi rendono l'idea della loro storia che è davvero molto dolce ed è la parte del libro che ho amato di più, ma fidatevi se vi dico che vale veramente davvero la pena di leggere questo romanzo. Poiché oltre a tutto ciò che vi ho già detto contiene anche un mistero da risolvere……
Titolo: A stranger’s wife
Trama: Colorado Territory, fine Ottocento. Lily Dale non è una signora, infatti ha passato gli ultimi cinque anni in prigione per colpa di un uomo. I maschi sono stati sempre la fonte di tutti I suoi problemi, e anche quando viene inaspettatamente liberata e il suo unico desiderio sarebbe quello di riunirsi alla figlia di sei anni che praticamente non conosce, si ritrova invece a dover rendere il favore a chi l'ha fatta uscire di prigione: un uomo di nome Kazinsky che vuole che lei impersoni Marian Westin a cui assomiglia in modo impresssionante. Marian altri non era che la moglie del candidato governatore del Colorado, Quinn Westin, prima di scomparire misteriosamente. Costretta a cooperare con i due uomini suo malgrado Lily inizia a calarsi nella parte e sia lei che Quinn npn devono certo fingere l'attrazione che li lega e cresce sempre di più…..Eppure il loro è un accordo temporaneo e dietro a tutte queste menzoge giace una domanda importante: Che fine ha fatto la vera Marian?
La mia opinione: questo libro ricorda un poco il film Rebecca la prima moglie. Lily è la protagonista ma il fantasma dell'altra, Marian, della sua sosia, permea ogni pagina del libro, lei è la causa che fa iniziare la storia e lei la farà concludere. Non so, questo non mi è piaciuto molto, avrei voluto che il mistero si svelasse prima in modo che Lily e Quinn liberi da altri potessero decidere per se stessi invece sono sempre in balia degli altri, delle circostance del loro orgoglio e tacciono tante cose…se solo parlassero tutto si risolverebbe subito……Il libro mi è comunque piaciuto, ma meno di altri di questa autrice. Parte bene, poi si perde un poco via per strada.
Titolo: The promise of Jenny Jones
Trama: Jenny non ricorda un momento della sua vita in cui sia stata in pace. Ogni attimo della sua esistenza è stato una lotta continua per la sopravvivenza, una lotta che sta infine per perdere poichè sta per vedere eseguita la sua condanna a morte. La salvezza però avviene miracolosamente grazie ad una donna che è disposta a prendere il suo posto e morire in sua vece pur di salvare la sua bambina. Malata e disperata la la donna non ha comunque futuro e morire davanti ad un plotone le risparmierà una lenta agonia, sarà felice di salvare Jenny se lei prometterà di salvare sua figlia conduncendola in salvo fino in California dai suoi parenti. Jenny acetta e anche se all'inizio il rapporto con la bambina di sei anni non sarà facile, lei è una donna piena di risorse forte e veloce quanto un uomo e altrettanto abile anche con la pistola, capacità che le saranno molto utili dal m omento che i cugini della bambina le inseguono poichè la vogliono morta. Un aiuto le giungerà inaspettato da un cowboy incontrato per caso, Ty Sanders, e anche se i due non lo sanno entrambi hanno la stessa missione.
La mia opinione: Bello, adrenalinico e fuori dalle righe per un romance, proprio come piace a me. Un vero e proprio western, potrebbe esserne tratto un film, ha tutti gli elementi, solo che l'eroe del film sarebbe una donna finalmente. Un pistolero donna che salva la bambina e contemporaneamente conquista pure il cuore di un rude cowboy. Bello. C'è il giusto mix di contrasto tra I due protagonisti, non è certo amore a prima o seconda vista ed è giusto sia così. Due solitari che si incontrano in un avventura che li unisce per un certo tempo, costringendoli a passare tempo assieme piano piano l'ammirazione per le abilità (simili alle proprie e anche diverse) dell'altro, si trasforma in affetto e poi amore…..il tutto natiralmente deve andare a ritmo serratao visto che sono costantemente in fuga e bè Jenny è talmente gnerosa in tutto ciò che fa nonostante non vuole lo si noti che è impossibile non ammirarla…..
Allora che ne pensate di questa autrice? Vi attira? A me piace molto e piano piano voglio riuscire a leggere tutti i suoi libri. A tratti mi ricorda Pamela Morsi, ma è un tantino migliore e più complicata in alcuni tratti, le sue trame  sono più elaborate e atipiche e io adoro le cose fuori dal comune, così come le protagoniste di Romance imperfette.
Credo si possa dire senza dubbio che Maggie Osborne  ha contribuito pesantemente al genere Plain Jane che tratto nella mia rubrica omonima. Quasi tutte le sue eroine sono fuori dal comune, e molte sono imperfette e per niente bele. Una cosa hanno tutte in comune: sono tutte forti, anche se alcune non lo sanno all'inizio dei suoi libri.
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Non posso non nominare infine, vista la mia passione per l’urban fantasy, il libro sui vampiri scritto dall’autrice, Love bites, inedito in italiano, eccone il link: https://www.amazon.com/dp/B00NVDG96C/ref=cm_sw_r_tw_dp_U_x_ySTECbV0DTKNR
Io vi consiglio veramente caldamente di leggere i suoi romanzi, poi fatemi sapere se vi ho bene consigliato, mi raccomando.
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italianaradio · 5 years ago
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E' la giornata del cane. I romanzi e i film che celebrano una grande amicizia
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E' la giornata del cane. I romanzi e i film che celebrano una grande amicizia
E’ la giornata del cane. I romanzi e i film che celebrano una grande amicizia
Se la giornata mondiale del cane si celebra il 26 agosto è perché proprio in quella data la famiglia Page, molti anni fa, adottava il piccolo Sheltie. Colleen Page ai tempi aveva solo 10 anni ma quello con quel cane, e poi di conseguenza crescendo con tutti i cani del mondo, è un amore che non finirà mai fino a portarla a diventare una degli avvocati di maggior prestigio per quanto riguarda i diritti degli animali.
Un valido modo non solo per festeggiare, omaggiare, gli amici a quattro zampe, sarebbe quello di metterseli accanto e gustarsi un buon libro o un buon film, magari concedendogli nel frattempo qualche coccola in più. Il tema, oggi, neanche a dirlo, proprio loro: i cani.
Per quanto riguarda la letteratura, accanto a classici come “Il richiamo della foresta” di Jack London con protagonista Buck, un meticcio che ha le sembianze di un lupo, non può che venire in mente il bestseller di Garth Stein “L’arte di correre sotto la pioggia”, uscito circa 10 anni fa, rimasto per 40 settimane nella classifica del New York Times e già considerato uno dei classici del genere: storia del cane Enzo, voce narrante e amico del pilota Denny. Dal romanzo è stato tratto un film che sarà nelle sale italiane a novembre con il titolo ‘Attraverso i miei occhi’.
Altro romanzo con protagonista un cane è “Io e Marley”, storia vera dell’amicizia tra un labrador e il giornalista John Grogan, ben presente all’attenzione del grande pubblico anche grazie all’adattamento cinematografico con protagonisti due superstar come Owen Wilson e Jennifer Aniston.
Altra amicizia, splendidamente raccontata, quella vera tra Ted Kerasote e il trovatello Merle, che insegnerà al padrone quanto sia indispensabile la libertà nel rapporto tra due persone, anche quando una delle due è un cane; il libro si intitola “La porta di Merle”.
È chiaro che nella maggior parte dei casi si tratta di amicizie, indissolubili, dell’amore dei cani che ci insegna qualcosa, proprio come fa Baudelaire con il disperato padrone Philippe, che in “Un inverno con Baudelarie” perde moglie e lavoro, ma trova il miglior amico possibile.
Un po’ quello che succede anche a Juliet, che riceve in eredità dal marito Ben la responsabilità di occuparsi di Minton in “Piccoli passi di felicità” di Lucy Dillon.
Per chi desidera approcciarsi ad una lettura più tecnica, al limite con la filosofia, consigliatissimo “E l’uomo incontrò il cane” di Konrad Lorenz, il fondatore dell’etologia e premio Nobel per la medicina nel 1973, che ricostruisce perfettamente il rapporto tra uomo e cane.
Un rapporto che mai viene esaltato come in “Torna a casa Lassie”, origine letteraria di quello che sarà per sempre il cane per eccellenza della tv. Lassie, che affronta mille disavventure per riuscire a riunirsi con il suo amato padrone Joe.
Chiaro che l’immaginario canino ha contribuito non poco anche alla storia del cinema, regalandoci una serie di film ormai considerati dei veri e propri cult. Come “Beethoven”, il San Bernardo combina guai adottato dalla famiglia Newton in una commedia del 1992, un successo così strabiliante (quasi 150 milioni di dollari in tutto il mondo) che convinse la Universal a realizzarne altri 7 sequel.
Nel 2006 Frank Marshall dirige “8 amici da salvare”, storia vera di otto cani da slitta che devono riuscire a sopravvivere nei territori avversi dell’Antartico alla ricerca dei padroni.
Ambientazione simile per quanto riguarda “Balto”, anche questa una storia vera: siamo in Alaska nel 1925 e al cane vengono affidate le medicine da portare nella città di Nome, colpita da un’epidemia di difterite.
Più allegra la storia della cagnolina Chloe, nel 2008 protagonista di “Beverly Hills Chihuahua”, intenta a scappare da un crudele Dobermann che l’ha presa di mira.
Nel 1993 i cani invece si prendono la scena nel terzo sequel della saga cult “Senti chi parla”, nella versione italiana Scag e Dalila sono doppiati rispettivamente da Renato Pozzetto e Monica Vitti, in quella americana a prestare la voce sono Danny De Vito e Diane Keaton.
Solo qualche anno prima è un cane pastore tedesco a dar luce alla carriera di James Belushi in “Un poliziotto a 4 zampe”, che ci racconta le avventure del cane poliziotto Jerry Lee.
Naturalmente la Disney metterà diverse volte dei cani a guidare i propri film d’animazione, due i casi più famosi: “La carica dei 101”, che ha fatto innamorare il mondo dei dalmata fin dagli anni ’60 e “Lilly e il vagabondo”, il cui trailer della nuova versione non animata è stato utilizzato per il lancio di Disney+, la piattaforma che nasce con il proposito di fare concorrenza a Netflix.
Ma il titolo che probabilmente più di tutti racconta la storia di un rapporto tra cane e padrone è “Hachiko”, film tratto anche questo da una storia vera, che narra il rapporto tra un professore di musica e un cucciolo di Akita Inu, abituato ad accompagnare ed aspettare ogni giorno il suo padrone alla stazione, facendolo per anni invano quando il padrone muore. In questo caso piccolo consiglio: mettete da parte i popcorn e prendete i fazzolettini, perché la commozione conquista vette quasi illegali. A consolarvi comunque, accanto a voi, se siete fortunati, ci sarà il vostro cane con quello sguardo devoto e rassicurante.   
Se la giornata mondiale del cane si celebra il 26 agosto è perché proprio in quella data la famiglia Page, molti anni fa, adottava il piccolo Sheltie. Colleen Page ai tempi aveva solo 10 anni ma quello con quel cane, e poi di conseguenza crescendo con tutti i cani del mondo, è un amore che non finirà mai fino a portarla a diventare una degli avvocati di maggior prestigio per quanto riguarda i diritti degli animali.
Un valido modo non solo per festeggiare, omaggiare, gli amici a quattro zampe, sarebbe quello di metterseli accanto e gustarsi un buon libro o un buon film, magari concedendogli nel frattempo qualche coccola in più. Il tema, oggi, neanche a dirlo, proprio loro: i cani.
Per quanto riguarda la letteratura, accanto a classici come “Il richiamo della foresta” di Jack London con protagonista Buck, un meticcio che ha le sembianze di un lupo, non può che venire in mente il bestseller di Garth Stein “L’arte di correre sotto la pioggia”, uscito circa 10 anni fa, rimasto per 40 settimane nella classifica del New York Times e già considerato uno dei classici del genere: storia del cane Enzo, voce narrante e amico del pilota Denny. Dal romanzo è stato tratto un film che sarà nelle sale italiane a novembre con il titolo ‘Attraverso i miei occhi’.
Altro romanzo con protagonista un cane è “Io e Marley”, storia vera dell’amicizia tra un labrador e il giornalista John Grogan, ben presente all’attenzione del grande pubblico anche grazie all’adattamento cinematografico con protagonisti due superstar come Owen Wilson e Jennifer Aniston.
Altra amicizia, splendidamente raccontata, quella vera tra Ted Kerasote e il trovatello Merle, che insegnerà al padrone quanto sia indispensabile la libertà nel rapporto tra due persone, anche quando una delle due è un cane; il libro si intitola “La porta di Merle”.
È chiaro che nella maggior parte dei casi si tratta di amicizie, indissolubili, dell’amore dei cani che ci insegna qualcosa, proprio come fa Baudelaire con il disperato padrone Philippe, che in “Un inverno con Baudelarie” perde moglie e lavoro, ma trova il miglior amico possibile.
Un po’ quello che succede anche a Juliet, che riceve in eredità dal marito Ben la responsabilità di occuparsi di Minton in “Piccoli passi di felicità” di Lucy Dillon.
Per chi desidera approcciarsi ad una lettura più tecnica, al limite con la filosofia, consigliatissimo “E l’uomo incontrò il cane” di Konrad Lorenz, il fondatore dell’etologia e premio Nobel per la medicina nel 1973, che ricostruisce perfettamente il rapporto tra uomo e cane.
Un rapporto che mai viene esaltato come in “Torna a casa Lassie”, origine letteraria di quello che sarà per sempre il cane per eccellenza della tv. Lassie, che affronta mille disavventure per riuscire a riunirsi con il suo amato padrone Joe.
Chiaro che l’immaginario canino ha contribuito non poco anche alla storia del cinema, regalandoci una serie di film ormai considerati dei veri e propri cult. Come “Beethoven”, il San Bernardo combina guai adottato dalla famiglia Newton in una commedia del 1992, un successo così strabiliante (quasi 150 milioni di dollari in tutto il mondo) che convinse la Universal a realizzarne altri 7 sequel.
Nel 2006 Frank Marshall dirige “8 amici da salvare”, storia vera di otto cani da slitta che devono riuscire a sopravvivere nei territori avversi dell’Antartico alla ricerca dei padroni.
Ambientazione simile per quanto riguarda “Balto”, anche questa una storia vera: siamo in Alaska nel 1925 e al cane vengono affidate le medicine da portare nella città di Nome, colpita da un’epidemia di difterite.
Più allegra la storia della cagnolina Chloe, nel 2008 protagonista di “Beverly Hills Chihuahua”, intenta a scappare da un crudele Dobermann che l’ha presa di mira.
Nel 1993 i cani invece si prendono la scena nel terzo sequel della saga cult “Senti chi parla”, nella versione italiana Scag e Dalila sono doppiati rispettivamente da Renato Pozzetto e Monica Vitti, in quella americana a prestare la voce sono Danny De Vito e Diane Keaton.
Solo qualche anno prima è un cane pastore tedesco a dar luce alla carriera di James Belushi in “Un poliziotto a 4 zampe”, che ci racconta le avventure del cane poliziotto Jerry Lee.
Naturalmente la Disney metterà diverse volte dei cani a guidare i propri film d’animazione, due i casi più famosi: “La carica dei 101”, che ha fatto innamorare il mondo dei dalmata fin dagli anni ’60 e “Lilly e il vagabondo”, il cui trailer della nuova versione non animata è stato utilizzato per il lancio di Disney+, la piattaforma che nasce con il proposito di fare concorrenza a Netflix.
Ma il titolo che probabilmente più di tutti racconta la storia di un rapporto tra cane e padrone è “Hachiko”, film tratto anche questo da una storia vera, che narra il rapporto tra un professore di musica e un cucciolo di Akita Inu, abituato ad accompagnare ed aspettare ogni giorno il suo padrone alla stazione, facendolo per anni invano quando il padrone muore. In questo caso piccolo consiglio: mettete da parte i popcorn e prendete i fazzolettini, perché la commozione conquista vette quasi illegali. A consolarvi comunque, accanto a voi, se siete fortunati, ci sarà il vostro cane con quello sguardo devoto e rassicurante.   
gabriele fazio
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#3 Libri libri libri e la mia infallibile memoria
 Ci sono due cose di cui tengo parlare oggi.
Sono andata a fare visita a mio nonno l’altro giorno e quando gli ho detto che finalmente andavo all’università mi ha risposto “Lo so e sono orgoglioso di te” e sono state delle parole molto dolci da parte sua; specialmente per uno come lui che si è sempre vergognato di dire anche solo -ti voglio bene- a mia madre, quindi figuriamoci. Poco dopo siamo anche andati al mercatino dell’usato, e già non mi aspettavo di acquistare niente perchè in questo periodo siamo alle strettissime, ma vado comunque nella sezione libri a curiosare perchè stavo cercando dei libri da leggere, ma anche solo uno. Sono uscita con ben 4 libri. “prendi quello che vuoi dalla sezione cartoleria, te lo pago io” ha detto, e io ho visto Allegiant (l’unico della serie che mi mancava), Cercando Alaska, La fattoria degl animali, Uno, nessuno e centomila. Molto molto orgogliosa dei libri scelti, esco dal mercatino tutta fiera.
Sono contenta che mio nonno supporti queste cose, in effetti è proprio da lui. Legge tantissimo, sopratutto libri di storia da quello che so, o romanzi storici. Al secondo posto se non sbaglio ci sono i gialli e al momento non ricordo cos’altro. Fatto è che mio nonno è uno che se li mangia i libri, mia madre a seguire.
Io direi che sto cercando ora di definirmi con le mie scelte di lettura. Per conto mio ho letto ben poco e con pochissima costanza. E con gran fatica. E spesso lasciando i libri non finiti.
Grazie alla scuola però, che mi costringeva a leggerli, e la mia coscienza mi costringeva ancora di più ( penso di non essermi mai presentata alle interrogazioni avendo solo letto riassunti vari trovati su internet ) ho conosciuto testi come Mille splendidi soli, Il ritratto di dorian grey e altri.
Da mille splendidi soli si è rafforzato il mio interesse per le altre culture, specialmente quelle del medio oriente / Asia direi. Ad oggi i posti che vorrei visitare però corrispondono alla generalissima descrizione di “luoghi ricchi di colori ed arte” quindi possiamo andare dall’India al Messico, dal Marocco al Perù e tanti altri ancora. Diciamo che mi interessano le culture in generale forse. come si sono sviluppate... e poi amo cercare di capire le persone, ascoltare le loro storie, conoscere i loro credi, e cose così.
Per il resto, l’unico libro fantasy che sono riuscita ad apprezzare al massimo è stato La storia infinita. Nono ho mai avuto la costanza di finire harry potter, narnia o il signore degli anelli. Tutti iniziati ma presto abbandonati. E quando provo a cominciarli di nuovo, cacchio le prime parti me le ricordo tutte, mi annoio e non riesco a superare il pezzo per arrivare alla parte che non avevo ancora letto.
Poi ho scoperto i distopici e....alleluja! Farenheit 451 credo sia stato il primo. illuminante direi. non sapevo ancora cosa fosse un distopico, ma l’idea di una società del futuro, nella quale qualche elemento del presente prende il sopravvento in maniera negativa, la adoravo. Non per il lato negativo, ma per come mi siano sempre sembrate realistiche e fattibili quelle storie. Perchè a me sembra possibilissimo un futuro nel quale siamo tutti inghiottiti dalla tecnologia, e non è un argomento raro da sentir parlare. Poi forse è stato il libro che più di tutti mi ha aperto gli occhi sull’importanza dei libri e che ancora mi fa sentire in colpa se non ne leggo abbastanza (e non lo faccio)
I distopici raccontano di una società futuristica indesiderabile, il contrario di utopia in pratica, ma prendono degli elementi reali del presente e li stravolgono creando un immagine realistica però, quindi non tanto assurda o estremamente lontana dalla realtà di oggi. Per come la vedo io spesso possono sembrare stremamente distanti dalla nostra realtà, ma se li analizziamo bene, troviamo sempre più elementi che ci ricordano fatti realmente accaduti nella storia di non troppo tempo fa. Comunque, se mi piace leggerli è perchè fanno riflettere e mettono in guardia e io ci tengo molto a riflettere su questi temi.
Non sono una che crede nelle cospirazioni o nella fine del mondo, ma mi piace imparare dagli sbagli dell’umanità e immaginare o riflettere su una possibile via d’uscita o riparazione o un futuro miglioramento, che deve partire dal presente però.
e qui torniamo su Mille splendidi soli o sulla Fattoria degli animali, che è un pò più poltico, però mi da un punto di vista che sono curiosa di studiare.
Ho un bel po da leggere in poche parole e non vedo l’ora di scappare a farlo, ma c’era ancora la seconda cosa importante di cui volevo parlare e guarda un po me la sono dimenticata! Sento già la voce di mia madre che dice “se te la sei scordata allora non era importante” NO MAMMA È CHE SONO UNA SMEMORINA DAMMI IL TEMPO E MI TORNA IN MENTE
Oh beh se mi torna in mente ne parlerò nel prossimo post, ho troppa voglia di correre a leggere!
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alletrotty · 6 years ago
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Tartarughe all'infinito; John Green
Tartarughe all'infinito; John Green Aza Holmes, una ragazza di sedici anni, imprigionata all'interno della sua testa dai suoi stessi pensieri intrusivi...
Recensione: Tartarughe all’infinito; John Green
Casa Editrice: Rizzoli Anno di Pubblicazione: 2017 Genere: young adult Numero di pagine:  350 Dove trovarlo: Amazon, Feltrinelli
Abbiamo già parlato di John Green per i suoi romanzi Colpa delle Stelle e Città di Carta, entrambi diventati successivamente film. Il suo romanzo d’esordio è Cercando Alaska uscito nel 2006.
L’autore è stato selezionato dal…
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stellaeterna · 7 years ago
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Mi consigli qualche libro?
Purtroppo non ne ho letti molti, un po' per mancanza di tempo libero, un po' per svogliatezza. Se ti piacciono i romanzi per giovani, ti consiglio i libri di John Green. A me coinvolgono tanto. Ho letto Cercando Alaska, Colpa delle stelle e Città di carta. Oppure il romanzo drammatico di Alessandro D'Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, che ho finito in un paio di ore e mi ha fatto piangere molto. O ancora After, di Anna Todd, che lessi quando era ancora solo una fanfiction. Se invece vuoi una lettura meno leggera e più costruttiva, posso consigliarti Gli spiriti non dimenticano, che parla dei Lakota Sioux e di Cavallo Pazzo e oltre a raccontare fatti storici, emoziona molto.
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pier-carlo-universe · 3 months ago
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"Il caso Alaska Sanders" di Joël Dicker. Il ritorno dell'autore di Harry Quebert: un nuovo intricato mistero da risolvere. Recensione di Alessandria today
Joël Dicker, l’acclamato autore de "La verità sul caso Harry Quebert", torna con un nuovo avvincente romanzo, "Il caso Alaska Sanders".
Joël Dicker, l’acclamato autore de “La verità sul caso Harry Quebert”, torna con un nuovo avvincente romanzo, “Il caso Alaska Sanders”. Con il suo tipico stile narrativo intricato, fatto di colpi di scena e rivelazioni inaspettate, Dicker ci riporta in un mondo di segreti, misteri e omicidi irrisolti. “Il caso Alaska Sanders” è il seguito naturale dei suoi precedenti successi e rappresenta un…
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