#ritrovare se stessi
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lospalatoredinuvole · 2 years ago
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Persone che seguono la massa e vivono in una illusione di apparenze, senza pensare con la propria testa!
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unpostoalmare · 9 months ago
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È più facile perdersi che ritrovarsi.
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ragazzoarcano · 1 year ago
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“Essere se stessi con gli altri
ha l’incredibile vantaggio di allontanare
senza sforzo chi si è ritrovato
nella tua vita per sbaglio.”
— M. Lawrence
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ilragazzotralemontagne · 4 days ago
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"La lotta per la sopravvivenza è una conversazione con se stessi, in cui si impara a convivere con la fame e il freddo, la stanchezza, i problemi e la paura, e ad andare comunque avanti perché l'alternativa è fermarsi e morire, oppure perdere la propria autonomia e dipendere dal prossimo come i bambini."
Marc Hamer - Come acchiappare una talpa e ritrovare se stessi nella natura
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falcemartello · 1 month ago
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Vedete questo dipinto?
Vi siete mai chiesti perché lo specchio non riflette il viso dell'uomo?
Eh sì, c’è un motivo, perché questo quadro, uno dei più famosi al mondo, racchiude un messaggio bellissimo.
In apparenza sembra un dipinto come tanti altri.
C’è un uomo, un giovane vestito in modo elegante, che vi dà le spalle mentre si guarda allo specchio.
Ma qualcosa non va.
Lo specchio non riflette la sua faccia ma soltanto la sua schiena.
Inquietante, vero?
Se però guardate con attenzione, noterete che il libro accanto all’uomo viene riflesso nello specchio senza problemi.
Che cosa vi sta dicendo Magritte?
Che non è uno specchio a poterti dire chi sei. Lo specchio è il simbolo per eccellenza delle apparenze. Abiti, ricchezza, potere, bellezza possono dirti «cosa» sei, ma non chi sei.
«Viviamo in un mondo in cui il funerale è più importante del morto, il matrimonio più dell'amore, il corpo più dell'intelletto e dell'anima della persona. Viviamo la cultura del contenitore che se ne frega del contenuto.» E nella cultura del contenitore, dell’uomo resta soltanto questo: un essere anonimo senza volto.
Non saprai mai chi sei a meno che non perdi chi fingi di essere. Ecco cosa vi sta dicendo Magritte. Per essere se stessi ci vuole coraggio; per essere chiunque solo apparenza!
Perché un conto è nascere, un conto è diventare. Tutti nascono, ma pochi diventano.
«Lo fanno tutti», «devi essere il migliore», «non sei abbastanza», «non sta bene», sono i veleni che ci vengono iniettati giorno dopo giorno con l'educazione, con il ricatto, con la paura.
Ci sono cose come «successo», «perfezione», «popolarità» che ti impediscono di trovare te stesso/a, la tua anima, il tuo cuore.
E poi ci sono cose che sono antidoto e cura, come il libro riflesso nello specchio, cose che ti aiutano, in un mondo in cui tutti ti giudicano per ciò che pari, a ritrovare chi sei. Perché non per sembrare, ma per brillare siete nati.
Non accontentatevi di essere delle fotocopie! Ecco cosa vorrei dire ai ragazzi. Non lasciate che nessuno offuschi il vostro splendore.
(Guendalina Middei)
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marquise-justine-de-sade · 1 month ago
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I finlandesi hanno distillato l’essenza del relax e l’hanno trasformata in una parola unica: kalsarikännit. Non è solo un termine, ma un’arte di vivere. È quell’esperienza semplice e perfetta di starsene a casa con indumenti morbidi, con un drink in mano e nessuna intenzione di mettere piede fuori.
Ma attenzione: kalsarikännit non è pigrizia. È una celebrazione consapevole del piacere di stare con se stessi, un antidoto alla frenesia del mondo moderno. È il momento in cui il divano diventa il trono più regale, la tuta il capo più sofisticato e la solitudine una scelta di puro benessere. Forse si legge un libro, si guarda la propria serie preferita o semplicemente ci si lascia trasportare dalle note di una playlist che ci fa sentire a casa.
Questa tradizione finlandese ci insegna che non serve fare grandi cose per sentirsi bene: a volte, basta concedersi il lusso della semplicità. È un inno al rallentare, al ritrovare il proprio equilibrio in un mondo che ci vuole sempre in movimento. Non c’è nulla di più autentico e rigenerante.
La capanna del Sile
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worldofdarkmoods · 1 month ago
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C’è un momento in cui il silenzio non è solo una scelta, ma una necessità. È quel punto in cui le parole non bastano più, in cui ogni spiegazione sembra inutile, in cui ogni tentativo di aggiustare qualcosa che si è spezzato finisce per fare più male che bene. Sto in silenzio, ma non perché sono debole. Non perché mi manchi il coraggio di dire quello che penso. Sto in silenzio perché dentro di me c’è un caos che non posso più ignorare, e l’unico modo per non affondare è smettere di cercare negli altri ciò che non troverò mai.
Mi sono sempre definita forte, quella che c’era per tutti, che trovava una soluzione anche quando sembrava impossibile. Quella che dava tutto senza chiedere nulla in cambio, che metteva il cuore davanti a ogni cosa. Eppure, eccomi qui, con un vuoto dentro che non so più colmare, con un silenzio che pesa più di qualsiasi parola non detta.
Non è facile accettare che le persone a cui tenevi di più possano essere quelle che ti deludono nel modo più profondo. Non è facile realizzare che chi pensavi fosse un porto sicuro era, in realtà, una tempesta mascherata da calma. Le delusioni non arrivano mai da chi non conta niente per te. Arrivano da chi hai lasciato entrare nel cuore, da chi credevi fosse diverso.
Sto in silenzio perché non ho più energie per spiegare, per giustificare, per lottare contro un muro di indifferenza. Non voglio più cercare attenzioni da chi non ha mai davvero voluto esserci, né provare a far capire il mio dolore a chi non lo ha mai preso sul serio. Il silenzio è il mio modo di proteggermi, di mettere un confine tra me e chi non merita più di attraversarlo.
Ci sono state notti in cui mi sono chiesta cosa avessi sbagliato. Dove fosse il problema. Se ero io quella “troppo sensibile”, “troppo esigente”, o semplicemente “troppo”. Mi sono data mille colpe, ho cercato di cambiare, di migliorarmi, di adattarmi a persone che non avrebbero mai fatto lo stesso per me. E sai cosa ho capito? Che il problema non ero io. Era il fatto che cercavo in loro qualcosa che non potevano darmi.
Le amicizie vere, quelle che ti toccano l’anima, non ti fanno sentire un peso, non ti fanno dubitare del tuo valore. Non ti fanno sentire sola, anche quando sei circondata da gente. Ma io mi sono sentita così, troppe volte. Ho provato a ignorarlo, a fingere che non fosse importante, ma la verità è che non riesco più a far finta di niente.
Sto in silenzio perché non so più chi ho accanto, chi è lì per davvero e chi è lì solo per convenienza o abitudine. Non so più distinguere chi mi ama da chi mi tollera. E questo dubbio mi uccide. Mi spegne. Mi fa sentire come se stessi vivendo in un loop infinito, in cui do tutto e ricevo solo briciole in cambio.
E sì, mi allontano. Mi allontano non perché non mi importi, ma perché mi importa troppo. Mi allontano perché non so più come gestire tutto questo, perché il peso di questa delusione è troppo grande da portare da sola. Mi allontano perché ho bisogno di spazio, di tempo, di silenzio per ritrovare me stessa, per capire chi merita davvero di stare nella mia vita.
Non è rabbia quella che provo, né rancore. È qualcosa di molto più profondo, più silenzioso. È rassegnazione. È la consapevolezza che alcune persone non cambieranno mai, che non importa quanto tu le ami o quanto tu ti impegni per loro: non saranno mai in grado di darti ciò di cui hai bisogno.
E io non voglio più accontentarmi. Non voglio più scusare comportamenti che mi fanno male, né accettare mezze verità o promesse vuote. Ma, allo stesso tempo, non so nemmeno più fidarmi. Ogni parola sembra vuota, ogni gesto sembra avere un secondo fine.
Mi guardo intorno e vedo solo ombre. Ombre di quello che pensavo fosse vero, di quello che pensavo fosse importante. Mi chiedo se riuscirò mai a fidarmi di nuovo, se ci sarà mai qualcuno che non mi faccia sentire così. Ma la verità è che non lo so.
Non riesco a vedere una via d’uscita da questo dolore. Non riesco a immaginare un futuro in cui il peso di queste delusioni non mi segua come un’ombra. E forse, per ora, va bene così. Forse il silenzio è l’unico rifugio che mi resta. Ma non chiedetemi di fidarmi di nuovo. Non chiedetemi di aprire il cuore a qualcun altro. Perché quel cuore, ora, è stanco. E non so se sarà mai più lo stesso.
Anonimo🖤
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kon-igi · 6 months ago
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Mi ci rivedo molto in quello che hai raccontato sulla depressione e sull'effetto della sertralina... anche io avevo tanta paura di non essere più me stessa e invece forse si potrebbe quasi dire che mi ha permesso di essere più me stessa di quanto non lo sia mai stata... ora però ho un'altra paura: cosa succederà quando smetterò di prenderla? In questi anni di psicoterapia ho veramente imparato qualcosa o sto meglio solo ed esclusivamente grazie al farmaco? Tornerò ad essere schiacciata dal mondo come prima? Questa ora è la mia paura...
Questo è il più antico degli ask del periodo strano (era il 7 Maggio) e pur avendolo letto, ho dovuto aspettare tutto questo tempo per rispondere.
Perché?
Perché ancora una volta mi sono preso del tempo per capire cosa voglia dire 'essere se stessi' e chiedermi se, in fondo, anche il dolore di essere alla fine non faccia parte di questo.
Cerco di farti capire: a figlia piccola (22 anni) qualche mese fa è stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità di lieve gravità, per un certo periodo ha assunto quetiapina con notevole beneficio e qualche settimana fa ha chiesto alla psichiatra se poteva sospenderla. L'interruzione non ha creato problemi e lei adesso lavora e vive i suoi rapporti affettivi interpersonali in modo equilibrato e sereno.
Ci sarebbe riuscita senza quetiapina?
Non credo.
Il merito è solo della quetiapina?
NO. Il farmaco le ha permesso di ritrovare quell'equilibrio necessario a riordinare la propria visione del mondo e del suo posto in esso ma se non ci fosse stata a monte volontà di equilibrio, il farmaco da solo sarebbe stato inutile.
A me sta aiutando la sertralina?
Può darsi che non ne avessi più bisogno perché, come mia figlia, penso di aver trovato un mio equilibrio
MA
è ancora un periodo molto strano e delicato... e ora vi dico perché.
Il 28 Giugno - una settimana dopo il mio compleanno - la mia compagna esegue una TAC del campo polmonare perché fumatrice di lunga data... i polmoni sono abbastanza decenti ma ai limiti del campo radiografico
In sede paravertebrale destra, sviluppata a ridosso dei somi di D11, D12 ed L1 si osserva tessuto solido amorfo, con diametri assiali di circa 72 x 17 mm ed estensione cranio-caudale di circa 62 mm, senza segni di diretta infiltrazione delle strutture adiacenti in particolare degli emisomi vertebrali e degli archi posteriori delle coste, meritevole di approfondimento diagnostico con PET/TC e valutazione in ambito specialistico (malattia linfoproliferativa?).
Tradotto in parole povere, tra i reni e le vertebre c'è una massa delle dimensioni di un plumcake che anche se non presenta metastasi potrebbe essere un linfoma.
Aprite una parentesi, metteteci dentro la più profonda delle disperazioni cosmiche, e poi chiudetela il 12 Luglio (due settimane dopo) quando la Tomografia a Emissione di Positroni ci dice che il mezzo di contrasto radioattivo non ha rilevato attività neoplastica nella massa amorfa.
Non è un tumore, insomma, e anche se io avevo cercato di far capire a lei e alle mie figlie che il corpo umano non è come le tavole di anatomia e che siamo pieni di cisti, fibromi, displasie, cavità ed escrescenze, quei 15 giorni sono stati pesantucci...
E ringrazio, quindi, di non aver sospeso la sertralina.
La prenderò tutta la vita?
NO
Sto ritrovando il mio equilibrio ma ora ho bisogno di tutte le mie forze per stare accanto alla mia compagna che ha smesso di fumare, di bere ed è pure a dieta, perché c'è chi gli basta la scienza e chi ha bisogno della paura di morire per riuscire a fare di meglio per stare meglio.
Di solito a me basta la scienza ma adesso ho anche un po' di paura che lei mi uccida con un gambo di sedano spalmato di maionese vegana.
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gregor-samsung · 3 months ago
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" C'è un momento nella storia di ogni famiglia in cui si appare felici a se stessi. Magari non lo si è affatto. Ma lo si porta scritto in faccia: io, famiglia da poco composta, sono nella mia pienezza e necessità, sono il cibo per l'occhio altrui, sono la carne terrena che imita la carne divina, sono la Famiglia nella sua beatitudine terrena. La si lascia stampata nelle fotografie questa felicità, sprizza dagli occhi, dai vestiti, dall'unità interna, da quel chiedersi, cercarsi, spingersi, annusarsi che abbiamo in comune con gli animali. Dopo, non si sa come, tutto si rompe, prende a sfaldarsi. La rosa ha dato il meglio di sè, ora perde i petali a uno a uno e assomiglia più a un dente cariato che a un fiore. L'odore è l'ultima cosa che se ne va; quel leggero sentore di carni addormentate, di fiati teneri e giovanissimi, quel profumo di necessità che costituisce la perfezione della famiglia nel suo nascere. È orribile trovarsi adulti, ormai usciti da quel paradiso dei sensi e degli odori, e capire di avere conservato quella felicità solo in qualche fotografia. Un singulto nel ritrovare nelle narici quegli odori di letti materni e sapere che sono persi per sempre. "
Dacia Maraini, Bagheria, (collana La scala), Milano, Rizzoli, 1993¹; pp. 101-102.
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fermatiqui · 9 months ago
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Allontanarsi dalle persone negative è già ritrovare se stessi.
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lunamagicablu · 5 months ago
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“​​A volte basta anche un piccolo angolo di pace per ritrovare se stessi.” Silvia Nelli art by YaoyaoMVA_ *********************** “Sometimes even a small corner of peace is enough to find yourself.” Silvia Nelli art by YaoyaoMVA_
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sayitaliano · 3 months ago
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Ciao, grazie del tuo consiglio non mi aspettavo che rispondevi così. Mi hanno sempre detto che non so fare niente e adesso sono qui non so com'è andare avanti penso ancora al passato ( mi madre mi ha detto di avere residenza nella vita ha detto di diventare ma non ci riesco). I professori mi prendevano in giro dicendo che non sarò niente da grande e anche al lavoro dicono che sono stupida e non so parlare o sono lenta nel capire o non sono sveglia. Ho troppi problemi e vorrei cambiare ma sono svogliata o triste e non so come cambiare . non dico tutto preferisco scrivere in privato se è posisbile?
Vorrei cambiare tante cose sto cercando di cambiare ma non so da dove inizare
Comincia col prenderti del tempo per stare con te stessa e capire te stessa. Non sei la persona che vedono gli altri, quelli che non ti conoscono davvero. E forse anche tu hai smesso di conoscerti ed ascoltarti per ascoltare gli altri... per questo ora tutto sembra difficile e non sai cosa fare: è normale. Non sentirti in colpa, hai fatto ciò che hai potuto per andare avanti e sopravvivere. Abbiamo bisogno di conferme, di supporto, ma spesso gli altri non vedono noi, vedono rilessi di loro stessi e delle loro paure ed ansie. E questo non ci è di aiuto.
Non sono una psicologa, e non so se davvero posso aiutarti in questo senso: sto lavorando su me stessa in prima persona, quello che posso offrire (come faccio su questo blog @loveyourlovelysoul) è solo un po' di supporto e condividere quello che sto imparando. Però, se lo ritieni opportuno, invece di un tutor, prova a parlare con qualcuno che ne capisce di psicologia. Potrebbe davvero aiutarti a risolvere un po' di problemi interni e ritrovare la tua strada. E la voglia di andare avanti, dopo aver capito cos'è davvero che ti blocca nel passato e non ti fa stare nel presente, dove sei ora. Forse la paura di non essere abbastanza, come dicevamo? E di non farcela? A volte ci chiudiamo e risultiamo "lenti" agli occhi degli altri, ma sono solo le nostre paure come ti dicevo prima, che prendono il sopravvento. E non sempre è facile riconoscerle e controllarle. E sono paure... ci vuole tanta determinazione e coraggio per affrontarle, perché si presentano nei modi più impensabili. Per questo ti consiglio di parlarne con qualcuno che ne sa: avere una guida e non farlo da soli è molto importante; stare soli potrebbe isolarci ancora di più e far peggiorare tutto. Non fraintendermi, tu sei più forte di quello che credi, e si vede dalla tua voglia di voler voltare pagina e ricominciare nonostante ci sia questa paura di non essere "abbastanza" o "come ti vogliono gli altri" (non devi esserlo, devi essere solo te stessa, sei già perfetta così e non è una frase fatta... devi "solo" ritrovarti e crederci). Ma non per questo devi affrontare tutto da sola. E non sei svogliata, secondo me, assolutamente: sei solo bloccata da come ti hanno vista gli altri e come continuano a vederti (credo che ora sia solo l'esperienza del passato coi tuoi professori che ti blocca e si sia riproponendo a lavoro nelle definizioni dei tuoi colleghi/capi). E dalle aspettative che gli altri hanno in te. Il non sapere cosa fare perché vorresti fare di più (magari per fare felice tua mamma) ma non ci riesci (perché gli altri ti hanno detto e dicono quelle cose non vere), ti sta bloccando in un posto da cui non sai più muoverti. Ed è normale, chi non si sentirebbe così nei tuoi panni? Per questo ti dico di ritrovare te stessa, quella che sei tu secondo la tua opinione e non le aspettative o ciò che vedono gli altri. Solo da lì puoi ricominciare a camminare verso la direzione che davvero vuoi seguire tu (non gli altri). Solo da te stessa. Con coraggio, tenedo le tue paure per mano (soprattutto abbracciando e consolando le versioni più giovani di te, quella che andava a scuola e affrontava quei professori che non so come definire tali ma vabbè e magari anche quella piccola che stava a casa e doveva fare certe cose per sentirsi apprezzata e vista... ?). Piano piano diventerai quello che vuoi, prenderai il tuo posto da protagonista nella tua vita con orgoglio, ma prima devi capire cos'è quello che vuoi tu e qual è il tuo vero posto.
Non arrenderti e davvero datti tempo. Ce ne vuole tantissimo, come di pazienza. E cerca di volerti bene e perdonarti, soprattutti nei giorni più difficili. Stai facendo e hai sempre fatto del tuo meglio, devi esserne fiera.
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libero-de-mente · 3 months ago
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Spesso si ha un problema nella propria vita, a volte anche più di uno. Quello che potrebbe aiutarci è l'avere a fianco una persona, un'anima che vuole aiutarci nel risolvere questi problemi. Non a condannarci come spesso accade, per farci sprofondare. Questo avviene quando una persona con noi vuole condividere, comprendendo la solitudine che spesso una persona può avere nell'affrontare i problemi della vita.
Diversamente si è soli. La solitudine, alla lunga, accende il bisogno primario di avere qualcuno che ci ascolti. Anche se si vive in una società di "sordi". Quelli peggiori, quelli che non vogliono ascoltare.
Un "io ci sono per te" può essere uno dei doni più belli che si possa avere.
Anche quando la tua nomea non è la migliore. Ecco, questo è un punto fondamentale che fa la differenza. Quella che ci sta tra chi crede nel giudizio altrui e chi, invece, vuole conoscere veramente una persona. Così da comprendere se la cattiva reputazione è reale oppure una calunnia. Sapendo che oggi il principio secondo cui una persona è innocente, fino a prova contraria, è stato sostituito dall'opinione certa di colpevolezza.
Ci sono momenti della vita, poi, in cui le certezze crollano. Come quelle che si hanno su se stessi. Ecco allora l'importanza di avere vicino qualcuno che aiuti a ritrovare se stessi. A comprendersi e a non perdere il lume della ragione. Altrimenti si può passare per pazzi, per deboli o per degli incapaci.
Avere dei sogni nel cassetto, voler realizzare un'idea. Immaginate se, nel voler intraprendere una nuova strada, non fossimo soli. Se al nostro fianco ci fosse qualcuno disposto a seguirci e, importante, a fare parte del sogno. I progetti di vita condivisi credo siano quelli più appaganti. Perché a ogni traguardo raggiunto ci si può fermare per abbracciarsi.
Una persona così al proprio fianco, però, necessita a sua volta di un aiuto. Quello di non fargli passare mai la voglia di restare al nostro fianco. Anzi, di rendere questa persona sempre grata della condivisione e del ritorno che può avere da noi.
Perché tutto quello che di buono si può ricevere da una persona, gli va restituito con tutta la nostra anima. Do ut des: io do (a te) perché tu dia (a me). Diversamente de nihilo nihilum, con il nulla non si fa nulla. Può sembrare cinico e speculativo, vero, ma credetemi, per esperienza personale, quando vi dico che dopo tanto dare senza niente chiedere ti svuoti. Rimanendo senza energie.
Nessuno è perfetto, d'accordo, per questo secondo me bisogna imparare ad accettare alcune imperfezioni, a comprenderle e a conoscerne la natura. Già l'ammettere i propri difetti è un passo importante per agevolare chi ci sta vicino, perché spesso quelli definiti "difetti" in realtà sono delle fragilità. Le fragilità vanno rafforzate e protette, così che non si vedano e percepiscano più.
Così si imparerà davvero ad amarci e amare.
P.S. tranquilli, questi pensieri mi capitano una o due volte all'anno. Siete salvi per quest'anno.
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ragazzoarcano · 1 year ago
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“Essere se stessi con gli altri ha l'incredibile vantaggio di allontanare senza sforzo chi si è ritrovato nella tua vita per sbaglio.”
— M. Lawrence
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crazy-so-na-sega · 4 months ago
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"La verità non si insegna; bisogna scoprirla, conquistarla. Pensare, farsi una coscienza. Non cercare uno che pensi per voi, che vi insegni come dovete essere liberi. Qui si vedono gli effetti: dagli effetti risalire alle cause, individuare il male. Strapparsi dalla massa, dal pensiero collettivo, come una pietra dall'acciottolato, ritrovare in se stessi l'individuo, la coscienza personale. Impostare il problema morale. Domani, appena toccherete col piede la vostra terra troverete uno che vi insegnerà la verità, poi un secondo che vorrà insegnarvela, poi un quarto, un quinto che vorranno tutti insegnarvi la verità in termini diversi, spesso contrastanti. Bisogna prepararsi qui, "liberarsi" qui in prigionia, per non rimanere prigionieri del primo che v'aspetta alla stazione, o del secondo o del terzo. Ma passare ogni parola loro al vaglio della propria coscienza e, dalle individuate falsità d'ognuno, scoprire la verità.
-Giovannino Guareschi, numero di matricola 6865/Czestokowa
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lunamarish · 8 months ago
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La mia mente vaga da sola e va in luoghi così lontani e isolati che nessun altro riuscirebbe a ritrovare la strada.La mia mente potrebbe viaggiare per migliaia di chilometri in pochi secondi, solo per tornare indietro con più domande sulla morte, sull’amore e sul significato dell’esistenza.Ho una mente che non riesco a raggiungere, un uragano di emozioni avvolto in un unico, enorme groviglio dentro la mia testa, che cerca di farmi impazzire. Ho una mente che non può davvero essere domata.
Resto a letto per giorni. Qualche ora dopo, potrei ritrovarmi su un tetto e urlare per l’intensa euforia che mi riempie le vene, con una magia che il mio corpo trova incomprensibile ma a cui si adatta lo stesso. Sono un’altalena terrorizzata, che un momento prima vola tra le stelle e quello dopo cade giù con tutta la sua forza. Ho così tanto amore da dare, eppure sono incapace di farlo. Dentro di me ci sono due mostri che combattono per un primo posto dove al vincitore non spetta altro che dolore.
Quando sono sovraeccitata, sono la regina del mondo. Me ne vado in giro con una sicurezza che nessuno può compromettere. Sono una vincente, sono imbattibile, posso fare qualsiasi cosa. Posso fare in modo che inizi a piovere. Posso far sì che smetta. Posso cambiare il modo in cui vedete il mondo e provo pena per chi non lo guarda attraverso i miei occhi. Mi dispiace per quelle povere anime che non riescono a trovare la luce alla fine del tunnel. Sono entusiasta, sono amorevole. Voglio vedervi felici, non voglio mai vedervi piangere. Voglio che dimentichiate le ferite che il mondo vi ha riservato, e che vediate tutta la bellezza che contiene. Sono in cima al mondo e niente e nessuno può toccarmi.
Poi crollo. Voi non siete voi e io non sono io. E il mondo sta per finire. Questa vita è la nostra punizione. È quello che ci spetta per aver pensato di meritare felicità e amore. Spegnete le luci e andatevene perché non c’è speranza e io morirò da sola. Se mi vedete piangere, fate finta che non stia accadendo perché niente di quello che direte cambierà il fatto che sono disperata e pronta a morire. Non potete salvare me, non potete salvare voi stessi. No, non uscirò stasera, andate senza di me ragazzi. Mi spiace che non riusciate a sentirmi presente. Mi dispiace di essere sempre così triste. Chiedo scusa se riesco a parlare solo di perdita. Scusate, perché non so più come parlare. Perché siete ancora qui? Andate, correte! Via! Non meritate una persona come me nella vostra vita, perché sono fatta di dolore e dovreste davvero andare, adesso. Non riesco a controllare ciò che faccio, le mie mani non mi appartengono. Non so dove sto andando.
Non è momentaneo. Non è una fase. Non è la parte in cui piombate da me per dirmi che le cose andranno meglio, perché non è quello che ho bisogno di sentire. Quello di cui ho bisogno, ma di cui non parlerò mai, è sapere se resterete o ve ne andrete. Se riuscirete a sopportare qualcuno che cambia continuamente personalità, come nel gioco dei mimi. Se un giorno vi sveglierete e deciderete che è troppo, che non potete gestirla.
Sono cose che non dirò mai perché sono troppo orgogliosa e perché non piangerò quando un giorno deciderete di allontanarvi da tutto questo. Farà male, ma non lo saprete mai. Mi squarcerà in due, ma vi mostrerò soltanto che non siete mai stati importanti per me. Non ci proverò, non supplicherò. Mi richiuderò la porta alle spalle nel momento in cui vi sentirò titubare, perché la vita mi ha già dato abbastanza lezioni su come essere sola.
Perciò, mi dispiace se pensate che io sia fredda, distante. Mi dispiace che parliate incessantemente della mia folle capacità di essere totalmente autonoma, a volte. Mi dispiace se, ogni tanto, vi sembro egoista o minacciosa. Posso soltanto mettere nero su bianco quello che sento. Se state leggendo, allora dovreste sapere che vi amo, nel miglior modo in cui posso farlo. L’unico modo in cui posso farlo.
(via huffpost)
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