#riflettori
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PRIMA PAGINA Gazzetta Del Sud Messina di Oggi mercoledì, 21 agosto 2024
#PrimaPagina#gazzettadelsudmessina quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi giunta#tagliando#dopo#anni#sfida#della#falcata#piani#bonifica#riqualificazione#recupero#cittadella#odio#rancore#riaffacciano#monito#risale#tutta#riflettori#puntati#sulle
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Multilamp https://www.design-miss.com/multilamp/ Il #designer Emanuele Magini, dopo il successo del modello a piantana, che ricorda i grossi riflettori da stadio, propone una nuova collezione di lampade a sospensione denominata ��Multilamp” prodotta e […]
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dove sono le scuse pubbliche per aver postato il video con i versi scimmieschi rivolti a moise kean sull’account twitter ufficiale della lega serie a, averlo lasciato online per due mesi nonostante le segnalazioni (tra cui l’account verificato di lapo elkann) e averlo cancellato in silenzio senza dire una parola a riguardo e solo dopo il fatto lukaku? dove sono le scuse pubbliche per il silenzio totale e le mancate sanzioni per i cori razzisti ai danni di filip kostic, documentati da vari video? dov’è l’imbarazzo e la condanna per le parole inammissibili del sindaco di la spezia riguardo quest’ultimo fatto? io continuo a chiedere
#non gliene frega un cazzo del razzismo. ma proprio un cazzo#fanno le scenette solo quando hanno i riflettori puntati addosso#tutto il resto non esiste
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voi mi dovete dare del gossip e dirmi cos’e successo a fedez dopo sabato e perche’ non ha postato nemmeno una foto con la ferry e perche’ ha messo quelle ig story e quel post con tutti tranne che con lei e perche lei era solo con le sorelle e con i bambini dopo la finale e tornata a casa, e perche---
#problemi del terzo mondo veramente#voglio sapere#e in ogni caso avrebbe ragione lei perche lui ha passato tutta la settimana a scartavetrare le palle#per farsi mettere sotto i riflettori#il podcast le ospitate i duetti le esibizioni la polemica anche meno#era il momento di chiara poteva benissimo farsi da parte#se lei si e' incazzata davvero al di la dei gravi problemi di narcisismo che entrambi hanno ha fatto bene
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tu ai non italiani non puoi spiegare questa tensione psicosessuale amadeus/fiorello che dura da almeno cinque anni e che si manifesta con double entendre perversi e inside jokes e gag incomprensibili dalla ritualità indecifrabile che suscitano solo una irrefrenabile voglia di omofobia, il tutto sotto la luce dei riflettori dell’ariston e di fronte a mogli e figli, vertici rai, politici minori e membri del clero locale. non ti puoi inventare queste cose ma allo stesso tempo come fai a spiegarle
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Riflettori sulla diva
I.S.A.
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Cari ragazzi del liceo di Partinico, avete ragione: Impastato è divisivo. È stato divisivo da vivo, figuriamoci da morto. Era divisivo perché denunciava la mafia e le sue atrocità in un paese che, in parte, avrebbe preferito “sorvolare”, non fare troppo “casino”, come piace dire a voi, stare zitto, magari anche farci affari e politica con la mafia. Impastato si metteva dall’ altra parte, dalla parte di quei tanti siciliani che la mafia non la volevano a “100 passi” da casa. Ma nemmeno a mille, 10.000, 100.000 passi. Impastato si metteva dalla parte di quegli italiani che volevano che la mafia fosse perseguita per i suoi crimini. Sapete, nella vita è importante scegliere da che parte state. Ve lo dice uno che tanti anni fa lo fece, quando era al liceo come voi. Scelse da che parte state. E non ha cambiato posto, è sempre lì: dalla parte di chi si batte per la legalità.
Peppino, quello al quale non volete intitolare la scuola, è morto il 9 maggio. Nello stesso giorno in cui fu ritrovato il corpo dell’ onorevole Moro. La notizia della sua morte si materializzò come una “breve” nel mondo dell’ informazione. Inevitabile, di fronte alla tragedia della notte della Repubblica. Un po’ per volta poi i riflettori si sono accesi sul quel corpo martoriato. Adesso non spegneteli voi. E soprattutto: mettetevi dalla parte di chi si batte contro la mafia. Siate divisivi anche voi come lo fu Impastato.
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Vivo costantemente in una dimensione di aspettative altissime e fatico a tirarmene fuori.
Quando ero la figlia maggiore dovevo dare il buon esempio, assumermi compiti e responsabilità genitoriali che non mi sarebbero dovute competere, fare da mamma, sorella e figlia contemporaneamente. Con la preoccupazione che un mio sbaglio potesse fare crollare il castello in mille pezzi.
Ho lavorato, mi sono pagata l'università, almeno quel poco che mi è servito ad entrarci. E per farlo ho sopportato un capo viscido e molesto, con la mano lunga e e le nausee ogni mattina prima di uscire di casa, sapendo che non avrei avuto altra scelta: era l'unica azienda che aveva risposto a tutti i miei curriculum - ed erano amici della parrucchiera della mamma, non avrei mai potuto farle fare una brutta figura.
Poi sono arrivate le borse di studio. Ho lasciato il lavoro perché per ottenerla e mantenerla è fondamentale dimostrare di poter superare un certo numero di esami all'anno e con valutazioni alte per non perdere posizioni nelle graduatorie. Un solo sbaglio, un esame andato male, una giornata nera a laboratorio mi avrebbero lasciata in mezzo a una strada, senza soldi e senza posto letto, anche a metà anno.
Ho fatto l'Erasmus e sono riuscita a trovare un contatto in una scuola nella città che volevo io, per la prima volta. Così sono diventata il punto di riferimento e l'esempio a cui la mia tutor coordinatrice ha indirizzato chiunque volesse sperimentare la stessa esperienza. Ancora una volta la mia possibilità d'errore è stata messa sotto i riflettori, pronta ad essere amplificata a dismisura.
Ora lavoro a scuola e ho la fortuna di essere rimasta nello stesso istituto e nello stesso interclasse dell'anno precedente. La collega che ho affiancato lo scorso anno ha pregato in tutti i modi per ri-avermi con lei: a causa dei suoi improvvisi problemi in famiglia mi sono trovata da sola ad accompagnare una quinta pronta e preparata alla secondaria.
Quest'anno la situazione non è molto diversa. È finito il ciclo, siamo in classe prima - probabilmente la più impegnativa di tutte - con una docente in meno. Ho un posto sul sostegno, quello che speravo, ma mi trovo a occuparmi di tutto. Ho spiegato alla ragazzina a cui hanno assegnato la supplenza sulla classe per qualche settimana tutto quello che doveva fare e in che modo, non la posso lasciare da sola perché è la sua primissima supplenza e non si sa muovere a scuola. Ho preparato le attività della classe e raccolto, schedato e archiviato tutti i materiali perché la collega in cattedra ha ancora una situazione instabile in famiglia e non può dedicare tutto il tempo che vorrebbe alla scuola. Mi hanno assegnato un bambino complesso di cui voglio occuparmi nel miglior modo possibile nonostante la sua rete di professionisti non sia allineata nelle modalità di intervento e mi sia da subito sembrato di trovarmi tra due fuochi, con la mamma in balia di consigli contraddittori. Mi hanno affidato anche la commissione continuità "per il gran lavoro fatto l'anno scorso nelle quinte" che sarebbe bello replicare questo e i prossimi anni.
Ho chiamato i miei fratelli perché non li sentivo da un po', sono stata troppo stanca e mi sono sentita in dovere di giustificarmi per la mia vita raffazzonata. Sono molto stanca, e credo di sentirmi così a terra anche perché ancora non ho il privilegio di poter sbagliare senza che il mondo crolli.
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“ Lipari è la migliore di tutte le isole in cui sono deportati gli oppositori al regime. Prima del fascismo, vi erano relegati i delinquenti comuni dichiarati incorreggibili. La zona riservata ai confinati era di un chilometro quadrato: attualmente è ridotta a poche centinaia di metri. Sentinelle e pattuglie sbarrano le vie d’accesso. Per cinquecento deportati prendevano servizio trecento agenti e militi fascisti. Attualmente vi sono cinquecento militi fascisti: dietro ogni deportato un milite. Solo pochi deportati, malati o con famiglia, possono abitare nelle case private: gli altri sono obbligati a dormire nelle caserme, dentro le mura di un antico castello. La popolazione simpatizza con i deportati, ma sono vietati i rapporti. In venti mesi, dal novembre cioè del 1927 all’agosto del 1929, io non ho potuto avvicinare che il medico. Il deportato deve vivere segregato dal mondo. I giornalisti stranieri che hanno visitato Lipari non hanno parlato che con gli agenti di polizia. Un giornalista americano, per il Natale del 1927, visitò l’Isola espressamente per passare le feste con il suo amico deputato Morea. Gli fu vietato lo sbarco. Il mare è continuamente guardato da barche, da motoscafi veloci della regia marina e da un canotto da guerra: su tutti vi erano riflettori e mitragliatrici; sul canotto c‘è anche un cannone. Di giorno e di notte, ispezionano le coste. Il controllo sulle navi che approdano nell’Isola, è fatto colle norme del tempo di guerra. Tutti gli estranei che sbarcano nell’Isola sono sottoposti a perquisizioni personali. “
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Einaudi (collana ET Scrittori n° 1037), 2008⁴, pp. 180-181.
NOTA: Questo memoriale antifascista fu pubblicato dall'autore in esilio a Parigi dapprima nel 1931 per un pubblico internazionale, quindi nel 1933 in lingua italiana (col significativo sottotitolo Fascismo visto da vicino) dalla casa editrice parigina "Critica". Il libro fu edito in Italia già nel 1945 dall'editore Einaudi nella Collana "Saggi".
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La Nasa ha conferito un onore unico alla città di Torino, selezionando uno scatto del fotografo Valerio Minato come "Foto del Giorno di Natale", lo scorso 25 dicembre. Quest'immagine mozzafiato ritrae un raro allineamento tra la storica Basilica di Superga, l'imponente Monviso e la luna crescente. Lo scatto è il risultato di una pianificazione meticolosa e di una pazienza notevole, frutto di sei anni di tentativi sotto diversi cieli e condizioni meteorologiche.
L'immagine è particolarmente significativa per la sua tecnica fotografica: nonostante la luna fosse in fase calante, l'esposizione prolungata ha permesso di illuminare l'intera parte superiore del satellite con la luce terrestre riflessa, creando un effetto noto come "il bagliore di da Vinci". Questo risultato evidenzia la maestria tecnica di Minato e con esso, il fotografo non ha solo immortalato un fenomeno astronomico eccezionale, ma ha anche catturato la bellezza naturale di Torino, ponendola sotto i riflettori internazionali in un contesto universale.
Credits: Valerio Minato
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Essere gentili, è una fatica sottile
una sfida che pochi comprendono.
Non è un dono che si fa
per ricevere qualcosa in cambio
è un atto che scava dentro
richiede coraggio
perché il mondo spesso non sa che farsene
di chi tende una mano
senza chiedere niente.
Ogni gesto gentile
è come un miracolo nascosto
che cresce lontano dai riflettori
in mezzo all’indifferenza
tra la fretta e il rumore, di chi passa oltre.
La gentilezza, è un peso leggero da portare
ma è facile lasciarla cadere
quando gli altri non la vedono
quando sembra non valere abbastanza
in un mondo che premia chi urla
chi spinge
chi va avanti senza voltarsi indietro.
Eppure chi è gentile
compie un miracolo ogni giorno
trasforma il vuoto in presenza
la solitudine in un sorriso
che non chiede nulla.
Essere gentili è difficile
perché richiede forza
quella forza invisibile che pochi hanno
quella che non fa rumore
ma che cambia tutto.
Andrew Faber
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Un mondo di pazzi Vai elettrico, sistema la tua spazzatura, metti un maglione e riscalda fino a 19°, ottimizza i tuoi chilometri, cammina per il clima… . . Perché dobbiamo risparmiare per la comunità mentre:
I giochi olimpici invernali si sono tenuti a Pechino sulla neve artificiale.
In Francia, le località sciistiche illuminano le piste fino a mezzanotte in modo che gli "alzati tardi" possano sciare di notte.
Lufthansa effettua 8.000 voli "vuoti" per mantenere le sue slot.
La maggior parte delle grandi partite di calcio si svolgono di sera sotto i mega riflettori che consumano tutto!
Gli 8 nuovi e giganteschi stadi di calcio chiamati ad ospitare la Coppa del Mondo in Qatar sono climatizzati (in un deserto! )
Centinaia di camion girano per portarci frutta e verdura dalla Spagna mentre i prodotti regionali vanno nella spazzatura o investiti dalle ruspe
La nave più grande del mondo: Wonder of the Seas trasporterà 7000 passeggeri, 2300 membri dell'equipaggio e girerà il mare.
Circa 3500 portacontainer circolano nel mondo e ciascuno consuma 280.000 litri di carburante per 1000 km.
I miliardari si offrono viaggi spaziali in condizioni "astronomiche"
E… Nel frattempo, "PER IL BENE DELL'ECOLOGIA" vieteremo la guida di un'auto diesel o a benzina un po' vecchia a chi non può permettersi di cambiare auto e che deve usarla per andare a lavorare e consiglieremo di abbassare il riscaldamento di 1°! Chi vogliamo prendere in giro?
web
Ossimoro
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Non bussate alla mia porta per portarmi ipocrisia, non mi serve e non mi inganna; non bussate al mio cuore, non provateci nemmeno son talmente pochi quelli che v’ hanno accesso; non sprecate parole che porterà via il vento, i vostri occhi raccontano ben altro che la sincerità delle parole stesse… se cercate i riflettori li troverete altrove, qui in casa mia vive la "sincerità”… e son sicuro che vi annienterà sin dalla vostra prima intenzione.
Vincenzo Monfregola, Per tutti i ladri di anime.
_____Antonio Palmerini
#Vincenzo Monfregola#Citazioni#libri#quote#Per tutti i ladri d'anima#Antonio Palmerini#photography#art#Photo#Me for apollinares#apollinares 2.0
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I riflettori della Luna (The Moon's Spotlights)
I.S.A.
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In un’era in cui il potere economico sembra spesso eclissare quello politico emergono inquietanti verità sul ruolo delle grandi aziende nel plasmare – e talvolta minare – i fondamenti stessi della democrazia globale. Un recente rapporto dell’International Trade Union Confederation (Ituc) getta luce su pratiche di cui forse la politica dovrebbe occuparsi con più coraggio.
Al centro di questa rete di influenza troviamo nomi che quotidianamente entrano nelle nostre vite: Amazon, Tesla, Meta, ExxonMobil, Blackstone, Vanguard e Glencore. Giganti dell’economia mondiale che, secondo l’ITUC, non si limitano a dominare i mercati ma estendono i loro tentacoli fino a toccare le corde più sensibili della politica e della società.
Multinazionali e regole democratiche
Amazon, il colosso dell’e-commerce guidato da Jeff Bezos, si distingue non solo per la sua posizione dominante nel mercato ma anche per le sue pratiche aggressive nei confronti dei sindacati. L’azienda, quinta maggiore datore di lavoro al mondo, è stata accusata di violare i diritti dei lavoratori su più continenti, di eludere le tasse e di esercitare una pressione lobbistica senza precedenti a livello nazionale e internazionale. La sua influenza si estende fino al punto di sfidare la costituzionalità del National Labor Relations Board negli Stati Uniti e di tentare di sovvertire le leggi sul lavoro in Canada.
Non meno controverso è il ruolo di Tesla e del suo eccentrico fondatore, Elon Musk. L’azienda automobilistica, simbolo dell’innovazione tecnologica, si trova al centro di accuse di violazioni dei diritti umani nella sua catena di approvvigionamento e di feroci opposizioni alle organizzazioni sindacali in Stati Uniti, Germania e Svezia. Musk stesso è finito sotto i riflettori per il suo sostegno a figure politiche controverse come Donald Trump, Javier Milei in Argentina e Narendra Modi in India, sollevando interrogativi sul ruolo dei magnati tech nella formazione dell’opinione pubblica e nelle dinamiche politiche globali.
Meta, l’impero dei social media di Mark Zuckerberg, si trova al centro di un ciclone di critiche per il suo ruolo nell’amplificare la propaganda dell’estrema destra e nel facilitare la crescita di movimenti antidemocratici. La piattaforma, che raggiunge miliardi di utenti in tutto il mondo, è accusata di essere un veicolo per la diffusione di disinformazione e odio, minando le basi stesse del dibattito democratico in numerosi paesi.
Multinazionali della finanza e dell’energia
Il rapporto dell’ITUC non risparmia nemmeno i giganti della finanza e dell’energia. Blackstone, guidata dal miliardario Stephen Schwarzman, noto sostenitore di Donald Trump, è accusata di finanziare movimenti politici di estrema destra e di investire in progetti fossili e di deforestazione nell’Amazzonia. ExxonMobil, dal canto suo, è citata per il suo ruolo nel finanziare ricerche anti-climatiche e per le sue aggressive attività di lobbying contro le regolamentazioni ambientali.
Le aziende, con le loro vaste risorse finanziarie e la loro influenza capillare, sembrano in grado di plasmare l’agenda politica globale a loro vantaggio, spesso a discapito dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e della stessa sovranità degli Stati nazionali.
La sfida che si presenta è titanica. Come sottolinea Todd Brogan, direttore delle campagne e dell’organizzazione dell’ITUC, “si tratta di potere, di chi ce l’ha e di chi stabilisce l’agenda”. In un mondo in cui le corporazioni multinazionali spesso superano il potere degli Stati, e in cui non esiste alcuna responsabilità democratica, è fondamentale che i lavoratori e i cittadini si organizzino per contrastare questa deriva.
Il 2024 si preannuncia come un anno cruciale, con 4 miliardi di persone chiamate alle urne in tutto il mondo. In questo contesto, l’ITUC sta spingendo per un trattato internazionale vincolante che possa finalmente rendere le corporazioni transnazionali responsabili ai sensi del diritto internazionale sui diritti umani. Anche da noi Meloni aveva promesso di fare “la guerra alle multinazionali”. Per ora l’abbiamo solo ricevere un premio da Musk.
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Sotto i riflettori ci trovi gli attori.
Le persone più sincere le trovi quasi sempre al buio.
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