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PRIMA PAGINA Gazzetta Del Sud Messina di Oggi mercoledì, 21 agosto 2024
#PrimaPagina#gazzettadelsudmessina quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi giunta#tagliando#dopo#anni#sfida#della#falcata#piani#bonifica#riqualificazione#recupero#cittadella#odio#rancore#riaffacciano#monito#risale#tutta#riflettori#puntati#sulle
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Inconsapevolmente festeggiando il nostro primo incontro avvenuto proprio in questi giorni 8 anni fa
2016 2024
@sputatrevolte 💘
#per giunta nella stessa parte d'Italia di allora#omg#incredibile#realizzato oggi grazie ai ricordi di fb#sputatrevolte#weekend fuori porta#quella è la nostra primissima foto insieme#🥹
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Ecco le due amiche di mio figlio, venute ieri per il weekend nella nostra casetta al mare, sulla mia vecchia vespetta! Non resisto più. Ce n'è una delle due che mi stuzzica di continuo. Io sono separato da tre anni e cerco di tenere la testa sulle spalle. Ma sono un uomo, mi funziona tutto e capisco al volo i segnali femminili. Madonna, quel culetto sodo come glielo devo rompere! Perché le piaccio, lei per giunta me lo ha fatto capire chiaramente in tante maniere.
Anzi, oggi in un momento in cui eravamo da soli, me l'ha proprio detto senza mezzi termini: vuole essere scopata da un uomo maturo. (Ricevuto il messaggio?) Be', dovrò chiedere a mio figlio di portare fuori l'altra: al cinema, a ballare o semplicemente a fare gli affari loro per la serata. Ma io la biondina porcellina me la devo scopare, stasera stessa... la desidero da morire, la puttanella.
Aliantis
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Oggi osservavo una coppia... Eravamo in fila ad aspettare... Lui era un gran bel uomo... Ma è lei ad avermi colpito... A lei mancavano solamente gli occhi fatti a cuore... Pendeva totalmente dalle sue labbra... Continuava a fissarlo intensamente... E lo accarezzava... Non gli toglieva lo sguardo e nemmeno le mani di dosso un attimo... Totalmente e irreparabilmente innamorata persa... Succube... Patologica... Mi ha fatto una gran pena... Mi ci sono rivista... Ho ripensato a quando ero così "malata" pure io... Ho provato un gran dolore... Per lei, ma anche x me stessa... Avrei voluto andare la e dargli una scossa... Dirgli "Ma che diavolo stai facendo???" Ma so che purtroppo... Bisogna piangerne di lacrime prima di riuscire a guarire dalla dipendenza affettiva... E bisogna capirlo da soli soprattutto... Capire che nessun uomo può essere amato così tanto... Più di se stessi... Che è un suicidio... Bisogna percorrere una strada tutta in salita... E bisogna toccare il fondo prima di risalire... Bisogna violentare se stessi per snocciolare tutto quello che in passato, ci ha portato ad essere così... A cercare l'amore al di fuori da noi... Ad implorare quel'amore che da soli non sappiamo darci... E capire che quello non è amore... Ma bisogno... Ho provato un mare di emozioni oggi... Sono stata catapultata in un secondo dentro a cose che fanno ancora male... Ma poi è giunta la consapevolezza... E mi sono riempita di orgoglio... Io sono guarita... A me non succederà mai più... Perché adesso mi amo..
~ Virginia ~
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Oggi farò il bis, tra meno di un' ora mi devasterá nuovamente: ci penso mentre rispondo ad una mia amica ed il corpetto rigido che indosso anonimamente mi ricorda quello che da lì a poco mi attende. Le sfere nel culo mi invitano a masturbarmi un po' e io, non potendo infilare la mano, mi soddisfo con delle sedute decise mentre la mia fica inizia a colare. Finalmente il suono della campana mi restituisce la libertà e io mi precipito dal mio D. A dire il vero spero sia in ritardo perché voglio indossare delle calze lasciate in fondo ad un cassetto da ormai troppo tempo e un plug che ho con me in borsa. Giunta in albergo davanti alla reception tre men che chiedono informazioni su cosa visitare. La receptionist mi fa l' occhiolino e con un filo di voce ed un sorrisetto malizioso mi dice che la mia camera è la 303 e che l'altra persona è già dentro. Ricambio il sorriso a quella donna minuta e, a quanto pare, sveglia, certa che le mie urla in questo anno e mezzo si siano sentite fino al pian terreno spiegandomi così il perché del suo ammiccamento. Ha proprio ragione: D. è lì che mi attende e la sua voglia di possedermi non si fa attendere. Agghindata di tutto punto, mi offro a lui. Inizia la danza del piacere: il suo cazzo si fa presto strada nella mia bocca, sempre più in fondo e sempre più prepotentemente. Non credo ci sia mai stato un nostro incontro cominciato senza un solenne pompino. Lui conosce bene la mia ingordigia e la mia loquacità: quale modo migliore, quindi, per tapparmi la bocca? Rimango in corpetto e calze con "varco centrale", non ha bisogno di togliere niente, non deve farlo, perché oggi voglio restare in abbigliamento da zoccola, oggi voglio scatenarmi così. La fica reclama, le sfere la stimolano, il cazzo in bocca la stimola e lei vuole la sua parte: affondi impietosi la occupano, lui pompa sempre più violentemente mentre la troietta tra le mie gambe inizia a rumoreggiare. Mi metto nella posizione che meglio offre al mio Porco la possibilità di ficcarmelo fino ai coglioni. Gemiti e piccole provocazioni ad arte risuonano nella camera 303. Sono una grande provocatrice e so bene quali argomenti usare. Ignoti cazzi e iniziative prese senza il suo permesso lo fanno scatenare, il suo sguardo si accende, prende il flogger e infierisce sulla mia pelle: urlo e godo mentre sento il culo e la schiena in fiamme. After care: dopo la durezza arriva puntuale la dolcezza. Mi abbraccia, tenendo gli occhi chiusi e con le sue mani gioca con i miei capelli. "Mi rilassi così" mi dice e io per un po' rimango rannicchiata accanto a lui e lascio che sopraggiunga la calma...Non finisce qui il nostro incontro, sarebbe inimmaginabile per due come noi che dopo un anno e mezzo hanno la stessa voglia del primo giorno: le carezze si trasformano, la sua mano dai capelli scende fino alla fica e inizia a fistarla, procedendo poi in direzione opposta verso il culo che spalanca preparandolo alla inculata. Eh sì, oserei definire l' inculata una sorta di destinazione finale: tutto il resto fatto nelle due ore prima sembra un preliminare perché quando mi si pianta in culo entrambi sospiriamo soddisfatti. Martella senza sosta e quando per l' ennesima volta lo provoco dicendo che la mia bocca è libera mi risponde che prima o poi mi offrirà all' unico uomo al quale concederebbe questa possibilità avvertendomi con fare molto serio che da quella esperienza uscirei distrutta: è tronfio, lo capisco, ma non mi basta. Avranno pure due cazzi devastanti ma lui non deve mai dimenticare che, su sua ammissione, io sono una macchina da guerra e accetto le sfide. Mi giro e mi impalo, colpi ben decisi su quel cazzo, tantissimi, prima di prendere il suo viso tra le mie mani e di dirgli " Voi sarete pure due ma io vi sfinisco entrambi". Sorride e si carica su di me: ecco il mio Porco scatenato, quello che voglio mi possegga ogni volta senza freno alcuno. Mi incula pesantemente, molto più di prima...(prima parte)
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Da oggi scattano le limitazioni di traffico per i veicoli cosiddetti inquinanti per il superamento della soglia limite per un periodo prolungato, e questo vale sia per Milano che per tutti i comuni che superano i 30000 abitanti di tutta la regione Lombardia.
Ciò significa che più della metà delle persone saranno costrette a non potersi muovere per lavoro e nemmeno nel weekend per amenità.
L'assessore all'ambiente della giunta Sala, Elena Grandi, ha affermato che il comune mira a ridurre del 50% entro il 2030 il trasporto privato su strada, rendendo la città ciclopedonale entro il 2050”.
Traduzione: l'unica soluzione proposta dal comune (in collaborazione con la regione) è ATTACCATEVI AL CA**O.
...
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Le ragioni per cui oggi scrivere per i bambini è così difficile, sono infinite, ma una certo è che è nata in noi l'idea che ai bambini tutto può far male. La fantasia ci atterrisce perché è avventurosa, imprevedibile e forte. Noi ne abbiamo poca, e per giunta l'adoperiamo con mani parsimoniose e schifiltose. Quando si scrivono o si stampano libri per bambini, per prima cosa si sbarrano porte e finestre. No alle storie di dolore perché il dolore fa male. No alle storie di miseria perché sono patetiche. No alle lagrime. No alla commozione. No alla crudeltà. No ai cattivi, perché non bisogna che i bambini conoscano la cattiveria. No ai buoni perché la bontà è sentimentale. No al sangue perché fa impressione. No ai castelli lussuosissimi perché sono evasione. No alle fate perché non esistono. I bambini sono fragili e perciò li nutriremo con vivande lavate e disinfettate. Li educheremo alla concretezza, avendo però sterilizzato la concretezza, avendo isolato nella concretezza ciò che non manda né bagliori né lampi. Li nutriremo con sabbia, accuratamente filtrata e senza batteri. Li nutriremo col bicarbonato, col borotalco e con la carta assorbente. Mi si dirà che ai bambini piace il bicarbonato. Può anche darsi che gli piaccia quando non hanno altro. Il problema però non è che gli piaccia o gli dispiaccia il bicarbonato. Il problema è invece come crescono con questo tipo di alimentazione i bambini.
- Natalia Ginzburg
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La sposina
Ma porca puttana! Fra tre ore mi devo sposare: Alberto probabilmente è in casa sua, fremente. E sicuramente, conoscendolo bene, lui è quasi sul punto di uscire per andare in chiesa, impaziente e trepidante. Perché si preoccupa sempre che tutto vada bene; è emotivo, il mio tesoro! Tutto è pronto, gli altri sono certamente già vestiti elegantissimi e tu invece poco fa... mi hai fatto fare peccato! Demonio mio adorato e segreto!
Quando sei arrivato qui alle otto del mattino, con un durello per me irresistibile, nella mia mansardina di scapolotta, abbiamo scopato immediatamente appena t'ho aperto la porta. Io sotto l'asciugamano ero già completamente nuda dopo la doccia appena fatta. Profumavo di passione e bagnoschiuma. Sei impulsivo e non sai resistere all'aroma della mia passera e dei miei seni. M'hai appena detto un "ciao" e me l'hai infilato subito dentro. E io scema ad accoglierti senza fiatare.
Come fosse il solito e segreto cornetto pomeridiano al mio uomo. Perché mi sei saltato addosso immediatamente come un toro infoiato. Ammetto: oh, quanto mi piace, 'sta cosa tua! Purtroppo dobbiamo sempre farlo velocemente e di nascosto. Grazie a Dio non ho sporcato il vestito nuziale, che è in salvo in camera mia. E poi tu sei anche il testimone di nozze dello sposo!
Dovresti essere già lì, al suo fianco. Come fa un amico leale.Penso proprio che ora dovresti andare. Fra un'ora o giù di lì di sicuro mamma arriverà da casa sua, dopo essere passata dalla fioraia. E poi stanno pure per arrivare le mie damigelle, inclusa la mia amica parrucchiera.
Che dovrà darmi la sistemata finale: tu qui saresti molto sospetto. Noi due da soli in casa mia. Un bel fico come te con la neo-sposa! Non si stuzzica una donna sensuale e calda come me. Ma tu lo sai e me lo fai apposta. Stronzo. Neanche oggi mi lasci in pace. Che bello! Conosci bene quanto mi piace prendere il tuo bel cazzone. Ovunque.
E quanto adoro esserti sottomessa, in ginocchio di fronte al tuo uccello: mi piace saggiarne la consistenza, giocarci, annusarne l'odore e infine piegarmi a novanta perché tu, maschio impaziente di sborrarmi dentro, possa mettermelo in culo. Essendo consci entrambi di rendere il povero Alberto un grande e ramificato cornuto d.o.c. !
Mannaggia la puttana: m'ero confessata ieri pomeriggio ed ero quindi monda da tutti i peccati, pronta per la cerimonia. Adesso chi ha il coraggio di confessarsi di nuovo, di dire al prete che mi sono appena fatta inculare da te e che ho scopato poco prima della cerimonia, per giunta col migliore amico dello sposo! Il giorno delle nozze! Non fa niente: non andrò di sicuro all'inferno per aver preso la comunione mentre sono in pieno peccato mortale da passione irrinunciabile.
Del resto, di peccati mortali ho già l'anima bella piena. E Alberto ha più corna di un bue muschiato, per la maggior parte messe da te. E già che ci siamo, fatto trenta… vieni ancora un attimo qui da me: fammi vedere se t'è tornato già duro, che te lo succhio un po’ rapidamente. Col mio “tiraggio turbo”, come lo chiami tu. Mi devo saziare del tuo seme gustoso: si, proprio in questo sacro giorno!
Ho bisogno delle tue proteine fresche, per affrontare questo passo impegnativo della mia vita. Mi viene sempre fame, dopo una sana scopata; tu lo sai bene, da anni. E poi… non ci posso fare niente se sei così sexy… non è colpa mia se tu sei per la mia mente così attraente. Costituisci per me una dolcissima, continua e irresistibile tentazione. Oooooh… Dai, veloce veloce che ti voglio ancora… Ho l'acquolina in bocca e in gola… dammi quel tuo bellissimo cazzo. Dai: sborra rapido ancora un po' per me. Ti scongiuro...
RDA
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Mia madre aveva un sacco di problemi. Non dormiva, si sentiva esausta, era irritabile, scontrosa, acida e sempre malata, finché un giorno, all'improvviso, cambiò.
La situazione intorno a lei era uguale, ma lei era diversa.
Un giorno, mio padre le disse:
- tesoro, sono tre mesi che cerco lavoro e non ho trovato niente, vado a prendermi un po' di birre con gli amici.
Mia madre gli rispose:
- va bene.
Mio fratello le disse:
- mamma, vado male in tutte le materie dell'università...
Mia madre gli rispose:
- ok, ti riprenderai, e se non lo fai, allora ripeterai il semestre, ma tu pagherai le tasse.
Mia sorella le disse:
- mamma, ho urtato la macchina.
Mia madre le rispose:
- va bene, portala in officina, cerca come pagare e mentre la riparano, ti muoverai in autobus o in metropolitana.
Sua nuora le disse:
- suocera, verrò a stare qualche mese con voi.
Mia madre le rispose:
- va bene, siediti sul divano e cerca delle coperte nell'armadio.
Ci siamo riuniti tutti a casa di mia madre, preoccupati di vedere queste reazioni. Sospettavamo che fosse andata dal dottore e che le avesse prescritto delle pillole di " me ne frega un cazzo" da 1000 mg... Probabilmente rischiava di andare in overdose.
Abbiamo deciso di aiutare mia madre per allontanarla da ogni possibile dipendenza da qualche farmaco anti-Ira.
Ma la sorpresa fu quando ci riunimmo tutti intorno e mia madre ci spiegò:
" mi ci è voluto molto tempo per capire che ognuno è responsabile della sua vita, mi ci sono voluti anni per scoprire che la mia angoscia, la mia mortificazione, la mia depressione, il mio coraggio, la mia insonnia e il mio stress, non risolvevano i suoi problemi.
Io non sono responsabile delle azioni altrui, ma sono responsabile delle reazioni che ho espresso.
Sono quindi giunta alla conclusione che il mio dovere per me stessa è mantenere la calma e lasciare che ognuno risolva ciò che gli spetta.
Ho seguito corsi di yoga, di meditazione, di miracoli, di sviluppo umano, di igiene mentale, di vibrazione e di programmazione neurolinguistica, e in tutti loro, ho trovato un comune denominatore: alla fine tutti conducono allo stesso punto.
E io posso solo avere un'interferenza su me stessa, voi avete tutte le risorse necessarie per risolvere le vostre vite. Io posso darvi il mio consiglio solo se me lo chiedete e voi potete seguirlo o no.
Quindi, da oggi in poi, io smetto di essere: il ricettacolo delle sue responsabilità, il sacco delle sue colpe, la lavandaia dei suoi rimpianti, l'avvocato dei suoi errori, il muro dei suoi lamenti, la depositaria dei suoi doveri, chi Risolve i vostri problemi o il vostro cerchio di ricambio per soddisfare le vostre responsabilità.
D'ora in poi vi dichiaro tutti adulti indipendenti e autosufficienti.
Da quel giorno la famiglia ha iniziato a funzionare meglio, perché tutti in casa sanno esattamente cosa spetta a loro fare.
Autore:
Una donna felice!!!
dalla pagina di
#onestàintellettuale
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PRIMA PAGINA Gazzetta Del Sud Messina di Oggi giovedì, 22 agosto 2024
#PrimaPagina#gazzettadelsudmessina quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi debito#quanto#patte#conta#danni#brolo#naso#pioggia#otto#messina#grandi#cantieri#fondi#rischio#impianti#rassicurazioni#allo#sport#caso#botta#giunta
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Questa è una storia vera.
Credo che fosse una notte estiva di circa diciassette, o forse diciotto, anni fa.
Avevo finito di lavorare abbastanza presto per gli standard a cui ero abituato in quel periodo. A mezzanotte chiusi il ristorante e a bordo della mia auto feci la strada per tornare a casa.
Non avevo cenato e i morsi della fame si facevano sentire, così decisi di fare sosta da Majd, un bravissimo e onesto kebabbaro che sapevo essere l'unico, in una città che chiude i propri locali sempre presto, che potesse darmi da mangiare. E poi il suo panino kebab "sensa salsa picante", come diceva lui, era buonissimo.
Una volta consegnatomi il "malloppo" caldo racchiuso con cura nella carta stagnola ci salutammo, uscii dal suo locale. Preferivo mangiarmelo a casa, non abitavo molto lontano da lui, con comodità e in relax. Mentre il resto della famiglia dormiva.
Appena uscito dal "Kebab di Aladino" sul marciapiede noto una ragazza, uno sguardo di sfuggita per non essere invadente ma che mi era bastato per notare il suo nei miei confronti.
La mia auto era a sette od otto metri da lei, appena oltre le linee gialle che delimitavano la fermala dell'autobus. Un autobus che lei stava aspettando.
Passandole vicino sento la sua voce chiedermi: - Disculpe, el autobús a Borgo Palazzo pasa por aquí?
- No - le risposi con il mio italspagnol - "Por aquí passa l'autobus por la Valle de Seriana Tu tienes la dirección al contrarios" (al contrarios, le dissi proprio così, vi rendete conto?)
Incredibile ma vero mi capì e mi guardò come se fosse terrorizzata per il suo errore.
- ¿Dónde está Via Borgo Palazzo? - mi chiese supplichevole.
Io con il dito le indicai la direzione. Puntando l'indice un po' in alto, visto che davanti a noi a un centinaio di metri passava un cavalcavia.
La ragazza rimase in silenzio e cominciò a guardarsi intorno stringendosi con le braccia incrociate davanti al petto. Avevo compreso che si era smarrita.
- Si quieres te porto io - le dissi.
Mi guardò con uno sguardo che sinceramente non saprei come definire ancora oggi, davanti a lei questo uomo buffo con un kebab fumante nella stagnola le stava proponendo un passaggio. Ed era quasi l'una di notte.
Le chiesi di getto - Come ti chiami? - al diavolo l'italspagnolo
- Maria - mi rispose
- Como mi madre - così d'istinto mi usci di dirle "come mia madre".
Credo che fu quella frase detta senza tanto pensarci, uscita con sincerità che la convinse ad accettare un passaggio da uno sconosciuto, vestito con un completo da uomo nero e una camicia grigia cangiante, con un kebab avvolto nella stagnola in mano.
In auto, mentre la portavo a destinazione, lei seduta al mio fianco stava con il suo corpo pigiata contro la portiera. Come per aumentare la distanza tra di noi.
Era bellissima, davvero. Mi raccontò che veniva dalla Bolivia e che era giunta in Italia da pochi giorni.
Non mi ricordo bene quali parole usai in auto per rassicurarla, per accennare una conversazione con lei. Il lavoro che faceva e perché aveva fatto tardi quella sera.
Mi ricordo bene invece quello che successe quando lei vide che l'avevo portata proprio sotto il palazzo dove abitava. I suoi occhi si illuminarono, si sentì sicura a quel punto. A quel punto, già proprio a quel punto, quello dove mi fermai lei evidentemente capì che l'uomo con la camicia cangiante non era cattivo.
Così prima di scendere e dopo avermi detto "Gracias", fece un gesto che mai mi sarei aspettato. Mai. Mi baciò sulla guancia destra. Un bacio rapido, come rapido fu il suo dileguarsi verso il portone. Però io nel momento del contatto con le sue labbra, allora non avevo la barba, sentii tanto calore e la sua paura che svaniva.
Ogni volta che sento di un femminicidio mi ricordo di questo mio aneddoto, perché mi diventa sempre più chiaro il rischio che Maria corse, la paura che Maria aveva e che io trovavo esagerata.
Perché Maria ha avuto buona sorte quella volta con uno sconosciuto, mentre Giulia ha avuto sfortuna con uno che conosceva molto bene. O pensava di conoscere bene. Ma che, come spesso è accaduto a tante altre sventurate come lei, non si conosce mai bene fino a quando non esce la bestia che vive in quella persona.
Per via di un "no" o di un "è finita".
Quello che posso fare io da uomo, da padre, è educare i miei due figli maschi a essere come quell'uomo goffo e impacciato, con un kebab in mano, che voleva essere d'aiuto verso una ragazza. Non lasciandola sola nel buio in una notte d'estate di diciassette, o forse diciotto, anni fa.
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24 febbraio 2024
Un sabato pomeriggio
speso bene
A volte ci sono storie che meritano di essere raccontate. Lo capiamo solo dopo.
Quando comprendiamo che la scintilla iniziale, quella luce da cui ci siamo fatti guidare, seguendo la nostra intuizione, era fondata.
Nel mio caso, tutto è iniziato da un articolo della stampa locale. Un articolo apparso su CesenaToday, un sito web, che si occupa di dare informazioni e portare all'attenzione di tutti, le iniziative, gli eventi e molte delle manifestazioni del territorio, tutto ciò che accade - insomma - nel Cesenate e nei Comuni della vallata del Savio.
Riporto di seguito il testo dell'articolo, che avevo letto alcuni giorni fa :
Di notizie di questo tipo, sulla stampa e in Rete, ne appaiono decine, ogni giorno, eppure, in questo caso, qualcosa deve avermi colpito ad un livello più profondo della semplice curiosità.
Sarà che anche io, durante gli anni del Liceo Classico, mi sono appassionato alla pittura da autentico autodidatta, dopo che ho conosciuto le opere di Van Gogh e di Gustav Klimt! Sarà che il disegno, fin dalle scuole Elementari, era una delle attività preferite...
E così dai disegni a matita e coi pastelli, ero passato ai primi lavori a tempera (colori acrilici) e poi ai primi quadri su legno e alle prime tele ad olio.
Sarà che il mondo dell'Arte, mi ha sempre attratto e incuriosito...
Sarà che dopo l'aggressione russa all'Ucraina del 24 febbraio 2022, ho sempre fatto il tifo per il popolo ucraino e ho partecipato a diverse iniziative di volontariato, per inviare aiuti e soldi, agli ospedali di Leopoli e Kyiv, sia per dare supporto ai bambini e ragazzi universitari e alle madri ucraine fuggite dal proprio paese e arrivate in italia, nei primi mesi di questa assurda guerra, scatenata dal sanguinario dittatore di Vladimir Putin...
Sarà anche che io sono sempre stato affascinato della storia di chi è costretto ad abbandonare la propria Patria a causa di una guerra e a reinventarsi una vita.
Saranno stati tutti questi motivi assieme, ma qualcosa mi ha spinto a voler visitare la Mostra di questa artista ucraina, che grazie all'aiuto concreto del Comune di Mercato Saraceno è riuscita a coronare uno dei suoi sogni e presentare al pubblico parte dei suoi lavori.
Oggi alle 16, quindi, sono andato a Mercato Saraceno, a questo piccolo-grande evento : l'inaugurazione della Mostra di pittura di Kira Kharchenko.
E così, in un pomeriggio piovoso di metà febbraio, mi son trovato ad essere investito dall'energia dei quadri di questa ragazza che giunta in Italia, per colpa della guerra, ha intrapreso un percorso scolastico nel nostro paese, iscrivendosi al Liceo Artistico di Forlì.
Conversando con Kira, è diventato chiaro come il suo soggiorno in Italia sia stata anche una svolta della sua vita. Nel giro di appena due anni, ha infatti imparato ad esprimersi nella nostra lingua e ha cominciato un percorso artistico importante, adottando la tecnica dei colori ad olio.
Ma la cosa, ancora più importante è che Kira in questi anni è riuscita a portare avanti un progetto personale di grande valore:imparare ad esprimere grazie alla Pittura e al disegno il proprio mondo interiore fatto di idee e sentimenti.
Cosi come ha scoperto l'importanza della Filosofia come strumento per leggere il mondo e comunicare le idee che ci guidano nella vita.
Ciò che infatti colpisce di questa ragazza è il fatto che una sua opera, qualsiasi sua opera, parte sempre da uno stato d'animo, una riflessione, una emozione profonda. Tutti i suoi quadri, sono un mezzo per fare arrivare un messaggio legato alle emozioni e al mondo dei propri sentimenti.
È sufficiente allora, leggere le didascalie che accompagnano le sue tele per immergersi nel mondo interiore di Kira, continuamente in bilico fra pensieri cupi e paure legate alle minacce che ha portato la guerra nel suo paese, e la sua forza di volontà che la sorregge e la porta a credere alla speranza e a un futuro migliore, più umano e orientato al valore della Libertà.
Un futuro dove ogni sentimento trova la forza di emergere per esprimere la propria umanità.
Ed ecco che visitare la sua esposizione significa leggere molte delle pagine del suo personalissimo "romanzo di formazione".
È un pò come leggere il libro che Kira crescendo e prendendosi responsabilità del tutto nuove, sta scrivendo in questi anni.
Ci sono pagine chiare, luminose, abbaglianti che tuttavia non cancellano i momenti bui e i colori più cupi che esprimono le paure e le preoccupazioni.
Ma Kira ha dalla sua parte, due energie incredibili: è guidata da due stelle polari.
La sua fede religiosa ( kira è ortodossa) e la forza del dialogo ininterotto che lei stessa, ha con la propria anima.
Un confronto fertile con se stessa, con la persona che è e con il mondo dei propri pensieri, oltre che con i pensieri eterni, quelli validi in tutte le epoche, quelli che per comodità, noi indichiamo col termine "FILOSOFIA".
Perchè Kira non è soltanto una pittrice.
È prima di tutto una filosofa, una persona riflessiva che esprime le sue convinzioni profonde, le sue visioni, il modo di percepire la realtà, attraverso il linguaggio potente che è la Pittura.
Prossimamente dedicherò uno o più Post ai suoi quadri.
Per oggi, sono felice di aver partecipato a questa Mostra, di aver conosciuto questa promettente artista ucraina e aver iniziato a comprendere il suo linguaggio pittorico.
Piu di tutto, credo che il suo mondo interiore, la potenza del linguaggio che ha scelto, la profondità del suo modo di esprimere i sentimenti con immagini potenti e insieme, piene di armonia e grazia, ne fa un talento precocissimo, dal grande potenziale .
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#pittura#Mostre ed Esposizioni#Arte#Kira Kharchenko#Ucraina#storie di guerra#Futuro e Speranza#Forza interiore#🇺🇦 🇺🇦 🇺🇦#24 febbraio 2024
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oggi sono andata al milk market della città e overwhelmed dalla quantità di cose che si potevano mangiare ho optato per l'indiano, che non avevo mai provato, ma non l'avessi mai fatto perché io praticamente ho questa cosa che se non capisco dal gusto cosa sto mangiando mi impressiono e mi convinco che mi sentirò male o che mi hanno messo nel piatto qualche animale non richiesto e sapevo che fuori dalla mia comfort zone mi avrebbe creato problemi tutto ciò però va be', niente, ho preso una porzione di cibo che per giunta era anche caro e l'ho lasciata quasi intera e mi sento ancora in colpa se ci penso perché poi stavo morendo di fame e sono andata al lidl e ho preso un cornetto da colazione che ho mangiato sulla strada verso casa. stasera torta di mele gentilmente offerta dalla signora e vivinc perché sto borendo 🤧
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Fra' devi arrivare puntuale oggi. Ho un impegno", dico al telefono al mio collega che solitamente arriva in ritardo.
"Tranquilla, sto arrivando" mi risponde, e stavolta mantiene la parola.
Dopo pochi minuti arriva tutto trafelato. Mi squadra dalla testa ai piedi e, sorridendo maliziosamente, mi dice: " Immagino che oggi non pranzeremo insieme". Sorrido, il bacio di congedo e scappo. In strada mi chiedo se si capisca che oggi vedrò il mio Padrone. Mi rispondo: sì. Sempre molto attenta al mio aspetto, indubbiamente quando devo incontrare il mio uomo ho una luce particolare negli occhi, difficile da non cogliere. Raggiungo rapidamente il ristorante cinese dove pranzeremo. Inaspettatamente sono in anticipo e quindi rimango qualche minuto fuori dal locale ad aspettare. Quando lo vedo arrivare mi dico che l' effetto che mi fa è sempre lo stesso: lo ammiro nella sua eleganza e compostezza e mi eccito pensando a come cambierà totalmente in poco tempo. Entriamo nel ristorante e scegliamo, non a caso, un tavolo lontano da occhi indiscreti. Tolgo il cappotto mostrandogli un abitino nero che subito nota e apprezza. "Non hai visto ancora niente, amore" mi dico sorridendogli maliziosa mentre lo ringrazio per i primi complimenti. Non passa molto tempo e lui tira fuori dalla sua elegante giacca un plug blu, fiero delle dimensioni del giocattolo, e mi ordina di andare in bagno e indossarlo. Accetto ben volentieri, lo indosso e tengo in mano il perizoma appena sfilato. Si sa che un regalo deve essere sempre contraccambiato. Torno al tavolo tenendomi il culo: le dimensioni di quel Toy sono infatti modeste per il mio culo e ridendo glielo faccio presente. Sorpreso, mi dice che la prossima volta indosserò quello cattivissimo e subito mi pento della mia spavalderia: il plug in vetro di cui parla, infatti, è una vera e propria arma bianca. Ci raggiunge la titolare del locale che ci domanda in un italiano molto approssimato cosa vogliamo mangiare: lascio decidere a lui, adoro farlo. Rimasti soli, in attesa dei ravioli al vapore, mi bacia. Mi rendo conto che ormai quello che era un azzardo oggi è un bisogno. Gli consegno il perizoma. Il mio messaggio è chiaro e lui lo coglie al volo: inizia a frugare nella mia fica fradicia apprezzandone lo stato. Allungo anch'io le mani: il suo cazzo è meravigliosamente duro e vorrei scivolare sotto il tavolo per succhiarlo ma sono una signora e devo rimanere composta, seppur a gambe aperte e col culo pieno.
"Ma ti sembra una posizione da signora?" mi chiede eccitatissimo mentre gioca con il mio clitoride.
"No, ma io sono la tua Troia e adoro stare a gambe aperte quando sono con te" rispondo io. Ci baciamo ancora una volta, dopo di che assaggia quanto raccolto in mezzo alle mie gambe. Il pranzo è servito, iniziamo a mangiare i ravioli, parliamo tantissimo, ridiamo, ci provochiamo, programmiamo il nostro ormai prossimo incontro in albergo e lui continua a scoparmi la fica con la mano. Dopo un' ora devo andare in bagno per togliere il plug e indossare nuovamente il perizoma. Lo lascio seduto al tavolo in attesa, un' attesa che dura più del previsto, giusto il tempo di un orgasmo: giunta in bagno, infatti, devo assolutamente esplodere, attendo qualche istante un suo eventuale arrivo ma lui, si sa, è in pubblico un uomo tutto d'un pezzo, e allora sfilo il plug dal culo, lo appoggio sul wc e mi impalo fino all' esplosione. Tornata al tavolo mi scuso immediatamente per la prolungata attesa spiegando quello che mi ha trattenuta nel cesso. Mi guarda sorpreso.
"Lo hai fatto davvero?" Mi chiede con tono fermo.
"Ecco, ti sei beccata una bella punizione" mi dico tra me e me mentre annuisco fiera.
Sorride, è eccitato, molto eccitato e promette di devastarmi lunedì prossimo. Ci avviciniamo alla cassa per pagare il conto. La signora ci ringrazia e ci chiede se siamo stati bene.
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Ma se invece questi impagabili rappresentanti del nostro paese fossero gente sincera? Gente che, al fondo, è nostalgica del passato perché non ha un’idea plausibile del futuro, per giunta stordita dall’improvvisa coabitazione col privilegio e col potere? Benedetto Croce usava scherzosamente il termine onagrocrazia, ovvero governo dei somari (dal latino “onàger”, asino), per satireggiare il regime mussoliniano e l’ignoranza dei suoi gerarchi. Nel dicastero Meloni c’è forse qualche cavallo di razza, ma di sicuro non mancano i ciuchi. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, sia chiaro, ma una cosa va detta. Era il 1954 quando Ennio Flaiano, con amara ironia, annotava nei suoi taccuini: “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”. Oggi, settant��anni dopo, la situazione politica in Italia forse non è grave, ma è ridicola.
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