#weekend fuori porta
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Inconsapevolmente festeggiando il nostro primo incontro avvenuto proprio in questi giorni 8 anni fa
2016 2024




@sputatrevolte 💘
#per giunta nella stessa parte d'Italia di allora#omg#incredibile#realizzato oggi grazie ai ricordi di fb#sputatrevolte#weekend fuori porta#quella è la nostra primissima foto insieme#🥹
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Di solito la sera vado in brainrot e non faccio altro che stare su IG. È una cosa che odio e che voglio evitare il più possibile, però, con i livelli di stress raggiunti, io letteralmente non riesco a fare altro. Ho provato a leggere la sera ma, sarà che è filosofia e non narrativa, ma trovo difficoltà a concentrarmi e a capire cosa sto leggendo e non vedo l'ora che finisca il capitolo per andare a dormire. Questo per me non è leggere e quindi ho rinunciato a farlo. Peccato che se non sviluppi l'abitudine, poi la voglia di prendere il libro in mano si riduce pure quando tempo e testa ci sarebbero.
Dicevo, di solito la sera vado in brainrot e non faccio nulla, però stasera mi voglio dare del tempo per riflettere: sto notando che evito di farlo perché riflettere sulla mia vita attualmente mi fa soffrire molto.
Ieri e oggi me n'è successa un'altra, l'ennesima, dopo che l'intero mese di Marzo è stata follia pura. Sono venuti a controllare il sistema antincendio in tutte le camere e, andando via, hanno chiuso a chiave. Peccato che io la mia camera non la chiudo mai (chi cazzo dovrebbe entrare in camera mia qui scusate?! Eppure i jap chiudono la porta a chiave anche quando vanno al cesso - situato difronte alla loro camera), quindi non porto con me le chiavi. Risultato: rimasta chiusa fuori.
Ho dormito sul divano e fino a qui mi sta anche bene, ma poi chiamo l'azienda che gestisce la mia sharehouse e:"Purtroppo l'azienda che gestisce le chiavi (un'altra) è chiusa nel weekend quindi bisognerebbe aspettare lunedì... si potrebbe provare a chiamare, ma deve cercare il numero in autonomia perché qui non lo abbiamo".
Ecco il servizio giapponese sempre preciso e puntuale. Grandiosi.
L'unica era cercare di entrare dalla finestra (che pure lascio sempre aperta... salvo bestemmiare quando fa un temporale).
Penso di chiedere alle attività commerciali se hanno una scala da prestarmi: chiedo a un konbini e a un supermercato. Dicono che non ne hanno, ma pare che stessi chiedendo come poter andare sulla luna. Mi dirigo verso un posto che sono certa venda delle scale, quindi magari ne posso prendere una in prestito o magari affittarla per qualche ora... Chiedo al counter e, di nuovo, sembra che sto chiedendo come andare su Marte, come se fosse una cosa complicatissima perché, capite, è fuori da ogni procedura, quindi oltre alle facce allucinate, il NULLA. Sono lì che non so che fare, fin quando non decido di tagliare la testa al toro: dovrei andare in giro (quando sono già a pezzi) per trovare qualcuno un pochino più sveglio del normale che mi presti una scala che non so nemmeno se basti per arrivare alla mia finestra... meglio comprarla e fare da sola.
Tempo impiegato: 30min.
La riflessione è questa: lo vedete quante cose si devono sopportare in questo paese? È tutto preciso e puntuale, tutti pagano le tasse, il lavoro c'è (manco troppo), è vero, ci sono tutte le cose positive che tutti conosciamo di questo paese. Ma tutti i giorni, tutti i santi giorni... quante altre cose ci sono che non vanno? O che semplicemente sono fuori da ogni altro pianeta? E sopporta il lavoro, sopporta lo straordinario, sopporta il fatto che metti 100 al lavoro e pare che fai 0, sopporta che tu pensi di far bene e invece fai male, sopporta che il fatto del cliente con la deadline dove tu avevi in teoria ragione eppure non era così, sopporta che ti avevano avvisato del controllo e del fatto che ti saresti dovuta portare le chiavi (ma col cervello rotto che ho sti giorni figuratevi se ho letto/capito) e quindi che hai torto tu, sopporta che chi PAGHI per risolvere i tuoi problemi riguardo il posto dove vivi dice che non li può risolvere, sopporta la gente che ti fa la faccia stralunata per una richiesta banalissima...
Come fai a non scoppiare? Come fai a non volerli mandare tutti a fanculo? Come fai?
E questo è SOLO UN MESE, perché nel frattempo sto sopportando pure tutti i no dei padroni di casa nella ricerca di un appartamento e mille altre cose. Quindi immaginateli i livelli di sopportazione che bisogna avere per vivere qui in pianta stabile.
Roba che o ti arrendi a tutto e diventi un automa passivo come sono loro oppure te ne vai, perché altrimenti ne va della tua salute.
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perché non volevi fare i weekend fuori porta, non mi portavi i dolci quando ero triste, perché non volevi vedermi ogni giorno senza farmi pesare il tempo che passavamo insieme come un impegno? perché non potevi aver voglia anche tu di fare le cose con me? come vederci, uscire, andare a cena, provare cose nuove, visitare posti nuovi?
io ti avrei amato sotto ogni luce, sotto ogni colore, sotto ogni cielo. sempre.
ti avrei davvero tenuto per mano fino ai nostri ultimi giorni, ma più passa il tempo più mi rendo conto che le mie richieste non erano così esagerate o assurde. è questo che mi fa arrabbiare. io mi sono adattata così tanto a te, al tuo modo di vedere le cose e di fare e di vivere...
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organizzare un normale weekend fuori porta con le mie amiche è diventato impossibile allora ho deciso di prenotare con cancellazione gratuita in 4 strutture diverse, una per ogni caso a seconda di quante conferme riceverò
#sarò forse la prima utente bannata da booking per eccessive prenotazioni allo stesso nome#e avrebbero pure ragione#non ci posso credere sono diventata la persona del gruppo che organizza#e devo tenere pure in conto le intolleranze le gravidanze gli allattamenti ecc
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Il mio cervello e il mio cuore hanno divorziato una decina d’anni fa su chi fosse da biasimare per il gran casino che sono diventato.
Alla fine non potevano più stare nella stessa stanza l’uno con l’altro.
Ora la mia testa e il mio cuore si dividono la custodia di me.
Durante la settimana sto con il mio cervello, mentre nei weekend sto con il mio cuore.
Non si parlano mai.
Invece, ogni settimana mi danno lo stesso biglietto da dare all’altro
e i biglietti che si mandano dicono sempre la stessa cosa:
“È tutta colpa tua”.
La domenica il mio cuore si lamenta di come la mia testa mi ha deluso in passato, e il mercoledì la mia testa elenca tutte le volte che il mio cuore mi ha rovinato il futuro.
Si danno la colpa a vicenda per come è diventata la mia vita.
Ci sono state un sacco di urla – e di pianti – ultimamente,
per questo sto trascorrendo molto tempo con la mia pancia
che mi fa da terapeuta non ufficiale.
La maggior parte delle notti, sgattaiolo fuori dalla finestra della mia cassa toracica, scivolo lungo la spina dorsale e mi accascio sulla poltrona di pelle della mia pancia che è sempre disponibile per me.
E siedo, siedo, siedo, siedo finché non sorge il sole.
Ieri sera, la mia pancia mi ha chiesto se non è difficile essere sempre preso in mezzo tra il mio cuore e la mia testa.
Ho annuito.
Ho detto che non so se riuscirei a vivere ancora con l’uno o con l’altra.
Le ho detto “il mio cuore è sempre triste per qualcosa che è successo ieri, mentre la mia testa è sempre preoccupata per qualcosa che potrebbe accadere domani”.
La mia pancia mi ha stretto la mano.
“Non riesco più a vivere con i miei errori del passato o con la mia ansia per il futuro”, ho sospirato.
La mia pancia mi ha sorriso e mi ha detto: “In questo caso, dovresti andare a stare con i tuoi polmoni per un po’”.
Ero confuso, e l’espressione del mio volto lo diceva chiaramente.
“Se l’ossessione del tuo cuore per il passato e della tua mente per il futuro ti ha sfinito, i polmoni sono il posto perfetto per te.
Nei tuoi polmoni non c’è ieri e non c’è nemmeno domani. C’è solo adesso.
C’è solo inspirazione. C’è solo espirazione. C’è solo questo momento. C’è solo il respiro, e in quel respiro puoi riposare mentre il cuore e la testa lavorano sulla loro relazione”.
Questa mattina, mentre la mia mente era impegnata a leggere le foglie di tè e il mio cuore fissava vecchie fotografie,
ho preparato una piccola borsa e mi sono avvicinato all’ingresso dei miei polmoni.
Prima ancora che potessi bussare, hanno aperto la porta con un sorriso e mentre un respiro mi abbracciava, mi hanno detto
“Perché ci hai messo tanto?”
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Quindi per questo weekend lungo/ponte festivo non ho ricevuto alcun invito per qualche festa o serata di halloween in cui sfoggiare un costume o almeno un look particolare nè tantomeno ho in programma un bel viaggetto fuori porta... in compenso ho la possibilità di farmi una mega maratona di 9-1-1 su Disney + e consolarmi con un Chupa Chups
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Cinque minuti, Porta a Porta, Tg2 Post, ReStart, Il cavallo e la torre, Linea Notte, Rebus, In mezz’ora, Agorà (e Agora Weekend), 4 di Sera (e 4 di Sera Weekend), Diario del Giorno, Omnibus, Coffe Break, L’aria che tira, Tagadà, Otto e mezzo, Tango, Il Confronto, Di Martedì, Piazzapulita, In altre parole, Accordi e disaccordi, E’ sempre Cartabianca, Fuori dal coro, Dritto e rovescio, Quarta Repubblica e gli ultimi arrivati L’Altra Italia e Lo stato delle cose. Ecco a voi l’elenco di tutti i talk politici attualmente in campo sui canali generalisti, ai quali andrebbero aggiunti Zona Bianca (che appare e scompare dal palinsesto) e gli ‘stagionali’ In onda e FiloRosso.
Dall'articolo "Talk politici, genere ormai saturo. La tv invasa da oltre trenta titoli" di Massimo Falcioni
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Days 81 - 84
Friday - Day 81
Totale caffè, 2. Pranzato con risotto alla milanese, visto Lost Highway (bellissimo, ma Lynch è una sicurezza per me), cenato fuori nel locale dove ho suonato con un ottimo hamburger di Black Angus. Vari amari, prosecco, birra.
Saturday - Day 82
Totale caffè, 2. Pranzato al cinese fusion, grave errore di valutazione. Mangiato diversi tipi di sushi (highlight: quello con le fragole sopra, spettacolare) e altri piatti tra cui un buon ramen con pancetta di maiale, brodo e verdure. Ma tutto ciò mi ha riempito tanto che non ho cenato affatto, non ne sentivo il bisogno.
Sunday - Day 83
Totale caffè 2. Quando tua figlia ti chiede le lasagne, tu fai le lasagne. A pranzo, dunque, lasagne, e a cena hamburger casalinghi e patate arrosto.
Monday - Day 84
Totale caffè 2. Depressione da rientro in ufficio. A pranzo: calamari fritti, seppia fritta, cavolo viola e pomodori arrosto. A cena: tre pezzi di pinsa con verdure varie alla pinseria sotto casa (highlight: quella con i peperoni).
Sto facendo fatica a stare dentro con i tempi delle cose che vorrei fare ogni giorno. Il disegno, un po' di pesi, gli esercizi per la chitarra. Una doccia. Una colazione decente. Non vedere le facce di merda per il minuto di ritardo sulla timbratura (attenzione: non ad arrivare in ufficio. Per arrivare, arrivo giusto: è che bisogna avviare questo sito per timbrare dal proprio PC nonostante la porta d'ingresso registri già il dipendente,e questo sito fa schifo al cazzo). Però pezzo dopo pezzo, cerco di non rinunciare proprio a tutto. Non ho ancora prenotato l'hotel a Milano e sospetto che io e il collega, il 16, finiremo per dormire in auto. La connessione è sparita per l'intero weekend - il cavo fibra era stato scollegato nell'armadio di strada. Tecnico rincoglionito? Sabotaggio? Sta di fatto che ciò ha mandato a puttane la mia idea di guardare El Topo oppure La Montagna Sacra. Recupererò.
Porgo il fianco alle critiche come San Sebastiano trafitto dalle frecce, non mi interessa più nulla. Vorrei essere sereno, e ogni tanto mi riesce - un abbraccio prolungato con le persone che riempiono la mia vita, una risata o due sui letti, un sorriso al momento giusto - e quindi cerco di accontentarmi. Cerco di ricordarmi che after all it's only a game.
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Metto finalmente ora i piedi sotto le coperte dopo le nove ore di oggi no stop ed un weekend intenso, tra il lavoro, gite fuori porta contro il tempo, un miscuglio di emozioni, sbalzi d'umore, carezze e discussioni, parole di un certo spessore, ciclo e freddo polare. Stanotte dormo come un sasso, e domattina la prendo per me stessa, prima di iniziare il turno pomeridiano.
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Trade Unions
Sul lato opposto della strada fuori dalla finestra del mio ufficio, ci sono, in sequenza da sinistra a destra, lo studio di un fotografo, una parrucchiera e un bar. Fanno tutti e tre parte del piano terra di un antico palazzo grigio e perennemente in ristrutturazione. Il primo ad iniziare la giornata lavorativa è il bar, ovviamente, che trovo già aperto quando arrivo alla mattina. Poco dopo, magari mentre bevo il primo caffè brodoso della giornata, vedo il fotografo mettere la sua moto nel parcheggio all’angolo della strada, accanto al bar. Chiude il manubrio con un pesante lock nero, si toglie il casco ed entra a far colazione al bar, prima di alzare la serranda del suo laboratorio. Esce senza salutare, come se fosse un’azione autonoma scissa dalla sua personalità. La parrucchiera è l’ultima ad incominciare. Non appena le giornate incominciano a riscaldarsi, a metà mattina, il titolare del bar mette una piccola panchina di legno fuori dalla vetrina del locale, tra lui e la parrucchiera, e arriva sempre un po’ di gente a fare capannello. Il lunedì, l’argomento principale è lo sport, mentre già da giovedì iniziano le lamentele per il tempo che farà nel weekend e le incombenze con mogli e nipoti. Tra una cliente e l’altra, la proprietaria del salone esce e partecipa, seppur per poco tempo, a queste conversazioni, che attirano alle volte anche sei o sette nuovi astanti. Il fotografo invece non esce mai, se non per far capolino dall’uscio del suo studio e ridere delle cose vengono dette. Sempre verso metà mattina, il barista esce ogni giorno con un vassoio e porta caffè e cappuccino sia a lui che alla parrucchiera, che di quando in quando ordina anche qualcosa per le sue clienti, soprattutto acqua o tè freddo, se fa caldo. Quando entra qualche cliente nel salone, sento dalla mia scrivania il rumore del campanello della porta.

Rimanendo aperto anche durante l’ora di pranzo, facendo da piccola tavola fredda, il bar riceve consegne da parte dei corrieri anche per gli altri due negozi. Di solito arrivano un paio di furgoni intorno all’una, a consegnare prodotti di bellezza e risme di plastica, quando la via è vuota e invasa dal sole, che sembra una strada di un villaggio del far west prima dell’inizio di un duello. Lasciano il rumoroso motore acceso, il barista esce, si fa lasciare il pacco sulla panca mentre firma la bolla d’accompagnamento e lo porta ai vicini non appena riaprono, intorno alle tre e mezza del pomeriggio. Lo fa sorridendo, ogni volta come se fosse la prima, allungandosi sugli usci e chiamando i due colleghi di attività col suo vocione dialettale da persona del Nord.
È un meccanismo perfetto, tenuto insieme dalla routine e, se vogliamo, dalla necessità di mantenere vivo il proprio lavoro. Siamo quotidianamente strattonati, contesi e sbatacchiati da necessità di guadagnare, malattie, impegni, visite mediche urgenti, divani, lavori in casa: da soli non ce la potremmo mai fare. Ogni giorno, tutto il giorno. Anche nel calcio è così, soprattutto nel tanto vituperato calcio moderno. In squadra, ormai, come se fosse una guida, ci vuole un tratto d’unione, una persona e un ruolo in grado di tessere le fila e dare costante sicurezza in caso di bisogno. Nel calcio di oggi, privo, ormai, di terzini puri, da 4-4-2 per intenderci, Robin Gosens è diventato questo tipo di calciatore. In difesa, sì, ma sempre presente anche quando bisogna dare una mano, servire chi sta davanti e chi, soprattutto, non ha la stessa continuità alle redini della squadra.
Il calcio, come il lavoro, deve essere un diritto fruibile a tutti. Deve essere universale, non deve rifarsi ad utopie o fatalismi. Le concezioni olandesi prima e sacchiane poi del gioco del pallone si riflettono totalmente nelle teorie di squadra adottate da Gasperini dal 2017, anno in cui Robin Gosens arrivò all’Atalanta: non siamo una squadra milionaria ma possiamo farcela, almeno sotto l’aspetto del gioco. Basta lavorare. Gosens ha quindi dovuto, in quel cantiere sportivo ai piedi delle Alpi Retiche, sudarsi una maglia da titolare. Gli esterni a Bergamo non sono mai mancati, ma cercando quella maglia si è creato uno spazio su misura, efficace e duraturo.
È un ruolo, il suo, che nell’Atalanta è andato oltre il fare la classica “spola”. Gosens non è un “motorino” degli anni Novanta (vi ricordate Marco Sgrò e la noiosa dialettica sulla sua quasi servile instancabilità?) e non è nemmeno un “pendolino” degli anni duemila. Queste similitudini futuriste non si addicono ad un giocatore sensibile alla scienza tattica come lui. Empiricamente, il tedesco ha cercato sempre di partire da tentativi ed esperienze, per affinare il suo ruolo in campo. È un tedesco, uno abituato a pensare come porebbe pensare un illuminista europeo.
Questo si chiama lavorare.
Mi domando se le tre persone dalle quali siamo partiti, quando io non sono a lavoro, magari per i weekend, non cambino atteggiamenti nei confronti l’una dell’altra. Se per esempio il sabato mattina, con gli uffici della zona chiusi, i ragazzi delle scuole a casa ed i loro genitori indaffarati a fare spesa o a valutare le offerte negli autosaloni, non stentino a salutarsi. O se non programmino una consegna in un orario in cui il negozio è aperto, per non disturbare il vicino.
Nelle azioni di tutti giorni, che compiamo o che vediamo compiere, risiede il nostro far parte di un’umanità che non potrebbe mai resistere senza imparare da queste stesse azioni.
#robingosens#ufficiosinsitri#football#notomodernfootball#footballstorytelling#atalanta bc#thebeautifulgame#left#footballstories#seriea#deutschland#fcinternazionale#heracles
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Felicità è vedere sempre il bicchiere mezzo pieno
Fine marzo, il periodo in cui si inizia a programmare le vacanze, cercare la destinazione dove rilassarsi e rigenerarsi. Da tredici anni a questa parte, non andiamo in vacanza, nemmeno un weekend fuori porta. La nostra vita, 365 all’anno la trascorriamo a casa e questo non mi pesa, tutt’altro. Bisogna saper accettare quanto la vita ti offre e ti toglie, non serve a nulla rammaricarsene, se non a…

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#20 marzo#aquila#As-sahra&039; Ash-sharqiyah#beduini#bicchiere mezzo pieno#camosci#deserto#felicità#Ghiacciaio della Tribolazione#giornata internazionale della felicità#Mar Ego#marmotte#Meditterraneo#Oceano Indiano#snorkelling#stambecchi#tè nel deserto#tramonto#trekking#vacanze#Valnontey
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Un Borgo incantevole tra i vigneti del Prosecco, è uno dei più belli d'Italia
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Daniele Cacciuolo: (Gela - CL): pizza d'autore… E poi musica e divertimento con Dopocena, ogni venerdì

Che si fa al Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot, a Gela (Caltanissetta) ogni venerdì sera, dopo essersi gustati la pizza d'autore di questo spazi (2 Spicchi Gambero Rosso 2024)? Si balla e si canta, dalle 23:30 con un evento che è già un grande successo, Dopocena. Ad esempio, venerdì 10 gennaio la musica, il sound e l'intrattenimento sono quelli di Silvio Randazzo, music time machine in grado di far divertire chiunque.
Daniele Cacciuolo, pizzaiolo e chef campano in forte ascesa nel vivace scenario delle pizzerie italiane d'eccellenza, gestisce, in Sicilia, a Gela, in provincia di Caltanissetta, un locale che da qualche tempo porta il suo nome... e che è sold out, ogni sera o quasi.
Il suo sorriso contagioso è quello che tutti vorremmo trovare entrando in un ristorante, perché 'andare a mangiare fuori' non è solo nutrirsi, ovviamente. E' voglia di sentirsi accolti da chi fa l'oste, ad ogni livello. E Daniele sembra che il suo lavoro lo faccia proprio volentieri. "Sono determinato ed ambizioso e ogni giorno lavoro per crescere", dice Daniele. Lo dice però mentre sorride, con la consapevolezza che non si può cambiare il mondo sfornando Margherite... ma senz'altro si può cambiare la serata di chi, almeno ogni tanto, ha proprio bisogno di rilassarsi.
"Venire nel mio locale vuol dire regalarsi una esperienza. Ognuno sceglie la sua, un ambiente curato in ogni dettaglio. Siamo a Gela, ma potremmo essere a Milano o altrove. Anzi, ci sono progetti per aprire anche altrove", spiega con tono deciso ma sempre coinvolgente, senza mai alzare la voce. "La nostra Margherita costa 7 euro, non 25, ed è fatta con i migliori prodotti disponibili sul mercato. Credo che la pizza, che è un piatto povero, popolare, non debba costare una follia".
Come state leggendo, Cacciuolo vuol crescere. Anzi, vuol continuare a crescere. La sua Bella Napoli, a Gela (CL) nel 2022 era già stata premiata come migliore pizzeria in Sicilia (Ali Food Sicily) e nello stesso anno Cacciuolo ha partecipato a Parola di Chef su Sky. Nell'anno successivo, il 2023, è uscito "Spicchi di felicità" (Mondadori), un libro che racconta il suo approccio gioioso al cibo e quest'anno, nel 2024 sono successe due cose senz'altro ancora più importanti... anche perché i libri, anche quelli riusciti, non si possono mangiare.
A marzo 2024 Bella Napoli ha cambiato nome ed è diventata Daniele Cacciuolo Pizzeria Bistrot, per differenziarsi e legarsi ancora di più al suo pizzaiolo / chef patron. Da allora è sold out ogni giorno. Non per caso è stata premiata con Due Spicchi dal Gambero Rosso, un riconoscimento davvero importante. La strada per crescere ancora è lunga, ma la direzione è precisa, definita. La pizza, per Daniele, sua moglie Marzia e per i loro collaboratori, non è in fondo l'obiettivo, è un mezzo.
"Il nostro obiettivo comune è far star bene le persone, regalare loro Spicchi di felicità, come dice il titolo che ho scritto con Gabriele Parpiglia", continua Cacciuolo. "Mia moglie Marzia è oggi una figura fondamentale. E' lei che accoglie gli ospiti, è lei che si occupa della formazione del personale di sala. Ha sposato prima me e poi il mio lavoro. Si occupava di energie rinnovabili e oggi come me lavora ogni sera, fino a tardi, sempre con il sorriso. Non solo mi supporta e mi supporta. Senza di lei non saprei come raggiungere gli obiettivi che ho in mente".
Tra le tante novità che Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot propone dall'autunno '24, ecco il Dopocena musicale del venerdì sera, che è ovviamente già un successo. Dalle 23 e 30, dopo essersi gustati un'ottima pizza, si resta al proprio tavolo per ascoltare ottima musica proposta da dj e musicisti professionisti. Anzi, è quasi impossibile non comincia a ballare e cantare, per iniziare il weekend nel modo giusto.
Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot
Lungomare Federico II di Svevia, 70, 93012 Gela (CL)
Prenotazioni, info: +39 3925715086
Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistro su Instagram e Facebook
https://www.instagram.com/daniele_cacciuolo/
"Spicchi di felicità" libro di Daniele Cacciuolo (Mondadori), scritto con Gabriele Parpiglia
bit.ly/46FRWu7
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Daniele Cacciuolo: (Gela - CL): pizza d'autore… E poi musica e divertimento con Dopocena, ogni venerdì

Che si fa al Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot, a Gela (Caltanissetta) ogni venerdì sera, dopo essersi gustati la pizza d'autore di questo spazi (2 Spicchi Gambero Rosso 2024)? Si balla e si canta, dalle 23:30 con un evento che è già un grande successo, Dopocena. Ad esempio, venerdì 10 gennaio la musica, il sound e l'intrattenimento sono quelli di Silvio Randazzo, music time machine in grado di far divertire chiunque.
Daniele Cacciuolo, pizzaiolo e chef campano in forte ascesa nel vivace scenario delle pizzerie italiane d'eccellenza, gestisce, in Sicilia, a Gela, in provincia di Caltanissetta, un locale che da qualche tempo porta il suo nome... e che è sold out, ogni sera o quasi.
Il suo sorriso contagioso è quello che tutti vorremmo trovare entrando in un ristorante, perché 'andare a mangiare fuori' non è solo nutrirsi, ovviamente. E' voglia di sentirsi accolti da chi fa l'oste, ad ogni livello. E Daniele sembra che il suo lavoro lo faccia proprio volentieri. "Sono determinato ed ambizioso e ogni giorno lavoro per crescere", dice Daniele. Lo dice però mentre sorride, con la consapevolezza che non si può cambiare il mondo sfornando Margherite... ma senz'altro si può cambiare la serata di chi, almeno ogni tanto, ha proprio bisogno di rilassarsi.
"Venire nel mio locale vuol dire regalarsi una esperienza. Ognuno sceglie la sua, un ambiente curato in ogni dettaglio. Siamo a Gela, ma potremmo essere a Milano o altrove. Anzi, ci sono progetti per aprire anche altrove", spiega con tono deciso ma sempre coinvolgente, senza mai alzare la voce. "La nostra Margherita costa 7 euro, non 25, ed è fatta con i migliori prodotti disponibili sul mercato. Credo che la pizza, che è un piatto povero, popolare, non debba costare una follia".
Come state leggendo, Cacciuolo vuol crescere. Anzi, vuol continuare a crescere. La sua Bella Napoli, a Gela (CL) nel 2022 era già stata premiata come migliore pizzeria in Sicilia (Ali Food Sicily) e nello stesso anno Cacciuolo ha partecipato a Parola di Chef su Sky. Nell'anno successivo, il 2023, è uscito "Spicchi di felicità" (Mondadori), un libro che racconta il suo approccio gioioso al cibo e quest'anno, nel 2024 sono successe due cose senz'altro ancora più importanti... anche perché i libri, anche quelli riusciti, non si possono mangiare.
A marzo 2024 Bella Napoli ha cambiato nome ed è diventata Daniele Cacciuolo Pizzeria Bistrot, per differenziarsi e legarsi ancora di più al suo pizzaiolo / chef patron. Da allora è sold out ogni giorno. Non per caso è stata premiata con Due Spicchi dal Gambero Rosso, un riconoscimento davvero importante. La strada per crescere ancora è lunga, ma la direzione è precisa, definita. La pizza, per Daniele, sua moglie Marzia e per i loro collaboratori, non è in fondo l'obiettivo, è un mezzo.
"Il nostro obiettivo comune è far star bene le persone, regalare loro Spicchi di felicità, come dice il titolo che ho scritto con Gabriele Parpiglia", continua Cacciuolo. "Mia moglie Marzia è oggi una figura fondamentale. E' lei che accoglie gli ospiti, è lei che si occupa della formazione del personale di sala. Ha sposato prima me e poi il mio lavoro. Si occupava di energie rinnovabili e oggi come me lavora ogni sera, fino a tardi, sempre con il sorriso. Non solo mi supporta e mi supporta. Senza di lei non saprei come raggiungere gli obiettivi che ho in mente".
Tra le tante novità che Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot propone dall'autunno '24, ecco il Dopocena musicale del venerdì sera, che è ovviamente già un successo. Dalle 23 e 30, dopo essersi gustati un'ottima pizza, si resta al proprio tavolo per ascoltare ottima musica proposta da dj e musicisti professionisti. Anzi, è quasi impossibile non comincia a ballare e cantare, per iniziare il weekend nel modo giusto.
Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot
Lungomare Federico II di Svevia, 70, 93012 Gela (CL)
Prenotazioni, info: +39 3925715086
Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistro su Instagram e Facebook
https://www.instagram.com/daniele_cacciuolo/
"Spicchi di felicità" libro di Daniele Cacciuolo (Mondadori), scritto con Gabriele Parpiglia
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Daniele Cacciuolo: (Gela - CL): pizza d'autore… E poi musica e divertimento con Dopocena, ogni venerdì

Che si fa al Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot, a Gela (Caltanissetta) ogni venerdì sera, dopo essersi gustati la pizza d'autore di questo spazi (2 Spicchi Gambero Rosso 2024)? Si balla e si canta, dalle 23:30 con un evento che è già un grande successo, Dopocena. Ad esempio, venerdì 10 gennaio la musica, il sound e l'intrattenimento sono quelli di Silvio Randazzo, music time machine in grado di far divertire chiunque.
Daniele Cacciuolo, pizzaiolo e chef campano in forte ascesa nel vivace scenario delle pizzerie italiane d'eccellenza, gestisce, in Sicilia, a Gela, in provincia di Caltanissetta, un locale che da qualche tempo porta il suo nome... e che è sold out, ogni sera o quasi.
Il suo sorriso contagioso è quello che tutti vorremmo trovare entrando in un ristorante, perché 'andare a mangiare fuori' non è solo nutrirsi, ovviamente. E' voglia di sentirsi accolti da chi fa l'oste, ad ogni livello. E Daniele sembra che il suo lavoro lo faccia proprio volentieri. "Sono determinato ed ambizioso e ogni giorno lavoro per crescere", dice Daniele. Lo dice però mentre sorride, con la consapevolezza che non si può cambiare il mondo sfornando Margherite... ma senz'altro si può cambiare la serata di chi, almeno ogni tanto, ha proprio bisogno di rilassarsi.
"Venire nel mio locale vuol dire regalarsi una esperienza. Ognuno sceglie la sua, un ambiente curato in ogni dettaglio. Siamo a Gela, ma potremmo essere a Milano o altrove. Anzi, ci sono progetti per aprire anche altrove", spiega con tono deciso ma sempre coinvolgente, senza mai alzare la voce. "La nostra Margherita costa 7 euro, non 25, ed è fatta con i migliori prodotti disponibili sul mercato. Credo che la pizza, che è un piatto povero, popolare, non debba costare una follia".
Come state leggendo, Cacciuolo vuol crescere. Anzi, vuol continuare a crescere. La sua Bella Napoli, a Gela (CL) nel 2022 era già stata premiata come migliore pizzeria in Sicilia (Ali Food Sicily) e nello stesso anno Cacciuolo ha partecipato a Parola di Chef su Sky. Nell'anno successivo, il 2023, è uscito "Spicchi di felicità" (Mondadori), un libro che racconta il suo approccio gioioso al cibo e quest'anno, nel 2024 sono successe due cose senz'altro ancora più importanti... anche perché i libri, anche quelli riusciti, non si possono mangiare.
A marzo 2024 Bella Napoli ha cambiato nome ed è diventata Daniele Cacciuolo Pizzeria Bistrot, per differenziarsi e legarsi ancora di più al suo pizzaiolo / chef patron. Da allora è sold out ogni giorno. Non per caso è stata premiata con Due Spicchi dal Gambero Rosso, un riconoscimento davvero importante. La strada per crescere ancora è lunga, ma la direzione è precisa, definita. La pizza, per Daniele, sua moglie Marzia e per i loro collaboratori, non è in fondo l'obiettivo, è un mezzo.
"Il nostro obiettivo comune è far star bene le persone, regalare loro Spicchi di felicità, come dice il titolo che ho scritto con Gabriele Parpiglia", continua Cacciuolo. "Mia moglie Marzia è oggi una figura fondamentale. E' lei che accoglie gli ospiti, è lei che si occupa della formazione del personale di sala. Ha sposato prima me e poi il mio lavoro. Si occupava di energie rinnovabili e oggi come me lavora ogni sera, fino a tardi, sempre con il sorriso. Non solo mi supporta e mi supporta. Senza di lei non saprei come raggiungere gli obiettivi che ho in mente".
Tra le tante novità che Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot propone dall'autunno '24, ecco il Dopocena musicale del venerdì sera, che è ovviamente già un successo. Dalle 23 e 30, dopo essersi gustati un'ottima pizza, si resta al proprio tavolo per ascoltare ottima musica proposta da dj e musicisti professionisti. Anzi, è quasi impossibile non comincia a ballare e cantare, per iniziare il weekend nel modo giusto.
Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistrot
Lungomare Federico II di Svevia, 70, 93012 Gela (CL)
Prenotazioni, info: +39 3925715086
Daniele Cacciuolo Pizzeria e Bistro su Instagram e Facebook
https://www.instagram.com/daniele_cacciuolo/
"Spicchi di felicità" libro di Daniele Cacciuolo (Mondadori), scritto con Gabriele Parpiglia
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