#ventennio fascista
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" Il 31 ottobre 1926, durante una grande adunata fascista a Bologna, un colpo di pistola viene sparato contro il ‘Duce’. Chi ha sparato? Il fatto è ancora avvolto nel più grande mistero. Un ragazzo di 16 anni, tale Zamboni, ex fascista, viene conclamato autore del gesto e trucidato sul posto, sotto gli stessi occhi del ‘Duce’. È l’uragano che, stavolta, sconvolge tutta l’Italia. Gli oppositori più in vista sono obbligati a sottrarsi alla furia e le loro case vengono saccheggiate. I giornali avversi al regime sono distrutti. Dovunque, sono giornate di terrore. Quel giorno, io ero a Cagliari, a casa mia. Verso le nove di sera, un amico, trafelato, venne ad avvisarmi che i fascisti suonavano l’adunata di guerra. Io uscii con lui per vedere di che si trattava. Sulla porta di strada, un altro amico mi riferì la notizia che era arrivata ai fascisti ed alla prefettura la notizia dell‘attentato al ’Duce’. «Ho potuto segretamente avere copia del telegramma. Qui, tutti i fascisti sono stati convocati d‘urgenza per le rappresaglie. La tua casa e la tua vita sono in pericolo. Abbandona la città o nasconditi in una casa sicura.» Mentre parlava, arrivavano da più parti gli squilli di tromba con cui, nei differenti rioni, gli squadristi suonavano l’adunata. Salii in casa, licenziai la donna di servizio. Non dovevo pensare che a me stesso. Ridiscesi. Altri amici in piazza erano corsi ad informarsi: i fascisti si adunavano nella loro sede centrale; le automobili erano in movimento per il trasporto più rapido, grida di morte si udivano qua e là contro di me. Andai a pranzare in un ristorante, a pochi metri da casa.
Mentre pranzavo, mi giungevano via via le notizie: i teatri, i cinema, i pubblici ritrovi erano stati fatti chiudere tutti; le squadre fasciste circolavano armate; alla sede del fascio organizzavano la spedizione punitiva contro di me; i capi esaltavano i gregari con discorsi incendiari; io ero la vittima designata; fra mezz‘ora sarebbe cominciata l’azione. Il cameriere, che mi serviva, era stato alle mie dipendenze durante la guerra. Era diventato fascista in seguito, ma non poteva dimenticare un certo rispetto per il suo antico ufficiale. Era molto imbarazzato quella sera, e non osava parlarmi. Tentò più volte, ma io non lo incoraggiai. Finalmente mi disse: «Signor capitano, io so quali ordini ci sono. La scongiuro, non ritorni a casa: parta subito. Si tratterà solo di qualche giorno. Poi vedrà che tutto diventerà normale». «Credi tu» gli chiesi «che io abbia ragione o torto?» «Lei ha ragione» mi rispose arrossendo e prendendo macchinalmente la posizione militare d’attenti. «E allora, perché dovrei fuggire?» La mia domanda lo imbarazzò ancor di più. Non aggiunse parola. Andando via, gli chiesi: «Perché sei diventato fascista?» «I tempi sono difficili. Mi hanno promesso tante cose… Chi può vivere contro i fasci?» "
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Einaudi (collana ET Scrittori n° 1037), 2008⁴, pp. 168-170.
NOTA: Questo memoriale antifascista fu pubblicato dall'autore in esilio a Parigi dapprima nel 1931 per un pubblico internazionale, quindi nel 1933 in lingua italiana (col significativo sottotitolo Fascismo visto da vicino) dalla casa editrice parigina "Critica". Il libro fu edito in Italia già nel 1945 dall'editore Einaudi nella Collana "Saggi".'
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tra la legge sulla maternità surrogata, l’inutilissimo e inumano campo di raccolta in albania (per cui sono stati spesi miliardi a discapito di ulteriori tagli sulla sanità), la proposta di legge sulla depenalizzazione del reato di tortura, le manganellate ai manifestanti, la guerriglia con la magistratura, la manipolazione della tv di stato (la rai è diventata una porcata peggio che mai), questo stato si sta trasformando in una rivisitazione new age di quello del ventennio fascista e questa cosa mi fa estremamente paura, però man mano che andremo avanti in questo schifo ricordiamocelo serenamente che questi li avete messi voi al governo non andando a votare e/o votandoli
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Quirinello, un sogno, forse una favola, spesso un incubo.
Le migliori perle del peggiore, forse il più subdolo, certamente il più nazi-europeista.
"Nessun movimento può mettere in discussione l'Unione Europea."
- Mattarella, 14 settembre 2018
"Nel ventennio fascista non era permesso avere un pensiero autonomo, si doveva soltanto credere."
- Mattarella, 25 aprile 2019
"La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva"
- Mattarella, 25 aprile 2019
"Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla VACClNAZlONE, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui."
- Mattarella, 5 settembre 2021
@ChanceGardiner
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Oggi a Cesena il primo meeting europeo sul patrimonio architettonico “dissonante”, curioso aggettivo per dire “fascista”. Se ho capito bene (il comunicato stampa è scritto in gergo) non si parlerà di abbattere edifici razionalisti ma di osservarli recitando gli slogan irrazionalisti del presente: inclusività, interculturalità, sostenibilità... Niente di grave, dunque, solo chiacchiere di architetti e di assessori. E però l’iniziativa mi ha suscitato una domanda: quale potrebbe essere l’architettura dissonante odierna? Io direi i capannoni Amazon. Anch’essi, come i palazzi del Ventennio, sono “costruiti in periodi storici difficili”. Anch’essi sono o saranno oggetto di “contestazioni sociali sui valori che trasmettono”. I capannoni Amazon trasmettono desertificazione commerciale dei centri storici e condizioni insopportabili di lavoro (lo dicono i sindacati, lo mostra la BBC, lo capisce chiunque sollevi lo sguardo egoista dal proprio pacchetto e veda l’affanno di chi lo ha consegnato). Tutto molto dissonante e molto contemporaneo. Mentre architetti e assessori sono occupati ad ascoltare le dissonanze di un secolo fa.
by Camillo Langone, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2023/11/30/news/i-capannoni-amazon-come-i-palazzi-del-ventennio-fascista-5962104/
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La squadraccia sionista fa probabilmente parte di quel gruppo di picchiatori radunati, il 25 aprile, sotto gli striscioni della Brigata ebraica, agli ordini di un tale che si esibiva, tra l’altro, in un’aggressione all’inviata di Rete4.
Quel giorno quel gruppo evidentemente organizzato militarmente – tutti in divisa, tutti chiaramente “iper-allenati” – non riuscendo a praticare l’aggressione per cui si erano evidentemente preparati, si esibirono in un vasto campionario classiche di minacce fascistoidi, fino ad augurare stupri alle donne presenti in piazza in sostegno della Palestina, oltre che gettando petardi e oggetti contundenti agli antifascisti presenti.
La scelta di Rubio come primo soggetto della vendetta sionista, uscita politicamente malissimo dalla figuraccia del 25 aprile, non è casuale, data l’alta visibilità del personaggio che non si è mai sottratto dal sostegno alla causa palestinese. Rubio che peraltro aveva già pagato in prima persona, in termini lavorativi, la sua presa di parola.
Poche settimane fa, dalle più alte cariche dello Stato d’Israele era stata lanciata l’idea di gruppi paramilitari di “autodifesa” (leggasi, repressione si ogni sentimento antisionista) in ogni Stato occidentale, di fatto rendendo pubblica una prassi che già da anni attraversa le città di mezza Europa.
A noi non resta che esprimere tutta la nostra solidarietà a Chef Rubio, vittima di un vile attacco sionista che ricorda in pieno le modalità tipiche del buio ventennio fascista.
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LO SPIRIT DE MILAN
PA', tu lo sai quanto ho sempre parlato bene del sindaco Sala ma non lo voto piu'. Milano e' diventata una citta' pericolosa e insicura".
- "Giu' , ma la sicurezza non e' tutta priorita' del Sindaco. Deve muoversi il Prefetto e il Ministero degli Interni. Sono loro che gestiscono polizia e carabinieri. Sono questi che devono assicurare la sicurezza"
- Ma si, Pa', io non sto criticando il sindaco sulla sicurezza ma sono incazzata perche' il sindaco la nega questa emergenza. Lui dice che non c'e' alcuna emergenza, che non si deve fare allarmismo. Beh, quando sono venuta a Milano, la notte alle 2, alle3, prendevo tranquillamente la bici, tornavo a casa e mi sentivo sicura. Adesso no. Ai parcheggi trovi sempre qualcuno che vuole qualche euro per aiutarti a prendere la bici. Non e' un gran problema ma potresti incappare con gente che ti chiede altro, come e' successo a tanta altre gente: le scarpe, il telefonino, la borsa, l'orologio. No, no, l'insicurezza la tocchi con mano e Lui non fa nulla, anzi, nega. Invece dovrebbe mettersi con la tenda sotto la prefettura o sotto il ministero e non andar via fin quando non risolve il problema.
Questa cosa mi ha chiarito ancor piu' quello che penso da tanto. La sx e' ormai cosi salottiera e incapace di sostenere la gente laboriosa e onesta da non aver piu' futuro. Una forza politica che giustifica tutto dando la colpa alla poverta' non e' tollerabile. La poverta' non puo' giustificare le occupazioni abusive di case, i furti, gli scippi, l'anarchia sociale altrimenti ci ritroveremo sindaci come il candidato alle presidenziali Argentine (che rischia anche di vincere) : il fascista con la motosega. Tornare dietro di 100anni e vivere un nuovo ventennio non mi pare una gran cosa. @ilpianistasultetto
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L’impostazione è chiara e ricca di implicazioni: vi è stato un ventennio di dittatura fascista che ha dominato gli italiani con la forza della coercizione e ha tenuto il paese legato insieme con il filo di ferro della repressione e della paura, e vi è una nuova Italia che, prima con l’antifascismo clandestino, poi con la cobelligeranza e la resistenza partigiana, ha concluso la guerra nel fronte dei vincitori, intraprendendo con decisione il cammino della libertà e della democrazia. Alle potenze vincitrici, De Gasperi chiede di trattare con questa nuova Italia, democratica, antifascista e repubblicana, che armonizza in sé «le aspirazioni umanitarie di Giuseppe Mazzini, le concezioni universalistiche del cristianesimo e le speranze internazionaliste dei lavoratori». Questa impostazione poggia su due elementi fondanti. In primo luogo, la distinzione netta di responsabilità tra «fascismo» e «italiani», secondo la teoria della «parentesi» che Benedetto Croce vorrebbe vedere applicata all’intera storia di quel periodo. Stando a questo modello, il conflitto non è nato dalla volontà popolare, ma è una scelta del regime che tutta l’Italia ha subito: la liquidazione di Mussolini, operata dal re e salutata in tutte le piazze italiane da manifestazioni liberatorie, è la dimostrazione dell’estraneità del paese alla guerra e della mancanza di sentimenti ostili nei confronti di coloro che il fascismo ha indicato come nemici. Si tratta di una rielaborazione storicamente impropria che dimentica le folle di giovani in delirio il 10 giugno 1940 quando il duce annuncia da Palazzo Venezia l’entrata in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna, ma è in sintonia con uno stato d’animo diffuso nella popolazione che, dopo la primavera 1945, tende a rimuovere ciò che è accaduto per recuperare una dimensione di normalità. Ricondurre la responsabilità del conflitto al regime e alla sua violenza, senza considerare quanto quel regime abbia permeato la società italiana e quanti (intellettuali, professori, giornalisti, magistrati, burocrati, ufficiali, imprenditori, banchieri) l’abbiano sostenuto, è operazione che permette di dimenticare la guerra e le sue sofferenze e di non domandarsi di chi è stata davvero la colpa.
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La nuova serie di Zerocalcare mi ha rinfrescato il concetto su quanto Facebook sia ottimo per ritrovare le persone che non sentivi da un sacco di anni e subito dopo per ricordarti perché non le sentissi da un sacco di anni.
Di seguito un estratto di una chat FB del 2009 con un mio vecchio compagno di Liceo (bestemmiatore portuale) con cui mi assicuravo che stesse bene dopo l'incidente alla stazione di Viareggio.
Io: Ciao R.! Tutto bene con l'esplosione e l'incendio?!
RG: Grazie a Dio va tutto bene!
Io: Grazie al porcoddio, volevi dire! Diocane che botto!
RG: Gesù perdona! Non nominare il nome di Dio invano!
Io: AHAHAHAHA! Madonna assassina mi fai morire! Ma come va lì dio boia?
RG: Gesù perdona! T'HO DETTO DI NON NOMINARE IL NOME D'IDDIO INVANO!
Io: Ma non l'ho nominato invano... l'ho accompagnato con aggettivi superlativi dispregiativi di grado assoluto e nomi di animali, dio berva!
RG: Guarda che se succedono queste cose è colpa di chi non crede nell'unico e vero Gesù Cristo Salvatore figlio di Dio Onnipotente!
Io: Veramente è stata una cisterna di GPL a cui secondo me hanno fatto l'ultima manutenzione durante il ventennio fascista...
RG: Eh! A quei tempi ci tenevano che le cose funzionassero a dovere! Mica come ora che ci sono dapertutto donne e omosessuali a dettar legge!
Io: R... ti devo dire una cosa.
RG: Dimmi.
Io: Hai presente quella volta che durante l'occupazione della scuola stavi per trombare con F. ma poi sei scivolato ubriaco giù dalle scale antincendio e t'abbiamo portato in pronto soccorso tutto pisciato e vomitato?
RG: Sì...
Io: T'avevo chiuso fuori io.
RG: Cosa?! Ma perché?!
Io: Non so il perché ma dio maiale ora sì e fine dei sensi di colpa!
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Non sono l'anonimo di prima. Non voglio fare polemica. Pirandello aderì al fascismo più per convinzione o per necessità? (non è una scusante, è una constatazione, mi sembra di ricordare che aderirono al fascismo la maggior parte dei docenti universitari ). Ciò che scrive è tutto da buttare? (Secondo me no, però mi interessa la sua opinione) Voglio dire, da quel poco che ho letto mi sembra che dalle sue opere emerga una visione nichilista e assurda della realtà più che una visione ideologica "in linea" con gli ideali fasciste di ieri e ahimè di oggi (dio, patria, famiglia, identità, ecc. ecc). Ora che glielo scrivo mi viene il dubbio che il nichilismo sia fascista (non lo so, non credo, non tutto almeno! i no vax sì, cioè sì loro sono fascisti, ignoranti ma non nichilisti, non credo) cazzo, mi sono perso. Scusi il disturbo, buona serata. Grazie. Complimenti per il blog, è molto bello a partire dall'aggettivo "italianissimo" che m ricorda il cioccolato novi che adesso che è stato comprato da una multinazionale svizzera o francese è diventato ancora più italiano di prima. ecc ecc. Grazie, buonasera.
Faccio due premesse, la prima è che rispondevo ad un anon (che ha visto i tag di altri utenti al mio post) e quindi ho presupposto che il problema principale con la figura di Pirandello fosse l'adesione al fascismo, la seconda è che ho ricordi "scolastici" dello scrittore, nulla di più nulla di meno, quindi chiedo scusa se dirò boiate o inesattezze (e siete liberi di commentare). Comunque facendo una ricerca veloce su internet pare ci siano varie tesi a riguardo la sua adesione al fascismo, c'è chi dice che fosse sfiduciato dalla classe politica del tempo, chi invece pensa che il fascismo gli ricordasse gli ideali del risorgimento (di cui era ammiratore), quindi oserei dire che fosse più per convinzione che per necessità...? Sostanzialmente lui è un personaggio che in genere si collega poco al fascismo perché è morto nel 36 e non ha visto gli anni più bui del ventennio, e perché pare che nelle sue opere non sia presente l'ideale fascista (ora non so se dirti se in tutte o no), perché appunto come dici era conosciuto più per il nichilismo, ma dalle sue opere sembrava anche anarchico, anti-sistema, e queste cose qua facevano storcere il naso ai fascisti (ed è stato anche censurato dal regime se non erro).
Quindi da ignorante direi che no, non è tutto da buttare se l'ideale fascista non compare nella stragrande maggioranza dei suoi scritti, però preferisco non esprimere un'opinione più approfondita perché davvero, ammetto la mia ignoranza a riguardo e ho paura di dire stupidaggini.
Grazie per i complimenti <3, buona serata anche a te! (e per favore non darmi del lei, mi sento vecchia)
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“ Lipari è la migliore di tutte le isole in cui sono deportati gli oppositori al regime. Prima del fascismo, vi erano relegati i delinquenti comuni dichiarati incorreggibili. La zona riservata ai confinati era di un chilometro quadrato: attualmente è ridotta a poche centinaia di metri. Sentinelle e pattuglie sbarrano le vie d’accesso. Per cinquecento deportati prendevano servizio trecento agenti e militi fascisti. Attualmente vi sono cinquecento militi fascisti: dietro ogni deportato un milite. Solo pochi deportati, malati o con famiglia, possono abitare nelle case private: gli altri sono obbligati a dormire nelle caserme, dentro le mura di un antico castello. La popolazione simpatizza con i deportati, ma sono vietati i rapporti. In venti mesi, dal novembre cioè del 1927 all’agosto del 1929, io non ho potuto avvicinare che il medico. Il deportato deve vivere segregato dal mondo. I giornalisti stranieri che hanno visitato Lipari non hanno parlato che con gli agenti di polizia. Un giornalista americano, per il Natale del 1927, visitò l’Isola espressamente per passare le feste con il suo amico deputato Morea. Gli fu vietato lo sbarco. Il mare è continuamente guardato da barche, da motoscafi veloci della regia marina e da un canotto da guerra: su tutti vi erano riflettori e mitragliatrici; sul canotto c‘è anche un cannone. Di giorno e di notte, ispezionano le coste. Il controllo sulle navi che approdano nell’Isola, è fatto colle norme del tempo di guerra. Tutti gli estranei che sbarcano nell’Isola sono sottoposti a perquisizioni personali. “
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Einaudi (collana ET Scrittori n° 1037), 2008⁴, pp. 180-181.
NOTA: Questo memoriale antifascista fu pubblicato dall'autore in esilio a Parigi dapprima nel 1931 per un pubblico internazionale, quindi nel 1933 in lingua italiana (col significativo sottotitolo Fascismo visto da vicino) dalla casa editrice parigina "Critica". Il libro fu edito in Italia già nel 1945 dall'editore Einaudi nella Collana "Saggi".
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dopo aver letto le dichiarazioni di donna giorgia vorrei solo ricordare che matteo salvini non rischia sei anni di galera (che comunque dubito verrà condannato perché siamo in italia) perché ha “difeso i confini”, ma perché ha tenuto in ostaggio dei richiedenti asilo politico, in mezzo al mare, in condizioni pietose e disumane e, incredibile ma vero, in italia (stato di diritto aka democratico aka fondato anche sul principio di legalità aka qualsiasi istituzione dello stato deve agire secondo norme di legge) soltanto l’autorità giudiziaria può disporre (o comunque autorizzare le forze dell’ordine) la detenzione o qualsiasi forma di limitazione della libertà personale di un individuo
se matteo salvini avesse potuto fare quello che ha fatto qualche anno fa, in qualità di ministro e non di magistrato, significherebbe vivere nel ventennio fascista, se poi la destra italiana “finalmente” ammettesse che il loro obiettivo è l’accentramento dei pieni poteri e la distruzione della divisione montesquiana, sarebbe tutto molto più limpido
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POST LUNGO E NOIOSO SUI LUNGHI E NOIOSI FATTI POLITICI DEL GIORNO
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TEDIOSE E PUNTIGLIOSE PREMESSE
Secondo me, l'equivoco di fondo sta nell'uso e nel significato che si attribuisce al termine "fascismo".
Dal punto di vista storico, è chiaro che la parola individua il fenomeno sociale e politico verificatosi nel famigerato ventennio in Italia.
In seguito, in Italia e all'estero, si è iniziato a usare la parola "fascismo" per indicare regimi dittatoriali basati sulla negazione delle principali ed essenziali libertà civili.
In "fascismo" quindi quale dittatura per antonomasia, direbbero i linguisti.
In certi casi, paradossalmente, chi doverosamente attua una legge o una norma, viene definito fascista da chi si vede danneggiato. Così diventano fascisti il vigile urbano che multa l'automobilista, il professore che mette un brutto voto, l'arbitro che fischia un sacrosanto rigore...
Oggi il significato che a sinistra si attribuisce è ancora un altro: si definisce fascista chi a PENSIERI, ATTI o PAROLE prova nostalgia per il ventennio e ne auspica una riproposizione in chiave moderna.
Mi sono dilungato, ma mi pareva essenziale mettere dei punti fermi alla discussione e se avete poco tempo o deficit di concentrazione, peggio per voi.
Terminate le premesse... entriamo nel merito.
I PENSIERI DELLA MELONI
Credo di poter affermare che non mi riguardino e non debbano riguardare nessun altro oltre a lei. La Costituzione riconosce come diritto fondamentale la libertà di pensiero. Le nostre leggi vietano l'apologia del fascismo, ma intesa, ovviamente, come atti di propaganda fascista. Non è quindi senso, né politico, né morale biasimare una persona per ciò che intimamente noi pensiamo che lei pensi.
GLI ATTI DELLA MELONI
Seguo poco la politica, ma, da quel che so, non mi pare che la MELONI abbia varato o proposto leggi liberticide, che mirino a minare i fondamenti democratici del nostro Paese. Se mi fosse sfuggito qualcosa, segnalatemelo. Si potrebbe parlare dello spirito atlantista e guerrafondaio (per me deprecabile), ma questo purtroppo permea anche il PD e altre componenti della cosiddetta sinistra. Dunque, agli occhi di molti - non i miei - si tratta di peccati veniali.
LE PAROLE DELLA MELONI
A quanto si dice, pare che la Meloni abbia profferito talvolta parole di simpatia verso il regime. Però ha anche sostenuto vigorosamente il contrario. Abitudine inveterata nel mondo politico. Dunque in merito a ciò ho le idee confuse.
CONCLUSIONI
Il gioco fascisti - antifascisti è per me antistorico ed è semplicemente un gioco di tifo, non meno di quello per inter e juventus. Ma almeno quest'ultimo è basato su fatti calcistici (ed extracalcistici) concreti e immortalati dalle telecamere.
Volendo parlare seriamente di politica, ci sono molti argomenti politicamente molto più seri.
Ma, vista l'inutilità della cosa, personalmente preferisco parlare d'altro ed evitare di alimentare ancora la fama di chi per scarsi meriti è finito su tutte le prime pagine e della Meloni che, per lo stesso motivo, ne ha guadagnato in popolarità.
Per me la politica italiana dovrebbe essere il dualismo tra chi combatte la corruzione e chi la alimenta, tra chi vuole la pace e chi la guerra, tra chi vuole riformare la sanità e chi la vuole distruggere, tra chi vuole la certezza della pena e chi cerca l'impunità, tra chi ama l'arte e la cultura e chi è ignorante e predica l'ignoranza.
Ma purtroppo su questi temi la gran parte dei nostri politici sono schierati dalla stessa parte: quella sbagliata.
Renato De Rosa.
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Infatti, vi appartiene TUTTA quella fascista.
Di fatto oggettivo ce n'è uno su tutti: sei UN FASCISTA.
Che siate un branco di fascisti ce lo ricorda il nome che avete dato al ministero che ti paga lo stipendio. Il "Ministero per la sovranità alimentare" è una roba che pare appena uscita dalle fogne della propaganda del ventennio.
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La scarsa attitudine alla comprensione e all'approfondimento dei problemi emerge ancora una volta, dai comportamenti del nostro attuale Presidente del Consiglio
Il quale si sente in dovere di precisare davanti ai ragionamenti della Gruber che nooo! È impossibile che lei possa essere accusata di essere condizionata da convinzioni e comportamenti riconducibili alla becera mentalità del Patriarcato!?
Ma cosa? Ma come? Ma che cazzo?
Mi spiegate come è possibile sostenere di essere immuni a queste mentalità retrograde soltanto per essere dentro una famiglia composta in prevalenza da donne?
Perchè non vedere che anche nel nostro paese, oltre ad intere generazioni di maschi, ci sono anche nonne e madri talmente imbevute e arrese al maschilismo imperante da essere loro stesse strumento di trasmissione di questi stereotipi?
Specie negli ambienti di Destra!
Specie negli ambienti chiusi come quelli della Destra storica che si rifanno orgogliosamente al fascismo del vecchissimo Movimento Sociale di Almirante e della sua consorte.
Ma ve la ricordate Assunta Almirante che macchietta era?
Una, che scimmiottava il Machismo del marito.
Una che ha detto più volte, che i maschi di oggi, erano dei frocetti al confronto, con i veri uomini del Ventennio!
Giorgiaa!!!
Ripassati la storia e le fogne da cui provieni!
Altro che rifarti una verginità intellettuale, solo perchè ora ti trovi (temporaneamente) nelle funzioni di Presidente del Consiglio.
Credi che basti una foto di 4 donne della tua famiglia, per renderti immune da una mentalità maschilista, decrepita e soprattutto fascista ?!
Non è forse il Fascismo che in italia ha storicamente sdoganato, la sopraffazione e la violenza ai danni dei diritti di tutti quelli che non la pensano come te?
Pensaci.
Prima di entrare nei tuoi vaniloqui.
Ma se stavi, fino all'altro ieri, con un ben preciso individuo, campione di "machismo", di paternalismo, di maschilismo a 360 gradi.
Non è forse GIAN-COSO l'esempio più illuminante di mentalità patriarcale, di becera aggressività e inadeguatezza nei riguardi del genere femminile?
E come facevi a non accorgerti dei suoi comportamenti, se non, essendo a tua volta assuefatta a darli per scontati e a normalizzarli ?
Pensaci.
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《sostituzione etnica》
Lollo&Brigida alias il cognato, non si smentisce. Il suo miserrimo linguaggio affonda le radici nel tragico passato, con il quale e, dal quale, l'italietta non ha mai fatto i conti.
La difesa della razza (agosto 1938) e la legge sul meticciato (13/5/40), ritorna alla ribalta con il vomitevole intervento presso l'assemblea sindacale.
Citare la sostituzione etnica, non è casuale, segue un preciso canovaccio, identico a quello dell'eponimo fuggito dopo Salò, travestito da milite germanico.
Non è nemneno un caso che la cognata, in contemporanea, parla di maternità italica, mentre il Lollo parli di sostituzione e agricoltura. Niente di più, niente di meno, del programma autarchico dei figli della patria e dell'agricoltura del ventennio.
Donna=riproduttrice di riproduttori
Uomo=grano per la patria
Dal 1938 ad oggi, la propaganda fascista utilizza simboli e tecniche pubblicitarie per sostenere la campagna di discriminazione razziale: la creazione del concetto di “razza italica”, la storiella dell'identità culturale/etica italico-romana/identità biologica fondata sulla ereditarietà dei caratteri genetici/stereotipi fisionomici, la creazione del nemico interno/capro espiatorio che danneggia l'identità e la cultura italica nazionalpopolare, la discriminazione dei "neri/ebrei/non ariani" e dei figli nati in Italia da non italici romani biologicamente puri.
Francamente, vivo in una terra che da millenni è un crogiolo di etnie, indigeni provenienti dal nord Europa e medio oriente, indoeuropei, sicani, elimi, siculi, fenici, morgeti, ausoni, cartaginesi, greci, romani, vandali, ostrogoti, bizantini, arabi, normanni, angioini, aragonesi, spagnoli, sabaudi, austriaci, Borboni, etc...cioè popoli, etnie, dominazioni che si sono sostituite l'uno all'altro, portando, importando, lasciando, un mix di tradizioni e culture, che si sono stratificate e mescolate ad ogni passaggio.
Pertanto sono orgogliosamente METICCIO e non mi riconosco nell'artifizio dell'identità culturale etica romanoitalica/identità biologica/caratteri genetici/stereotipi.
La mia terra, è dove poggio i piedi.
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Di Pietro Nigro Il viaggio segreto a Londra di Giacomo Matteotti verrà ricordato il 15 novembre alla British Library il 15 novembre 2024. Un ricordo di Giacomo Matteotti alla British Library di Londra A cento anni all'omicidio, la figura di Giacomo Matteotti, il leader socialista ucciso durante il ventennio fascista in Italia, sarà ricordata da Alfio Bernabei nell'evento dedicato ai Rifugiati politici europei nel Regno Unito dal 1800, che si terrà il 15 novembre 2024 al Pigott Theatre, Knowledge Centre, della British Library di Londra (96 Euston Road, London, Greater London NW1 2DB). L'evento, dedicato a vari momenti e a varie storie di rifugiati ed esuli politici europei che hanno conibuito alla crescita e allo sviluppo della società britannica e alimentato profondi scambi culturali tra le varie comunità, è stato organizzato dalla sezione Collezioni europee della British Library in partnership con European Union National Institutes of Culture (EUNIC) di Londra. Durante l'evento, lo storico italiano Alio Bernabei ricorderà il viaggio segreto di Giacomo Matteotti a Londra, che avvenne poco prima del suo assassinio avvenuto a Roma il 10 giugno del 1924. Il deputato socialista al quale era stato negato il passaporto, giunse nella capitale inglese clandestinamente il 22 aprile del '24 e ripartì il 26 dello stesso mese. Lo storico Alfio Bernabei all'evento sugli Esuli politici nel Regno Unito dal 1800 Nella sua esposizione, Bernabei ripercorrerà i momenti salienti di quel viaggio, durante il quale Matteotti incontrò esponenti del partito laburista e dei sindacati britannici, insieme ad alcuni giornalisti inglesi. Le minute di quell'incontro - riferisce Bernabei - riportano che dopo aver illustrato i mezzi violenti usati dalla milizia fascista per contrastare la libera espressione e l'opera dei sindacati e dei partiti di opposizione, Matteotti chiese "assistenza morale e materiale" per impedire una svolta politica autoritaria che riteneva devastante per l'Italia. Alla vigilia della sua partenza il quotidiano laburista Daily Herald gli chiese se non avesse paura di rientrare in Italia. "La mia vita è sempre in pericolo", rispose Matteotti. "Matteotti non era un rifugiato politico, ma avrebbe potuto esserlo" "La giornata di studio alla British Library è dedicata ai rifugiati politici in Inghilterra a partire dal 1800 - spiega Bernabei - tra gli italiani ci sono ovviamente Ugo Foscolo, Giuseppe Mazzini ed Errico Malatesta, ma ho pensato in questo centenario della morte di Matteotti di metterci anche il suo nome. Non perché sia stato un rifugiato nel senso stretto del termine, ma in quanto avrebbe potuto diventarlo a pieno diritto dopo l'espatrio clandestino che lo trasformava in un fuorilegge ed esponente dell'antinazione, per usare il termine che gli venne affibbiato dalla stampa fascista dopo l'assassinio. Matteotti è il rifugiato "mancato" che esemplifica sinistramente la motivamente spesso addotta dalle persone che chiedono asilo all'estero: se rientro nel mio paese mi ammazzano". Nel suo intervento alla British Library Bernabei farà riferimento anche ai materiali reperiti durante le sue ricerche negli archivi inglesi, e che gli sono serviti per la mostra che ha curato alla Charing Cross Library di Westminster dedicata appunto alla visita di Matteotti in Inghilterra. "Fu quel viaggio a Londra che gli costò la vita - dice Bernabei - Mussolini e i suoi associati che già avevano le prove di come Matteotti era riuscito a trovare alleati in Fleet Street con il potere di influire sull'opinione pubblica mondiale adesso facevano fronte alla prospettiva di un antifascista ascoltato dai massimi vertici del partito laburista. Matteotti stava dimostrandosi capace di stabilire una piattaforma antifascista in un paese che era una potenza globale in grado di dettare leggi anche sui mercati finanziari. Ecco un formidabile oppositore del fascismo che rischiava di diventare l'uomo politico forse ancor più ascoltato all'estero dello stesso Mussolini." La conferenza sarà accompagnata da "Music, Migration & Mobility - La storia dei musicisti emigrati dallEuropa nazista in Gran Bretagna", e da altri eventi organizzati dai partner della conferenza. A questo link il programma completo della conferenza. ... Continua a leggere su
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