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PRIMA PAGINA Corriere Adriatico di Oggi mercoledì, 09 ottobre 2024
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All'Università di Sassari via ai “bandi a cascata” con i fondi PNRR
Sassari. L’Università di Sassari ha pubblicato i primi “bandi a cascata”, un sistema di finanziamento di grandi progetti i cui fruitori possono a loro volta promuovere ulteriori bandi su tematiche più piccole e specifiche. L’Ateneo ha acquisito un finanziamento dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per la realizzazione di un ecosistema su dieci tematiche chiave per lo sviluppo…
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Passaggio di consegne all'Università del Piemonte Orientale: Gian Carlo Avanzi cede il testimone a Menico Rizzi
Il 29 ottobre 2024, un nuovo capitolo per l'UPO con l'insediamento del nuovo rettore
Il 29 ottobre 2024, un nuovo capitolo per l’UPO con l’insediamento del nuovo rettore. Martedì 29 ottobre 2024, presso il Teatro Civico di Vercelli, si terrà la cerimonia ufficiale di passaggio di consegne tra il rettore uscente dell’Università del Piemonte Orientale (UPO), Gian Carlo Avanzi, e il rettore eletto, Menico Rizzi. Questo evento sancirà la conclusione del mandato di Avanzi, che ha…
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oggi, 28 maggio, a roma, presentazione di "videoarte e arte", di silvia bordini e valentino catricalà
cliccare per ingrandire Un volume scritto a quattro mani per analizzare i percorsi fondamentali del rapporto tra arte e dispositivi tecnologici – il video, il computer e le loro molteplici interazioni – in un arco di tempo che va dagli anni Sessanta a oggi. Dato di partenza è il libro pubblicato da Silvia Bordini nel 1995, quando la videoarte stava definendo la propria ibrida identità in un…
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il rettorato dell’università <3
#grazie Corrado#ora però andiamo al cle a vedere i soffitti che collassano e le piastrelle tenute insieme con lo scotch grazie
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La Reale Fabbrica di Tabacco di Siviglia, è un edificio che costituisce un esempio di architettura industriale del XVIII secolo in ottimo stato di conservazione. Attualmente è la sede del Rettorato dell'Università di Siviglia e di alcune facoltà.
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La storia della "Piagnona"
E’ la celebre campana che, donata al convento da Cosimo il Vecchio, chiamò tante volte a raccolta il popolo fiorentino per udire la fatidica parola di Fra Girolamo Savonarola, che flagellava i depravati costumi dei tempi e inneggiava a quelle libertà pubbliche insediate dalla munificenza e dall'ambizione di casa Medici. È quella campana che i fiorentini chiamarono la Piagnona perché il suono dei suoi cupi e funerei rintocchi accompagnava il pianto dei cittadini commossi dalle prediche del Frate banditore della fede, riformatore dei costumi, apostolo di libertà.
Cosimo de' Medici riedificò sul luogo di un antico e cadente monastero di Frati Salvestrini un nuovo e splendido edificio, nel quale ottenne da Papa Martino V la facoltà di trasferire i frati Domenicani che abitavano allora il modesto ospizio annesso alla chiesa di S. Mamiliano sulla Costa San Giorgio. A spese di Cosimo il Vecchio fu fatta anche l'unica e grossa campana che, accordando la bellezza delle sue forme con quella del suo campanile, doveva aver parte essenziale in tanti avvenimenti che si svolsero nella chiesa e nel monastero sottostanti. Suonò dapprima la campana ad onore e gloria del munifico fondatore, salutò nel 1436 i frati che dal modesto asilo di S. Mamiliano scendevano ad occupare una così splendida residenza e suonò più tardi per incitare i cittadini a scuotere quella supremazia che insidiava l'indipendenza della vecchia Repubblica.
Suonò a stormo per adunare gli amici del Savonarola e gli oppositori dei Medici e chiamarli alla difesa del convento in quella famosa notte dell'8 aprile 1498, quando le orde dei Palleschi e degli Arrabbiati lo strinsero quasi d'assedio e lo invasero, penetrando attraverso un passaggio sotterraneo che metteva in comunicazione il convento stesso col vicino edificio della Sapienza (l’attuale Rettorato). Al tempo del Savonarola il numero dei frati di S. Marco era considerevolmente aumentato, così la Signoria concesse loro l'uso dei locali dell'edificio della Sapienza, iniziato a costruire a spese di Niccolò da Uzzano. I frati collegarono il nuovo locale al vecchio per mezzo di un corridoio sotterraneo che attraversava la via del Maglio, attualmente via Lamarmora.
Fra Girolamo Savonarola venne arrestato quella notte nel convento, sulla soglia della porta della biblioteca, nonostante la Piagnona avesse suonato a stormo per dare l'allarme e chiedere soccorso; fra Girolamo, che era solito dire "I miei fiorentini hanno la fede come cera, che ogni caldo la strugge", ebbe ragione poiché fu abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci e quindi, dopo una vana difesa durata alcune ore con pochi fedelissimi male armati, venne catturato. Rinchiuso nella torre d'Arnolfo nel locale detto l'Alberghetto, fu sottoposto a vari interrogatori, processato e condannato all'impiccagione ed al rogo. Lo sdegno che le prediche del Savonarola avevano suscitato nella Curia Romana, l'odio dei Medici e dei loro seguaci, le ire scatenatesi in modo estremamente violento non ebbero sfogo sufficiente nemmeno dopo il supplizio del frate e la dispersione delle sue ceneri. I suoi più convinti sostenitori vennero catturati e banditi dalla città, se non addirittura uccisi; i frati domenicani vennero portati al confino, fuori dal territorio della Repubblica Fiorentina, e venne loro addirittura proibito di parlare del Savonarola e del suo operato, pena gravi sanzioni. Ma la Signoria di Firenze spinse la sua sete di vendetta fino a prender decisioni che sconfinavano nel ridicolo. Con fra' Girolamo si volle "punire" anche la Piagnona che aveva chiamato fino all'ultimo momento i fedeli alla difesa del frate; su ordine dell'allora gonfaloniere Jacopo Nerli, detto Tanai, accanito Pallesco, una schiera di Arrabbiati la staccò dal campanile e la lasciò cadere sui fabbricati del convento, e così facendo la campana si danneggiò.
Tra le ingiurie del popolo fiorentino, il 30 giugno la campana fu posta su un carro trainato da somari e frustata dal boia per le vie della città. In seguito la campana venne portata nei locali dell'Opera del Duomo, che ebbe l’incarico di riparare le lesioni subite. Fu Simone del Pollajolo, architetto conosciuto col soprannome di Cronaca, a trovare la soluzione per ripararla. Attorno ai tronconi dei sei bracci della corona spezzata, il Cronaca adattò degli anelli di ferro che, per mezzo di sbarre, di tiranti, di chiavarde e di viti, accomodò e collegò ad un grandissimo mozzo di legno di quercia, fasciato tutto intorno di reggetta di ferro. Fu così collocata nel campanile della chiesa francescana di San Salvatore al Monte, i cui frati erano antagonisti del Savonarola. Nell’ordinanza della Signoria si giunse a decretare che la Piagnona, quale rea di alto tradimento e qual nemica della patria, fosse bandita dalla città per cinquant’anni. Si narra che la prima volta che la campana fece sentire il suo suono dal colle di San Miniato, fu in occasione delle esequie di quel Tanai de' Nerli che l'aveva condannata!
Trascorsi vent’anni, i ricordi del Savonarola iniziavano a svanire, i suoi seguaci si stavano calmando e i frati avevano ottenuto il permesso di rientrare nei confini dello Stato Fiorentino, pur se a più di cento miglia dalla città, ma speranzosi di poter riprendere possesso del convento di San Marco in un secondo momento. Nel frattempo, alcuni dei frati si prodigavano, presso il Papa Giulio II e presso il Gonfaloniere ed i Priori della Repubblica Fiorentina, affinché la campana venisse “liberata” dalla pena del bando e restituita al convento di San Marco. La grazia venne ottenuta il 5 giugno 1509, in un momento di particolare entusiasmo della Signoria, per l’avvenuta presa di Pisa. Quello stesso anno la campana poté salutare coi suoi rintocchi i Domenicani che, reduci dall'esilio, tornavano a prender possesso del loro convento, restaurato dai danni prodotti dalla rabbia dei Palleschi.
Curiosamente, l’ultimo rintocco della campana di San Marco ebbe luogo nello stesso giorno, il 5 giugno, di 299 anni dopo, nel 1808. Dopo tre secoli, l'ingegnoso meccanismo del Cronaca aveva risentito delle conseguenze del passare del tempo. I ferramenti si erano ossidati e corrosi, le chiavarde, per quanto sostituite da legature di filo di ferro, avevano perduto ogni consistenza, il legno cominciava ad imporrarsi ed un pericoloso movimento di distacco della campana dal mozzo si era già manifestato.
Inoltre, il continuo percuotere del battaglio negli stessi due punti, aveva logorato talmente la campana da ridurne lo spessore a pochi centimetri. Un accurato controllo di tecnici qualificati rilevò il pericolo imminente che la campana potesse precipitare, staccandosi dal mozzo, e la possibilità che, per effetto dei colpi di battaglio, avrebbe potuto rompersi e frantumarsi. Per queste ragioni venne deciso di sostituirla con una copia realizzata dalla Fonderia Rafanelli di Pistoia e di collocare l’originale nella sala del Capitolo del Convento di San Marco. Nella sua lunga e travagliata storia, la Piagnona ha avuto il compito ingrato di sottolineare con i suoi rintocchi eventi tristi della storia fiorentina: la morte del Santo vescovo Antonino, del Beato Angelico, e, il più triste di tutti, per il trapasso di Lorenzo il Magnifico. La campana è tuttora visibile nel Museo di S. Marco collegata ancora al suo mozzo, grossolano e mal ridotto, ma che in sé racchiude parte della storia della Piagnona, mutilata e perseguitata campana. Sopra un ceppo di legno la Piagnona si presenta in tutta la sua bellezza con la parte superiore ornata di un fregio di graziosi puttini attribuito dal Carocci alla scuola di Donatello.
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
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Siena: inaugurato il 784° anno accademico dell'Università della città. Si è tenuta il 22 novembre l'inaugurazione del 784° anno accademico dell'Università di Siena. La cerimonia è stata aperta, nell'Aula Magna del palazzo del Rettorato, dal corteo accademico e dal saluto dei Goliardi senesi. Il Rettore Roberto Di Pietra ad inizio della sua relazione inaugurale ha voluto salutare e ringraziare studentesse e studenti, la comunità accademica e le numerose autorità presenti.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Dottore di Ricerca Honoris Causa, il titolo conferito a Corrado Augias
L’Università degli Studi della Tuscia (Unitus) ha assegnato a Corrado Augias il prestigioso titolo di Dottore di Ricerca Honoris Causa, riconoscendolo come una delle figure più influenti del panorama culturale e giornalistico italiano. La cerimonia di conferimento del titolo di Dottore di Ricerca Honoris Causa a Corrado Augias si è svolta presso la storica sede del Rettorato a Santa Maria in…
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Spettro autistico e corretta informazione: se ne parla alla Federico II
Proseguono alla Federico II gli incontri sul tema dello spettro autistico, neurodivergenza sempre più presente nella nostra società ma assolutamente poco conosciuta che comporta disagi relazionali e sociali e che, ancora, viene individuata come un disturbo psichico. Spettro autistico e i gruppi di lavoro dell'Ateneo Organizzati da un gruppo di lavoro multidisciplinare dell'Ateneo federiciano che coinvolge esperti per competenza e per esperienza, gli incontri vogliono promuovere sul territorio una rinnovata comprensione del fenomeno e avviare un dialogo con le istituzioni per stimolare una riflessione che permetta di mettere in luce quanto ancora deficitaria sia l'informazione sullo spettro autistico e ipotizzare, in maniera sinergica, un cammino di crescita e confronto per formulare proposte concrete di inclusione "possibile". Il secondo appuntamento dei quattro in calendario, dal titolo 'Spettro autistico e corretta informazione' è in programma nell'aula Pessina del Dipartimento di Giurisprudenza (in corso Umberto I, 40). Dopo gli indirizzi di saluto di Matteo Lorito, Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Sandro Staiano, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Michelangelo Russo, Direttore del Dipartimento di Architettura, Antonio Pescapè, Delegato del Rettore all'Innovazione e alla Terza Missione, Marella Santangelo, Delegato alla Terza Missione del Dipartimento di Architettura, Carmine Foreste, Presidente Ordine Avvocati Napoli,e di Ottavio Lucarelli, Presidente dellʼOrdine dei Giornalisti della Campania, introdotti e coordinati da Maria Esposito, Responsabile dei rapporti con la Stampa del Rettorato della Federico II, si terranno gli interventi di Erminia Attaianese, del Dipartimento di Architettura, su ‘Comunicare e rappresentare lo spettro', di Francesca M. Dovetto, del Dipartimento di studi Umanistici, su ‘Autismo, comunicazione e linguaggio' e infine di Marilù Musto, Portavoce del Presidente del Consiglio Regionale, ‘L’autismo spiegato con un fumetto, stop alle parole che "fanno male"'. Dibattito Seguiranno il dibattito e le conclusioni a cura di Carmela Bravaccio, del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, e Roberta Alfano, del Dipartimento di Giurisprudenza. La partecipazione all'evento dà diritto a 6 crediti formativi dall'Ordine dei Giornalisti di Napoli, a crediti formativi dall'Ordine degli Avvocati di Napoli, a 1 CFU per gli studenti immatricolati fino all'a.a. 2019/2020 al corso LMG/01. Per immatricolati dall'a.a. 2020/2021 la partecipazione ai 4 eventi consente l'acquisizione di n.4 CFU. Foto di Sarah Salles da Pixabay Read the full article
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28 maggio, roma, presentazione di "videoarte e arte", di silvia bordini e valentino catricalà
cliccare per ingrandire Un volume scritto a quattro mani per analizzare i percorsi fondamentali del rapporto tra arte e dispositivi tecnologici – il video, il computer e le loro molteplici interazioni – in un arco di tempo che va dagli anni Sessanta a oggi. Dato di partenza è il libro pubblicato da Silvia Bordini nel 1995, quando la videoarte stava definendo la propria ibrida identità in un…
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Scontri alla Sapienza, oggi i collettivi in presidio al Tribunale
I collettivi degli studenti si sono dati appuntamento per questa mattina in presidio al Tribunale di Roma per manifestare contro l’arresto di due ragazzi in seguito agli scontri di ieri alla Sapienza. Alle 13 conferenza stampa al Rettorato. “Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere”, è…
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Rettorato Roma Tre, Mario Cucinella, 2021
Dal sito Open House Roma: "La nuova sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Roma Tre si inserisce all’interno del più ampio programma di riqualificazione urbana dell’area Ostiense- Marconi-Garbatella. Il progetto, dell’arch. Mario Cucinella, si articola in due corpi di fabbrica da cui si originano tre torri dalla forma ellissoidale, che ospitano il Rettorato, la Direzione Generale e gli uffici dell’Amministrazione Centrale di Ateneo. Una grande piazza pubblica – pensata come spazio di connessione e attraversamento, ma anche come luogo d'incontro ed eventi, e dunque aperta al territorio e alla cittadinanza – circonda le tre Torri e l’Edificio D. Al di sopra della piazza pubblica, al secondo piano della sede, si estende una terrazza progettata secondo la tradizione dei giardini pensili. L'intero lavoro è stato realizzato secondo i principi della progettazione passiva e della sostenibilità ambientale, sia per ridurre al minimo la domanda di energia per il funzionamento dell’edificio, sia per ottimizzare i livelli di comfort degli ambienti interni ed esterni."
Grazie mille, come ogni anno, al grande impegno di @openhouse.roma
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Dalla terra al pane, l’evoluzione del frumento dagli anni Sessanta a oggi
Sassari. L’Università di Sassari e l’associazione culturale Accademia Sarda del Lievito Madre organizzano per venerdì 15 marzo nell’Aula Magna del Rettorato un incontro intitolato “Dalla terra al pane” assieme alla prestigiosa Accademia dei Georgofili (sezione Centro-Ovest). Si comincia alle 16 con i saluti del rettore Gavino Mariotti, del direttore del Dipartimento di Agraria, Ignazio Floris, e…
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oggi Zona 1, nuovo spazio occupato autonomo universitario è stato vandalizzato dal rettorato nel tentativo di uno sgombero.
zona 1 fino ad un mese fa era un magazzino abbandonato pieno di sassi, cartoni e libri ammuffiti (letterlamente) e noi in un mese abbiamo costruito più di trenta eventi di formazione ed auto formazione, storici e politici, culturali; parlando di palestina, della piramide della violenza, delle dinamiche di genere, del fascismo e dell’antifascismo, delle destre di oggi. abbiamo creato momenti laboratoriali e work shop insieme.
per un mese noi studente abbiamo avuto un luogo dove prenderci una pausa elaborando il sapere che l’università ci da, creandone uno più nostro, dal basso, decoloniale, transfemminista, anticapitalista.
il rettorato attacca gli spazi liberati perché non ci vuole libere.
difendiamo i nostri spazi con i nostri corpi.
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