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Il mercante di lana di Valeria Montaldi: Un viaggio nel Medioevo tra mistero, fede e intrighi. Recensione di Alessandria today
Un romanzo storico che intreccia sacro e profano nella Milano del XIV secolo
Un romanzo storico che intreccia sacro e profano nella Milano del XIV secolo Recensione Il mercante di lana di Valeria Montaldi è un avvincente romanzo storico ambientato nel Medioevo, che ci porta nella Milano del XIV secolo, un’epoca oscura e affascinante segnata da contrasti tra sacro e profano, superstizione e fede, potere e povertà. Al centro della vicenda c’è Thomas, un mercante di lana,…
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«Transumanesimo, Estropianesimo, Singolaritanismo, Cosmismo, Razionalismo, Altruismo Efficace e Lungotermismo»: il TESCREAL è un acronimo che riunisce queste 7 formule (...). Il termine (é) nato come critica contro il mondo distopico della Valley (...). Nello specifico, l’estropianismo è la sua “corrente” (...) più criptica (...). L’entropia come noto è una grandezza fisica che descrive il grado di disordine di un sistema e che aumenta da sola: di contro invece, il termine “estropia” (...) vorrebbe intendere la “direzione opposta del movimento”. Si passa dal caos all’ordine e poi ancora oltre, sempre più in alto (...). I due giovani “pionieri” del TESCREAL nel 1988 definirono cinque principi fondamentali per l’estropianismo: “espansione senza confini, autotrasformazione, ottimismo dinamico, tecnologia intelligente e ordine spontaneo“. Qualcosa di scherzoso all’inizio ma decenni dopo, con lo sviluppo di ChatGPT e altre intelligenze artificiali, quell’ideologia rischia davvero di diventare religione dalla Silicon Valley verso il resto del globo. (...) Nick Bostrom, uno dei principali scienziati esterofili dell’epoca, scrisse che il transumanesimo non era una religione, «sebbene assuma alcune delle funzioni per le quali le persone hanno tradizionalmente usato le religioni». (...) Ad oggi le due più importanti aziende di AI nel mondo – Google e OpenAI – sono guidate da “sacerdoti estropianisti”, miliardari che credono i limiti della biologia debbano essere superati (...). Un’ideologia religiosa che soppianti l’umano per “superarlo”: come scriveva il “Foglio” qualche mese fa trattando il tema del TESCREAL (...).
via https://www.ilsussidiario.net/news/estropianesimo-che-cose-lideologia-tescreal-silicon-valley-religione-nata-per-caso-ora-inquieta-con-lai/2574423/
Chi si trovi immerso nel vortice spiralante a velocità sempre più alta dello sviluppo di frontiera, fatalmente sente di dover inquadrare quel che fa e le direzioni in qualcosa di olistico, meta scientifico -> "religioso".
Chi invece sta nelle retrovie di periferia a consumare, crede di non aver più bisogno di religione - e consuma a sua insaputa i surrogati più comici della superstizione: peggio degli oroscopi è l'abbi fede nella scenza, l' Ipse dixit contemporaneo.
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Mi chiamano il "Castagno delle streghe" e in effetti gli antichi detti a volte sono così vicini alla realtà. Sono tra gli alberi più amati dalle danzatrici del bosco. Ma non erano streghe, erano ragazze, a volte donne, molto spesso bambine.
Per essere strega devi avere dei poteri particolari, e poche li hanno. Devi, ad esempio, guarire la gente, portare le nuvole nelle valli e poi farle esplodere dalla pioggia, devi saperti trasformare in animale selvatico, in rapace notturno; ma soprattutto devi saper volare e poi sparire.
Eppure, alcuni anni fa, appena danzavi, dicevano che eri una strega. E così ti bruciavano. Perché le streghe, dicevano, erano figlie del demonio. Quanta idiozia crea la superstizione. Quasi un milione sono morte per questi motivi; e ancora oggi molte persone venerano quella religione che ha fatto scorrere fiumi di sangue e dolore.
Le streghe non erano figlie del demonio ma dell'amore; e l'amore fa paura. A volte era sufficiente avere i capelli rossi oppure sorridere e scherzare, altre volte essere emancipate e libere. La verità è che erano semplicemente donne: le nemiche assolute delle religioni.
Mi chiamano il "Castagno delle streghe", non avete idea del complimento che ricevo ogni volta che lo sento dire. Sono antico, secolare, e ho visto cose che voi manco immaginate.
Ma sono un albero, e per voi umani valgo quanto un filo secco d'erba. Quanto una strega...
(Castagno delle streghe - Roppolo)
Olmo Losca
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NO alla religione in politica.
In qualsiasi forma, è bene che le convinzioni religiose (superstizione) non entrino in politica. I disvalori cristiani hanno reso l'Italia un Paese dove, per motivi religiosi (superstizione), si sono commessi omicidi e ostracismi; l'antisemitismo nasce con il cristianesimo: di questo abbiamo prove anche in Italia, con la presenza di numerosi ghetti ebraici (istituiti in Italia tra il XVI e il XIX secolo, secondo i dettami della bolla Cum nimis absurdum di papa Paolo IV del 1555). La chiusura dei ghetti avvenne solo nell'Ottocento.
Il culto cristiano (d'origine ebraica) è stato importato in Italia, in un'epoca in cui eravamo già Civilizzati dalla cultura greco-romana; il cristianesimo non rappresenta affatto le radici italiane/europee, ma un pessimo momento storico di regressione sociale. Il cristianesimo è una superstizione antisemita, xenofoba, razzista, omofoba, misogina, maschilista; se non ci fossero mai più state, dopo il fascismo, interferenze politiche della chiesa cattolica nella politica italiana, oggi avremmo un welfare socialdemocratico e diritti sociali, civili ben garantiti.
Dichiararsi pubblicamente cattolici, manda un messaggio preciso: si dice ai terzi di essere maschilisti, misogini, razzisti, xenofobi, omofobi; si professa di essere persone Incivili e Ignoranti, poiché la chiesa di Roma fa apologia di tali disvalori. Un papa, un sacerdote della chiesa cattolica non è altro che uno sciamano, un truffatore: un soggetto meschino che usa la superstizione, l'Ignoranza altrui per condurre una vita privilegiata, senza lavorare. Qualsiasi 'opinione' provenga da tali TRUFFATORI va tassativamente rigettata.
La religione non è verità, ma superstizione; è un aspetto privato delle persone, non pubblico; un religioso ha diritto a fare ciò che vuole, secondo i suoi principi, del suo corpo, della sua vita, non di imporlo agli altri - bambini compresi, a cui si deve offrire Cultura.
La religione non è Cultura, ma mera superstizione, creduloneria, da cui tenersi alla larga; per comportarci in modo Civile non abbiamo bisogno di alcuna religione, ma di una Coscienza - che si può costruire solo attraverso Scienza e Cultura.
#fascismo#chiesa cattolica#religione#Scienza#Cultura#superstizione#disvalori#cristiani#italia#antisemitismo#prove#cristianesimo#papa#Paolo IV#1555#Incivili#Ignoranti#chiesa#Roma#papas#sacerdote#sciamano#truffatore#Ignoranza#cristiano#radici#regressione#verità#bambini
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[Sulle atmosfere tenebrose del basso Medioevo; il vizio metafisico; per Leopardi la religione cristiana fu sinonimo di oscurità e timore, a partire dalla visione che ebbe a tre anni dei "bruttacci" (monaci incappucciati) che percorrevano in processione, di notte, le vie di Recanati; il cristianesimo come distruttore della natura e corruttore della ragione; malanimo verso Platone che insinuò, prima del cristianesimo, il timore di una punizione eterna (inferno) per chi avesse scelto il suicidio (Dialogo di Plotino e di Porfirio); timore dell'inferno che Leopardi ebbe fino a poco tempo prima di morire, con preghiera a Ranieri che, se avesse avuto sentore dell'ora estrema, gli chiamasse un prete.]
[…] si può considerare che la barbarie cupa ed oscura e vilmente e stranamente crudele de’ bassi tempi non proveniva solamente dall’ignoranza, ma da questa mescolata alla religion cristiana. Se fosse stata una barbarie pagana, quella religione aperta, chiara, materiale, senza misteri, avrebbe dato a quella ignoranza un colore piú allegro e a quei costumi un carattere meno profondo. Ma le menti erano tutte piene di quel sombre, di quel misterioso, di quel lugubre, di quello spaventoso della religion cristiana massimamente guasta dalla superstizione; lo spirito del tempo era modellato sopra queste forme metafisiche e astratte; l’uomo era malvagio per natura della società, come sempre; aggiunta alla malvagità l’ignoranza, la superstizione e lo spirito cupo del tempo, il vizio prese il carattere di metafisica, cosa notabile, e ben diversa dagli antichi vizi che generalmente erano piú naturali, e quantunque gravi e dannosi, tuttavia si soddisfacevano apertamente […] E quindi la barbarie prese quel carattere tenebroso, e la malvagità divenne scelleraggine profondissima.
(Giacomo Leopardi)
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Come va intesa e vissuta una religione.
La religione non è verità, non è Cultura, ma superstizione; è un aspetto privato delle persone, non pubblico; credere in qualcosa, fare parte d'una istituzione religiosa NON è obbligatorio e tanto meno indispensabile.
Non sussiste alcuna predisposizione genetica che porti alcuno a credere in 'dio'; esiste, invece, una dispotica imposizione politica che organizza lo Stato italiano in modo che l'indottrinamento religioso avvenga in un momento in cui non è possibile sottrarsi ad esso, cioè da bambini. Dopo un percorso educativo corretto, Etico, Razionale, è infatti molto difficile che un soggetto adulto possa dare credito a dogmi, a fantasie, a mitologie: a ciò che è totalmente privo di prova, di evidenza e che lo porti ad odiare qualcuno per la sua diversità.
Le scuole pubbliche non sono luoghi di culto, non sono templi, non sono proprietà o sede secondaria di alcuna istituzione religiosa: è pertanto necessario togliere ogni tipo di simbolo religioso appeso e che nelle scuole pubbliche si offrano agli studenti tutti gli strumenti necessari per comprendere la Realtà, affrontarla con Razionalità, con Maturità e Dimestichezza, senza credere in alcun dogma.
La religione non è Cultura, ma mera superstizione (Ignoranza), da cui tenersi alla larga; per comportarci in modo Civile non abbiamo bisogno di alcuna religione, ma di una Coscienza - che si può costruire solo attraverso Scienza e Cultura. Quanto detto vale, allo stesso modo, anche per gli ospedali pubblici, gli uffici pubblici, i tribunali, che devono riflettere un approccio Etico verso ogni cittadino, al di sopra d'ogni tipo di superstizione, d'ogni forma di Ignoranza.
I politici italiani sono FUNZIONARI DELLO STATO ITALIANO NON DEL VATICANO: se desiderano fare proselitismo religioso, possono chiedere di farsi assumere in Vaticano o diventare sacerdoti. Lo Stato Italiano NON è una teocrazia.
Un papa non è altro che uno sciamano: l'opinione di qualsiasi religioso, in un Paese Laico, non conta. Nei Paesi cattolici, causa indottrinamento religioso, si verificano non solo aggressioni nei confronti di chi non è eterosessuale, ma per la visione misogina della donna tipica del cattolicesimo, anche violenze contro le donne e femminicidi.
L'educazione e l'ambiente in cui si cresce influiscono sul nostro essere sensibili, empatici e attenti alle altrui esigenze; affinché diventino sensibili, empatici e attenti alle altrui esigenze (cioè persone mentalmente equilibrate) è bene tenere i bambini, i ragazzi, il più lontano possibile da qualsiasi realtà, 'opinione', 'educazione', indottrinamento, politica, superstizione, apologia, propaganda omofobi, misogini, maschilisti, xenofobi, razzisti, schiavisti.
Crescere in un ambiente in cui si impara ad ascoltare gli altri e si riceve corretta, opportuna attenzione e interesse, aiuta a maturare la capacità di comprendere i punti di vista altrui e a sviluppare un'idea di società felice, libera, senza alcun tipo di oppressivo condizionamento morale.
Autodeterminarsi è un diritto inalienabile di ogni individuo: un credente ha diritto a vivere la propria 'fede', anche come martire di una iniqua sofferenza, ma non di imporre a terzi il suo 'credo'.
Chi ha 'fede' può vivere serenamente secondo i suoi principi, fare ciò che vuole del suo corpo, della sua vita, ma non può costringere altri (bambini compresi) a fare scelte non indispensabili, non condivisibili, di cui non hanno piena Coscienza e per cui non è possibile esprimere un Consenso.
La nostra esistenza è effimera, peritura: nasciamo, viviamo, moriamo, senza specifica ragione; tale condizione è un motivo sufficiente per rendere un Diritto Inalienabile la ricerca individuale del Piacere - indispensabile per raggiungere la Felicità.
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La fede non è "una madre, che se qualcuno la offende ti devi sentire in 'diritto' di schiaffeggiare" (come sostiene Bergoglio); c'è ancora troppa violenza nella predicazione cattolica e ciò non ha nulla a che vedere con l'Amore per gli altri.
Non voglio odiare perché molti fedeli e gli sciamani della chiesa usano la 'scusa di dio' per opprimere e molestare; non voglio denigrare chi non abbia "gesù nel cuore" perché una fede mi impone di farlo. Io voglio amare e il cattolicesimo non lo permette; la Razionalità si.
Io non voglio andare in ospedale e trovarmi morti crocifissi appesi al muro, in un momento in cui ho bisogno di Serenità, di guarire e sentire che vale la pena vivere; non lo voglio per me e neanche per chi è attorno - e puntualmente li stacco e li chiudo in armadietto.
Io non voglio che suore e preti abbiamo accesso in quei luoghi, come gli ospedali, dove le persone fragili sono più propense, nella loro fragilità fisica e mentale, ad allungare a tali avvoltoi che girano lì apposta, soldi o testamenti a loro intestati. Questo schifo deve finire.
Un conto è la fede (credere in qualcosa che ti dà serenità); altro è essere circondati da una associazione a delinquere (la chiesa di Roma), che tenta di estorcere beni e denaro ai credenti e non credenti in ogni forma 'legalizzata'. Questo non è affatto Civile e tollerabile.
L'odio Necessario e Sano verso il cattolicesimo e il suo clero non nasce dal nulla, non è Irrazionale (come omofobia e misoginia); viene dal fare una Matura disamina, a 360 gradi, su una società cattolica che vive di espedienti, di truffe, di circonvenzione di incapaci.
Uno sciamano della chiesa cattolica non lavora, ma vive del denaro sottratto al welfare italiano; questo ignobile comportamento instilla nella gente comune l'idea che si possa vivere 'serenamente' truffando, rubando, commettendo Reati. E ciò accade.
Negli stessi sciamani della chiesa cattolica vige la contraddizione al 'comandamento' di non rubare e questa mancanza di autorevolezza è una 'manna' per chi, autorizzato da tale Inciviltà, vuole vivere truffando gli altri; in Italia la Disonestà è infatti diffusa come un cancro.
Con la morte degli anziani, di coloro che più hanno risentito e diffuso il bigottismo cattolico, il cattolicesimo andrà in totale crisi: verrà a mancare anche il sostegno politico di chi voleva che la moralità cattolica resistesse, e con essa rimanesse il 'diritto' di ledere.
Puoi lottare pure per cercare che le campane cristiane disturbino ancora: che la moralità Incivile cattolica resista; ma il futuro è già segnato: non c'è un ricambio generazionale; ai giovani, che sono pure pochi, non interessano le pretese degli sciamani della chiesa cattolica.
Grazie ad Internet, la Cultura arriva ovunque: anche nelle isolate capanne; anche sullo schermo d'un adolescente italiano che 'giochi' coi social a fare l'influencer. Ci sono decine di canali YouTube anticlericali, contro ogni dogma. Il Progresso non si può fermare.
Ratzinger chiese un'alleanza con l'islam per combattere la 'deriva atea'; Ratzinger, coi suoi scandali di pedofilia, chiese ad altra religione pedofila un aiuto... Questo ci dice che pur di non scomparire (loro e i capitalisti che mangiano con la 'fede'), sono disposti a tutto.
Nessun ateo ha mai ucciso; nessun ateo ha mai organizzato genocidi; nessun ateo ha mai mosso guerre e costruito ghetti per uccidere chi 'crede'. Non esistono dittature o filosofie atee che abbiano torto un capello a qualcuno o facciano apologie per opprimere i credenti.
Un dittatore può anche definirsi ateo, ma la sua fede, in Realtà, è la 'politica': l'ideologia organizzata con cui opprime i suoi sottoposti e il 'dio' che lo muove è la sete di potere. Essere Atei significa muoversi con Etica e non c'è Etica in chi moralizza, in chi opprime.
Etica e morale non sono la stessa cosa: la morale sono norme dettate dalla superstizione (religione, pregiudizio, creduloneria); l'Etica è il comportamento umano dettato da Cognizione di causa ed effetto, basato su dati e prove, NON su dogmi, su pretesti (come la moralità).
La Storia non è quella disciplina noiosa che devi per forza studiare a scuola: è il Principio su cui sviluppare una Coscienza. Senza Storia, senza capirla, si procede a singhiozzo, fra moralità e ubbidienza, riproponendo errori religiosi, in loop.
Capire il cristianesimo è capire come si muovono un po' tutte le sette religiose e una volta capito, puoi fare una Scelta consapevole: amare il Progresso Sociale, perché è l'unico in grado di offrire Qualità Totale alla Vita, smettendo di straparlare di 'radici cristiane'.
L'Italia non è la Palestina; l'Italia non è una regione collocata in un'area deprimente, desertica, dove è nata e sviluppata la cinica superstizione ebraica. L'Italia ha una Storia di culti greci e romani, e norme Civili che erano già superiori eticamente allora, quanto oggi.
Quella delle 'radici cristiane' europee, italiane, è una menzogna; prima che la superstizione cristiana ammorbasse Italia e resto d'Europa, eravamo al massimo apice, per quel tempo, per Cultura e Progresso. Il cristianesimo ha gravemente distrutto buona parte di quel progresso.
Il cristianesimo distrusse i progressi in campo medico fatti da Ippocrate; incenerì la promiscuità e l'omosessualità consentita in una Civiltà Romana che non li perseguitava; l'errore enorme di rendere ufficiale una religione aggressiva, costò la caduta di un Impero.
Progressivamente, col cristianesimo, l'Europa si riduce alle immagini descritte nel 'Il nome della Rosa'; la Scienza viene perseguitata; gli eretici uccisi in massa; spariscono lingue, villaggi, popolazione intere sotto il martello dell'inquisizione. Questo è il cristianesimo.
Per soggiogare popolazioni cresciute con gli ideali socratici, la figura di 'gesù' viene ritoccata da zelota sanguinario, sterminatore di soldati romani col suo gruppo, a mite uomo che parla con le stesse parole di Socrate (chi ha studiato filosofia si accorge della distorsione)
Il 'gesù' che oggi la gente invoca nelle sue preghiere è Socrate, non quello originale, che manda all'inferno chi non lo segue: è lui l'Uomo ucciso dallo Stato. Lui il 'dio', chiamato in ogni angolo del Mediterraneo per insegnare a discepoli a Ragionare ed essere miti.
La più bella ricostruzione della figura di Socrate la fece Max Eastman, nel suo "Socrate, Cardine della Civiltà' e sei hai avuto una educazione cattolica ti accorgi che il 'gesù' di cui si parla oggi è Socrate; un Socrate senza la ragione come argomento, ma Socrate negli eventi.
Chi legge i vangeli, si accorge che le parole di quel 'gesù' trasudano odio verso la cultura ellenistica e la Libertà degli individui; ma la figura proposta dagli sciamani, decantata a messa, è diversa. Perché Socrate era diverso da 'gesù': era colto e non odiava.
Non è una colpa il fatto che gli ebrei, nelle loro tristi guerre fratricide fra gruppi nomadi, spesso dominati da altri popoli, abbiano costruito una fede molesta - e cristianesimo, islam, poiché costole dell'ebraismo, ricalcano quella linea violenta di 'sangue e potere'.
Diventa una colpa voler continuare su una violenza e inciviltà dettata da eventi che si sono svolti oltre duemila anni fa; diventa una colpa seguire fantasie, miti che avevano un senso oltre duemila anni fa, ma non oggi. Oggi sappiamo cosa è la mitologia e a che serviva.
Non abbiamo bisogno di moralità che tengano unito un gruppo per guerreggiare, incrementare il numero figliando, condannando l'omosessualità; oggi sappiamo che la Pace è un Bene; che collaborare è meglio che opprimere, quanto lo sapevano già ad Atene e Roma millenni fa.
L'Italia è un Paese omofobo, misogino, maschilista, xenofobo, razzista; questa Inciviltà è direttamente collegata all'educazione cattolica, poiché essa fa apologia di tali Disvalori, producendo politicamente usi, costumi, norme che fomentano, volontariamente, attrito sociale.
Le persone mentalmente equilibrate NON 'sgranano rosari', NON vanno a santuari a caccia di vedere anche loro 'apparizioni di madonne' e NON parlano a divinità inesistenti, ma, infastidite da povertà e Reati, si interfacciano con le persone bisognose, non con le statue di coccio.
Non ci sono 'mondi nuovi' nei romanzi distopici; la distopia è un espediente letterario che serve a farti analizzare il presente che già vivi; il presente che ti opprime già con la dittatura della moralità (politica o religiosa che sia); la distopia racconta il Presente.
Se 'fermandosi la campana', facendola tacere, si fermerà l'Occidente, ben venga; e lo diceva Huxley stesso che sarebbe stato bene, visto che condannava gli imperialismi; era un umanista, Pacifista, anche se nel contempo, come Conan Doyle, si dedicava per hobby a temi paranormali.
I romanzi distopici non sono saghe di dietrologia e complottismo; li usano spesso, citati, i complottisti, ma lo fanno perché analfabeti funzionali o persone molto furbe, che vogliono guadagnare un sacco di soldi spacciando teorie-spazzatura, proprio come fanno le sette religiose
È corretto temere l'islam, ma non si può usare il cattolicesimo come 'scaccia chiodo', perché l'effetto che ottieni è di far ritornare il cattolicesimo ai livelli di com'era prima dell'Illuminismo: prima che l'ateismo smorzasse la violenza cattolica, moderandola.
Dobbiamo chiedere che tutte le religioni presenti sul suolo italiano rispettino i Diritti Umani (se vogliono esistere ancora o coesistere fra loro); una questione che la chiesa cattolica ancora non vuole fare, continuando con la sua apologia della misoginia e dell'omofobia.
Non si muore più per mano diretta del clero cattolico, di una Inquisizione, ma si muore ancora per mano dei fedeli di quella setta: i numerosi femminicidi, le persecuzioni contro omosessuali o 'diversi', che portano a omicidi e suicidi in Italia ne sono la dimostrazione.
Che sia islam o in partito di destra o una chiesa di Roma che fanno, tutti, apologia della misoginia e dell'omofobia, il risultato non cambia: essi sono i mandanti diretti da combattere di un discreto numero di femmicidi, di omicidi e suicidi perpetuati a nome di una ideologia.
Nello scritto omofobo di Elena Donazzan, reso pubblico sul suo social, in cui si lanciò contro Cloe Bianco, vediamo chi è il mandante e chi è il killer che si prestò a uccidere Cloe Bianco; eppure sono tutti a piede libero. Cloe, invece, è morta, dimenticata e senza Giustizia.
Nella lunga serie di femminicidi, di omicidi commessi 'poiché donne' appare chiaro il mandante: è colui che predica la virtù di una (ma)donna 'di coccio', priva di iniziativa, priva di Libertà; priva d'ogni tipo di personalità. Eppure sono tutti a piede libero gli sciamani.
Nemmeno un 'maschio' italiano cattolico è libero in Italia; colui che tratti bene la compagna viene bullizzato, schernito, poiché considerato debole; un 'debole' che non si adegua alle regole del patriarcato cattolico - che le donne le vuole zitte e serve, mica Persone libere.
Non c'è nulla di cui esser felici nell'avere un presidente del consiglio donna, perché lo è solo nell'aspetto esteriore. Per il resto, recita la parte del più gretto uomo dai disvalori patriarcali, e a fermarlo c'è la prospettiva d'un Paese pieno di vecchi, col piede in fossa.
I conservatori sono presenti in tutte le epoche e in tutti i tipi di civiltà (anche quelle più evolute): è una connotazione tipica di alcuni esseri umani voler prevaricare secondo dogmi, pregiudizi, superstizioni, perché da soli non sono in grado di provvedere a se stessi.
È stato triste vedere l'omofobo, misogino anziano difronte, malato, farsi accompagnare tutto felice per andare a votare un presidente omofobo, misogino; ma il rovescio è che ben presto 'la campana suonerà per loro'. E con quei vecchi morirà l'ultimo strato gretto, senza ricambio.
L'unico motivo valido per tenere ancora le campane cristiane attive sta in quel lento scandire dei funerali, in cui si annuncia la felice morte della gerontocrazia per consunzione - e il Progresso avanza, Inesorabile; non per presa di Coscienza, ma perché i conservatori muoiono.
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Studiando la nostra storia umana, si nota che solo in età moderna il concetto di 'fare figli per amore' si è affermato. I nostri nonni italiani stessi non avevano tale ideale: i matrimoni erano per lo più contratti per interesse economico, anche fra parenti.
Il movimento politici di destra, le organizzazioni pro-life, tentano di risolvere il problema natalità, nelle società con molti anziani, provando ad obbligare le donne che vogliono abortire ad avere lo stesso un figlio: questo è 'sterilizzare la maternità', togliendo amore all'atto della riproduzione; un figlio va desiderato.
Gli 'ideali' conservatori sterilizzano l'avere figli a meri atti riproduttivi, con ruoli di 'padre' e 'madre' solo esteriori, biologici, non di 'sostanza'; il progresso umano invece chiede di più: che si vada oltre la 'tecnica riproduttiva', per concentrarsi sul ruolo di tutori.
Le coppie eterosessuali e non eterosessuali, nel momento in cui sentono di volere un bambino andrebbero supportare e non ostacolate; ben venga chi vuole prendersi cura bene di un bimbo; andrebbe criticato, invece, ogni tentativo di obbligare chi non vuole figli ad averne.
Mettendo da parte ogni pretesa morale religiosa (la religione non è etica, ma superstizione), la riflessione corretta da fare è, per ogni tipo di famiglia, se si è capaci di crescere un figlio, a prescindere dall'identità sessuale. La risposta è si: basta avere Cultura, empatia.
Il rapporto fra due persone dello stesso sesso può non produrre figli, così quanto può accadere fra persone eterosessuali. Nella bibbia stessa troviamo personaggi che ricorrono a terze persone per diventare padri, fecondando donne che non sono mogli, perché è pratica antica.
Il problema non è mai stato mettere al mondo figli (fin dall'antichità esiste l' "utero in affitto"), ma se si è adatti a crescere figli, cioè farli diventare adulti sani, mentalmente equilibrati, poiché è questo lo scopo primario del prendersi cura di qualcuno: renderlo Felice.
Se dovessimo vivere 'per natura', molti di noi morirebbero al primo taglietto infettato, come accadeva prima che l'uomo inventasse metodi artificiali per procrastinare la propria morte. Non viviamo da millenni 'per natura': noi non sappiamo volare, ma abbiamo gli aerei.
Quello che conta per un bimbo, anche quando non ne sei il tutore legale, è il rispetto che hai per lui: della sua integrità come individuo, della sua intelligenza. Più che di una famiglia, abbiamo tutti bisogno di un'intera società sana, che ci ami, ci Rispetti e non ci molesti.
Il fatto che esistano famiglie eterosessuali disfunzionali indica una realtà scientifica: essere genitori biologici non basta per crescere un bimbo. Non esiste alcuna perfezione ideale nella 'famiglia tradizionale' e lo dimostra anche l'essere cresciuti omofobi o maschilisti.
La realtà delle famiglie disfunzionali, dove i genitori sono coppia eterosessuale, che porta i figli ad avere atteggiamenti non tolleranti verso i 'diversi', anche per educazione religiosa, ci offre l'idea netta che l'eterosessualità non è affatto una garanzia in campo Educativo.
La realtà dei paesi poveri, dove si mettono al mondo 'figli come conigli', senza minimamente valutare il futuro di miseria, stenti, e pure abusi d'ogni sorta, mette in chiaro che senza Cultura, l'eterosessualità stessa è spoglia d'ogni significato e scopo opportuno.
Ci sono molte famiglie italiane, che sotto il velo del 'i genitori sono sempre genitori, e non possono che amarti', commettono o hanno commesso abusi d'ogni sorta ai figli; genitori 'naturali', 'buone famiglie', dove tutto si svolge con la complicità del generale perbenismo.
Ci sono molte famiglie italiane, che sotto il velo del 'i genitori sono sempre genitori, e non possono che amarti', commettono o hanno commesso abusi d'ogni sorta ai figli; genitori 'naturali', 'buone famiglie', dove tutto si svolge con la complicità del generale perbenismo.
#parenti#famiglia#figli#amore#maternità#estrema destra#politica#natalità#desiderio#identità sessuale#morale#etica#utero in affitto#tutori#riproduzione
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L'𝗮𝘁𝗲𝗶𝘀𝗺𝗼 non è una religione: se nessuno subisse un indottrinamento religioso (una violenza psicologica costante e continuativa), tutti avremmo un cervello capace di distinguere ciò che è reale da ciò che è inventato; sono gli uomini a immaginare dio a propria somiglianza: ecco perché di "dio" ne esistono di svariati, decaduti e ancora in voga, tutti differenti, ma tutti ridicoli allo stesso modo, come le persone che li inventano e li invocano.
L'ateismo è ciò che ti rende libero dal dogma e dal fanatismo.
Non esistono prove, evidenze scientifiche, né di un dio immanente, né trascendente, né antropomorfo, né teriomorfo.
Non esistono evidenze di una vita che non finisca con la morte, né prove dell'esistenza dell'anima, di un aldilà dopo la morte: dio non esiste.
Se devo credere a qualcosa ("fede"), vuol dire che quella questione, oggettivamente, non è vera.
Anche se ripetuta continuamente, una menzogna, una superstizione, restano sempre una menzogna, una superstizione.
L'agnostico è definibile come colui che, posto davanti ad un test a crocette, segna tutte le risposte: una persona che dice "si" a tutti, per non contrariare nessuno - e questa non è affatto una posizione scientifica, ma morale: anche lui è un credente, della specie "ipocrita".
Chiunque dica di conoscere l'intenzione di dio, non dimostra l'esistenza di dio, ma palesa soltanto il suo ego di pallone gonfiato.
DIO NON ESISTE.
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Credere e Sapere non sono la stessa cosa; il credere (la superstizione, la religione) porta le persone a fare ciò che è all'opposto della loro intelligenza e sensibilità; sapere, invece - l'essere coscienti di quello che si è (destinati solo a morire), fa vivere meglio.
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Ateismo: sono ateo?
Da sempre raccolgo i miei pensieri su diari, siano essi digitali o cartacei. Da qualche mese ho iniziato a farlo in modo più serio: scrivere mi dà tanto piacere quanto il pensare. Forse perché pensare e scrivere vanno di pari passo. Così, da qualche tempo, scrivo regolarmente nel mio quaderno, il mio Journal. La prima riflessione che ho annotato si intitolava proprio così, con una domanda: "Ateismo: sono ateo?".
Mi è sembrato interessante iniziare questo blog con la stessa riflessione, quindi voglio ampliare il discorso.
Non ricordo esattamente quando mi sono posto questa domanda per la prima volta. Il mio rapporto con la religione, e più in generale con la spiritualità, è sempre stato un percorso di scoperta. Non ho mai deciso se credere o non credere: è stato con il tempo, conoscendo meglio me stesso, che ho capito cosa credo o non credo. Più che altro, ho scoperto a cosa non credo, per essere più precisi. Ma ci arriveremo con calma.
Dunque, posso definirmi ateo? Non ne sono sicuro, è una questione complessa. Provo a spiegarmi meglio: cercando "ateo" su Google, la definizione di Oxford Languages dice
Ateo Aggettivo Che nega l'esistenza di Dio.
Parto da qui. Il fatto che, per esistere, la posizione dell'ateismo necessiti di un Dio da negare. Senza credenti, non ci sarebbero quindi atei? Più o meno, non ne sono del tutto convinto. Ma non è questo il mio punto. Quello che mi chiedo è: nego l'esistenza di Dio? Non proprio. Quello che penso è che non ci sia nulla. Ma se non c'è nulla, non c'è nemmeno bisogno di negare che ci sia qualcosa. Se non c'è, non c'è e basta, non è che nego l'esistenza di qualcosa che, forse, per qualcuno c'è. Penso che non ci sia e basta. Non so, forse è solo un mio assurdo viaggio mentale, ma mi sembra che l'etichetta di "ateo" non riesca a racchiudere bene tutti i miei dubbi. Perché alla fine si tratta di questo: dubbi che spingono avanti la ricerca.
Andiamo avanti. Che cosa vuol dire che penso che non ci sia nulla? Forse non è vero che lo penso. È una semplificazione. Che cosa penso allora? Penso che di sicuro non ci sia un essere antropomorfo, vecchio e barbuto, alla fine del tempo, dotato di volontà propria, pronto a giudicare e decidere del destino dei mortali. Penso che questa sia una specie di superstizione. Quindi penso che non ci sia nulla? In realtà no. Penso che non ci sia questa cosa. Che cosa poi c'è, non lo so. Non lo so ancora, almeno.
Questo mi permette di arrivare al primo punto cruciale del mio ragionamento: non ho l'ardire di affermare che cosa sono. Conoscere se stessi è qualcosa di complesso e non voglio chiudermi dentro definizioni confinanti. Ora come ora, posso solo affermare ciò che non sono. E quello che ho scoperto è che non sono credente.
Ora, io sinceramente temo di non credere in nessuna religione (preferisco dire, in nessuna dottrina religiosa), ma non ne sono sicurissimo perché non conosco bene tutte le religioni. Quelle che conosco meglio (le varie dottrine cristiane) non mi convincono. Non mi sono affini, per motivi personali che forse un giorno racconterò. Immagino che ciò sia dovuto alla mia sensibilità personale riguardo queste dottrine. E, per quelle stesse motivazioni personali che ora non riporterò, temo proprio che non riuscirò mai ad aderire a una particolare dottrina. Le religioni sono interessanti e molto importanti. Si può imparare molto sul mondo e su sé stessi studiando bene, senza (troppi) pregiudizi, le varie dottrine religiose dei popoli umani, sia quelle tutt'oggi praticate, sia quelle antiche ormai quasi dimenticate. Se non ricordo male, anche Feuerbach sosteneva che proprio coloro che si definivano atei (io direi non credenti) avevano il dovere di interrogarsi circa la natura di Dio, per comprendere meglio la civiltà in cui si vive. Questo pensiero mi trova d'accordo.
Sostanzialmente, la risposta alla domanda iniziale è che il termine ateo non inquadra pienamente la mia visione. Quindi non sono del tutto ateo (si potrebbe dire che ho dei "tratti di ateismo"), ma sicuramente non sono credente.
Quindi, per ora, quello che ho capito è in che cosa non credo, in altri termini, che cosa non sono. Probabilmente, per un bel po', andrò avanti così: a definirmi per negazione.
Avrei ancora molto altro da dire, ma sono quasi le due del mattino. Avrei voluto iniziare a scrivere un breve racconto tre ore fa e invece mi sono ritrovato qui a parlare delle mie idee in ambito religioso. C'est la vie. Per oggi vi ho tediato abbastanza, però vi avevo avvisati: traggo molto piacere dalle mie cervellotiche elucubrazioni. Ormai dovreste aver capito che non scherzavo. In fondo, "penso, dunque sono" diceva un saggio amico del passato. Sono un essere pensante. Sì, credo proprio che sia l'unica definizione positiva che mi rispecchia pienamente.
A presto.
A. L.
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29/5 colucci jewellery @ Il Salotto di Via Spiga 15 - Milano
Dalle 14 alle 20 del 29 maggio 2024, colucci Jewellery è protagonista a Il Salotto di Via Spiga 15 - Milano. colucci è un gioiello da amare, un'icona nella gioielleria contemporanea ed un gioiello che trasforma il concetto stesso di bellezza. In altre parole, un connubio di innovazione, artigianalità e design senza tempo.
I gioielli colucci non sono semplici ornamenti, ma vere e proprie opere d'arte ispirate dagli elementi che ci circondano. Ogni creazione è frutto di una ricerca incessante del tempo e dello spazio perfetto, reinterpretato attraverso forme, geometrie e luci che esprimono la consapevolezza dell'effimero della vita e dell'importanza di amare senza riserve. Il brand per le prime collezioni prende ispirazione dalla natura; l'intento è stato quello di riportare nelle forme dei gioielli quello che per Luca Colucci rappresentava l'essenza degli elementi della natura. E quindi più che imitarne le forme, la ricerca si è spinta verso il reinterpretarne le caratteristiche dominanti; “così sono nate collezioni dove spero le persone possano trovare affinità con il proprio carattere”-sottolinea Luca Colucci- “mi sono molto divertito a trovare ispirazione anche dalla mia cultura e dal mio territorio. Se il brand parlasse una lingua, sicuramente molte parole non potrebbero che essere in dialetto napoletano. Come non farsi influenzare da Napoli?”
Napoli è da sempre stata la sua scuola e il centro nevralgico, dove arte cultura religione e superstizione si sono mescolati per secoli. In vendita, per ora, solo online, colucci Design affascina per gli anelli, come quelli della collezione Mari, ma anche Grani e Gea. I materiali usati sono principalmente l’argento 925, oro 9 k (inserti e alcune chiusure), diamanti, rubini e zaffiri naturali certificati Argento Sterling (925). È composto da argento puro al 92,5% e da altri metalli, ma è noto per essere generalmente ben tollerato dalla pelle, il che lo rende ideale per orecchini e gioielli anallergici. Un punto di forza del brand risiede nella consapevolezza del valore intrinseco che hanno i prodotti artigianali. Questo approccio più lento consente di dedicare tempo ai dettagli e alla precisione. Solo così si possono creare prodotti ben fatti e di maggiore qualità rispetto ai prodotti di massa. Le persone che lavorano nel laboratorio di Colucci Design, infatti, hanno ereditato le proprie conoscenze dagli artigiani della secolare scuola del Borgo degli Orefici, a Napoli.
Fondato nel 2019, ma in costante rinnovamento, il brand colucci nasce per stupire e soddisfare i sogni di chi indossa i suoi gioielli. La mission è quella di interpretare e realizzare i desideri più profondi dei propri clienti, anticipandoli con un design dinamico e in continuo mutamento. Luca Colucci, designer e mente creativa del brand, ha saputo coniugare la tradizione artigianale con l'innovazione tecnologica, creando gioielli destinati a diventare veri e propri simboli di stile e raffinatezza.
www.colucci.design
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29/5 colucci jewellery @ Il Salotto di Via Spiga 15 - Milano
Dalle 14 alle 20 del 29 maggio 2024, colucci Jewellery è protagonista a Il Salotto di Via Spiga 15 - Milano. colucci è un gioiello da amare, un'icona nella gioielleria contemporanea ed un gioiello che trasforma il concetto stesso di bellezza. In altre parole, un connubio di innovazione, artigianalità e design senza tempo.
I gioielli colucci non sono semplici ornamenti, ma vere e proprie opere d'arte ispirate dagli elementi che ci circondano. Ogni creazione è frutto di una ricerca incessante del tempo e dello spazio perfetto, reinterpretato attraverso forme, geometrie e luci che esprimono la consapevolezza dell'effimero della vita e dell'importanza di amare senza riserve. Il brand per le prime collezioni prende ispirazione dalla natura; l'intento è stato quello di riportare nelle forme dei gioielli quello che per Luca Colucci rappresentava l'essenza degli elementi della natura. E quindi più che imitarne le forme, la ricerca si è spinta verso il reinterpretarne le caratteristiche dominanti; “così sono nate collezioni dove spero le persone possano trovare affinità con il proprio carattere”-sottolinea Luca Colucci- “mi sono molto divertito a trovare ispirazione anche dalla mia cultura e dal mio territorio. Se il brand parlasse una lingua, sicuramente molte parole non potrebbero che essere in dialetto napoletano. Come non farsi influenzare da Napoli?”
Napoli è da sempre stata la sua scuola e il centro nevralgico, dove arte cultura religione e superstizione si sono mescolati per secoli. In vendita, per ora, solo online, colucci Design affascina per gli anelli, come quelli della collezione Mari, ma anche Grani e Gea. I materiali usati sono principalmente l’argento 925, oro 9 k (inserti e alcune chiusure), diamanti, rubini e zaffiri naturali certificati Argento Sterling (925). È composto da argento puro al 92,5% e da altri metalli, ma è noto per essere generalmente ben tollerato dalla pelle, il che lo rende ideale per orecchini e gioielli anallergici. Un punto di forza del brand risiede nella consapevolezza del valore intrinseco che hanno i prodotti artigianali. Questo approccio più lento consente di dedicare tempo ai dettagli e alla precisione. Solo così si possono creare prodotti ben fatti e di maggiore qualità rispetto ai prodotti di massa. Le persone che lavorano nel laboratorio di Colucci Design, infatti, hanno ereditato le proprie conoscenze dagli artigiani della secolare scuola del Borgo degli Orefici, a Napoli.
Fondato nel 2019, ma in costante rinnovamento, il brand colucci nasce per stupire e soddisfare i sogni di chi indossa i suoi gioielli. La mission è quella di interpretare e realizzare i desideri più profondi dei propri clienti, anticipandoli con un design dinamico e in continuo mutamento. Luca Colucci, designer e mente creativa del brand, ha saputo coniugare la tradizione artigianale con l'innovazione tecnologica, creando gioielli destinati a diventare veri e propri simboli di stile e raffinatezza.
www.colucci.design
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Colucci è il gioiello che amerai
La nascita di un'icona nella gioielleria contemporanea.
colucci, il gioiello che trasforma il concetto stesso di bellezza, presenta le sue collezioni, il 10 Aprile a Milano, nell'elegante cornice di Il Salotto di Via Spiga 15, a Milano, dalle 14 alle 21:00.
colucci è un connubio di innovazione, artigianalità e design senza tempo.
I gioielli colucci non sono semplici ornamenti, ma vere e proprie opere d'arte ispirate dagli elementi che ci circondano.
Ogni creazione è frutto di una ricerca incessante del tempo e dello spazio perfetto, reinterpretato attraverso forme, geometrie e luci che esprimono la consapevolezza dell'effimero della vita e dell'importanza di amare senza riserve.
Il brand per le prime collezioni prende ispirazione dalla natura; l'intento è stato quello di riportare nelle forme dei gioielli quello che per Luca Colucci rappresentava l'essenza degli elementi della natura.
E quindi più che imitarne le forme, la ricerca si è spinta verso il reinterpretarne le caratteristiche dominanti; "così sono nate collezioni dove spero le persone possano trovare affinità con il proprio carattere"-sottolinea Luca Colucci
"Mi sono molto divertito a trovare ispirazione anche dalla mia cultura e dal mio territorio. Se il brand parlasse una lingua, sicuramente molte parole non potrebbero che essere in dialetto napoletano.
Come non farsi influenzare da Napoli?"
Napoli è da sempre stata la sua scuola e il centro nevralgico, dove arte cultura religione e superstizione si sono mescolati per secoli.
Tyche è il suo omaggio a Napoli e più che la reinterpretazione di un simbolo è un vero e proprio racconto di un rito.
Quei piccoli gesti che stiamo perdendo nel nostro essere così frenetici che ti fanno omaggio, più che di un oggetto materiale, di un'emozione.
Ma ogni anello della collezione racconta la sua storia ed ha un proprio messaggio.
KFR nasce durante la pandemia; in quei giorni difficili abbiamo cambiato radicalmente il modo di rapportarci, le cose che prima si facevano con leggerezza sono diventate pericolose, reinventare il modo di scambiarsi tenerezze è diventato un'esigenza sociale e per chi disegna quasi un obbligo morale.
"Personalmente mi ha sempre commosso rivedere la scena finale di quel capolavoro cinematografico senza tempo Nuovo cinema Paradiso in cui un Totò ormai adulto, interpretato da Jacques Perrin, visiona una bobina che gli ha lasciato l'amico Alfredo come ultimo dono, contenente le scene tagliate dei baci di diversi film-allora era la censura a proibire il bacio"-aggiunge Luca Colucci.
"Da queste emozioni nasce KFR un anello dove spero le persone possano ritrovare amore e design. La passione è racchiusa nel gesto più tenero al mondo, un bacio, reinterpretato in un design semplice che lo renderà eterno ed unico, così da poterlo donare alla persona che si ama o tenerlo come suo ricordo".
In vendita, per ora, solo online, colucci Design affascina per gli anelli, come quelli della collezione Mari, ma anche Grani e Gea.
I materiali usati sono principalmente l'argento 925, oro 9 k (inserti e alcune chiusure), diamanti, rubini e zaffiri naturali certificati
Argento Sterling (925)
È composto da argento puro al 92,5% e da altri metalli, ma è noto per essere generalmente ben tollerato dalla pelle, il che lo rende ideale per orecchini e gioielli anallergici.
"Il mio obiettivo principale è quello di divertirmi"-continua Luca Colucci-"sono fermamente convinto che quando hai idee e ti diverti a realizzarle e lo fai con passione, questo processo traspare ed è contagioso.
La cosa più emozionante è notare negli occhi delle persone che mi aiutano ogni giorno a realizzare il mio sogno, che anche in loro si accende qualcosa e lavorano con il mio stesso entusiasmo.
Altra convinzione è che il design del gioiello ha, a mio avviso, ancora tanto da raccontare, quindi sono fiducioso che i miei gioielli possano andare fieri in giro per il mondo a raccontare una storia fatta di passione.
Detto questo, l'obiettivo del brand non può che essere quello di contagiare ed emozionare le persone e renderle più felici e perché no anche più vanitose".
Un punto di forza del brand risiede nella consapevolezza del valore intrinseco che hanno i prodotti artigianali.
Le aziende artigiane rappresentano l'eccellenza del nostro territorio.
Nel mondo frenetico dell'industrializzazione e della produzione di massa, chi riesce a conservare come un piccolo tesoro "l'essenza dell'arte del fare a mano" ha sicuramente un valore aggiunto.
Questo approccio più lento consente di dedicare tempo ai dettagli e alla precisione. Solo così si possono creare prodotti ben fatti e di maggiore qualità rispetto ai prodotti di massa.
Le persone che lavorano nel laboratorio di Colucci Design, infatti, hanno ereditato le proprie conoscenze dagli artigiani della secolare scuola del Borgo degli Orefici, a Napoli".
In che modo colucci Design coniuga tradizione e innovazione tecnologica?
"Dopo i primi bozzetti fatti a matita si passa a modellare in 3d il gioiello a computer e poi si stampa in resina fondibile"-conclude Luca Colucci-"questo è l'unico processo che si distingue da quello tradizionale che prevedeva la modellazione a mano del modello in cera.
Non credo si possa parlare in questo caso di innovazione tecnologica. Semplicemente gli strumenti per gli scultori si sono evoluti e, dal modello in cera al gioiello finito i processi sono sempre gli stessi da secoli".
Fondato nel 2019, ma in costante rinnovamento, il brand colucci nasce per stupire e soddisfare i sogni di chi indossa i suoi gioielli. La mission è quella di interpretare e realizzare i desideri più profondi dei propri clienti, anticipandoli con un design dinamico e in continuo mutamento.
Ogni gioiello colucci è frutto di una meticolosa lavorazione artigianale, che parte dalla scultura digitale dei pixel, prosegue con la precisione del controllo numerico e si conclude con la maestria degli artigiani della secolare scuola del Borgo degli Orefici di Napoli.
Luca Colucci, designer e mente creativa del brand, ha saputo coniugare la tradizione artigianale con l'innovazione tecnologica, creando gioielli destinati a diventare veri e propri simboli di stile e raffinatezza.
"colucci, il gioiello che amerai, non è solo un brand, ma un viaggio emozionale attraverso il tempo e lo spazio," prosegue Luca Colucci. "Ogni gioiello racconta una storia, ogni dettaglio è pensato per evocare emozioni profonde e lasciare un'impronta indelebile nel cuore di chi lo indossa.
Le collezioni di gioielli colucci sono disponibili presso il sito ufficiale del brand.
Per ulteriori informazioni e per scoprire il gioiello che amerai, visita www.colucci.design
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Rhet: torna il romanzo fantascientifico
Era il 2021, quando noi di Vortici.it, abbiamo incontrato e portato alla vostra attenzione un romanzo molto particolare intitolato Elbrus, uscito a Ottobre 2020 per Armando Curcio Editore.
I due autori Marco Capocasa e Giuseppe Di Clemente riprendono ciò che noi definiamo sodalizio creativo e pubblicano la loro ultima fatica letteraria intitolata: Rhet, uscito recentemente per Edizioni Dialoghi – Gruppo Editoriale Utterson.
Rhet è il prequel(racconto, il cui contenuto intende proporre gli antefatti di una storia facente parte di un ciclo), di Elbrus. Parliamo di una nuova avventura fantascientifica ambientata prevalentemente sul pianeta extrasolare che dà il titolo al romanzo, dove prospera una civiltà aliena costituita da tre popoli: i , esploratori dello spazio, i , operosi e dediti all’economia di sussistenza e alle infrastrutture, e i , reietti esiliati in un’isola – continente dove vivono in condizioni tecnologiche e culturali arretrate. Il lettore di Rhet si troverà a seguire vicende che si sviluppano in un futuro remoto, scoprendo pagina dopo pagina le vite di tre personaggi, ciascuno appartenente ad uno dei tre popoli. Le loro vicissitudini un poco alla volta finiscono per intrecciarsi, divenendo indissolubilmente legate nel corso di un viaggio nello spazio profondo che li porterà in un sistema solare a loro ignoto, verso un destino comune, verso l’origine stessa della loro civiltà. Scegliamo di pubblicare la sinossi degli autori in versione integrale, per farvi scoprire quanto sia avvincente la trama: Al tempo della narrazione (Scisat) è una femmina appartenente alla comunità che, insofferente alle rigide tradizioni del suo popolo, vive un difficile rapporto con la sua famiglia. Più di tutto soffre a causa di , la persistente connessione empatica-telepatica fra gli individui e l’inevitabile controllo sulla propria esistenza che ne deriva. Per questo, dopo essere stata sanzionata per l’ennesimo episodio di insubordinazione sociale, sceglie di aderire ai programmi di esplorazione spaziale, grande caposaldo della tradizione finalizzato alla ricerca dei Fondatori, cioè coloro che provenendo da un altro mondo avrebbero fondato, secondo il mito, la civiltà sul pianeta . (Kazikaa) è una femmina , l’altro popolo di fortemente caratterizzato per l’operosità e la capacità organizzativa, ma retrocesso in ambito politico e compresso in quello sociale e culturale. Questi limiti hanno storicamente avuto ricadute pratiche sulla formazione culturale, sulle parziali restrizioni civili e sulle possibilità di carriera. (Kazikaa) è un’esobiologa ed un’esperta di intelligenza artificiale in attività su , una delle lune di , consapevole di aver conquistato un ruolo prestigioso e improbabile da ottenere per una femmina . Tuttavia è frustrata nel vedere periodicamente gruppi di giovani e aspiranti esploratori partire da alla volta di nuovi mondi da scoprire e colonizzare, una possibilità a lei negata, così come a tutti gli altri membri della sua comunità. (Gailmora) è un maschio , un popolo le cui origini affondano le radici in un remoto passato nel quale gli individui privi della capacità di comunicazione empatica-telepatica venivano esiliati dai e dai sul continente , oltreoceano. Qui i discendenti dei , che non ebbero in eredità alcuna traccia storica della deportazione e della quale non hanno serbato alcuna memoria, sopravvissero dando vita ad un mondo tecnologicamente e culturalmente arretrato e fondato sul potere, sul commercio, sulla religione e sulla superstizione. I ignorano l’esistenza del continente , loro ancestrale luogo di origine dove, invece, prosperano attualmente e . (Gailmora), dopo aver condotto un’esistenza itinerante e fatta d’espedienti, s’innamora di una femmina nomade. Nel tentativo di fuggire con lui dalla propria oppressiva e conservatrice famiglia nomade, la giovane perde la vita precipitando in mare da una scogliera. (Gailmora), invece, sopravvive alla caduta e viene recuperato in mare e venduto come schiavo ad una ricca matrona. Mentre è al suo servizio come maschio di piacere conosce un ministro del culto del Creatore, un , il quale lo indirizza verso le Porte del Cosmo, un luogo di frontiera immaginifico attraverso il quale è possibile oltrepassare i limiti del mondo conosciuto. (Gailmora), spinto dal dolore dell’amore perduto e dall’attuale condizione di schiavo, intraprende il viaggio e supera le Porte del Cosmo fino a raggiungere un’isola dove vede cose incomprensibili, ai suoi occhi un luogo dimora degli dèi: vede un mostro di metallo volteggiare e toccare il suolo vicino a una torre di vetro. Il mostro di metallo non è altro che l’astronave che ha fatto porto sull’isola di prima di dirigersi verso la luna di . (Gailmora) sale a bordo dell’astronave prima del suo decollo. Allo sbarco sulla luna (Gailmora) viene scoperto e trattenuto. È talmente sconcertante che un reietto (ovvero un discendente dei deportati) sia riuscito a lasciare , il continente oltre l’oceano, che la notizia della sua fuga e della sua presenza su viene tenuta segreta, anche e soprattutto perché solo una ristretta élite dei popoli di è a conoscenza che su esista tuttora una discendenza dei deportati ere or sono, poiché è pubblicamente noto che i deportati morirono tutti nel giro di poche generazioni. Invece la discendenza dei deportati si è articolata in popoli dalle variegate culture dimoranti in regni, città e porti. Ma la barbarie è stata tuttavia perpetrata dalle élite impedendo ad ogni nave, sempre grazie a quella rete di satelliti, di allontanarsi oltre un certo limite da . Nel frattempo, sulla luna , l’equipaggio che salirà sull’astronave è stato arricchito di nuovi membri provenienti da in vista di una missione che ha come scopo l’esplorazione, la scoperta di forme aliene intelligenti e, se possibile, il rintraccio dei Fondatori. Fra loro c’è (Scisat) che, fra le varie attività di formazione svolte sulla luna prima della partenza, entra in contatto empatico-telepatico con uno degli esseri alieni ospiti nella struttura lunare, appartenente ad una specie, i , scoperta molto tempo prima su un esopianeta, che per mutua utilità ha lasciato che alcuni suoi membri dimorassero sulla luna rhetiana per approfondire la reciproca conoscenza. Su nuove dinamiche politiche e spinte sociali stanno destabilizzando i tradizionali equilibri fra i popoli e . In uno storico incontro, infine, vengono rimossi vecchi limiti permettendo ai l’accesso a professioni e ruoli istituzionali fin ad allora preclusi. Così, si apre per la (Kazikaa) uno scenario nuovo che le permette di sottoporre la propria candidatura per la missione prossima alla partenza. Viene selezionata ed entra a far parte dell’equipaggio. La permanenza del reietto su è un problema che viene superato facilmente. Viene deciso dai vertici che (Gailmora) sia imbarcato per la spedizione e sia oggetto di studio durante il lungo viaggio. A (Scisat) e (Kazikaa) viene affidato dal comandante l’incarico di studiare segretamente il sotto ogni punto di vista. Durante il viaggio (Gailmora) apprende la lingua di e riceve rudimenti di scienze e tecnologia. Quando diviene “utilizzabile”, il comandante non esita ad aggregarlo a missioni esterne quale pedina sacrificabile. Le due scienziate apprendono tutto ciò che è possibile dal profugo sul suo mondo di provenienza. In ogni caso lavorano moltissimo sull’aspetto fondamentale che lo distingue dalla gente di , cioè l’incapacità di comunicare per mezzo di . Ma questo aspetto rivela novità sorprendenti. Si manifestano segni di cambiamento in lui, qualcosa lascia credere che il abbia iniziato a percepire qualcosa, con debolezza e in modo confuso. E, forse, proprio questa primordiale sensibilità a , ripercorrendo le allucinazioni e le situazioni che già lo avevano stimolato a lasciare la propria patria, lo ha messo nelle condizioni di fuggire. Insomma, qualcosa già serpeggiava ed ora, durante il confronto serrato e quotidiano con le scienziate, sta maturando e rivelandosi progressivamente. Si tratta di una scoperta sensazionale. Durante la navigazione, già quando si è prossimi ai sistemi di stelle obiettivo della missione perché potenzialmente ritenuti capaci di ospitare la vita intelligente, un segnale scuote il comandante e segna il destino della missione. Proveniente da uno di quei sistemi di stelle, un segnale senza alcun dubbio artificiale viene captato da . Il Comandante assegna la nuova rotta verso il pianeta in orbita della modesta stella . Durante la navigazione, nella fascia esterna di quel sistema, un ennesimo e nuovo segnale artificiale alimenta ulteriore fermento nell’equipaggio. Proviene da un punto situato nello spazio profondo ed è sprigionato da una fessurazione spazio-temporale, cioè una singolarità che crea un ponte capace di collegare istantaneamente due punti lontanissimi nell’universo. Nel tentativo di non tralasciare nulla, il Comandante, mantenendo la rotta verso , invia una navetta esplorativa verso la sorgente del nuovo segnale. Dell’equipaggio della missione fanno parte anche le due scienziate e (Gailmora). Soprattutto, ne è stata messa a capo proprio la femmina (Kazikaa) che, durante il viaggio, ha saputo emergere e farsi apprezzare dal Comandante. Ma quando la navetta è prossima alla fessurazione, l’astronave viene colpita irrimediabilmente da uno sciame di asteroidi che ne perforano lo scafo e la danneggiano gravemente. L’equipaggio della navetta esplorativa è impotente di fronte al disastro che si consuma pochi istanti prima che la fessurazione sia attraversata. Una volta oltre, l’equipaggio della navetta è irrimediabilmente solo e non riesce a spiegarsi come mai, pur avendo attraversato quella che è stata identificata come una fessurazione spazio-temporale, la navetta è rimasta nello stesso luogo. è scomparsa ma tutti gli astri di riferimento sono là, a significare che non è stato effettuato alcun balzo verso qualche zona remota. È questo è inspiegabile. Ma ancora più scioccante è l’avvistamento di strutture enormi che, incrociando nello spazio, intercettano la navetta e, lentamente, la catturano. È chiaro fin da subito all’equipaggio di essere venuti a contatto con una popolazione aliena. La navetta viene condotta all’interno di una di quelle gigantesche navi. Convinta che gli alieni vogliano stabilire un contatto, (Kazikaa) dispone che assieme a lei scendano anche (Scisat) e (Gailmora), in rappresentanza dei tre popoli di . Scendendo dalla navetta nessuno di loro poteva immaginare di trovarsi di fronte a esseri viventi con fattezze tali e quali alle loro. Finalmente, i rhetiani hanno trovato i Fondatori. Gli autori: Marco Capocasa biologo e antropologo. Svolge attività di ricerca scientifica in qualità di vice-segretario dell'Istituto Italiano di Antropologia e la libera professione di biologo nutrizionista. Si occupa dello studio delle relazioni fra strutture sociali e diversità genetica delle popolazioni umane e della condivisione del sapere scientifico in ambito antropologico e biomedico. È autore di decine di articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali. Ha pubblicato tre libri di divulgazione scientifica: Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi siamo (Carocci, 2016), Intervista impossibile al DNA. Storie di scienza e umanità (il Mulino, 2018) e Assurdità alimentari – Dalle fake news alla scienza della nutrizione (Castelvecchi, 2023). È inoltre autore, insieme a Giuseppe Di Clemente, del romanzo di fantascienza Elbrus, edito nel 2020 per Armando Curcio Editore.Giuseppe Di Clemente laureato in Economia aziendale, è autore dei romanzi di fantascienza: Oltre il domani. Un varco per l'universo (L'Erudita, 2019) ed Elbrus (Armando Curcio Editore, 2020). Immagine di copertina: Image By stockgiu - freepik.com Read the full article
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Nessuno arriva a conoscere 'dio': non esiste.
Tutto ciò che si dice su 'dio', di cui ci sono diverse versioni contrastanti, è solo frutto dell'immaginazione umana.
Quando una questione è vera, esiste un'unica versione a descriverla, in base a prove inconfutabili.
Una menzogna, anche se creduta da milioni di persone, resta una menzogna; il fatto che molti vengano suggestionati, in molte parti del mondo, a diventare schiavi di diversi cleri religiosi, non è la prova che esista 'dio', ma prova che ci siano molti creduloni e molti truffatori.
Costruire, ridicolmente, migliaia di 'case di dio' (chiese) a ogni angolo, ci offre non solo l'idea che il cattolicesimo si basi sul nulla nelle sue stantie predicazioni; ma che il cristiano NON è capace manco di riflettere sugli sproloqui d'un 'dio' ONNIPRESENTE, UBIQUO.
La religione non è Cultura, ma mera superstizione, creduloneria, da cui tenersi alla larga; per comportarci in modo Civile non abbiamo bisogno di alcuna religione, ma di una Coscienza - che si può costruire solo attraverso Scienza e Cultura.
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