#relazioni e silenzi
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pier-carlo-universe · 17 days ago
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Quando il Tempismo è Tutto: Una Storia di Parole Non Dette e Connessioni Mancate. Di Massimo Usai
Il tempismo è tutto quello che conta—è quello che ho imparato oggi. Questa folgorazione mi è arrivata nel momento più strano, una realizzazione scivolata tra i respiri della prima aria fredda dell’inverno, sospesa a un incrocio di parole non dette.
Il tempismo è tutto quello che conta—è quello che ho imparato oggi. Questa folgorazione mi è arrivata nel momento più strano, una realizzazione scivolata tra i respiri della prima aria fredda dell’inverno, sospesa a un incrocio di parole non dette. Eravamo fermi al semaforo, entrambi in silenzio, entrambi osservando mentre un carro funebre attraversava solennemente l’incrocio. Il cielo era…
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ambrenoir · 2 months ago
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.
Dal web
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canesenzafissadimora · 5 months ago
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.
Alessandro D'Avenia
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susieporta · 6 months ago
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita.
Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore. No, al momento della morte tutto diventa finalmente reale. E cinque le cose che rimpiangeremo, le uniche reali di una vita.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c’è più tempo.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l'adolescente scorge nell'addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell'affermarsi della sua vita: amori.
Alessandro D'Avenia
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princessofmistake · 2 years ago
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange ... E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita: 1) La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
2) Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c'è più tempo.
3) Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza "ti amo" a chi avevamo accanto, "sono fiero di te" ai figli, "scusa" quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
4) Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L'abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
5) Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l'adolescente scorge nell'addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell'affermarsi della sua vita: amori.
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mindfulness75 · 1 year ago
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LA PSICOLOGIA DEL NARCISISTA PATOLOGICO: ESPLORANDO IL PROFILO DEL MANIPOLATORE PERVERSO
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Riconoscere e Affrontare il Narcisismo Patologico nelle Relazioni:
Consigli Pratici
Negli ultimi tempi, il Narcisismo Patologico è diventato un argomento di ampia discussione, grazie all'accesso facilitato alle informazioni tramite internet e ai social media. Questo disturbo, caratteristico della società contemporanea individualista, è oggetto di interesse per psicologi, psichiatri, coach, counsellor e persone comuni che condividono le proprie esperienze.
Tuttavia, è importante notare che il Narcisismo non è necessariamente patologico. Esiste un livello sano di Narcisismo che contribuisce alla crescita individuale, promuovendo autostima, autoefficacia e empatia. Questo articolo si concentra su aspetti pratici legati al Narcisismo Patologico, tralasciando l'approfondimento teorico, facilmente reperibile in letteratura.
In questo articolo, esploreremo:
Chi è il Narcisista Patologico (rispetto a un Narcisista sano).
Come identificarlo.
Come gestire una relazione con un Narcisista Patologico.
Il Narcisismo Patologico vs. il Narcisismo Sano
Il Narcisismo diventa patologico quando comporta danni all'altro e si manifesta attraverso:
Bassa autostima: Il narcisista patologico dipende dall'approvazione esterna per mantenere l'ego, senza di essa sperimenterebbe un grave crollo psicologico.
Megalomania: Questo individuo esagera non solo la propria persona ma anche i propri successi, cercando di apparire superiore agli altri.
Mancanza di empatia: Questa è la caratteristica distintiva rispetto al narcisismo sano. Il narcisista patologico non riconosce o considera le emozioni altrui, causando sofferenza senza rendersene conto.
Incapacità di amare: Questo individuo non sa amare autenticamente; i suoi gesti d'affetto hanno scopi manipolatori e di controllo.
Comportamenti Tipici del Narcisista Patologico
I comportamenti del Narcisista Patologico possono variare ma includono:
Love bombing: Durante la fase iniziale, il narcisista patologico cerca di attrarre la vittima con attenzioni e gesti affettuosi.
Cambiamento di comportamento: Dopo aver conquistato la vittima, il narcisista diventa freddo e distante.
Critiche e manipolazione: Il narcisista utilizza critiche sottili, giudizi e silenzi punitivi per manipolare l'altro.
Tradimenti e bugie: Spesso ricorre alla triangolazione, paragonando l'attuale partner con ex per seminare insicurezze.
Riconquista: Se la vittima cerca di terminare la relazione, il narcisista può cercare di riconquistarla, almeno finché non trova una nuova vittima.
Come Gestire una Relazione con un Narcisista Patologico
Terminare una relazione con un Narcisista Patologico è complesso, poiché spesso sussiste una dipendenza affettiva. È fondamentale mantenere un senso di realtà e cercare il supporto di un professionista per affrontare la situazione.
Altri passi includono:
No contact: Smettere ogni tipo di contatto con il narcisista, inclusi messaggi e social media. Questa scelta deve essere supportata da una terapia.
Lavoro psicologico: Rivolgersi a uno psicoterapeuta per affrontare i disturbi derivanti dalla relazione con il narcisista, come depressione, ansia o somatizzazioni.
In sintesi, gestire una relazione con un Narcisista Patologico richiede consapevolezza, supporto professionale e il coraggio di intraprendere un percorso di guarigione personale.
Scopri ora la complessa psicologia del narcisista patologico e impara a riconoscere il manipolatore perverso nelle tue relazioni. Contattami acquisire consapevolezza e proteggerti da comportamenti dannosi.
Tito Bisson
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
IL TEMPO DEL RITORNO 
Quelli dell'arte sono racconti brevi che racchiudono parole estese. Indicano "storie" e non descrivono oggetti. S'ispirano alla distinzione, chiarita da Dilthey, tra le scienze della natura e le scienze dello spirito: le prime penetrano la materia e la classificano, ma nulla affermano sulla storia di un oggetto.  Lo spirito, inteso come rappresentazione culturale, atto di "coscienze", è invece l'effetto di una vicenda che incrocia l'umano e da questo si lascia connotare. La passione antiquaria propone un esempio di questa percezione dell'oggetto: il nuovo non possiede una storia, l'antico la evoca. Solo così può essere compreso il "tempo vissuto" di Bergson e il suo rapporto con la libertà: le relazioni causali perdono il peso della necessità e muovono da infinite e incoercibili possibilità. Nel corso del "secolo lungo", l'espressione artistica s'è assunta il ruolo di richiamo a questo statuto ontologico delle "cose" e di rifiuto d'ogni forma canonica, per rivendicare la differenza dal paradigma d'inclusione nell'ordine delle scienze di natura. Giorgio de Chirico (1888 - 1978) ha declinato questo sentimento di rivalsa in tutte le sue opere, animandole di silenzi. Una di queste, "I progetti della fanciulla", 1915, oggi al MoMA di New York, è l'apparire di sogni, di aneliti, di speranze, di pensieri, assorbiti negli oggetti della vita. Questi divengono coscienza e formano il tempo del ritorno. Il tempo circolare che segna la verità delle "cose".
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c-atom · 2 years ago
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.
Alessandro D'Avenia.
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itiamourlati-blog · 1 month ago
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Io non capisco perché le persino si ostinino continuamente a mentire.
Non ti va bene una cosa? Dillo.
Parla, che parlando le cose si risolvono. Parlando si chiudono in modo maturo le relazioni. Parla, argomenta, sfogati, urla, che a stare in silenzio siamo tutti bravi.
E non lamentarti se una persona se ne va. I silenzi allontanano e anche la persona più buona ad un certo punto si stufa di stare ad aspettare, di comprendere sempre tutto, di darsi risposte da sola, di scusare in continuazione.
È così facile scrivere un messaggio e dire “guarda, oggi non è giornata, ne parliamo più tardi”, e poi parlarne davvero. Siamo umani, abbiamo tutti dei momenti no, delle giornate del cazzo dove vuoi stare lontano da tutto e da tutti, ma siamo ancora tutti qui. Quindi smettetela di sparire quando qualcosa non va, abbiate rispetto per chi vi sta vicino.
Avete rotto il cazzo con sta moda del mutismo selettivo.
Buona domenica :)
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charlotte-ravenclaw · 4 months ago
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Descrizione fisica
Non ha alcuna intenzione di tagliare quei lunghissimi capelli color cenere che, ormai, le lambiscono i fianchi, avvolgendosi in generosi boccoli morbidi. Il suo visetto, ancora tondo e infantile, è caratterizzato da un pallore lunare che ben si abbina agli occhi cristallini, vivaci e curiosi, ricchi di espressione. Le labbra piene iniziano a tingersi di un naturale color malva, spesso piegate in bronci capricciosi o in sorrisi educati di circostanza, come ben si addice a una figlia di una rispettosa nobile famiglia Purosangue. Sempre attenta al suo aspetto, quando le insicurezze non la fanno chinare il capino, cammina con il mento alto, pronta ad affrontare chiunque tenti di sfidarla, nonostante la sua modesta statura di poco più di un metro e quaranta. 
Temperamento
I suoi lunghi silenzi, interrotti da frasi brevi, sono tipici di un comportamento introverso che cela una curiosità spropositata per il mondo che la circonda. Pur pretendendo di avere tutte le risposte, non concede agli altri il medesimo privilegio, riservando per sé i propri pensieri e segreti. Vanitosa e permalosa, unite a manie di perfezionismo, chi ha imparato a conoscerla capisce che punta solo all’eccellenza e poco le importa del parere degli altri. Non ha problemi a sostenere le cause in cui crede e ad esporsi per ciò che ritiene giusto. Non che la sua lealtà sia facilmente conquistabile, ma una volta ottenuta è difficile scollarsi da quella che risulta essere un’alleata protettiva che dispensa piccoli gesti di premura e anche difese accanite. 
Relazioni sociali
Nel cuore pulsante del giardino incantato, Cheryl è la fata madrina dai capelli scintillanti; vi è anche Vivienne, vestita di petali di smeraldo, un dolce incanto di risatine civettuole e segreti sussurrati. Theodore è il fratello con cui sentirsi incredibili per non sentire il peso dell’essere unici, Emile, il saggio guardiano delle stelle, che con le sue parole traccia costellazioni di conoscenza. Frederick è un libro rilegato in pelle antica, in cui trovare conforto in biblioteca ascoltando solo il sussurro delle pagine sfogliate, ma Eirlys un buffet di delizie nella Sala Comune assaporando ogni momento con un pasticcino ricoperto di glassa; Lugh è il cavaliere del giardino con cui duellare sotto il cielo scozzese. Infine, la squadra di Quidditch la famiglia scelta, lo stormo di aquile con cui volare maestosi e indomiti. (Cornelia, Tarq, Neera, Grace, Thom) 
Curiosità
Sigillo d’affari tra Dalloway e Delation; a casa, Imin è il suo elfo-balia, ma lei è la puffola di papà Jozsef. Mamma Victoire è la sua insegnante di bonne etiquette e francese. Ma è Erzsebethche guarda con ammirazione, Kim eleganza e portamento, Tristan un imporporarsi delle guance. Da un po' di tempo gira con un distintivo da CapoAuror, riportante la sua iniziale e il suo cognome; qualche ninnolo si è aggiunto ad adornarne i polsi: un filo d’oro al braccio sinistro, un braccialetto in stoffa blu e uno che ricalca il sistema solare al polso destro. Vi è anche un orecchino a forma di pennino che custodisce gelosamente; una cicatrice tonda da flamòra al fianco destro. (06.80 - non risaputo)
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Silenzi di José Saramago: La Parola Taciuta come Essenza dell’Essere. Recensione di Alessandria today
Un’introspezione poetica che esplora il valore del silenzio nelle relazioni e nella vita
Un’introspezione poetica che esplora il valore del silenzio nelle relazioni e nella vita Un viaggio nel valore del non detto La poesia “Silenzi” di José Saramago offre uno spaccato profondo e meditativo sull’importanza del silenzio come mezzo di comunicazione e introspezione. Il poeta portoghese, noto per la sua maestria letteraria, qui abbandona la complessità del linguaggio per affidarsi a…
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ambrenoir · 1 year ago
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Cinque cose che rimpiangeremo Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore. No, al momento della morte tutto diventa finalmente reale. E cinque le cose che rimpiangeremo, le uniche reali di una vita. 
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda, dalle false attese nostre, per curare magari il risentimento di ferite mai affrontate. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Vorremmo chiedere scusa a tutti, ma non c'è più tempo.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo  di non aver detto abbastanza "ti amo" a chi avevamo accanto, "sono fiero di te" ai figli, "scusa" quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L'abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori. Quello che l'adolescente scorge nell'addensarsi del suo corpo: promesse. Quello che il giovane spera nell'affermarsi della sua vita: amori. (Alessandro D'Avenia - Ciò che inferno non è - Mondadori 2014)
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canesenzafissadimora · 1 year ago
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Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore.
La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. Ed era la maschera creata dalla moda. La maschera di chi si accontenta di essere amabile. Non amato.
Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni.
Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza ”ti amo” a chi avevamo accanto, ”sono fiero di te” ai figli, ”scusa” quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi.
Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi avevamo sempre lì, proprio perché era sempre lì. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati, incapaci di fare anche solo una telefonata e chiedere come stai.
Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall'abitudine, dall'accidia, dall'egoismo, invece di amare come i poeti, invece di conoscere come gli scienziati. Invece di scoprire nel mondo quello che il bambino vede nelle mappe della sua infanzia: tesori.”
Alessandro D'Avenia
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susieporta · 2 years ago
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Ancora sui confini e sul riempire
Ci sono modi di parlare che raccontano un sacco sulla persona, su come vive, come sono le sue relazioni.
Non certo durante un colloquio psicologico. Lì tutto ciò che esce ed emerge è sacrosanto e utile.
Parole e silenzi.
Invece proviamo a pensare a là fuori.
Durante conversazioni casuali, su un autobus. In una sala d’attesa.
Alcune persone ti dicono subito la loro paura degli spazi vuoti.
Te ne accorgi perché il loro dire è pieno di dettagli, di divagazioni, di particolari inutili. Iniziano a parlare senza chiedersi se tu hai voglia di ascoltarli, non registrano se sei interessato, se stai seguendo.
Obbediscono come in una trance ipnotica al loro bisogno di riversare se stessi, senza lasciarti respiro. Questa modalità rivela molto della persona e dei suoi confini. Raccontano a un estraneo se stessi, con un urgente senso di dire, senza ascoltare.
Facilmente ti sentirai invaso.
Alla base di questo volere dire tutto, anche l'inutile, sta una grande insicurezza, e la paura di essere niente
Ameya Canovi
#logorroici #Ditroppoamore #confini
#ditroppaopocafamiglia
È nella famiglia che impariamo o meno i confini
Ne parlo nel mio nuovo libro
Di troppa (o poca) famiglia
Ed. Sperling & Kupfer
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cinquecolonnemagazine · 5 months ago
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Oroscopo di Chirya: dal 22 al 28 Luglio 2024
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Oroscopo di Chirya: Cari tutti, eccoci alle previsioni di lunedì 22 a domenica 28 Luglio 2024, settimana estremamente positiva per i segni d’aria, i quali potranno dare il via a quei progetti a cui tengono di più. Va comunque bene anche per i segni di fuoco che hanno il Sole e Venere positivi, Mercurio a metà settimana passa in Vergine, a sostenere i segni di terra, che ne hanno bisogno. La settimana si annuncia positiva per tutti, con sfide e opportunità. Oroscopo di Chirya: uno sguardo segno per segno Ariete Cari Ariete, il desiderio maggiore che sentirete in questa settimana è la conquista, soprattutto quelle di cuore, Marte favorevole, non vi fa sentire la fatica e l’adrenalina vi scorre copiosa nel corpo. Le novità potrebbero arrivare, per quelli che aspettano da tempo una risposta per un lavoro definitivo, o un cambiamento di attività, anche se a qualcuno verrà chiesto di trasferirsi. Guardare oltre l’orizzonte, proiettatevi e prepararsi al futuro che desideriate. Toro Oroscopo di Chirya: Cari Toro, non cercate di esagerare in nulla, nonostante ne sarete tentati, l’esigenza di un riscatto si va formando ed è la cosa più sbagliata che possiate fare per voi. Venere negativa, non vi aiuta a mantenere relazioni facili con chi vi sta attorno. Anche il sole ostile vi causa fastidi e perplessità che dobbiamo solo far passare e non rincorrere. Un consiglio ai giovani, evitate di inventarsi cose per riempire spazi di vuoto, passate giorni sereni, senza strafare. Gemelli Cari Gemelli, nella settimana l’amore sarà al centro dei vostri interessi, avrete bei momenti con la vostra metà. Le giornate passeranno tra pensieri romantici e batticuori. Per il lavoro Giove, continua a sostenervi, con entrate finanziario ragguardevoli, secondo le vostre possibilità. Mercurio positivo nella seconda metà della settimana vi aiuta anche nella comunicazione, sarete brillanti negli scambi intellettuali. e sociali, per evitare di disperdervi, concentratevi su obiettivi specifici. Cancro Oroscopo di Chirya: Cari Cancro, amati dalle stelle, Marte vi fa l’occhiolino, e vi vuole più determinati e combattivi. Avrete un unico compito, canalizzare in modo costruttivo questa energia, per non aggravare conflittualità. Il lavoro è forse la parte della vostra vita che presenta ancora qualche ci sarà ancora qualche turbolenza, anche se per sabato torna il sereno con un po’ di sforzo. L’estate è iniziata anche per voi, generosa con voi, quindi approfittarne al massimo. Leone Cari Leone, inizia il vostro tempo, non solo di compleanni, ma il Sole amico vi guarisce e vi fortifica, donandovi nuova linfa vitale per affrontare le vostre battaglie, in amore, in famiglia. Usate la vostra intelligenza per valutare prospettive interessanti nel lavoro e nelle relazioni sociali. Quello che vi serve è ottimismo e vitalità, alcuni potranno contare su un incontro fortunato, che potrebbe dare una svolta positiva vita. Vergine Cari Vergine, settimana nervosa, comunicazione difficile, tranelli in agguato e dovrete districarvi tra bugie e silenzi. rifugiatevi bella elaborazione delle strategie su progetti a lungo termine, come quelle autunnali. In amore è facile, non vi imponete, in ogni modo possibile, lasciate fare e soprattutto non siate ipercritici. Mercurio nel segno vi chiarisce ogni dinamica, soprattutto sul lavoro e lì sarà facile difendervi se ascolterete il vostro istinto e la vostra razionalità. Bilancia Cari Bilancia, settimana piena di grinta, entusiasmo e creatività, potrete migliorare la vostra carriera, la vostra immagine e perché no le vostre finanze.  In arrivo positive notizie sul lavoro e per l’avanzamento dei vostri progetti, ancor di più nel settore turistico. Non meravigliatevi, se inaspettatamente, risolverete vecchi conflitti, alcuni pianeti vi aiuteranno a dare un senso ad alcuni fatti che non avete al momento mai spiegato e che ora si dipaneranno, fatene buon uso, dimenticate rancori e andate avanti. Scorpione Cari Scorpione, la settimana vi vede irrequieti, e insoddisfatti, nonostante il forte afflusso di denaro che arriva. La verità è quel Plutone, che senza chiedervi permesso, vi spinge a guardarvi dentro, e il vostro io al momento vi sembra un grande abisso, rincuoratevi, saprete volgere tutto a vostro favore, ne uscirete più forti e magnetici. Con un po' di prudenza e parsimonia, limitatevi a gestire le entrate e godetevi le attenzioni del partner o del flirt di turno. Sagittario Cari Sagittario, la settimana vi vede gioiosi e pieni di energia, Sole è positivo e sarete ansiosi di superarvi, ma Mercurio a metà settimana diventa insidioso e potreste non ascoltare qualche saggio consiglio. Addomesticate la vostra sete di avventura, Marte dissonante potrebbe rovinarvi qualche giornata, e non ne vale la pena. Fidatevi di Venere favorevole, che vi vorrebbe più romantici e attenti all’ammore e alle relazioni, andate dove siete apprezzato e voluto, ne riceverete molte gratificazioni. Capricorno Cari Capricorno, la settimana vi vede finalmente padroni delle cose, il lavoro il sapersi muovere e dialogare, Mercurio finalmente favorevole vi aiuterà a rimontare il consenso che avete perso con il vostro carattere burbero. Accettate un po' di leggerezza in queste vacanze, e usate la parte più razionale della vostra mente per pianificare i rapporti in positivo. La settimana è molto positiva per ottenere risultati migliori sul lavoro, date voce alle vostre dee geniali, potreste ottenere di più. Acquario Oroscopo di Chirya: Cari Acquario, settimana pesante, al limite dello stress, come sempre in questo periodo dell’anno, il Sole in Leone vi toglie energia, ma stavolta i molti pianeti positivi nei Gemelli vi aiutano tantissimo. Allora andiamo avanti al minimo, raccogliendo quanto possiamo e impegnandoci a non fare nessuna battaglia sociale o di principio, non ne avreste la forza. Resistete alle provocazioni, declinare le tabelline prima di rispondere a tu per tu. Andate in vacanza, lì dove nessuno vi conosce e non vi incontrerà più.  Pesci Cari Pesci, baciati dalla fortuna, siete in splendida forma, splendida e godete ottima salute, per voi vacanze serene, con chi amate. Molti pianeti favorevoli, vi regalano un’estate bellissima, attenzione alla gola, alle scorpacciate, e alle notti di Luna, perché potrebbe farvi innamorare senza amore. Il vostro umorismo particolarmente apprezzato, vi permetterà di essere ben accolto ovunque, approfittatene con responsabilità.  Read the full article
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entropiceye · 6 months ago
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L'incontro di oggi al gruppo è stato molto intenso. La tematica delle relazioni ha risvegliato emozioni, ricordi e pensieri sopiti. In tanti si sono raccontati ed è stato stimolante ed arricchente vedere come, seppur attraverso prospettive diverse, certe note dolenti siano un po' un denominatore comune.
Penso che il fatto di aver scelto di leggere qualcosa di generale, sia significativo. Ho infatti consolidato, ascoltando gli interventi ma anche i silenzi degli altri, la consapevolezza di avere ancora delle questioni irrisolte.
Questa consapevolezza non è poi così destabilizzante se consideriamo la crescita personale come un work in progress potenzialmente infinito, eppure ha avuto un peso non indifferente.
Ho amato la metafora delle relazioni come panorama plasmato e scandito dal susseguirsi di stagioni e cataclismi, o quella delle cesoie sotto vetro, da rompere in caso si restasse incastrati in un rapporto soffocante.
Ho rivisto nella commozione e nella sofferenza degli altri, la Me di qualche anno fa, piena di rabbia e disillusione, ma al tempo stesso speranzosa di trovare finalmente il bello, il raggio di sole che attraversa la neve.
Ho ammirato la perseveranza e la forza di chi ha dovuto riorganizzare la propria vita andata in frantumi, imparando a ricominciare mettendosi finalmente in un ruolo di primo piano anziché ai soliti margini.
Abbiamo parlato di come prendere contezza del proprio potere e, di conseguenza della propria responsabilità sulla propria serenità, possa essere insieme una rivelazione strabiliante ed una scoperta terrificante.
Abbiamo appreso che spesso attraiamo le persone in funzione del fardello che ci portiamo sulle spalle o della luce che ci risplende nel cuore... Che quasi sempre, le fantomatiche relazioni tossiche, non includono semplicemente una vittima ed un carnefice, ma una miriade di complessità.
Abbiamo scalfito le radicate illusioni interiorizzate con un bagno di "onesta realtà", convenendo che in amore ci vuole sì la magia, ma più di tutto la concretezza, la costanza e la reciprocità. Perché quel sentimento nasce quando due persone affini, nonostante le ovvie differenze, scelgono di costruire attivamente un legame solido, fatto di rispetto, stima e soprattutto compromessi.
Perché ad esistere e resistere non sono le storie perfette senza mai una discussione, ma quelle che il momento di crisi magari lo attraversano e lo trasformano in un momento di crescita.
Ho capito che certe volte ci si può sentire come la Terra brulla e gelata in trepidante attesa del raggio di sole capace di sciogliere la neve, mentre altre ci si può sentire come i primi Girasoli che nonostante le piogge autunnali, seguono sempre il Sole oltre le nuvole.
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Sono grata di partecipare a questo gruppo. Spero di poter riuscire a raccontarmi un po' di più la prossima volta.
Mi porto il calore del supporto reciproco e la ricchezza del confronto, mentre lascio un po' della paura di guardare attraverso queste ferite aperte.
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